Come Divorziare: Informazioni

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1 Come Divorziare: Informazioni In questa sezione vengono proposti approfondimenti sulle tematiche collegate al divorzio. Spiegazioni utili per chi vuole divorziare dalla moglie o dal marito e vuole informarsi sulle modalità e le implicazioni del divorzio. La Procedura di Divorzio Step by Step Ecco spiegata, passo per passo, la procedura di divorzio. Vengono analizzate step by step tutte le fasi necessarie per divorziare dal proprio partner. I Motivi della Richiesta di Divorzio Per quali motivi è possibile divorziare in Italia? La procedura di divorzio in Italia può essere avviata in sei casi distinti: 1.Dopo 3 anni dall'omologa della separazione consensuale. 2.Dopo 3 anni dalla sentenza definitiva di separazione giudiziale (con sentenza definitiva si intende che la sentenza è passata in giudicato, cioè non è più impugnabile). 3.Se l'altro coniuge è stato condannato con sentenza definitiva all'ergastolo o ad una pena superiore a 15 anni, oppure a qualsiasi pena detentiva per incesto o per delitti contro la libertà sessuale, per induzione o sfruttamento della prostituzione; per omicidio volontario di un figlio o per tentato omicidio del coniuge o di un figlio; per lesioni aggravate, violazione degli obblighi di assistenza familiare, maltrattamenti, circonvenzione d'incapace ai danni del coniuge o di un figlio. 4.Se l'altro coniuge, cittadino straniero, ha ottenuto all'estero l'annullamento o lo scioglimento del matrimonio o ha contratto all'estero un nuovo matrimonio. 5.Se il matrimonio non è stato consumato. 6.Se è passata in giudicato la sentenza con cui l'altro coniuge ha cambiato sesso. La Domanda di Divorzio Come si presenta le domanda per divorziare? La domanda di divorzio può essere presentata seguendo due strade alternative: la domanda di divorzio congiunto e la domanda di divorzio giudiziale.

2 Domanda di divorzio congiunto. Seguendo questa modalità la domanda per divorziare viene presentata in modo congiunto da entrambi i coniugi, nel caso siano concordi circa gli effetti che produrrà il divorzio. In questo caso è permessa l'assistenza di un unico legale. Il tribunale che seguirà la pratica di divorzio sarà quello in cui i coniugi avevano l'ultima residenza in comune, oppure dove risiede attualmente uno dei due. Precisiamo che per la causa di separazione consensuale, cosi come per il divorzio congiunto, non è più possibile agire senza l'assistenza di un legale a seguito dell'introduzione del Decreto Competitività emanato nel Domanda di divorzio giudiziale. Nel caso non ci sia l'accordo sul divorzio, uno dei due coniugi deve rivolgersi ad un legale, che procederà con la presentazione del ricorso. Nel ricorso per il divorzio l'avvocato andrà a riportare oltre alle generalità dei coniugi i seguenti dati: l'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto le relative conclusioni sui quali si fonda il ricorso per il divorzio i mezzi di prova che intende presentare deve essere inoltre riportata la presenza di figli legittimi/legittimati/adottivi. In seguito alla presentazione del ricorso per il divorzio, il Presidente del Tribunale fisserà l'udienza di comparizione che, unitamente al ricorso, deve essere notificata dal ricorrente al convenuto entro i termini indicati dal Presidente. La Prima Udienza per il Divorzio Esistono procedure differenti a seconda che si tratti di divorzio congiunto o giudiziale. Per la procedura di divorzio congiunto è sufficiente lo svolgimento di una sola udienza. La Legge richiede che i coniugi compaiano personalmente in Tribunale per essere ascoltati. Nel colloquio si verifica che la comunione spirituale e materiale non possa essere più mantenuta o ricostituita. In Camera di Consiglio si valuta che il contenuto del ricorso sia conforme alla normativa vigente, si verifica l'esistenza di uno o più requisiti previsti nell'art. 3 L. 898/70, e si emette quindi la sentenza di divorzio. Il divorzio giudiziale si svolge invece davanti al Presidente del Tribunale, che ha il compito di tentare la conciliazione tra i coniugi, che devono essere entrambi presenti con il proprio avvocato difensore.

