1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE ( )

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1 1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE ( ) La provincia di Napoli occupa una superficie territoriale di chilometri quadrati, pari allo 8,6% della superficie regionale, ma in questo territorio si concentra più del 50% dell'intera popolazione regionale. I comuni inclusi nel territorio provinciale sono, ad oggi, 92; fino al censimento 1971 erano 89 in quanto Santa Maria la Carità faceva parte del comune di Gragnano, Trecase di Boscotrecase e Massa di Somma del comune di Cercola; al censimento 1981 risultavano 91, essendosi nel frattempo staccati Santa Maria la Carità e Trecase e infine già al censimento 1991 risultavano 92, in quanto, nel frattempo, anche Massa di Somma si era distaccata da Cercola. La superficie territoriale dei comuni è molto variabile, si va infatti da 1,62 kmq di Casavatore a 117,27 kmq di Napoli; il 60% dei comuni è di piccole dimensioni (inferiori o uguale a 10 kmq), il 36% di medie dimensioni (> 10 kmq e <= 25 kmq), la restante parte (11%) supera i 25 kmq e, di questa, solo 2 comuni (Acerra e Giugliano) sono compresi tra 50 e 100 kmq e solo Napoli supera i 100 kmq. La classificazione dei comuni per zona altimetrica evidenzia che 44 comuni ricadono nella zona altimetrica di pianura e 48 (tra cui Napoli) in quella di collina, riguardo all estensione territoriale, i comuni di pianura rappresentano con 503,41 kmq, il 43% della superficie territoriale della Provincia e quelli di collina, con 667,72 kmq, il 57% (si rammenti che Napoli, il più grande comune per estensione territoriale, è classificato di collina) La popolazione residente Gli aspetti demografici costituiscono la base di qualsiasi analisi territoriale e ciò è particolarmente evidente quando si affronta la definizione delle pressioni antropiche in relazione allo stato dell ambiente di un territorio. I dati di base per la definizione della popolazione residente sono stati estratti dai Censimenti Generali della Popolazione (1951, 1961, 1971, 1981, 1991 e 2001) condotti dall ISTAT. ( ) Dr. Claudio del Giudice Consulente e Dr.ssa Cristina Moretto Consulente 11

2 Nella Tab. 1 sono mostrati i dati per comune della popolazione residente in provincia di Napoli per gli anni 1951, 1961,1971, 1981, 1991 e 2001, la popolazione del comune di Napoli ( abitanti nel 2001) rappresenta il 33% del totale di popolazione della provincia. Tab. 1: Provincia di Napoli: Popolazione residente per comune nel periodo (Fonte ISTAT) Istat Comune Acerra Afragola Agerola Anacapri Arzano Bacoli Barano d'ischia Boscoreale Boscotrecase (**) Brusciano Caivano Calvizzano Camposano Capri Carbonara di Nola Cardito Casalnuovo di Napoli Casamarciano Casamicciola Terme Casandrino Casavatore Casola di Napoli Casoria Castellammare di Stabia Castello di Cisterna Cercola Cicciano Cimitile Comiziano Crispano Forio Frattamaggiore Frattaminore Giugliano in Campania Gragnano (*) Grumo Nevano Ischia Lacco Ameno Lettere

3 Tab. 1: Continua Istat Comune Liveri Marano di Napoli Mariglianella Marigliano Massa Lubrense Melito di Napoli Meta Monte di Procida Mugnano di Napoli Napoli Nola Ottaviano Palma Campania Piano di Sorrento Pimonte Poggiomarino Pollena Trocchia omigliano d Arco Pompei Portici Pozzuoli Procida Qualiano Quarto Ercolano Roccarainola San Gennaro Vesuviano San Giorgio a Cremano San Giuseppe Vesuviano San Paolo Bel Sito San Sebastiano al Vesuvio Sant Agnello Sant Anastasia Sant Antimo Sant Antonio Abate San Vitaliano Saviano Scisciano Serrara Fontana Somma Vesuviana Sorrento Striano Terzigno Torre Annunziata Torre del Greco

4 Tab. 1: Continua Istat Comune Tufino Vico Equense Villaricca Visciano Volla Santa Maria la Carita' (*) Trecase (**) Massa di Somma PROVINCIA DI NAPOLI (*) Per Gragnano e Santa Maria la Carità che costituivano un unico comune fino al Censimento 1971, la popolazione residente per gli anni 1951 e 1961 è stata desunta dalla popolazione delle frazioni (**) Per Trecase e Boscotrecase che costituivano un unico comune fino al Censimento 1971, la popolazione residente per gli anni 1951 e 1961 è stata desunta dalla popolazione delle frazioni A livello provinciale, la popolazione è aumentata dal 1951 al 1991 (cf. Fig. 1 e Tab. 1), ma con tassi di crescita decrescenti; infatti se nel decennio si è avuto un notevole incremento di popolazione, con un tasso di crescita (sul decennio) di 16,4%, nei due decenni successivi, l incremento c è stato, ma con tassi inferiori rispetto al decennio ( e rispettivamente di 11,9% e di 9,6%). Nel decennio si è verificato ancora un debole incremento della popolazione, con un tasso di crescita molto basso (1,5%) ed infine, nell ultimo decennio , si è assistito ad un decremento della popolazione, seppure di lievissima entità (-0,2%), che indica in pratica una stabilizzazione della popolazione residente sui di abitanti. Popolazione residente nella Provincia di Napoli nel periodo Popolazione resident (unità) Tempo (anni) Fig. 1: Provincia di Napoli: Andamento della popolazione residente nel periodo

