SCHEDA INFORMATIVA PROGETTO EUROPEO 7PQ EUBORDERSCAPES Descrizione attività Unità di Ricerca dell Università degli Studi di Bergamo

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1 SCHEDA INFORMATIVA PROGETTO EUROPEO 7PQ EUBORDER Descrizione attività Unità di Ricerca dell Università degli Studi di Bergamo Titolo del Progetto: Borders and Socio-Political Landscapes - Changing Border Concepts as Governance, Challenge and Political Innovation in Post-Cold War Europe and the World Acronimo: EUBORDER Durata: Giugno Maggio 2016 Sito web: Estremo del bando cui si riferisce il Progetto: Programma COOPERATION - Socio-Economic Sciences and Humanities nell ambito del 7 Programma Quadro (7PQ) dell Unione Europea (call identifier: FP7-SSH The Evolving Concept of Border ) Coordinatore: Karelian Institute Università di Eastern Finland (UEF) Partners: Università di Nijmegen (Olanda) Università Tecnica del Medio Oriente (Turchia) Accademia Russa di Scienze (Russia) Università Autonoma di Barcellona (Spagna) Università di Tromsø (Norvegia) Università Queen s di Belfast (Gran Bretagna) Università Ben Gurion del Negev (Israele) Università di Umea (Svezia) Università di Bergamo (Italia) Università di Gdansk (Polonia) Università Nazionale V. N. Karazin Kharkiv (Ucraina) Centro di Studi Avanzati di Sofia (Bulgaria) Istituto per la Ricerca Regionale e la Pianificazione Strutturale di Leibniz (Germania) Centro di Studi sulle Popolazioni, la Povertà e le Politiche Socio-Economiche (Lussemburgo) Centro Nazionale di Ricerca Scientifica CNRS di Parigi (Francia) Centro Danese di Studi Internazionali e Diritti Umani (Danimarca) Accademia Ungherese del Centro di Ricerca sugli Studi Regionali (Ungheria) Centro per la Ricerca Sociale Indipendente di S. Pietroburgo (Russia) Università di Helsinki (Finlandia) Università di East London (Gran Bretagna) Responsabili per l Unità dell Università degli Studi di Bergamo: Prof. Gianluca Bocchi (coordinatore scientifico), gianluca.bocchi@unibg.it Dott.ssa Chiara Brambilla (research fellow), chiara.brambilla@unibg.it Descrizione sintetica del Progetto: Le frontiere sono luoghi rappresentativi attraverso i quali leggere la complessità contemporanea a più livelli (geopolitico, politico, culturale, sociale, economico, ). Di ciò ha preso coscienza anche la Commissione Europea che nel 2011 ha lanciato un bando nell ambito del Programma Cooperation del 7 Programma Quadro per il finanziamento di un progetto che, attraverso la collaborazione tra numerosi atenei europei ed extra-europei, si proponesse di riflettere intorno al tema The evolving concept of border. 1

2 Obiettivi generali: Analizzare la relazione tra le più rilevanti tendenze caratterizzanti le diverse interpretazioni del concetto di frontiera e i processi socio-politici, nonché i cambiamenti paradigmatici nello studio degli stati, delle società e della cittadinanza. Ciò implica, altresì, l identificazione e l analisi delle diverse concezioni di frontiera in termini di una loro contestualizzazione storica. Studiare i modi secondo i quali le frontiere statuali sono state e continuano ad essere definite politicamente, così come anche dal punto di visto pragmatico e della loro percezione in termini sociali e di geografia culturale. Indicare le sfide globali e specificatamente europee che derivano dalle concettualizzazioni e funzioni mutevoli delle frontiere statuali. Analizzare come forme discorsive differenti (politica, mediatica, accademica, artistico-letteraria) contribuiscono alla ri-concettualizzazione delle frontiere (europee e non europee). Contribuire a instaurare un dialogo virtuoso che possa portare allo sviluppo di un approccio integrativo, fondato sull interazione di sguardi diversi alle frontiere, provenienti oltre che dalle scienze sociali anche dalle scienze umane. Il gruppo di ricerca dell Università degli Studi di Bergamo è coinvolto come partner nel progetto vincitore del bando e la partecipazione dell ateneo bergamasco, nel più ampio quadro degli obiettivi generali del progetto, s incentra sulla contestualizzazione dei temi trattati con riferimento a un luogo di frontiera complesso per eccellenza: lo spazio relazionale di frontiera tra Europa e Africa, passando