Il sopralluogo in cantieri di utilizzazione forestale. DG Organizzazione Settore Servizio di Prevenzione e Protezione Paolo Borghi

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1 1 Il sopralluogo in cantieri di utilizzazione forestale DG Organizzazione Settore Servizio di Prevenzione e Protezione Paolo Borghi 1

2 Il cantiere di utilizzazione forestale 2 Nel termine di utilizzazioni forestali vi rientrano normalmente i lavori di abbattimento, allestimento (sramatura, sezionatura o depezzatura, eventuale scortecciatura), concentramento, esbosco del materiale legnoso e le lavorazioni all imposto quali la sminuzzatura, la scortecciatura, il carico sui mezzi di trasporto. Mentre l abbattimento è sempre la prima fase del lavoro di utilizzazione, le altre fasi a volte non si susseguono nel suddetto ordine, ne sono sempre tutte presenti.

3 Il cantiere di utilizzazione forestale 3 Si possono distinguere tre principali sistemi di lavoro nelle utilizzazioni forestali: -Sistema del legno corto (cut-to-length o Short Wood System - S.W.S.) che consiste nell allestire i fusti sul letto di caduta e nell esboscare il legname corto, cioe sezionato negli assortimenti definitivi. E il sistema di lavoro tradizionale. - Sistema del fusto intero (Tree Length System - T.L.S.) che consiste nell esboscare i fusti sramati ma non sezionati, rimandando questo lavoro all imposto. Sfrutta meglio la portata di mezzi di esbosco potenti e quando l esbosco non presenta difficoltà. Spesso si ricorre ad una via di mezzo fra il S.W.S. ed il T.L.S., esboscando i fusti sezionati in lunghezze multiple di quelle degli assortimenti definitivi.

4 Il cantiere di utilizzazione 4 forestale - Sistema dell albero intero (full-tree harvesting o Full Tree System - F.T.S.) che consiste nell esboscare gli alberi interi, rimandando sia la sramatura che la sezionatura all imposto. Si ricorre a questo sistema di lavoro quando anche la ramaglia viene utilizzata (p.e. nei pioppeti), se il terreno della tagliata deve essere sgomberato anche dalla ramaglia o se agli imposti possono essere impiegate macchine complesse, sramatrici e sezionatrici (processors) o sminuzzatrici (cippatrici). In pratica e possibile ricorrere a questo sistema di lavoro esboscando a strascico con trattori o nell esbosco con gru a cavo.

5 Il cantiere di utilizzazione forestale 5 Tutti i lavori effettuati in bosco sono estremamente pericolosi perchè legati ad una molteplicità di variabili non riscontrabili in nessun altro processo produttivo. I rischi che si incontrano possono essere: -Ambientali (presenza di linee elettriche, orografia, microclima) -Lavorativi ( legati al materiale che si lavora, alle operazioni ed alle attrezzature impiegate). Questi rischi possono essere fonte di incidenti ed infortuni o possono portare nel tempo a malattie professionali. Tali rischi inoltre variano a seconda del sistema di lavoro che si impiega; questi possono essere molto diversi l uno dall altro, anche se normalmente i lavori che richiedono l impiego di attrezzature complesse e macchine motorizzate sono anche quelli più pericolosi. La sicurezza nelle utilizzazioni forestali investe quindi vari aspetti che normalmente interagiscono tra di loro.

6 Opere connesse al taglio 6 - realizzazione di strade, piste ed imposti permanenti; - realizzazione di sentieri e mulattiere; -realizzazione di imposti e piazzali temporanei per il deposito del legname, di condotte, di canali temporanei e di linee di esbosco, che comporti il taglio della vegetazione esistente; - realizzazione o ripristino di piste temporanee di esbosco; - rimozione di materiale franato e risagomatura delle scarpate; - rimozione della vegetazione arbustiva, delle piante cadute o pericolanti;

7 7 Il cantiere forestale

8 Criticità 8 Occupano solitamente una porzione di territorio molto ampia Caratteristiche difficili sia da un punto di vista orografico che vegetazionale Situati spesso lontano dai centri aziendali e/o da centri abitati.

9 Aspetti da considerare 9 Caratteristiche dei luoghi Organizzazione tecnico-operativa del lavoro Macchine e delle attrezzature Procedure di lavoro Scelta dei dispositivi di protezione individuale Disponibilità di strade e piste forestali Disponibilità di ricoveri

10 Aspetti da considerare Caratteristiche dei luoghi 10 distanza dai centri abitati; caratteristiche e tipologia delle vie di accesso al cantiere forestale; interferenza con strade percorse da persone e/o autoveicoli; distanza dal più vicino pronto soccorso; eventuale possibilità di atterraggio dell elicottero del 118; copertura della telefonia cellulare o di altri mezzi di comunicazione; Presenza di linee elettriche aeree; Presenza di aree interessate da attività turistiche, caccia e/o pesca; Possibili interferenze con lavorazioni agricole e/o forestali svolte da altri; Caratteristiche orografiche del terreno.

11 Predisposizione del cantiere Organizzazione tecnico operativa 11 Segnali di divieto, di pericolo ed avvertimento in prossimità della vie di accesso e delle zone interessate a particolari operazioni (avvallamento con canalette, esbosco tramite gru a cavo); Se necessario, in caso di ostacolo per il volo aereo (teleferiche), deve essere segnalata la presenza del cantiere agli enti competenti (ENAC/ENAV, Aeronautica Militare); Segnaletica con le prescrizioni di sicurezza; Devono essere segnalati ostacoli e/o situazioni di pericolo lungo le strade e le piste forestali percorsi da autoveicoli e/o trattori; Consolidare e/o ripristinare le strade e le piste esistenti; 11

12 Predisposizione del cantiere 12 I lavoratori devono essere informati sull eventuale presenza di linee elettriche aeree e sulle procedure da adottare durante i lavori da svolgere in prossimità delle linee stesse Deve essere individuata un area con dimensioni sufficienti per le manovre ed il parcheggio dei mezzi e lo scarico ed il deposito temporaneo di eventuali attrezzature. I mezzi devono essere parcheggiati in modo da non ostacolare i lavori e l eventuale accesso ai soccorritori. In prossimità del cantiere deve sempre rimanere un mezzo di trasporto per il personale. In relazione alla distanza del cantiere dal centro aziendale può essere necessario mettere a disposizione dei lavoratori una struttura adibita a rifugio. cassetta di pronto soccorso o pacchetto di medicazione. 12

13 Cantiere edile o cantiere forestale? 13 TITOLO IV CANTIERI TEMPORANEI O MOBILI - (da art. 88 a art. 160) Il D.Lgs. 81 del 9 aprile 2008 contiene disposizioni per la tutela della salute e per la sicurezza dei lavoratori impiegati nei cantieri temporanei e mobili. In particolare l allegato X definisce cantiere temporaneo o mobile qualunque luogo in cui si effettuano i lavori edili, ma solo per la parte che comporta lavori edili o di ingegneria civile, le opere di bonifica, di sistemazione forestale e di sterro. Come già chiarito dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, con l emanazione di due Circolari, la n. 41 del e la n. 30 del 5 marzo 1998, dopo l emanazione del D.Lgs. 494 del 14 agosto 1996, le lavorazioni individuate nell allegato I rientrano nel campo di applicazione del decreto solo nella ipotesi che si svolgano all interno di un cantiere edile o di genio civile ovvero comportino lavori di tal genere. Ai fini dell individuazione delle attività forestali rientranti nel campo di applicazione del decreto legislativo n. 494/96 va chiarito che tali attività sono solo quelle assimilabili a operazioni proprie dei cantieri edili o di genio civile quali per esempio la costruzione di manufatti per la sistemazione di corsi d acqua, la pulizia di alvei, l apertura di strade, ecc.. Quindi il cantiere forestale allestito per le operazioni di abbattimento, allestimento ed esbosco non rientra nella definizione di cantiere temporaneo o mobile ai sensi del D.Lgs.81/2008.