5 La distribuzione territoriale delle classi di tasso di variazione della popolazione a livello comunale nel periodo (escludendo Massa di Somma per il quale non si disponeva di dati nel 1951, essendosi staccato successivamente a questa data ed includendo Santa Maria la Carita, e Trecase per i quali si disponeva dei dati di popolazione delle frazioni e dei rispettivi comuni di appartenenza prima del distacco) è mostrata nella Fig. 2. La popolazione è diminuita nel periodo , in soli quattro comuni (Bosco Trecase, Liveri, Napoli e Torre Annunziata), nel comune di Napoli in particolare si è passati da nel 1951 a nel 2001, con un delta negativo di popolazione di abitanti ed un tasso di variazione nel periodo considerato di 1%. Nei restanti comuni la popolazione è aumentata con tassi di variazione che vanno dal +5% di Comiziano e di Procida al +575% di Quarto che ha visto la popolazione residente crescere da abitanti nel 1951 a nel 2000, con un incremento di residenti. Per quanto riguarda l ampiezza demografica dei comuni della provincia di Napoli, in relazione ai dati 2001, si può osservare (Tab. 2): Il maggior numero di comuni (52 comuni pari al 57% del totale dei comuni della provincia) ricade nella classe di ampiezza > <= abitanti (media dimensione), con una popolazione di abitanti pari al 40% della popolazione totale della provincia; Il 21% dei comuni ricade nella classe di ampiezza > <= abitanti (piccola dimensione), con una popolazione di abitanti pari al 4% della popolazione totale della provincia; I comuni di dimensione inferiore ai abitanti rappresentano globalmente il 11%, con una popolazione di abitanti pari al 1% della popolazione totale della provincia; I comuni di dimensione compresa tra > <= abitanti rappresentano il 10%, con una popolazione di abitanti pari al 21% della popolazione totale della provincia; in questa classe rientrano comuni come Giugliano con abitanti, Torre del Greco con abitanti, Pozzuoli con abitanti e Casoria con abitanti; La classi di ampiezza demografica > <= abitanti non è rappresentata; La classe superiore ad > <= di abitanti comprende il solo comune di Napoli (1%) con abitanti pari al 33% della popolazione totale della provincia, è interessante notare che fino al 2000 il comune di Napoli era inserito nella classe con popolazione > di abitanti che ora risulta vuota. 15

6 Fig. 2: Provincia di Napoli: Distribuzione territoriale delle classi di tasso di variazione della popolazione a livello comunale nel periodo

7 Tab. 2: Provincia di Napoli: Classi di ampiezza demografica dei comuni (anno 2001) CLASSI DI AMPIEZZA DEMOGRAFICA (abitanti) NUMERO DI COMUNI % POPOLAZIONE COMUNI RESIDENTE <= > <= > <= > <= > <= > <= > <= > PROVINCIA % POPOLAZIONE La densità di popolazione, data dal rapporto tra gli abitanti residenti e la superficie territoriale, è fondamentale per una stima preliminare della pressione antropica esercitata sul territorio. Per quanto riguarda l intero territorio provinciale, la densità di popolazione è molto elevata (cf. Fig. 3), riferendosi ai dati 2001, si hanno infatti abitanti/kmq, contro i 416 della Campania, i 190 dell Italia Meridionale ed i 189 dell intero territorio nazionale. A livello provinciale, la densità di popolazione è cresciuta molto nel decennio ad un tasso di 29 ab/kmq per anno ed è ancora aumentata nei decenni successivi ( e ) ad un tasso rispettivamente di 25 e di 22 ab/kmq per anno. A partire dagli anni 80, il tasso di crescita ha cominciato a stabilizzarsi su valori molto più bassi 4 ab/kmq per anno, nel decennio e solo nell ultimo decenni, , si assiste ad una debole diminuzione della densità, con un tasso negativo sul decennio di 0,5 ab/kmq per anno. Densità di popolazione nella provincia di Napoli Densità di popolazione (abitanti/kmq) ANNO DENSITA' (ab./kmq) Tempo (anni) Fig. 3: Provincia di Napoli: Andamento della densità di popolazione nel periodo

