CHIÈRA LA MI GURDUNA L emigrazione gordonese in Australia

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1 A cura della Commissione Biblioteca di Gordona CHIÈRA LA MI GURDUNA L emigrazione gordonese in Australia Comune di Gordona

2 A cura della Commissione Biblioteca di Gordona CHIÈRA LA MI GURDUNA L emigrazione gordonese in Australia Comune di Gordona

3 Coordinamento editoriale e redazione Commissione Biblioteca di Gordona Progetto grafico e impaginazione Playdesign Finito di stampare nell anno 2014 da Tipolitografia Polaris, Sondrio 2014 Comune di Gordona Piazza San Martino, Gordona (SO) ISBN In copertina: Agostino Bini (il secondo da sinistra), Elvio Gianoli (il quarto) e Guido Ciabarri (il quinto).

4 presentazione I

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6 Nella prima riunione di emigrati gordonesi in Australia del 4 e 5 marzo 1995 ad Albany e nella seconda del 3 e 4 aprile del 1999 a Fremantle, attorniati da figli e nipoti, in un clima di profonda nostalgia, abbiamo vissuto momenti indimenticabili, tra bandiere italiane, cibi, formaggi, salumi nostrani e l immancabile vino. Abbiamo anche cantato le canzoni di una volta : sembrava di essere ai crotti. La lingua ufficiale è stata rigorosamente il dialetto di Gordona e i nostri discorsi hanno setacciato tutti gli angoli della memoria riguardanti la nostra giovinezza in Italia e la vita di duro lavoro, diluita in mezzo secolo, ormai, e troppo sfilacciata da quella attuale più rilassata. Impegnati a lavorare, quasi improvvisamente, ci siamo resi conto di aver vissuto troppo in fretta e di non aver curato abbastanza le relazioni tra noi, le nostre famiglie e quelle lasciate in Italia. Notando, poi, l assenza di alcuni compaesani, la voce si faceva più mesta e qui è maturata la determinazione di racimolare ricordi e pezzi di vita da trascrivere in un testo unitario, prima che vengano cancellati dal tempo, insieme alle tracce delle nostre esistenze. I nostri frequenti soggiorni in Italia hanno evidenziato il naturale, progressivo affievolirsi dei legami con Gordona e la convinzione di non aver sufficientemente raccontato di questa immensa nostra seconda nazione; di non essere stati sufficientemente capiti, forse. Segnati, quindi, nel corpo e nell anima dalle incredibili difficoltà superate, lontani da quella che per noi sarà sempre la nostra Patria, lontani dagli affetti familiari, dagli amici, dagli odori e dai sapori della nostra Gordona, abbiamo tutti accolto con entusiasmo la disponibilità di Gemma ed Enrico ad ascoltarci e a offrire carta e penna alle nostre parole e ai nostri sentimenti nella certezza di colmare, in parte, i vuoti creatisi dalle distanze e dalla prolungata lontananza dopo la nostra gioventù, lontana, ormai. Ricordare è nostro dovere imprescindibile, anche se tardivo, innanzitutto verso coloro che non ci sono più, ma che hanno indissolubilmente intrecciato le loro vicissitudini con le nostre. Lo dobbiamo ai nostri amici che, ritornati in Italia, dopo aver con noi percorso un tratto breve o lungo di strada, in un certo modo, là ci rappresentano ancora. Lo dobbiamo ai nostri figli, perché innaffino le radici del loro futuro con i principi di moralità, di religiosità anche, di onestà e di iniziativa e di tutti i valori che, purtroppo, vediamo scolorire in ogni parte del mondo. E lo dobbiamo a voi, gordonesi, voi tutti che avete la fortuna di camminare sul suolo dei nostri comuni antenati, di salire e scendere le stesse montagne che da giovani hanno allenato i muscoli e la forza d animo per i nostri percorsi di vita III

7 al limite dell impossibile, molto spesso; voi che potete ancora cantare in Val Bodengo, pregare. Immaginiamo questo libro a portata di mano, sopra il camino o sopra il comodino, in mezzo ai mille ricordi che tappezzano le nostre e le vostre case. Solo così avrà senso e acquisirà quel valore affettivo che in qualche modo ricucirà lo strappo della nave quando si è staccata dal molo di Genova, una vita fa, ormai. Siamo certi che, entrando virtualmente nelle vostre case e nei vostri cuori e mescolando pensieri ed emozioni, ci illuderemo di abitare ancora la nostra Gordona, dove i nostri figli continueranno a ritornare e cercare le loro radici, le stesse radici dei vostri figli. A nome di tutti gli emigrati australiani Cleto Guerini* Bernardo Capelli* * Cleto Guerini e Bernardo Capelli hanno fortemente voluto queste memorie e hanno particolarmente contribuito alla realizzazione di questo libro accompagnando Gemma ed Enrico presso tutti gli emigranti gordonesi, preoccupandosi che nessuno venisse dimenticato, inclusi quelli deceduti in terra australiana. IV

8 introduzione V

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10 Questa pubblicazione costituisce l atto conclusivo di un progetto che ha impegnato la Commissione Biblioteca in questi ultimi tre anni di attività. Il lavoro nasce inizialmente dalla proposta che Gemma ed Enrico Tavasci hanno rivolto all amministrazione comunale affinché si provvedesse a editare la loro raccolta di testimonianze rese dagli emigrati gordonesi in Australia. In presenza degli autori la Commissione Biblioteca riceve incarico dall amministrazione di curarne la pubblicazione. Inizialmente affrontiamo il compito affidatoci prevedendo un impegno limitato, poiché il lavoro ci viene presentato come sostanzialmente già concluso. Al fine di poter creare maggior informazione e condivisione, abbiamo deciso di sviluppare attorno al tema dell emigrazione verso il continente australiano nuove idee che ci hanno permesso di raggiungere, oltre alla stampa del libro, altri importanti risultati. Più ci addentravamo nel dettaglio della storia più ne restavamo coinvolti, tuttavia scorrendo le pagine con le testimonianze nascevano spontanee domande e curiosità a cui nessuno dei racconti dava risposta. È per questo che abbiamo deciso di focalizzare su alcuni quesiti le interviste che, nella fase iniziale, sono state condotte con il supporto dei ragazzi della scuola media: ci premeva il loro coinvolgimento, perché speravamo accadesse loro ciò che era stato per noi e cioè si appassionassero a questo pezzo della nostra storia. Le domande erano strutturate secondo un ordine temporale: dal contesto socioeconomico del paese nel dopoguerra, alle motivazioni che indussero i giovani a partire, al viaggio, alla vita in Australia. È stato così possibile sondare i ricordi di molti, tra essi gli emigrati stessi ogni qualvolta siamo riusciti a intercettarli in questi tre anni durante i loro brevi soggiorni gordonesi. A distanza di mesi, con una serie di nuove informazioni alla mano, con una programmazione in continua evoluzione ci siamo resi conto che quello che volevamo dare ai gordonesi emigrati e a noi che oggi siamo qui, era qualcosa di diverso rispetto all idea iniziale, con tutti i dubbi e le perplessità che ci hanno accompagnato da quel momento per tutta una serie di incontri. Se lo scopo di Gemma ed Enrico era quello di tributare agli emigrati e alle loro identità sospese un riconoscimento, da parte nostra l intento è stato quello di condurre un indagine che ci permettesse di svelare un pezzo di storia di Gordona: la storia del fenomeno migratorio dei gordonesi verso l Australia a partire dagli anni 50 del Novecento. Entrambi gli obiettivi sono stati raggiunti. VII

