GEOGRAFIA ED ECONOMIA: L ECONOMIA DELLO SPAZIO. Francesco Maria Olivieri
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1 GEOGRAFIA ED ECONOMIA: L ECONOMIA DELLO SPAZIO Francesco Maria Olivieri
2 Indice 1. LA GEOGRAFIA ECONOMICA TERRITORIO E TERRITORIALIZZAZIONE REGIONE E REGIONALIZZAZIONE BIBLIOGRAFIA Pag. 2 di 12
3 1. LA GEOGRAFIA ECONOMICA La geografia economica studia il territorio e la localizzazione e distribuzione dei fenomeni e delle attività nello spazio geografico. Pur mantenendo la necessità di un certo grado di utilizzo di definizioni e di classificazioni, la metodologia che viene utilizzata prevede lo studio dell evoluzione della disciplina ed dei suoi contenuti e, solo in via subordinata, della nomenclatura. Per questo motivo si ritiene fondamentale l approfondimento della metodologia, con riferimento ai paradigmi ed alle teorie che si sono evolute nel tempo nelle scienze territoriali. Gli approcci utili per l inquadramento della geografia economica, ai fini di questo corso, sono principalmente relativi a tre Autori. Il primo, strettamente connesso alla metodologia, è il percorso proposto da Sergio Conti, in particolare nel testo I territori dell economia. I fondamenti della geografia economica edito da Utet nel 2012: cercare di dare rilevanza alla sostanza rispetto alla questione definitoria, significa pensare al linguaggio della disciplina. Il secondo approccio ha come oggetto privilegiato la regione geografica, seguendo l impostazione di Adalberto Vallega, le cui tesi si basano su due dimensioni: i) la dimensione storica, per cui la regione in senso proprio deriva dal legame organico fra la comunità che vive in un determinato spazio geografico e l ambiente naturale; ii) la seconda dimensione - relativa alla regione in senso improprio - si riferisce alla determinazione dell estensione dello spazio geografico. Il comportamento umano genera le relazioni al suo interno e, di conseguenza, con il territorio. Dal comportamento umano, che si esplica attraverso un sistema di relazioni specifico e «tipico» per un determinato territorio, deriva l organizzazione territoriale. Infine, il Pag. 3 di 12
4 terzo approccio è riconducibile ad Attilio Celant ed è relativo ai fondamenti della geografia economica, alla geografia regionale e alle dinamiche localizzative a livello settoriale. In particolare, utilizzando quest ultimo approccio si sottolinea l importanza dei modelli e il relativo campo di applicazione. La relazione fra il comportamento umano e sociale e l ambiente naturale è strettamente legata all obiettivo del territorio 1. In questo senso, l obiettivo di chi si «occupa» di territorio - enti locali, di ricerca, soggetti della pianificazione, sistema delle imprese - può essere molteplice. La valorizzazione delle risorse naturali può essere orientata alla produzione, come nel caso delle attività agricole e anche di quelle industriali. La gestione delle risorse idriche è un altro esempio di valorizzazione del territorio e costituisce, a sua volta, un elemento propedeutico a determinate ed eventuali scelte produttive. La valorizzazione può anche essere diretta alla fruizione da parte dei turisti delle attrattive della località di un territorio turistico. Il secondo concetto sui cui vale la pena soffermarsi è la complessità. La geografia è la scienza dei luoghi, ossia lo studio di una delle infinite modalità in cui la società e l economia di un territorio acquistano un senso che non può essere semplificato. Geografia economica e geografia regionale studiano il governo di territori complessi. Per questo la metodologia necessita di un certo grado di approfondimento tramite modelli e casi studio e, al contempo, della consapevolezza e conoscenza dei paradigmi e delle teorie a cui questi modelli fanno riferimento. In questo consiste la ricerca epistemologica. 1 I fondamenti della geografia economica approfonditi sono da ritenersi «funzionali» alla comprensione delle dinamiche territoriali delle diverse branche settoriali. Pag. 4 di 12
5 «La rinuncia alla conoscenza della complessità, dimostra allo studente che una realtà non prevedibile supera ogni capacità di conoscenza: il sapere quindi dovrebbe essere frammentato e si dovrebbe accrescere la specializzazione. Ma ciò significa esasperare i miti del sapere moderno. È una illusione quella di poter meglio comprendere i fenomeni se frammentati, dopo averli scomposti; così come potere immaginare leggi valide in ogni luogo ed in ogni tempo» (Conti S., 2012). Pag. 5 di 12