8 I valori della densità di popolazione nel periodo sono elencati nella Tab. 3, nella cui ultima colonna è stata calcolata anche la variazione percentuale nell intero periodo, riferita alla densità del Con riferimento all anno 2001, la densità varia da un minimo di 255 abitanti/kmq in corrispondenza di Roccarainola a a Portici. Nel periodo , la densità di popolazione è diminuita, ovviamente, per i soli quattro comuni (Bosco Trecase, Liveri, Napoli e Torre Annunziata) che nello stesso periodo hanno visto diminuire la popolazione residente; nell ultimo decennio , la densità di popolazione è aumentata in 65 comuni (70,6%), mentre nel decennio precedente , l aumento aveva interessato 78 comuni (84,8%). Tab. 3: Provincia di Napoli: Densità di popolazione dei comuni nel periodo Istat Comune DENSITA' DI POPOLAZIONE (ab/kmq) VARIAZIONE (%) Acerra Afragola Agerola Anacapri Arzano Bacoli Barano d'ischia Boscoreale Boscotrecase Brusciano Caivano Calvizzano Camposano Capri Carbonara di Nola Cardito Casalnuovo di Napoli Casamarciano Casamicciola Terme Casandrino Casavatore Casola di Napoli Casoria Castellammare di Stabia Castello di Cisterna Cercola Cicciano

9 Tab. 3: Continua Istat Comune DENSITA' DI POPOLAZIONE (ab/kmq) VARIAZIONE (%) Cimitile Comiziano Crispano Forio Frattamaggiore Frattaminore Giugliano in Campania Gragnano Grumo Nevano Ischia Lacco Ameno Lettere Liveri Marano di Napoli Mariglianella Marigliano Massa Lubrense Melito di Napoli Meta Monte di Procida Mugnano di Napoli Napoli Nola Ottaviano Palma Campania Piano di Sorrento Pimonte Poggiomarino Pollena Trocchia Pomigliano d'arco Pompei Portici Pozzuoli Procida Qualiano Quarto Ercolano Roccarainola San Gennaro Vesuviano San Giorgio a Cremano San Giuseppe Vesuviano San Paolo Bel Sito San Sebastiano al Vesuvio Sant'Agnello

10 Tab. 3: Continua Istat Comune DENSITA' DI POPOLAZIONE (ab/kmq) VARIAZIONE (%) Sant'Anastasia Sant'Antimo Sant'Antonio Abate San Vitaliano Saviano Scisciano Serrara Fontana Somma Vesuviana Sorrento Striano Terzigno Torre Annunziata Torre del Greco Tufino Vico Equense Villaricca Visciano Volla Santa Maria la Carita' Trecase Massa di Somma Nella Fig. 4 sono mostrati gli andamenti temporali nel periodo , delle densità di popolazione per i comuni che nel 2000 evidenziavano i maggiori valori: Frattaminore, Arzano, Napoli, Melito di Napoli, Casavatore, Portici e San Giorgio a Cremano. La densità di popolazione decresce per i comuni di Arzano, Casavatore, Napoli, Portici e San Giorgio a Cremano; in particolare il fenomeno è particolarmente evidente a Portici, San Giorgio a Cremano e Napoli che nel 1981 avevano raggiunto rispettivamente , e ab/kmq. Continua invece a crescere a Frattaminore e, principalmente, a Melito di Napoli. Le classi di densità di popolazione, relativa agli anni 1991 e 2001, per i comuni della provincia di Napoli sono mostrate nella Tab

11 Provincia di Napoli: Andamento della densità di popolazione nel periodo nei comuni a maggiore densità Portici S. Giorgio a Cremano Censità di popolazione (abitanti/kmq) Arzano Napoli Casavatore Frattaminore Melito di Napoli Tempo (anni) Fig. 4: Provincia di Napoli: Andamenti temporali delle densità di popolazione per i comuni a maggiori valore Tab. 4: Provincia di Napoli: Distribuzione dei comuni per classi di densità di popolazione (anni 1991 e 2001) CLASSI DI DENSITA' (ab/kmq) NUMERO DI COMUNI % NUMERO DI COMUNI <= >500 - <= > <= > <= > <= > TOTALE % La distribuzione territoriale delle classi di densità demografica dei comuni per l anno 2001 è mostrata nella Fig