11 Siamo ripartiti dalla raccolta di testimonianze, abbiamo estrapolato i contenuti e li abbiamo raggruppati per specifici argomenti in modo da abbandonare il dato soggettivo e, andando a integrare tutto il nuovo materiale acquisito, abbiamo inteso restituire un dato oggettivo, senza tralasciare di evidenziare la specificità di ogni personale esperienza. Una volta suddiviso il libro in capitoli, siamo tornati a chiedere nuovamente la collaborazione diretta di emigranti e/o parenti e seconde generazioni, con interviste e raccolta di materiale fotografico. Abbiamo potuto contare anche su nuove collaborazioni per l approfondimento di specifici argomenti ed effettuato ricerche negli archivi comunali, sondato i dati già presenti in letteratura, sia sulla tematica dell emigrazione (verso l Australia, valtellinese, valchiavennasca, locale...) che su altre questioni legate a nuove argomentazioni (politiche sociali australiane nel secondo dopoguerra, storia di Gordona, piroscafi...). Vogliamo ringraziare: in primo luogo Gemma ed Enrico che con le testimonianze raccolte hanno avviato il processo che ha portato a questa pubblicazione; Cristian Copes che, con il suo meticoloso lavoro di ricerca, ha fornito i dati e le notizie sull emigrazione gordonese nel mondo a partire dal 500 fino alla metà del 900; Oscar Dell Anna che dall Australia ci ha inviato dati e pubblicazioni sul tema dell immigrazione italiana in Australia e sui luoghi di insediamento dei nostri compaesani. Tutti coloro che hanno accolto il nostro invito fornendoci preziose informazioni e materiale fotografico, infine grazie a chi ci ha supportato offrendo di volta in volta preziosi spunti critici. Ci scusiamo per gli eventuali errori, alla nostra fallibilità va aggiunto che spesso non siamo stati in grado di verificare l attendibilità dei fatti. Sono trascorsi più di sessant anni da che è iniziata l avventura che ha portato dei giovani di Gordona a emigrare in Australia, la memoria scandisce in maniera netta alcuni eventi, altri restano avvolti nelle mobili nebbie che offuscano e mescolano i ricordi, per questo motivo molto di quanto detto, nel dubbio, non è stato riportato. Commissione Biblioteca di Gordona VIII

12 CĤIÈRA LA MI GURDUNA

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14 indice capitolo I emigrare capitolo II come eravamo capitolo III valigie di cartone capitolo IV ventimila leghe al di là dal mare capitolo V una vita nuova parol cĥie camina appendici Pensieri in scioltezza Testimonianze Città L emigrazione gordonese tra l Ottocento e la Seconda guerra mondiale Glossario dei termini dialettali Fonti d archivio e bibliografia

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16 capitolo I emigrare 3

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18 Emigrare è partire, lasciare il luogo di origine per stabilirsi in un altro Paese per un certo periodo o in maniera definitiva. Il significato letterale e scarno del verbo, tuttavia, sfiora solo minimamente il dramma esistenziale dell emigrante e dei suoi familiari. Emigrare è staccarsi fisicamente dal proprio mondo e ritrovarsi d improvviso in un mondo diverso, disorientati, smarriti nel seguitare come in apnea a vivere una specie di dicotomia del corpo e dell anima: il corpo e le valigie partono, ma il cuore e la mente restano. È recidere la propria esistenza per innestarla su radici estranee, annaffiandola di ricordi, di dubbi e di speranze: sale, certe volte, sulle ferite dell anima. In omaggio alla migrazione mondiale, tuttora in corso, scegliamo di usare preferibilmente il presente storico come tempo verbale, pur se con delle forzature di stile, nel raccontare dell Australia, nel benevolo tentativo di ricongiungere i lembi sui vuoti lasciati dalle loro partenze, di compattare gli anni e farli sentire presenti e a proprio agio nella loro Gordona. Come tutta la provincia e gran parte delle zone alpine, Gordona ha un antica tradizione di migrazione, temporanea o permanente, che prima di essere transoceanica o europea, vede i nostri antenati trasferirsi nel Sud dell Italia. Come scrive nel XVIII secolo l arciprete della parrocchia di San Martino don Andrea Pedocchi, già dal Cinquecento i gordonesi emigrano per lavoro, soprattutto verso Palermo. Ancora prima, tra la metà del XVI secolo e l inizio dell Ottocento, la principale destinazione è invece Napoli, dove nel 1540 viene fondata la Società dei Fratelli Benefattori Napoletani, le cui rimesse confluiscono nella Cassetta di Santa Caterina, dal nome della chiesa trecentesca fatta costruire dal vescovo di Como Bonifacio da Modena sulla collina a est di Gordona, e successivamente anche in quelle di San Bernardo di Bodengo e dell Immacolata Concezione nella frazione di Cimavilla fondate, rispettivamente, nel 1658 e Si raccoglie denaro per i compaesani rimasti a Gordona e per la realizzazione di paramenti sacri, suppellettili in argento e dipinti per le chiese del paese. Dagli atti di una visita pastorale a Gordona del vescovo Ambrogio Torriani, nel 1674 non risultano residenti in paese 97 persone, di cui ben 64 si sono trasferite, per lavoro, nel Regno di Napoli, 12 in Francia, 11 a Roma, 9 a Palermo e 1 a Reggio Emilia. Ancora nel 1737 vivono a Napoli una settantina di persone originarie di Gordona: commercianti di vino a barile, portatori di olio, scaricatori di porto e servitori in case di nobili. Tra queste ultime Domenico Tavasci raggiunge Napoli nel 1812 per prestare servizio nella casa del marchese di Strevi Luigi Serra, analogamente al cugino Giovanni Gatti, che subentra a Domenico nel Nello stesso periodo Andrea Mazzina lavora presso l abitazione del console d Inghilterra a Napoli, città dov erano impegnati anche Giovanni Pe- 5

