Indicazioni per la stesura della tesi di laurea
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- Gaspare Riccardi
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1 Indicazioni per la stesura della tesi di laurea Guida per gli studenti alla stesura dell elaborato finale per i Corsi di Laurea triennali e magistrali A cura della Segreteria Studenti Aggiornamento maggio 2017 Pag. 1 di 8
2 PREMESSA Le tesi di laurea possono essere principalmente di due tipi, secondo la seguente ripartizione di massima, tenendo comunque conto che gli elaborati possiedono caratteristiche differenti anche a seconda della specifica disciplina di laurea e in virtù dell impostazione concordata con il relatore: Tesi di Ricerca Sperimentale: lavori che si caratterizzano per la raccolta e/o l analisi di dati empirici o di fonti documentarie, ad esempio riguardanti individui, gruppi, organizzazioni, ecc., attraverso l utilizzo di una o più metodologie di raccolta dei dati (osservative, sperimentali, dati di archivio, ecc.) e di analisi dei dati stessi (ad esempio, tecniche quantitative multivariate e non, tecniche qualitative, ecc.). Tesi di Ricerca Compilativa: lavori che si caratterizzano per la presentazione e l organizzazione critica e ragionata della letteratura e del materiale bibliografico relativi a uno specifico settore e argomento teorico e/o metodologico e/o applicativo. Di seguito sono riportate le principali indicazioni redazionali relative alla stesura degli elaborati finali presentati dai laureandi dei Corsi di Laurea triennali e magistrali presso l Università per Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria. Alcune di queste indicazioni valgono sia per le tesi di ricerca sperimentali sia per quelle di natura compilativa. Rimane inteso che i laureandi devono fare riferimento al proprio relatore per eventuali punti non chiari, questioni non ricomprese in questo documento, o laddove sia necessario adottare convenzioni e norme redazionali specifiche di una particolare disciplina. 1. ISTRUZIONI GENERALI 1.1. Lunghezza della tesi di laurea Il numero di pagine del lavoro di tesi deve prevedere un minimo di 50 pagine per la laurea triennale e un minimo di 80 pagine per la magistrale, appendici escluse. Pag. 2 di 8
3 1.2. Formato di stampa Ipotizzando che l elaborato venga preparato utilizzando i più comuni programmi di elaborazione testi su computer, si richiede di rispettare le seguenti convenzioni per la redazione formale del testo (corrispondenti a circa 2000 caratteri per pagina): carattere: Times New Roman; dimensione: 12 punti per il testo corrente, 10 punti per le eventuali note a piè di pagina; interlinea: 1,5 righe; margine: sinistro/interno: cm. 3,5; destro/esterno: cm. 2; superiore e inferiore: cm. 2; stampa: fronte/retro (facoltativo, secondo le indicazioni del relatore); numerazione pagine: numero arabo, preferibilmente in basso al centro di ciascuna pagina Tabelle e figure Le tabelle e le figure vanno inserite nel testo dopo il punto in cui vengono citate e commentate, appena consentito dall impaginazione. Le tabelle e le figure vanno numerate progressivamente in base al loro ordine di comparsa nel testo e separatamente le une dalle altre (le figure con numeri arabi: Fig. 1, Fig. 2, Fig. 3, ecc.; le tabelle con numeri romani: Tab. I, Tab. II, Tab. III, ecc.). Le figure devono essere corredate da una didascalia che descriva il contenuto di quanto rappresentato (ad esempio: Fig. 5 - Numero di studenti che hanno superato l esame in funzione della variabile età); se le figure consistono in grafici, questi devono ovviamente riportare le etichette sia dell asse delle ascisse sia dell asse delle ordinate, nonché l eventuale legenda sulle diverse variabili in esso rappresentate. Le tabelle possono avere un titolo e devono riportare sulle righe e sulle colonne delle specifiche esplicite (etichette) ed eventualmente delle note a piè di tabella che ne chiariscano il contenuto. Sotto le figure/tavole/tabelle/grafici va sempre indicata la fonte. Pag. 3 di 8