12 Fig. 5: Provincia di Napoli: Distribuzione areale delle classi di densità demografica (anno 2001) 22

13 1.2 I flussi migratori ( ) I flussi migratori costituiscono un fenomeno di tipo compensatorio a differenti squilibri venutisi a creare tra uomo ed ambiente e lo spostamento, temporaneo o definitivo, rappresenta l unico strumento a disposizione per ripristinare altrove migliori condizioni di vita. Negli odierni processi di trasformazione del territorio, il ruolo dei flussi migratori appare di estremo interesse. Essi costituiscono, ormai, una parte importante degli aspetti demografici per qualsiasi analisi del territorio. L'epoca presente è caratterizzata da flussi migratori la cui tendenza dominante è costituita dallo spostamento dai paesi del sud del mondo e dell'est europeo verso i paesi occidentali senza che ci sia una reale attrazione economica oppure politiche tese ad incentivare e promuovere l immigrazione per sopperire la necessità del mercato interno (come era accaduto nell immediato secondo dopoguerra in molti paesi dell Europa occidentale). Oggi nelle spinte migratorie gioca un ruolo determinante l'attrazione esercitata dall'occidente, con la sua capacità di rappresentarsi tramite l'incisività e pervasività dei suoi mezzi di comunicazione come regno della ricchezza, del consumo, della libertà per tutti. Le cause del processo migratorio vanno sicuramente ricercate nell'interdipendenza del sistema economico mondiale, caratterizzato dallo sviluppo economico ineguale dei paesi e dallo sfruttamento dell'occidente con l'esportazione dei suoi valori del mercato e del consumo. A determinare i flussi migratori sono, quindi, ragioni economiche, sociali e politiche come il drammatico impoverimento di molti paesi e la necessità di sfuggire a situazioni di guerra, a regimi oppressivi, a persecuzioni politiche e/o religiose. A queste cause, che non vanno comunque intese in senso esclusivistico, poiché le spinte migratorie sono anche il prodotto di progetti individuali, va aggiunta, nel caso italiano, anche la peculiarità della struttura economica della società, soprattutto di quella meridionale. Essa è caratterizzata sia da un doppio mercato del lavoro, uno ufficiale, garantito, l'altro sotterraneo, non protetto, sia da una crescente tendenza alla flessibilità, aspetti questi che rappresentano un ulteriore fattore di attrazione per gli immigrati. La provincia di Napoli, chiamata nel passato ad assolvere ad un ruolo di serbatoio di manodopera per l economia del nord Italia e di altri paesi, vede modificare decisamente questa sua funzione trasformandosi da storica terra d emigrazione in territorio di immigrazione. Partendo dall analisi delle fonti del Ministero dell Interno (permessi di soggiorno rilasciati dall Ufficio Immigrazione della Questura di Napoli) e dell Istat sulla base dei dati trasmessi dalle ( ) Dr. Arch. Mohammed Abu-Hussein Consulente 23

14 anagrafi comunali, si è cercato di ricostruire uno scenario abbastanza completo dei flussi migratori che hanno interessato la provincia nell anno 2001 limitandosi alla loro componente regolare. L archivio dei residenti ovviamente non comprende i cittadini che soggiornano nella provincia per breve durata (turismo, affari, inviti, missione) ne resta esclusa quindi una quota di circa il 10%. Tener conto delle due serie di dati è fondamentale per acquisire un quadro più preciso del fenomeno, essendo tuttavia consapevoli che i criteri di registrazione sono diversi e che i valori in parte differiscono: basti pensare che uno straniero regolarmente soggiornante non viene automaticamente iscritto nel registro comunale dei residenti, e che non è raro che il permesso di soggiorno venga concesso in una provincia mentre l iscrizione anagrafica avviene in un comune appartenente ad un altra provincia. Pur con tutti i loro limiti, i dati ufficiali permettono di evidenziare numerosi aspetti importanti del fenomeno cogliendone caratteristiche e tendenze evolutive, l importante è puntare ad individuarne le dinamiche di fondo evitando di dare eccessivo rilievo al singolo dato numerico, la cui validità risulta spesso difficile da stabilire. È soprattutto dagli anni ottanta che la provincia di Napoli diventa meta per molti stranieri e si trova così a dover gestire un fenomeno nuovo con tutte le improvvisazioni del caso. Nel corso degli anni la popolazione straniera è andata sempre aumentando (Tab.5), ponendo la regione Campania al settimo posto della graduatoria nazionale e alla prima di quella riferita all area meridionale (Tab.6). Il territorio napoletano diventa, così, un polo immigratorio di rilievo nazionale. La provincia di Napoli risulta essere, infatti, il contesto preferito dagli immigrati in Campania. In un decennio la popolazione straniera vi è raddoppiata. Secondo i dati forniti dal Ministero dell Interno, essa passa dai unità nel 1991 ai nel 2001 rappresentando il 65% del totale dei soggiornanti stranieri della regione. Tab. 5: Provincia di Napoli: Evoluzione comparativa della presenza straniera ( ) 1991 % 2001 % Var.% Provincia di Napoli , ,4 Campania , ,7 100,5 Italia Fonte: Elaborazione su dati Ministero dell Interno 24

15 Tab. 6: Graduatoria della presenza straniera in Italia per regioni ( ) Regioni 2000 % 2001 % 1-Lombardia , Lazio , ,3 3-Veneto , ,4 4-Emilia R , ,3 5-Piemonte , ,1 6-Toscana , Campania , ,7 8-Sicilia , ,5 Altre12 regioni , ,7 Italia Fonte: Elaborazione su dati Ministero dell Interno Nel 2001 gli stranieri residenti nella provincia di Napoli risultano essere uomini e donne su un totale di persone (Tab. 7), con un incidenza sulla popolazione residente del 1% (contro l 1,4% della regione e il 2,8% dell intero paese). Nel solo comune di Napoli gli iscritti all anagrafe sono , vale a dire il 45,2% degli iscritti sull intera provincia. Inoltre, il capoluogo rappresenta l unico comune con una presenza straniera superiore alle unità. Infatti il 35,4% degli stranieri residenti si ripartiscono su 27 comuni con un numero che varia tra le 200 e le unità (Tab. 8). Quindi una elevata concentrazione nel comune capoluogo che si spiega senza dubbio dalla grande forza attrattiva che normalmente vie ne esercitata dalle grandi aree metropolitane ma anche, in un contesto come quello napoletano, dalla possibilità di inserimento nel diffuso apparato irregolare dell economia locale. Tuttavia, l incidenza della popolazione straniera sulla popolazione locale pari al 1,5% nel capoluogo è nettamente inferiore rispetto ad altre realtà comunali. Sono 16 i comuni con un incidenza uguale o superiore al 1,5%, con valori compresi tra i 2 ed i 3% per i comuni di Capri, Ischia, Sant Antimo, Serrara Fontana e Palma Campania e valori compresi tra i 3 ed i 4% per i comuni di Casandrino, Striano, San Giuseppe Vesuviano, Terzigno, Forio e Poggiomarino (Tab.7). Tab. 7: Provincia di Napoli: Stranieri divisi per comune di residenza e incidenza sulla popolazione locale (anno 2001) Istat Comune Cittadini stranieri Masc. 25 Cittadini stranieri Fem. Totale stranieri % popolaz. residente Acerra , Afragola , Agerola ,2

