Indice di Febbraio 2015

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1 Indice di Febbraio Situazione dei mercati o Analisi macro italiana o Confronto indice italiano e altri mercati o Analisi di forza relativa indice italiano o Analisi classica indice italiano o Analisi indici americani o Il mercato obbligazionario USA o Mercato del petrolio o Obbligazioni High Yield 2 - Approfondimento o Le dinamiche del debito o Il rischio e i costi delle politiche monetarie 3 - Il Laboratorio o Strategie con opzioni: covered call writing e BXM 4 - Il sentiment dei mercati o Indicatore Greed&Fear 5 - Eulero : forza del trend o Dax o FTSEMIB o Eurodollaro o Sp Volatility Cone : l angolo del reversal o Dax o FTSEMIB o Eurodollaro o Sp500 o o o o o o o o Parla con gli autori di Trend Mercati I lettori di Trend Mercati hanno la possibilità di interagire con gli autori del report cliccando sul seguente link: Richiedi la tua username e password per accedere gratuitamente L area di discussione è privata, per poterne usufruire è necessario inviare una richiesta all indirizzo redazione@investireoggi.it specificando semplicemente il vostro nome e cognome. Vi verranno inviate una username ed una password personalizzate ed uniche, con le quali potrete accedere. Se volete, potete segnalare voi stessi la username e la password che preferite. Pag. 1

2 1 - Situazione dei mercati Analisi macro italiana Negli ultimi report avevamo sostenuto che i paesi periferici in generale e l Italia in particolare avrebbero potuto sovraperformare il resto dei mercati soprattutto nel caso in cui il QE fosse diventato realtà e le tensioni interne ed esterne all area si fossero moderate. In realtà questo processo ha visto una diluizione dei tempi e una gestazione molto più lunga del previsto, con diverse tensioni ai bordi (Ucraina e Libia) ed interne (Grecia) non completamente risolte. Ma nell ultimo mese l indice italiano in particolare ha cominciato a beneficiare delle considerazioni macro, che da più parti vengono a premiare la spinta riformista attuale. Non entro nel merito del giudizio politico di queste opinioni che non ci devono interessare; è un dato di fatto che gli analisti stanno premiando le spinte riformiste italiane che sono poste ora al centro del recupero di competitività dell Europa. Come si evince da questo grafico, mentre per altri paesi dell area la spinta riformista sembra in calo o in fase di stanca (Germania e Spagna), se per alcuni questa spinta non si è ancora dispiegata come i mercati desiderano (Francia), l Italia sembra al centro di un progresso senza precedenti che potrebbe regalare diversi punti di PIL all economia italiana nei prossimi anni. Questo secondo gli operatori non può che far bene ad un listino azionario, che in questi anni ha spesso sottoperformato gli altri mercati mostrando una debolezza accentuata e diffusa non ancora completamente risolta. Ma i numeri delle ultime settimane cominciano a mostrare un differente approccio Confronto indice italiano e altri mercati Se vediamo l andamento dell indice italiano negli ultimi 30 giorni, non possiamo non notare che questo sia stato uno dei migliori mercati leader di momentum trascinando con se per esempio anche il deleritto Portogallo. Al contrario, il mercato USA ha perso almeno parzialmente forza relativa come avevamo sempre palesato nell outlook di fine anno ed anche nel report precedente. Pag. 2

3 1.3 - Analisi di forza relativa indice italiano Confrontiamo quindi l indice italiano con altri mercati importanti dell area per verificarne il reale recupero di forza relativa ed il futuro potenziale del nostro mercato domestico. Il primo confronto lo facciamo con la Spagna, termine di paragone frequente dei problemi italici e spesso citata come un esempio da seguire. Dall inizio del 2015 la forza relativa dell Italia rispetto alla Spagna si è palesata non solo in un allineamento dei rendimenti dei decennali, ma anche con la forza straordinaria del mercato azionario italiano che ha recuperato molta forza relativa. A nostro avviso però c è ancora spazio di recupero. Se il confronto con la Spagna è importante in quanto permette un confronto tra mercati relativamente deboli, diventa ancora più importante confrontare lo SPMIB con l andamento delle principali azioni europee prima e con l indice leader di questa fase dopo (il Dax tedesco). Rispetto all Eurostoxx600, l indice italiano ha finalmente violato una serie di supporti dinamici importanti Pag. 3

4 creando un interessante spazio di forza per l indice italiano che potrebbe protrarsi anche per un certo tempo. Ancora più interessante è l analisi dello SPMIB nei confronti del DAX; come si può notare dal grafico sottostante la forza relativa a favore del DAX ha disegnato un importante doppio minimo negli anni 2013 e 2014/15 con caratteristiche similari sia in termini di forza relativa ma anche in termini di divergenza di forza relativa rispetto all RSI. E importante notare che questo movimento potrebbe segnare un importante finestra di forza relativa dell indice italiano, che potrebbe perdurare per un certo tempo nonostante qualche possibile pausa correttiva. Pag. 4