3 Se la conciliazione da parte del Presidente non va a buon fine, egli procederà con l'emanazione di un'ordinanza in cui vengono indicati i provvedimenti provvisori ed urgenti da applicare nell'interesse sia dei due coniugi che dei figli (ad esempio: assegno di mantenimento, regolamentazione del diritto di visita, ), generalmente facendo proprie le condizioni stabilite in sede di separazione, ma è libero di disporre diversamente. Inoltre il Presidente può ascoltare i figli anche se hanno un'età inferiore ai 12 anni, purché siano capaci di discernimento (L.54/06 art.155 sexies). Nella stessa ordinanza il Presidente del Tribunale nominerà un Giudice Istruttore, incaricato di seguire la causa di separazione e fisserà anche la data dell'udienza di comparizione e trattazione davanti a quest'ultimo. Il procedimento di divorzio proseguirà poi con il rito ordinario. Le Successive Udienze per Divorziare Solo nel caso di divorzio congiunto si hanno ulteriori udienze secondo il rito ordinario del processo civile. La Sentenza di Divorzio Nel divorzio congiunto la sentenza viene decisa in camera di Consiglio a seguito della prima e unica udienza. La sentenza di divorzio viene quindi notificata a entrambe le parti e ne verrà data comunicazione anche all'ufficiale di Stato Civile per l'annotazione in calce all'atto di matrimonio. Il divorzio giudiziale invece si conclude con sentenza del tribunale composto di tre giudici. La sentenza precisa: L'eventuale assegno divorzile e/o l'assegno di mantenimento a favore del coniuge o della prole La destinazione della casa coniugale e dei relativi altri beni di proprietà L'affido dei figli con specifica delle modalità e dei tempi di visita. Si precisa che qualora il Tribunale, posteriormente alla sentenza, ravvisi (anche grazie alla raccolta di prove da parte di uno dei coniugi) che le condizioni relative ai figli contrastano con l'interesse di quest'ultimi, potrà adottare provvedimenti provvisori ed urgenti nell'interesse dei coniugi e della prole. Se l'accertamento delle questioni sopra indicate dovesse comportare una istruttoria lunga e complessa, la legge sul divorzio prevede che il Tribunale pronunci "sentenza non definitiva di divorzio", cioè una sentenza che non definisce completamente il processo, che prosegue in ordine a tali questioni accessorie, ma che definisce la questione relativa allo stato civile dei coniugi.

4 Nel caso di sentenza non definitiva di divorzio, la parte che non condivide la decisione presa dal Tribunale deve ricorrere con appello immediato, in quanto non è ammessa per legge riserva di appello. L'appello immediato potrà essere fondato soltanto su errores in procedendo o su altre questioni di legittimità. Precisiamo inoltre che prima che venga emessa la sentenza di divorzio, non è possibile richiedere una decisione definitiva sul mantenimento. Così ha stabilito la Corte di Cassazione con sentenza n del 22 aprile Le Tempistiche del Divorzio Lo Stato Attuale: I Tempi Necessari per Divorziare Quanto tempo serve per divorziare? I tempi necessari per divorziare variano in relazione al tipo di procedura di divorzio scelta. Per ottenere il divorzio congiunto i tempi variano da 2 a 9 mesi dal deposito del ricorso all ottenimento della sentenza. La tempistica è variabile a seconda del carico di lavoro e delle modalità organizzative dei singoli uffici giudiziari, salvo criticità. Per ottenere il divorzio giudiziale, in seguito alle modifiche introdotte con la Legge 80/2005, i tempi necessari per ottenere il divorzio sono stati ridotti. Bisogna però tenere presente che, siccome la procedura di divorzio avviene tramite più udienze (e possono passare anche vari mesi tra un udienza e l altra), potrebbe essere necessario anche più di un anno per ottenere la sentenza definitiva di divorzio, essendo necessari a volte anche approfondimenti peritali. Il tipo di procedimento scelto per divorziare condiziona la durata della causa e i costi. La procedura che porta al divorzio congiunto è più semplice, meno costosa e si conclude in minor tempo. Un procedimento congiunto di divorzio si esaurisce mediamente in 250 giorni, mentre se si procede con il divorzio giudiziale occorrono in media 508 giorni.