14 Macchine e attrezzature Attrezzature maggiormente utilizzate - Per i lavori di utilizzazione in bosco Decespugliamento Abbattimento Sramatura Sezionatura (depezzatura) Scortecciatura 14 Per il concentramento del legname Per l esbosco Per il carico all imposto 14

15 I lavori di utilizzazione in bosco 15 Abbattimento: taglio degli alberi al piede e loro atterramento. Sramatura: taglio dei rami e del cimale, allestimento o sezionatura della ramaglia in assortimenti utilizzabili. Sezionatura (depezzatura): taglio del fusto in assortimenti commerciabili, di dimensioni determinate. Scortecciatura: asportazione totale o parziale della corteccia. Concentramento: trasferimento dei singoli pezzi dal letto di caduta alle vie di esbosco, trascinandoli o facendoli scivolare sul terreno del bosco. Esbosco: lungo le vie di esbosco la legna od il legname, riuniti in carichi, vengono portati fino ad un piazzale di deposito detto imposto, punto di carico di autotreni, autocarri o anche solo di trattori e rimorchi, situato su una strada camionabile o trattorabile.

16 Lavorazioni forestali 16 ed attrezzature 16

17 D.Lgs 81/ TITOLO III - USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE CAPO I - USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO 17 Articolo 69 - Definizioni 1. Agli effetti delle disposizioni di cui al presente Titolo si intende per: a) attrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto, inteso come il complesso di macchine, attrezzature e componenti necessari all attuazione di un processo produttivo, destinato ad essere usato durante il lavoro; b) uso di una attrezzatura di lavoro: qualsiasi operazione lavorativa connessa ad una attrezzatura di lavoro, quale la messa in servizio o fuori servizio, l impiego, il trasporto, la riparazione, la trasformazione, la manutenzione, la pulizia, il montaggio, lo smontaggio; c) zona pericolosa: qualsiasi zona all interno ovvero in prossimità di una attrezzatura di lavoro nella quale la presenza di un lavoratore costituisce un rischio per la salute o la sicurezza dello stesso; d) lavoratore esposto: qualsiasi lavoratore che si trovi interamente o in parte in una zona pericolosa

18 Decespugliamento 18 Consiste nell eliminazione, tramite taglio o triturazione, della vegetazione erbacea o cespugliosa indesiderata. Viene fatto negli impianti di arboricoltura da legno, prima dei lavori di rimboschimento, lungo strade ecc., per liberare il terreno dalla vegetazione considerata infestante e/o pericolosa ai fini degli incendi (rovi, felci, ginestre, scope, ramaglia ecc.). Può essere fatto, con decespugliatori portati da trattore, più convenienti per grandi superfici, o con motodecespugliatori portatili per lavorazioni localizzate; meno frequentemente, con attrezzi manuali come falci o roncole, in relazione alla consistenza del materiale da tagliare. 18

19 Decespugliatori meccanici 19 Recidono la vegetazione infestante, triturandola e lasciandone i residui uniformemente sparsi sul terreno, evitando così di doverla ammassare e bruciare. Vengono normalmente impiegati due tipi di decespugliatori: ad asse verticale, a catene; ad asse orizzontale, a martelli. I decespugliatori a catene, idonei per vegetazione in piedi, con diametro massimo di circa 5 cm, sono dei robusti «trinciastocchi» ai quali, al posto delle lame, vengono montati 3-4 spezzoni di catena. I decespugliatori a martelli, ad asse orizzontale, adatti per materiale sdraiato di maggiori dimensioni, derivano dai «trinciasarmenti» con, al posto dei coltelli, martelli che possono ruotare per 360 intorno al loro perno.

20 Decespugliatori meccanici Gli organi lavoranti, nonostante le protezioni, possono proiettare schegge di legno e pietre in tutte le direzioni. Il trattorista deve essere protetto dal rischio di proiezione di schegge, che possono rimbalzare anche all interno del posto di guida, utilizzando cabine chiuse ed appositi schermi protettivi. Nel raggio minimo di 30 m dalla macchina non deve trovarsi nessuno. Sono azionati dalla presa di potenza (p.d.p.) dei trattori tramite un albero a doppio giunto cardanico

21 Decespugliamento con trattore 21 Si possono utilizzare trattori su terreni con pendenze inferiori al 40% - 60%. Su pendenze accentuate il trattore deve operare sulle linee di massima pendenza per evitare il ribaltamento laterale. I tipi di trattore impiegati nel lavoro di decespugliamento sono essenzialmente: trattori cingolati - molto stabili ottima aderenza ottima manovrabilità; difficili da trasferire trattori agricoli a doppia trazione (d.t.) meno agili dei cingolati meno stabili impiego limitato; miniarticolati (piccoli trattori articolati) - baricentro molto basso elevata maneggevolezza. 21

22 Rischio di ribaltamento della trattrice 22

23 23

24 24

25 25

26 26 26

27 27 Struttura di protezione a 4 montanti Struttura di protezione a 2 montanti

28 28 Cabina di sicurezza Cabina di sicurezza con aria condizionata

29 29 Struttura di protezione a 2 montanti Struttura di protezione a 4 montanti

30 D.Lgs 81/ Articolo 70 - Requisiti di sicurezza 1. Salvo quanto previsto al comma 2, le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei lavoratori devono essere conformi alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto. 2. Le attrezzature di lavoro costruite in assenza di disposizioni legislative e regolamentari di cui al comma 1, e quelle messe a disposizione dei lavoratori antecedentemente all emanazione di norme legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto, devono essere conformi ai requisiti generali di sicurezza di cui all ALLEGATO V.

31 ALLEGATO V REQUISITI DI SICUREZZA DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO COSTRUITE IN ASSENZA DI DISPOSIZIONI LEGISLATIVE E REGOLAMENTARI DI RECEPIMENTO DELLE DIRETTIVE COMUNITARIE DI PRODOTTO, O MESSE A DISPOSIZIONE DEI LAVORATORI ANTECEDENTEMENTE ALLA DATA DELLA LORO EMANAZIONE. 31 PARTE II - PRESCRIZIONI SUPPLEMENTARI APPLICABILI AD ATTREZZATURE DI LAVORO SPECIFICHE 2.4 Le attrezzature di lavoro mobili con lavoratore/i a bordo devono limitare, nelle condizioni di utilizzazione reali, i rischi derivanti da un ribaltamento dell attrezzatura di lavoro: mediante una struttura di protezione che impedisca all attrezzatura di ribaltarsi di più di un quarto di giro, ovvero mediante una struttura che garantisca uno spazio sufficiente attorno al lavoratore o ai lavoratori trasportati a bordo qualora il movimento possa continuare oltre un quarto di giro. Se sussiste il pericolo che in caso di ribaltamento, il lavoratore o i lavoratori trasportati rimangano schiacciati tra parti dell attrezzatura di lavoro e il suolo, deve essere installato un sistema di ritenzione.