5 1.4 - Analisi classica indice italiano Se osserviamo invece l andamento dell indice italico da solo e senza troppi fronzoli, non possiamo non notare che viene da un forte movimento rialzista che presenta indicatori di forza un pò stressati. Una momentanea pausa correttiva su questi livelli o poco sopra potrebbe anche essere salutare per scaricare gli eccessi di salita sebbene, come visto prima, questi eccessi sono giustificati da un ritrovato interesse degli investitori internazionali sul mercato italiano. A conferma di questo interesse notiamo l aumento dei volumi, sia nella fase di accumulazione di fine 2014 sia nella fase di forte rialzo di inizio 2015 rispetto alla fase correttiva di metà L indice italico potrebbe avere una breve pausa correttiva su questi livelli o qualche centinaio di punti sopra, ma questa pausa dovrebbe solo essere un salutare intermezzo prima della ripresa del movimento rialzista, che potrebbe avere ancora un certo spazio per allineare l indice italico alla forza mostrata in questi anni dagli altri indici più importanti globali Analisi indici americani Spostiamo invece l analisi sugli indici leader del recupero e cioè gli indici statunitensi. Anche questi mercati negli ultimi giorni hanno effettuato nuovi massimi storici o si stanno avvicinando a valori ritenuti storici per diversi indici. In ogni caso il trend di crescita degli indici USA ed in particolare dello S&P500 è contenuto in un chiaro trend rialzista, e sarà quello che ci potrà dire le intenzioni degli indici meglio di qualunque altro indicatore. Possibile a breve un test della parte alta del canale e quindi una pausa, anche se a nostro parere rispetto al passato è più alta la possibilità di una break di forza grazie ai denari in uscita dai mercati obbligazionari che potrebbero causare una accelerazione di trend : ed allora si dovrà poi pensare per marzo al rischio di un top dei mercati USA. Ma ce ne preoccuperemo in seguito. Al momento oltre allo Spoore notiamo il Nasdaq composite oramai molto vicino ai massimi assoluti, e che essendo sovraperformante potrebbe anche lui nel giro di qualche seduta testarli. Infine diamo un occhio al nuovo ma vecchio leader di momentum e cioè Apple, che sta mostrando una nuova esuberanza di prezzo come non si vedeva da un certo tempo e che sta conducendo l azione su valori eccezionali, ma probabilmente anche ad un top assoluto. Pag. 5

6 Per quanto riguarda i listini USA comunque c è da dire che l influenza di Apple e delle big cap USA sui listini mondiali è diventata quasi imbarazzante. Non solo Apple da un punto di vista dei numeri pesa tantissimo, basti pensare che la crescita degli utili di Apple fa si che lo SP500 abbia per il quarto trimestre una crescita degli stessi del 3,3% contro una crescita dell 1,6% se scomputiamo Apple dal calcolo; ma le prime 20 big cap americane hanno una capitalizzazione che da sole (5,4 triliardi di dollari) supera l intera capitalizzazione del secondo mercato più grande del mondo, e cioè il Giappone che pesa per circa 4,4 triliardi di capitalizzazione. Da li l importanza di questi mercati nel contesto globale. Pag. 6

7 1.6 - Il mercato obbligazionario USA Se spostiamo l attenzione sui mercati obbligazionari, l aspetto più interessante si è sviluppato in queste settimane sul mercato obbligazionario USA, dove il decennale, dopo aver realizzato un minimo importante di rendimenti in accelerazione e rompendo il canale che sosteneva il movimento ribassista del rendimento, ha visto i prezzi rimbalzare con forza mentre il mercato azionario recuperava: segno di una chiara strategia riskon degli operatori, con la paura di subire pesanti perdite sui rendimenti obbligazionari. La ripresa del canale ribassista precedente è avvenuto, ma al momento il decennale tenta a fatica di rimanerci: ma lo sforzo necessario a questo movimento depone a favore di un ulteriore recupero ancorche più limitato del precedente. Pag. 7

