DECRETO DEL PRESIDENTE OGGETTO

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1 DECRETO DEL PRESIDENTE N. 224 DEL 23/12/2015 OGGETTO CONCLUSIONE DELLA PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' ALLA VALUTAZIONE D'IMPATTO AMBIENTALE (SCREENING) AI SENSI DEL D.LGS. 152/06 E DELLA L.R. 9/99 RELATIVA AL PROGETTO DI ATTIVITA' DI RECUPERO RIFIUTI NON PERICOLOSI DA REALIZZARSI IN COMUNE DI VIANO, VIA FONDOVALLE 5 - PROPONENTE: ORSATO SNC. (REF /7-2014/2015)

2 IL PRESIDENTE Visto il referto del Servizio Pianificazione Territoriale, Ambiente e Politiche Culturali che in merito alla richiesta di verifica di screening avanzata dalla ditta Orsato s.n.c., relativamente al progetto Attività di recupero rifiuti non pericolosi" rileva quanto segue: Premesso che: la Ditta Orsato s.n.c. ha presentato, a questa Provincia la domanda per l'attivazione della procedura di verifica di assoggettabilità alla Valutazione d'impatto Ambientale (screening), trasmettendo contestualmente gli elaborati relativi al progetto di Attività di recupero rifiuti non pericolosi ai sensi dell'art. 9 della L.R. n. 9/99, in data 12/12/2014 ed acquisita al prot. n del 12/12/2014, ed integrata, a seguito della verifica di completezza, con nota pervenuta in data 12/01/2015; il progetto ricade nei punti B.2.57 dell'allegato B.2 alla L.R. 9/99 e l'autorità competente per la procedura di screening è la Provincia di Reggio Emilia; con avviso pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna in data 11/3/2015 ai sensi dell'art. 9 comma 3 della L.R. n. 9/99 e s.m.i., è stata data comunicazione dell'avvenuto deposito degli elaborati prescritti per l'effettuazione della procedura di screening presso il Servizio Pianificazione Territoriale, Ambiente e Politiche Culturali della Provincia di Reggio Emilia, sito in Piazza Gioberti n. 4, e presso la sede del Comune di Viano, sito in via San Polo n. 1; a seguito della richiesta d integrazioni formulata dalla Provincia di Reggio Emilia con prot. n del 29/05/2015, la Ditta ha richiesto la proroga al 30/7/2015 per la consegna degli elaborati integrativi stessi, con nota acquisita al prot del 29/6/2015. Gli elaborati progettuali sono stati integrati dal proponente con documentazione acquisita agli atti della Provincia con prot. n del 30/7/2015; successivamente il proponente ha inoltrato ulteriori integrazioni in quanto gli elaborati sono risultati incompleti, acquisite al prot. n del 7/9/2015, prot. n del 7/9/2015, prot n del 7/9/2015; gli elaborati sopracitati sono stati continuativamente depositati, per 45 giorni a partire dal 11/3/2015 (data dell'avviso pubblicato sul Bollettino Ufficiale Regionale), al fine della libera consultazione da parte dei soggetti interessati, presso il Servizio Pianificazione Territoriale, Ambiente e Politiche Culturali della Provincia di Reggio Emilia sito in Piazza Gioberti n. 4, e presso la sede del Comune di Viano, sito in via San Polo n. 1; la relata di avvenuto deposito del Comune di Viano è stata acquisita dalla Provincia al prot. n. n del 19/10/2015; rispetto al progetto presentato non sono pervenute osservazioni a Provincia di Reggio Emilia e Comune di Viano; Considerato che: 2