32 DECRETO LEGISLATIVO 27 gennaio 2010, n. 17 ART. 1 (Campo d'applicazione) 2. Sono esclusi dal campo di applicazione del presente decreto legislativo: e) i seguenti mezzi di trasporto: 32 1) trattori agricoli e forestali per i rischi oggetto del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in data 19 novembre 2004, pubblicato nel S.O. alla Gazzetta Ufficiale n. 88 del 16 aprile 2005, di recepimento della direttiva n. 2003/37/CE, ad esclusione delle macchine installate su tali veicoli; 3. Quando per una macchina i pericoli di cui all'allegato 1 sono interamente o parzialmente disciplinati in modo più specifico da altri provvedimenti di recepimento di direttive comunitarie, il presente decreto non si applica a tale macchina e per tali pericoli. Cercare nuove immagini per sicurezza trattori

33 La cintura di sicurezza 33

34 Il passeggero, che pasticcio.. Sulla macchina in movimento, oltre al trattorista, non può essere trasportato nessuno a meno che il mezzo non sia omologato e predisposto a tale scopo. Art. 208 (Art. 57 Codice della strada) - Limiti per il trasporto delle persone con le macchine agricole D.Lgs 81/2008 All. VI DISPOSIZIONI CONCERNENTI L USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO 2.3 L accompagnamento di lavoratori su attrezzature di lavoro mobili mosse meccanicamente è autorizzato esclusivamente su posti sicuri predisposti a tal fine. Se si devono effettuare dei lavori durante lo spostamento, la velocità dell attrezzatura deve, all occorrenza, essere adeguata. 34

35 L accesso al posto di guida 35 Il trattore deve essere dotato di scalette o pedane con superfici antiscivolo, di adeguate dimensioni, e di corrimano o maniglie perché l operatore vi si possa afferrare.

36 La presa di forza 36

37 La protezione del giunto cardanico 37

38 La protezione del giunto cardanico 38

39 Attacco-sgancio degli attrezzi 39 Durante le fasi di attacco/sgancio degli attrezzi al trattore, sia con l attacco a tre punti che al gancio di traino, è necessario il coordinarsi del trattorista con l eventuale aiutante a terra. Sono da preferire i sistemi ad attacco rapido.

40 Moto-decespugliatore portatile I moto-decespugliatori portatili sono formati da un motore a due o 4 tempi collegato con un tubo (asta), attraverso il quale passa l albero di trasmissione, con la testa operatrice. Questa è formata da vari organi taglienti: fili in plastica, per erba tenera; coltelli a due, tre o quattro punte per vegetazione erbacea e piccoli arbusti; lama a disco (sega circolare) per fusti fino ad 8-10 cm di diametro. L attrezzo viene portato appeso a tracolla con un imbraco o con spallacci a zaino. Durante il lavoro organi di taglio proiettano schegge di legno e pietre. Occorre tenere una distanza di sicurezza da altri operatori. 40

41 Moto-decespugliatore portatile 41 Ministero dello Sviluppo Economico, decreto 26 aprile 2012 Art È vietata l'immissione sul mercato di accessori di taglio del tipo a flagelli costituiti da diverse parti metalliche collegate e destinati ad essere montati su decespugliatori portatili. Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali CIRCOLARE n.24 del

42 Accetta, falcetto, falce, roncola 42 L impiego di questi attrezzi può comportare inadeguate posture. Quando si utilizzano strumenti taglienti con una sola mano c è il rischio di colpire l altra mano che sostiene ciò che si sta tagliando. Dato che l organo lavorante è tagliente, durante la sua manutenzione (affilatura) e impiego, esso deve essere maneggiato con i guanti.

43 MOTOSEGA: Caratteristiche e Funzionamento La motosega è composta da: gruppo motore, organo di taglio sistema di impugnatura 43 Possiamo distinguere due tipologie di motoseghe: 1. Motoseghe portatili per potatura, di peso contenuto, con cilindrata massima di 40 cm 3, da utilizzare per operazioni di potatura degli alberi. 2. Motoseghe portatili forestali

44 Motosega 44 Motoseghe leggere: normalmente, hanno una cilindrata fino ai 50 cm 3 ; Motoseghe medie: da 50 a 75 cm 3 ; Motoseghe pesanti: da 75 a 100 cm 3. Esistono motoseghe superpesanti, oltre i 100 cm 3 di cilindrata, il cui uso nei nostri boschi è inconsueto. Con la cilindrata, normalmente, aumenta anche il peso della macchina ed è quindi consigliabile utilizzare le diverse tipologie di motosega in funzione del lavoro da svolgere. motoseghe leggere per sfolli, primi diradamenti e lavori di sramatura in soprassuoli di conifere; motoseghe medie per diradamenti di latifoglie, abbattimento di cedui, sramatura di rami grossi, abbattimento di conifere adulte; motoseghe pesanti per l abbattimento e la sezionatura di alberi grandi.

45 RISCHI Contatto con la catena in movimento Contraccolpo (impuntatura, kick-back) per eccesso d attrito o taglio mal eseguito Proiezioni di materiali inerti (schegge o parti della corteccia) contro l operatore Contatto traumatico con parti del fusto, o rami in tensione improvvisamente liberati Contatto con il tubo di scarico o altre parti surriscaldate Incendio, esplosione Esposizione a rumore Esposizione a vibrazioni Inalazione di gas, vapori e polveri Disergonomia per posizioni scomode 45 45

46 Esposizione a polveri di legno dati

47 Incidenti causati dalla motosega 47 7% 6% 5% 9% 32% 5% 14% 18%

48 DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) 48

49 Norme UNI-EN DPI 48 Classificazione in funzione della velocità della catena Prove in conformità con la presente norma possono essere eseguite con le seguenti tre velocità, con classi definite come segue: classe 1: 20 m/s, classe 2: 24 m/s classe 3: 28 m/s. Modello A Modello B Modello C 49

50 PER LIMITARE I RISCHI.. 50 la motosega deve essere mantenuta in perfette condizioni, anche per quanto riguarda i dispositivi di protezione (es. il freno-catena); non posizionarsi frettolosamente o con movimenti disordinati; non indossare indumenti che si possano impigliare (sciarpe, camicie fuori dai pantaloni, giacche sbottonate, etc.); tenere la motosega spenta nelle fasi inattive del lavoro e durante gli spostamenti; nel trasporto a mano della motosega applicare il coprilama; carburare bene la motosega in modo che al minimo la catena non giri e l operatore non sia costretto ad accelerare spesso per tenere la macchina in moto; regolare correttamente la catena (ne troppo tesa, ne troppo allentata).

51 LAVORARE IN SICUREZZA CON LA MOTOSEGA IMPUGNATURA: La motosega deve essere sempre impugnata saldamente, con la mano destra sull impugnatura posteriore e la mano sinistra su quella anteriore. 2. MESSA IN MOTO: Per avviarla la motosega deve essere bloccata agendo sulle due impugnature in modo da evitarne oscillazioni pericolose 3. RIFORNIMENTO: deve essere effettuato a motore spento. Arrestare il motore e lasciarlo raffreddare alcuni minuti prima di effettuare il rifornimento. 4. TAGLIO: tagliare sempre con il motore al massimo, dopo il taglio decelerare il motore

52 Requisiti di sicurezza 52 La macchina deve essere rispondente ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalla normativa vigente e deve essere provvista delle seguenti protezioni: Il freno catena: serve ad interrompere il movimento della catena, attivabile manualmente per mezzo del dispositivo di protezione anteriore della mano. Deve inoltre essere previsto un dispositivo automatico che azioni il freno catena quando si verifica il contraccolpo. Bloccaggio di sicurezza dell acceleratore: impedisce l azionamento dell acceleratore quando l impugnatura posteriore non è tenuta saldamente, evitando azionamenti accidentali.