16 Tab. 7: Continua Istat Comune Cittadini stranieri Masc. 26 Cittadini stranieri Fem. Totale stranieri % popolaz. Residente Anacapri , Arzano , Bacoli , Barano d Ischia , Boscoreale , Boscotrecase , Brusciano , Caivano , Calvizzano , Camposanto , Capri , Carbonara di Nola , Cardito , Casalnuovo di Napoli , Casamarciano , Casamicciola Terme , Casandrino , Casavatore , Casola di Napoli , Casoria , Castellammare di Stabia , Castello di Cisterna , Cercola , Cicciano , Cimitile , Comiziano , Crispano , Forio , Frattamaggiore , Frattaminore , Giugliano in Campania , Gragnano , Grumo Nevano , Ischia , Lacco Ameno , Lettere , Liveri , Marano di Napoli , Mariglianella , Marigliano , Massa Lubrense , Melito di Napoli , Meta , Monte di Procida , Mugnano di Napoli ,3

17 Tab. 7: Continua Istat Comune Cittadini stranieri Masc. Cittadini stranieri Fem. Totale stranieri % popolaz. residente Napoli , Nola , Ottaviano , Palma Campania , Piano di Sorrento , Pimonte , Poggiomarino , Pollena Trocchia , Pomigliano d'arco , Pompei , Portici , Pozzuoli , Procida , Qualiano , Quarto , Ercolano , Roccarainola , San Gennaro Vesuviano , San Giorgio a Cremano , San Giuseppe Vesuviano , San Paolo Bel sito , San Sebastiano al Vesuvio , Sant'Agnello , Sant'Anastasia , Sant'Antimo , Sant'Antonio Abate , San Vitaliano , Saviano , Scisciano , Serrara Fontana , Somma Vesuviana , Sorrento , Striano , Terzigno , Torre Annunziata , Torre del Greco , Tufino , Vico Equense , Villaricca , Visciano , Volla ,2 27

18 Tab. 7: Continua Istat Comune Cittadini stranieri Masc. Cittadini stranieri Fem. Totale stranieri % popolaz. residente Santa Maria la Carita' , Trecase , Massa di Somma ,2 TOTALE ,0 Fonte: Elaborazione su dati Istat Tab. 8: Provincia di Napoli: Classi di ampiezza demografica straniera dei comuni (anno 2001) Classi di ampiezza Numero di comuni % comuni Popolazione straniera residente v.a. % popolazione straniera residente , , , , , ,2 Totale Fonte: Elaborazione su dati Istat La provincia di Napoli, così come l Italia in generale è caratterizzata da un modello di immigrazione diffusa, con una presenza straniera fortemente frammentata e proveniente da tutto il mondo (Tabb. 9 e 10 e Fig. 6). Tab. 9: Provincia di Napoli: Soggiornanti stranieri per area di provenienza suddivisa per sesso e fasce di età (v.a. al 30/04/ 2002) Provenienza M M 41-M F F 41-F Totale EUROPA Unione Europea Europa Centro Orientale Altri paesi europei

19 Tab. 9: Continua Provenienza M M 41-M F F 41-F Totale Totale Europa AFRICA Africa Settentrionale Africa Occidentale Africa Centro Meridionale Africa Orientale Totale Africa ASIA Vicino e Medio Oriente Asia Occidentale Asia Centro Meridionale Asia Orientale Totale Asia AMERICA America Settentrionale America Centro Meridionale Totale America OCEANIA APOLIDI ALTRO TOTALE * *I dati riferiti al 30/04/02 differiscono molto da quelli riferiti all anno 2001 (Tab.5) in quanto, mentre prima chi era regolare, tale solitamente restava, ora si assiste ad una più frequente trasformazione di immigrati regolarmente soggiornanti in irregolari quando un permesso di soggiorno non viene più rinnovato in mancanza di rigorose condizioni di reddito (pari almeno a quello previsto per la concessione dell assegno sociale) e di lavoro regolarmente dichiarato: questi requisiti non sono alla portata di tutti gli immigrati e non perché non svolgano un lavoro ma perché sono costretti a farlo in nero. Questo riguarda soprattutto la componente maschile dei flussi migratori e spiega in parte la predominanza femminile in questa tabella. Fonte: Elaborazione su dati dell Ufficio Immigrazione- Questura di Napoli Tab. 10: Provincia di Napoli: Graduatoria delle prime 25 comunità straniere soggiornanti suddivisa per sesso e fasce di età (anno 2001) Paese M M 41-M F F 41-F TOT. USA Sri Lanka Cina Marocco Polonia Filippine Algeria Albania

