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1 bollettino di statistica quadrimestrale della Camera di Commercio di Napoli numero speciale, anno 2008 autorizzazione del tribunale di Napoli n del 15/01/1991 distribuzione gratuita spedizione in abbonamento postale gruppo N/70 direzione e amministrazione presso la Camera di Commercio di Napoli Via S. Aspreno, 2 - tel direttore responsabile Antonio Vinci responsabile della Redazione Marco Soma bollettino di statistica quadrimestrale della Camera di Commercio di Napoli - numero speciale, anno 2008 CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI NAPOLI SISTAN SISTEMA STATISTICO NAZIONALE CAMERA DI COMMERCIO DI NAPOLI

2 CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI NAPOLI Area Studi e Documentazione dirigente Antonio d Angiò realizzato dal Servizio Statistica della Camera di Commercio di Napoli gruppo di lavoro Marco Soma, Giampaolo Romano, Paolo Sodo, Angelo Raffaele Caprioli redazione capitoli a cura di: Marco Soma, capitoli: 1, 2, 3, 4, 5, 6 Giampaolo Romano, capitoli: 2.5, 7, 8, 9, 10 appendice statistica Antonella Perilli si ringraziano Enti ed organizzazioni che con puntuale disponibilità hanno fornito i dati richiesti Servizio Statistica e Studi C.so Meridionale, Napoli tel fax statistica@na.camcom.it web: riproduzione autorizzata citando la fonte progetto grafico e impaginazione artemisiacomunicazione

3 3 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli presentazione presentazione Desidero rammentare in premessa che la Camera di Commercio di Napoli, istituita da Giuseppe Bonaparte con la Legge n.102 del 10 marzo 1808, celebra quest anno il bicentenario della fondazione. Duecento anni con una precisa missione: promuovere e sostenere lo sviluppo. Essa è ben a ragione considerata un osservatorio privilegiato delle trasformazioni socio-economiche che caratterizzano l area metropolitana partenopea ed è opportuno sottolineare che la legge 580/93 ha, tra l altro, rafforzato il ruolo di istituzione che promuove - nella cura equilibrata degli interessi - lo sviluppo e l efficienza complessiva del mercato. È in quest ottica dunque che l Ente camerale, in quanto riconosciuto punto di riferimento per tutto il mondo imprenditoriale della provincia, promuove e realizza studi sulla realtà locale, sulle diverse componenti e sulle loro interrelazioni, in sinergia con le associazioni di categoria e con l università. In tale contesto va letto e considerato anche l annuale rapporto sull economia della provincia di Napoli, redatto a cura del Servizio Statistica e Studi di questa Camera di Commercio, che costituisce oggetto dell odierna Giornata dell Economia. Tale pubblicazione, basata sulla notevole mole di informazioni, spesso di fonte camerale, disponibili a livello nazionale e locale, fornisce una fotografia dei fenomeni socio-economici che hanno caratterizzato nel più recente periodo l area metropolitana partenopea agli studiosi, ai tecnici e, soprattutto alle parti sociali e alle istituzioni cui è affidato il compito della programmazione e dello sviluppo del territorio. In questo momento difficile sia a livello nazionale (stagnazione, inflazione, alti costi dell energia) sia a livello locale (per la ricaduta dell emergenza rifiuti sui settori agroalimentare e turistico), la Camera di Commercio di Napoli è impegnata a svolgere con particolare vigore il proprio ruolo per la tutela e lo sviluppo dell economia locale e per il sostegno al sistema delle imprese, in sinergia costante con le Associazioni rappresentate negli Organi della Camera. Gaetano Cola Presidente della Camera di Commercio di Napoli

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5 5 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli introduzione introduzione La Camera di Commercio di Napoli con l annuale edizione del rapporto sull economia intende disegnare la mappa dello sviluppo dell apparato socio-economico della provincia, realizzata con un resoconto ampio e dettagliato, arricchito da dati inediti e aggiornati, confermando così la propria missione di servizio nei confronti delle imprese e di raccordo tra il sistema imprenditoriale locale e le istituzioni. Gli indicatori congiunturali nazionali relativi all anno 2007 presentano il seguente scenario: - le imprese accrescono le esportazioni ma non gli investimenti. Le esportazioni sono cresciute nello scorso anno del 5% confermando il buon andamento già emerso nel 2006, anche se la loro crescita è stata inferiore di circa due punti a quella del commercio mondiale. Nello stesso periodo gli investimenti sono cresciti invece appena del 1% e, in particolare, quelli in macchine ed attrezzature si sono fermati. - i consumi e l indebitamento delle famiglie rallentano. Nella seconda parte del 2007 si è registrato un peggioramento sia delle condizioni del mercato del lavoro sia dei consumi delle famiglie, che comunque sono aumentati dell 1,4% nel corso dell anno; - i conti pubblici italiani sono migliorati: il debito è sceso dal 106,5 al 104,0 per cento del PIL, che tuttavia resta il più elevato d Europa. La provincia di Napoli evidenzia in sintesi la seguente situazione congiunturale: - il tasso di crescita della consistenza delle imprese napoletane (+0,82%) segna un calo rispetto all anno precedente (+1,40%), ma resta, anche se di poco, superiore a quello nazionale (+0,75%). Il rallentamento della vivacità demografica è dovuto in gran parte alle cessazioni di piccole imprese, soprattutto ditte individuali, che hanno risentito della crisi economica internazionale e della netta riduzione dei consumi; - è cresciuto il numero delle società di capitale (2.850), e ciò sta a significare ovviamente un irrobustimento del tessuto imprenditoriale; - con riferimento alle dinamiche settoriali, sono cresciuti i settori delle attività immobiliari, alberghi ristoranti e servizi di intermediazione finanziaria, mentre registrano una variazione negativa il commercio, il manifatturiero, l agricoltura e i trasporti; - le imprese artigiane hanno registrato una crescita dello 0,5%, di poco inferiore a quella nazionale; - anche le imprese femminili, con imprese attive registrate, sono aumentate (+0,6%); - il numero delle imprese individuali con titolari extracomunitari aumenta di oltre il 10%; - lo stato di salute delle imprese è in complesso stabile con 119 fallimenti e liquidazioni; - il valore aggiunto registra un incremento del 3,2%, che conferma il dato positivo dell anno precedente, mentre a livello regionale tale dato risulta negativo (-1,2%); - aumenta del 6,4% la spesa media mensile delle famiglie; - l inflazione media rilevata in città (1,9%) è superiore di due decimi di punto a quella media nazionale, con una forte accelerazione dei prezzi dei prodotti alimentari 3,7%;

6 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 6 - il tasso di occupazione (41,1%) risulta ancora decisamente inferiore al dato medio nazionale (70,7%); - il valore delle esportazioni aumenta del 9,3% superando di oltre un punto l analogo indice nazionale ed anche il tasso di copertura si attesta al 90,9%, segno di un sostanziale equilibrio tra il valore delle esportazioni e delle importazioni; - aumentano gli impieghi del 13,5% per il maggior ricorso delle famiglie al credito al consumo per l acquisto di beni durevoli e servizi, mentre continua la crescita dei depositi bancari (+3,4% nei primi nove mesi del 2007) e l indice delle sofferenze bancarie sugli impieghi si riduce dello 0,4%; - la dotazione infrastrutturale qualitativa e quantitativa, con un numero indice pari a 154,8, risulta superiore sia alla media regionale sia alla media nazionale (Italia = 100); - il volume della spesa per ricerca e sviluppo (pari all 1,1% del Pil) è in linea con il dato nazionale, che però è tra i più bassi d Europa; - il turismo, secondo i primi dati provvisori del 2007, fa registrare, nelle strutture alberghiere, rispetto all anno precedente, un lieve aumento degli arrivi di turisti, pari al 1,9%, ed un aumento delle presenze del 3,7%. Lo scenario nazionale e internazionale relativo per il 2008 è caratterizzato dall acuirsi delle tensioni sui mercati finanziari internazionali che hanno condizionato negativamente il quadro economico mondiale. L attività economica negli Stati Uniti è fortemente rallentata a causa della crisi dei mutui che appare così grave da coinvolgere anche Europa e Paesi emergenti. La notevole ascesa del prezzo del petrolio ha fatto registrare nuovi significativi aumenti dell energia e dei generi alimentari, incidendo negativamente sul reddito disponibile e sui consumi. Nell area dell euro, dopo la decelerazione verificatasi nel quarto trimestre del 2007, la crescita è ormai decisamente al di sotto del potenziale, mentre l impennata dell inflazione ha indotto la Banca Centrale Europea a mantenere invariato il tasso di sconto. Alle difficoltà dei paesi sviluppati si contrappone la rilevante crescita di quelli emergenti e, in particolare, delle grandi economie asiatiche (Cina e India) che continuano a dare respiro all economia mondiale. In Italia, la fase di debolezza ciclica, già registrata nella seconda metà del 2007, appesantita dalla presenza di forti criticità, si protrarrà nell anno in corso, portando il ritmo di crescita produttiva al di sotto del potenziale, già basso nei confronti internazionali: il FMI ha stimato di recente uno striminzito incremento dello 0,3% - 0,6% del PIL nel 2008, con effetto di trascinamento negativo anche nel Indipendentemente dai tre fattori esogeni (il tasso di cambio euro/dollaro, il prezzo del petrolio e il livello dei tassi d interesse) certamente sfavorevoli in questo momento congiunturale, l economia del nostro Paese continua a risentire di problemi strutturali, specialmente nel Mezzogiorno, che comportano da lungo periodo un insufficiente progresso della produttività, che pure è il fattore decisivo per la crescita del Pil. Occorrerà, perciò, riorganizzare il sistema Italia (Giustizia snella ed efficiente, lotta alla criminalità, informatizzazione in rete di tutta la Pubblica Amministrazione: Stato, Regioni, Enti locali, Camere di Commercio, e così via) mentre il sistema industriale, sostenuto efficacemente dagli Enti locali, dalle banche, dall Università e dalle Camere di Commercio, dovrà accelerare il processo di sviluppo qualitativo, investendo in innovazione e ricerca per riposizionarsi in segmenti di mercato ad elevati ritmi di crescita e ad alto valore aggiunto. A tutto questo, naturalmente, vanno aggiunte le misure necessarie a ridurre il divario Nord/Sud di cui, in verità, si parla sempre meno, come se il problema non esistesse più o comunque non fosse più rilevante negli scenari futuri dell economia nazionale. Errore imperdonabile, e fatale per il Mezzogiorno. Resta il fatto che nel medio periodo tutto resta affidato, nella regione, al POR Non è molto ma non è neanche poco, sempre che si riesca a non frammentare gli interventi al di là di ogni seria priorità programmatica.

7 7 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli indice indice 1. La popolazione pag La struttura dell imprenditoria locale pag La demografia delle imprese nella provincia di Napoli pag Le Dinamiche per Forma Giuridica pag Le Dinamiche Settoriali pag L analisi della dinamica imprenditoriale per aree sub provinciali pag L agricoltura pag La dinamica delle imprese artigiane pag Le imprese femminili pag L imprenditorialità extra-comunitaria pag Lo stato di salute delle imprese pag La contabilità economica territoriale pag Il valore aggiunto provinciale pag Il valore aggiunto artigiano pag Il valore aggiunto Pro Capite pag I Consumi delle famiglie pag L inflazione pag Il mercato del lavoro pag L occupazione pag Il tasso di disoccupazione pag Il tasso di inattività pag Indagine Excelsior sulle previsioni occupazionali pag Le dinamiche dei settori economici pag Contratti più utilizzati pag Il commercio internazionale pag Il commercio con l estero pag Il grado di internazionalizzazione pag Il credito pag Le dianamiche creditizie nella provincia pag Le infrastrutture pag Ricerca, innovazione e utilizzo delle tecnologie dell informazione pag La bilancia dei pagamenti della tecnologia, le attività di R&S pag Le attività di R&S pag La produzione di brevetti pag Utilizzo delle tecnologie dell informazione, sviluppo delle conoscenze e delle competenze pag. 72

8 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 8 9. Il turismo pag La qualità della vita, l ambiente, l energia pag Energia pag Indicatori sui veicoli circolanti pag Disponibilità di aree verdi pag. 78

9 9 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli indice delle tavole indice delle tavole statistiche per la provincia di napoli La demografia delle Imprese Tav. 1.1 Riepilogo delle imprese registrate per sezioni e divisioni di attività economica nel periodo Iscrizioni e cessazioni annuali. Provincia di Napoli Tav. 1.2 Tassi di natalità e mortalità nel periodo Distribuzione per settore di attività economica (valori percentuali). Provincia di Napoli Tav. 1.3 Riepilogo delle imprese registrate per forma giuridica nei quattro trimestri Iscrizioni e cessazioni trimestrali nel Provincia di Napoli Tav. 1.4 Riepilogo delle imprese registrate per forma giuridica nel periodo Iscrizioni e cessazioni annuali. Provincia di Napoli Tav. 1.5 Tassi di natalità e mortalità nel periodo Distribuzione per forma giuridica (valori percentuali). Provincia di Napoli Tav. 1.6 Imprese registrate, attive, iscritte e cessate per comuni ed aree subprovinciali - Anno 2007 Tav. 1.7 Riepilogo delle imprese registrate per forma giuridica al Iscrizioni e cessazioni nel 2007 Tav. 1.8 Riepilogo degli imprenditori extracomunitari per sezioni e divisioni di attività economica nel periodo Provincia di Napoli Tav. 1.9 Riepilogo degli imprenditori extracomunitari per sezioni e divisioni di attività economica, classe di età e carica ricoperta. Anno 2007 Tav Riepilogo degli imprenditori stranieri per sezioni e divisioni di attività economica e nazionalità. Anno 2007 Tav Riepilogo delle donne imprenditrici per sezioni e divisioni di attività economica nel periodo Provincia di Napoli Tav Riepilogo delle donne imprenditrici per sezioni e divisioni di attività economica e classe di età. Anno 2007 Tav Riepilogo delle donne imprenditrici per sezioni e divisioni di attività economica, carica ricoperta e forma giuridica anno Provincia di Napoli Tav Imprenditorialità femminile: imprese registrate, attive, iscrizioni e cessazioni nel II semestre 2007 per sezioni e divisioni di attività economica e forma giuridica Tav Coltivazioni agricole nella provincia di Napoli - anno 2007 Tav Uva da vino raccolta - Anni 2006 e 2007 (quintali) Tav Agricoltura biologica - operatori in Campania per tipologia di attività - anno 2005 Tav Produzione di vino per marchio di qualità nel 2007 (ettolitri) Tav Aziende agrituristiche autorizzate per tipo, provincia e regione - 31 dicembre 2006 Tav Aziende agrituristiche autorizzate all alloggio per provincia e regione - 31 dicembre 2006 Tav Tav Tav Tav Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) Regioni Obiettivo 1 - Programma Operativo Regionale (POR) Campania. Spesa sostenuta nel periodo per interventi in agricoltura (in milioni di euro) Riepilogo delle imprese artigiane registrate per sezioni e divisioni di attività economica nel periodo Iscrizioni e cessazioni annuali. Provincia di Napoli (valori assoluti) Distribuzione per provincia delle imprese entrate in liquidazione per anno di entrata in liquidazione. Situazione al Distribuzione per provincia delle imprese entrate in fallimento per anno di entrata in fallimento. Situazione al pag. 80 pag. 80 pag. 82 pag. 84 pag. 84 pag. 84 pag. 86 pag. 88 pag. 88 pag. 90 pag. 90 pag. 92 pag. 93 pag. 94 pag. 96 pag. 98 pag. 100 pag. 100 pag. 101 pag. 101 pag. 102 pag. 102 pag. 104 pag. 106 pag. 108