53 Requisiti di sicurezza 53 Fermo catena: costituito da perno posto alla base della barra di guida che serve a intercettare la catena in caso di rottura; Copribarra: per garantire il trasporto in sicurezza Dispositivo di arresto del motore: consente l arresto completo e il cui azionamento non necessita di azione mantenuta Infine le moderne motoseghe sono dotate di un dispositivo antivibrazione (tamponi elastici, molle), concepito per ridurre la trasmissione alle mani dell operatore, delle vibrazioni generate dal motore e dal dispositivo di taglio

54 Lavorare in sicurezza 54 Evitare interferenze tra i lavoratori mantenendo una distanza di sicurezza determinata da una valutazione preventiva delle caratteristiche del terreno e della vegetazione. Seguire una linea di taglio precedentemente concordata evitando di lavorare a valle o a monte l uno dall altro. -Dirigere la caduta della pianta mediante un taglio o tacca di direzione ed un taglio di abbattimento. Lasciare sempre una parte di legno integra e non tagliata, la cerniera. - Il fondo della tacca di direzione deve essere esattamente perpendicolare alla direzione di caduta prescelta. direzione di caduta

55 Lavorare in sicurezza 55 Il taglio di abbattimento deve essere fatto più in alto della base della tacca di direzione perché la cerniera possa flettersi, accompagnando e guidando la pianta nella direzione di atterramento scelta. Inoltre si limita la possibilità che l albero, durante l atterramento, scivoli indietro sulla ceppaia con grave rischio per l operatore. Prima di iniziare il taglio di abbattimento l operatore deve controllare che nella zona vietata non ci sia nessuno e deve gridare un segnale di attenzione.

56 Lavori in presenza di linee elettriche aeree. 56 1) Linee elettriche non isolate: deve essere rispettata una distanza di sicurezza. Occorre valutare attentamente l altezza della pianta, il diametro della chioma e la direzione di caduta poiché nessuna parte della pianta possa interferire con la zona di sicurezza. Nei casi in cui il rispetto della distanza di sicurezza non sia garantito, devono essere sospesi i lavori ed occorre richiedere all Ente distributore la disattivazione della linea aerea. 2) Linee elettriche isolate: deve essere attentamente valutata la direzione e lo spazio di caduta della pianta e dei rami che potrebbero urtare e/o tranciare la linea determinando situazioni di pericolo per gli operatori.

57 Lavori in presenza di linee elettriche aeree. 57 D.L.gs 81/08 -Tab. 1 Allegato IX - Distanze di sicurezza da parti attive di linee elettriche e di impianti elettrici non protette o non sufficientemente protette da osservarsi, nell esecuzione di lavori non elettrici, al netto degli ingombri derivanti dal tipo di lavoro, delle attrezzature utilizzate e dei materiali movimentati, nonché degli sbandamenti laterali dei conduttori dovuti all azione del vento e degli abbassamenti di quota dovuti alle condizioni termiche.

58 Lavorare in sicurezza 58 A seconda delle situazioni (diametro ed altezza della pianta, pendenza della pianta, pendenza del terreno, densità del soprassuolo, direzione di atterramento ecc.) si ricorre a tecniche di abbattimento diverse che prevedono anche l impiego di diverse attrezzature: zappino, scivolo di atterramento, leva di atterramento, leva giratronchi, cunei da infiggere con una mazza o con il dorso di una accetta, paranco manuale con fune d acciaio, carrucola e capichiusi.

59 Lavorare in sicurezza 59 Se la pianta, nell abbattimento, rimane impigliata od appoggiata ad altre deve essere atterrata completamente nel più breve tempo possibile aiutandosi, a seconda delle sue dimensioni, con uno zappino, con una leva giratronchi o con un paranco manuale. Non deve in ogni caso essere abbattuto l albero di appoggio perché si andrebbe a lavorare nella zona di caduta di quello impigliato che potrebbe liberarsi improvvisamente e cadere al suolo.

60 Slittino o scivolo di atterramento 60 Serve per atterrare alberi di piccole dimensioni, nei diradamenti in terreni pianeggianti o con poca pendenza. È un attrezzo in materiale plastico all interno del quale si fa scivolare il calcio dell albero con un taglio di abbattimento inclinato. Tirando lo slittino con, al suo interno, la base dell albero, questo viene atterrato nella direzione opposta. Può essere impiegato per alberi con diametro massimo alla sezione di taglio di cm e su terreni con pendenza fino a circa il 40%. Oltre questa pendenza il suo impiego diventa pericoloso perché l albero, tagliato e fatto cadere all interno dello slittino, scivola velocemente verso valle con il rischio di travolgere l operatore. Nei terreni pianeggianti, utilizzando lo scivolo di atterramento, si deve prestare attenzione a non fare esagerati sforzi di trazione e a non assumere posture scorrette.

61 Leva di atterramento 61 È una leva, dotata di un impugnatura ad un estremo e di un piede all altro, che viene impiegata per l atterramento di piante di piccole e medie dimensioni (fino a cm di diametro) nei diradamenti di soprassuoli giovani e adulti. Il piede viene inserito nel taglio di abbattimento e si solleva la leva verso l alto in modo da aprire il taglio di abbattimento e far ruotare la pianta intorno alla cerniera verso la direzione data dalla tacca. Nell impiego della leva di atterramento c è da prestare attenzione a non fare esagerati sforzi, sollevando la leva verso l alto, assumendo posture che non comportino eccessivo carico sulla colonna vertebrale.

62 Leva giratronchi È una leva, ad un estremità della quale si trova un gancio per far presa sul legno. La stessa leva di atterramento, dotata di un gancio, può essere usata come leva giratronchi. Nel caso in cui una pianta rimanga appoggiata ad un altra, dopo aver applicato il gancio alla base del fusto, la leva giratronchi serve per far ruotare la pianta districandone la chioma. Nell impiego della leva giratronchi occorre non esercitare sforzi eccessivi, assumendo posture che limitino il carico sulla colonna vertebrale. L operatore deve agire sulla leva spingendo (e non tirando verso di sé) per non rischiare di rimanere schiacciato sotto il fusto che si sta girando. 62

63 Accetta o mazza per cunei 63 Per infiggere i cunei nel taglio di abbattimento si utilizza il dorso di un accetta oppure una mazza. I cunei (in legno, in plastica o in alluminio) si inseriscono nel taglio di abbattimento in numero crescente, normalmente da uno a tre, a seconda dalle dimensioni della pianta e del minore o maggiore sbilanciamento del suo baricentro verso la direzione di atterramento. Si inseriscono dalla parte opposta della tacca di direzione, il più possibile lontano dai cardini della cerniera, per evitare che questa venga strappata.

64 Zappino È costituito da un lungo manico (circa 1,2 m), normalmente di legno, all estremità del quale è inserito a pressione l occhio di un corto gancio (25-30 cm) molto aperto e appuntito. È essenzialmente una leva che serve per spostare o ruotare tronchi. Nell impiego dello zappino c è da fare attenzione a non compiere sforzi esagerati e a non assumere posture inadeguate che comportino eccessivo carico sulla colonna vertebrale. 64

65 Paranchi manuali con capichiusi, carrucole e funi d acciaio Quando si deve abbattere una pianta che pende decisamente nella direzione opposta a quella di atterramento prescelta od in altre situazioni di particolare pericolo per l atterramento, si può ricorrere all impiego di un paranco manuale. 65 L attrezzatura necessaria è costituita da un paranco, con la sua dotazione essenziale di serie (leva di azionamento e fune d acciaio con gancio), da una carrucola di rinvio, da due capichiusi (tubolare o fascia) per l ancoraggio del paranco e della carrucola, eventualmente da un uncino per afferrare in alto la pianta ed al quale viene fissata la fune e, per legare la pianta in alto o per agganciarla, da una scala, da ramponi e imbrachi o da una lunga pertica per posizionare l uncino.

