ReportCalcio Principali spunti di analisi

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1 Principali spunti di analisi

2 Management Report 2ReportCalcio La dimensione e i numeri del calcio italiano - Secondo le ultime stime ufficiali elaborate nel corso del 2016, il numero complessivo di italiani che praticano (a livello continuativo o saltuario) il calcio è pari a circa 4 milioni. Per quanto riguarda i dati più specifici relativi al numero di tesserati registrati, si segnala come la FIGC continui a rappresentare per distacco la Federazione Sportiva Italiana di maggiori dimensioni. I tesserati totali ammontano nel a , di cui, sono calciatori tesserati, tecnici, gli arbitri (di cui oltre donne) e dirigenti. Si contano inoltre società e squadre, che hanno disputato un totale di gare ufficiali (di cui a livello giovanile, nei campionati dilettantistici e in quelli professionistici). Ogni giorno in Italia si disputano in media quasi partite ufficiali con arbitro federale, all interno dei campi sportivi omologati per l attività agonistica. - Per quanto riguarda i calciatori tesserati, si segnala la diminuzione degli atleti professionisti (passati dai del agli del ) e di quelli che svolgono attività dilettantistica (da a ), a cui si contrappone un incremento dei calciatori impegnati nell attività di Settore Giovanile e Scolastico (da a , circa il 2,2% in più). - Con riferimento specifico alle dimensioni e all importanza dell attività giovanile, il numero complessivo di calciatori tesserati ammonta a (dato che comprende i tesserati per il Settore Giovanile e Scolastico, con l aggiunta dei giovani dilettanti, dei giovani di serie e della categoria Juniores). L incidenza dei giovani calciatori tesserati per la FIGC sulla popolazione italiana è particolarmente rilevante: la fascia d età tra i 5 e i 16 anni incide per il 19,8% della popolazione italiana di quell età (nella fascia anni raggiunge il picco del 24,6%), mentre a livello femminile le tesserate rappresentano appena lo 0,4%, dato che rimarca la significativa potenzialità ancora parzialmente inespressa del movimento calcistico femminile, un tema di grande rilevanza strategica anche alla luce dell importante Programma di Sviluppo implementato dalla governance federale. - A dimostrazione di quanto il calcio svolga un ruolo fondamentale come fattore e strumento di integrazione sociale, si può notare come i tesserati nati all estero rappresentino oltre il 4% del totale, per un totale di nel corso della stagione sportiva , dato che comprende calciatori, arbitri e 71 tecnici tesserati. Il 56% dei tesserati nati all estero proviene dall Europa, il 32% dall Africa, il 7% dal Sud America e il restante 5% da Asia, Centro e Nord 1

3 America e Oceania. I calciatori minori nati all estero al primo tesseramento in Italia nel corso del ammontano a , provenienti per oltre il 50% da Albania, Romania e Marocco. 2 - Il profilo delle Rappresentative Nazionali - Il profilo sportivo: nella stagione sportiva , le 17 Rappresentative Nazionali calcistiche italiane hanno disputato complessivamente 184 partite, vincendone 94, pareggiandone 38 e subendo 52 sconfitte. Le Nazionali maschili di Calcio a 11 ne hanno disputate 102, vincendone quasi la metà (50), mentre quelle di Calcio a 11 femminili hanno giocato 43 partite con 18 vittorie e quelle di Calcio a 5 un totale di 25 con 15 vittorie. La Nazionale di Beach Soccer presenta la più alta percentuale di vittorie con il 78.6% delle gare giocate (11 su 14). I giocatori convocati per rappresentare la Nazionale durante i Campionati Europei UEFA 2016 hanno raccolto a livello aggregato nel corso della loro carriera un totale di presenze con la maglia azzurra tra Nazionale A (745) e giovanili (416). L età media dei convocati è stata di 28,9 anni, dato inferiore soltanto ai Campionati Europei 2008 (29,2 anni). Un gruppo composto per il 21,7% da calciatori