19 dretti, Giovan Antonio Scartaccini, Antonio e Pietro Capelli. Per lavorare in una locanda a Napoli, vent anni dopo Giovanni De Agostini fa richiesta di un passaporto e, ancora nel 1865, Pietro Pedretti e Giacomo Tavasci chiedono il salvacondotto per raggiungere quella destinazione. In quegli anni però molti loro compaesani cominciano a cercare lavoro nella vicina Svizzera, nel canton Grigioni in particolare. Tra costoro figurano Giovan Donato Battistessa, Pietro Capelli, figlio del defunto Domenico, Giovanni Capelli e suo figlio Pietro, il carbonaio Carlo Chiodi, Pietro Dell Anna, Giovan Battista Ferrari, Francesco Foppoli, Giovan Antonio Mazzina, che si stabilisce a Borgonovo in Val Bregaglia, Giovan Battista Pedocchi, Guglielmo Pelanconi, il garzone Antonio Pelizzoni, Domenico Tabacchi, che fu anche in Francia, Francesco, Gaudenzio e Martino Tavasci, Giovan Antonio Mazzina, Bernardo e Giovanni Battistessa. Questi tre ultimi trovano lavoro a Mesocco, i primi due come servitori presso la casa di Samuele Toscani e il terzo al servizio di Giacomo Ruzzalini, originario di Menarola. In una lettera indirizzata al sindaco di Gordona il 29 novembre del 1863, il primo prefetto di Sondrio Federico Papa lamenta che l emigrazione dalla provincia in America e Australia è in continuo aumento, a danno dell economia locale, legata essenzialmente all agricoltura. Il sindaco giustifica il fenomeno, rispondendo che il comune è soggetto alle inondazioni del fiume Mera e dei torrenti, che trasformano la parte più importante del territorio coltivo a nude ghiaie, e che le vigne e i gelsi, piantati a Gordona per nutrire i bachi da seta, sono spesso danneggiati dalla crittogama. È iniziata la grande emigrazione transoceanica: in un solo anno, tra il 1865 e il 1866, lasciano Gordona per costruire una nuova vita nel continente americano ben quarantaquattro persone. Curiosa la destinazione, documentata nel 1865, di Giovanni De Agostini figlio di Agostino, emigrato in Cina. Quello stesso anno Andrea De Agostini raggiunge la Francia. Nell agosto del 1869 sono invece Giuseppe Bonetti, Gaetano Esposito, Giuseppe Geneletti, Angelo Locatelli e Giovanni Salvi, originari di Averara in Val Moresca e di altri paesi della Bergamasca, a stabilirsi a Gordona per svolgere la professione di carbonai. Negli anni settanta del XIX secolo emigra in Svizzera Giacomo Biavaschi e raggiungono l America Eutichio e Giovanna De Agostini, Maria Locatelli, Giovan Battista Tabacchi, Antonio, Mariangela e Bernardino Biavaschi, che sbarcò in Sudamerica. Nel decennio successivo s imbarcano per il continente americano Bernardo e Pietro Camillo Battistessa, Giovanni Biavaschi, Bernardo, Giovan Battista e Guglielmo De Agostini, Guglielmo Dell Anna, Giacomo Garzelli, Benedetto Giampedraglia, Marcello Guglielmana, Caterina Pedocchi, Bernardo Pedretti, 6

20 Antonio, Giacomo e Giovan Battista Tavasci, Sofia Bulla e Silvestro Pedretti. Questi due ultimi raggiungono l Argentina, così come Battista Tavasci e la figlia Mariangela, e anche Giovan Battista Guglielmana con la moglie, la figlia e la domestica, i quali si stabiliscono a Buenos Aires. Là sbarca anche Maria Orsola Baretta, maritata Tavasci, che con i figli raggiunge il marito, e Maria Baretta, sua parente, mentre nel 1891 viene rilasciato un passaporto per l America a Giovanni De Agostini e a Francesco Tavasci, che si stabilisce a Buenos Aires. All inizio del Novecento, prima di emigrare in Australia, molti gordonesi si trasferiscono per lavoro in Belgio, Francia, Spagna e nella vicina Svizzera, come già detto, ma anche in Africa, in Egitto, dove nel 1905 troviamo il benefattore Giovan Battista Mazzina. Molti altri scelgono l America e in particolare l Argentina (soprattutto a Buenos Aires), l Uruguay e gli Stati Uniti: New York, Montana, Arizona, New Mexico e California (nelle città di Los Angeles e di San Francisco, specialmente). Pur non risultando dal registro delle domande di nulla osta per l ottenimento di un passaporto, conservato nell archivio comunale di Gordona, nel 1904 il filosofo Giovan Battista Costante Biavaschi emigra a New York, dove viene accolto dallo zio paterno Giacomo e frequenta il terzo anno di Giurisprudenza all Università. Figlio di Lino e Maria Tabacchi, con il fratello gemello Giulio Martino, era nato il 23 febbraio 1878 in una casa tutt ora esistente nella contrada gordonese di Piazzoli, avente in facciata un affresco del 1760 raffigurante la Madonna con il Bambino e san Giovanni Battista. Tra il 1901 e il 1914, sono ben 248 le richieste di passaporto per l estero, un terzo delle quali nei primi dieci anni e le rimanenti tra il 1911 e il 1914, quando la popolazione totale residente a Gordona raggiunge le 1500 persone, di cui un decimo non abita nel comune: un vero esodo. Durante la Prima guerra mondiale sono invece documentate solamente nove richieste, sfuggite probabilmente all arruolamento coatto nell esercito, tra cui quella dell imbianchino Luca Balatti, che emigrò in Francia. Tra la fine della Grande guerra e la crisi economica, scoppiata il 24 ottobre 1929 con il crollo delle quotazioni azionarie di Wall Street, le richieste del nulla osta per recarsi all estero sono 179: cento per la Svizzera, tra cui tre da parte del falegname Giovan Antonio Grattirola; 33 per la Francia, tra le quali quella del boscaiolo Natale Tavasci presentata nel 1925 e, due anni dopo, quelle di Giovannina Dell Anna e Letizia Tavasci per recarsi in pellegrinaggio a Lourdes; 31 per l Argentina, molte delle quali per lavorare alle dipendenze dell albergatore Giovan Battista Mazzina; 12 per gli Stati Uniti d America, tra cui quella della maestra Lucrezia Tabacchi, figlia del geometra Agostino; due per il Belgio e una per l Australia. Quest ultima è presentata il 4 giugno 1928 da Giacomo Batti- 7