6 2. TERRITORIO E TERRITORIALIZZAZIONE Il territorio è una porzione indeterminata della superficie terrestre, caratterizzata dagli elementi naturali (suolo) ed abitata, vissuta ed organizzata dal comportamento umano (società). Quando si parla di assetto territoriale si intende tale caratteristica organizzativa. Il termine territorio può assumere diversi significati. Ad esempio, il territorio di uno Stato, identificato dall unità politica spaziale, è uno dei significati che questo concetto può assumere. In passato è stato messo in contrapposizione con l impero, in particolare nella sua concettualizzazione di Città-Stato. Dalla disgregazione di questa forma organizzativa, si è assistito alla formazione degli stati nazione. Il tema della complessità si collega direttamente al concetto di territorio. La geografia economica offre una visione dello spazio come realtà complessa e nasce dalla semplice esigenza di conoscere, descrivere, classificare, rappresentare ed interpretare l ambiente in cui si vive. Si pone la questione della territorializzazione. La prima azione di territorializzazione è stata quella antichi romani che, successivamente alla conquista di un area geografica, classificavano, dividevano e, soprattutto, amministravano i territori con l individuazione dei confini e la delimitazione dello spazio in entità organizzate. Il bisogno di classificare, dividere e ordinare è, quindi, un aspetto storicamente diffuso. Qualsiasi forma di amministrazione attuale tende a dividere una porzione dello spazio sulla base delle proprie necessità organizzative e dei propri obiettivi. Come ad esempio, una regione amministrativa. Ciò è avvenuto in Italia con il processo di istituzione delle Regioni Costituzionali. Pag. 6 di 12
7 Il territorio può essere di volta in volta inteso come: i) comune campo delle attività umane; ii) estensione di un fenomeno geografico; iii) estensione spaziale di uno Stato. La terra è il fattore rappresentativo delle risorse naturali. Il suolo è, quindi, il «supporto» del territorio. Il territorio ai fini economici diviene un oggetto materiale che acquisisce un significato rispetto al valore attribuito in funzione delle risorse e dell uso che se ne fa. In questo modo esso è legato al concetto di mercato. Partendo da queste sintetiche dissertazioni, il territorio assume la fisionomia di uno spazio definito e determinato da caratteristiche e da un sistema complesso di rapporti che unificano queste caratteristiche in relazione ad un certo grado di omogeneità originale (naturale e geomorfologico). Ma non solo. Infatti, può essere spiegato anche dalla solidarietà che ad una porzione di spazio è conferita da qualche particolare forma di relazione umana, che nella sua accezione più immediata, è quella politica e sociale. Il territorio, allora è «spazio umanizzato» (Formica C., 2003), ossia sintesi storica delle relazioni che vengono ad instaurarsi fra uomo e ambiente. Il territorio è, perciò, uno spazio organizzato dal processo di territorialità di un gruppo umano. «Il territorio è la proiezione del lavoro umano con le tecniche e le pratiche, una costruzione spaziale possibile». (Raffestein C., 1986) Seguendo l impostazione di Claude Raffestein, il processo con oggetto il territorio è sintetizzabile con l acronimo TDR che sta per territorializzazione (T), deterritorializzazione (D) e riterritorializzazione (R). Con il concetto di territorializzazione è Pag. 7 di 12
8 possibile intendere la progettazione di un sistema umano di intenzioni su una porzione di superficie terrestre che agisce per ridurre la complessità territoriale: decomplificazione della sovrabbondanza di possibilità senza distruggerle. La deterritorializzazione rappresenta la rottura delle relazioni precedentemente formatesi su una porzione di spazio, per cause endogene (esterne) ed esogene (interne), che determina una crisi strutturale; è un cambiamento della struttura territoriale e conduce al passaggio ad un nuovo assetto territoriale. «(la deterritorializzazione indica n.d.a.) il processo di frammentazione dello spazio geografico e dei suoi fattori economici e sociali» (Celant A., 2016) Riterritorializzare significa superare la discontinuità, attraverso le stesse modalità della prima fase del processo, per cui il sistema di cresce (evoluzione) o si trasforma radicalmente (rivoluzione). La pianificazione territoriale, come anche la stessa individuazione delle regioni, e la regionalizzazione dipendono dal processo TDR. Pag. 8 di 12