provenienti da campionati esteri, la percentuale più alta registrata nella storia della Nazionale italiana durante un grande evento. - Il profilo media e commerciale: Le 5 partite disputate dalla Nazionale italiana nel corso dei Campionati Europei UEFA 2016 hanno prodotto un affluenza complessiva agli stadi di spettatori e un audience per partita di 17,6 milioni di telespettatori (con uno share medio del 70,9%). I Campionati Europei hanno rappresentato certamente un catalizzatore per aumentare il numero di fan e follower, sia italiani che stranieri, della Nazionale sui profili social della FIGC. La federcalcio italiana si è contraddistinta come best practice europea: il numero complessivo di follower e fan (Facebook, Twitter, YouTube, Instragram e Google+) tra l inizio e la fine della competizione è cresciuto di oltre un milione (+18%). Finché è rimasta in gioco, l Italia ha di fatto realizzato le migliori performance in assoluto, accrescendo la propria Community on-line come nessuna delle altre nazionali partecipanti al torneo. Nel giugno 2016 nessuna realtà di qualsiasi natura, settore o tipologia operante in Italia, ha avuto crescita ed engagement su Facebook o Twitter pari a quelli della Nazionale Italiana di Calcio, risultata il Top Brand italiano del mese di giugno. In particolar modo la pagina Facebook ha registrato durante l Europeo quasi un miliardo di visualizzazioni, pubblicando inoltre il post più virale di tutta la manifestazione (superando anche il post del Portogallo Campione d Europa): l infografica del risultato finale dell ottavo di finale Italia- Spagna, infatti, ha ottenuto 29,7 milioni di visualizzazioni, 126mila condivisioni e 251mila like. Altro riconoscimento per la Community on-line azzurra è arrivato nel mese di dicembre, quando uno dei video prodotti in occasione dell Europeo ( L esame di napoletano di Florenzi con Immobile e 2

4 Insigne) è stato inserito da YouTube nella propria Top 10 dei video più popolari in Italia, per la categoria video non musicali con oltre 1 milione di visualizzazioni. Nelle prime 50 posizioni della classifica dei programmi più visti di sempre in TV in Italia figurano 49 partite di calcio, di cui 45 della Nazionale. L attività delle Squadre Nazionali italiane continua quindi a rappresentare un asset fondamentale per il mercato televisivo italiano: nel 2016 i ricavi da diritti televisivi hanno toccato i 25,9 milioni di euro, di cui l 89% generato dalla Nazionale A maschile. L ascolto totale generato dalle Rappresentative Nazionali italiane nel corso del 2016 è pari a 163,2 milioni di telespettatori, di cui il 96% relativi alla Nazionale A maschile e il 4% alle altre Nazionali maschili e femminili. Significativo anche il livello di internazionalizzazione: su un totale di 184 incontri, il 60% (110) delle partite giocate dalle Nazionali italiane nel sono state disputate all estero (12 in Germania, 9 in Inghilterra, 8 in Macedonia, 7 in Serbia e Francia, mentre i restanti 67 match sono stati giocati in 25 altre Nazioni), con un affluenza complessiva di pubblico negli stadi pari a spettatori. Il numero complessivo di telespettatori che hanno assistito a livello mondiale nel 2016 a programmi con immagini e contenuti relativi a Nazionale A e Under 21 (audience cumulata) è stato invece pari ad oltre 2,2 miliardi, con una durata delle trasmissioni di oltre ore, ottenendo un forte seguito principalmente in Germania, Cina, Francia, Regno Unito, Spagna e Brasile. All interno dei confini italiani, l audience cumulata è stata di oltre 1,7 miliardi di spettatori, garantendo agli sponsor poco meno di 270 ore di esposizione televisiva. Per quanto riguarda il programma di licensing e merchandising, la collaborazione con PUMA License ha portato nel 2016 alla vendita di circa 1,2 milioni di articoli, di cui circa l 80% fuori dall Italia (i principali mercati stranieri sono rappresentati