66 La pianta deve essere legata o agganciata più in alto possibile (almeno 1/5 della sua altezza), ricorrendo ad una fune provvista di gancio. In situazioni dove occorre una maggiore sicurezza sul controllo della direzione di atterramento (in prossimità di linee telefoniche, abitazioni ecc.) si deve legare la fune al fusto con l aiuto di una scala o di idonea attrezzatura per salire sulla pianta. Si individua un ancoraggio, più o meno nella direzione di atterramento, dove agganciare con il capochiuso la carrucola e rinviare la fune per non buttarsi addosso la pianta tirandola in tiro diretto. 66 paranco manuale direzione di atterramento carrucola

67 67 Si fissa il paranco manuale, lateralmente alla direzione di atterramento e possibilmente non lontano dalla base della pianta che si deve abbattere, e si mette in tensione la fune. Seguendo questo procedimento si riducono notevolmente i rischi per l operatore anche se questo lavora all interno di una zona pericolosa. paranco manuale direzione di atterramento carrucola

68 Si effettua il taglio della tacca di direzione, che deve essere tenuta molto aperta dato che la pianta deve 68 compiere un angolo più grande prima di essere ben indirizzata nella direzione di atterramento; si esegue il taglio di abbattimento in modo da individuare la cerniera. Appena possibile si inserisce un cuneo per maggior sicurezza e, completato il taglio di abbattimento, si toglie la motosega dal taglio, la si spenge e si va ad azionare il paranco fino a che la pianta, sufficientemente sbilanciata nella direzione di atterramento, non comincia a cadere. A questo punto l operatore si allontana anche dal paranco per evitare possibili bruschi contraccolpi sulla fune. paranco manuale direzione di atterramento carrucola

69 Paranchi manuali con capichiusi, carrucole e funi d acciaio 69 I paranchi manuali dotati di sicurezza contro i sovrasforzi posizionata nel collegamento tra la leva di avanzamento ed il sistema interno di leveraggi. Essa consiste in una o più spine di rottura, che vengono tranciate dall azionamento della leva quando si supera la forza di trazione massima consentita. Per la sostituzione delle spine di rottura devono essere impiegate soltanto quelle indicate dal costruttore; l uso di spine diverse o improvvisate (chiodi, pezzi di ferro ecc.) potrebbe compromettere la sicurezza degli operatori.

70 Capichiusi 70 I capichiusi (tubolari, fasce e spezzoni di fune con asole alle estremità) sono impiegati per l ancoraggio di paranchi, di carrucole ed altro. Sono fabbricati in fibre sintetiche o utilizzando spezzoni di funi d acciaio. Le caratteristiche dei capichiusi, sono indicate in una targhetta con le caratteristiche di portata. I capichiusi devono essere dimensionanti sullo sforzo massimo previsto ed accoppiati ad altre attrezzature (carrucole, paranchi,ecc.) tenendo ben presenti le rispettive portate e modalità di impiego.

71 Carrucole 71 Le carrucole sono impiegate per rinviare funi; protezione delle flange contro la fuoriuscita accidentale della fune, apribili per il posizionamento della fune, chiusura di sicurezza che non permetta l apertura accidentale. Le carrucole devono essere impiegate tenendo presenti le loro portate, le dimensioni delle funi e l angolo che queste ultime formeranno. Leggere attentamente le istruzioni d uso predisposte dal costruttore La gola della ruota deve contenere adeguatamente la fune per evitare deformazioni permanenti e rapida usura di quest ultima. Le carrucole devono riportare impressa in maniera chiara la portata di esercizio.

72 Funi d acciaio Le funi sono formate da più fili di acciaio avvolti fra loro in vari modi: funi spiroidali formate da uno o più strati di fili avvolti intorno ad un filo centrale; funi a trefoli formate da un nucleo centrale, normalmente in canapa impregnata di grasso, attorno al quale si avvolgono 6 (o più) funi spiroidali, dette in questo caso trefoli. Vengono impiegate in campo forestale anche altre due formazioni particolari: 72 funi Ercole, costituite da una parte centrale spiroidale e da uno strato esterno di trefoli, vengono usate prevalentemente come portanti di teleferiche avendo dei carichi di rottura, a parità di altre caratteristiche, superiori ai tipi di fune precedenti; funi compattate e martellate, costituite da fili a sezione sagomata anziché circolare. Avendo una sezione metallica maggiore, a parità di altre caratteristiche, hanno dei carichi di rottura superiori; vengono impiegate sia come portanti che come traenti in modo particolare nelle stazioni motrici mobili.

73 Funi d acciaio 73 Quando si utilizzano funi d acciaio si deve prestare particolare attenzione al loro maneggio: è estremamente pericoloso indossare anelli, perché potrebbero essere agganciati da fili rotti della fune. Necessario l utilizzo di guanti. Le funi, di norma, vengono svolte manualmente facendo attenzione a che non si formino asole o cappiole le quali, se la fune viene messa in tensione, possono provocarne deformazioni permanenti e rotture. Nello scegliere le funi, si deve tenere conto del coefficiente di sicurezza, cioè del rapporto minimo che ci deve essere fra il carico di rottura della fune e lo sforzo massimo al quale si prevede che la fune possa essere assoggettata.

74 Abbattimento e allestimento con macchine 74 Macchine abbattitrici (feller) o abbattitrici-allestitrici (harvester). Afferrano le piante, le recidono alla base con una cesoia idraulica, con una sega a disco o, più frequentemente, con una sega a catena mossa da un motore idraulico e le depositano ordinatamente nel luogo desiderato, anche trasportandole ad alcune decine di metri di distanza; sono equipaggiate con dispositivi per orientare la direzione di caduta dell albero.

75 Macchina con testa abbattitrice 75 Le macchine abbattitrici sono costituite da un veicolo semovente a trazione integrale (gommato o cingolato) frontalmente al quale, anche all estremità di un braccio brandeggiabile, si trova la testa abbattitrice azionata idraulicamente. Il veicolo può essere costruito appositamente per questo impiego oppure può essere costituito dalla parte motrice di una macchina movimento terra. Queste macchine, come i trattori, devono muoversi sempre lungo le linee di massima pendenza, per evitare il rischio di ribaltamento. Devono essere dotate di strutture di protezione in caso di ribaltamento, e contro il rischio di caduta di materiali dall alto.

76 Macchina con testa abbattitrice 76 Durante il lavoro nessun operatore a terra deve trovarsi nel raggio di azione della macchina. Il collegamento della testa abbattitrice alla macchina deve esser effettuato con attenzione per evitare schiacciamenti o investimenti; coordinandosi con l eventuale aiutante a terra. Durante il lavoro deve essere utilizzata la cintura di sicurezza in dotazione alla macchina. Nell utilizzo di queste macchine l operatore può risultare esposto a livelli di rumore e vibrazioni pericolosi per la salute.

77 Abbattimento e allestimento con macchine abbatti-allestitrici 77 Esistono delle macchine abbattitrici-allestitrici (harvester) e delle macchine allestitrici (processor). Sono formate da un veicolo semovente sul quale, all estremità di un braccio brandeggiabile, è montata l attrezzatura per l abbattimento e l allestimento (sramatura e sezionatura) degli alberi. Questa afferra le piante, le recide alla base con una sega a catena mossa da un motore idraulico, le inclina nella direzione di atterramento, le srama tirandole contro dei coltelli stretti intorno al fusto, le seziona alle lunghezze volute e deposita i toppi ordinatamente nel luogo desiderato, anche suddividendoli per assortimento. Le macchine processor che svolgono l allestimento di alberi già abbattuti.