8 Per quanto riguarda gli altri mercati riprendo alcune tematiche sviluppate prima sui report precedenti e poi in maniera più completa sulla sezione del forum a noi dedicata Mercato del petrolio In particolare ci soffermeremo ora sull oil che ha visto, come avevamo ampiamente previsto, un continuo calo delle piattaforme petrolifere funzionanti, ma anche per il momento nessun calo produttivo (sebbene l aumento delle scorte ha anche a che fare con lo sciopero delle raffinerie USA). In ogni caso, è da metà gennaio che nella sezione riservata parlavamo di un potenziale bottom del prezzo dell oil quantomeno di breve, che si poteva realizzare nell area 40/45 dollari per il WTI, cosa che si è realizzata portando ad un potente rally dell oro nero sopra i 50 dollari al barile prima del consolidamento dei prezzi di fine settimana legata appunto ai dati produttivi e delle scorte. Certamente i fondamentali sono ora a favore di ulteriore debolezza, ma è anche vero che la stagionalità è favorevole nonostante il forte freddo negli USA abbia drenato in queste ultime sedute liquidità a favore del gas naturale, liquidità che comunque quando il freddo cesserà potrebbe ritornare verso il greggio. Come si vede sotto, darei importanza in questa fase del recupero alla media mobile a 50 periodi che ha delineato bene il trend in atto. La conferma del suo superamento sarebbe positivo, mentre una sua nuova perforazione avrebbe un connotato molto negativo a nostro parere con il rischio di rivedere nel giro di qualche tempo i minimi di periodo Obbligazioni High Yield Ben collegata all analisi del petrolio abbiamo a lungo osservato la parola delle obbligazioni HY soprattutto USA, che con la loro alta percentuale di obbligazioni del settore energy hanno di fatto influenzato l andamento di tutto l HY globale; ma in questa fase, sia grazie al recupero dell oil, sia grazie al recupero dei mercati azionari, hanno recupero buona parte del rendimento, come tra l altro avevamo evidenziato possibile nella sezione riservata. Pag. 8

9 Il mondo HY ha ora separato il proprio destino dal settore energy, almeno parzialmente e soprattutto nelle componenti europee e emergenti: ma certamente un rialzo dei tassi globali o quantomeno USA potrebbe avere un effetto deleterio per le loro quotazioni. Al momento però gli operatori si sono goduti il recupero di rendimento. Per quanto riguarda altri settori e mercati vi rimandiamo alla sezione dedicata sul forum. Pag. 9

10 2 - Approfondimento Nel 2014 la conferenza annuale del BIS (Bank for international settlement) aveva il focus sul debito: recentemente sul sito del BIS sono stati pubblicati gli interventi più significativi. In questo approfondimento cerchiamo di fare una nostra sintesi di quanto dibattito, e quindi un analisi sulle prospettive future dell economia mondiale ed anche dei mercati finanziari Le dinamiche del debito Certamente gli anni dagli 80 ai 90 hanno avuto un significativo boom dell economia mondiale, anche e soprattutto dei mercati finanziari grazie ad una serie di fattori che alcuni analisti considerano irripetibili, ma che certamente hanno creato quella chimica ideale per permettere all humus della crescita di sviluppare tutto il suo potenziale. Tra i fattori identificati come i più importanti possiamo citare: 1)Il Boom demografico con l entrata nel mondo del lavoro dei figli del baby boom occidentale prima e con i giovani dei paesi emergenti poi si è avuto n alto tasso di crescita degli occupati, che ha di fatto aumentato produttività riducendo da una parte il costo del lavoro e dall altro aumentando i consumi e la spesa 2)L adesione ad una economia di mercato da parte di buna parte del mondo ex URSS compresi Cina e paesi asiatici ha di fatto esploso i commerci mondiali, fornendo un enorme mole di nuova forza lavoro con profili demografici positivi ed a favore della crescita economica. 3)L ingresso nel mondo del lavoro di buona parte della popolazione femminile ha di fatto fornito ulteriore mano d opera, aumentato la competitività ed aumentato le entrate medie familiari per un lungo periodo 4)La crescita complessiva del livello di istruzione ha di fatto aumentato il tasso di crescita del PIL mondiale, fornendo skill più elevati ad un mondo via via sempre più complesso e permettendo una implementazione delle tecnologie utilizzate e la loro pervasività complessiva. 5)La liberalizzazione finanziaria, nonostante evidente effetti di boom and bust, ha di fatto espanso il leverage delle imprese e la leva finanziaria complessiva di sistema fornendo alle imprese ed agli individuali un cuscinetto di protezione nella fasi di crisi e aumentando di fatto la liquidità disponibile. Ora tutti questi fattori, chi più chi meno, hanno avuto una crisi o una battuta d arresto negli ultimi 15 anni, ed in alcuni casi i trend hanno cominciato ad invertirsi, mentre in altri hanno cominciato a trasformarsi riducendo la positività degli effetti rispetto al periodo precedente. Pensiamo ad esempio al boom demografico, che in alcuni paesi è oramai diventato un inverno demografico (diversi paesi europei e Giappone), o ancora del fatto che la liberalizzazione finanziaria è stata una delle cause della grande recessione, o ancora che la competizione dei costi ha di fatto causato forti spinte deflazionistiche soprattutto sui margini delle imprese dei paesi emergenti a maggiore consumo di capitale.. Negli ultimi anni, le autorità economiche politiche e finanziarie, invece che rispondere ad una crisi di sistema con molteplici sfaccettature, hanno preferito delegare buona parte delle risposte agli effetti più deleteri dei contro trend messi in atto dal ciclo precedente, affidandosi esclusivamente attraverso l utilizzo delle politiche monetarie, e preferendo limitare allo stretto necessario le politiche di aggiustamento riformiste e di consolidamento, necessarie ad affrontare una trasformazione che definiremo generazionale. L utilizzo delle politiche monetarie ultraespansive degli ultimi 15 anni ha portato ad una espansione senza precedenti del debito globale che, nonostante la forte crisi debitoria del 2007/2008, ha visto ulteriormente crescere il debito nonostante le dichiarate necessità di deleveraging del sistema economico globale. Certamente la crescita è stata più lenta, certamente ha avuto caratteristiche differenti da paese a paese, ma il risultato è riportato in un recente studio di McKinsey. In particolare il debito complessivo dal 4 trimestre del 2007 al secondo trimestre del 2014 è cresciuto di 57 trilioni di dollari pari ad un tasso di crescita annualizzato del 5,3%, sicuramente inferiore al tasso di crescita del periodo 2000/2007 pari al 7,3 ma che confrontato con un tasso di crescita economico più sofferente a portato i rapporti deficit/pil ad espandersi ulteriormente. La differenza al limite si è manifestato negli aggregati del debito che si sono espansi. Infatti se nella fase 2000/2007 i debiti in crescita più robusta sono stati quello privato e quello finanziario, gli effetti della crisi hanno di fatto spostato il tasso di crescita più robusto sul debito sovrano, con il debito verso le imprese rimasto pressochè stabile nella sua crescita grazie anche a tassi di interesse più vantaggiosi. Naturalmente come si può osservare dal grafico nella pagina successiva, i singoli stati hanno manifestato dinamiche molto differenti, con i paesi anglofoni che hanno fatto vero deleveraging sui privati e sul sistema finanziario, mentre gli altri paesi avanzati hanno aumentato il debito pubblico ma con effetti di riduzione del debito rispetto altri aggregati non importanti, se non in Spagna ed in Germania. Il minor debito dei paesi emergenti ha permesso più spazio di manovra ai loro governi per far ripartire la loro economia, con una particolare menzione alla Cina e la sua espansione del debito, esattamente in controtrend Pag. 10