10 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 10 Tav Tav Tav Tav Imprese iscritte nel 2005 suddivise in nuove imprese e trasformazioni, scorpori, ecc. per attività economica. Provincia di Napoli Imprenditori di nuove imprese iscritte nel 2005 per attività economica Provincia di Napoli Imprese iscritte nel 2005 suddivise in nuove imprese e trasformazioni, scorpori, ecc. per provincia Provincia di Napoli Imprenditori di nuove imprese iscritte nel 2005 per comune. Provincia di Napoli pag. 110 pag. 112 pag. 114 pag. 116 Gli indicatori di bilancio e medie imprese Tav. 2.1 Liquidità immediata: (Attività a breve-rimanenze)/passività a breve Tav. 2.2 Liquidità corrente: Attività a breve/passività a breve Tav. 2.3 Rapporto di indebitamento: PN/(Debiti a m/l scadenza+debiti a breve+ratei e risconti passivi) Tav. 2.4 MON/OF: Margine Operativo netto/oneri finanziari Tav. 2.5 ROE: Risultato d esercizio/(patrimonio netto-risultato d esercizio) Tav. 2.6 ROA: Margine Operativo Netto/Totale attivo tangibile Tav. 2.7 Ripartizione del valore aggiunto, remunerazione del capitale umano: Costo del lavoro/valore aggiunto Tav. 2.8 Ripartizione del valore aggiunto, remunerazione del capitale di credito: Oneri finanziari/valore aggiunto Tav. 2.9 Ripartizione del valore aggiunto, remunerazione del capitale proprio: Profitti lordi/valore aggiunto Tav Stato patrimoniale aggregato delle medie imprese in serie storica Valori assoluti (migliaia di Euro) Provincia di Napoli Tav Conto economico aggregato delle medie imprese in serie storica Valori assoluti (migliaia di Euro) Provincia di Napoli Ambiente e qualità della vita Tav. 3.1 Consumo di gas metano per uso domestico e per riscaldamento per i comuni capoluogo di provincia - Anni (m 3 per abitante) Tav. 3.2 Consumi di energia elettrica per settore di attività - Anno 2006 Tav. 3.3 Consumi di energia elettrica per settore di attività - Anno 2006 valori % Tav. 3.4 Densità di verde urbano per i comuni capoluogo di provincia - Anni (a) (b) (percentuale sulla superficie comunale) Tav. 3.5 Numero di impianti in progetto ed in esercizio alimentati da fonti rinnovabili per tipologia di fonte e provincia. Situazione al Tav. 3.6 Produzione totale e procapite di rifiuti urbani. Anni 2005 e Dati assoluti in tonnellate. Dati procapite in kg Tav. 3.7 Produzione totale e procapite di rifiuti urbani per tipologia. Anno Dati assoluti in tonnellate. Dati procapite in kg Tav. 3.8 Numero di discariche per rifiuti urbani e quantità smaltita. Anni 2005 e 2006 Tav. 3.9 Produzione di rifiuti speciali per provincia e tipologia (tonnellate). Anno 2005 Tav Veicoli circolanti per provincia e tipologia e benzina venduta per provincia. Anno 2006 pag. 118 pag. 118 pag. 118 pag. 118 pag. 118 pag. 119 pag. 119 pag. 119 pag. 119 pag. 120 pag. 120 pag. 121 pag. 122 pag. 122 pag. 122 pag. 123 pag. 123 pag. 124 pag. 124 pag. 124 pag. 126 pag. 126 pag. 126 Impatto occupazionale e localizzazione delle imprese Tav. 4.1 I fenomeni di attrazione e delocalizzazione rispetto al territorio in cui vi è la sede legale. Anno 2005 pag. 127 pag. 127 La contabilità economica territoriale Tav. 5.1 Valore aggiunto a prezzi correnti per settore di attività economica (importi in milioni di euro) - Anno 2006 Tav. 5.2 Valore aggiunto a prezzi correnti per settore di attività economica (composizione percentuale) - Anno 2006 Tav. 5.3 Prodotto interno lordo pro capite a prezzi correnti negli anni 2006 e 2007 e variazioni rispetto al 2004 pag. 128 pag. 128 pag. 128 pag. 129

11 11 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli indice delle tavole Tav. 5.4 Variazioni percentuali annue a prezzi correnti del Prodotto Interno Lordo pro capite Tav. 5.5 Graduatoria provinciale secondo il Pil pro capite a prezzi correnti 2006 e 2007 e differenza di posizioni con il 2004 Tav. 5.6 Consumi finali interni alimentari e non - Anni Tav. 5.7 Consumi finali interni alimentari e non - Anni Composizione % Tav. 5.8 Reddito lordo disponibile complessivo delle famiglie per provincia. Anni 2004 e Valori complessivi (migliaia di euro) Tav. 5.9 Reddito lordo disponibile procapite delle famiglie per provincia - Anni 2004 e 2005 Tav Reddito lordo disponibile totale delle famiglie residenti secondo il numero dei componenti (migliaia di euro) - Anno 2005 Tav Reddito lordo disponibile totale delle famiglie residenti secondo il numero dei componenti (migliaia di euro) - Anno 2005 Tav Valore del patrimonio delle famiglie per provincia (importi assoluti in milioni di euro) - Anno 2006 Tav Graduatoria provinciale secondo il valore medio in euro del patrimonio per famiglia nel 2006 e differenza con il 2005 Tav Valore aggiunto ai prezzi base dell artigianato nel 2005 (milioni di euro correnti) Tav Variazioni medie annue del valore aggiunto ai prezzi base dell artigianato La struttura imprenditoriale, occupazionale e qualificazione delle risorse umane Tav. 6.1 Numero di unità locali per provincia e classe di addetti. Anno 2005 Tav. 6.2 Addetti alle unità locali per provincia e classe di addetti. Anno 2005 Tav. 6.3 Numero di unità locali per provincia e divisione di attività economica. Anno 2005 Tav. 6.4 Addetti alle unità locali per provincia e divisione di attività economica. Anno 2005 Tav. 6.5 Le assunzioni previste dalle imprese nel 2007 con riferimento alle professioni dell innovazione produttiva e organizzativa Tav. 6.6 Numero di formati e costo della formazione per settore di attività, provincia e classe dimensionale pag. 129 pag. 130 pag. 131 pag. 132 pag. 134 pag. 134 pag. 134 pag. 135 pag. 135 pag. 136 pag. 138 pag. 138 pag. 139 pag. 139 pag. 139 pag. 140 pag. 141 pag. 142 pag. 142 L innovazione Tav. 7.1 Bilancia tecnologica dei pagamenti - Incassi ripartiti per regione e servizio. Anno 2006 Dati in migliaia di euro Tav. 7.2 Bilancia tecnologica dei pagamenti - Pagamenti ripartiti per regione e servizio. Anno Dati in migliaia di euro Tav. 7.3 Bilancia tecnologica dei pagamenti - Saldi ripartiti per regione e servizio. Anno 2006 Dati in migliaia di euro Tav. 7.4 Bilancia tecnologica dei pagamenti. Serie storica per regione. Anni Dati in migliaia di euro Tav. 7.5 Personale addetto alla R&S per settore istituzionale e regione. Anno 2005 Tav. 7.6 Spesa per R&S intra-muros per settore istituzionale e regione - Anno 2005 Valori assoluti in migliaia di Euro Tav. 7.7 Domande depositate per invenzioni in Italia negli anni Tav. 7.8 Domande depositate per modelli ornamentali in Italia negli anni Tav. 7.9 Domande depositate per modelli di utilità in Italia negli anni Tav Domande depositate per marchi in Italia negli anni Tav Tav Numero di brevetti europei pubblicati dall EPO (European Patent Office). Valori assoluti Numero di brevetti europei pubblicati dall EPO (European Patent Office) Valori pro capite per milione di abitanti Il commercio internazionale e flussi di investimento Tav. 8.1 Commercio estero delle province italiane. Valore delle importazioni ed esportazioni e variazione percentuale. Valori in euro Tav. 8.2 Commercio estero delle province italiane. Variazione delle esportazioni rispetto all anno precedente. Anni pag. 144 pag. 144 pag. 146 pag. 148 pag. 150 pag. 152 pag. 152 pag. 153 pag. 153 pag. 153 pag. 154 pag. 154 pag. 154 pag. 155 pag. 155 pag. 155

12 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 12 Tav. 8.3 Importazioni delle province italiane per macrosettore. Anno Valori in euro. Valori assoluti e composizione percentuale sul totale import provinciale Tav. 8.4 Esportazioni delle province italiane per macrosettore. Anno Valori in euro. Valori assoluti e composizione percentuale sul totale export provinciale Tav. 8.5 Importazioni delle province italiane per area geografica. Anno Valori in euro. Valori assoluti e composizione percentuale sul totale import provinciale Tav. 8.6 Esportazioni delle province italiane per area geografica. Anno Valori in euro. Valori assoluti e composizione percentuale sul totale export provinciale Tav. 8.7 Primi 30 Paesi per valore delle esportazioni e delle importazioni. Anni 2006 e 2007, valori in euro. Tav. 8.8 Prime 30 merci per valore delle esportazioni e delle importazioni. Anni 2006 e 2007, valori in euro. Tav. 8.9 Importazioni ed esportazioni per contenuto tecnologico dei beni commercializzati. Tassonomia di Pavitt. Valori assoluti in euro e composizione percentuale sul totale provinciale. Anno 2007 Tav Propensione all export e grado di apertura al commercio estero. Industria manifatturiera e totale economia. Anni Tav Commercio Internazionale dei Servizi - Servizi per provincia e per tipo di transazione - Crediti. Valori in migliaia di euro. Anno 2006 Tav Commercio Internazionale dei Servizi - Servizi per provincia e per tipo di transazione - Debiti. Valori in migliaia di euro. Anno 2006 Tav Commercio Internazionale dei Servizi - Servizi per provincia e per tipo di transazione - Saldi. Valori in migliaia di euro. Anno 2006 Tav Commercio internazionale dei servizi per provincia - Serie Storica Tav Flussi di investimenti diretti dall estero verso l Italia e dall Italia verso l estero - Anni (migliaia di euro) pag. 156 pag. 156 pag. 156 pag. 158 pag. 158 pag. 160 pag. 160 pag. 162 pag. 162 pag. 162 pag. 164 pag. 164 pag. 164 Il turismo Tav. 9.1 Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri per provincia e residenza della clientela. Anno 2006 Tav. 9.2 Arrivi e presenze negli esercizi complementari per provincia e residenza della clientela. Anno 2006 Tav. 9.3 Arrivi e presenze nel complesso degli esercizi ricettivi per residenza dei clienti, provincia e regione Anno 2006 Tav. 9.4 Numero dei viaggiatori stranieri a destinazione, per provincia visitata. Serie (Dati in migliaia) Tav. 9.5 Spesa dei viaggiatori stranieri per provincia visitata. Serie (Importi in milioni di euro) Tav. 9.6 Saldo della spesa del turismo internazionale per provincia. Serie (Importi in milioni di euro) Tav. 9.7 Numero di pernottamenti dei viaggiatori stranieri per provincia visitata Tav. 9.8 Spesa dei viaggiatori italiani all estero per provincia di residenza. Serie (Importi in milioni di euro) Tav. 9.9 Numero di viaggiatori italiani alle frontiere, per provincia di residenza. Serie (Dati in migliaia) Il credito Tav Depositi per localizzazione della clientela negli anni Tav Impieghi per localizzazione della clientela negli anni Tav Sofferenze su impieghi negli anni (valori percentuali) Tav Sportelli bancari attivi negli anni pag. 166 pag. 166 pag. 166 pag. 166 pag. 167 pag. 167 pag. 167 pag. 168 pag. 168 pag. 168 pag. 169 pag. 169 pag. 169 pag. 169 pag. 170 L inflazione Tav Prezzi al consumo territoriali paniere FOI (famiglie operai e impiegati). Variazione % media annua, pag. 170 pag. 170 Gli scenari previsionali Tav Scenario previsionale al 2011 pag. 172 pag. 172

13 13 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli indice delle tavole Tav Scenario di previsione al 2011 Tav Scenario di previsione al 2011 Tav Scenario di previsione al 2011 La demografia della popolazione Tav Popolazione residente per sesso, età e provincia Tav Popolazione residente straniera per sesso, età, provincia e incidenza sul totale Tav Bilanci demografici-anni Tav Popolazione residente per aree subprovincili e comuni confronto 2007/2006 Tav Popolazione residente al nei Comuni della provincia di Napoli per classi di età e indicatori demografici pag. 172 pag. 173 pag. 173 pag. 174 pag. 174 pag. 174 pag. 174 pag. 176 pag. 178 Il mercato delle costruzioni Tav Numero delle nuove costruzioni nel 2006 Tav Volume delle compravendite destinate ad abitazione per provincia e tipologia di immobile - Anno 2006 Tav Volume delle compravendite di immobili destinati all attività commerciale espresso in numero (NTN) - Intensità del mercato immobiliare (IMI) - Anno 2006 pag. 180 pag. 180 pag. 180 pag. 180 Il lavoro subordinato Tav Numero di collaboratori contribuenti iscritti all INPS per provincia, sesso ed età. Anno 2005 La dotazione infrastrutturale Tav Gli indicatori di dotazione infrastrutturale per categoria di infrastrutture. Anno 2007 pag. 181 pag. 181 pag. 181 pag. 181

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15 15 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli La popolazione 1. La popolazione In base agli ultimi dati disponibili, relativi al 31 agosto 2007, la popolazione della provincia di Napoli si compone di abitanti. Di questi, risiedono nella città di Napoli. Per un analisi più completa e dettagliata della struttura e della dinamica demografica provinciale si esaminano di seguito i dati relativi all ultimo anno intero disponibile. Al 31 dicembre 2006 nella provincia di Napoli risulta una popolazione di abitanti con una densità abitativa pari a 2634,16 ab/kmq. Il saldo naturale nell anno (numero dei nati meno numero dei morti) continua ad essere positivo (12.008), aumentando la sua positività rispetto all anno precedente (11.509). Di converso, il saldo migratorio (numero degli iscritti all anagrafe meno numero dei cancellati) rimane negativo ( ), anche se registra una contrazione rispetto al 2005 ( ). Il saldo demografico totale, pertanto, è in passivo di unità, a fronte delle del Dunque, la popolazione nella provincia di Napoli continua a decrescere per effetto di un saldo migratorio negativo che porta sempre più napoletani al di fuori del territorio provinciale. La provincia di Napoli con famiglie è la prima provincia nella graduatoria regionale per numerosità di famiglia con un incremento medio positivo ma inferiore sia alla media regionale sia a quella nazionale. Tab. 1 - Numero di famiglie presenti nelle province campane, in Campania e in Italia ( Valori assoluti) Province e regione Caserta Benevento Napoli Avellino Salerno Campania Italia Fonte: ISTAT , Se la popolazione e il numero di famiglie tendono ad aumentare nel corso degli anni, in Campania, come del resto in Italia, il numero medio di componenti per famiglia tende, invece, a diminuire. La variazione percentuale del numero di famiglie calcolata dal 1995 al 2006 risulta negativa per l Italia (-6,05%) e ancor più per la Campania (-23,43%); nel dettaglio le province che hanno subito un forte decremento sono Salerno (- 7,46%), Napoli (-7,39%), e Benevento (-6,33%) sebbene anche le restanti registrano variazioni percentuali negative. Napoli si distingue per essere la provincia italiana con le famiglie mediamente più numerose: ammonta, infatti, a 2,93 unità il numero medio di componenti per famiglia, dato superiore sia alla media regionale (2,86) sia alla media nazionale (2,47).

16 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 16 Tab. 2 - Numero di famiglie presenti e numero medio di componenti per famiglia nelle province campane, in Campania e in Italia ( Valori assoluti - ) Province e regione Caserta Benevento Napoli Avellino Salerno Campania Italia Fonte: ISTAT numero famiglie numero componenti 2,83 2, ,80 2,86 2,47 Tutti i fenomeni demografici sono strettamente dipendenti e correlati all età di una popolazione. La popolazione campana si attesta a unità, di questi il 17,3% si colloca nella fascia d età più giovane (0-14 anni), il 35,9% è nella fascia d età fra i 15 ed i 39 anni, il 31,3% è nella fascia anni, mentre il restante 15,5% si colloca nella fascia più anziana (65 anni ed oltre). La provincia di Napoli rispecchia la struttura per età mostrata nella regione, ma presenta un rapporto tra le diverse fasce d età sostanzialmente differente da quello delle altre province campane, dove la popolazione anziana (con età superiore ai 65 anni) risulta superiore alla popolazione giovane (in età 0-14 anni). Infatti, Napoli e Caserta sono le province campane in cui la percentuale di popolazione giovane permane superiore a quella della popolazione anziana. Tab. 3 - Popolazione residente suddivisa per classi d'età (valori assoluti; 2006) Territorio Napoli Avellino Benevento Caserta Salerno Campania Italia 0-14 anni anni anni anni e oltre Totale Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati ISTAT Tab. 4 Distribuzione percentuale della popolazione residente suddivisa per classi d'età (valori assoluti; 2006) Territorio Napoli Avellino Benevento Caserta Salerno Campania Italia 0-14 anni 18,3 14,7 14,6 17,8 15,6 17,3 14, anni 36,6 34,0 33,2 36,7 34,7 35,9 32, anni 31,2 31,6 31,3 31,0 31,9 31,3 33,7 65 anni e oltre 13,9 19,7 20,8 14,6 17,8 15,5 19,9 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati ISTAT

17 17 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli La popolazione Come per altri fenomeni demografici è utile, e spesso necessario, sintetizzare la distribuzione della popolazione per età con indici significativi. In particolare, si fa riferimento agli indicatori della struttura per età come l indice di vecchiaia, di struttura, di dipendenza e di ricambio. La popolazione partenopea presenta alcune differenziazioni rispetto alle altre province campane il cui quadro demografico non è stato caratterizzato da un progressivo invecchiamento della popolazione. Infatti, se si prende in considerazione l indice di vecchiaia, cioè l indice che mette in relazione la popolazione anziana con quella in giovane età, emerge che Napoli presenta un valore inferiore a 100, indicando, quindi, una presenza maggiore di giovani rispetto alle persone appartenenti alla fascia di età anziana. Nel 2006, il dato pari a 72,3 dimostra come la popolazione partenopea, con l eccezione di Caserta (69,9), oltre che essere notevolmente più giovane di quella delle altre province campane è tra i capoluoghi più giovani d Italia. Tab. 5 Distribuzione percentuale della popolazione residente suddivisa per classi d'età (valori assoluti; 2006) Territorio Napoli Avellino Benevento Caserta Salerno Campania Italia Indice di vecchiaia 76,0 133,7 142,4 81,7 114,1 89,9 141,7 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati ISTAT Indice di dipendenza 47,5 52,3 55,0 47,9 50,2 48,8 51,6 Indice di struttura 85,0 93,0 94,4 84,5 92,0 87,2 104,7 Indice di ricambio 72,3 77,1 78,3 69,6 75,2 73,0 111,9 L indice di dipendenza, il rapporto tra la popolazione in età non lavorativa (con 65 anni d età e con meno di 14 anni) e la popolazione in età lavorativa (dai 15 ai 64 anni), registra nelle province considerate un denominatore inferiore al numeratore; ciò sta ad indicare un numero minore di individui in età lavorativa, che dovrebbero provvedere al sostentamento di coloro che non sono ancora, o non sono più in età lavorativa. Tale Crescita occupazionale prevista dalle Imprese dei servizi per il 2007