78 Sramatura manuale 78 La sramatura consiste nel tagliare, dal fusto abbattuto, i rami ed il cimale. Viene normalmente eseguita con una motosega, di tipo leggero o medio. Viene fatta normalmente sul letto di caduta, talvolta anche dopo l esbosco. Nell utilizzazione dei cedui, nei tagli di avviamento e nei primi diradamenti in soprassuoli transitori, interventi dai quali si ricava essenzialmente legna da ardere, si può impiegare la roncola per la sramatura e la sezionatura dei rami e dei fusti più piccoli.

79 Sramatura manuale Durante questa operazione con l impiego della motosega si deve fare attenzione a non toccare di punta rami nascosti (rischio di rimbalzo, kick-back), Appoggiando il corpo della motosega sul fusto vi si scarica il peso e si riduce la trasmissione di vibrazioni a mani e braccia, usando la motosega come una leva con fulcro nel punto di appoggio con il fusto. Su terreni inclinati, l operatore deve porsi a monte del fusto per non essere coinvolto da movimenti imprevisti del tronco, che può spostarsi verso valle. 79

80 Sezionatura manuale Viene effettuata prevalentemente sul letto di caduta utilizzando la motosega. appoggiare il più possibile la motosega al tronco per scaricarvi il peso e ridurre la trasmissione di vibrazioni a mani e braccia; nei terreni in pendenza posizionarsi a monte del fusto da sezionare ed in ogni caso scegliere posizioni di lavoro sicure per non essere coinvolti in movimenti pericolosi del tronco; la motosega deve essere impugnata saldamente, facendo attenzione a non entrare di punta nel legno per evitare fenomeni di rimbalzo (kick-back). 80

81 Nastro metrico autoavvolgente 81 È' un nastro metrico di diversa lunghezza (15, 20, 25 m), utilizzato per misurare gli assortimenti da sezionare, dotato ad un estremità di un uncino mobile e fissato all altra estremità ad un tamburo azionato da una molla a spirale che ne consente il rapido riavvolgimento. Con un leggero strappo al nastro si libera l estremità con l uncino e rapidamente viene riavvolto dalla molla sul tamburo. Questo movimento rapido di riavvolgimento del nastro deve essere controllato con una mano per evitare il rischio che colpisca occhi, volto ed altri parti del corpo.

82 Scortecciatura manuale 82 La scortecciatura, totale o parziale, in bosco sul letto di caduta, può essere fatta con attrezzi taglienti (accetta e vari tipi di scorteccino) oppure con scortecciatrici meccaniche portatili. Scortecciatrici portatili (su motosega o decespugliatore) Sono costituite da una testa fresante mossa da motori di motosega. Sono faticose da usare e sono convenienti, rispetto agli attrezzi manuali, soltanto quando il legname non è in succhio (al di fuori della stagione vegetativa). Dello stesso tipo, esiste una testa scortecciatrice che può essere montata all estremità dell asta di decespugliatori portatili.

83 SCORTECCIATRICI MECCANICHE 83 Disco Testa fresante Rotore

84 Concentramento Per concentramento si intende la movimentazione del materiale dal letto di caduta alle vie di esbosco (piste, risine, linee di teleferica) o direttamente alle strade. Nel concentramento ogni pezzo segue, almeno in parte, un suo proprio percorso, orientato secondo le linee di massima pendenza, non particolarmente preparato, sul terreno naturale del bosco, scivolando per gravità o venendo tirato a strascico. Le distanze normali di concentramento sono dell ordine delle decine di metri. Può avvenire: A strascico con animali Per avvallamento libero A strascico con verricelli 84

85 A strascico con verricelli Nello strascico con verricello la macchina sta ferma. Consiste nel trascinare il legname mediante una fune di acciaio azionata da un verricello, lungo le linee di massima pendenza. Il lavoro consiste nello svolgere la fune del verricello fino a raggiungere i tronchi, agganciarli alla fune stessa per mezzo di catene e ganci scorrevoli e trascinarli fino al verricello. Nella fase di avvolgimento della fune sul tamburo del verricello bisogna evitare di accompagnarla o guidarla direttamente con le mani per il rischio di impigliamenti. 85

86 A strascico con verricelli 86 I tronchi vengono riuniti in fasci e agganciati per mezzo di catene, per fare questo ci si aiuta con lo zappino, sia per spostarli che per sollevarli quanto basta per passarci sotto la catena di aggancio. Il percorso dei tronchi deve essere seguito a vista dall addetto al carico che segnali all addetto al verricello, anche a mezzo radio, eventuali ostacoli od impuntamenti del carico. In questo caso il tiro deve essere immediatamente interrotto. In ogni caso i segnali di comando vanno preventivamente e chiaramente concordati tra gli operatori.

87 A strascico con verricelli 87 Impiegando carrucole si deve fare attenzione a non trovarsi all interno di quello che è chiamato l angolo della morte, l angolo chiuso formato dai due rami di fune rinviati sulla carrucola. Il dimensionamento e l accoppiamento delle carrucole, dei capichiusi di ancoraggio, come delle catene di collegamento dei tronchi, deve essere fatto tenendo ben presenti le rispettive portate e basandosi sulla forza massima di trazione del verricello.

88 Verricelli montati su trattore. Prendono il movimento dalla p.d.p. del trattore tramite un giunto cardanico. Sono costituiti da una struttura metallica che racchiude il tamburo con la fune, gli organi di trasmissione e di comando, oltre a supportare lo scudo inferiore ed eventuali protezioni per il trattore. I comandi di azionamento possono essere di tipo meccanico, o elettroidraulico; quest ultimo può essere azionato tramite telecomando o radiocomando. Può essere presente un meccanismo di comando di tipo ad uomo presente che arresti automaticamente il tiro e freni la fune da uno svolgimento incontrollato. 88

89 Verricelli montati su trattore Operano normalmente in tiro diretto, venendo ancorati al terreno mediante lo scudo del verricello. Le funi devono essere dimensionate sulla forza massima di trazione del verricello in accordo con quanto indicato dal costruttore. La fune del verricello deve essere controllata periodicamente per verificarne lo stato di usura e per procedere alla sua sostituzione o all eliminazione delle parte terminale più soggetta a deterioramento. 89

90 Esbosco 90 Percorsi appositamente attrezzati (le vie di esbosco) attraverso i quali il materiale riunito in carichi viene portato fino ad un piazzale di deposito, l imposto, punto di carico di autotreni, autocarri o anche soltanto di trattori e rimorchi, localizzato lungo una strada camionabile o trattorabile. La via o linea di esbosco può essere permanente (pista di strascico, linea di avvallamento naturale) o temporanea (linea di gru a cavo, risina artificiale in canalette di polietilene). Le distanze di esbosco sono normalmente dell ordine delle centinaia di metri; distanze superiori al chilometro sono indici dell inadeguatezza della rete di strade.

91 Avvallamento obbligato 91 Per esboscare su distanze maggiori di 100 m, si concentra il legname su appositi percorsi lungo i quali questo lavoro è agevolato da pendenze più regolari, dall assenza di ostacoli e da accorgimenti atti a facilitare il movimento dei tronchi. Questi percorsi possono essere naturali (impluvi, vallecole, canaloni) o artificiali temporanei chiamati risine, formati da mezzi tubi di lamiera di 2-3 m di lunghezza o di polietilene di 4-5 m di lunghezza, collegati fra loro ed ancorati al terreno.