11 rispetto al resto del mondo anche sugli aggregati. In ogni caso, ancora oggi il mondo emergente ha valori del debito complessivo significativamente inferiore ai paesi avanzati ed un tasso di crescita più robusto che permette di avere un debito maggiormente gestibile, tranne quando i debiti delle partite correnti verso estero sono molto elevati. Per quanto riguarda l Italia notare come il vero aggregato monstre che soppianta ogni forma di altro debito è quello pubblico, che non riesce ancora a stabilizzarsi su livelli accettabili ed erode anche il rallentamento della propensione al debito delle imprese e del sistema finanziario. Pag. 11

12 2.2 - Il rischio e i costi delle politiche monetarie Naturalmente 15 anni di politiche monetarie atte ad eliminare tutte le spinte secolari non più completamente positive hanno creato delle inevitabili distorsioni al sistema economico e finanziario mondiale, con effetti che si riverberano ancora adesso sul ciclo economico, causando una crescita strutturalmente più bassa di quella vista negli anni precedenti. Tra questi effetti non possiamo non citare: 1)Livello degli interessi mondiali artificialmente tenuti bassi e su molti mercati molta parte della curva presenta rendimenti negativi. E evidente che quando il free risk arriva ad offrire tassi reali e nominali negativi, il desiderio di non perdere in conto capitale porta a scelte di allocazione dei capitali più rischiosi anche per operatori la cui propensione al rischio non è chiaramente orientata al rischio, e quindi creando una situazione in cui si espongono i mercati al rischio di un futuro run the asset sempre molto pericoloso. 2)Valutazione dei mercati di rischio estremamente generosi grazie al fatto che gli asset risk free hanno rendimento nullo o quasi. É evidente che essendo i mercati di rischio limitati sia per la domanda che per l offerta, il rischio che il sistema raggiunga il livello massimo di domanda e poi inverta bruscamente è sempre molto alto, soprattutto se le politiche di liquidità cambiano in maniera significativa. 3)C è il rischio che politiche monetarie accomodanti indeboliscano eccessivamente una valuta contro un altra e Pag. 12