18 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 18 indice che ha una certa rilevanza economica e sociale assume nella provincia di Napoli un valore pari a 47,5; dato che risulta il più basso tra tutte le province delle regione. L indice di struttura rappresenta il rapporto tra il numero di persone con età superiore a 40 anni ed inferiore o uguale a 64 anni e la popolazione con età compresa tra i 15 e i 39 anni; quest indice è inferiore a 100 per la provincia di Napoli (85,0), come del resto per tutte le province campane, a dimostrazione di come la popolazione in età lavorativa sia ancora giovane. Infine, l indice di ricambio della provincia di Napoli, definito come il rapporto tra quanti sono prossimi a lasciare il mondo del lavoro (popolazione con età compresa tra 60 e 64 anni) e quanti stanno, invece, per entrarci (popolazione con età compresa tra i 15 e i 19 anni), presenta un valore di 72,3, al secondo posto nella graduatoria provinciale. Tab.6 Graduatoria delle prime 10 province per densità abitativa (Anno 2007) Posizione Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati ISTAT Provincia Napoli Milano Trieste Roma Varese Prato Rimini Genova Como Padova Densità abitativa 2638, , ,60 759,79 725,35 686,51 561,61 484,69 451,91 424,88 La popolazione straniera residente nella provincia di Napoli, a fine 2006, è pari a individui, valore che assorbe appena l 1,54% della popolazione residente totale. Provengono prevalentemente dall Europa (46,6%), dall Asia (29,1%) e dall Africa (18%) e risiedono in particolar modo nel capoluogo campano. Pur essendo in termini di numerosità il valore più elevato della regione, l indice della presenza straniera risulta essere tra i più bassi rispetto alle altre province campane, dato piuttosto singolare se si considera che realtà metropolitane come Roma e Milano, con un ampiezza demografica simile, hanno valori dell indice molto più alti. Valori elevati dell indice si registrano, tuttavia, a Caserta e Salerno che attirano un alto numero di stranieri soprattutto nelle attività agricole e zootecniche tipiche di queste realtà provinciali. Tab. 7 - Popolazione residente straniera per età, provincia e incidenza sul totale totale Regioni e province e oltre Totale % di incidenza sul totale popolazione Campania Caserta Benevento Napoli Avellino Salerno ,69 2,29 1,06 1,54 1,63 1,82 Totale ,97 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati ISTAT

19 19 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli La popolazione Dal confronto per comune tra la popolazione residente straniera e quella totale emergono su tutti il comune di Napoli (36,5%), quello di Giugliano in Campania (6,3%) e Pozzuoli (3,3%). Tab. 8 - Popolazione residente al nei Comuni della provincia di Napoli per classi di età e indicatori demografici Aree Classi d età e oltre Totale Indice di vecchiaia Indicatori demografici Indice di Indice di dipendenza struttura Indice di ricambio Afragolese Flegrea Pomiglianese Sorrentina Frattese Giuglianese Nolana Torrese Vesuviana Napoli Totale ,5 74,7 49,5 84,3 58,4 41,5 84,9 91,3 60,8 104,2 76,0 44,5 44,5 44,9 50,8 45,3 44,2 47,0 49,1 45,0 50,2 47,5 77,0 91,1 77,9 86,6 78,8 76,9 84,2 88,3 79,6 91,3 85,0 58,5 78,7 63,2 72,4 51,1 56,4 70,8 86,1 60,7 84,5 72,3 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati ISTAT La provincia di Napoli, come precedentemente affermato, conta a fine 2006 ben persone residenti distribuite nei 92 comuni della provincia. Il comune con un numero maggiore di residenti è, logicamente, Napoli seguito, ma molto distante, da Giugliano in Campania, Torre del Greco, Casoria e Pozzuoli, mentre i meno popolati sono il comune di Liveri, di Comiziano e di Carbonara di Nola. Tuttavia, l analisi demografica a livello comunale evidenzia come il forte accentramento della popolazione si collochi nei comuni di Portici, che concentra ben residenti per kmq, Casavatore (11.743), San Giorgio a Cremano (11.698), Melito di Napoli (9.785), Napoli (8.315), Arzano (7.969) e Frattaminore (8.000). Le famiglie sono con una media di 2,9 componenti; al di sopra di tale media troviamo ben 46 comuni tra cui i comuni di San Vitaliano e Castello di Cisterna che registrano valori superiori a quattro componenti per famiglia; tutti gli altri hanno dei valori che oscillano fra i 2,8 e i 2,2. Cartina 1 - Densità demografica nella provincia di Napoli nel 2006

20 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 20 Un aspetto insolito da sottolineare è la distribuzione della densità abitativa fra i diversi comuni. Infatti, diversamente da quello che avviene nelle altre grandi metropoli, nella provincia di Napoli si assiste ad una ripartizione anomala tra comuni di collina e comuni costieri in termini di pressione antropica, come se ci fosse una specie di connubio tra luogo di lavoro e luogo di residenza. In altre parole, se si osserva la distribuzione della densità demografica tra i comuni del capoluogo, si evince che comuni di collina come Pomigliano d Arco presentano indici di densità molto più elevati rispetto a località come Sorrento; analoga situazione si riscontra nei comuni di Ottaviano e San Giuseppe Vesuviano che, pur confinando, presentano valori molto differenti (rispettivamente 1.187,0 e 1.984,4 abitanti per Kmq). Il comune di Napoli con residenti risulta il terzo più popoloso d Italia con una densità abitativa di 8.315,33 abitanti per Kmq che lo posiziona al quinto posto nella relativa graduatoria dei comuni partenopei. Le famiglie residenti nel comune di Napoli ammontano a , mentre l intera provincia fa registrare un numero pari a con un numero medio di componenti per famiglia pari a 2,03. Tab. 9 Popolazione residente, famiglie, superficie e densità abitativa nei comuni della provincia di Napoli (2006) Comuni Popolazione al Numero di famiglie Numero medio di comp. per famiglia Superf. (Kmq) Densità (Ab/Kmq) Portici Casavatore San Giorgio a Cremano Melito di Napoli Napoli Frattaminore Arzano Casoria Cardito Casalnuovo di Napoli Torre Annunziata Mugnano di Napoli Grumo Nevano Frattamaggiore Crispano Sant'Antimo Cercola Villaricca Casandrino Marano di Napoli Volla San Sebastiano al Vesuvio Castellammare di Stabia Monte di Procida Meta Afragola Qualiano Pomigliano d'arco Calvizzano Torre del Greco Santa Maria la Carita' ,52 1,62 4,11 3,72 117,27 1,99 4,68 12,03 3,16 7,75 7,33 5,27 2,92 5,32 2,25 5,84 3,74 6,85 3,25 15,45 6,16 2,63 17,71 3,65 2,19 17,99 7,26 11,44 3,91 30,66 3, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,95

21 21 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli La popolazione Comuni Ercolano Brusciano Quarto Procida Cimitile Boscoreale Sant'Antonio Abate Ischia Lacco Ameno Mariglianella Sant'Agnello Pompei Bacoli Gragnano San Giuseppe Vesuviano Pozzuoli Capri Piano di Sorrento Castello di Cisterna Cicciano Massa di Somma Pollena Trocchia Sorrento Camposano Poggiomarino San Gennaro Vesuviano Sant'Anastasia Trecase Casola di Napoli Casamicciola Terme Boscotrecase Caivano Marigliano Forio Ottaviano Giugliano in Campania San Paolo Bel Sito San Vitaliano Somma Vesuviana Saviano Striano Anacapri Scisciano Acerra Barano d'ischia Nola Popolazione al Numero di famiglie Numero medio di comp. per famiglia Superf. (Kmq) 19,64 5,64 14,17 4,14 2,7 11,2 7,87 8,05 2,07 3,22 4,09 12,41 13,29 14,56 14,09 43,21 3,97 7,33 3,97 7,07 3,47 8,11 9,93 3,34 13,28 6,97 18,76 6,14 2,57 5,6 7,49 27,11 22,6 12,85 19,85 94,19 2,97 5,3 30,74 13,78 7,58 6,39 5,46 54,08 11,07 39 Densità (Ab/Kmq) 2.848, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,39 994,14 968,99 876,78 839,77

22 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 22 Comuni Comiziano Terzigno Palma Campania Vico Equense Massa Lubrense Tufino Liveri Carbonara di Nola Casamarciano Lettere Pimonte Serrara Fontana Visciano Agerola Roccarainola Popolazione al Numero di famiglie Numero medio di comp. per famiglia Superf. (Kmq) 2,44 23,51 20,78 29,3 19,71 5,25 2,63 3,53 6,26 12,03 12,47 6,69 10,89 19,62 28,1 Densità (Ab/Kmq) 738,52 734,67 711,02 702,97 691,88 689,14 639,54 613,88 528,59 499,33 481,72 471,75 422,87 376,76 258,90 Totale provincia , , ,29

23 23 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli La struttura dell imprenditoria locale 2. La struttura dell imprenditoria locale 2.1 La demografia delle imprese nella provincia di Napoli La consistenza e la variazione del numero delle imprese costituisce un importante elemento interpretativo delle caratteristiche strutturali e dinamiche del sistema produttivo locale, anche se non necessariamente ad una maggiore vitalità imprenditoriale corrisponde un aumento della competitività del territorio. Al presso la Camera di Commercio di Napoli risultano registrate imprese. Questo dato riconferma la nostra provincia al 3 posto nella graduatoria delle province italiane per presenza imprenditoriale, dopo Roma ( ) e Milano ( ). Nel corso dell anno 2007 nel Registro delle imprese sono state iscritte imprese e cessate con un saldo positivo di unità. Il tasso di crescita positivo delle imprese napoletane (0,82%) segna un calo rispetto al 2006 (1,40%), ma è di poco superiore a quello delle imprese italiane (0,75%). I valori delle iscrizioni e delle cessazioni rapportati allo stock d imprese registrate a fine anno 2006 forniscono rispettivamente un tasso di natalità imprenditoriale del 7,3% ed un tasso di mortalità del 6,5%. Andamento demografico delle imprese della provincia di Napoli

24 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 24 Tab Imprese registrate per sezioni e divisioni di attività economica. Iscrizioni, cessazioni, cessazioni d ufficio (C.U.). Indici di natalità, mortalità e sviluppo. Anno 2007 (*) Il saldo positivo del 2007 scaturisce dalla differenza fra le nuove iscrizioni e le cancellazioni verificatesi tra gennaio e dicembre al netto delle cancellazioni d ufficio. Nel corso del 2007 il Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Napoli, in applicazione del D.P.R. n 247 del 23/07/2004 e successiva circolare n 3585/C del Ministero dello Sviluppo economico, ha cancellato d ufficio imprese. Pertanto, tenendo conto di tale attività amministrativa, per una corretta analisi statistica, occorre sottrarre al totale delle cessazioni pari a unità le imprese cancellate d ufficio, da cui scaturisce il dato delle cessate effettive pari a Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Unioncamere-InfoCamere, Movimprese Il rallentamento della vivacità demografica, rispetto all anno precedente, è stato determinato in parte dalla stagnazione delle iscrizioni (solo 132 unità in più), ma soprattutto dall accresciuto numero di cancellazioni (1.584 unità) che sono aumentate, rispetto all anno precedente, del 10,1%. Il record delle cessazioni registrato anche a livello nazionale ( ), come rilevato dall Unioncamere, mette in evidenza come la crisi economica internazionale e la crisi dei consumi abbiano provocato una durissima selezione nel tessuto imprenditoriale, colpendo particolarmente le piccole e piccolissime imprese. Tab Andamento demografico delle imprese napoletane nel periodo (valori assoluti, tutti i settori) Anni Iscrizioni Cessazioni (1) (1) Saldi Tassi di Crescita (2) (1) al netto delle cancellazioni d ufficio (2) Il tasso di crescita è dato dal rapporto tra il saldo tra iscrizioni e cessazioni rilevate nel periodo e lo stock delle imprese registrate all inizio del periodo considerato Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Unioncamere-InfoCamere, Movimprese 2,1 2,1 1,8 1,4 0,8

25 25 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli La struttura dell imprenditoria locale 2.2 Le Dinamiche per Forma Giuridica In generale, si può affermare che nella provincia di Napoli aumentano notevolmente le imprese che, per operare sul mercato, scelgono una forma giuridica più robusta come le società di capitale; crescono, sebbene in maniera più modesta, le ditte individuali, mentre diminuiscono le società di persone. Tale tendenza, in atto da diversi anni, rappresenta un indice di irrobustimento del tessuto imprenditoriale partenopeo. Tassi di natalità, mortalità e sviluppo delle imprese della provincia di Napoli per forma giuridica. Anno 2006 Tab. 12 Imprese registrate per forma giuridica. Iscrizioni, cessazioni e saldi Forma giuridica Iscrizioni Cessazioni Saldi Registrate Tasso di sviluppo 2007 Tasso di sviluppo 2006 Società di capitale Società di persone Ditte Individuali Altre Forme ,6-2,8 0,7 2,1 5,3-1,8 1,6-0,8 Totale ,8 1,3 Valori percentuali Società di capitale Società di persone Ditte Individuali Altre Forme Totale 24,7 15,0 57,3 3,0 100,0 11,2 27,7 59,2 1,9 100,0 132,4-86,5 42,5 11,5 100,0 23,4 25,3 46,7 4,5 100,0 22,1 26,4 47,1 4,4 100, Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Unioncamere-InfoCamere, Movimprese Infatti, le società di capitale sono aumentate nel 2007 di ben imprese, determinando da sole il 132% del saldo complessivo. Le Ditte individuali proseguono la loro dinamica, anch essa strutturale, che le vede crescere di 915 unità

26 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 26 in valore assoluto, decisamente più modesto rispetto alle società di capitale e decrescere in termini relativi; la loro incidenza sul totale delle imprese registrate, rispetto all anno precedente, è passata dal 47,1% al 46,7%. Infatti, le società di capitale sono aumentate nel 2007 di ben imprese, determinando da sole il 132% del saldo complessivo. Le Ditte individuali proseguono la loro dinamica, anch essa strutturale, che le vede crescere di 915 unità in valore assoluto, decisamente più modesto rispetto alle società di capitale e decrescere in termini relativi; la loro incidenza sul totale delle imprese registrate, rispetto all anno precedente, è passata dal 47,1% al 46,7%. La dinamica, delle Società di persone è, invece, di segno decisamente opposto: infatti esse decrescono in valori assoluti ( unità), con un tasso di crescita negativo (-2,8%), passando in tal modo dal 26,4% sul totale delle imprese del 2006 al 25,3% del Tab Distribuzione dello stock delle imprese registrate per forma giuridica - Anni Forma giuridica Registrate % sul totale Registrate % sul totale var % 2006/2000 Società di capitale Società di persone Ditte Individuali Altre Forme ,9% 29,7% 48,7% 4,8% ,4 25,3 46,7 4,5 53,5-5,6 6,4 5,9 Totale ,0% ,0 10,8 Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese 2.3 Le Dinamiche Settoriali Nel corso del 2007, come mostra la tabella 14, hanno segnato una marcata riduzione delle attività produttive il settore commercio con unità e con una variazione negativa dello stock pari a -1,9%, seguito dal manifatturiero con -949 unità e una variazione dello stock del -3,1%, dall agricoltura con -386 unità (variazione dello stock del -2,8%) e dai trasporti con -225 unità e variazione dello stock (-2,2%). Si conferma, invece, anche in questo anno la crescita del settore in cui confluiscono le Attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca che ha registrato una variazione positiva delle imprese registrate pari al 3,0% con +619 unità. Positivo anche il bilancio di Alberghi e ristoranti con +188 unità e con una percentuale di crescita di un punto e quattro decimi in più rispetto all anno precedente). Il 2007 è stato un anno di crescita significativa anche per i servizi di intermediazione finanziaria, cresciuti di 85 unità (l 1,7% in più rispetto al 2006).