20 Tunisia Regno Unito Rep.Dominicana Capo Verde Ucraina Nigeria Grecia Perù Romania Brasile Pakistan Burkina Faso Germania Senegal Jugoslavia Bangladesh Colombia Fonte: Elaborazione su dati dell Ufficio Immigrazione- Questura di Napoli Provincia di Napoli: provenienza straniera divisa per sesso (v. a. anno 2002) Unione Europea Europa Centro Orientale Altri paesi europei Africa Settentrionale Africa Occidentale Africa Centro Meridionale Africa Orientale Vicino e Medio Oriente Asia Occidentale Asia Centro Meridionale Asia Orientale America Settentrionale America Centro Meridionale Oceania Apolidi FEMMINE MASCHI Fig. 6: Provincia di Napoli: Provenienza straniera divisa per sesso (2002) Esaminando la provenienza degli immigrati in base al dato dei permessi di soggiorno validi al 30/04/2002, si può constatare che, pur nell eterogeneità del fenomeno, emergono alcune aree geografiche di provenienza dei flussi migratori verso la provincia. I soggiornanti stranieri sono complessivamente unità. L area più rappresentata è quella dell America Settentrionale con il 19,2% del totale degli immigrati. Questo dato si spiega dalla presenza statunitense nella base NATO di Bagnoli. Una presenza significativa è data anche dal continente asiatico che nel complessivo 30

21 conta il maggior numero di presenze. L area dei paesi dell Asia Centro Meridionale rappresenta il 15,5% del totale delle presenze, mentre quella dell Asia Orientale il 13,8%. Il continente africano si pone, invece, al terzo posto con una presenza significativa proveniente dall area settentrionale con il 58,3% del totale africano e il 12,3% del totale degli immigrati. Gli stranieri soggiornanti nella provincia di Napoli provengono da 149 paesi diversi. E secondo i dati dell Istat, nel solo capoluogo sono rappresentate ben 110 nazionalità. Sulla base dei permessi di soggiorno validi al 30/04/2002 le quattro prime comunità in termini quantitativi risultano essere quella statunitense con unità, seguita da quella srilankese con unità, da quella cinese (3.462 unità) e infine da quella marocchina (2.061 unità). Ognuna delle altre comunità è rappresentata sul territorio provinciale con un numero nettamente inferiore alle unità (Tab. 10). Considerata nel suo complesso, la presenza straniera nella provincia, se da un lato mette in luce una struttura per età dove il 53% degli immigrati risulta concentrato nella fascia compresa fra i 26 e i 40 anni (ed un ulteriore 30,5% nella classe 41 in su), dall altro evidenzia una composizione per sesso abbastanza equilibrata, seppure con una predominanza della componente maschile del 55,3% (Tab. 9). Le caratteristiche per sesso si presentano comunque nettamente diversificate a secondo dell area geografica di provenienza. Il percorso classico che prevede l immigrazione maschile come primo anello della catena migratoria vale in modo generale per i paesi africani (68,6%), con punta che sale al 83,9% per coloro che provengono dai paesi del Maghreb. Al contrario i flussi originati dalla Polonia e da Capo Verde, Ucraina, Somalia, Rep. Dominicana e Filippine registrano incidenze a netta predominanza femminile (rispettivamente dell 91,4%, 85,1%, 83,2%, 76,2%, 74,4%, 72%). Quali aree d emigrazione ad incidenza prevalentemente femminile si qualificano poi l America Settentrionale (71,6% per gli USA) e l Unione Europea (74,2%). Per quanto riguarda la presenza minorile non esistono dati certi. Infatti i minori stranieri, la cui presenza risulta crescente, vengono rilevati dal Ministero dell Interno soltanto se in possesso di un autorizzazione individuale e non sono invece conteggiati nello stock dei permessi quando sono iscritti sul documento di soggiorno dei genitori. Tuttavia, al 31/12/2000 il Consiglio territoriale per l immigrazione della Prefettura di Napoli stimava tale presenza a unità in provincia con il 63,6% nella sola città di Napoli. Questa percentuale è chiaramente legata all elevata presenza femminile ed è il segno di una relativa stabilità raggiunta dalle comunità immigrate residenti nel capoluogo. 31