9 3. REGIONE E REGIONALIZZAZIONE Al di fuori delle discipline geografiche, con il termine regione si intende una entità amministrativa. In Italia ci si riferisce al risultato del lungo processo che dal 1948, ha portato alla fine degli anni 60 all istituzione delle Regioni a Statuto Ordinario; un processo di regionalizzazione che conferisse un assetto istituzionale rispondente alla situazione sociale del tempo ed ai relativi bisogni 2. Con il termine regione, nell alveo delle discipline geografiche, si intende in prima approssimazione una porzione di territorio. Per ripartire un territorio in porzioni è necessario avviare un processo di regionalizzazione. La regione è, quindi, il prodotto dell applicazione al territorio del processo di regionalizzazione. Ed, ancora, la regione è il risultato dello studio, dell analisi e della classificazione della struttura degli elementi e delle relazioni fra essi, alla cui base vi è un principio regionalizzante, che può essere definito come l insieme dei criteri che sono applicati nella suddivisione del territorio in porzioni. Le possibili regionalizzazioni e le regioni che si possono ottenere all interno di una stessa area sono numerose o infinite. Per affrontare lo studio e l analisi del territorio esistono diversi modelli che hanno come riferimento diverse teorie ed impostazioni. E necessario premettere che alla base di una teoria vi è un insieme di riferimento concettuale definito paradigma 3. Con la seconda metà del Novecento, si assiste ad un forte «cambiamento di rotta» (Vallega A., 2 Nota dell Autore: il termine bisogno non esprime al meglio la sintesi degli elementi e dei fattori alla base dei processo di crescita e di sviluppo territoriale; tuttavia può essere utilizzato in questa accezione in via approssimativa. 3 I livelli della conoscenza hanno come oggetto il rapporto fra paradigma scientifico, teorie e modelli. Pag. 9 di 12
10 1995). Fino a quel momento, l approccio della geografia tradizionale escludeva a priori la possibilità di pervenire a leggi e regole generali; partendo dall osservazione del territorio, la geografia si basava sul principio dell induzione logica. La scienza metodo era idiografica. La regione era la sezione di scomposizione del territorio di cui si descrivono in modo diretto fenomeni e relazioni. «Facendo propria quell impostazione metodologica (scienza idrografica, n.d.a.), la geografia appare ( ) sempre più divergente dall economia politica che a partire da David Ricardo era andata definendo un metodo di lavoro finalizzato alla formulazione di leggi applicabili in ogni luogo» (Conti S., 2012). L avvento del positivismo scientifico e del relativo approccio deduttivo della seconda metà del Novecento, pongono le basi per quella che, seguendo ancora Sergio Conti (2012), è una «rivoluzione paradigmatica». La geografia assume le caratteristiche di scienza nomotetica basata su assunzioni di modelli propri delle scienze naturali e l utilizzo di tecniche quantitative. La regione diviene l oggetto dell applicazione della scienza delle relazioni spaziali per la costruzione di teorie e leggi che spieghino i processi, le cause e le relazioni spaziali. L oggetto della teoria regionale sono la regione area e la regione organismo. Seguendo questa sintetica introduzione di concetti e strumenti alla base della geografia economica, emerge che la scienza regionale è «giovane»: prende vita a partire dai primi anni del secolo scorso, ma in poco tempo subisce una rapida evoluzione. Al variare del modo di Pag. 10 di 12
11 osservare e classificare il territorio, mutano parallelamente i criteri per farlo. Partendo dai concetti di regione e territorio, si giunge ad entità sempre più articolate e complesse e, soprattutto, in costante movimento. L attività economica si forma, cresce e, soprattutto, si sviluppa nello spazio, partendo dalla dotazione territoriale. Ogni scelta localizzativa deriva dalla modalità in cui le risorse, naturali, umane, finanziarie e, quindi, produttive sono distribuite sul territorio. Pag. 11 di 12
12 BIBLIOGRAFIA Celant A. (2016). Frammenti. Per uno studio sul territorio, Sapienza Editore, Roma Conti S. (2012). I Territori dell economia. I fondamenti della geografia economica, Utet, Torino Raffestein C. (1984). Territorializzazione, Deterritorializzazione, Riterritorializzazione, in Turco A. Regione e regionalizzazione, Franco Angeli, Milano Vallega A. (1995). La regione, sistema territoriale sostenibile, Mursia, Milano Pag. 12 di 12
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