27 27 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli La struttura dell imprenditoria locale Tab Settori di attività confronto 2007/2006. Valori assoluti e variazione % dello stock Settori di Attività Stock al Stock al Saldi annuali (1) Var. % dello Stock Agricoltura, caccia e silvicoltura Pesca, piscicoltura e servizi connessi Estrazione di minerali Attività manifatturiere Prod. e distrib. energ. elettr., gas e acqua Costruzioni Comm. ingr. e dett.; rip. beni pers. e per la casa Alberghi e ristoranti Trasporti, magazzinaggio e comunicaz. Intermediaz. monetaria e finanziaria Attiv. immob., noleggio, informat., ricerca Istruzione Sanità e altri servizi sociali ,8-0,4 2,0-3,1 22,3 1,4-1,9 1,4-2,2 1,7 3,0 0,1-1,3 1. Il tasso di variazione dello stock delle imprese registrate è dato dal rapporto tra la differenza degli stock di inizio e fine periodo e il valore dello stock di inizio periodo. L eventuale scostamento rispetto al tasso di crescita dipende dall effetto delle variazioni di archivio, non considerate nel calcolo del tasso di variazione. Tab Variazione del peso dei settori nel tempo - Confronto 2007/2000 (Valori assoluti e percentuali) Settori Grandi Settori Tradizionali Commercio Costruzioni Manifattura Agricoltura Totale parziale 2000 Imprese registrate ,5% 11,2% 13,0% 6,0% 73,8% 2007 Imprese registrate ,9% 12,0% 11,5% 5,2% 70,6% var. % 2007/2000 6,8 18,8-2,1-5,0 6,1 Servizi alle imprese e alle persone Attiv. immob., noleggio, informat., ricerca Alberghi e ristoranti Altri servizi pubblici, sociali e personali Trasporti, magazzinaggio e comunicaz. Intermediaz. monetaria e finanziaria Sanità e altri servizi sociali Istruzione Totale parziale ,4% 4,5% 4,1% 3,9% 1,8% 0,8% 0,5% 22,0% ,1% 5,1% 4,4% 3,9% 1,9% 0,9% 0,5% 24,8% 40,5 26,1 19,3 11,8 18,2 12,7 21,8 25,3 n.c ,3% ,5% 17,7 Totale ,0% ,0% 10,8 Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese All interno dell area dei Grandi Settori Tradizionali, si evidenzia la tenuta del settore commercio che, nonostante la flessione dell indice di sviluppo dell ultimo biennio nei sette anni considerati, fa registrare un incremento percentuale pari all 6,8%; rilevante rimane la dinamica del settore costruzioni con una crescita delle imprese registrate pari a unità; tale crescita è meglio leggibile traducendola nell incremento percentuale delle imprese del settore che nei sette anni esaminati è stato pari al 18,8%.

28 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli L analisi della dinamica imprenditoriale per aree sub provinciali La dinamica del tessuto imprenditoriale può essere analizzata anche attraverso la suddivisione del territorio provinciale, secondo le aggregazioni dei comuni individuate dal PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) della provincia di Napoli. I dati aggregati e riportati nella tavola 16 evidenziano un evoluzione positiva per tutte le aree, ad eccezione dell area Torrese. Tab Distribuzione e natimortalità delle imprese per aree sub provinciali Aree subprovinciali Imprese registrate 2007 % imprese sul totale della provincia Iscrizioni Cessazioni Cessazioni d'ufficio Cessate al netto delle (c.u) Saldo Imprese registrate 2006 Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di sviluppo Afragolese Flegrea Pomiglianese Sorrentina Frattese Giuglianese Nolana Napoli Torrese Vesuviana Totale provincia ,3 6,5 5,7 7,7 3,5 7,9 4,6 39,4 9,6 7,6 100, ,3 7,5 8,6 6,9 8,1 9,0 8,0 6,6 6,5 8,0 7,3 7,6 5,8 7,0 6,3 7,3 6,2 6,1 6,4 7,0 6,2 6,5 0,7 1,7 1,6 0,6 0,9 2,8 1,8 0,2-0,4 1,8 0,8 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Unioncamere-InfoCamere, Movimprese Distribuzione per aree sub provinciali delle imprese napoletane al 31/12/2007

29 29 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli La struttura dell imprenditoria locale I tassi di sviluppo risultano più elevati della media nell area Giuglianese (2,8%), zona in cui anche nell anno passato, a conferma di una sostenuta crescita registrata negli ultimi anni, si è assistito ad un marcato aumento della base imprenditoriale: come il tasso di sviluppo, anche il tasso di natalità è il più alto della provincia (9,0%). Seguono l area Vesuviana e l area Nolana con un indice di sviluppo del 1,8% ed un tasso di natalità dell 8,0%. Sono, invece, le aree con la più alta densità di imprese come Napoli che da sola comprende il 39,4% delle imprese della provincia e come l area Torrese, dove l indice di densità è pari al 9,8%, che registrano i tassi di sviluppo più bassi rispetto alla media provinciale: Napoli (+0,2%) e area Torrese (-0,4%). Tab 17 - Graduatoria dei primi 10 Comuni della provincia per numero d'imprese Comuni Napoli Giugliano In Campania Casoria Pozzuoli Torre Del Greco Castellammare di Stabia Afragola Portici Nola San Giuseppe Vesuviano Popolazione Imprese Rapp. Imprese ogni 1000 ab. 105,9 70,8 77,9 73,4 64,5 80,6 71,0 80,2 136,3 144,2 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Unioncamere-InfoCamere, Movimprese Volendo stilare una graduatoria dei primi dieci comuni della provincia (escluso Napoli) per numero d imprese, Giugliano risulta essere la prima classificata con imprese registrate, seguita da Casoria con e da Pozzuoli con Sempre con riferimento a questa top ten, rapportando la presenza di attività produttive con il numero di abitanti, il comune con la maggiore intensità imprenditoriale risulta essere San Giuseppe Vesuviano, forte della sua vocazione imprenditoriale, ereditata dal passato, con 140 imprese ogni 1000 abitanti. Secondo in tale graduatoria è il comune di Sorrento con 138 imprese che conferma la sua importanza nel panorama imprenditoriale provinciale. La densità imprenditoriale risulta particolarmente elevata anche nei comuni turistici di Capri, Sorrento e Pompei. 2.5 L agricoltura Secondo le recenti stime sulla produzione agricola pubblicate dall Istat, le principali coltivazioni orticole che caratterizzano l agricoltura napoletana sono rappresentate dal pomodoro, a cui sono stati destinati nel 2007 ben ettari di superficie agricola, seguito dai finocchi (1.218 ha), dall asparago (1.016 ha), dalla lattuga (539 ha) e dalla fragola (452 ha). Significative, poi, le produzioni di patate, che occupano nel complesso oltre ha con quintali raccolti, e quelle di mais (1.210 ha). Per quanto riguarda le coltivazioni legnose, le produzioni locali più rappresentative, in termini di superficie agricola dedicata, sono quelle frutticole, con prevalenza del nocciuolo (oltre ha) seguito dall albicocca

30 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 30 (3.620 ha), dal pesco (2.000 ha) e dal susino (1.535 ha); mentre agli agrumi, con una produzione stimata nel 2007 di quintali, è destinata una superficie complessiva di ha, il 50% della quale coltivata a limoni. L olivo, infine, con una superficie disponibile di ha, ha segnato lo scorso anno una produzione raccolta pari a circa quintali. L economia agricola napoletana è poi caratterizzata dalla presenza di un sistema costituito da più di 1300 aziende florovivaistiche specializzate nella produzione di oltre cinquanta specie di fiori e piante ornamentali e localizzate prevalentemente nell area costiera vesuviana compresa tra i comuni di San Giorgio a Cremano e Castellammare di Stabia. L intero comparto florovivaistico campano, nel quale è particolarmente rilevante il peso dell offerta produttiva della provincia di Napoli, costituisce una realtà di grande interesse e di elevata redditività conseguita grazie alla flessibilità organizzativa e produttiva delle oltre 2300 aziende della regione che alimentano un fatturato annuo stimato in oltre 250 milioni di euro. I dati relativi alla viticoltura provinciale, anche se ancora incompleti, stimano la produzione di uva da vino della vendemmia 2007 in quintali. In proposito occorre rilevare che il corrispondente dato regionale, recentemente reso disponibile dall Istat, indica che l uva da vino raccolta in Campania ha subito una significativa contrazione del 14,6 % rispetto all anno precedente, passando da 2,90 milioni di quintali a 2,47. Tale riduzione ha determinato un calo del 18,2% della produzione complessiva vinicola regionale, attestatasi su ettolitri, che ha interessato anche le produzioni vinicole di qualità Doc e Docg, (diminuite del 6,9%), ed Igt (-8,2%) ed avviene in un contesto nazionale caratterizzato, da anni, da una complessiva graduale contrazione delle superfici vitate e delle corrispondenti produzioni di uva da vino: nella vendemmia 2007 è stato raccolto in Italia il 27,7% di uva in meno rispetto all anno precedente, portando così la produzione nazionale ai livelli più bassi mai registrati nell ultimo trentennio (40,9 milioni di ettolitri). Questa tendenza, dovuta in misura diversa ai cambiamenti del mercato e dei consumi oltre che alle politiche di espianti e di specializzazione produttiva che comportano un riconosciuto miglioramento qualitativo delle produzioni vinicole, è comunque comune ad altri paesi europei come la Spagna e la Francia che registrano nel 2007 una riduzione media della produzione pari, rispettivamente, al 6% ed al 14%, mentre a livello mondiale la flessione è stata del 6%. In Campania, secondo i dati Sinab aggiornati al 2005, sono autorizzati in complesso operatori di agricoltura biologica, distribuiti principalmente nel territorio della provincia di Salerno (625), seguita dalle province di Tab Superfici ed operatori del biologico in Europa nel 2006 Paese Cipro (*) Slovenia Portogallo (*) Grecia Francia Spagna Italia (*) dati 2005 Fonte: elaborazioni Ismea Superficie (ha) n. operatori Avellino (223), Caserta (217) Benevento (169) e Napoli (136). Le aziende convertite alle pratiche dell agricoltura biologica rispondono ad una crescente domanda di prodotti di qualità espressa da un consumatore sempre più attento ai valori della sostenibilità, della salubrità e della genuinità degli alimenti. Tali aziende si caratterizzano, rispetto a quelle tradizionali, per un significativo vantaggio competitivo riportato sul mercato nazionale e spesso sui mercati esteri dove conseguono migliori opportunità di commercializzazione e di redditività. L Italia detiene ormai da tempo il primato in Europa per estensione delle superfici e per numero di operatori di agricoltura biologica, contando nell anno 2006 oltre ettari e imprese; segue la Spagna (le cui superfici investite a biologico sono cresciute dal 2002 al 2006 da ad oltre ettari) e la Francia, attestata su ettari convertiti al biologico. La Campania, per numero di operatori accreditati, risulta decima tra le regioni italiane preceduta a distanza dalla Sicilia (8.110 operatori), dalla Calabria (6.811), dalla Puglia (5.664) e dalla Basilicata (4.898).

31 31 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli La struttura dell imprenditoria locale Al 31 dicembre 2006 risultano autorizzate nella regione 734 aziende agrituristiche particolarmente concentrate nelle province di Salerno (281 con posti letto) e di Benevento (196 con 728 posti letto). La provincia di Napoli conta in complesso 66 agriturismi, 59 dei quali dotati di servizi di ristorazione e 49 di servizi di alloggio. In tali strutture, che dispongono di 471 posti letto, secondo i primi dati forniti dall EPT di Napoli, hanno soggiornato nel corso del 2007, turisti dei quali 4073 stranieri, totalizzando circa presenze. Negli anni dal 2000 al 2006 gli interventi del POR Campania in agricoltura hanno originato una spesa complessiva pari a 701 milioni di euro articolata su specifiche misure la più consistente delle quali riguarda la gestione delle risorse idriche in agricoltura, per le quali sono stati destinati 149 milioni di euro pari al 21,3% dell intero intervento. Seguono gli interventi destinati ad investimenti nelle aziende agricole (122 milioni pari al 17,5% della spesa totale), le sistemazioni idraulico-forestali (102 milioni, il 14,6% delle spese) e gli investimenti realizzati per le infrastrutture rurali (100 milioni, 14,3%). Il costo dell intero intervento su tutte le Regioni Obiettivo 1 è ammontato a milioni di euro, ripartito in una struttura della spesa che ha favorito, in primo luogo, gli investimenti nelle aziende agricole (21,2% del totale), la gestione delle risorse idriche in agricoltura (15,5% della spesa) e le sistemazioni idraulico-forestali (13,2%). 2.6 La dinamica delle imprese artigiane Le imprese artigiane nel corso del 2007 hanno registrato una crescita pari allo 0,5%, di poco inferiore a quella dell intero sistema delle imprese. Il totale delle imprese artigiane attive nella provincia di Napoli ammonta a unità che rappresenta rispettivamente il 13,7% del totale delle imprese napoletane, contro il 39,4% delle imprese artigiane campane ed il 2% di quelle italiane. L artigianato continua a caratterizzare i sistemi produttivi di tutte le altre province campane, soprattutto nelle province di Avellino e di Salerno dove la quota sul totale delle imprese supera il 20,0%; seguono Benevento 17,3% e Caserta (16,8%). Il comparto artigiano presenta tassi di natalità (9,3%) e di mortalità (8,6%) più elevati di quelli registrati dal sistema delle imprese nel suo complesso, determinati dal fatto che se è più semplice entrare nel mercato in quanto le barriere sono minori, è tuttavia molto più complicato rimanerci, soprattutto quando la dimensione e le regole penalizzano la piccola dimensione d impresa (si consideri, ad esempio, la difficoltà ad ottenere credito ad un tasso agevolato). Tab Imprese artigiane per area geografica - Anno 2006 (Valori assoluti e valori percentuali) Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Italia Attive Variazione % 2007/2006 0,3-1,0 0,8 0,5-0,4 0,2 0,7 Iscritte Cessate Tasso di natalità 6,3 7,5 9,8 9,1 7,2 8,3 9,3 Tasso di mortalità 6,1 8,4 8,9 8,6 7,6 8,1 8,6 Tasso di crescita 0,2-0,9 0,9 0,5-0,4 0,2 0,7 Impr. artigiane sul totale imprese attive 20,7 17,3 16,8 13,7 20,9 16,6 28,6 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Unioncamere-InfoCamere, Movimprese

32 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 32 L analisi del comparto per settori di attività mette in luce il forte aumento del settore delle costruzioni che si incrementa di 573 imprese (+9%), mentre il settore manifatturiero, pur conservando la più consistente presenza nel comparto con imprese, fa registrare una flessione delle attività pari (-2,4%). Sono in flessione anche i settori del commercio (-3,5%) e dei trasporti (-5,7%); più consistente è il calo dei settori relativi alla produzione e distribuzione di energia (-25,0%) e degli alberghi e ristoranti (-22,6%). Tab 20 - Imprese artigiane per settori di attività economica in provincia di Napoli (Valori assoluti e valori percentuali) Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Unioncamere-InfoCamere, Movimprese I dati delle imprese artigiane, aggregati per aree subprovinciali, mostrano che nel corso del 2007 in ben cinque aree il tasso di sviluppo delle imprese artigiane è stato superiore alla media provinciale (0,5%). Tab 21 - Imprese artigiane attive per aree sub provinciali e per macrosettori di attività Are Sub provinciali Agricoltura Industria Servizi Totale Imprese var % 07/06 Imprese var % 07/06 di cui attività manifatturiere Imprese var % 07/06 di cui costruzioni Imprese var % 07/06 Imprese var % 07/06 di cui commercio Imprese var % 07/06 Imprese var % 07/06 Afragolese Flegrea Pomiglianese Sorrentina Frattese Giuglianese Nolana NAPOLI Torrese Vesuviana Totale Provincia ,0-6,3-50,0-5,3-63,6 220,0-100,0-42,9 183,3 16, ,3 3,6 1,3 2,1 3,7 11,4 1,1-0,8 0,4 1,6 1, ,8-3,7-2,4-1,8-3,7 2,0-3,2-3,0-2,4-1,1-2, ,6 12,0 5,9 7,2 6,2 21,4 6,7 7,5 6,4 6,1 9, ,4-4,6-2,3-1,3-2,5 0,6-0,8-1,3-1,6-0,7-1, ,5-3,8-1,9-3,6-3,1-2,1-4,1-3,3-4,4-1,8-3, ,3 0,8 0,0 1,1-0,4 7,7 0,5-1,0-0,3 0,8 0,5 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Unioncamere-InfoCamere, Movimprese L area Giuglianese ha fatto registrare il più alto tasso di crescita pari al 7,7%, prodotto dal rilevante sviluppo del settore delle costruzioni 21,4%. Seguono, ma con livelli di crescita meno elevati, l area Afragolese (1,3%), l area Sorrentina (1,1%) e l area Vesuviana con lo 0,8%. Diversa è l evoluzione delle imprese artigiane nella città di Napoli in calo rispetto al dato provinciale soprattutto nelle attività manifatturiere e nei servizi.