3 il Comune di Viano ha rilasciato il parere di conformità urbanistica favorevole prot. n del 16/10/2015, acquisito agli atti della Provincia con prot. n del 19/10/2015; ARPA di Reggio Emilia ha rilasciato il parere favorevole condizionato prot. n. 881 del 4/2/2015, acquisito agli atti della Provincia con prot. n del 14/10/2015; AUSL Servizio Igiene e Sanità Pubblica ha rilasciato il parere favorevole prot. n. 2015/ del 16/10/2015, acquisito agli atti della Provincia con prot. n del 16/10/2015; Valutato dal punto di vista generale che gli elaborati prescritti per l'effettuazione della procedura di verifica di assoggettabilità alla Valutazione d'impatto Ambientale (screening) relativi al progetto in esame, appaiono sufficientemente approfonditi per consentire un'adeguata individuazione e valutazione degli effetti sull'ambiente connessi alla realizzazione del progetto; Valutato inoltre che: a) dal punto di vista programmatico: Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) come riportato nell'art. 2 comma 2 lettere b) e d) delle Norme di Attuazione, il PTCP 2010 della Provincia di Reggio Emilia, approvato con deliberazione consiliare 17 giugno 2010, n. 124: assume, per il territorio provinciale, il valore e gli effetti del Piano stralcio per l'assetto Idrogeologico del fiume Po (PAI) ai sensi dell'art. 21 comma 2 della L.R. 20/2000; costituisce adeguamento e perfezionamento per il territorio provinciale del Piano Regionale di Tutela delle Acque (PTA); di conseguenza per gli aspetti inerenti la conformità del progetto alle disposizioni di PAI e PTA si rimanda a quanto indicato di seguito per il PTCP 2010 della Provincia di Reggio Emilia; in riferimento al PTCP 2010 della Provincia di Reggio Emilia, approvato con DCP n. 124 del 17/06/2010, si rileva che il fabbricato e l area di pertinenza interessati dal progetto ricadono: - all interno della fascia laterale di 150 m dal Torrente Tresinaro che rientra tra i beni paesaggistici tutelati del D.Lgs. 42/2004, Fiumi, torrenti e corsi d acqua iscritti nell elenco delle acque pubbliche, di cui alla tav. P4 del PTCP. Il progetto non comporta modifiche delle strutture esitenti; - all interno della zona di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d acqua (Tav. P5a) di cui all art 40 delle NTA del PTCP, per cui, secondo quanto previsto dall art. 92 comma 4 delle NTA e dalla Tavola P13 del PTCP, l area non sarebbe idonea per la localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero rifiuti; tuttavia poiché l attività rientra all interno del territorio già urbanizzato alla data di adozione del PTPR (29/6/1989) ai sensi dell art. 40 comma 17, non esistono elementi ostativi alla realizzazione dello stesso; - all interno di un area a pericolosità elevata (Eb) individuata nella Carta Inventario del dissesto, Tav. P6 del PTCP 2010; 3

4 - all interno della fascia C (area di inondazione per la piena catastrofica) e, in parte, all interno della fascia B (fascia di esondazione) della carta di delimitazione delle Fasce fluviali di cui alla Tav. P7 del PTCP; In particolare si ricorda che, sulla base del comma 2 dell art. 58 delle Norme di Attuazione (NTA) del PTCP, qualora alle zone caratterizzate da fenomeni di esondazioni e dissesti morfologici di carattere torrentizio (Ee, Eb, Em) si sovrapponessero le perimetrazioni delle Fasce Fluviali, si intendono prevalenti, in termini di limitazioni alle attività di trasformazione e d uso del suolo, le norme sulle Fasce Fluviali di cui al titolo V parte II delle presenti Norme. Con riferimento ai divieti di cui all art.67, comma 2, lett.b) delle Norme di Attuazione del PTCP, il progetto prevede che le attività di recupero dei rifiuti si svolgeranno esclusivamente al di fuori della fascia B). Fatto salvo quanto previsto dall art.73 delle Norme di Attuazione del PTCP, la modifica del perimetro delle fasce fluviali è oggetto di intesa tra Provincia, Regione ed Autorità di Bacino. Piano Strutturale Comunale (PSC) In riferimento al PSC del Comune di Viano l'impianto in oggetto ricade all interno di una Zona Industriale di Completamento ed in particolare all interno di un Ambito APC (t) Ambiti specializzati per attività produttive di rilievo comunale da trasformare. Il Comune di Viano ha rilasciato parere favorevole di conformità urbanistica, n del 16/10/2015, acquisito agli atti della Provincia con prot. n del 19/10/2015, attestando che l impianto è compatibile agli strumenti urbanistici vigenti. E stata inoltre trasmessa la convenzione sottoscritta dal proponente e dal rappresentante del Comune, secondo quanto richiesto dalla scheda dell ambito APC-T.2 in oggetto; tale convenzione è stata sottoscritta in data 28/7/2015 a rogito del notaio Giuseppe Vino (Repertorio n ). b) dal punto di vista progettuale: Descrizione generale del progetto La Ditta Orsato Snc prevede di effettuare l attività di recupero di rifiuti speciali non pericolosi di seguito descritta presso lo stabilimento esistente sito in comune di Viano. L attività ha la finalità di recuperare i rifiuti provenienti dalla produzione ceramica in quanto il graduale passaggio dalla monocottura e bicottura alla produzione di gres porcellanato ha comportato una significativa diminuzione della possibilità di riutilizzo di rifiuti, quali fanghi da taglio e levigatura delle piastrelle ceramiche, all interno del ciclo produttivo. Il proponente prevede pertanto di effettuare il recupero di rifiuti speciali non pericolosi attraverso operazioni di recupero di materia (R5) in due impianti diversi, uno dedicato alla produzione di componenti per impasti ceramici (Impianto 1) e uno dedicato alla produzione di autobloccanti e filette stradali in cemento (Impianto 2). Nel sito sarà svolta anche un attività di stoccaggio dei rifiuti destinati alle lavorazioni sopracitate (messa in riserva di rifiuti, R13). In particolare si evidenzia che tutte le attività di trattamento (R5) dei rifiuti verranno effettuate all interno del fabbricato industriale esistente, chiuso su tutti i 4