5 Va anche tenuto presente che, proprio per questa ragione, non sempre una causa di divorzio termina con lo stesso tipo di rito (congiunto o giudiziale) con cui era stata iniziata. Solitamente è più frequente che si passi dal divorzio giudiziale a quello consensuale. Anche per questo motivo la durata della causa di divorzio varia: passando dal procedimento giudiziale a quello consensuale, infatti, permette anche di ridurre notevolmente i tempi. La Proposta di Legge del Divorzio Breve in Italia La proposta di legge del "Divorzio Breve" mira alla riduzione del tempo richiesto per richiedere il divorzio una volta ottenuta la separazione. Attualmente, come visto nella sezione relativa alla procedura di divorzio, occorre lasciare passare 3 anni, come stabilito dalla legge del 1970 sul divorzio (già modificata nel 1989 con una riduzione dell attesa). Presentata congiuntamente da esponenti di PDL e PD (Marcello De Angelis e Maurizio Paniz del Popolo della Libertà e Sesa Amici del Partito Democratico) la proposta del Divorzio Breve ha lo scopo di ridurre da 3 a 1 anno il tempo che deve intercorrere tra la sentenza di separazione e il divorzio effettivo nei casi in cui esiste un consenso tra i due coniugi I tempi di approvazione sembrano sempre più incerti. Il provvedimento era in Commissione Giustizia alla Camera nel settembre Doveva quindi essere votato dall Aula e passare al vaglio del Senato. Ad oggi (gennaio 2012) non ci sono però aggiornamenti in merito. I Tempi del Divorzio in Europa In Europa, mediamente, il tempo necessario per ottenere il divorzio è inferiore rispetto all Italia. Il motivo si può attribuire al fatto che in Europa non si fanno due processi separati per la separazione e per il divorzio, bensì si procede direttamente con la procedura divorzile. Ecco alcuni i dati emersi dal rapporto della Commissione Europea per l'efficienza della giustizia sullo stato dei sistemi giudiziari in 45 stati su 47 membri del Consiglio d'europa: Italia: 634 giorni per ottenere il divorzio Francia: 447 giorni Portogallo: 325 giorni Germania: 321 giorni Spagna: il tempo necessario per divorziare oscilla tra i 90 i 180 giorni.

6 Quanto Costa Divorziare? Per stimare un costo realistico della procedura di divorzio abbiamo utilizzato sia i tariffari base che un metodo empirico basato su segnalazioni dei nostri utenti che, come voi, stanno navigando in questo momento. Se volete aggiornare la statistica e portare un contributo al sito inviateci via il vostro dato. I costi del divorzio: Costo del divorzio congiunto: da a Costo del divorzio giudiziale: da a (giudiziale con 4 5 udienze). I valori sopra riportati tengono conto delle spese che sicuramente vanno affrontate (diritti di avvocato e spese generali su onorari e diritti) ma possono variare in relazione al grado di giudizio (le cause davanti alla Corte d appello o alla Cassazione costano più di quelle in primo grado), il numero di udienze al quale partecipa il legale, l eventuale trattazione della questione dell affidamento dei figli, il valore dei beni oggetto di trasferimento (per il cui atto oggi non più obbligatorio ricorrere al notaio), etc. Risparmiare Costi nel Processo di Divorzio I processi di separazione e divorzio sono esentati dagli obbligo di versamento tipici di qualsiasi altro procedimento. Non devono quindi essere sostenuti costi aggiuntivi per la propria difesa. Inoltre la legge sul gratuito patrocinio garantisce l assistenza di un avvocato a propria discrezione, a patto che l avvocato sia abilitato e iscritto nelle liste per il patrocinio a spese dello Stato. Per poter beneficiare del Patrocinio gratuito a spese dello Stato, bisogna rispettare il seguente requisito: avere un reddito annuo imponibile inferiore a ,16 euro (importo definito dal Ministero, qui alla data del ).

7 Divorzio ed Eredità Importanti effetti in tema di diritto ereditario ineriscono alla sentenza di divorzio. Tale pronunzia, infatti, eliminando il rapporto di coniugio, comporta, in capo all ex coniuge superstite, sia la perdita della qualità di successore legittimo che di erede legittimario ex art. 536 c.c. Nessun motivo di legge sembrerebbe essere invece ostativo a che un ex coniuge, nel redigere le proprie volontà testamentarie, includa tra gli eredi l altro ex coniuge, nell ottica di uno ius disponendi del testatore che contempla l ex coniuge al pari di qualunque altro erede designato. Tale ipotesi deve comunque ritenersi, nella realtà, residuale. E non è da sottovalutare l importanza sulla validità di una tale disposizione a seconda dei casi in cui il testamento sia stato redatto antecedentemente o, al contrario, successivamente, la sentenza di divorzio. I sopradescritti effetti del divorzio cominciano a decorrere, ex art. 10 L. n. 898/1970, dal giorno dell annotazione della sentenza presso l Ufficio della Stato civile. Assegno Successorio L art. 9 bis della l. n. 898/1970 prevede però, in tema di solidarietà post coniugale, a favore dell ex coniuge superstite, un diritto ad un assegno periodico a carico dell eredità, detto assegno successorio. Presupposti affinché tale richiesta sia legittimamente avanzata sono: la titolarità del diritto dell assegno divorzile (ex art. 5 della legge sul divorzio) lo stato di bisogno, da intendersi come incapacità al soddisfacimento dei bisogni primari essenziali. La valutazione del se e del quantum dell assegno a carico dell eredità è comunque rimessa al Giudice che deve tener conto dell'importo dell'assegno di mantenimento, dell'entità dello stato di bisogno, dell'eventuale presenza di una pensione di reversibilità, della consistenza dell asse ereditario, del numero degli eredi e delle loro condizioni economiche.