33 33 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli La struttura dell imprenditoria locale 2.7 Le imprese femminili L aumentata e diffusa partecipazione delle donne nel mondo del lavoro e, in particolare, la significativa presenza di donne imprenditrici rappresenta un fattore di crescita non solo economica, ma anche sociale e culturale. Le imprese femminili attive nella provincia di Napoli sono Rispetto alla fine dell anno 2006 si è registrato un lieve incremento dello 0,6% di segno opposto a quello relativo al totale complessivo delle imprese attive provinciali (- 0,2%), con un incidenza sul totale delle operanti pari al 27,2%. Di segno positivo è anche l andamento delle imprese femminili campane; infatti, a livello regionale si può osservare un incremento dello 0,5%, di poco inferiore a quello del totale delle imprese italiane (+0,7%). Tab Imprese attive e imprese femminili per area geografica -Anno 2006 (Valori assoluti e valori percentuali) 2007 Variaz. % 2007/2006 Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Italia Totale imprese attive di cui imprese femminili valori assoluti % 35,3 33,6 29,6 27,2 26,5 28,6 24,0 Totale imprese 0,3-0,9 0,8-0,2 0,9 0,2 0,3 Imprese femminili -0,4-0,6 0,6 0,6 1,2 0,5 0,7 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Unioncamere-InfoCamere, Movimprese Tra le province campane, Napoli detiene indubbiamente il primato regionale per il numero di imprese guidate da donne ( unità) con un tasso di crescita pari allo 0,6% che la pone al secondo posto nella graduatoria regionale 2007, dopo Salerno (1,2%); tuttavia, sono le province di Avellino e Benevento, che fanno rilevare la maggiore incidenza delle imprese femminili sull universo imprenditoriale 35,3% e 33,6%. Le imprese femminili attive che operano nella provincia di Napoli sono in larghissima parte ditte individuali ( nel 2007, pari al 52,0% con una lieve flessione dell 1,0% rispetto al 2006). La seconda forma giuridica per consistenza numerica è rappresentata dalle società di persone, che con unità rappresentano il 33,3% delle imprese femminili, mentre le società di capitale ne esprimono il 13,1% (7.834 unità alla fine del 2007); le altre forme giuridiche sono appena l 1,5% (899 in valore assoluto). Confrontando i dati di fine anno 2006 con quelli del 2007, emergono chiaramente le linee di sviluppo dell imprenditoria femminile provinciale. Nei dodici mesi da poco conclusi si è realizzato infatti un sensibile incremento percentuale delle società di capitale (11,5%). Decrescono invece le società di persone (-1,2%) e le ditte individuali -1,0%. Anche le imprese femminili quindi, tradizionalmente orientate alla forma individuale, stanno lentamente muovendosi verso forme imprenditoriali più complesse e strutturate, potenzialmente più attrezzate per affrontare le sfide competitive del mercato. Tab Imprese femminili per natura giuridica. Anno 2006 (Valori assoluti e valori percentuali) Forma giuridica Società di capitale Società di persone Imprese individuali Altre forme Totale 2007 Valori assoluti Incidenza % 13,1 33,3 52,0 1,5 100,0 Variaz. % 2007/ ,5-1,2-1,0 7,9 0,6 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Unioncamere-InfoCamere, Movimprese

34 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 34 I dati relativi all anno 2007 confermano la forte presenza delle imprese femminili nei settori economici tradizionalmente appannaggio delle donne: l agricoltura ed i servizi. Sono le imprese femminili del commercio e rappresentano il 47,4% delle imprese femminili della provincia; esse nel 2007 hanno subito una variazione in meno dello 0,1% rispetto all anno precedente. Più consistente, invece, è stato lo sviluppo registrato in altri settori tradizionalmente maschili quali le attività immobiliari più 3,1% e le costruzioni più 2,8%. Perde più di un punto il settore manifatturiero che rappresenta con imprese oltre il 9% del totale delle imprese femminili. Tab Imprese femminili attive della provincia di Napoli per settore economico - Anni 2006 e 2007 (Valori assoluti e valori percentuali) Settori di Attività Valori assoluti 2007 Valori assoluti 2006 Incidenza % 2007 Variazione % 2007/2006 Agricoltura, caccia e silvicoltura Pesca,piscicoltura e servizi connessi Estrazione di minerali Attività manifatturiere Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua Costruzioni Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa Alberghi e ristoranti Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. Intermediaz.monetaria e finanziaria Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca Pubbl.amm.e difesa;assic.sociale obbligatoria Istruzione Sanita' e altri servizi sociali Altri servizi pubblici,sociali e personali Serv.domestici presso famiglie e conv. Imprese non classificate Totale ,3 0,0 0,0 9,3 0,1 5,4 47,4 7,1 3,1 1,8 7,9 0,0 1,1 1,3 5,1 0,0 3,2 100,0-2,7 5,9 10,0-1,6 6,5 2,8-0,1 3,1 0,1 3,6 3,1 0,0 1,1 0,9 1,1 0,0 9,4 0,6 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Unioncamere-InfoCamere, Movimprese

35 35 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli La struttura dell imprenditoria locale Tab Imprese attive femminili per aree subprovinciali e grandi settori rapporto imprese femminili e popolazione femminile residente Agricoltura Industria Servizi Totale imprese Totale imprese Sub aree provinciali Afragolese Flegrea Pomiglianese Sorrentina Frattese Giuglianese Nolana Napoli Torrese Vesuviana Provincia di Napoli Imprese var % 07/06-11,3 1,9-5,8-5,9 1,6-3,4 0,7-2 -0,7-2,6-2,7 Imprese var % 07/06 61,4 124,1 95, ,4 428,1 130,6 5, ,3 98,6 var % 07/06 61,4 124,1 95, ,4 428,1 130,6 5, ,3 98,6 var % 07/06 0,3 1 0,1-0,5 2,1 3,4 3,3 0,5-0,3 0,9 0,8 Imprese var % 07/06 0,4 1,5-0,1-1,5 1 3,1 1,2 0,7-0,7 1,5 0,6 Distr. Imprese 7,1 7,4 6,5 8,8 3,5 8,3 5,2 36,0 9,9 7,3 100,0 Pop. femminile residente Imp. femminili ogni 1000 F residenti Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Unioncamere-InfoCamere, Movimprese Dai dati relativi alla distribuzione delle imprese femminili per aree subprovinciali, si rileva che la città di Napoli detiene circa un terzo delle imprese femminili della provincia con un tasso di sviluppo nel 2007 pari allo 0,7%, superiore alla media provinciale, ma inferiore a quello che ha fatto registrare l area Giuglianese con il 3,1%. Anche l area Flegrea e quella Nolana fanno registrare rispettivamente con l 1,5% e l 1,2 % indici di sviluppo superiori alla media provinciale dello 0,6%. Nella speciale graduatoria, relativa alla concentrazione delle imprese femminili ogni 1000 donne residenti, occupa il primo posto l area Nolana (48), seguita dall area Sorrentina (42) e da Napoli (42), mentre al quarto posto si classifica l area Vesuviana (39). La media provinciale è di 38 imprese femminili ogni mille donne residenti. 2.8 L imprenditorialità extra-comunitaria Per i numerosi immigrati extracomunitari residenti nella nostra provincia, l impresa rappresenta una corsia preferenziale per l integrazione e il dialogo tra le diverse culture. Le motivazioni che spingono gli immigrati ad intraprendere la strada del lavoro autonomo sono le più diverse: chi sceglie di mettersi in proprio vede nell attività imprenditoriale una realizzazione personale, la possibilità di migliorare il proprio stato sociale, il proprio reddito e non ultima una maggiore libertà, mettendo a frutto il mestiere appreso nel proprio paese di origine o svolgendo una attività più aderente al proprio titolo di studio. Le attività sono svolte soprattutto nel settore del commercio e in quello manifatturiero; la forma prescelta è spesso quella della ditta individuale. Negli ultimi cinque anni il numero degli imprenditori extracomunitari è più che raddoppiato arrivando a superare nel 2007 le unità, con un incremento del 63,9% rispetto all anno precedente. Le statistiche riferite agli imprenditori extracomunitari prendono in considerazione come oggetto di analisi le posizioni imprenditoriali delle persone fisiche di origine extracomunitaria in quanto nelle diverse altre forme giuridiche uno stesso soggetto può ricoprire più posizioni d impresa in qualità di titolare, socio o amministratore. La maggior parte delle posizioni imprenditoriali di persone di origine extracomunitaria si riferisce a titolari di impresa individuale, che a fine 2007 ammontavano a con un aumento del 6,8% rispetto all anno precedente. Il paese che più di ogni altro contribuisce ad alimentare le fila di questa rappresentanza nel tessuto impren-

36 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 36 ditoriale partenopeo è la Cina che con imprese rappresenta il 24,1,% del totale. Rispetto al 2006 le imprese individuali cinesi aumentano del 23,4%. A seguire il Marocco, con 761 presenze, che mantiene una quota relativamente stabile rispetto all anno precedente (intorno al 16 %) e la Nigeria con 404 imprese (l 8,5% del totale). Tab Ditte individuali con titolari imprenditori stranieri. Anni 2006 e 2007 e var. % 2007/2006 Comunitarie Extra Comunitarie di cui primi 10 Paesi Val. assoluti Val. assoluti Var. % 2007/2006 9,0 10,2 Cina Marocco Nigeria Senegal Pakistan Bangladesh Algeria Tunisia Svizzera Ucraina ,4 10,0 4,4 4,8 5,9 10,3 42,5 5,2-11,3 28,0 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Unioncamere-InfoCamere, Movimprese In termini assoluti la concentrazione maggiore di imprese individuali con titolare extracomunitario è ancora nel commercio dove operano imprese pari all 82,2% del totale delle imprese condotte da extracomunitari; in aumento anche il settore delle costruzioni che con 188 unità fa registrare un tasso di crescita pari al 3,3%. Significativa anche la presenza nel settore manifatturiero (poco meno di 170 unità) con una crescita rispetto all anno precedente del 16,6%. In ripresa, rispetto al 2006, con un aumento del 6,8%, sono gli alberghi e i ristoranti. Anche il settore dei trasporti con una consistenza di 193 imprese fa registrare un saldo positivo del 6,6%.

37 37 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli La struttura dell imprenditoria locale Tab Imprenditori extracomunitari titolari di imprese individuali per settore di attività. Anno 2007 e variazione % 2007/ Var. % 2007/2006 Settori di attività Napoli Campania Italia Napoli Campania Italia Agricoltura, caccia e silvicoltura Pesca,piscicoltura e servizi connessi Estrazione di minerali Attivita' manifatturiere Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua Costruzioni Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa Alberghi e ristoranti Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. Intermediaz.monetaria e finanziaria Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca Istruzione Sanità e altri servizi sociali Altri servizi pubblici,sociali e personali Imprese non classificate Totale , ,6-3,3 11,0 6,8 6,6 26,7 0,9 20,0 0,0-5,7 50,0 10,2-1,2 0,0 0,0 3,3 0,0 4,1 7,9 8,4 7,0 17,5 3,4 16,7 0,0-2,0 43,5 6,8-3,3-3,1-11,1 5,6 25,0-10,6 4,1 5,6-7,3 0,9 4,9 6,6-15,6-1,0 21,5-0,9 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Unioncamere-InfoCamere, Movimprese 2.9 Lo stato di salute delle imprese Le statistiche sull avvio delle procedure concorsuali di liquidazione e fallimento sono indicatori privilegiati delle difficoltà che le imprese incontrano a stare sul mercato e termometro del loro stato di salute. I dati del 2007 testimoniano di un anno più positivo di quelli immediatamente precedenti. Le procedure di liquidazione sono state 5.112, con una percentuale dell 1,95% del totale, i fallimenti soltanto 112 con una percentuale dello 0,05%. Sotto questo profilo - anche considerando la possibilità che il dato 2007 si possa definitivamente assestare soltanto successivamente per l iscrizione al Registro delle Imprese delle pratiche depositate in chiusura di anno - si può affermare che il 2007 non ha visto crescere le difficoltà delle imprese. Tab Imprese entrate in liquidazione e in fallimento nella provincia di Napoli per anno di apertura della procedura Anni Imprese entrate in liquidazione Peso % sullo stock delle imprese Imprese entrate in fallimento Peso % sullo stock delle imprese ,7 1,6 1,5 1,7 1,6 1,8 1, ,37 0,31 0,25 0,27 0,28 0,23 0,05 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Unioncamere-InfoCamere, Movimprese Gli effetti protestati (assegni, cambiali e tratte) nella provincia di Napoli tra il 2007 ed il 2006 sono diminuiti del 4,4% passando da del 2006 a del 2007, in linea con il dato nazionale e di un punto inferiore a quello regionale (-5,4).

38 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 38 Gli effetti protestati più diffusi continuano ad essere le cambiali ( quelle contestate nel 2007, -2,35% rispetto al 2006) e gli assegni scoperti (47.827, -6,9%). Tra le province sedi di grandi capoluoghi, Napoli, Roma e Milano concentrano ovviamente il maggior numero di effetti protestati. E da rilevare che Napoli, nella speciale graduatoria che rapporta il numero di protesti alla popolazione residente, con 35 protesti ogni 1000 abitanti, risulta al terzo posto dopo Roma con 48,5 e Milano 42,9. Tab 29 - Titoli protestati - confronto anni 2007/2006 Totale Var. % n. protesti Assegni Cambiali Tratte Totale Assegni Cambiali Tratte Totale Assegni Cambiali Tratte Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno ,86 2,68-7,56-4,43-6,33-21,78 12,34-4,17-6,96-8,96-6,3-0,76-9,52-2,35-5,22 4,69 13,6 45,05 0,83-3,09 Campania Italia ,42-4,45-7,04-0,69-4,50-6,63 4,53-12,04 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Unioncamere-InfoCamere, Movimprese Tab 30 - Numero dei protesti ogni 1000 residenti Totale Assegni Cambiali Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno 24,0 39,2 38,3 35,0 43,1 7,7 10,7 13,3 15,5 12,6 16,1 28,0 24,8 19,2 30,2 Campania Italia 36,4 24,1 13,8 9,4 22,4 14,5

39 39 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli La contabilità economica territoriale 3. La contabilità economica territoriale 3.1 Il valore aggiunto provinciale L analisi degli indicatori dei conti economici consente di stimare il grado di sviluppo e il livello di benessere raggiunto dalla collettività locale. Le ultime statistiche disponibili sui conti economici regionali di fonte Istat riguardano l anno 2006 ed evidenziano che la Campania in tale periodo ha generato un prodotto interno di oltre 82 miliardi di euro, corrispondenti al 6,3% dell intera ricchezza creata su scala nazionale. La provincia di Napoli, nel 2006, ha prodotto un reddito complessivo di milioni di euro, facendo registrare un incremento del 3,2%, che conferma il dato positivo già registrato nell anno precedente. Si registra, invece, a livello regionale un tasso medio di sviluppo negativo pari a -1,2%. Tale indice è determinato dai risultati negativi della altre province, come descritto nella tavola che segue. Tab Valore aggiunto nelle province campane, in Campania ed in Italia. Anno 2006 (Milioni di euro correnti) Province e Regione Benevento Caserta Napoli Avellino Salerno Variaz. % 2006/2005-6,6-1,9 3,2-9,8-6,7 Campania Italia Napoli/Campania Napoli/Italia Campania/Italia ,7 3,4 6, ,9 3,4 6,3-1,2 3,4 - - Fonte: Istituto G. Tagliacarne La lettura dei dati nel dettaglio settoriale consente un esame più approfondito delle caratteristiche del sistema produttivo locale che evidenzia nel territorio partenopeo il prevalente ruolo dei servizi, in costante ed ininterrotta crescita dal 1995, rappresentando nel 2006 ben l 82,1% del totale del valore aggiunto. Tab Composizione percentuale del valore aggiunto per settori nella provincia di Napoli ( ) Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Industria Servizi Totale valore aggiunto ,7 16,7 2,9 19,6 78, ,3 14,3 3,1 17,4 81, ,4 14,1 3,2 17,3 81, ,3 13,9 3,1 17,0 81, ,4 13,0 3,3 16,3 82, ,2 12,3 3,5 15,8 83, ,2 10,6 6,1 16,8 82,1 100,0 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

40 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 40 Entrando nel dettaglio dell analisi, si rileva che l agricoltura registra nel periodo un incidenza nella formazione del valore aggiunto sostanzialmente invariata; in particolare, nel 2006, l apporto al sistema economico locale è stimabile intorno al 1,2% del valore aggiunto, peso invariato rispetto a quello registrato nell anno precedente. In termini assoluti, con un valore aggiunto pari a 518 mln di euro registrato nell ultimo anno disponibile (2006), questo settore incide sul valore aggiunto regionale di settore con una quota pari al 22,6%. Tab. 33 Valore aggiunto a prezzi correnti per settore di attività economica (importi in milioni di euro) - Anno 2006 Regioni e province Campania Caserta Benevento Napoli Avellino Salerno Agricoltura Industria in senso stretto Costruzioni Totale Servizi Totale economia Totale Nell ultimo decennio, il contributo del settore manifatturiero al valore aggiunto ha subito una costante riduzione di peso settoriale passando dal 16,7% del 1995 al 10,6 del Cresce, invece, nello stesso periodo il settore edile che dal 2,9% del 1995 passa al 6,1% del Con un valore aggiunto pari a mln di euro registrato nel 2006, il manifatturiero costituisce il 10,6% del valore aggiunto totale. Rispetto al 1995, il peso del manifatturiero diminuisce di 6,1 punti percentuali. Il settore delle costruzioni, nello stesso anno, registra una produzione totale pari a mln di euro che incide sul valore aggiunto provinciale di una quota pari al 6,1% con un incremento di 3,2 punti percentuali rispetto al Il peso del settore servizi sulla composizione del valore aggiunto nel 1995 era pari al 78,7%, tale percentuale si è incrementata annualmente fino a raggiungere, nel 2006, una quota pari all 82,1% (Italia 71,3%). Nel 2006 la produzione del settore è stata pari a mln di euro ovvero il 3,9% del corrispondente valore aggiunto nazionale, confermando come Napoli presenti una consistente vocazione terziaria che traina l intera regione. Composizione del valore aggiunto per settori di attività nella provincia di Napoli. Anno 2006