5 lati, su pavimentazione impermeabile in cemento armato, mentre lo stoccaggio dei rifiuti verrà effettuato in cumuli all interno del fabbricato o in cassoni metallici a tenuta dotati di copertura. Per quanto riguarda l impianto 1 (operazione R5), i rifiuti sottoelencati nella tabella verranno scaricati all interno del capannone nelle aree dedicate ed immessi mediante pala meccanica all interno di una tramoggia di carico dove avviene una prima miscelazione, e successivamente attraverso nastri trasportatori i rifiuti saranno inviati al mulino a martelli. Dopo una setacciatura/vagliatura il materiale più fino verrà inviato allo stoccaggio del prodotto finito mentre il materiale più grossolano passerà in un secondo mulino per subire una ulteriore riduzione granulometrica che avverrà per effetto centrifugo; il materiale ottenuto verrà avviato ad una nuova fase di vagliatura ed infine verrà convogliato nei sili di stoccaggio del prodotto finito. Il Proponente prevede di ottenere dal trattamento una materia prima e non più un rifiuto sulla base dei requisiti previsti dall art. 184-ter del D.Lgs. 152/2006. Di tale materia prima si riportano negli elaborati le caratteristiche chimiche, espresse sotto forma di ossidi. Il proponente prevede di vendere lo stesso a industrie ceramiche, industrie di laterizi e cementifici utilizzando lo stesso come Chamotte ovvero come materiale da introdurre negli impasti con funzione di smagrante inerte. Rifiuti recuperati nell Impianto 1 per un quantitativo pari a t/a e 92 t/g Codice CER Descrizione Rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra, diversi da quelli di cui alla voce Fanghi acquosi contenenti materiali ceramici Fanghi da taglio e levigatura Scarti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione sottoposti a trattamento termico Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti Fanghi da taglio e levigatura Materiale abrasivo di scarto, diverso da quello di cui alla voce Sabbia da idrogetto Rivestimenti e materiali refrattari provenienti da lavorazioni non metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce Per quanto riguarda l impianto 2 (operazione R5), i rifiuti sottoelencati nella tabella verranno trattati prevedendo anzitutto la triturazione delle mole abrasive; il prodotto ottenuto dalla macinazione delle mole verrà setacciato ed il passante ulteriormente macinato e setacciato fino ad ottenere il prodotto che verrà stoccato all interno di un box metallico sottostante i setacci. I rifiuti plastici delle mole verranno invece trattenuti dai setacci ed ulteriormente macinati ed inviati a imprese autorizzate al recupero rifiuti. Il materiale abrasivo triturato verrà invece utilizzato nella formazione della miscela per la realizzazione di autobloccanti e cordoli. In particolare per la realizzazione di cordoli e autobloccanti il materiale utilizzato verrà movimentato a mezzo pala meccanica e potrà essere inserito previa eventuale ulteriore vagliatura e triturazione nel miscelatore. All interno del 5