da Francia, Stati Uniti, Germania e Cina). I negozi esteri nei quali sono stati venduti più prodotti si trovano in Olanda, Francia e negli Emirati Arabi Uniti. UEFA EURO 2016 ha rappresentato il Campionato Europeo con il migliore risultato in termini di vendite dal Il ReportCalcio 2017 presenta inoltre per la prima volta i dati relativi alla provenienza ed al settore merceologico di appartenenza dei partner commerciali di alcune delle principali federazioni calcistiche mondiali (per un totale di 22 Federazioni calcistiche). I principali settori sono quelli relativi a bevande (14,5%), banche, assicurazioni e servizi finanziari (10,9%), media (7,3%), servizi, consulenza e altro (7,3%), insieme al settore dell automotive (6,5%). 3 - Il profilo economico e finanziario del calcio professionistico italiano - Il calcio professionistico italiano rappresenta un settore di grande rilevanza in termini economici. Si tratta di un sistema che ha prodotto negli ultimi anni un trend di crescita estremamente 3

5 significativo. Considerando ad esempio la Serie A, è interessante sottolineare come il fatturato aggregato sia passato dagli appena 8,5 milioni di euro del (primi dati ufficiali, attualizzati in base agli indici ISTAT) agli oltre 2,4 miliardi di euro del Il driver della crescita è costituito in primis dai diritti radiotelevisivi, che a partire dagli anni 80 hanno costantemente aumentato il loro peso sui fatturati. Anche l incidenza delle sponsorizzazioni e dei ricavi commerciali è cresciuta nel tempo, in particolar modo nel corso delle ultime stagioni, superando i ricavi derivanti da biglietti e abbonamenti. Si sottolinea inoltre il più alto ritmo di crescita rispetto al clima economico generale del Sistema Paese: nell ultimo anno, il valore della produzione aggregato del calcio professionistico è aumentato dell 8,9% (da a milioni di euro), mentre il PIL italiano solamente dello 0,7%. - In seguito all introduzione da parte della FIGC dei nuovi parametri di controllo economicofinanziari all interno delle Licenze Nazionali, ispirati ai criteri del Financial Fair Play UEFA, nel corso del si è assistito ad un positivo miglioramento del livello di sostenibilità del calcio professionistico, con un alleggerimento del risultato netto negativo del 30,6% (da 536 a 372 milioni di euro) e un miglioramento del Patrimonio Netto di oltre 4 volte (da 37 a 151 milioni di euro), grazie anche ad un significativo aumento del livello di ricapitalizzazioni da parte dei proprietari dei club professionistici (da 299 a 484 milioni di euro). - Il risultato netto negativo coinvolge tutte le divisioni professionistiche, oscillando dai 250 milioni di perdita della Serie A ai 63 della Serie B, fino ai 59 della Lega Pro. L eccessiva incidenza del costo del lavoro sul fatturato è testimoniata dal peso specifico del costo del personale tesserato sui ricavi di vendita (valore della produzione al netto delle plusvalenze derivanti dalla cessione dei calciatori), che è pari al 61% in Serie A e in Serie B, mentre in Lega Pro si attesta intorno all 80%. In termini generali, il calcio italiano continua a scontare una significativa difficoltà nella diversificazione delle fonti di ricavo: i diritti radiotelevisivi con quasi 1,2 miliardi di euro incidono oggi in media per oltre il 40% del valore della produzione, mentre i ricavi da ingresso stadio per meno del 10% (270 milioni di euro nel ). I ricavi da sponsorizzazioni e commerciali hanno registrato un buon trend di crescita (+13,8% rispetto al , per un totale pari a 466 milioni di euro), seppur largamente inferiore a quello delle altre principali realtà internazionali (Germania e Inghilterra su tutte). - Resta un quadro di relativa fragilità economico-finanziaria complessiva, testimoniato dalle 3 società che si sono viste rifiutare l iscrizione alla Lega Pro e dai 29 punti di penalizzazioni in classifica inflitti per irregolarità amministrative nel corso del Migliora invece il profillo organizzativo ed economico-finanziario delle società che presentano richiesta della Licenza UEFA, con solo 6 licenze non concesse (dato più basso dal ), di pari passo con 4