41 41 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli La contabilità economica territoriale 3.2 Il valore aggiunto artigiano Il contributo del settore artigiano alla formazione del valore aggiunto nazionale, secondo le stime fornite dall Istituto G. Tagliacarne forniscono per il 2005 un valore aggiunto ai prezzi base pari a milionii di euro, mentre, in Campania, il valore aggiunto ai prezzi base è pari a milioni di euro. La Campania è tra le regioni meno artigiane d Italia, infatti l incidenza del valore aggiunto dell artigianato sul totale è pari solamente al 5%; questo dato risente soprattutto della marcata vocazione terziaria di una grande città come Napoli. Nel capoluogo campano, il valore aggiunto ai prezzi base si attesta intorno ai milioni di euro, valore che, in termini assoluti, posiziona Napoli al primo posto della graduatoria regionale con un netto distacco rispetto alle altre realtà provinciali. Passando alla composizione settoriale del valore aggiunto dell artigianato, si rileva che Napoli è la provincia in cui è maggiore l apporto dell artigianato manifatturiero: difatti, la produzione proveniente dall industria in senso stretto supera il 38%, percentuale superiore sia alla media regionale sia a quella nazionale (rispettivamente pari a 31,7% e 37,6%). Valori ugualmente elevati si riscontrano nell ambito delle attività terziarie, dove l incidenza del settore alla formazione del valore aggiunto, nel capoluogo campano, è pari al 47,4%; in particolare, spicca la quota del comparto dei trasporti e delle comunicazioni (16,2%), del commercio e riparazioni (12,2%) e del terziario avanzato (8,5%) che registrano le percentuali maggiori nel contesto regionale e risultano superiori sia alla media regionale sia a quella nazionale. Tab Valore aggiunto ai prezzi base dell artigianato nel 2005 (Valori in milioni di euro correnti) Province e Regioni Industria in s.s. Industria Costruzioni Totale Commercio e riparazioni Trasporti e comunicazioni Servizi Informatica e serv. alle imprese Serv. alle famiglie e altre attività Totale Totale Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Italia Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno ,0 26,8 23,4 38,9 29, ,9 30,3 37,8 13,7 25, ,9 57,1 61,2 52,6 54, Valori percentuali 11,5 9,2 14,8 10,4 12,4 11,8 12,2 16,2 14,8 15, ,3 8,1 8,5 8,5 7, ,1 9,6 6,1 10,4 7, ,1 42,9 38,8 47,4 45, ,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Campania Italia 31,7 37,6 25,2 25,9 56,8 63,4 13,0 11,3 14,0 11,1 7,8 6,7 8,3 7,4 43,2 36,6 100,0 100,0 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

42 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 42 La tabella che segue, relativa alle variazioni medie annue, consente di rilevare come, per il capoluogo campano, si sia registrato il tasso di variazione medio annuo meno elevato della regione (0,5) che si è attestato ad un livello inferiore sia della media regionale sia di quella nazionale. In particolare, i settori più dinamici sono risultati: le costruzioni con un aumento dell 8%, il commercio con il 2,1% ed i servizi alle famiglie anche essi con il 2,1%: Negativo invece è stato il risultato dell industria in senso stretto -2,2 e dei trasporti -0,9. Tab Variazioni medie annue del valore aggiunto ai prezzi base dell artigianato ( ) Province e Regione Industria in s.s. Industria Servizi Totale Costruzioni Totale Commercio e riparazioni Trasporti e comunicazioni Informatica e serv. alle imprese Serv. alle famiglie e altre attività Totale Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno 1,0-1,5 5,5-2,2-2,7 10,1 8,6 10,7 8,6 5,3 5,7 3,6 8,6 0,4 0,9 4,2 3,9 10,3 2,1 5,5 7,0 3,9 4,5-0,9 2,0-12,2 0,0 4,9 0,3-1,1 0,9 3,8 9,7 2,1 4,4 0,8 3,1 7,2 0,8 3,0 4,0 3,4 8,1 0,5 1,8 Campania Italia -1,0-0,7 8,5 6,6 3,0 2,2 4,8 4,9 1,7 0,7-0,9 2,8 3,6 3,4 2,5 2,9 2,8 2,4 Fonte: Istituto Tagliacarne - Elaborazioni Unioncamere 3.3 Il valore aggiunto pro capite Dall analisi del valore aggiunto pro-capite, dato dal rapporto tra il valore aggiunto totale e la popolazione residente, possiamo valutare il tenore medio di vita della popolazione napoletana; questo indicatore infatti segnala l ammontare di ricchezza per abitante prodotta in un dato periodo di tempo. Variazione del valore aggiunto pro capite 2006/05 e 2007/06 Tale indicatore colloca, nel 2007, la provincia di Napoli all 87esimo posto nella graduatoria delle 103 province italiane, ovvero nella parte più bassa della graduatoria nazionale; in Campania è preceduta da Avellino (84 ), mentre è seguita dalle province di Salerno (92 ), Caserta (97 ) e da Benevento (100 ).

43 43 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli La contabilità economica territoriale Tab Prodotto interno lordo pro capite a prezzi correnti negli anni 2006 e 2007 e variazioni rispetto al 2004 Regione e Province Anno 2006 Anno 2007 Posizione in graduatoria Pro capite (euro) Differenza posizione con il 2004 Variazione % Pil pro capite 2006/2004 Posizione in graduatoria Pro capite (euro) Differenza posizione con il 2004 Variazione % Pil pro capite 2007/2004 Caserta Benevento Napoli Avellino Salerno Campania , , , , , , ,3 6,2 4,8 5,4 5,9 5, , , , , , , ,3 5,0 7,9 7,9 4,0 6,6 Italia ,32-5, ,77-8,2 Fonte: Unioncamere - Istituto Guglielmo Tagliacarne Il valore medio nazionale è di euro pro capite, mentre quello della provincia di Napoli è nettamente inferiore (euro ), che corrisponde al 65,6% del dato nazionale. Nel 2007, secondo le stime dell Istituto G. Tagliacarne, il valore aggiunto pro capite partenopeo rispetto all anno 2004 è aumentato del 7,9 % in misura superiore alla crescita regionale (6,6%) ma inferiore a quella nazionale 8,2%. Sempre secondo le stime dell Istituto G. Tagliacarne, Napoli ha visto aumentare il prodotto interno lordo pro capite nel 2007 di 3 punti rispetto al 2006; tale variazione risulta superiore a quella regionale, pari a 1,6, ed uguale a quella nazionale. Tab Variazioni percentuali annue a prezzi correnti del Prodotto Interno Lordo pro capite Regione e Province Caserta Benevento Napoli Avellino Salerno Campania Italia 2006/2005 3,2 4,6 3,4 2,6 3,5 3,4 3,0 2007/2006-0,1-1,2 3,0 2,4-1,8 1,4 3,0 Fonte: Unioncamere-Istituto Guglielmo Tagliacarne Accanto all informazione sul reddito è utile affiancare quella sul patrimonio, suddiviso tra attività reali e attività finanziarie. Ciascun abitante della Campania possiede mediamente un patrimonio di oltre 93 mila euro composta da 63 mila euro di beni materiali - abitazioni e terreni - e 30 mila euro di attività finanziarie. Tab Valore del patrimonio delle famiglie per provincia (importi assoluti in milioni di euro) - Anno 2006 Attività reali Attività finanziarie 2007 Regione e Province Abitazioni Terreni Totale Depositi Valori mobiliari Riserve Totale Totale generale Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Totale Fonte: Unioncamere-Istituto Guglielmo Tagliacarne

44 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 44 A caratterizzare il patrimonio delle famiglie campane sono soprattutto i terreni e le attività mobiliari. I cittadini con patrimoni maggiori si trovano ad Avellino, Salerno, Caserta mentre a Napoli si riscontano valori più modesti: mediamente un napoletano ha un patrimonio di circa 56mila euro inferiore ad un italiano. La provincia di Napoli, nella graduatoria nazionale del valore medio del patrimonio per famiglia, è solo al 78 posto. Napoli presenta un valore del patrimonio pro capite pari a oltre 90 euro, dato questo inferiore alla media regionale che colloca la provincia al quarto posto in Campania. Tab 39 - Graduatoria provinciale secondo il valore medio in euro del patrimonio per famiglia nel 2006 e differenza con il 2005, valore e indice pro capite N d'ordine Province Valore per famiglia N.I. (ITA=100) per fam. Differenza di posto rispetto al 2005 Valore pro capite N.I. (ITA=100) pro capite Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Italia , , , , , , ,13 75,1 60,1 72,7 73,2 78,1 73,4 100, ,5 55,5 63,6 61,8 69,0 63,6 100,0 3.4 I Consumi delle famiglie Nel 2006, secondo gli ultimi dati disponibili dell indagine sui consumi condotta dall Istat, la spesa media mensile per famiglia è pari, in valori correnti, a euro, circa 63 euro in più rispetto all anno precedente (+2,6%). Tale aumento, incorporando la dinamica inflazionistica (nel 2006, l indice dei prezzi al consumo per l intera collettività è pari in media al 2,1%) corrisponde in effetti ad una sostanziale stabilità in termini reali. Tab. 40 Spesa media mensile delle famiglie Alimentari Non Alimentari Totale Campania variaz. su anno precedente , , , , , ,0 Italia variaz. su anno precedente , , , , , ,7 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Istat Nel 2006, la spesa per generi alimentari e bevande si attesta su un livello leggermente superiore a quello dell anno precedente (467 euro contro 456). Le uscite familiari per generi non alimentari passano, tra il 2005 e il 2006, da a a euro mensili. In Campania, la spesa media mensile passa da euro del 2005 a del 2006 con un aumento del 6,4%, superiore di 3,8 punti rispetto al dato nazionale. La spesa per generi alimentari aumenta nel 2006 del 9,7% mentre quella per i non alimentari aumenta del 4,8%; tali aumenti sono inferiori a quelli che si registrano in Italia rispettivamente pari al 2,4% e al 2,7%.

45 45 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli La contabilità economica territoriale Tab Spesa media mensile delle famiglie per capitolo di spesa anno 2006 Alimentari e bevande Abbigliamento calzature Abitazione energia Arredamenti Sevizi e spese sanitarie Trasporti e comunicazioni Tempo libero e istruzione Altri beni e servizi Spesa media mensile Campania Italia 25,6 19 7,2 6,4 28, ,9 3,3 3,5 13,7 16,8 4,7 5,5 10,8 11, Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Istat La spesa per generi alimentari e bevande, nella nostra regione, rappresenta, in media, il 25,6% della spesa mensile totale, oltre sei punti in più rispetto al dato nazionale. La spesa per l acquisto di carne è la più alta tra le spese alimentari (rappresenta il 4,3%) mentre la leggera flessione della spesa per bevande riguarda il consumo di alcolici: vino ma soprattutto superalcolici. Stabili, rispetto al 2005, sono anche le quote di spesa totale che le famiglie destinano all abbigliamento e alle calzature, agli altri beni e servizi (igiene personale, vacanze, onorari per professionisti, assicurazioni di vario genere ad esclusione di quella per mezzi di trasporto), alle comunicazioni, all istruzione e ai tabacchi. Si conferma la quota di spesa per arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa (28,7%) sebbene inferiore di oltre due punti rispetto al dato nazionale (31%) anche la spesa per il tempo libero e la cultura con il 4,7% resta inferiore al valore nazionale (5,5%) a causa soprattutto della contrazione del numero di famiglie che spendono per l acquisto di beni e servizi relativi al tempo libero e all istruzione. La quota di spesa per servizi sanitari si attesta al 3,3%, due decimi di punto in meno rispetto al dato medio nazionale. Tra le famiglie che vivono in abitazione di proprietà (73,4% del totale), il 13,8% paga un mutuo. Questa voce di bilancio, pur non essendo una spesa per consumi (configurandosi piuttosto come un investimento) rappresenta un uscita consistente (in media di circa 458 euro mensili). 3.5 L inflazione Nel corso del 2007 la crescita media dei prezzi al consumo rilevata nella provincia di Napoli per le famiglie di operai e impiegati è stata del 1,9%, corrispondente ad una lieve flessione di un decimo di punto percentuale rispetto all anno precedente. A livello nazionale l inflazione registrata è stata di poco inferiore, attestandosi ad un tasso medio annuo del 1,7%. Anche nell anno appena trascorso l inflazione rilevata nella città di Napoli risulta più alta di quella nazionale, confermando una tendenza iniziata nell anno I tassi d inflazione medi registrati nel 2007, articolati per categoria di prodotti e confrontati con i corrispondenti dati dell anno 2006 sono riportati nella tavola che segue. L indice generale senza i tabacchi è in leggera flessione rispetto all anno precedente ( 0,1%). La tendenza al ribasso si rileva per poche categorie di prodotti; da segnalare la diminuzione dell 8,7% del livello dei prezzi delle comunicazioni e quella dei servizi sanitari -1,3%, mentre è in forte accelerazione quella relativa ai prezzi dei prodotti alimentari 3,7%, dell istruzione 3,9%, dell abbigliamento 2,3%, degli alberghi, ristoranti e pubblici esercizi 2,0%.

46 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 46 Tab 42 - Indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati - Indici Napoli per capitoli Capitoli Prodotti alimentari e bevande analcoliche Bevande alcoliche e tabacchi Abbigliamento e calzature Abitaz.acqua elett.e combustibili Mobili,art. e servizi per la casa Servizi sanitari e spese per la salute Trasporti Comunicazioni Ricreazione, spettacoli, cultura Istruzione Alberghi, ristoranti e pubblici esercizi Altri beni e servizi 2004 Indice Medio 133,2 145,0 126,5 126,3 117,5 114,3 134,2 82,9 118,6 128,3 134,5 130, Indice Medio 135,5 156,6 129,6 130,7 119,7 112,9 139,2 77,2 119,1 131,0 138,0 135, Indice Medio 139,3 165,6 131,9 135,5 121,8 112,0 144,0 74,0 120,5 134,9 139,7 139, Indice Medio 144,5 172,1 134,9 138,7 124,1 110,6 147,0 67,6 122,0 140,2 142,5 142, Variazione Media 1,7 8,0 2,5 3,5 1,9-1,2 3,7-6,9 0,4 2,1 2,6 4, Variazione Media 2,8 5,8 1,8 3,7 1,8-0,8 3,5-4,2 1,2 3,0 1,2 2, Variazione Media 3,7 3,9 2,3 2,4 1,9-1,3 2,1-8,7 1,2 3,9 2,0 2,4 Indice generale (senza tabacchi) 125,4 128,0 130,6 133,1 2,1 2,0 1,9 Fonte: Istat Variazione media anno 2007/2008 dell indice dei prezzi al consumo, confronto Napoli-Italia

47 47 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli Il mercato del lavoro 4. Il mercato del lavoro 4.1 L occupazione Le principali dinamiche che hanno caratterizzato il mercato del lavoro a livello nazionale regionale e provinciale nell anno appena trascorso sono rilevate dall Istituto Nazionale di Statistica attraverso l indagine sulle Forze di Lavoro. Nel 2007, nella classe di età anni il tasso di occupazione - ovvero il rapporto tra gli occupati e la popolazione di anni si attesta a livello nazionale al 58,7%, tre decimi di punto in più rispetto al A livello regionale, la Campania, con la Sicilia e la Calabria, presentano i tassi di occupazione più bassi (rispettivamente 43,7%, 44,6% e 44,9%). Nell articolazione per genere, in tutte le regioni meridionali i tassi di occupazione della componente femminile risultano modesti e comunque inferiori alla media nazionale. In Campania, la quota di donne tra i 15 e i 64 anni occupate è pari al 27,9%, ben 18 punti al di sotto della media nazionale (46,6%), mentre sono occupati circa sei uomini ogni dieci tra i 15 e i 64 anni; in Emilia Romagna e Trentino-Alto Adige, invece, poco meno di otto. Tutte le grandi province del Centro-nord presentano nel 2007 tassi di occupazione superiori al dato medio nazionale. Come nell anno precedente, Bologna con il 71,5%, mantiene la prima posizione, seguita da Milano e Firenze. Tra le quattro grandi province del Mezzogiorno, Napoli fa registrare il tasso di occupazione meno elevato (41,1%), risultato decisamente inferiore al dato medio nazionale (70,7%). Tasso di occupazione nelle grandi province

48 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli Il tasso di disoccupazione Nella media del 2007 il tasso di disoccupazione risulta, a livello nazionale, pari al 6,1%, sette decimi di punto in meno in confronto al Con l 11,2% la Campania resta ancora nei primi posti nella graduatoria delle regioni con il tasso di disoccupazione più alto. Napoli, nonostante il calo tra il 2006 e il 2007 del tasso di disoccupazione dal 14,8% (maschi 10,8% femmine 16,1%) al 12,4%, rimane seconda nella graduatoria tra le grandi province italiane con il tasso di disoccupazione più elevato. Alla pur lieve riduzione del tasso di disoccupazione non corrisponde una riduzione dei divari territoriali, che permangono molto ampi: Napoli registra un indicatore di disoccupazione quasi quattro volte più elevato di Milano. 4.3 Il tasso di inattività Nel 2007 il tasso di inattività delle persone tra i 15 e i 64 anni - ossia il rapporto tra le non forze di lavoro di quella fascia di età e la corrispondente popolazione - si è attestato al 37,5%, due decimi di punto in più rispetto al Le regioni con il tasso di inattività più elevato sono quelle meridionali, a cui alla discesa della disoccupazione si è associato nel corso dell anno un aumento delle non forze di lavoro. In particolare, in Campania (tasso di inattività del 50,7%), sono inattive più di cinque persone in età lavorativa su dieci. Anche i tassi di inattività femminili sono particolarmente elevati raggiungendo un picco del 67,3%. Tale valore registra, rispetto al 2006, una nuova significativa crescita di circa due punti. Anche per la componente maschile i tassi di inattività delle regioni meridionali sono superiori al dato medio nazionale. In Campania oltre un terzo degli uomini in età lavorativa è classificato tra le non forze di lavoro. Napoli è tra le province campane presenta il tasso di inattività più elevato che, rispetto al 2006, sale dal 51,2% al 53,0%. Secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili (Istat 2006) le Forze di Lavoro presenti nella provincia di Napoli ammontano a unità di cui uomini (68,7%) e donne ( 31,3%) e sono costituite da unità di occupati e da unità in cerca di occupazione. Tassi di inattività nelle grandi province anno 2007