6 miscelatore verranno introdotti i fanghi da levigatura, il materiale proveniente dalla macinazione delle mole abrasive ed il materiale inerte proveniente dall impianto 1; questi materiali saranno miscelati con cemento, immagazzinato in un silo della capacità di 32 tonn, e acqua proveniente dalla rete acquedottistica. L impasto in uscita dal miscelatore sarà inviato ad una pressa per la formatura degli autobloccanti, e a una macchina automatica per la produzione di filette stradali; i prodotti finiti rimarranno 3 giorni all interno dei capannoni in un area appositamente dedicata all essicazione dopodiché verranno stoccati nel piazzale esterno. Il Proponente prevede di ottenere dal trattamento un prodotto e non più un rifiuto sulla base dei requisiti previsti dall art. 184-ter del D.Lgs. 152/2006. Rifiuti recuperati nell Impianto 2 per un quantitativo pari a t/a e 15 t/g Codice CER Descrizione Fanghi acquosi contenenti materiali ceramici Fanghi filtropressati da taglio e levigatura Materiale abrasivo di scarto diverso da quello di cui alla voce mole abrasive c) dal punto di vista ambientale: Acque superficiali, acque sotterranee L attività in progetto secondo quanto emerge dagli elaborati progettuali non comporterà impatti significativi sulle acque superficiali e sulle acque sotterranee in quanto: - tutti i rifiuti verranno trattati negli impianti 1 e 2 all interno del capannone al riparo dagli agenti atmosferici, e lo stoccaggio degli stessi verrà effettuato all interno del capannone su pavimentazione impermeabile o comunque in cassoni metallici a tenuta provvisti di copertura; - non si prevede che l attività di recupero di rifiuti possa generare acque reflue; - le acque meteoriche sul piazzale esterno, in assenza di materiale dilavabile non vengono sottoposte a trattamenti specifici; - le acque dei servizi igienici vengono scaricate in acque superficiali previo trattamento. Rumore e traffico veicolare Negli elaborati è stata riportata la valutazione previsionale d impatto acustico redatta dal Proponente nel 2008 in quanto la stessa era stata predisposta al fine di effettuare una attività comparabile a quella oggetto dell attuale domanda di screening. A tale riguardo negli elaborati è stato evidenziato che non si prevedono per l impianto in progetto modifiche impiantistiche o strutturali rispetto a quanto considerato nella valutazione del 2008 così come non vi sono variazioni del rumore di fondo registrato. Nella valutazione sono stati effettuati rilievi fonometrici a confine dell impianto e presso l unico ricettore limitrofo significativo (abitazione posta ad est dell impianto) per valutare lo stato ante operam, ed i risultati sono stati utilizzati per effettuare la valutazione previsionale dell impatto acustico considerando il contributo dovuto all attività in progetto. Dalla valutazione emerge che i livelli d immissione assoluti ai confini aziendali rientrano nei limiti diurni della classe IV (65 dba) mentre per il rispetto del livello differenziale al 6