6 l aumento degli investimenti nei settori giovanili dei club italiani qualificati alle competizioni europee, con una media di 5,1 milioni per società rispetto ai 3,8 del Il ReportCalcio 2017 analizza per la prima volta l incidenza degli investimenti (principalmente nel calciomercato) sui risultati sportivi. Nello specifico, le squadre qualificate alla UEFA Champions League hanno investito in media nel corso del il 63% dell attivo immobilizzato nei diritti alle prestazioni dei calciatori. - L esame dell impatto delle performance sportive conferma anche quest anno quanto i successi incidano sul Conto Economico dei club. Il valore della produzione medio di un club scivolato in Serie B subisce un calo di circa 14 milioni e il risultato netto peggiora per 5,5 milioni. In caso di promozione in A invece il valore della produzione cresce mediamente di circa 23 milioni e il risultato netto migliora per quasi 3 milioni. Il valore della produzione di una società che conquista la partecipazione alla Champions League (senza aver partecipato alle coppe europee nella stagione precedente) cresce mediamente di 54,4 milioni. 4 - Il contributo fiscale e previdenziale del calcio professionistico - Un altro aspetto peculiare riguarda il sempre più importante e cruciale ruolo giocato dal calcio nel Sistema Paese, ad esempio sotto il profilo della contribuzione fiscale e previdenziale: nel 2014 il calcio professionistico italiano ha prodotto una contribuzione pari a 944,6 milioni di euro, che diventano 1.073,3 milioni se consideriamo anche il gettito erariale derivante dalle scommesse sul calcio, con una crescita del 5,2% rispetto al 2013 e il raggiungimento del dato record tra quelli rilevati negli ultimi 9 anni. Oltre il 50% della contribuzione deriva dalle ritenute Irpef (542,2 milioni); seguono l Iva (21,8%), le scommesse sul calcio (12%) e la contribuzione previdenziale Inps (11,2%). Ires ed Irap presentano un minor livello di incidenza (pari rispettivamente allo 0,6% e al 3,9%). - A livello aggregato, negli ultimi 9 anni analizzabili, l ammontare complessivo della contribuzione fiscale e previdenziale del calcio italiano (considerando unicamente il calcio professionistico) ammonta ad oltre 9 miliardi di euro, mentre nel medesimo periodo il livello complessivo di contributi erogati dal CONI alla FIGC è pari a poco più di 700 milioni di euro (in sintesi, per ogni euro investito dal Governo Italiano nel calcio, lo Stato ottiene un ritorno termini fiscali e previdenziali pari a quasi 13 euro). - Dopo 3 anni di costante decremento, torna a crescere (+6,8%) il reddito da lavoro dipendente, che raggiunge nel 2014 i 1.335,7 milioni di euro, mentre prosegue il calo nel numero complessivo 5

7 di contribuenti, passati dagli del 2009 ai del Il reddito medio per dipendente risulta quindi in crescita dai euro del 2013 ai del 2014, come conseguenza in particolare dell incremento del numero di contribuenti nelle fasce di reddito più alte in Serie A. Il calcio nel 2015 incide inoltre per il 91% degli sportivi professionisti presenti in Italia (con atleti e altre figure tecniche). - In merito al gettito erariale derivante dalle scommesse sul calcio, i dati disponibili evidenziano negli ultimi 3 anni un sostanziale ritorno alla crescita (da 125,5 milioni di euro del 2013 ai 132,5 del 2016), in conseguenza di un significativo incremento del livello della raccolta, passata da 3,2 miliardi di euro del 2013 ai quasi 6,1 miliardi del Va ricordato che il calcio mantiene un incidenza preponderante tra le discipline sportive, generando circa il 74% della raccolta complessiva del settore. Nell ambito del calcio la quota più rilevante