attraverso il mondo mediterraneo. Più precisamente, contestualmente agli obiettivi generali del progetto, il lavoro di ricerca dell equipe dell Università degli Studi di Bergamo si focalizza sui seguenti aspetti: Analisi della relazione tra i più significativi approcci interpretativi del concetto di frontiera così come anche dei processi socio-politici e dei cambiamenti nello studio degli stati nazionali, delle società e della cittadinanza con riferimento allo spazio relazionale di frontiera tra Europa e Africa, passando attraverso il mondo mediterraneo. Ciò implica, altresì, l identificazione e l analisi delle diverse concezioni di frontiera in termini di una loro contestualizzazione storica tra colonialismo e postcolonialismo; chiarendo al contempo il ruolo che le prospettive postcoloniali possono assumere nel supportare contesti critici teorico-concettuali per l analisi dell evoluzione delle frontiere e dei processi di bordering/ordering/othering. Tale approccio contribuisce all elaborazione di uno sguardo volto all affermazione di una prospettiva storica critica, che è cruciale, da un lato, per investigare e cogliere le evoluzioni plurali delle frontiere euro-africane nel corso del tempo, e, dall altro lato, per riconoscere come le pratiche di b/ordering europee, così come le interazioni transfrontaliere, richiedano di essere (ri)situate in una narrativa geopolitica più globalmente orientata. Ciò è possibile attraverso una contestualizzazione di tali pratiche e interazioni in uno scenario più ampio, capace di evidenziare le dimensioni materiali ma anche simboliche assunte dallo spazio di frontiera euroafricano durante le fasi passate dell espansione europea trans-mediterranea. Ciò esplorando, al contempo, i borderscapes euro-africani postcoloniali come espressione del nesso tra le geografie relazionali contemporanee euro-africane e la fluidità dei loro confini storici, continuamente tracciati e ri-tracciati all incrocio complesso tra molteplici linee geografiche, socio-culturali ed etniche nel contesto geo-storico dell espansione imperiale europea. Sviluppo di un analisi critica delle relazioni complesse tra frontiere interne dell Unione Europea, le sue frontiere esterne e le frontiere non-europee con particolare riferimento alle geografie relazionali tra Europa, Africa e mondo mediterraneo. Esplorazione delle configurazioni contemporanee degli spazi di frontiera euro-africani e mediterranei, ponendo attenzione alle loro plurime dimensioni - temporale, esperienziale, antropologica, geografica - e al contempo al loro dis-locarsi e ri-locarsi, da un lato, da fuori l Europa a dentro i cityscapes europei e, dall altro lato, con riferimento al moltiplicarsi di nuovi spazi e forme di frontiera in Africa, originatisi dall esternalizzazione delle frontiere europee. Riflessione intorno alle particolari modalità attraverso le quali le politiche migratorie dell Unione Europea possono essere lette come parte del borderscape euro-africano postcoloniale, analizzandone le conseguenze in termini delle trasformazioni sociali occorse in Europa e in Africa, esplorando anche il fluttuare dei confini del vicinato dell Europa e il ruolo preminente svolto dalle comunità 2

3 transnazionali e dagli spazi ibridi euro-africani, che si stanno diffondendo in Europa. Ciò implica l esigenza di porre l attenzione non solo alle modalità secondo le quali le frontiere euro-africane, e in particolare quelle mediterranee, sono state e continuano ad essere definite politicamente, ma anche alle loro configurazioni pragmatiche e alla loro percezione in termini antropologici. Analisi, attraverso il riferimento alla nozione di borderscape, della relazione complessa tra concettualizzazione delle frontiere e la loro rappresentazione visuale, evidenziando come l ancoraggio al concetto di borderscape consenta di far emergere l intersezione tra visualità, spazio e potere nella costituzione e nella trasformazione delle frontiere euro-africane coloniali e postcoloniali. Il termine borderscapes è usato al fine di rivelare la complessità e la vitalità della/alla frontiera euroafricana, intesa quale spazio di mediazione mobile, prospettico e relazionale. È la pluralità di