4 1.4. Norme generali per le citazioni bibliografiche e la stesura della bibliografia Tutte le opere e le fonti scientifiche (anche online, purché si tratti di fonti valide) che sono state prese in considerazione per sviluppare idee, sostenere opinioni, esporre risultati empirici, pianificare ricerche, commentare i risultati, ecc. nell elaborato finale vanno di norma citate in nota a piè di pagina. Le norme più diffuse per alcune discipline richiedono di indicare: autore (cognome e poi nome), anno di pubblicazione, titolo dell opera, luogo di pubblicazione, casa editrice, fornendo anche lo specifico numero della pagina di riferimento; in altre discipline, al contrario, si preferiscono convenzioni leggermente diverse, come le seguenti: autore (nome e poi cognome), titolo dell opera, luogo di pubblicazione, casa editrice, anno di pubblicazione, pagina di riferimento. I laureandi dovranno verificare con il proprio relatore le modalità esatte da impiegare, in base alla materia della tesi e al settore scientifico-disciplinare di riferimento. Va tenuto presente che, per alcune discipline, non è necessario riportare i dettagli bibliografici delle opere consultate nelle note a piè di pagina, ma occorre dichiarare espressamente le fonti utilizzate tramite apposite convenzioni, per poi riportarle con tutti i dettagli del caso nella bibliografia finale consultare il docente che funge da relatore per indicazioni specifiche al riguardo, in base alla disciplina della tesi di laurea. Brevi citazioni testuali (di norma fino a tre righe di testo corrente) vanno riportate nella tesi di laurea tra virgolette, come nel seguente esempio fittizio: Per la stesura della tesi di laurea, i laureandi devono seguire le convenzioni impiegate nelle discipline di riferimento per quanto riguarda l indicazione delle fonti utilizzate e le citazioni testuali. Citazioni testuali più lunghe, di norma superiori a tre righe, vanno separate dal testo corrente con una riga vuota prima e dopo, scritte in corpo leggermente più piccolo (10 punti), eventualmente con entrambi i margini laterali leggermente rientrati rispetto alla normale area stampabile (se indicato dal relatore). In ogni caso, va sempre riportata precisamente la fonte bibliografica della citazione testuale, comprensiva del numero di pagina da cui è tratto il passo in questione nel caso di un opera a stampa. Occorre comunque indicare la fonte consultata anche quando il passo di un opera viene parafrasato o rielaborato in chiave personale dallo studente alla fine del concetto espresso, prima di un eventuale segno di punteggiatura. Qualora due note a piè di pagina consecutive riportino la stessa fonte, nella seconda nota si indichi Ibidem. Qualora, invece, una nota faccia riferimento a fonti già citate precedentemente, vanno indicati: il nome dell autore, il titolo dell opera, op. cit., e la/e pagina/e richiamata/e. Pag. 4 di 8
5 Qualora vengano richiamati nella stessa nota autori diversi che hanno scritto nella stessa rivista occorrerà indicare per il primo Autore: Autore, Titolo, Rivista, anno, pagina/e; al contrario, per il secondo Autore vanno indicati: Autore, Titolo, ivi, anno, pagina/e. Qualora, sempre nella stessa nota, la rivista sia la medesima, ma gli anni di pubblicazione diversi, occorrerà scrivere ivi e gli anni di pubblicazione (ad esempio: Autore 1, Titolo, Rivista, 2011, pagina; Autore 2, Titolo, ivi, 2012, pagina). Quanto alle fonti giurisprudenziali, queste vanno richiamate in nota con indicazione del giudice, della data del provvedimento giurisdizionale (sentenza/ordinanza/decreto), numero, rivista, anno, pagina (o colonna); ad esempio: Cons. Stato, Sez. V, 7 settembre 2011, n. 5032, in Foro amm. CdS, 2011, 2769; Cass., Sez. I, 28 marzo 1996, n. 2842, in Foro it., I, 1996, Le leggi vanno indicate nel testo per esteso la prima volta e anche con solo numero e anno le volte successive; ad esempio: L. 7 agosto 1990, n. 241 e successivamente L. n. 241/1990. Qualora alla legge siano apportate modifiche o integrazioni, occorrerà effettuare un richiamo generico se si fa riferimento alla legge nel suo complesso (ad esempio, L. 7 agosto 1990, n. 241 s.m.i.), ma se si fa riferimento a una modifica di un