deriva dal campionato di Serie A, che con 902,5 milioni di euro di raccolta incide per il 16,6% del totale. Durante le 51 partite dei Campionati Europei UEFA 2016 sono stati raccolti 249,6 milioni di euro (di cui oltre il 16% relativamente alle partite disputate dalla Nazionale italiana), con un gettito complessivo di 6 milioni. - Dall analisi del benchmarking fiscale a livello internazionale, allargato anche alle principali nazioni extraeuropee (Stati Uniti, Australia, Brasile, Argentina, Messico, Sud Africa, Cina e Qatar), emergono le significative differenze tra i diversi regimi fiscali, tali da incidere anche in modo significativo sulla competitività dei diversi sistemi calcistici. Ad esempio, l aliquota sui redditi di euro e oltre delle persone fisiche passa dal 52% dell Olanda allo 0% del Qatar, nazione che libera le persone fisiche da qualsiasi tipo di tassazione sul lavoro. Altre situazioni privilegiate si riscontrano in Russia (13% per i redditi degli sportivi professionisti) e Brasile (27,5%), mentre l Italia con il 46% si posiziona al quarto posto tra le 19 nazioni analizzate. 5 - Il profilo infrastrutturale - Nel corso della stagione sportiva , il numero complessivo di spettatori presenti negli stadi italiani per incontri di alto livello (dalle Nazionali calcistiche giovanili fino alla UEFA Champions League) è stato pari a quasi 14,9 milioni. In termini di affluenza media per partita, il dato più alto si registra per la UEFA Champions League (42.257), seguita dalla Serie A (22.280), dalla Nazionale A maschile (21.524) e dalla UEFA Europa League (13.847). Gli spettatori totali per le partite delle Rappresentative Nazionali disputate in Italia sono Gli spettatori aggregati del calcio professionistico proseguono il trend di crescita già evidenziato nelle 3 precedenti stagioni. Nel il numero complessivo è pari a quasi 13,6 milioni, in crescita dell 1,8% rispetto al e del 9,9% in confronto al Nonostante questo 6

8 positivo incremento, la situazione continua a rimanere fortemente critica: il riempimento medio della capienza supera il 50% solo in Serie A (56%), per poi scendere al 41% in Serie B e al 28% in Lega Pro. La Top Division italiana continua a mostrare dei dati fortemente penalizzanti nel confronto con le altre best practice europee, tanto che il numero complessivo di posti rimasti invenduti ha superato nel gli 8,4 milioni, rispetto agli appena 1,35 della Top Division tedesca e agli 1,15 di quella inglese. - Il potenziale economico ancora inespresso appare significativo: nell ipotesi di riempimento della capienza dell 80% degli impianti, i club della Top Division italiana sarebbero in grado di ottenere quasi 95 milioni di euro di ricavi da gare aggiuntivi, dato che sale ad oltre 174 milioni nel caso di utilizzo del 100% dei posti disponibili. - Lo scenario descritto poco sopra è legato più allo scarso livello infrastrutturale degli stadi italiani piuttosto che al prezzo medio del titolo di accesso agli impianti. In Italia, tale indicatore è pari a 24,9 euro, molto inferiore a quello che si può rilevare in Inghilterra (52,2), in Spagna (41,2) e in Germania (35,5). Allo stesso tempo, può essere interessante calcolare anche un parametro relativo dell incidenza del prezzo medio del titolo di accesso, rapportandolo al salario medio giornaliero riscontrabile in ogni nazione (Indexuva 2015). A riguardo, lo scenario si presenta estremamente differenziato: in Inghilterra e in Spagna tale indicatore è pari al 53,7%, in Germania al 39,8%, in Italia al 36,2% e in Francia al 24,6%. - Appare quindi evidente quanto il trend analizzato poco sopra si connetta principalmente alla notoria arretratezza degli impianti calcistici italiani, per quanto riguarda in particolare il profilo infrastrutturale e il livello dei servizi offerti. L età media degli impianti italiani passa dai 69 anni della Serie A ai 63 della Serie B, per poi