interazioni sociali - nelle quali si articolano le esperienze, le politiche e le rappresentazioni che animano la frontiera - a definire il particolare significato assunto dai borderscapes. Ed è attraverso lo sguardo offerto dai borderscapes che è possibile focalizzare l attenzione sui significati altri della frontiera euro-africana, espressi in una pluralità di esperienze, economie e politiche escluse dalla rappresentazione piana della cartografia moderna. In quest ottica, è importante far emergere come i borderscapes euro-africani, con un attenzione specifica alle loro configurazioni mediterranee, siano, in pratica e nelle pratiche, delle zone dinamiche di incontri vari e diversificati, sempre investiti da significati anche estetici ed etici. Tale specifico sguardo vuole, quindi, richiamare l attenzione sull urgenza contemporanea di rilevare la dimensione epistemologica e temporale, esperienziale e antropologica, oltre che geografica e spaziale, dei borderscapes euro-africani e mediterranei; indagando, al contempo, la relazione tra tali diverse dimensioni della frontiera, intesa quale spazio multi-dimensionale, quale processualità discorsivamente costruita. Parallelamente a ciò, analisi dei modi con i quali forme discorsive differenti (politica, mediatica, accademica, artistico-letteraria) contribuiscono alla ri-concettualizzazione dei confini (europei e non europei). Contributo a instaurare un dialogo virtuoso che possa portare allo sviluppo di un approccio integrativo fondato sull interazione di sguardi diversi alle frontiere, provenienti dalle scienze sociali e anche dalle scienze umane. In particolare, offrire una problematizzazione del concetto di frontiera nella ricerca sociale come luogo emblematico della complessità e come spazio privilegiato d indagine per comprendere gli scenari contemporanei tra Europa, Africa e mondo mediterraneo. Ne emerge la rilevanza di un epistemologia delle frontiere, nell affrontare le sfide culturali della complessità contemporanea. L attività di ricerca dell Università degli Studi di Bergamo, qui sopra riferita, si articola nell analisi di diversi casi di studio nell ambito di tre, tra i diversi work packages (WP), in cui il Progetto EUBORDER è organizzato: WP 5 - Post-colonial Bordering and Euro-African Borderscapes Borderscape italo-tunisino (in Italia: Mazara del Vallo e il più ampio contesto della Provincia di Trapani, con attenzione alle connessioni con Palermo e la sua Provincia così come anche con la Provincia di Agrigento; in Tunisia: Tunisi/La Goulette, Tabarka, Mahdia, Zarzis - Museo della Memoria del Mare, e possibili altre località dalle quali provengono i migranti che vivono a Mazara del Vallo - es. La Chebba, Sfax, Sousse). Questo caso di studio è analizzato in una prospettiva genealogica, secondo le declinazioni teorico-concettuali descritte qui sopra, allo scopo di far emergere la complessità sociale e culturale delle geografie relazionali italo-tunisine, dal periodo coloniale fino alle loro attuali configurazioni post-coloniali. Attraverso un approccio di ricerca multi-situato - sul lato italiano (principalmente in Sicilia: provincia di Trapani con un focus su Mazara del Vallo, con attenzione alle connessioni con Palermo e la sua Provincia così come anche con la Provincia di Agrigento) e su quello tunisino (Tunisi/La Goulette, Tabarka, Mahdia, Zarzis - Museo della Memoria del Mare, e possibili altre località dalle quali provengono i migranti che vivono a Mazara del Vallo - es. La Chebba, Sfax, Sousse) della frontiera - l analisi di questo caso di studio si propone di esplorare la complessità multi-dimensionale dell area di frontiera. Ciò indagando in particolare i modi nei quali la retorica e le politiche di cooperazione transfrontaliera, promosse, sul piano istituzionale europeo e non, sono vissute, esperite e interpretate, in particolare, dagli attori non-istituzionali, che abitano il 3