13 quindi una catena di svalutazioni competitive che causino poi una strisciante guerra valutaria; questo fenomeno può causare spirali con perdita di controllo degli aggregati monetari oppure una riduzione significativa degli scambi globali a causa di politiche di dumping commerciale 4)Rendere meno costoso il debito o aumentare la propensione al capitale di rischio in cerca di maggiore remunerazione penalizzano di fatto il reddito da lavoro a favore del reddito di capitale che per sua natura è meno distributivo, e quindi nel lungo periodo tende ad abbattere i consumi complessivi di sistema e quindi il tasso di crescita dell economia. 5)Una forte propensione al rischio tende a creare false aspettative su mercati o settori molto considerati portando a fenomeni di cattivo investimento o addirittura di bolla speculativa, con successiva distruzione di capitale e fenomeni deflazionistici collegati. 6)Abbattere il costo del debito ed aumentare i soldi in circolazione e quindi a disposizione dei capitali economici e finanziari tende a far sopravvivere sui mercati anche le aziende più deboli, ed in certi casi a creare competizione che distrugge valore anziché crearlo, dirottando capitali su aziende con business plan insoddisfacenti o comunque con capacità di sopravvivenza bassa. Naturalmente i fenomeni di distorsione possono essere anche altri e più numerosi, ma è evidente che questi fenomeni sono ancora e fortemente presente sui mercati in questa fase di recupero economico fondato sui tassi bassi e sulla liquidità finanziaria. Quello che è successo secondo noi in questa fase del ciclo è che molta della liquidità prodotta in questa fase dalle banche centrali sia in realtà andata solo parzialmente sui capitali di rischio, ed abbia invece premiato in maniera massiccia gli asset non di rischio sia perchè il sostegno delle banche centrali ha permesso guadagni spaventosi in conto capitali sui principali trade obbligazionari, sia perchè continui fenomeni di paura e tensioni hanno di fatto frenato i fenomeni speculativi del passato. Dal consolidamento fiscale al tetto del debito USA, dal rischio del rallentamento cinese al rischio emergente causato dal rafforzamento del dollaro, dalle difficoltà dell europa alle tensioni geopolitiche si è passato da un timore all altro, che di fatto hanno rallentato lo sviluppo di significative bolle speculative sui mercati finanziari di rischio, creando però una mega bolla finanziaria sui mercati obbligazionari ed in particolare quelli privi di rischio. Un eccessivo rialzo di questi tassi potrebbe danneggiare il sistema economico mondiale, nonostante che probabilmente si metterebbe gli asset di rischio in condizione di sviluppare definitivamente la bolla speculativa, che per il momento è solo embrionale. Come sempre, il mercato ha bisogno di un rialzo esclusivamente graduale per rendere il flusso di denaro verso gli altri asset meno brusco e violento, e quindi impedire al contesto di percepire lo sviluppo di una bolla finanziaria e non causare perdite significative nei portafogli degli investitori non particolarmente evoluti. E questo anche il nocciolo della questione del rialzo dei tassi della FED, e molto probabilmente anche di quello che succederà a tutti gli asset detenuti dalle banche centrali e che dovranno prima o poi trovare un collocamento. Secondo il nostro avviso saranno i mercati obbligazionari privi di rischio a fornire le tendenze dei mercati mondiali globali nei prossimi mesi e forse anche anni, e i rischi a cui siamo esposti al momento sono sottostimati. Pag. 13

14 3 - Il Laboratorio Strategie con opzioni: covered call writing e BXM Nei precedenti numeri abbiamo visto la volatilità del mercato in alcuni dei suoi aspetti, e abbiamo testato la capacità predittiva della volatilità implicita purtroppo ma anche naturalmente senza trovare un sistema di anticipazione ma un metodo di verifica dello stress del mercato. Abbiamo anche visto come la valutazione della volatilità implicita sia in genere superiore alla volatilità storica corrente e spesso superiore alla volatilità realizzata futura: come nel proverbio inglese devil is in the details, il fatto che sia spesso superiore indica che talvolta sia inferiore e anche di molto rispetto alla volatilità realizzata, e in genere ciò accade quando il mercato rintraccia pesantemente. Sulla base delle considerazioni generali riassunte qui sopra, abbiamo visto che molti operatori vendono opzioni allo scoperto per lucrare sulla sovra-stima della Volatilità Implicita, con in più il vantaggio del time-decay (la riduzione del prezzo delle opzioni per il trascorrere del tempo) e con il rischio dell evento inatteso che scompagina il normale andamento del mercato. Ma al CBOE Chicago Board of Exchange, la borsa dove hanno iniziato a calcolare e a distribuire il VIX, hanno pensato di offrire agli operatori un diverso utilizzo della volatilità, più vicino ai concetti di copertura e di riduzione del rischio: nel 2002, insieme a Standard & Poor s, è stato studiato un nuovo indice, il BXM. La logica è quella di simulare una strategia statica ( cioè senza alcun aggiustamento per tener conto delle condizioni del mercato) che ogni mese replica la stessa operatività: 1. acquisto del sottostante, l indice SP vendita di una call ATM a trenta giorni. la strategia è quella nota come CCW covered call writing (vendita di call coperta dal sottostante) o appunto BuyWrite ( compra e vendi, compra il sottostante e vendi una opzione) L obiettivo è simulare nel tempo la strategia per ridurre il rischio di oscillazioni del mercato, cedendo il possibile vantaggio di una crescita del sottostante e quindi fidandosi che il premio dell opzione (che è definito dalla volatilità implicita) sia più che sufficiente a compensare tale cessione. La riduzione delle oscillazioni si ottiene dal fatto stesso di vendere la opzione, e la sovra-stima del VIX sulla volatilità realizzata dovrebbe contenere la riduzione del rendimento. E anche importante notare lo scopo con cui questo indice è stato calcolato: nel mainstream della industria dell investimento, l ottica è quella di ottenere dei portafogli di medio-lungo periodo che ottimizzino il rapporto rischio-rendimento; lo scopo non è quindi quello di cercare performances che superino quello del mercato, ma metodi di gestione di grossi investimenti, quelli per intenderci che preferiscono mantenere le posizioni sul mercato e che non vogliono fare continui aggiustamenti sul mercato, specie se di breve periodo (non vogliono o, per questioni dimensionali, non possono si veda ad esempio i fondi pensionistici americani, che per le loro stesse dimensioni sono obbligati a manovre di aggiustamento lente e poco frequenti). Le operazioni di copertura sono quindi tipiche di questi grandi operatori, ed è questo il motivo della loro prevalente posizione sulle opzioni: qui si tratta di vendita di call, che corrisponde ad una riduzione della esposizione o meglio ad una riduzione del delta del portafoglio. (Quanto sopra presuppone una conoscenza del mercato delle opzioni e delle loro caratteristiche: se qualche lettore avesse interesse ad approfondimenti o a domande sull argomento, vi invitiamo a parlarne con noi: la redazione di Trend Mercati è sempre disponibile sul Blog ) L interesse per questo tipo di metodologie operative è molto elevato, e faremo nei prossimi numeri una analisi delle diverse tipologie: per ora ricordiamo come la CCW sia non solo la più nota di tutte queste strategie, ma anche la più imitata in altri indici ( ad esempio, anche il Dow Jones ha la stesso indice, il BXD ) e la più replicata in vari ETF da parte dei maggiori player : Isharse, Lyxor ecc. Lo studio originale del 2004 ed eseguito sugli anni conferma le ipotesi descritte sopra: ad una piccola riduzione del rendimento annuo, corrisponde una importante riduzione della volatilità dell indice. Pag. 14