scendere ai 54 della Lega Pro. La percentuale di posti coperti raggiunge il 74% in Serie A, mentre in Serie B e Lega Pro si attesta rispettivamente al 40% e al 41%. La presenza di impianti che utilizzano fonti rinnovabili di energia continua a rappresentare un eccezione (dal 19% della Serie A fino al 5% della Serie B), e la percentuale di stadi che possono essere utilizzati per fini alternativi oltre alle partite di calcio supera il 50% solo in Serie A (dove raggiunge l 81%). La presenza di punti vendita per attività commerciali, risorsa fortemente valorizzata nei principali campionati esteri, si riscontra solo nel 27% dei casi in Serie B e nel 54% in Lega Pro, mentre in Serie A la percentuale è appena del 56%. - Si registra la forte riduzione di incontri che hanno registrato spettatori feriti. Nel sono stati 44, dato in forte diminuzione rispetto ai 72 del Risulta in calo anche il numero di arresti (78) e il numero di forze dell ordine impiegate ( ). 7

9 6 - Il benchmarking internazionale - A livello economico, il settore calcistico incide per il 46% del fatturato dello sport business mondiale (26,6 miliardi di euro rispetto ai 57,3 totali). Tra i 10 maggiori campionati sportivi professionistici per livello di fatturato, ben 6 sono tornei di calcio europei, con la Premier League terza dietro NFL e MLB. - Tra il 1996 e il 2015 i ricavi totali delle Top Division europee sono cresciuti in media ogni anno del 9,3% (da 2,8 a 16,9 miliardi). Il costo del lavoro è cresciuto in termini ancora più significativi (+10,3%), raggiungendo nel 2015 i 10,6 miliardi. Grazie anche all introduzione del Financial Fair Play, lo squilibrio economico appare in attenuazione (la perdita aggregata è passata dagli 1,7 miliardi del 2011 agli 0,3 del 2015). Tra le 10 principali Top Division, l Italia si posiziona al quarto posto per ricavi medi per club (95,2 milioni di euro), superata da Inghilterra (220,2), Germania (134,5) e Spagna (102,5), davanti a Francia (70,9) e Russia (46,3) mentre Turchia, Olanda, Portogallo e Scozia si attestano tra i 40 e i 10 milioni. - I diritti media rappresentano ormai per numerose top division la fonte principale di entrate (61% per l Italia, 53% per l Inghilterra, 52% per il Portogallo e 51% per la Turchia), ad eccezione della Germania, dove al contrario prevalgono i ricavi commerciali (41%). Scende lievemente l incidenza dei ricavi da gare con Germania e Spagna a quota 20% e l Inghilterra al 16%, mentre in Italia e Francia restano stabili intorno all 11% e al 12%. Sul piano dei costi, si osserva come l incidenza della voce più rilevante (il costo del lavoro) sia compresa tra il 52% e il 61% per Germania, Spagna e Inghilterra, mentre in Francia raggiunge il 68% e in Italia il 69%. In considerazione di queste dinamiche, il risultato netto medio per club è positivo per Inghilterra (4,4 milioni), Germania (4,1) e Spagna (3,2), mentre le società francesi e italiane riscontrano una perdita media rispettivamente pari a 3,2 e 14,6 milioni di euro. - Tra le prime 30 competizioni sportive al mondo per affluenza media allo stadio ben 18 sono di calcio. Per quanto riguarda il profilo infrastrutturale, negli ultimi 10 anni sono stati costruiti o ristrutturati in Europa 167 stadi con capienza superiore a posti (la primatista è la Polonia, con 30 nuovi impianti inaugurati). - Per la prima volta, è stato incluso all interno del ReportCalcio uno studio sul profilo commerciale e digital delle 10 Top League europee. Per quanto riguarda il primo tema, sono stati analizzati oltre accordi totali di sponsorizzazione, di cui il 22,2% di provenienza estera (incidenza che raggiunge il 62,4% nella Top Division inglese, mentre nel caso della Serie A non supera il 15,0%). Analizzando nello specifico gli sponsor di maglia, i settori merceologici maggiormente interessati ad investire nel mondo del calcio sono quello tecnologico ed elettronico (31 diversi sponsor), 8