4 borderscape italo-tunisino, con speciale riguardo a categorie interpretative che riflettono questioni rilevanti relative alla cittadinanza, all identità e alle migrazioni transnazionali attraverso il Mediterraneo. In questo quadro, parte dell attenzione sarà dedicata alle tracce, presenti nei paesaggi di frontiera italo-tunisini, che ci raccontano della genealogia del borderscape tra i due Paesi dal periodo coloniale fino alle sue configurazioni attuali. Particolare attenzione sarà dedicata alla rappresentazione videografica del caso di studio italo-tunisino. L Università degli Studi di Bergamo, in collaborazione con un videomaker professionista, produrrà un film documentario sul borderscape italo-tunisino, raccontandone le variazioni nel corso della storia tra colonialismo e post-colonialismo. Inoltre, il video documenterà i processi di dis-locazione e ri-locazione della frontiera euro-africana da fuori l Europa a dentro i cityscapes europei, con riguardo particolare alla al contesto urbano di Mazara del Vallo in Sicilia. Bergamo città e provincia (con particolare riguardo al caso del contesto suburbano di Zingonia) e Mazara del Vallo. Zingonia è una località della provincia di Bergamo, territorio ricadente nei comuni di Verdellino, Verdello, Ciserano, Boltiere e Osio Sotto, nella Bassa Bergamasca. L abitato di Zingonia è frutto di un progetto urbano parzialmente realizzato degli anni 60 di città per i lavoratori, voluto dall imprenditore Renzo Zingone. Dopo l esperienza del quartiere Zingone a Trezzano sul Naviglio nacque l idea della realizzazione di una cittadina, in cui una zona industriale e un area urbanistica si integrassero, permettendo ai lavoratori di risiedere vicino alle unità produttive e contemporaneamente disporre di tutti i servizi. La zona adatta per Zingonia fu individuata in provincia di Bergamo, nella Bassa Bergamasca, nelle vicinanze dell autostrada, della ferrovia e di altre importanti vie di comunicazione tra i comuni di Boltiere, Ciserano, Osio Sotto, Verdello e Verdellino. Nel 1964, Zingone sottoscritte le convenzioni con i comuni interessati e cominciò la costruzione di Zingonia. Le aree industriali furono quasi tutte realizzate già nei primi anni, ma l incremento di popolazione previsto non avvenne e il progetto fu ridimensionato già al principio degli anni 70. L evidente squilibrio (a quei tempi mancavano i piani regolatori) portò a un degrado della zona. Ciò causò un crollo nei prezzi dei beni immobili che, insieme al grande numero di ditte e alla forte domanda di lavoro nella zona, attirò molti migranti a Zingonia. Inizialmente, negli anni 70, si trattò di migranti provenienti dalle regioni meridionali italiane, mentre in seguito, negli anni 80, è progressivamente cresciuto il numero di migranti stranieri, principalmente provenienti dal Senegal. In questo momento, la popolazione di Zingonia è costituita per circa il 70% da migranti extra-comunitari. Per tale via, Zingonia ha assunto un ruolo preminente quale trans-località euro-africana, accompagnato però anche da un immagine mediatica di quest area suburbana come un ghetto conquistato dagli immigrati. Tuttavia, sono molte le forme attraverso cui gli abitanti di Zingonia e la società civile hanno risposto fermamente e stanno rispondendo a tale immagine negativa diffusa dai media locali e nazionali. Mazara del Vallo, Comune situato a sud-ovest della Regione Sicilia, costituisce un caso di studio di grande rilevanza rispetto alle tematiche indagate e ancora scarsamente conosciuto in ambito internazionale con riguardo alla realtà italiana relativamente alle interazioni culturali e alle pratiche di integrazione negli spazi urbani. L alta percentuale di migranti di origini tunisine che vi abitano e la peculiarità del progetto migratorio dalla Tunisia all Italia che caratterizza la comunità tunisina di Mazara, ne fa una realtà significativa per documentare i processi attuali di dis-locazione e ri-locazione dei borderscapes euro-africani dai margini dello spazio politico europeo ai suoi centri urbani, ma ci dà altresì l opportunità di sviluppare una riflessione genealogica riguardo alle evoluzioni storiche dei borderscapes italo-africani nel Mediterraneo, supportando quanto già descritto con riguardo al caso di studio italo-tunisino. La ricerca condotta dall Università di Bergamo studierà, allora, il contesto suburbano di Zingonia, nella provincia di Bergamo, e il caso di Mazara del Vallo, proponendoli come esempi di borderscapes euroafricani essi stessi che, nel loro dis-locarsi all interno degli spazi urbani e suburbani europei, esprimono nella pratica nuove interazioni e sovrapposizioni tra frontiere euro-africane interne ed esterne variabili, e che possono essere osservate in una pluralità di soglie urbane visibili o, spesso, mantenute invisibili. Metodi Nell indagare i casi di studio presentati, si adotteranno i seguenti metodi: - Ricerca di campo ed etnografia, come anche altri metodi della ricerca qualitativa nelle scienze sociali; 4