21 stessa, figlio di Giacomo, nato il 24 marzo 1896 nella contrada di Pendoglia a Gordona, che risulta quindi il primo gordonese emigrato in Australia. Passaporto di Giacomo Battistessa, il primo emigrante. Tra lo scoppio della crisi del 29 e l entrata in guerra dell Italia le richieste di passaporto sono 208: 167 per la Svizzera, alcune delle quali volte a trovare un posto da muratore, oppure quelle inoltrate nel 1930 dai casari Clemente Dell Anna e Francesco Tavasci, o quella formulata nel 1937 dal ferroviere Nando Balatti e, l anno successivo, dal cuoco Andrea Evelino Dell Anna; 17 per la Germania, di cui 15 per lavorare nelle miniere; 11 per la Francia; sei per gli Stati Uniti d America; quattro per l Argentina, tra cui quella fatta nel 1930 dal cameriere Gaudenzio Carmelo Tavasci, e tre per la Spagna, una delle quali fu presentata nel febbraio del 1940 dal teleferista Giovanni Dino Capelli. Dall entrata in guerra dell Italia nel secondo conflitto mondiale sono solamente sei le richieste 8

22 di passaporto: quattro per la Svizzera, due delle quali compilate dall arciprete di Gordona don Michele Trussoni, e due per la Germania 1. Mentre l emigrazione dei gordonesi verso l Australia si sviluppa negli anni 50, in alta Valtellina (zona di Tirano e Val Poschiavo, principalmente) già dalla fine dell Ottocento si registra un flusso costante e crescente, rappresentante la prima emigrazione strutturata verso il Quinto Continente, di provenienza non solo lombarda, ma probabilmente da tutta Italia 2. Le motivazioni che hanno portato i giovani gordonesi ad avventurarsi in un Paese così lontano e sconosciuto vengono riportate dalla Rassegna Economica del 1954: Proveniente dai mandamenti di Tirano e Sondrio, e in misura minore da alcuni comuni della Valchiavenna e della Bassa Valle, la gran parte degli espatri si è diretta verso l Australia, continente dalle enormi risorse potenziali, aperto all emigrazione da una intelligente politica di rinvigorimento demografico ed economico 3. Non avevamo visto né foto, né riviste sull Australia; - raccontano Medardo Ciabarri (Ninino) e Agostino Bini - nessuno degli emigranti era documentato: si sapeva soltanto che il viaggio in nave era lungo. Chi mai aveva già visto l oceano? Come erano gli australiani? Chi erano gli aborigeni? Era difficile imparare l inglese? Il lavoro era garantito?. Di tutte queste incognite, quella che meno preoccupa è il lavoro; si parte per poter lavorare, non importa dove e quanto; i gordonesi sono allenati ai lavori pesanti in campagna e sugli alpeggi. Lascio Gordona, guadagno un po di soldi, ma poi ritorno e compro quel prato, costruisco la mia casa, aiuto i miei genitori e poi, forse, mi sposo. Dopo gli anni fallimentari della guerra e del dopoguerra, scanditi da ineluttabile rassegnazione, diffusi segnali di ripresa economica animano un po tutti: è tornata la speranza, la voglia di riscattarsi, di ricostruire, di migliorare, di sperimentare nuove opportunità. La maggior parte dei giovani sviluppa individualmente attività sul territorio, mentre altri colgono l opportunità per un cambiamento più radicale: decidono di emigrare con il pretesto di assaporare una ritrovata libertà, ma in verità per lavorare e mantenere la famiglia, soprattutto. I tempi stanno cambiando, l Eco delle Valli del febbraio 1953 scrive: Il nostro contadino, proprietario di un vigneto o di un campicello non vede più in esso la possibilità di vivere, nuove esigenze si sono aggiunte a quelle di un tempo, anche nella pur semplice vita di un agricoltore. 1 L elenco completo dei gordonesi che, tra il 1901 e il 1945, chiesero un passaporto per l estero è riportato in appendice. 2 Flavio Lucchesi, Italiani d Australia. L emigrazione valtellinese nel Nuovissimo Continente dalle origini ai giorni nostri, Pàtron Editore, Bologna 2011, pag Ibidem, pag

23 Nel secondo dopoguerra l economia a Gordona continua però a basarsi prevalentemente sull agricoltura a conduzione familiare: si coltivano appezzamenti vicini e lontani dalle abitazioni, in larga parte di piccole dimensioni per i ripetuti frazionamenti. Si utilizzano attrezzi agricoli artigianali, ci si sposta a piedi o con carri trainati da asini. I capi di bestiame per ciascuna famiglia sono in numero insufficiente; il ricavato della lavorazione del latte e i prodotti del lavoro agricolo sono quasi interamente consumati all interno della famiglia stessa e, alla fin fine, rimane ben poco da vendere al mercato. Gordona non è ancora pronta a uno sviluppo industriale: mancano infrastrutture e manodopera specializzata. Eppure qualcosa comincia a muoversi: pian piano si sviluppa l edilizia residenziale e, grazie a finanziamenti statali, vengono forate gallerie per condurre l acqua alle centrali idroelettriche. Sono per lo più lavori a termine che offrono delle opportunità immediate, ma che non ne garantiscono la continuità. La gente e l economia sono comunque in fermento e il clima euforico e ottimista che si respira porterà a prendere decisioni coraggiose, radicali. 10

24 capitolo II come eravamo 11

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26 Scatto panoramico Alla fine del 1948 il sindaco Enrico Guglielmana invia una relazione al Ministro delle Finanze Ezio Vanoni sullo stato di fatto circa la precaria situazione in rapporto allo sfruttamento del bacino imbrifero e delle acque pubbliche del suo territorio tracciando un ritratto fedele della Gordona di quegli anni. Giova premettere che le statistiche a fine 1947 han dato circa 345 famiglie - (i dati del censimento della popolazione del 4 novembre 1951 confermeranno 1539 abitanti e 356 famiglie) - che in conduzione diretta, curano piccole aziende rurali sparse in monte e in piano, frazionate in modesti appezzamenti. Il comune è composto dalle frazioni di Cimavilla, Gasparoni, Ponte, Pendoglia e Piazzoli poste sulla sponda destra del torrente Crezza, e dalle frazioni di Coloredo e Mondadizza, site invece sulla sponda sinistra dello stesso. Ogni frazione è formata da un agglomerato di rudimentali case coloniche, quasi tutte corredate di stalle e rustici, e, si può dire, letteralmente addossate le une alle altre, in obbedienza alla necessità di spazio, di livello, e proprio pel richiamo delle disponibilità di acque. Infatti, la maggior parte, per antica data, si sono formate lungo il corso del canale Molinanca alimentato dal Crezza. Principale per non dire unica attività è l allevamento del bestiame bovino, equino, caprino, ovino e suino dal quale allevamento traggono il maggior cespite d entrata 4. Il ponte sul torrente Crezza a Gordona in una fotografia scattata il 22 maggio del Archivio comunale di Gordona 13