15 Ma sono passati dieci anni siamo out-of-sample, e verifichiamo se i dati sopra pubblicizzati siano ancora validi: guardiamo poi al DD Drawdown di una strategia Buy-Hold sui due indici, e dai risultati cerchiamo di trarre qualche considerazione su un uso un po più discrezionale, meno generalista e mirato della vendita di opzioni. Ecco una tabella di incrocio dei rendimenti SP500 BXM, anno per anno out-of-sample e confronto decennale Pag. 15

16 Vediamo qui che in media la BXM ha mantenuto le sue caratteristiche anche nello scorso decennio, e l aver reso pubblico il sistema non ne ha modificato le prestazioni: né la diffusione del VIX e il maggior impiego delle opzioni ha alterato in modo significativo le ipotesi di base. Nella tabella abbiamo messo in verde la prestazione migliore dell anno, fosse del SP500 o del BXM: l analisi è stata portata a livello mensile, ma abbiamo visto che il maggior livello di dettaglio non avrebbe modificato le nostre conclusioni e sarebbe stato invece di lettura più difficile. Qui mettiamo un nostro grafico che confronta SP500 e BXM: per rendere più immediato il confronto, abbiamo riposizionato ogni mese (alla scadenza opzioni) il valore di BXM per renderlo pari a quello dello SP500, così da rendere evidente la differente prestazione tra i due indicatori Pag. 16

17 Da notare principalmente tre periodi : prima della crisi del 2008, il 2008 e gli anni più recenti. Prima dello shock, BXM performava meglio in termini di rendimento, grazie al fatto che i premi incassati dalle call vendute compensavano il cap al rendimento: ma nel 2008 il calo dei corsi ha penalizzato il sottostante in modo severo, nonostante incremento di volatilità avesse reso più redditizia la vendita di opzioni. La CCW non è studiata per dare copertura alle fasi negative del mercato, anche se di sicuro ne ha mitigato le perdite (-27% BXM contro il -35% dello SP500). Interessante il periodo post-2008, dove SP500 domina quasi sempre e in modo significativo: la causa è stata una decisa direzionalità dell indice SP500, legata alle circostanze eccezionali legate alle manovre monetarie, direzionalità positiva che si è accompagnata ad una riduzione del VIX (con la chiara eccezione del 2011). Cosa possiamo apprendere dal confronto? BXM riesce a soddisfare le richieste di mitigare la volatilità con una rinuncia media del rendimento abbastanza accettabile, e quindi risponde alle esigenze di operatori long-only che non possono gestire dinamicamente le loro posizioni, e dimostra una certa superiorità in momenti di bassa direzionalità ed alta volatilità del mercato. Ma in periodi di alta direzionalità negativa non è sufficiente a contenere le perdite in modo accettabile; e il periodi di alta direzionalità positiva (che tipicamente si accompagna a volatilità bassa) la perdita di rendimento può essere anche assai rilevante. Strategie dinamiche di gestione del portafoglio, se gestite correttamente, possono portare a risultati migliori: la vendita di call coperte può comunque migliorare il rendimento, se eseguita nelle giuste condizioni di mercato e non eseguita acriticamente come metodo valido per tutte le stagioni. Resta da verificare se mercati con diverse caratteristiche di volatilità possano avere risultati diversi; stiamo preparando delle tabelle di confronto della strategia anche su DAX e FTSEMIB: nei prossimi numeri verificheremo anche la BXY ( una BXM con opzione call venduta OTM anziché ATM) e la DAXplus, di cui esistono anche ETF replicanti. Pag. 17