7 ricettore risulta necessaria la realizzazione di una barriera antirumore. Il proponente prevede la realizzazione di una barriera utilizzando terreno proveniente da attività estrattive della lunghezza di circa 60 m, altezza di 3 m, per un volume totale di circa 900 mc di terreno, prevedendo di effettuare la piantumazione della barriera stessa. Per quanto riguarda il traffico veicolare si prevede complessivamente (ingresso e uscita) un incremento dello stesso di circa 26 mezzi/giorno. Considerata la localizzazione dell impianto sulla SP 98 Fondovalle Tresinaro, principale viabilità tra gli abitati di Viano, di Carpineti e di Castelnuovo né Monti e la presenza di altre attività produttive su tale asse viario non sono attesi impatti aggiuntivi significativi derivanti dal traffico veicolare. Aria Negli elaborati di progetto viene evidenziato che si provvederà a presentare domanda di autorizzazione alle emissioni in atmosfera, e in particolare che: - nell'impianto 1, dedicato al recupero degli scarti di produzione ceramica, saranno presenti emissioni convogliate derivanti dalla tramoggia di carico e dai sistemi di trasporto del materiale che sono sottoposti ad aspirazione e collegati ad un sistema di abbattimento delle polveri effettuato attraverso un filtro a maniche; - l impianto 2 produrrà emissioni in atmosfera costituite da materiale particellare derivante dall impianto di macinazione delle mole abrasive; pertanto saranno poste sotto aspirazione e trattamento i sistemi di trasporto del materiale, i vibrovagli e il mulino; - le emissioni diffuse degli impianti saranno trascurabili in quanto gli stessi sono all interno di un capannone chiuso e lo stoccaggio dei rifiuti e delle materie prime secondarie avverrà in cumuli all interno dei capannoni per i materiali umidi, mentre gli altri materiali saranno stoccati o all interno di silos chiusi o di cassoni metallici dotati di copertura; Negli elaborati sono stati inoltre stimati gli impatti dovuti alle poveri emesse dagli impianti in progetto e dal traffico veicolare. Per valutare le polveri emesse dall emissione convogliata a servizio degli impianti è stato utilizzato il modello di diffusione WinDimula 3.0, ed è emerso che il contributo emissivo in termini di PM10 presso il ricettore più prossimo all impianto (nucleo abitato di Mulino Vecchio, attualmente disabitato e posto a circa 25 di distanza dall impianto), pari a 0.1 µg/m 3, se confrontato con il valore limite di legge contenuto nel D.Lgs. 155/2010 che prevede un limite orario pari a 50 µg/m 3 (da non superare più di 18 volte per anno), risulta poco significativo; presso gli altri recettori individuati, nucleo abitato di Benale situato ad una distanza di circa 200 m e nucleo abitato di Monte del Tabello ubicato a circa 400 m di distanza, il contributo emissivo risulta trascurabile. Per quanto riguarda la simulazione effettuata per valutare le emissioni di PM10 dovute al traffico veicolare emerge un impatto trascurabile in ragione del limitato numero di mezzi previsto. Fauna, vegetazione, ecosistemi, paesaggio L'intervento in progetto sarà realizzato all interno del capannone della Ditta esistente e non comporterà un estensione oltre l attuale perimetro aziendale. 7

8 Rispetto allo stato ante-operam non si avranno ripercussioni negative sulla flora e sulla vegetazione, né tanto meno sulla fauna e più in generale sugli ecosistemi. Inoltre poiché l intervento non comporterà alcuna modifica esterna dell impianto esistente non è previsto alcun impatto visivo e paesaggistico aggiuntivo. Fase di dismissione Nell ipotesi della dismissione degli impianti la Ditta prevede di effettuare lo smontaggio e la rimozione di tutti gli impianti e dei rifiuti e materiali stoccati, e di effettuare la caratterizzazione del sito al fine di verificare eventuali contaminazioni del sottosuolo. SI PROPONE di escludere, ai sensi dell'art. 10, comma 1 della L.R. n. 9/99, il progetto di "Attività di recupero rifiuti non pericolosi" presentato da:orsato s.n.c., dalla ulteriore procedura di VIA di cui al Titolo III della L.R. 9/99, in quanto l'intervento previsto, nel complesso, risulta ambientalmente compatibile, a condizione che siano rispettate le seguenti prescrizioni: 1. l'intervento dovrà essere realizzato e gestito secondo quanto previsto nel progetto e negli elaborati presentati ai fini della procedura di verifica di assoggettabilità alla Valutazione d'impatto Ambientale (screening); 2. l'attività deve essere condotta conformemente alle indicazioni progettuali per quanto riguarda le tipologie di rifiuti da trattare, secondo le relazioni presentate: Impianto n.1 - I fanghi ritirati con il CER siano solo quelli provenienti da attività taglio e levigatura e devono aver subito, presso il produttore, un trattamento di filtropressatura. - Il materiale ritirato con codice CER materiale abrasivo di scarto, sia solo quello costituito da sabbia da idrogetto. Impianto n.2 - I fanghi ritirati con il codice CER siano solo quelli provenienti da attività di taglio e levigatura di piastrelle ceramiche in gres porcellanato. - Il prodotto finito filette e cordoli, maturato per almeno 30 gg., dovrà essere sottoposto a test di cessione cosi come indicato dal DM 05/02/98 All. 3; 3. la Ditta non dovrà utilizzare per alcuna operazione attinente l'attività di gestione rifiuti l'area e le strutture ricadenti in fascia B, il cui limite è delineato in Tav. P7 del PTCP (porzione di area perimetrale lato nordovest); 4. prima dell esercizio dell attività in progetto il proponente dovrà aver terminato la realizzazione della barriera antirumore in progetto. Entro 60 giorni dall esercizio dell attività dovrà inoltre eseguire un collaudo acustico ai fini della verifica del rispetto dei limiti previsti dalla normativa vigente in materia di rumore i cui esiti dovranno essere trasmessi a Provincia, ARPA; in considerazione degli esiti dello stesso, se necessario, dovranno essere proposte all interno della relazione trasmessa le ulteriori misure mitigative 8