22 Le presenze numeriche delle diverse comunità variano da un comune all altro (Tab. 11). Infatti la distribuzione territoriale nella provincia è il risultato dei numerosi e differenti percorsi delle comunità immigrate. Incidono in modo particolare le effettive possibilità di lavoro offerte dalle varie aree, come pure l intensità dei legami familiari e il grado di coesione all interno delle comunità, il tipo di specializzazione occupazionale, ma anche il tipo di progetto migratorio in relazione alla durata e quindi all intenzione di stabilirsi nella società di accoglienza. Se si considerano le maggiori comunità si può rilevare che il gruppo dei marocchini si caratterizza da un elevato grado di dispersione sul territorio (dedicandosi al commercio ambulante). Mentre gli altri, al contrario, si caratterizzano da una forte concentrazione territoriale particolarmente significativa per quanto riguarda il gruppo srilankese con una presenza del 61,3% nella sola città di Napoli (con principali attività lavorative la collaborazione domestica e i servizi alla persona). Il gruppo statunitense, invece, si concentra sicuramente nella base Nato di Bagnoli. Infatti i residenti statunitensi, secondo i dati Istat, risultano essere solamente contro i registrati dall ufficio immigrazione della Questura di Napoli. Per quanto riguarda la comunità cinese, essa si raggruppa nell area vesuviana (importante luogo di attività manifatturiere), e più precisamente nei comuni di San Giuseppe Vesuviano, Terzigno, Poggiomarino e Ottaviano dove rappresenta complessivamente il 41,7% dei cinesi residenti nella provincia. Il capoluogo, invece, ne ospita altri 12,2%. La quinta comunità maggioritaria sul territorio, quella polacca, si raggruppa invece per il 20% nella città di Napoli dove svolge soprattutto lavori di collaborazione domestica e di assistenza alla persona. Tab. 11: Provincia di Napoli: graduatoria dei 10 primi comuni con maggiore presenza straniera ed incidenza delle cinque prime comunità sul totale della popolazione straniera residente nel comune (anno 2001) Masc. Fem. % Tot. pop.str. % Masc. Fem. Tot. pop.str. 1- Napoli 6- Sant'antimo Sri Lanka ,1 Burkina Faso ,7 Grecia Nigeria ,4 Filippine ,4 Bangladesh ,5 Capo Verde ,9 Pakistan ,7 Rep. Dominicana Marocco ,9 2- Giugliano in Campania 7- Acerra Nigeria ,7 Algeria ,5 Algeria Tunisia ,6 Ghana ,5 Marocco ,1 Tunisia ,7 Albania ,4 Albania ,1 Polonia ,2 32

23 Tab. 11: Continua Masc. Fem. % Tot. pop.str. % Masc. Fem. Tot. pop.str. 3- San Giuseppe Vesuviano 8- Terzigno Cina ,4 Cina ,1 Marocco ,8 Marocco ,5 Algeria Tunisia ,1 Polonia ,7 Polonia ,1 Romania ,7 Algeria ,8 4- Pozzuoli 9- Forio Filippine ,9 Germania ,6 Nigeria ,2 Albania ,4 Somalia ,2 Tunisia ,1 Stati Uniti ,5 Rep. Dominicana ,5 Algeria ,9 Senegal ,3 5- Poggiomarino 10- Afragola Marocco ,3 Marocco ,4 Cina ,3 Algeria ,4 Albania ,4 Burkina Faso ,4 Algeria ,4 Ghana ,3 Tunisia 21 2 Fonte: Elaborazione su dati Istat 23 2,9 Tunisia ,1 Nella provincia di Napoli, l impatto dei flussi migratori sulla società locale è quindi sempre più visibile: l impiego di lavoratori immigrati comincia ad essere importante e ad assumere un carattere strutturale. È evidente il nesso concreto tra immigrazione e mercato del lavoro. Infatti le modalità e le possibilità di inserimento lavorativo costituiscono un aspetto di grande importanza del fenomeno migratorio per una duplice ragione: in primo luogo, il lavoro rappresenta un fortissimo elemento d attrazione per i migranti; in secondo luogo, la possibilità di svolgere un lavoro regolare diviene una condizione irrinunciabile per la loro integrazione nel tessuto sociale del territorio di accoglienza. Ma in questa provincia, l occupazione lavorativa degli immigrati si deve adeguare alla dura realtà locale caratterizzata da alti tassi di disoccupazione e da un debole apparato produttivo. È presente, di conseguenza, una considerevole corrente di manovalanza straniera tendente a riempire gli spazi occupazionali, rifiutati o non desiderati dalla popolazione italiana che tende a non volere svolgere attività faticose o non attraenti. Gli immigrati sono quindi sostitutivi per lavori che non trovano più copertura di forza lavoro locale, certamente per il lavoro domestico e di addetti ai servizi alla persona, ma anche sostitutivi ed insieme concorrenti per attività che ancora impegnano una mano d opera locale, pur se sempre minore, con la quale emerge spesso uno scontro di esigenze normative ed economiche, certamente minori quando si tratta di immigrati (nell edilizia, nell agricoltura, nell industria manifatturiera e nel commercio). Esistono poi livelli di lavoro 33