18 4 - Il sentiment Fear & Greed Index Aggiornamento a venerdì 20 febbraio 2015 I mercati sono tornati ad una grande positività, che l indicatore di sentiment esprime con chiarezza con i valori vicini ai massimi storici e in crescita da metà gennaio. Ed è proprio questa data a spiegare il motivo della ritrovata tranquillità degli operatori, che si sono decisamente posizionati in ottica di risk-off : la data della dichiarazione della BCE di iniziare il QE. Sembra che importi poco come il QE sia un compromesso per quanto riguarda la condivisione del rischio, e sembra che poco importi anche che da solo potrebbe essere insufficiente a far uscire la UE dalla bassa crescita: agli operatori basta che da marzo inizierà una importante azione monetaria espansiva, il cui importo promesso è superiore a quanto era stato previsto dagli analisti. Un fiume di liquidità che per adesso sta spazzando via ogni nube di preoccupazione e cautela: eppure la crisi dei prezzi del petrolio, con i suoi possibili effetti negativi per alcuni emergenti e per gli stessi USA, la crisi in Ucraina con il pericoloso braccio di ferro geopolitico che coinvolge la ancor debole Europa, la crisi libica con l affacciarsi dell ISIS sul Mediterraneo ed infine ma non per ultima la tensione con la Grecia, che non riesce a trovare soluzioni definitive ma che è costretta a rincorrere un compromesso, sono tutti fenomeni che solo pochi mesi fa sarebbero stati sufficienti a iniziare pesanti manovre di alleggerimento dei portafogli. È pur vero che ciascuna di queste tensioni ha degli sbocchi negativi che gli attori coinvolti non possono permettersi di affrontare, e pertanto soluzioni positive o almeno di compromesso sono le più probabili: ma non è nemmeno prudente attendersi che nessuna porterà strascichi su una crescita mondiale che viene già rivista al ribasso e che non ha ancora ritrovato una sicura locomotiva, tra il rallentamento cinese, le fragilità americane e la debolezza europea Le componenti sono adesso quasi tutte positive e al massimo livello, con solo la volatilità a fare da fanalino di coda in questo clima di grande ottimismo. Il mercato azionario, per i motivi espressi nel nostro approfondimento, è quello che maggiormente beneficia della situazione creata dalla Banche Centrali, insieme al comparto del Safe Heaven, che quasi sembra essere l unico rifugio per i pochi pessimisti rimasti. Anche lo High Yeld ha recuperato, dato che la ricerca di rendimento rende appetibili anche investimenti che pochi mesi fa erano indicati come meno desiderabili. Pag. 18

19 Graficamente, rimbalzo importante dopo il doppio minimo dello scorso anno, e dopo la pausa di attesa a metà gennaio, l indicatore si sta portando verso letture estreme in cui ci è obbligo notare che non si è mai trattenuto a lungo Pag. 19

20 5 - Eulero Aggiornamento a venerdì 20 febbraio 2015 Nota: Eulero è un sistema proprietario, ed è la base sia per Trading System che per la gestione di portafogli: verranno aumentati gli indici e le asset class monitorate, sempre con lo stesso sistema di analisi, che per ora è in versione pre-ottimizzazione: quindi è calcolato con gli stessi parametri in ogni mercato, a prova della solidità della struttura logica sottostante *indicatori utilizzati: KAMA, MAMA standard, HILBERT-TRENDLINE, standard SAR, indicatore H&M EULERO v1.4 key: Close nero KAMA blu MAMA azzurro Hilbert Trendline verde SAR Standard rosso Eulero linea blu-rosso in basso Gli affanni delle scorse settimane sembrano superati e lo SP500 ha ripreso una crescita dopo una fase di riflessione che può rendere meno impetuosa e quindi più solida la crescita. Dei nostri indicatori, solo la KAMA resta ancora in fase neutrale, mentre gli altri hanno ripreso a segnalare positività con la sensibile MAMA a seguire l indice da vicino e a fornire il primo supporto. Anche Eulero, che a metà gennaio ci ha evidenziato la debolezza dell equity americano, adesso è tornato positivo, seguendo gli effetti delle buone trimestrali e della posizione ancora compiacente della FED Pag. 20