9 ed il relativo cronoprogramma per la realizzazione delle stesse da concordarsi definitivamente con ARPA. Inoltre, data la dimensione della barriera in rapporto alla sensibilità del contesto, dovrà essere progettata adeguatamente la morfologia della barriera stessa ed il suo corredo vegetale; a tal fine si chiede che gli impianti arborei ed arbustivi, da prevedere con specie autoctone, siano realizzati con un andamento che eviti distribuzioni lineari e, più in generale, disposizioni artificiali degli elementi; 5. in fase di esercizio dell'impianto dovranno essere attuate tutte le precauzioni e le misure necessarie a minimizzare i rischi d incidenti ed evitare comunque l'immissione di sostanze inquinanti sul terreno e nei corpi idrici superficiali e sotterranei; 6. dovranno essere rispettate le norme in materia di tutela e sicurezza dei lavoratori; 7. resta fermo che prima della realizzazione dell'intervento in progetto dovranno essere acquisite e/o adeguate presso le Autorità competenti tutte le autorizzazioni, nulla osta, pareri e atti di assenso comunque denominati previsti dalle vigenti disposizioni di legge necessari, compresa l eventuale autorizzazione paesaggistica, riferita ai materiali stoccati permanentemente all esterno del capannone entro la fascia di 150 m dal Tresinaro. Dato atto che le spese istruttorie, determinate in euro 500,00, vanno imputate sul capitolo di entrata 504 (ris. 420) ; Ritenuto pertanto di escludere il progetto predetto dalla ulteriore procedura di VIA a condizione che siano rispettate le prescrizioni sopra indicate; Visto l'art. 1, comma 55, della legge 7 aprile 2014 n. 56 " Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni" che indica come nuovi organi della Provincia: il Presidente, il Consiglio provinciale e l'assemblea dei sindaci; Atteso che il Consiglio provinciale è l'organo di indirizzo e di controllo, propone all'assemblea lo statuto, approva Regolamenti, Piani e Programmi, approva e adotta ogni atto ad esso sottoposto dal Presidente della Provincia ed esercita le altre funzioni stabilite dallo statuto; Rilevato che la Giunta provinciale non è più compresa fra gli organi della Provincia e pertanto si ritiene che il presente provvedimento, non rientrando tra gli atti di indirizzo e di controllo, di competenza dell'organo consiliare, sia da attribuire alla competenza del Presidente; Visto il parere favorevole, in ordine alla regolarità tecnica del presente atto, espresso dal Dirigente del Servizio Pianificazione Territoriale, Ambiente e Politiche Culturali e quello favorevole di regolarità contabile rilasciato dal Dirigente del Servizio Bilancio; DECRETA 9

10 di escludere, per i motivi in narrativa indicati, ai sensi dell'art. 10, comma 1 della L.R. n. 9/99, il progetto presentato da:orsato s.n.c., dalla ulteriore procedura di VIA di cui al Titolo III della legge precitata, in quanto l'intervento previsto nel complesso, risulta ambientalmente compatibile, a condizione che siano rispettate le prescrizioni in premessa riportate; di dare atto che: le spese istruttorie, determinate in euro 500,00, vanno imputate sul capitolo di entrata 504 (ris. 420); il presente decreto è esecutivo dalla sua sottoscrizione. Reggio Emilia, 23/12/2015 IL PRESIDENTE Giammaria Manghi ALLEGATI: parere di regolarità tecnica; parere di regolarità contabile. 10

11 CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE Si certifica che copia del presente decreto è pubblicata all Albo pretorio, per 15 giorni consecutivi, dal 23/12/2015 Reggio Emilia, 23/12/2015 IL SEGRETARIO GENERALE Dott. Alfredo l. Tirabassi

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