49 49 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli Il mercato del lavoro Tab Forze di lavoro, occupati e disoccupati nelle province campane, in Campania ed in Italia Dati in migliaia Forze di lavoro Occupati Disoccupati var.% 07/ var.% 07/ var.% 07/06 Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Italia ,2-2,9-3,1-3,8-1,0-0,7 0, ,0-1,1-1,9-1,1-0,8-0,7 7, ,8-9,1-14,3-19,1-2,1-15,2-10,0 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Istat Il tasso di attività, calcolato come rapporto fra forze di lavoro e popolazione residente, è pari al 47,0% mentre il tasso di disoccupazione è pari al 12,4%, più del doppio del dato nazionale (6,1%), in linea con il valore medio regionale (12,2%). L elevato indice di disoccupazione rilevato nella provincia di Napoli, corrispondente al 9 maggior valore rilevato nel paese, evidenzia una forte e persistente debolezza del sistema economico partenopeo e, sebbene mostri segnali di ripresa (2,4 punti in meno rispetto al 2005), resta il più alto rispetto alle altre province campane, tutte con un tasso di disoccupazione al di sotto della media regionale. Tassi di disoccupazione, di attività e di occupazione: Anno 2007

50 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 50 Tab Tasso di attività e tasso di occupazione nelle province campane, in Campania ed in Italia, Tasso di attività, anni differenza Tasso di occupazione, anni differenza Tasso di disoccupazione, anni differenza Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Italia 54,6 55, ,8 55,7 50,7 62,7 56,4 53,8 45,9 47,0 54,7 49,3 62,5 1,8-1,7-2,1-1,8-1 -1,4-0,2 48,7 49,4 43,2 41,5 49,2 44,1 58,4 51,2 48,6 42,0 41,1 48,4 43,7 58,7 2,5-0,8-1,2-0,4-0,8-0,4 0,3 10,6 10,8 9,9 14,8 11,6 12,9 6,8 9,3 9,6 8,6 12,4 11,3 12,2 6,1-1,3-1,2-1,3-2,4-0,3-0,7-0,7 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Istat Dalla lettura dei dati disaggregati per maschi e femmine si evince come il capoluogo campano rilevi maggiori difficoltà rispetto alle altre province campane nell assorbire la domanda di lavoro femminile (tasso di occupazione: 24,3%), diversamente da quanto avviene a livello nazionale dove il tasso di occupazione femminile raggiunge il 46,6%. A conferma di ciò il tasso di disoccupazione femminile provinciale è superiore di 4,5 punti percentuali di quello nazionale e di 1,2 punti rispetto al dato regionale. La scarsa partecipazione femminile può essere ulteriormente evidenziata dal tasso di attività pari al 42,7% per le donne ed al 70,0% per gli uomini. Tab Principali indicatori del mercato del lavoro suddivisi per genere nelle province campane ed in Italia anno 2007 Tasso di occupazione Tasso di attività Tasso di disoccupazione Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Italia maschi 64,9 61,0 57,5 58,5 63,6 59,9 70,7 femmine 37,2 36,3 26,7 24,3 33,4 27,9 46,6 maschi 61,1 66,6 65,6 70,0 70,8 66,3 74,4 femmine 31,0 41,0 28,9 42,7 38,8 32,7 50,7 maschi 7,3 8,4 5,9 10,8 10,0 9,5 4,9 femmine 9,3 9,6 8,6 12,4 11,3 11,2 7,9 La distribuzione degli occupati per macrosettori di attività, rispetto al dato regionale, evidenzia una minore incidenza nell industria (23,9% a fronte di un 24,9%) e la sostanziale staticità dell incidenza relativa del settore dell agricoltura (2,4% a fronte di un 2,3%). Mentre il settore dei servizi continua a far registrare nella provincia la maggiore intensità occupazionale con il 73,6% anche se in termini assoluti si rileva un calo occupazionale rispetto al 2006 di oltre unità. Tab Occupati suddivisi per settore di attività economica, nelle province campane e in Italia - Anno 2007 (Valori Assoluti in Migliaia e Variazioni % 2007/2006) Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Italia Agricoltura Industria Valori assoluti Variazione % 2006/2005 Industria in senso stretto Servizi Totale Agricoltura -27,3-9,1-12,5 5,0-24,0-13,3-5,9 Industria 4,5 5,0 6,3-5,0 16,7 2,4 1,1 Industria in senso stretto 13,8 0,0 5,3-2,4 17,4 4,0 0,4 Servizi 9,2-1,6-3,9-0,2-3,9-0,9 1,4 Totale 5,0-1,1-1,9-1,1-0,8-0,7 1,0

51 51 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli Il mercato del lavoro 4.4 Indagine Excelsior sulle previsioni occupazionali I dati disponibili attraverso il Sistema informativo Excelsior, hanno evidenziato nel 2007 un saldo occupazionale dell 1,3% (inferiore di sei decimi di punto rispetto all anno precedente), pari alla creazione netta di nuovi posti di lavoro nell arco dell anno; emergono, comunque, flussi in ingresso e in uscita più consistenti rispetto al passato. Il tasso in entrata è infatti più elevato rispetto a quello degli anni precedenti (8,6%) ma anche il flusso delle uscite (pensionamenti e scadenze di contratti nel complesso pari al 7,3%) risulta più elevato rispetto ai periodi precedenti. Tab 47 - Indagine Excelsior (1). Previsioni occupazionali per la provincia di Napoli, per settori economici. (Anno 2007 e media triennio precedente) Anno 2007 Media triennio 2004/2006 Entrate Uscite Saldo Entrate Uscite Saldo Industria ,2% 17,5% 22,2% Costruzioni ,9% 19,4% -3,9% Servizi ,9% 63,2% 81,7% Totale ,0% 100,0% 100,0% Industria ,7% 20,1% 5,5% Costruzioni ,7% 17,0% 28,3% Servizi ,6% 62,8% 66,2% Totale ,0% 100,0% 100,0% (1) Excelsior è un sistema informativo sulla domanda di lavoro prevista dalle imprese. L'indagine campionaria, iniziata nel 1997 e realizzata dal sistema delle Camere di Commercio con il coordinamento dell'unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro e con il contributo del Fondo Sociale Europeo, è condotta su un campione statisticamente significativo per conoscere le previsioni occupazionali e i fabbisogni professionali delle imprese disaggregate per settore economico e per provincia. Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, vari anni distribuzione percentuale Consistente è l incremento della percentuale di imprese della provincia che prevedono di assumere. Dal 23,1% dello scorso anno si è passati al 26,1%: valore molto vicino alla media nazionale (26,5%). Tab 48 - Movimenti previsti (valori assoluti)* Tassi di variazione occupazionale previsti dalle imprese rispetto allo stock. Anni Entrate Movimenti Uscite Saldo Entrate 7,2 7,5 7,7 7,7 8,6 Tassi Uscite 4,2 5,5 6,2 5,8 7,3 Saldo 3,0 2,0 1,4 1,9 1,3 * Valori assoluti arrotondati alle decine Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, vari anni La crescita occupazionale, attesa per il 2007 dalle imprese della provincia di Napoli, si presenta come sintesi di fenomeni di entità diversa rispetto al passato. Il tasso in entrata (cioè le entrate ogni 100 dipendenti occupati al 31/12/2006) è infatti significativamente più elevato (8,6% rispetto allo stock, a fronte di un valore che nel quadriennio precedente oscillava tra il 7,2% e il 7,7%) e, al contempo, il flusso delle uscite (pari a ben il 7,3% dello stock) risulta in forte crescita rispetto al 2006 (anno in cui si era attestato al 5,8%), segnando così una chiara amplificazione delle tendenze caratterizzanti il recente passato (era pari al 4,2% solo nel 2003).Tale andamento ha prodotto una flessione del tasso di variazione previsto, che passa dall 1,9% del 2006 all 1,3% del Gli orientamenti delle imprese circa la tipologia contrattuale in entrata possono solo in parte contribuire a spiegare l entità del turnover occupazionale. Le entrate a tempo determinato pur registrando una lieve flessione rispetto al 2006 (-0,5%) si attestano su un valore pari al 43,5% delle assunzioni programmate (quasi un punto in più rispetto al dato nazionale).

52 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 52 Le uscite per scadenza di contratto rappresentano invece una quota non molto dissimile da quella del passato: 34,7% del totale nel 2007, 35% nel 2006 e 34,1% nel Più consistente sembrerebbe invece essere l ammontare delle uscite previste per pensionamento. Vale la pena segnalare, a questo riguardo, l incremento delle assunzioni legate alla necessità di sostituire un analoga figura già presente in azienda (passate dal 29,3% al 36,7%), parzialmente riconducibile a una possibile accelerazione delle scelte di pensionamento. Dal confronto Excelsior 2007 e 2006 emerge il calo di interesse per il personale femminile. Tab. 49 Assunzioni previste dalle imprese per il 2007 per il genere più adatto alla professione per settore di attività Assunzioni 2007 Donne Uomini Ugualmente adatti Totale v.a % v.a % v.a % v.a % Totale Napoli , , , ,0 Industria Industria in senso stretto Costruzioni ,5 11,6 4, ,0 48,1 93, ,6 40,3 2, ,0 100,0 100,0 Servizi Commercio Altri servizi ,9 13,1 18, ,3 64,1 29, ,8 22,8 52, ,0 100,0 100,0 Campania Italia ,3 18, ,1 42, ,6 39, ,0 100,0 In provincia di Napoli, a fronte del 67,4% di assunzioni maschili, si segnala il 32,3% di quelle femminili. Nel 2006 questo divario era lievemente più contenuto (il 67,4% di uomini contro il 32,6% di donne). Non considerando la quota di assunzioni con segnalazione di indifferenza, le assunzioni esplicitamente riservate a personale di genere femminile passerebbero dal 15,5% del 2006 al 14,0% del 2007, mentre quelle relative ai lavoratori di genere maschile passerebbero dal 50,3% del 2006 al 49,4% del Si tratta di segnali di rilievo, che dovranno essere oggetto di analisi in futuro, in quanto proprio nell anno europeo delle pari opportunità, segnalano criticità che, se confermate, potrebbero aumentare il gap rispetto agli obiettivi di Lisbona. Obiettivi questi che rappresentano un punto di riferimento fondamentale per misurare le performance del nostro Paese rispetto alla capacità di generare occupazione e di trarre beneficio da un mercato del lavoro efficiente. In cifre, i valori che la Comunità Europea si propone di raggiungere per il 2010 sono: 70% di occupazione complessiva, 60% di occupazione femminile, 50% di occupazione per lavoratori over Le dinamiche dei settori economici Anche quest anno la crescita occupazionale è trainata dal terziario con circa nuovi assunti, che corrispondono a occupati in più e ad una crescita annuale dell 1,6%, confermando lo stesso dato registrato nel L incremento per il terziario risulta in leggera flessione se invece si confrontano i valori medi degli ultimi tre anni, il cui tasso di crescita del +1,9% equivaleva ad una media annuale di unità. Entrando nel dettaglio, sono le attività commerciali ad evidenziare la maggiore espansione e ad ipotizzare occupati in più, confermando così, seppure con una lieve flessione, quelli previsti nel 2006 ( unità). Buona l espansione delle attività creditizie ed assicurative ( unità), in sensibile aumento di ben 730 unità nel rapporto con il 2006). A ruota si colloca il turismo che prevede l ingresso di nuovi assunti entro la fine del 2007: un ottimo risultato se si considera che il comparto ipotizzava un incremento di solo 440 posti di lavoro a fine Nel settore dei trasporti ed i servizi formativi si prevede invece un saldo negativo.

53 53 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli Il mercato del lavoro Crescita occupazionale prevista dalle imprese dei servizi per il 2007 Fonte: Indagine Excelsior Crescita occupazionale prevista dalle imprese dell industria per il 2007 Fonte: Indagine Excelsior Battuta d arresto per le costruzioni dove si prevede una flessione di 180 occupati (-0,4%). Lo scorso anno le previsioni formulate da questo settore erano di segno opposto con un incremento di nuovi ingressi di personale (+7,1). Discreti sono gli incrementi per l industria con oltre posti di lavoro (+1,2%). Sono le industrie del cuoio e delle calzature che fanno registrare la variazione percentuale più alta (2,6%) con 160 nuovi posti di lavoro. Sono, però, i settori dell alimentare e del tessile che con 540 nuovi posti di

54 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 54 lavoro fanno registrare il miglior incremento in termini assoluti, con una variazione positiva del 2,2%. Più modesta è apparsa la crescita per il comparto della gomma, plastica, chimica ed energia e per quello delle imprese elettriche, elettroniche e dei mezzi di trasporto. 4.6 Contratti più utilizzati Le assunzioni a tempo indeterminato si attestano sul 55,9% del totale (nel 2006 erano il 57,6%) mentre quelle a tempo determinato (compresi i contratti di inserimento) costituiscono il 39,0%, contro il 38,7% del Si tratta, ovviamente, di previsioni di assunzione, ossia di indicazioni dei contratti in ingresso, tipologie contrattuali che le imprese ritengono idonee per le figure da assumere. Una parte di questi contratti flessibili in ingresso si sposterà, nell arco di un periodo variabile, verso una tipologia contrattuale più stabile, quale quella a tempo indeterminato. Nell ultimo biennio l indagine evidenzia che le imprese, a Napoli come in Campania, assumono sempre più con contratto a tempo determinato, mentre in Italia, seppure di poco, è ancora maggiore il ricorso al contratto a tempo indeterminato. L utilizzo di lavoratori stagionali rappresenta solo il 4,0% delle assunzioni previste nel 2007 dalle imprese napoletane. Il valore è in lieve ripresa rispetto al 2006, quando l incidenza dei lavoratori stagionali sfiorava il 4,5% del totale assunti. Rispetto al 2006 la quota di assunzioni con contratti di apprendistato sale dal 4,5% al 4,9% al di sotto del dato nazionale dove il valore resta stabile al 9,6%. Risulta in aumento la domanda di part-time passata nell ultimo anno dal 10,5% al 12,7%, in linea con il dato regionale (che passa dal 10,4% all 11,6%). Assunzioni previste in provincia di Napoli per tipo di contratto. Anni Fonte: Indagine Excelsior

55 55 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli Il commercio internazionale 5. Il commercio internazionale 5.1 Il commercio con l estero Il commercio con l estero rappresenta uno dei fattori che ha notevolmente contribuito a determinare la crescita dell economia nazionale. Nel periodo gennaio - dicembre 2007 il valore delle esportazioni della provincia di Napoli ha registrato un aumento del 9,3% rispetto allo stesso periodo del 2006: si tratta di un dato superiore a quello nazionale (8%) e di poco inferiore a quello regionale 10,9%. La crescita delle esportazioni ha riguardato, con la sola eccezione di Avellino (2,1%), tutte le altre province campane con incrementi notevolmente superiori alla media nazionale: Benevento (28,1%), Caserta (20,2%) e Salerno (15,3%). Tab Export nelle province campane. Serie storica (valori in euro) Territorio var. % 05/04 var. % 06/05 var. % 05/04 Caserta Benevento Napoli Avellino Salerno Campania Italia ,4 27,8 6,2 24,4-8,3 4,5 5,5 13,0-9,5 7,4 13,7 18,5 10,7 10,7 20,2 28,1 9,3 2,1 15,3 10,9 8,0 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Istat A trainare le esportazioni partenopee sono i prodotti trasformati e manufatti che, complessivamente, rappresentano nel 2007 il 97,3% dell export; tra questi, il maggior contributo viene fornito dai mezzi di trasporto (41,9% del totale); seguono le industrie alimentari con il 10,4%, la chimica con il 9,8%, l industria tessile e dell abbigliamento 7,2%, le macchine elettriche ed apparecchiature elettroniche 6,3%. Tra il 2006 ed il 2007 gli aumenti più significativi delle esportazioni riguardano: le macchine e gli apparecchi meccanici (39,9%) l industria del legno (11,0%), le macchine elettriche (8,1%), i minerali non metalliferi (33,6%), le industrie alimentari (14,4%). Anche i prodotti dell agricoltura (+22,8) e della pesca (+59,6) hanno registrato positive variazioni delle esportazioni. I settori merceologici in cui l export risulta, invece, in flessione sono: i mobili (-26,7%), i prodotti della gioielleria e gli articoli di oreficeria (-19,9%), la carta (-7,3%) il conciario (-3,9%).