8 L'assegno successorio invece non è contemplato nel caso in cui gli obblighi patrimoniali previsti dall'art. 5 siano stati soddisfatti in un unica soluzione (su accordo delle parti, infatti, la corresponsione dell'assegno può avvenire in unica soluzione). Tale diritto decade qualora l ex coniuge passi a nuove nozze o cessi lo stato di bisogno. Pensione di Reversibilità Ex Coniuge L art. 9 della Legge n. 898/1970, prevede che l ex coniuge, nei cui confronti sia stata pronunciata sentenza di divorzio, ha diritto a percepire, in caso di morte dell'ex coniuge, la pensione di reversibilità o una sua quota. I requisiti su cui si fonda tale diritto, simili a quelli precedentemente visti per l assegno successorio, sono la circostanza che il beneficiario non sia passato a nuove nozze e che sia titolare di un assegno di mantenimento. Inoltre, il rapporto di lavoro cui inerisce il trattamento pensionistico deve essere anteriore alla pronunzia di scioglimento del matrimonio. A differenza però dell assegno posto a carico dell eredità, tale diritto insorge automaticamente, a prescindere dallo stato di bisogno del coniuge divorziato. L ex coniuge potrà goderne per intero nel caso in cui il de cuius non si sia risposato, solo per una quota nel caso contrario. Ricorrendo tale ultima circostanza, la pensione di reversibilità verrà divisa con il coniuge superstite. Anche in tal caso, la valutazione del quantum viene rimessa al Giudice che dovrà utilizzare il criterio della durata dei rispettivi rapporti coniugali. Indennità di Fine Rapporto Ex Coniuge Ultimo cenno merita, seppur non esclusivamente collegato all eredità dell ex coniuge, l art. 12 bis della Legge n. 898/1970 che regola la destinazione dell indennità di fine rapporto percepita dall altro coniuge.

9 Tale articolo recita infatti che il divorziato, titolare di un assegno post matrimoniale, che non sia passato a nuove nozze, ha diritto ad ottenere una quota pari al 40% dell'indennità di fine rapporto dell'ex coniuge, maturata durante gli anni in cui il rapporto di lavoro ha coinciso con il matrimonio. Attenzione: rimane aperta la questione della destinazione del TFR nel caso di decesso dell ex coniuge. Nel silenzio di legge, giurisprudenza e dottrina sembrano divise sul punto. Secondo i più, il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) deve venire esclusivamente ripartito tra gli eredi legittimi e/o testamentari, poiché entra a far parte dell'asse ereditario, senza quindi che l'ex coniuge possa vantare su di esso alcun diritto. Ma nel merito non mancano posizioni contrarie, sorrette da un ottica assistenzialista dell art. 12 bis. Divorzio: definizione L istituto del divorzio è stato introdotto la prima volta in Italia con la legge n.898 del 1 dicembre 1970 (Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio) ed è disciplinato dalle successive modifiche apportate con la legge n.74 del 1987 e dall art.149 del codice civile (Scioglimento del matrimonio). Premesso quindi che nella legislazione non viene usato il termine divorzio, ma si parla di scioglimento di matrimonio, è uso comune tuttavia definire con il termine divorzio l istituto giuridico con cui si scioglie un matrimonio. In particolare si devono delineare alcuni caratteri distintivi del divorzio a seconda che si riferisca ad un matrimonio celebrato solo con rito civile o con rito concordatario, cioè religioso, di religione cattolica o di altra religione riconosciuta dallo Stato italiano. Il matrimonio concordatario celebrato in chiesa ad esempio per la religione cattolica, secondo l ordinamento canonico, non si scioglie con il divorzio, ma solo con la morte di uno dei coniugi o con una sentenza di annullamento e pertanto il divorzio di un matrimonio celebrato con rito religioso determina solo la fine degli effetti civili del matrimonio. Il matrimonio celebrato in chiesa, infatti, ha valore anche civile ed è registrato nei registri dello stato civile. Invece il divorzio di un matrimonio celebrato con rito civile determina lo scioglimento del matrimonio stesso.