27 1955. Coloredo, osteria vecchia. La scuola di Gordona. 14

28 Dal censimento dell Industria e Commercio datato 4 novembre 1951, si contano tre osterie, due panetterie, una drogheria, due negozi di frutta e verdura, due tabaccherie, un mobilificio, una segheria, una ditta idraulica e due botteghe di calzolai. Nell elenco dei lavoratori autonomi figurano anche due geometri che esercitano la libera professione. Ai primi di giugno quasi l intera popolazione si trasferisce in montagna e la chiusura dell anno scolastico viene conseguentemente fissata al 31 maggio; tradizionalmente il giovedì è vacanza da scuola per i bambini, impiegati in realtà nei lavori dei campi. Per recuperare il tempo sottratto alle lezioni, si prolunga l orario pomeridiano di mezzora. È anche istituita la triennale scuola post-elementare di taglio e cucito, di economia domestica e di nozioni di agraria e di lingua tedesca. Centro nevralgico della vita in paese è la latteria sociale dove puntualmente, mattina e sera di tutti i giorni feriali e festivi, a eccezione del periodo estivo, ci si reca a portare il latte appena munto. In quel diuturno, frenetico andirivieni lungo i sentieri e le strade di lente figure curvate dal peso dei secchi e dei brentai si va intessendo, da generazioni, una fitta rete di relazioni: una specie di bollettino comunale quotidiano; sarebbe impossibile per un forestiero aggirarsi inosservato. Da un elenco stilato nel 1953, risultano 244 proprietari di capi bovini. Il numero di capi pro capite varia da un minimo di uno a un massimo di dieci per un totale di 873 a cui si aggiungono una trentina di cavalli, circa sessanta tra asini e muli, un centinaio di maiali e poco più di trecento tra pecore e capre. In primavera e in autunno è attesissimo l appuntamento con i mercati del bestiame: la Fera de Mèèrz e la Fera de San Martign. Molte altre rassegne e mostre di cavalli da tiro e di bovini a Chiavenna sono occasioni imperdibili per concludere qualche buon affare. La tradizione agricola si lega indissolubilmente a quella silvo-pastorale: la pratica estiva dell alpeggio è parte di un sistema che integra l allevamento invernale e, soprattutto, assicura il presidio e la gestione del territorio montano nel suo complesso. È sulle mulattiere e sui sentieri della Val Bodengo che in modo particolare si possono osservare i risultati dell opera collettiva di tutela del territorio da parte della comunità gordonese: terrazzamenti del terreno, pavimentazioni in pietra, costruzione di muri di contenimento in sasso, edificazione di fontane, di punti di ricovero e di edicole votive. Sentieri, piste, mulattiere rappresentano quindi elementi fondamentali per comprendere e ricostruire un regime di vita consolidatosi nei secoli dove l attività contadina è il centro attorno cui ruota tutta l economia e la famiglia ne è il perno. Dentro la famiglia, allargata e definita dalle parentele, si tramandano le regole della convivenza legate alle identità 15

29 Anni 50. Vista panoramica di Gordona La Banda all inaugurazione delle nuove campane della chiesa di San Bernardo a Bodengo. 16

30 storiche caratterizzanti la nostra comunità: quella agro-montana, quella mercantile e quella cattolica. La prima è ritmata dalle stagioni e dai raccolti, con momenti di intensa collaborazione popolare, come per esempio la transumanza sugli alpeggi, la fienagione, la vendemmia (la cui data d inizio era tassativamente fissata dal Comune), la torchiatura delle vinacce e lo sfogliare delle pannocchie o, più formale, come la gestione del patrimonio comunale, alpeggi e boschi comunitari con l Amministrazione, la Latteria Sociale, il Mulino, i primi Consorzi; il tutto intercalato da momenti di allegra convivialità passati preferibilmente ai crott. L identità cattolica è caratterizzata dalla messa quotidiana alle 6:00 di mattina (dopo il lavoro nelle stalle e prima dei lavori nei campi), preceduta da una frettolosa e incomprensibile recita delle lodi in latino e dai momenti forti che coinvolgono la quasi totalità della popolazione come la festa patronale di S. Martino, la novena di Natale, i riti della Settimana santa, la rappresentazione della Via Crucis fino al Monte Calvario, la Pasqua e le Quaranta ore, le Rogazioni per implorare benedizioni sui prodotti della terra, le processioni, le feste di S. Anna a Coloredo, dell Immacolata a Cimavilla, quella di S. Bernardo a Bodengo e la funzioŋ de Bedulina che chiude le attività sugli alpeggi. Particolarmente attesa è la predica del 1 gennaio di ogni anno durante la quale l arciprete nomina (o meglio, decide) le cariche di messo per le chiese della parrocchia e quella del cercatuur di moort di ciascuna frazione, per le questue mensili a favore della chiesa. La chiesa locale è impegnata nei servizi rivolti alle diverse fasce d età della popolazione come la Banda, la Società Fratelli Benefattori Napoletani per le situazioni di bisogno, la pesca di beneficenza, la pulizia e la manutenzione delle strutture comunitarie religiose. Straordinaria e coinvolgente è la costruzione dell oratorio per Educare, Istruire e Divertire la gioventù secondo i precetti della morale dettati dalla religione. Mancanza di prospettive In risposta ad alcuni quesiti posti dall Eco Delle Valli su Inchiesta sui problemi della Valchiavenna, il Comune di Gordona invia una lettera alla Prefettura precisando che: La situazione degli abitanti di Gordona è povera. Tale situazione è determinata principalmente dalla mancanza di occupazione stabile di parte della popolazione e dalla forte diminuzione del reddito dei terreni dopo la captazione delle acque del Mera e dei suoi affluenti da parte della Società Elettrica (Edison), terreni che per la loro natura ghiaiosa non produrranno più senza costante e continua irrigazione [ ] pertanto non sarà possibile avere una produzione come per il 17