5 - Osservazione partecipante e non-partecipante; - Cartografia culturale e contro-cartografie; - Strumenti visuali (fotografie e brevi video); - Interviste narrative e semi-strutturate; - Analisi qualitativa dei media; - Spoglio di giornali locali e nazionali e di altri media elettronici (siti web, blog, YouTube); - Analisi del discorso; - Videografia; - Studi storici in una prospettiva post-coloniale. WP6 - Borders and Critical Geopolitics of Neighbourhood Borderscape italo-tunisino (in Italia: Mazara del Vallo e il più ampio contesto della Provincia di Trapani, con attenzione alle connessioni con Palermo e la sua Provincia così come anche con la Provincia di Agrigento; in Tunisia: Tunisi/La Goulette, Tabarka, Mahdia, Zarzis - Museo della Memoria del Mare, e possibili altre località dalle quali provengono i migranti che vivono a Mazara del Vallo - es. La Chebba, Sfax, Sousse). N.B. Si tratta di un compito di ricerca in condivisione con il WP 5. Per una descrizione dettagliata, si rimanda, quindi, a quanto riportato con riguardo al work package suddetto. WP10 - Border Crossings and Cultural Production Borderscapes euro-africani nel Mediterraneo (Particolare riferimento al caso del borderscape Italia[Sicilia]/Nord Africa[Tunisia], letto attraverso il riferimento all isola di Lampedusa) Più precisamente, la ricerca condotta a Lampedusa si focalizzerà su due casi di studio particolarmente calzanti rispetto agli obiettivi di ricerca di questo WP, volti a indagare gli aspetti connessi alla produzione culturale che ruota intorno alla rappresentazione delle frontiere e dei loro attraversamenti: Il LampedusaInFestival ( Il Museo delle Migrazioni di Lampedusa ( Sia il LampedusaInFestival sia il Museo delle Migrazioni sono iniziative promosse dall associazione locale Askavusa ( Attraverso l analisi dei due casi di studio descritti, la ricerca intende esplorare criticamente i modi in cui diverse rappresentazioni culturali e artistiche delle frontiere, dei loro attraversamenti e delle migrazioni attraverso il Mediterraneo tra Europa e Africa, tra Italia e Nord Africa, possono essere considerate rispettivamente come: 1) espressioni di resistenza alle rappresentazioni ufficiali delle frontiere e delle politiche frontaliere e di controllo delle migrazioni nel Mediterraneo; 2) forme locali di identità e di appartenenza; 3) modi informali di riconciliazione e dialogo attraverso le frontiere. In particolare, per quanto riguarda il LampedusaInFestival, si manterrà un focus prevalente di ricerca sugli esempi di video partecipativo presentati al Festival a partire dalla sua prima edizione nel 2009, anche in collaborazione con l associazione ZaLab ( e l Archivio delle Memorie Migranti ( Metodi Nell indagare i casi di studio presentati, si adotteranno i seguenti metodi: - Ricerca di campo ed etnografia, come anche altri metodi della ricerca qualitativa nelle scienze sociali; - Osservazione partecipante e non-partecipante; - Shadowing; 5

6 - Cartografia culturale e contro-cartografie; - Strumenti visuali (fotografie e brevi video); - Interviste narrative e semi-strutturate; - Analisi qualitativa dei media; - Spoglio di giornali locali e nazionali e di altri media elettronici (siti web, blog, YouTube); - Analisi del discorso; - Videografia; - Studi storici in una prospettiva post-coloniale. ***** ***** ***** Per informazioni e chiarimenti riguardo al Progetto, si prega di prendere contatto con la dott.ssa Chiara Brambilla: Dr. Chiara Brambilla Research Fellow - EU-FP7 project EUBORDER Centro di Ricerca sulla Complessità Università degli Studi di Bergamo Piazzale S. Agostino, Bergamo Italy Mobile: chiara.brambilla@unibg.it 6

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