21 Il DAX segna ancora più chiaramente gli effetti della politica monetaria: dopo le oscillazioni degli scorsi mesi, quando ogni posticipo del QE comportava una riduzione dei corsi, ha reagito con grande impetuosità alla dichiarazione di Draghi: evidente dal grafico la rottura di tutti i nostri indicatori, MAMA KAMA e Hilbert, con un mese di gennaio in grande crescita del tutto sprezzante di ogni preoccupazione. Solo nel mese di febbraio un po di cautela, tra la crisi greca e quella ucraina, ha rallentato la crescita per qualche giorno, rallentamento che ha permesso di recuperare gli eccessi delle settimane crescenti. Eulero aveva portato una indicazione neutra a metà gennaio, e dopo l annuncio della manovra monetaria si è portato sui valori massimi. La situazione dello FTSEMIB segue la stessa direzione degli altri mercati equity, forse ancora più chiaramente a causa della debolezza della situazione economica italiana. Qui vediamo Eulero in terreno negativo fino a metà gennaio, quando la dichiarazione del QE ha chiaramente cambiato le prospettive e ha portato Eulero in area positiva, anche se meno decisamente che sugli altri mercati, Chiaro il superamento delle resistenze poco sotto , e chiara l inversione degli indicatori che ora seguono l indice fornendo i primi supporti. Pag. 21

22 Il cross eurodollaro resta chiaramente in area negativa, ma altrettanto chiaramente il trend ha preso una importante pausa di riflessione dopo la accelerazione delle prime settimane di gennaio: gli operatori erano posizionati con grande impulso a favore del dollaro, ed ora i corsi stanno smaltendogli eccessi in una fase laterale che si sta prolungando: ed ora i prezzi sono arrivati vicino a punti di verifica, oltrepassati i quali si potrebbe vedere una fase correttiva Pag. 22

23 6 - Volatility Cone : l angolo del reversal Aggiornamento a venerdì 20 febbraio 2015 Nota: Volatility Cone è un sistema proprietario per l analisi della volatilità del mercato, che verrà migliorato (con parametri sulla direzionalità) ma che resterà su SP500 e DAX : possibili future estensioni ad altri mercati L indicatore è VOLA-REVERTING: indica la possibilità di un ritorno alla media, prendendo i dati dal mercato delle opzioni in blu, i punti di possibile correzione, in rosso i punti di possibile risalita Una innovazione sul nostro indicatore degli eccessi La segnalazione ora viene graduata in tre livelli: 1. una singola violazione: indicatore piccolo con colore più pallido 2. violazione intensa : un cerchio intorno all indicatore 3. violazione ripetuta: se la violazione rimane per più di tre giorni, indicatore grande con colore intenso a. (violazione ripetuta e intensa: indicatore grande con cerchio e colore intenso) Questo permette una più facile lettura dei punti di eccesso sul mercato Le oscillazioni dello SP500 non hanno creato tensioni sul principale mercato azionario, con una ripresa della crescita che pur essendo netta, è priva di tensioni e ben lontana dai passati eccessi. Il mercato è rimasto nei parametri di una crescita contenuta nelle trendline impostate lo scorso anno. Pag. 23

24 Il DAX si è mosso impetuosamente al rialzo dopo le dichiarazioni della BCE, ed è arrivato a livelli di grande tensione tra l ultima settimana di gennaio e le prime due settimane di febbraio. Le tensioni non hanno ancora portato ad uno storno dei corsi, e dato che il motore dell eccesso è il QE che non è ancora iniziato, è possibile che la forza del movimento si sfogherà in una fase laterale più che in un ripiegamento significativo dei corsi. Una situazione analoga si era già verificata nell aprile 2009 e nel dicembre-gennaio 2011, come è possibile verificare nel grafico che segue: ma la relativa rarità della circostanza trova giustificazione nella eccezionalità della causa della tensione. Pag. 24

25 Anche lo FTSEMIB è in fase di tensione, ma la fase di rallentamento tra fine gennaio e i primi giorni di febbraio ha fatto rientrare l eccesso. Il movimento positivo è ripreso, e anche qui la forza delle manovra monetarie servono a sostenere il movimento positivo anche nella sua fase di maggior entusiasmo. Sul cross eurodollaro sono evidenti gli eccessi di gennaio, quando gli operatori in previsione della decisione della BCE avevano rapidamente aperto posizioni ribassiste sull euro fino al minimo di periodo al 23 gennaio proprio tra le dichiarazioni di Draghi e le elezioni greche. Gli eccessi si stemperano in una fase laterale, che si prolunga da tre settimane e che potrebbe segnalare una fase di interruzione del trend. Stiamo penando di fornire aggiornamenti settimanali dei nostri indicatori, perché la situazione potrebbe modificarsi più in fretta di quanto le nostre pubblicazioni potrebbero monitorare. Pag. 25

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