31 passato [ ]. Viene inoltre richiesta la creazione in zona di complessi industriali che possano assorbire in modo permanente una forte aliquota di manodopera per sopperire al flagello della disoccupazione causata in gran parte da quanto esposto precedentemente. [ ] Localmente e con le riserve attuali non è possibile sanare il grave disagio esistente. Tuttavia questo si potrebbe provvisoriamente alleviare dando attuazione a tutte quelle opere già deliberate dall amministrazione e in attesa di finanziamento. Tali opere riguardano la sistemazione della rete stradale e la costruzione dell asilo infantile. Grazie a queste prospettive, molti giovani riescono a uscire dal mondo agricolo in maniera irreversibile, mentre il contrabbando costituisce ancora un forte elemento di integrazione del reddito: una pratica ormai consolidata da quasi due secoli che non è mai considerata nella zona di Valtellina e Valchiavenna come atto di delinquenza, ma come uno strumento col quale difendersi dalla miseria e dalle sventure della vita. Quando, nel novembre del 1951, un alluvione colpisce il Polesine causando vittime e migliaia di sfollati, la comunità di Gordona, senza indugio, dimostra la sua solidarietà con aiuti concreti alle popolazioni duramente colpite. Presieduto dall arciprete Michele Trussoni viene istituito il comitato comunale per la raccolta degli Aiuti agli Alluvionati della Valle Padana. L elenco dei beni raccolti in denaro, generi alimentari e vestiario precisa che la popolazione di Gordona, nonostante le sue precarie condizioni economiche, è particolarmente generosa verso i fratelli del Polesine colpiti dalla recente alluvione. In aggiunta alle offerte in denaro, ammontanti a 100 mila lire, frutto della somma di moltissime quote individuali, sono donati 51 kg di burro fresco e un discreto quantitativo di indumenti tutti in buonissimo stato 5. Il 18 e 19 luglio 1953 si verifica in Valchiavenna un alluvione che arreca ingenti danni alle coltivazioni: nel comune di Gordona vengono danneggiati 370 mila m 2 di prato, 6950 m 2 di campi di granoturco e 600 m 2 di campi di patate. L esondazione del torrente Schiesone provoca l interruzione della Strada Statale 36 tra Prata e S. Cassiano; tra Gordona e Mese il transito è interrotto per impraticabilità del ponte in legno sul Crezza. L inverno successivo vengono erogati sussidi in foraggio e mangimi e distribuite balle di fieno (maggengo e agostano) ai proprietari dei terreni alluvionati. Dopo il periodo bellico di stagnazione economica, l edilizia pubblica si riprende con il progetto di importanti opere: nel 1949 la ditta Zecca Arturo avvia la costruzione della strada per consentire l accesso all abitato di Menarola passando attraverso Coloredo, su esplicita richiesta del Comune di Gordona. L anno 5 Archivio comunale di Gordona. 18

32 dopo viene presentata la sottoscrizione dei frazionisti della contrada Bodengo, in frazione Pendoglia, affinché si proceda alla costruzione di una strada praticabile che acconsenta l avvicinamento con un carico discreto alle proprie abitazioni. Un altra sottoscrizione è presentata per ottenere l accesso carraio alla frazione Cimavilla e, a marzo dello stesso anno, iniziano i lavori per l allargamento della strada degli Scogli per l accesso alla via Piazzoli. Due anni dopo, in località Cesura si procede ai lavori di arginatura del Mera e, con l impiego di 35 lavoratori per 127 giornate lavorative, vengono allargate e asfaltate la strada comunale tra Gordona e Prata Camportaccio e quella tra Gordona e Mese. Dal 1948 al 1951 si registra un calo della disoccupazione, grazie ai lavori per la costruzione della centrale elettrica di Gordona ju al Puz di proprietà della società Edison, appaltati all impresa Mottura Zaccheo (in dialetto la Mutura), la realizzazione del canale tra Mese e Gordona, la costruzione del ponte sul Mera e l utilizzo dei boschi comunali per finanziare in parte le opere pubbliche. Terminate queste opere, il mercato locale del lavoro non offre altre opportunità, per cui già nel dicembre 1953 si evidenzia lo stazionario dato sconfortante di 140 disoccupati e nel primo trimestre dello stesso anno nessun operaio risulta occupato in opere pubbliche. Costruzione del ponte sul fiume Mera. 19

33 Alcuni giovani alternano i lavori in campagna con i genitori con altri lavori saltuari, come il taglio dei boschi e l attività di canneggiatori per tracciare la mappa catastale della Val Bodengo lungo il confine con la provincia di Como o l occupazione presso panifici e la latteria sociale. Le mete del lavoro all estero sono la Svizzera, dove qualcuno lavora come boscaiolo nelle fattorie o presso strutture alberghiere, la Francia, che offre lavoro nei boschi dei Paesi Baschi, e il Belgio, dove è richiesta manodopera nelle miniere. Pure le ragazze contribuiscono al sostentamento della famiglia, soprattutto rendendosi disponibili al servizio nelle case dei signori 6 a Milano, Como e dintorni o come inservienti nella Val Mesolcina, soprattutto, dove non è richiesta la conoscenza della lingua tedesca. Un bel giorno una soluzione a questi problemi sembra arrivare dal mare e, come il canto ammaliante di una sirena, comincia a riecheggiare di casa in casa: nella lontana Australia il governo offre lavoro e guadagni sicuri. 6 Modo in cui vengono definite le famiglie benestanti che prendono a servizio giovani gordonesi. 20

34 capitolo III valigie di cartone 21

35 22

36 Niente carie né cicatrici né comunisti o fascisti Alla fine degli anni quaranta il governo australiano comincia a programmare il reclutamento degli italiani delle regioni settentrionali. Nel marzo del 1951 entra in vigore un contratto bilaterale tra Italia e Australia che prevede l accoglienza di ventimila immigrati all anno per la durata di cinque anni. Il primo contingente richiede uomini giovani e i controlli medici devono certificare che i selezionati siano sani; non sono ammessi criminali, comunisti e fascisti. Il governo australiano interviene attivamente nel reclutamento di manodopera. In diversi Paesi europei sono aperti uffici per l immigrazione e viene creato un sistema di classificazione della manodopera. Gli immigrati inglesi e dei Paesi nordeuropei sono assistiti durante il viaggio e godono, al loro arrivo, di tutti i diritti civili e professionali, mentre agli immigrati dell Europa orientale e meridionale non sono garantiti gli stessi benefici: a loro vengono assegnate mansioni rifiutate dagli inglesi e sono, generalmente, trattati come inferiori 7. Per Agostino Bini tutto comincia una domenica mattina: I Vitali, due anziani fratelli di Sondrio, arrivano nella piazza della chiesa e invitano a sottoscrivere una richiesta di espatrio. In convenzione con la Flotta Lauro e con l agenzia Merizzi e Marchesi in Australia sono a conoscenza delle richieste che giungono dalle ditte australiane e propongono contratti di lavoro. Dell Australia si sapeva soltanto che era un Paese molto lontano. L agenzia Vitali predispone i documenti necessari per il viaggio, accompagna gli emigranti alle visite mediche e al porto di Genova per l imbarco. Siro Dell Anna descrive Merizzi e Marchesi, due tiranesi: il Marchesi era geometra, anch egli emigrante. Suo padre era già emigrato in Australia tempo prima, mentre lui era rimasto a Tirano con la madre per completare gli studi. Dopo che il padre aveva interrotto i contatti con la famiglia, aveva deciso di andare a sua volta in Australia per rintracciarlo, scoprendo che era deceduto. Continuò comunque a dedicarsi alle attività dell agenzia di accoglienza degli emigranti fino alla morte, avvenuta pochi anni fa. L altro socio, il Merizzi, era invece emigrato in Australia prima della guerra per fare il cercatore d oro. Ebbe fortuna e seppe far fruttare i guadagni, comprandosi una propria casa e un negozio. Anche per l emigrazione dalla Valtellina il ruolo del tiranese Gianfranco Merizzi è centrale: l importanza e il ruolo di Merizzi vengono più volte ribaditi dai 7 AA. VV., Italo-australiani. La popolazione di origine italiana in Australia, Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli, Torino