92 Canalette o risine Pendenza minima per poter avvallare è del 20%, pendenza ottimale 25-35%, 40% max. Su pendenze superiori, le linee vengono montate trasversalmente. La distanza più opportuna fra le linee di risine va da 20 m nel caso di tagli forti, con molto materiale come nelle normali utilizzazioni di ceduo, a 50 m nel caso di tagli deboli. L energia acquisita dal materiale può raggiungere velocità dell ordine di m/s (oltre 70 km/h). Sostare lontano dalla linea, a valle del punto di carico, in modo particolare nella zona dello scarico, per il rischio di essere colpiti da pezzi che possono rimbalzare in direzioni impreviste. 92

93 A strascico con trattori 93 Nell esbosco a strascico con trattori le teste dei tronchi possono toccare in terra o, meglio, essere sollevate da terra, cosa che riduce la resistenza all avanzamento. in questo caso il trattore è sollecitato all impennamento. Se le teste dei tronchi appoggiano su di un supporto in prossimità del retrotreno del trattore o sono collegate con un verricello carrellato, in modo da non sollecitare il trattore all impennamento, si parla di semistrascico.

94 A strascico con trattori I tipi più comuni di trattore impiegati nell esbosco a strascico sono: 1. trattori agricoli a doppia trazione (d.t.): meno agili dei cingolati e dei trattori articolati specializzati e meno stabili. impiego limitato a terreni e percorsi facili, buona rete di piste; tirando in salita sono pericolosi perché si impennano facilmente; per aumentare la stabilità si impiegano zavorre; 94

95 A strascico con trattori 2. miniarticolati (piccoli trattori articolati): adatti i tipi più pesanti. La distribuzione dei pesi è favorevole; il baricentro è molto basso, grazie alla particolare struttura del mezzo; raggi di sterzata molto piccoli ed una elevata maneggevolezza del mezzo. opportunamente zavorrati, sono i più adatti per l esbosco di legname di piccole e medie dimensioni; possono transitare su piste strette; non sono adatti allo strascico di legname di grandi dimensioni; 95

96 A strascico con trattori 3. trattori cingolati. grande stabilità (baricentro basso, spostato in avanti); elevata forza di trazione grazie alla grande aderenza dei cingoli e grande manovrabilità; poco conveniente il loro impiego su distanze di esbosco superiori ai m difficoltà per il divieto d circolazione su strade pubbliche. Si ricorre perciò ai cingolati, nell esbosco a strascico, soltanto quando l impiego di trattori a ruote non è possibile; 96

97 A strascico con trattori 4. trattori articolati (skidder): macchine specializzate per l esbosco a strascico. quattro grandi ruote motrici; peso rilevante (fino al doppio di trattrici agricole di uguale potenza) gravante prevalentemente sull asse anteriore; possono esercitare grandi sforzi di trazione; telaio articolato che dà loro una grande maneggevolezza. larghi, da 2,2 a 2,5 m, per garantire una sufficiente stabilità; equipaggiati con verricello a 1 o a 2 tamburi. Talvolta anche con pinze a comando idraulico anteriormente montano una lama per accatastare il legname agli imposti. 97

98 A strascico con trattori 98 I trattori agricoli (d.t. e cingoli), compreso i miniarticolati, sono mezzi costruiti per il lavoro in agricoltura: sono quindi mezzi idonei a muoversi ed operare su terreni meno impervi ed accidentati di quelli forestali. Per il lavoro in bosco questi mezzi devono essere equipaggiati con zavorre e con una serie di robuste protezioni.

99 Con trattore e rimorchio o con trattore portante trattrici agricole d.t. e rimorchi; transporter, piccoli trattori portanti muniti di un cassone o piano di carico con 4 ruote motrici uguali, piccole. La legna viene normalmente caricata a mano da 2-4 operatori (1 trattorista con 1-3 aiutanti). Per l esbosco ed il trasporto di legname di medie e grandi dimensioni vengono impiegati trattori con rimorchio e trattori articolati portanti (forwarder), in questo caso equipaggiati di gru idraulica, su piste e su strade trattorabili, ma troppo strette per autocarri. 99

100 Gru idraulica Sono equipaggiate con pinza da legname. Durante l impiego gli stabilizzatori devono essere posti in opera per garantire la stabilità del mezzo. E un apparecchio di sollevamento e deve (se di portata superiore ai 200 kg) essere verificata periodicamente (1-2 anni) da parte delle Aziende USL competenti per territorio. 100 Il posto di manovra deve essere raggiungibile in modo sicuro e, se posizionato in alto, provvisto di adeguati sistemi di trattenuta; devono essere presenti i dispositivi contro l azionamento accidentale dei comandi e ben evidenziate le indicazioni delle manovre e delle portate. Durante le operazioni di carico nessuno deve stazionare sotto i carichi sollevati.

101 A soma con trattore - legna da ardere corta Generalmente vengono utilizzati normali trattori agricoli gommati a doppia trazione che portano, sul sollevatore idraulico posteriore e sulla parte anteriore, dei contenitori - gabbie - all interno dei quali viene caricata manualmente la legna da ardere in posizione parallela all asse longitudinale del trattore. Il sistema necessita di piste per l esbosco, permanenti o temporanee, percorribili dai trattori. Attraverso questa viabilità forestale secondaria, la legna da ardere viene portata fino agli imposti. 101

102 Gabbie La gabbia posteriore è il contenitore principale che consente di effettuare carichi di q. di legna da ardere. La gabbia frontale, oltre ad aumentare la capacità di carico totale, ha la funzione di zavorra. La sua capacità è compresa tra 6 e 12 q. La gabbia posteriore è applicata all attacco a tre punti, sostituendo il puntone (terzo punto) con un martinetto idraulico a doppia azione. 102 La Circolare del Ministero del Lavoro n. 8-24/05/2012 chiarisce che tali attrezzature di lavoro si configurano come attrezzature intercambiabili, D.Lgs. 17/2010, soggette a marcatura CE.,

103 Fascinatrice per legna 103 Sono presse, montate posteriormente o anteriormente alla trattrice, in grado di formare fascine di peso variabile a seconda della ditta costruttrice (generalmente da 1 mc).

104 Teleferica tipo gru a cavo 104 Sono impianti provvisori per il solo trasporto di materiale in bosco. Sono dotate di una fune portante fissata alle estremità, montata su una o più campate e, se necessario, tenuta sollevata da terra mediante staffe appese a cavalletti. La fune portante è generalmente tesa tramite un tamburo montato sull argano (stazioni motrici mobili). Sulla fune portante scorre un carrello complesso che si può bloccare sulla portante e caricare o scaricare lungo tutta la linea. Proprio per questa caratteristica le gru a cavo sono dei mezzi di esbosco veri e propri e, poiché in parte (fino a circa 50 m ai lati della linea) possono agganciare il legname sul letto di caduta e trascinarlo sotto al carrello, possono essere considerate anche dei mezzi di concentramento.

105 Teleferica tipo gru a cavo Il carrello scorre sulla fune portante, scendendo per gravità, ed è tirato e frenato da una fune traente che si avvolge sul tamburo di un argano. Giunto al punto di carico si arresta e, allentando la traente, questa fila attraverso il carrello e cala a terra il gancio. A questo viene collegato il carico che, tirando la traente, viene prima trascinato sotto la portante (concentramento) e poi issato e bloccato al carrello. Quindi il carrello si sblocca e sale o scende lungo la portante fino al punto di scarico, dove, con analoga manovra, il carico viene calato a terra. Sono linee di esbosco temporanee, devono essere montate in occasione di ogni singolo esbosco. Servono un area larga da 50 a 100 m. 105

106 Cippatura 106 La cippatura consiste nel triturare ramaglia, fusti di piccolo diametro o scarti di lavorazione riducendoli in scaglie di legno di piccole dimensioni. Queste scaglie, o cips, vengono impiegate per il riscaldamento, per l industria dei pannelli, per le cartiere, per l estrazione di sostanze ecc.. Certi tipi di sminuzzatrice sono in grado di cippare fusti interi, con tutta la chioma. In questo caso la cippatura sostituisce sia la sramatura che la sezionatura, permettendo di ridurre i tempi ed i costi dell allestimento.