10 bancario ed assicurativo (30) e quello inerente alla categoria servizi/consulenza/altro (29). Il numero complessivo di jersey sponsor stranieri è pari a 69 (le principali nazioni di provenienza sono Cina, Emirati Arabi, Corea del Sud e Svizzera). Per quanto riguarda il profilo digitale, al 31 dicembre 2016 sono presenti oltre 1,1 miliardi di fan che seguono i profili ufficiali dei club delle 10 top division europee su Facebook, Twitter, Instagram e Google+ dei principali campionati. Il campionato più seguito è quello spagnolo con quasi 410 milioni di tifosi, davanti a quello inglese con oltre 362 e a quello italiano con quasi 112. Per quel che riguarda i siti web, nel dicembre 2016 sono state effettuate in totale 71,9 milioni di visite sui domini ufficiali dei club partecipanti ai 10 principali campionati europei. - Nella settima edizione del ReportCalcio non poteva mancare una sezione dedicata alle due finali di UEFA Champions League disputate in Italia nel La finale femminile disputata presso il MAPEI Stadium di Reggio Emilia ha registrato circa spettatori con 89 eventi promozionali organizzati e il coinvolgimento di circa ragazzi e ragazze. La finale maschile disputata allo Stadio San Siro di Milano ha totalizzato spettatori e 350 milioni di telespettatori in 200 diversi Paesi. L indotto turistico di tale evento per la città di Milano è stato di 25,2 milioni di euro, la maggior parte derivante dalle spese sostenute dai tifosi stranieri per l alloggio (12,8 milioni), lo shopping (5,6) e i ristoranti (4,6). 7 - I modelli di governance del calcio professionistico - La proprietà delle società del calcio professionistico italiano continua a risultare fortemente concentrata, specialmente nel campionato di Serie A. La percentuale media di controllo dell azionista di riferimento è dell 85,4%, dato comunque in leggero decremento rispetto all 86,8% registrato nel In Serie B e Lega Pro, la percentuale sale resta stabile rispettivamente all 81,3%, e al 69,2%. - Per quanto concerne la tipologia dell azionista di riferimento, in 33 casi si tratta di una persona fisica, in 48 di una persona giuridica italiana e in 8 di una persona giuridica straniera. Il numero di persone giuridiche (italiane o straniere) prevale in Serie A (17 casi su 20) e Serie B (16 su 22), mentre in Lega Pro prevalgono le persone fisiche (26 rispetto ai 49 casi analizzabili). - Nel sono stati effettuati interventi di ricapitalizzazione per circa 483,6 milioni di euro, con un trend in forte crescita rispetto alla stagione precedente (+61,8%) e un incremento largamente superiore all aumento dei debiti totali (+4,1%). A livello aggregato, dal al , l ammontare complessivo delle ricapitalizzazioni nel calcio professionistico è stato pari a quasi 1,8 miliardi di euro. 9

11 - Considerando inoltre la lunghezza della catena di controllo, è interessante notare come essa risulti più breve nelle serie professionistiche inferiori (in Lega Pro ad esempio in oltre il 50% delle società il controllo appartiene direttamente ad una persona fisica, mentre in Serie A il dato non supera il 15%). Nell ambito della forma organizzativa dei club professionistici, per quanto riguarda il sistema di amministrazione e controllo, la quasi totalità delle società adotta il modello tradizionale (l unica eccezione è rappresentata da una società di Serie A, che adotta un modello dualistico ). - Allargando l analisi al contesto europeo, si nota una progressiva tendenza all acquisizione della proprietà delle società delle principali Top Division da parte di azionisti stranieri; tra i 13 principali campionati europei si contano un totale di 44 proprietà straniere (di cui 28 nella prima e nella seconda divisione del calcio professionistico inglese), provenienti perlopiù da Stati Uniti, Cina, Russia, Thailandia e Malesia. 10

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