37 giornali locali dell epoca, in quanto punto di riferimento fondamentale per tutti gli emigranti valtellinesi che giungono in Australia (Corriere della Valtellina 30/10/1965, p.2, ed Eco delle Valli, 9/11/1965, p.5); grazie alle sue indicazioni molti riescono a ottenere un aiuto nelle loro prime necessità, sia per il posto di lavoro che per le molte difficoltà ad ambientarsi 8. Le visite mediche sono inizialmente effettuate a Sondrio, a Milano o a Genova, mentre in seguito ci si dovrà recare a Roma e Trieste. Si tratta di accertamenti sanitari piuttosto scrupolosi che non riterranno idonei alcuni aspiranti emigranti, i quali devono godere di ottima salute per essere in grado di svolgere i lavori più svariati e pesanti. Siro deve farsi impiantare un dente (gliene mancavano due) e Ninino Ciabarri, che per la visita medica si era dovuto recare a Roma, è rinviato a Milano per effettuare delle radiografie a una cicatrice. È proprio in quell occasione che nella capitale ha l occasione di partecipare a una puntata del noto programma televisivo Lascia o raddoppia condotto da Mike Bongiorno. Bernardo Battistessa si reca a Roma con Giovanni Capelli che indossava scarpe chiodate e portava una valigia piena zeppa di salami e di vino. Viene trattenuto diversi giorni in osservazione a causa della pressione troppo alta, ma riesce comunque a ottenere il visto per l espatrio, pur se la situazione non si era modificata, nemmeno dopo gli intensi esercizi ginnici cui era stato sottoposto. Oltre alla verifica dello stato di salute fisico vengono effettuate indagini anche in merito alle frequentazioni e alle appartenenze politiche degli interessati e delle loro famiglie. Siro ricorda che due valtellinesi, non essendo riusciti a ottenere in tempi brevi i documenti tramite una prima agenzia, si erano rivolti al Vitali che, in poco tempo, li fece partire. Per ripicca, forse, l agenzia ricusata li denunciò alle autorità come comunisti. Quando giunsero a Fremantle, fu loro impedito di sbarcare e, raggiunta Sidney, trascorsero un mese rinchiusi nel consolato italiano dove furono fatti tutti gli accertamenti dai quali risultò che i due non erano politicamente perseguibili. La proposta di dichiarare illegale il partito comunista in Australia sarà respinta per pochi voti da un referendum del In quel periodo occorrevano circa quattro mesi per ottenere il nullaosta per emigrare: il tempo per le pratiche necessarie e per le visite mediche. Bisognava comunque attendere la chiamata individuale da parte dell Ufficio Provinciale del Lavoro, tenendo ben presente l inutilità di sollecitare in qualsiasi modo la chiamata stessa, in quanto il programma di convocazione dei candidati [ ] è 8 Flavio Lucchesi, Op. Cit., pag

38 stato predisposto esclusivamente sulla base delle esigenze e delle possibilità di collocamento in Australia per ciascuna categoria professionale 9. Gli emigranti dovevano avere più di 16 anni, dovevano registrarsi presso il funzionario che si trovava a bordo delle navi e inoltre dovevano essere in possesso del passaporto e di due fotografie formato tessera. Una volta compiute tali pratiche, veniva consegnata la carta di registrazione che doveva rimanere in loro possesso fino all atto dell eventuale naturalizzazione australiana 10. Elvio Gianoli nel 1951 inoltra contemporaneamente domanda per l espatrio verso Canada, Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia, affidando la scelta alla sorte: la prima a essere accettata sarà quella per l Australia. Con il passare degli anni, le richieste di forza lavoro diminuiscono e piano piano viene meno anche il ruolo di intermediazione delle agenzie. L iter burocratico si fa più complicato e chi decide di emigrare cerca l appoggio di qualche conoscente già presente sul territorio australiano che procuri loro contratti di lavoro e possa fornire personalmente le garanzie necessarie: è così che Bernardo Capelli, grazie all intermediazione di Cleto Guerini, emigra con la certezza di un lavoro che lo attende. In quel periodo, Bernardo è in attesa della chiamata per la leva, ma, grazie a un fortunato inghippo burocratico, gli viene rilasciato il visto e può finalmente imbarcarsi. Verrà in seguito ricercato per diserzione. Il Paese fortunato La Seconda guerra mondiale ha evidenziato che una popolazione di sette milioni di persone è insufficiente per la difesa del vasto continente australiano e per uno sviluppo commerciale e industriale moderno e indipendente. Nel 1945 il novanta per cento della popolazione era nato in Australia; nel periodo prebellico si susseguirono i tentativi di definire il tipo australiano : il vigoroso abbronzato bianco dei boschi [ ] che con la fiducia in se stesso e il nerbo fisico avrebbe rinvigorito la razza Britannica. [ ] Ma il tipo australiano aveva un altra peculiarità: [ ] proveniva della classe operaia, era un combattente che non nutriva simpatia per l autorità. Si trattava di un immagine populista che ben si confaceva all Australia come paradiso della classe operaia in cui non esistevano aristocratici né privilegi radicati, in cui chiunque aveva una possibilità di successo 11. È il momento dell emigrante scelto, dell impresario edile (mancano le case in maniera 9 Eco delle Valli, 23 dicembre Flavio Lucchesi, Op. Cit., pag AA. VV., Op. Cit., pag