107 Sminuzzatrici o cippatrici Esistono cippatrici mobili a disco, a tamburo, a vitone. cippatrici a disco disco d acciaio, di 1-2 m di diametro, che monta da 1 a 4 coltelli; il disco gira a giri al minuto. rulli di alimentazione mossi da motori idraulici. 107 Nelle cippatrici più piccole (per legna fino a circa 20 cm di diametro) la legna viene normalmente imboccata a mano; le cippatrici maggiori vengono alimentate con gru idrauliche, che scaricano la legna su nastri o catene trasportatrici o la imboccano direttamente nei rulli. I cips, attraverso una specie di camino a collo d oca,sono soffiatii in alto e caricati sul mezzo di trasporto.

108 Sminuzzatrici o cippatrici cippatrici a tamburo tamburo di 0,5-1,5 m di diametro con asse orizzontale, sulla cui periferia sono montati 2-4 o più coltelli. cips meno apprezzati per la fabbricazione di pannelli, per pasta legno e per cellulosa. cippatrici a vitone organo a forma di tozza vite conica, con filetto affilato. possono lavorare quasi esclusivamente fusti. 108 adatte per ottenere cips grandi, lunghi fino a 8 cm, per combustione. Le macchine più grandi vengono alimentate con gru idraulica

109 Opere connesse al taglio Principali macchine movimento terra 109 Apripista (Bulldozer) Terna Escavatore

110 Macchine movimento terra 110 Divieto trasporto persone Divieto di sollevamento e trasporto persone

111 Macchine movimento terra 111 Lavori in prossimitá di linee elettriche aeree o sotterranee o altre condutture Sollevamento dei carichi con il mezzo meccanico

112 IL RISCHIO BIOLOGICO 112

113 DEFINIZIONI 113 MICRORGANISMO: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico. AGENTE BIOLOGICO: qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente modificato, o coltura cellulare che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni.

114 CLASSIFICAZIONE 114 La pericolosità degli agenti biologici è caratterizzata da: INFETTIVITA : capacità di un microrganismo di penetrare e moltiplicarsi nell ospite. PATOGENICITA : capacità di produrre una malattia TRASMISSIBILITA : capacità del microrganismo di venire trasmesso da un soggetto infetto ad uno suscettibile NEUTRALIZZABILITA : disponibilità di efficaci misure profilattiche per prevenire la malattia o terapeutiche per la sua cura

115 CLASSIFICAZIONE (I) (art. 268 del T.U.) 115 Classificazione in base al rischio di infezione per l uomo. GRUPPO 1 Agenti con poca probabilità di causare malattie in soggetti umani GRUPPO 2 Es: Tetano Agenti che possono causare malattie nell uomo e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghino nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche

116 CLASSIFICAZIONE (II) (art. 268 del T.U.) 116 GRUPPO 3 Agenti che possono causare malattie gravi nell uomo e costituire un serio rischio per i lavoratori; possono propagarsi nella comunità; ma di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche Es: Brucellosi Tubercolosi GRUPPO 4 Agenti che possono causare malattie nell uomo e costituire un serio rischio per i lavoratori; elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche Es: Ebola

117 CASI DI MALATTIE INFETTIVE REGIONE TOSCANA RICKETTSIOSI TETANO TUBERCOLOSI

118 TETANO (I) Agente: Clostridium tetani (Batterio) (gruppo 2) 118 L intestino degli animali erbivori è un serbatoio d infezione MODALITA DI TRASMISSIONE Le spore molto resistenti hanno come habitat il terreno (rimangono vitali per mesi) e l intestino degli animali La trasmissione avviene per contaminazione di ferite della cute da parte di terreno, materiale contaminato da feci o per contato con attrezzature contaminate. Le ferite più a rischio sono quelle estese, ma non è da escludere la trasmissione anche con ferite lievi (es. puntura da spine)

119 TETANO (II) SINTOMI Agente: Clostridium tetani (Batterio) (gruppo 2) 119 Una volta penetrata attraverso la ferita la spora si trasforma nella forma bacillare la quale moltiplicandosi produce una potente tossina che attacca il SNC PREVENZIONE Vaccinazione antitetanica Legge 5 marzo 1963 n 292 Art 1: obbligatoria la vaccinazione antitetanica per le seguenti categorie di lavoratori: lavoratori agricoli (pastori, allevatori di bestiame, stallieri, ecc) Comuni norme igieniche

120 ZECCHE (I) 120 HABITAT È una specie di acaro presente in tutta Italia fino a 1500mt di altitudine Vive sul terreno e sull erba in zone di sottobosco o al margine dei campi Predilige i climi temperati e l umidità Adulto femmina Adulto maschio Ninfa Larva NINFA : si nutre su roditori ADULTO: si nutre su varie specie di mammiferi

121 MALATTIA DI LYME (Borrelliosi) Agente:Borriella burgdorferi (Batterio) (gruppo 2) 121 MODALITA DI TRASMISSIONE Attraverso la puntura delle zecche che fungono da vettore. SINTOMI ERITEMA MIGRANTE I STADIO: manifestazione di un eritema intorno alla zona della puntura (da 2 a 40gg) II STADIO: irritazione della pelle, dolori articolari e danni al SNC (dopo alcuni mesi) III STADIO: i disturbi (artrosi, particolarmente localizzata alle ginocchia) si possono ripresentare (dopo un anno)

122 ZECCHE (II) 122 STAGIONI A MAGGIOR RISCHIO DI INFEZIONE Da febbraio/marzo a ottobre/novembre con un rischio maggiore nei mesi primaverili ed autunnali La zecca parassita persone o animali con i quali viene a contatto Punge in modo indolore e aderisce saldamente alla pelle nutrendosi di sangue, fungendo da vettore per numerose patologie

123 ZECCHE (III) IN CASO DI PUNTURE 123 Recarsi immediatamente al Pronto Soccorso per una rimozione immediata. L uso di pinzette idonee solo da personale esperto. Disinfettare la ferita per ridurre il rischio di infezione Segnare la data di puntura e tenere sotto osservazione per 40gg l eventuale comparsa di un eritema o di febbri (consultare il medico) Abbigliamento chiaro che copra tutta la superficie corporea Corrette prassi igieniche PREVENZIONE Repellenti che contengono DEET (N, N-dietil-meta-toluamide) sugli abiti

124 MORSO DI VIPERA (I) 123 HABITAT Luoghi tranquilli e soleggiati come pietraie, muri a secco, fascine di legna, rive di stagni o corsi di acqua, ecc. Frequentemente a terra, raramente su alberi o cespugli

125 MORSO DI VIPERA (II) 124 Unica caratteristica certa e di facile identificazione serpente vipera Veleno pericoloso per l uomo ed in rari casi anche mortale SINTOMI Locali: dolore, arrossamento, gonfiore dopo 10 min, crampi Generalizzati: dopo min cefalea, vertigine, tachicardia, vomito, shock mortale.

126 MORSO DI VIPERA (III) 125 Sdraiare e mantenere calmo l infortunato Uso di laccio per ridurre la circolazione e così anche l assorbimento del veleno Disinfettare la zona del morso Trasporto al Pronto Soccorso INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSO Somministrazione siero antiofidico: competenza quasi esclusivamente ospedaliera INTERVENTI PREVENTIVI Norme di buon comportamento ed uso di indumenti adatti

127 Grazie per l attenzione 127

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