10 Il divorzio fa cessare per sempre lo status di coniuge e una volta divorziato ci si può risposare. Il divorzio è l unico istituto giuridico che ha effetti ex nunc, cioè che produce effetti solo a partire dal momento in cui viene pronunciata la sentenza del Giudice che accerta non solo la cessazione della convivenza e della comunione materiale e spirituale fra i coniugi (affectio maritalis) e l impossibilità di ricostituire l unione familiare, ma anche l esistenza di una delle cause di divorzio previste dall art. 3 della legge n. 898/1970 in modo tassativo. L'Affidamento dei Figli nella Causa di Divorzio La causa di divorzio è il procedimento legale che porta allo scioglimento del matrimonio civile tramite il pronunciamento di una sentenza dopo che il Giudice ha accertato l impossibilità di una conciliazione tra i coniugi e l'esistenza di una delle cause di divorzio tassativamente previste dalla legislazione. La procedura per l'ottenimento del divorzio è diversa a seconda che il divorzio sia consensuale o giudiziale. I Doveri dei Coniugi Verso la Prole Con il divorzio i doveri verso la prole non cambiano, così come non cambia la titolarità della potestà genitoriale. I diritti e i doveri dei genitori sui figli non dipendono dal rapporto esistente tra i coniugi e sono infatti insiti nel rapporto stesso di filiazione tutelato costituzionalmente (Cost. art. 29 e 30). L esercizio della potestà genitoriale spetta, nel caso in cui la prole sia affidata a uno solo dei due genitori, al genitore affidatario, salvo diverse disposizioni del Giudice. Il genitore affidatario ha l'esercizio esclusivo della potestà (art. 155, 3 comma C.C.), mentre il genitore a cui non sono affidati i figli conserva il dirittodovere di contribuire al loro mantenimento e di vigilare sulla loro istruzione ed educazione. Per questo motivo il genitore non affidatario deve avere però la possibilità di trascorrere con i figli periodi di tempo. Tipi di Affidamento dei Figli dopo il Divorzio In caso di divorzio, in merito all'affidamento dei figli, il Tribunale, e quindi il Giudice può: Accogliere l'eventuale accordo che sia intercorso tra i coniugi Stabilire se affidare i figli a uno solo dei coniugi

11 Proporre l'affidamento congiunto (o condiviso) o alternato, quando sussistono determinati presupposti L affidamento può essere modificato qualora si verifichi che il genitore affidatario non rispetti le condizioni fissate dal Giudice. Nel caso in cui il genitore affidatario cambi residenza o domicilio e non lo comunica entro 30 giorni all exconiuge (genitore non affidatario), questi per tutelare il proprio diritto ad avere contatti con la prole, potrà ottenere il risarcimento del danno per la difficoltà nel reperimento dei figli. In caso di affidamento congiunto o alternato (Legge 8 febbraio 2006 n. 54) entrambi i genitori hanno un carico di compiti e responsabilità verso i figli distribuiti in modo più adeguato. Con la nuova legislazione prevista dalla legge n.54 del 08/02/2006, si ha un cambiamento epocale nelle problematiche inerenti l affido della prole in caso di divorzio o separazione: viene infatti stabilito il così detto "principio di bigenitorialità", sulla scorta dell'esperienza maturata in molti paesi europei, l'affidamento dei figli è assegnato ad entrambi i genitori. A tutt oggi però, la legge n.54 del 08/02/2006 non è applicata da tutti i tribunali o è applicata solo pro forma, mantenendo molte delle caratteristiche della giurisprudenza precedente. Esiste pertanto un'ampia varietà di interpretazioni sul territorio nazionale. In particolare l'affidamento condiviso era stato disegnato per gestire sia il caso conflittuale che quello non conflittuale, quest'ultimo trattato dalla giurisprudenza precedente tramite l'affidamento congiunto. Molti giudici, tuttavia, spesso non applicano l istituto dell affidamento congiunto o alternato, ma privilegiano ancora l'istituto dell'affido esclusivo del minore. Come si Esplica l Affidamento Congiunto dei Figli Le modalità attraverso cui l affidamento congiunto (chiamato anche affidamento condiviso ) può esplicarsi, sono sostanzialmente due: 1.L affidamento a residenza alternata, caso in cui il minore alterna periodi di convivenza presso l uno e l altro genitore o sono gli stessi genitori ad alternarsi nella casa dove i figli abitano stabilmente 2.L affidamento a residenza privilegiata, caso in cui il minore risiede prevalentemente presso l abitazione del coniuge ritenuto più idoneo.

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