39 sufficiente, i ponti, le strade), anche dell emigrante coraggioso che vuol comprarsi un pezzo di terra, disboscarlo e farne una piantagione. Condizioni base per ogni immigrato sono specializzazione e sapere un po d inglese 12. Le materie prime erano molto richieste dall Europa, dal Nordamerica e poi dal Giappone. La lana costituiva il 41 per cento delle esportazioni alla fine degli anni 50, seguita da altri prodotti quali carne, pollame, latticini e cereali. Importante era anche l industria estrattiva di metalli, quali oro, argento, piombo, zinco. Il rapporto tra prezzi delle esportazioni e prezzi delle importazioni cambia nettamente a favore dell Australia tra il 1945 e il 1950, richiamando notevoli investimenti inglesi e statunitensi. La domanda di prodotti primari australiani insieme ai massicci investimenti stranieri costituisce un importante prerequisito dello sviluppo; è però necessario un altro fattore: la manodopera. Il reclutamento continuo di lavoratori oltremare costituisce l unica soluzione e induce il governo a seguire la strada della crescita economica e demografica, rinunciando alla tradizionale ostilità nei confronti della forza-lavoro straniera. Nel 1945 viene istituito il Department of Immigration che doveva varare un programma di immigrazione su larga scala. Popolare o perire era il motto di allora; ciò significava far affluire immigrati selezionati, lavoratori disposti a svolgere mansioni pesanti in fabbrica, nelle miniere e nell edilizia. Dal dopoguerra fino ai primi anni 70 molti vedono nell Australia il Paese fortunato, un luogo privilegiato dalla natura, dal clima e dagli spazi illimitati, tollerante con i nuovi arrivati, una società egualitaria e senza classi, ricca di opportunità. Chiunque poteva farcela in quella società e ottenere il premio dello stile di vita australiano: casa con giardino, automobile, vita all aperto, buone prospettive per i figli. Quella del Paese fortunato era in realtà un ideologia: si ignoravano la povertà, le diseguaglianze e il razzismo, che non scomparvero neppure negli anni di sviluppo 13. Dalla fine degli anni quaranta fino ai primi anni cinquanta l immigrazione risulta molto sostenuta per poi leggermente rallentare fino alla fine degli anni sessanta; in quel periodo vi è la massiccia emigrazione italiana che dà vita alla comunità italo-australiana. Un biglietto di sola andata piuttosto oneroso Fino al 1965, gli Stati Uniti, meta tradizionale dell emigrazione d oltreoceano, sono resi irraggiungibili dalle quote di limitazione all ingresso introdotte nel 12 Eco delle Valli, 12 febbraio AA. VV., Op. Cit., pag

40 1924. Per questo motivo Australia e Canada diventano le principali destinazioni oltreoceano. Giacomo Battistessa, che dopo il 1925 avrebbe voluto trasferirsi negli Stati Uniti, è costretto a cambiare meta ed emigra in Australia nel 1928 da cui ritorna due anni dopo, a causa di un incidente sul lavoro. Racconta in seguito ai figli che, due anni prima, uno zio rientrato in Italia dall America gli aveva suggerito di trascorrere cinque anni in Australia per ottenere la cittadinanza britannica e avere così la possibilità di emigrare negli Stati Uniti. Giunto a Port Said, Giacomo invia una lettera ai genitori: Port Sais Carissimi genitori, colla presente vi donotizia della mia ottima salute così spero il simile di voi tutti. Cari genitori con questo piccolo foglio vi risconto di quanto passato finora. Parto da Chiavenna come già sapete alle ore due de mezzogiorno e rivai ha Genova alla meza notte subito subito fui rivolto di persona adetto per i amigranti e però condoto in casa della compagnia e per quella notte ho dormito in un letto abbastanza bello e pulito. Alla mattina abbiamo fatto l aversamento dei soldi per laghi per l inizione al braccio destro e la visita. Alle quattro cianno portati al porto e cianno in barcati. Alle dieci di sera siamo partiti da principio mi sembrava straneo e poi subito mi abituai. Riguardo al mare finora non mi ha fatto male anzi mi favenire molto apetitto riguardo poi al mangiare ne danno abbastanza. Mentre vi scrivo questo il vapore camina verso il porto Sais de Jaegitto che arrivava verso le due. Dunque come vio detto finora la passai bene e quello che vi raccomando di non pensare male di mè. Vi scrivero ancora quando arrivo al porto di Suez se mie possibile dopo per qualche giorno non potro perche abbiamo una traversata di dieci ho dodici giorni prima di vederterra. Dunque quello che vi raccomando sempre coraggio. Termino questo mio mal scritto nel salutarvi tutti caramente sorelle e nipoti e cognati. Tanti saluti al padrino bareta con sua famiglia saluti a parenti e tutti quelli che dimandano di me. Di nuovo saluto e sono il vostro figlio Giacomo Ciau. 27

41 Il secondo gordonese in Australia è Domenico Guglielmana, emigrante atipico, spinto là dalla guerra coloniale in Africa Occidentale. Solo a partire dal secondo dopoguerra inizierà l emigrazione di massa dei gordonesi in Australia. Nel 1950 molti giovani, disposti a partire per la mancanza di lavoro, sono costretti a rinunciarvi per l insostenibile costo del biglietto della nave, da 200 fino a 300 mila lire, a fronte di una retribuzione media mensile che si aggirava, a quei tempi, intorno alle 28 mila lire. Pietro Giovanni Battistessa parte nel 1952 con un contratto di lavoro del valore equivalente al costo del biglietto che si impegna a rimborsare ratealmente durante la permanenza in Australia; lo stesso sarà per Gasparino Dell Anna tre anni dopo. Per far fronte alla spesa troppo elevata del viaggio, vengono in soccorso genitori, zii e nonni. Martino Dolzadelli riceve in prestito il denaro dall enda Maria, Pio Capelli dal barba Tugnin, Giuseppe Abbondio (Bundi) Dolzadelli dal nonno e da Bernardo dal Munecĥ. A Cleto Guerini i soldi del biglietto saranno anticipati dall arciprete Michele Trussoni, come ringraziamento al padre Cesare che aveva contribuito alla costruzione dell oratorio. Bernardo Capelli può lasciare l Italia grazie all intraprendenza della madre Meneghina che impegna il prèè de l albar ottenendo dalla Banca 300 mila lire; i primi risparmi australiani saranno destinati al riscatto del prèè: un prato in meno voleva dire una mucca in meno, meno latte, meno forme di formaggio. Bernardo spenderà per il viaggio lire e, all arrivo in Australia, ne avrà in tasca solo 500. Bernardo Dolzadelli ottiene il prestito dallo zio Giuseppe Mazzina, nonostante le reticenze dei genitori che non avrebbero mai voluto emigrasse. Lino Gianoli e Ninino Ciabarri partono grazie al denaro ricevuto dai fratelli Elvio e Guido, stabilitisi precedentemente nel Western Australia. A soli 19 anni, dopo dubbi e tentennamenti e grazie a un contributo da parte dei genitori, che vendono una mucca per sostenere in parte il costo del viaggio, Franco Tavasci decide di partire con altri due compaesani senza l appoggio di agenzie. I costi della traversata restano ancora elevati, ma iniziano a nascere vari piani di contribuzione alle spese di viaggio per lavoratori e familiari, promossi dalla Giunta Cattolica Italiana e dal Comitato Intergovernativo per le Migrazioni Europee (C.I.M.E.) 14. Cecilia Tabacchi inoltra la domanda di espatrio e procura il biglietto per sua sorella Silvia, costretta però a rimandare la partenza di 14 Flavio Lucchesi, Op. Cit., pag

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