56 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 56 Tab Esportazioni della provincia di Napoli per settore di attività economica. Anni (Valori in euro) Agricoltura Pesca Minerali Industrie alimentari Tessile /abbigliamento Conciario Legno Carta Prodotti petroliferi Chimica Gomma/plastica Minerali non metalliferi Metalli Macchine ed apparecchi meccanici Macchine elettriche Mezzi di trasporto Altre manifatturiere di cui: Mobili Gioielli ed articoli di oreficeria Manifatturiero Terziario avanzato Altro Merci dichiarate come provviste di bordo, merci nazionali di ritorno e respinte, merci varie totale Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Istat composizione % ,7 0,2 0,1 9,9 7,9 4,4 0,5 5,9 0,2 9,8 1,7 1,0 2,3 3,8 6,4 41,7 2,1 0,9 0,3 97,7 0,0 0,1 0,2 100 composizione % ,9 0,3 0,1 10,4 7,2 3,8 0,6 5,0 0,3 9,8 1,8 1,1 2,4 4,9 6,3 41,9 1,8 0,6 0,2 97,3 0,0 0,2 0,3 100 composizione % 07/06 22,8 59,6 33,6 14,8-0,1-3,9 11,0-7,3 64,2 9,7 14,0 19,9 10,0 39,9 8,1 9,6-6,8-26,7-19,9 8,8 24,8 63,0 39,5 9,3 Se si fa riferimento ai Paesi verso cui si indirizzano le esportazioni della provincia di Napoli, si rileva che il 64,8% dell export provinciale è diretto verso l Europa, in particolare il 38,5% delle esportazioni si indirizza verso l Unione Europea a 15 Paesi, ed il 42,9% su quella allargata a 25 Paesi. I Paesi dell Unione europea verso cui si concentrano i flussi delle esportazioni napoletane sono: la Francia che con 655 milioni di euro assorbe più del 13,2% dell export napoletano; seguono il Regno Unito con il 7,5% e la Germania con il 6,7%. Complessivamente le esportazioni napoletane verso questi tre Paesi hanno fatto registrare nel 2007, rispetto all anno precedente, una flessione dell 8,1% da a milioni di euro. Dopo l Europa, l area geografica verso cui maggiormente si esporta è l America (16,4% del totale esportato). Nel mercato nordamericano i principali destinatari dei prodotti napoletani sono gli Stati Uniti che - seppure in flessione rispetto all anno precedente (-2,5%), con un valore 582 milioni di euro - assorbono il 13,2% delle esportazioni ed il Canada con 34 milioni di euro.

57 57 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli Il commercio internazionale Tab 52 - Esportazioni Della Provincia Di Napoli Per Area Geografica. Anni (In Euro) Area geografica EUROPA UE15 UE25 Europa centro orientale Altri Paesi Europei composizione % ,4 42,9 54,9 6,5 9,4 composizione % ,8 38,5 49,2 7,5 10,9 composizione % 07/06 5,1-2,1-2,0 25,9 27,5 Francia Germania Regno Unito Svizzera Spagna Belgio Grecia Paesi Bassi ,1 9,4 8,0 7,4 6,3 3,7 2,1 2,1 13,2 6,7 7,5 8,9 5,9 3,0 1,9 2,0-4,6-22,2 2,0 31,6 2,1-13,3-3,9 1,1 AMERICA Stati Uniti Canada ,3 13,2 0,9 16,4 11,7 0,7 3,4-2,5-17,6 ASIA Asia orientale Giappone Cina Hong Kong Medio Oriente Israele Arabia Saudita Emirati Arabi Uniti India ,3 4,7 1,4 1,0 0,6 2,8 0,6 0,6 0,6 0,7 10,2 5,5 1,3 1,2 0,6 3,1 0,5 0,6 0,7 1,3 33,7 28,8 2,2 29,2 8,3 23,0-17,5 16,7 36,4 116,1 AFRICA Africa settentrionale Tunisia Libia ,4 2,4 0,7 0,6 5,5 3,2 0,7 0,6 11,0 43,8 13,9 13,9 OCEANIA ,2 2,5 132,7 Totale ,3 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Istat Se passiamo ad analizzare le importazioni, si vede come nel 2007 nella provincia di Napoli sono stati importati beni e servizi per circa 5.276,2 milioni di euro con una lieve flessione nel periodo dello 0,3%, mentre nel periodo si era registrato un aumento del 18%.

58 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 58 Valore delle esportazioni e delle importazioni della provincia di Napoli (milioni di euro). Anni Fonte: Istat Tab Importazioni nelle province Campane ed in Italia. Anni (Valori in euro) Territorio Caserta Benevento Napoli Avellino Salerno var. % 05/04-2,1 15,3 2,2 14,6-6,4 var. % 06/05 19,1-2,8 18,0 37,6-5,6 var. % 07/06-5,7 32,7-0,3 13,1 3,8 Campania Italia ,7 8,3 16,0 14,0 2,4 4,4 Napoli/Campania Campania/Italia 53,8% 2,9% 54,0% 2,7% 55,0% 2,7% 53,5% 2,7% Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Istat L analisi dei flussi internazionali in entrata della provincia di Napoli evidenzia che la sua apertura internazionale è caratterizzata da trend in crescita anche sotto il profilo delle importazioni. Va sottolineato che le importazioni corrispondono all ingresso sul territorio provinciale non solo di beni di consumo ma anche di beni strumentali, tecnologie e nuove soluzioni in essi incorporate. Come per le esportazioni, il settore più importante è ancora quello metalmeccanico, che rappresenta il 32,4% del totale, con 1.798,0 milioni di euro; in questo settore le importazioni napoletane risultano in forte aumento rispetto al 2005 (22,4%). La tavola che segue mostra in dettaglio che per tutte le classi merceologiche tra il 2006 ed il 2005 si registra un incremento delle importazioni ad eccezione dei prodotti minerali (-71,2%) e dei prodotti della chimica (-65,8%).

59 59 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli Il commercio internazionale Tab Importazioni della provincia di Napoli per settore di attività economica. Anno (Valori in euro) Agricoltura Pesca Minerali Industrie alimentari Tessile /abbigliamento Conciario Legno Carta Prodotti petroliferi Chimica Gomma/plastica Minerali non metalliferi Metalli Macchine ed apparecchi meccanici Macchine elettriche Mezzi di trasporto Altre manifatturiere di cui: Mobili Gioielli ed articoli di oreficeria Totale Manifatturiero Terziario avanzato Altro Merci dichiarate come provviste di bordo, merci nazionali di ritorno e respinte, merci varie provvisiorio composizione % ,5 0,8 0,1 8,7 11,8 3,3 1,7 2,0 10,6 8,0 1,6 0,9 8,1 4,2 7,0 19,7 3,6 1,2 0,3 91,2 0,1 0,2 - composizione % ,2 0,8 0,1 8,3 11,7 3,4 1,6 2,2 8,7 10,5 1,7 1,0 8,8 5,0 7,5 16,3 3,6 1,3 0,4 90,4 0,0 0,4 - var. % 2007/2006 9,3 2,1 13,0-5,1-0,6 3,1-2,6 11,1-18,3 31,2 11,8 6,0 8,0 16,5 5,6-17,2-0,7 9,6 24,3-1,2-90,7 93,7-47,4 Totale ,3 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Istat Anche sul versante delle importazioni l Europa riveste un ruolo preminente, incidendo per il 47,1%, facendo registrare un incremento rispetto al 2005 del 2,5%. I principali partner commerciali europei sono la Germania (511,7 milioni di euro, +25,8%) e la Francia (313,8 milioni di euro, +7,3%) dai quali provengono prevalentemente prodotti alimentari (lattiero-caseari, carne e pesce). Dopo l Europa, l area geografica da cui si importa maggiormente è l Asia, che nel 2006 fa registrare il 28,3% del totale dell import; il principale paese asiatico fornitore della provincia di Napoli è la Cina ( 878,8 milioni di euro con un aumento del 33,3% nell ultimo anno); da tale nazione la provincia acquista prevalentemente prodotti legati al comparto tessile, in particolare tessuti e articoli d abbigliamento. Segue l America con un valore pari 15,1% dell import napoletano: sono pari a 530,1 milioni di euro le merci importate dagli Stati Uniti con una flessione del 6,2%. In costante crescita sono le importazioni di prodotti (prevalentemente petroliferi) provenienti dall Africa Settentrionale (10,1%).

60 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 60 Tab Importazioni Della Provincia Di Napoli Per Area Geografica. Anni (In Euro) PAESE EUROPA UE15 UE25 Europa centro orientale Altri Paesi Europei Francia Germania Regno Unito Svizzera Spagna Belgio Grecia Paesi Bassi composizione % ,6 29,2 35,1 5,8 11,3 6,4 10,1 2,5 5,5 3,2 2,2 0,9 3,0 composizione % ,4 30,3 35,8 6,7 11,3 6,2 10,6 1,7 7,0 3,4 1,9 2,0 3,3 var. % 2007/2006 1,1 3,4 1,5 15,9-0,8-3,2 5,0-32,3 26,2 4,6-17,8 119,9 9,3 AMERICA Stati Uniti Canada ASIA Asia orientale Giappone Cina Hong Kong Medio Oriente Israele Arabia Saudita Emirati Arabi Uniti India ,1 10,0 1,9 26,5 22,5 0,8 16,6 0,3 0,5 0,1 0,1 0,0 2,0 15,2 8,9 2,7 26,2 22,5 0,6 18,5 0,6 0,6 0,3 0,0 0,0 1,8 7,3-11,2 38,3-1,4 0,0-23,3 11,1 92,2 18,6 218,6-38,6-35,3-8,9 AFRICA Africa settentrionale Tunisia Libia ,9 6,0 0,5 0,2 6,9 5,4 0,5 0,2-13,7-10,6 5,2 45,5 OCEANIA ,8 0,4-56,5 Totale ,3 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Istat

61 61 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli Il commercio internazionale 5.2 Il grado di internazionalizzazione Oltre all analisi dei valori delle merci esportate ed importate e dei connessi numeri relativi, per un più approfondito esame dei flussi si possono utilizzare alcuni indicatori che meglio riescono a quantificare il grado di apertura di interscambio con l estero della provincia di Napoli. Andamento del tasso di copertura dal 2001 al 2007 Entrando nel dettaglio della provincia partenopea, si evince come, al 2007, il tasso di copertura (vedi tab. successiva) si attesta al 90,9%, di poco al di sopra del valore regionale (94,0%) ma al disotto di quello nazionale (97,4%), segno di un sostanziale equilibrio tra valore delle esportazioni e delle importazioni con una lieve predominanza dei flussi in entrata. Tab Andamento del tasso di copertura(*) nelle province campane, in Campania e In Italia ( ) Province e regione Caserta Benevento Napoli Avellino Salerno Campania Italia 129,4 83,1 110,4 72,4 119,3 107,2 103,4 118,4 87,9 104,2 66,8 133,3 104,8 103,0 85,2 57,6 88,5 67,2 117,3 89,9 100,7 83,8 50,1 90,5 84,0 92,8 88,7 99,7 84,3 55,5 94,3 91,2 90,9 91,3 97,0 80,0 51,6 85,8 75,4 114,1 87,2 94,2 102,0 49,8 94,0 68,1 126,7 94,4 97,4 (*) è dato dal rapporto tra le esportazioni e le importazioni (espresso in termini percentuali) Fonte: Elaborazione Servizio Statistica Camera di Commercio di Napoli su dati Istat L analisi del tasso di apertura, calcolato come rapporto tra la somma delle esportazioni ed importazioni sul valore aggiunto (vedi tab. successiva), evidenzia come Napoli sia una realtà economica caratterizzata da una bassa apertura verso l esterno, con un valore dell indice pari al 22%, di poco superiore al dato regionale

62 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 62 (21,7%) ma, comunque, inferiore a quello nazionale (51,9%). Rispetto al 2001, è necessario evidenziare come la provincia abbia conosciuto fino al 2004 un processo di progressiva chiusura verso i principali mercati esteri, facendo registrare una lieve ripresa nel corso del 2005 che si è consolidata nel Tab Andamento del tasso di apertura nelle province campane, in Campania e in Italia ( ) Province e regione Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Italia ,0 4,9 18,8 23,2 18,2 21,9 46,7 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Istat ,6 4,5 16,7 21,9 17,5 19,9 44, ,2 3,8 14,4 19,5 17,2 18,0 42, ,0 4,7 14,9 19,7 19,1 18,7 44, ,1 6,0 14,4 20,2 17,5 19,0 47, ,5 6,0 17,1 22,0 19,8 21,7 51,9 Gli scambi con l estero possono ulteriormente essere analizzati osservando l andamento della propensione all export e all import, vale a dire due indicatori ottenuti rapportando singolarmente i volumi di merci scambiate al valore aggiunto. Per quanto riguarda i flussi in uscita, la provincia di Napoli, dopo il rallentamento piuttosto marcato dell indicatore, dall 12,2% del 2001 al 9,8% del 2005, fa registrare, nel 2006, una lieve ripresa con un indice pari a 10,1, uguale al dato regionale, ma che è di gran lunga inferiore a quello nazionale (25,2%). Tab Andamento della propensione all esportazione nelle province campane, in Campania, in Italia ( ) Province e regione Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Italia ,5 2,2 10,6 12,2 9,9 11,3 23,7 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Istat ,5 2,1 9,0 11,2 10,0 10,2 22, ,1 1,4 6,6 9,2 9,3 8,5 21, ,3 1,6 6,8 9,4 9,2 8,8 22, ,9 2,1 6,6 9,8 8,3 9,1 23, ,7 2,0 7,6 10,1 10,5 10,1 25,2 Spostando l attenzione sul rapporto tra importazioni e valore aggiunto, vale a dire la propensione all import della provincia, si nota come il corrispettivo valore provinciale, pari al 11,4%, sia superiore al dato regionale (11,6%) e, rispetto alle altre province campane, risulta al di sotto solamente a quello registrato nella provincia di Avellino (24,8%). L analisi della serie storica permette di evidenziare il posizionamento nel contesto regionale e nazionale; infatti, osservando l andamento dell indicatore, si evince una sostanziale stazionarietà, segno da un lato di una tenuta dei consumi partenopei e, dall altro, di una dipendenza ancora evidente dai mercati esteri, necessari a soddisfare la domanda interna. Tab Andamento della propensione all import nelle province campane, in Campania e in Italia ( ) Province e regione Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Italia ,5 2,7 8,2 11,0 8,3 10,5 22, ,2 2,4 7,6 10,7 7,5 9,7 21, ,1 2,4 7,8 10,4 7,9 9,5 21, ,7 3,2 8,1 10,3 9,9 9,9 22, ,3 3,8 7,8 10,4 9,2 9,9 24, ,8 3,9 9,5 11,8 9,2 11,6 26,7 Fonte: elaborazioni Servizio Statistica CCIAA Napoli su dati Istat

63 63 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli Il credito 6. Il credito 6.1 Le dianamiche creditizie nella provincia Sulla base delle statistiche creditizie elaborate dalla Banca d Italia, a fine 2006 gli impieghi in provincia di Napoli ammontavano a milioni di euro, pari al 2,5% del totale nazionale, con un incremento del 13,5% rispetto all anno precedente. Tab. 60 Impieghi per localizzazione della clientela negli anni Regioni e province Campania Caserta Benevento Napoli Avellino Salerno Italia Fonte: Banca d'italia La crescita degli impieghi è stata propiziata soprattutto dalle famiglie, grazie al maggior ricorso al credito al consumo per l acquisto di beni durevoli e servizi. Gli impieghi delle famiglie napoletane nel 2006 risultano pari a milioni di euro con un incremento del 17,7% rispetto all anno precedente e di ben 103 punti percentuali se si considera l arco temporale più lungo (rispetto al 2001). Aumentano rispetto al 2005 di oltre il 30% gli impieghi delle imprese dell area partenopea: tale incremento sale all 88,5% se si fa il confronto con il Nel 2001 la media degli impieghi per impresa era di euro; nel 2006 è salita a euro con un aumento del 73,5%. Continua la crescita dei depositi bancari nell area partenopea, che a dicembre 2006 ammontavano a oltre milioni di euro, con un incremento del 3,4% nei confronti del I depositi delle famiglie per abitante sono cresciuti da 6,9 migliaia di euro del 2001 ad 8,0 migliaia di euro del 2006 (+16,3%). In tempi di congiuntura economica negativa, si è verificato un aumento delle sofferenze bancarie: nel 2005 la percentuale di sofferenze su impieghi risulta del 4,9%. Nel 2006 l ammontare delle sofferenze, pur facendo registrare un lieve aumento (pari a milioni di euro) è, infatti, sceso del 7% rispetto al 2005 e la percentuale sugli impieghi è scesa al 2,32%. Questo andamento non viene confermato nei primi nove mesi del 2007: al 30 settembre 2007 le sofferenze in provincia di Napoli risultano pari a milioni di euro, con un aumento del 5% nei confronti dello stesso periodo dell anno precedente; mentre l indice delle sofferenze su impieghi si riduce di 0,4%.

64 bollettino di statistica della Camera di Commercio di Napoli 64 Tab Sistema creditizio in provincia di Napoli Situazione al Impieghi in milioni di euro Depositi in milioni di euro Sofferenze in milioni di euro Sofferenze su Impieghi 30-set giu mar dic set giu mar dic set giu mar dic set giu mar ,34 4,28 4,25 4,40 4,74 4,74 4,91 4,98 6,29 6,39 6,70 6,84 7,37 7,52 7,74 Fonte: Banca d'italia A fine settembre 2007 gli impieghi della provincia di Napoli risultano in aumento rispetto a dicembre 2006, facendo segnare un incremento del 14,6%. Continuano a crescere gli impieghi delle famiglie che a fine giugno 2006 ammontano a quasi milioni di euro (+13,8% rispetto allo stesso periodo del 2006); anche gli impieghi delle imprese fanno registrare un aumento (18,6%). I depositi della nostra provincia evidenziano a fine settembre 2007 un valore stabile ( milioni di euro) rispetto allo stesso periodo dell anno precedente (+4,6%), ma appaiono in calo rispetto al dicembre dello stesso anno (-2%). Impieghi e depositi per sportello. Anno 2006 Fonte: elaborazione Servizio Statistica Camera di Commercio di Napoli su dati Tagliacarne e Banca d Italia

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