24 complementari, soprattutto rispetto alle attività più diffuse del commercio ambulante, e dei generi di commercio sempre più legati a piccole imprese. Come accade anche a livello regionale e nazionale, i prevalenti motivi di soggiorno degli stranieri, secondo i dati del Dossier Statistico Immigrazione Caritas 2002 sono quindi: il lavoro (contesto nel quale con il 56% la provincia si allinea quasi alla media regionale e a quella nazionale), e la famiglia con valori nettamente superiori a quelli regionali e nazionali (36,2% contro il 32,1% e il 25,6%). I restanti motivi rilevano dati molto bassi ed inferiori a quelli nazionali. Per quanto riguarda la condizione abitativa degli immigrati presenti nel territorio della provincia essa risulta assolutamente precaria. Gli immigrati sono soggetti a sottostare a forme di sfruttamento disumano in condizioni abitative degradanti. La difficoltà a trovare appartamenti in affitto, la mancanza di edifici residenziali pubblici ai quali gli immigrati riescono ad accedere, l esistenza di quartieri urbani meno serviti e nei quali la marginalità favorisce un certo tipo di insediamento precario, sono tutti fattori che spingono gli extracomunitari verso aree con bassi valori fondiari e nelle quali si va consolidando l omogeneità etnica. Si rileva una netta tendenza ad occupare alcune zone del territorio dove si accentuano fenomeni di segregazione etnico-sociale dovuti al fatto che il più delle volte, a causa del costo elevato degli alloggi, finiscono con l installarsi in abitazioni degradate non ancora interessate da interventi di ristrutturazione o ancora in sistemazioni di fortuna. Nella provincia di Napoli esistono vari casi esemplari dal punto di vista abitativo ed ambientale. Il caso dei cosiddetti Bipiani di via Volpicelli al confine fra i due quartieri di Barra e Ponticelli è senza dubbio il più rilevante. Si tratta di container prefabbricati in amianto sorti dopo il terremoto del 1980 per rispondere all emergenza abitativa del momento. Ma nel 1992 questi prefabbricati vengono occupati clandestinamente da circa immigrati (albanesi, rom slavi, africani dell ovest). Sono case fatiscenti con amianto, una sostanza notoriamente cancerogena, che viene liberata nell area circostante a seguito dell invecchiamento delle strutture portando gravi danni alla salute e all ambiente. Un altro caso emblematico è quello relativo alla presenza crescente e caotica di immigrati nomadi (rom slavi e rumeni) sul territorio. I rom (slavi) sono presenti nel comune di Napoli in tre principali campi. L unico campo legale è quello di Scampia Secondigliano: villaggio attrezzato di container creato nel 2000 e che ospita 60 famiglie (circa 400 persone). Gli altri due sono abusivi: si tratta del campo baracche di via Zuccarini nel rione Scampia che ospita anch esso 60 famiglie e quello di Ponticelli (prefabbricati occupati in parte, come già detto, da rom slavi). Nella provincia partenopea, invece, l occupazione del territorio da parte dei rom (slavi e rumeni) risulta completamente abusiva: secondo i dati forniti dall associazione Opera Nomadi Campania si tratta di campi sparsi su tutto il territorio spesso sotto viadotti principali. Sono 34

25 accampamenti fatiscenti di grandi dimensioni che possono accogliere fino a 400 persone in baracche e roulotte in pessime condizioni igieniche senza acqua ne luce e spesso situati nelle vicinanze di scariche abusive di rifiuti e talvolta in piene zone Asi. Essi sono presenti maggiormente nei comuni di Casoria, Acerra, Caivano, Giugliano e Saviano. Questa particolare presenza rimane senza dubbio una questione aperta che necessiterebbe soluzioni immediate per evitare che possano crearsi conflitti con la popolazione locale, essendo un importante fattore che aumenta lo scenario di degrado e marginalizzazione delle aree periferiche. Dopo aver cercato di documentare, attraverso i dati statistici a disposizione, aspetti significativi dei flussi migratori nella provincia di Napoli è opportuno e utile fare alcune considerazioni su questo fenomeno e soprattutto sulla sua valenza positiva nell ambito economico e sociale. I frutti dei flussi migratori sono chiaramente visibili sul territorio. Infatti, hanno giocato un importante ruolo nel processo di valorizzazione economica. Basti pensare alla riqualificazione di alcune zone centrali, come quella di Piazza Garibaldi, oppure periferiche come la cintura dei comuni vesuviani fortemente legate ad attività di produzione e di commercio. Inoltre, le politiche di sviluppo locale hanno cominciato a decentrare in zone periferiche gli uffici amministrativi ed i servizi legati agli immigrati con l intento di promuovere l economia urbana. Nel campo del recupero edilizio è notevole il caso di Casandrino dove le rendite ottenute dall affitto delle case abbandonate del centro storico agli immigrati, hanno permesso ai proprietari di iniziare ad investire nella manutenzione e conservazione di tale patrimonio. In ambito accademico, invece, basti pensare alla crescente importanza attribuita a discipline inerenti al multiculturalismo o ancora all educazione allo sviluppo che permettono la creazione di nuove figure professionali. L immigrazione è quindi una grande opportunità per la provincia sia al livello economico che culturale. Per vincere la sfida del cambiamento e ragionare in termini nuovi sull identità del territorio è necessario oggi formare le nuove generazioni. È necessario imparare a convivere con i continui trasferimenti umani allo scopo di trasformare il pericolo immigrazione in una opportunità ed in una grande risorsa. Se si vuole che l immigrazione possa contribuire positivamente al futuro sociale, economico e culturale di questi territori occorrerebbe non continuare a trattare tale fenomeno in termini esclusivamente sociali ed umanitari ma bisogna invece cominciare a stabilire un nuovo patto tra italiani ed immigrati, basato su diritti e doveri reciproci, che preveda l accesso dei nuovi soggetti ai diritti di cittadinanza. 35

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