articolo in particolare occorrerà citare la legge o il testo normativo che ha apportato la modifica (ad esempio, l art. 2-bis della legge 7 agosto 1990, n. 241, introdotto dalla L. 18 giugno 2009, n. 69). Quanto alle fonti archivistiche, vanno richiamate in nota con indicazione dell Archivio consultato, del fondo archivistico, del registro e della/e carta/e con il documento citato; ad esempio: Archivio di Stato di Messina, fondo notarile, notaio M. Pagliarino, c.375r. Se gli archivi citati sono diversi, o anche se uno stesso archivio è citato molte volte, è possibile indicarne il nome con una sigla, di cui si spiega il significato con una legenda posta all inizio della tesi di laurea; ad esempio: Archivio Centrale dello Stato, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Ordinario, Busta 3, fascicolo 2 diventa: ACS, SPD, b.3. fasc.2. Alla fine della tesi di laurea tutti i riferimenti bibliografici delle opere menzionate vanno elencati in ordine alfabetico secondo i cognomi degli autori; le opere di un autore singolo vanno elencate prima di quelle di cui la stessa persona è primo co-autore e, a parità di autore/i, vanno indicate prima le opere più recenti. Nei riferimenti bibliografici non si devono usare abbreviazioni e vanno riportate anche le fonti online eventualmente consultate e/o a cui si fa riferimento nella tesi di laurea, indicando la data di ultimo accesso (se opportuno, in un apposita sitografia, separata dalla bibliografia). I seguenti esempi fittizi illustrano alcune delle più comuni tipologie di riferimenti bibliografici per le tesi di laurea (da adattare in base alle indicazioni del relatore per le specifiche convenzioni del settore scientifico-disciplinare di riferimento, dato che alcuni dettagli editoriali possono variare): Pag. 5 di 8
6 Libro, monografia o volume: Chiari, C. (2010). Interazione Sociale. Roma: Editrice Studio. Rossi, M. e Verdi, R. (a cura di) (2015). Meraviglie dello Stretto. Reggio Calabria: Bronzi Editrice. Contributo in volume oppure saggio/capitolo in opera collettanea: Neri, D. e Bianchi, G. (1995). Studio analitico del comportamento sociale. In S. Seri (a cura di) Le Forme del Comportamento Sociale, Vol. 1. Milano: Società Editrice Meneghina, pp Contributo in atti di convegno: Rossini, P. (2003). La realtà sociale come convergenza comportamentale. In Atti del 13 Convegno della Società Italiana di Psicologia. Università degli Studi di Torino, 2-5 settembre Torino: Mole Editrice, pp Young, G. e Collins, K. (2016). A critique of the notion of independence. In Proceedings of the 4 th International Conference of Applied Sociology. University of California at Los Angeles, Los Angeles, CA, USA, November 17-18, Los Angeles: UCLA Press, pp Articolo in rivista: Santini, A. e Poeti, O. (2015). Un nuovo modello di welfare. In Rivista di Studi sul Welfare, 12(3): Bologna: Il Mulino. Smith, J., Brown, F. e Lewis, L. (2006). In search of truth and meaning. In International Journal of Existential Philosophy, 33(3): Boston, MA: Flower Publishing. Le convenzioni illustrate sopra, relative all indicazione delle fonti consultate e all impiego delle citazioni testuali, servono, tra l altro, a evitare il plagio delle opere altrui: una condotta gravemente scorretta che i laureandi sono tassativamente tenuti a prevenire, pena la mancata ammissione alla seduta di laurea Struttura generale e organizzazione del testo Il testo della tesi di laurea è di norma composto dalle seguenti parti: Copertina: va utilizzato il modello ufficiale del frontespizio predisposto dall Università. Indice: mostra l articolazione delle parti principali in cui è strutturato l elaborato, con i rispettivi titoli accompagnati dai relativi numeri di pagina di inizio. Il testo deve essere, di norma, articolato in capitoli, sezioni e paragrafi (e, se necessario, sotto-paragrafi). In alcune discipline, e per particolari tesi di laurea, può essere sufficiente indicare i capitoli e i paragrafi (ad esempio i primi in numero romano e i secondi in numero arabo); consultare il relatore per ottenere indicazioni in merito. Tutte le varie parti dotate di titolo, sottotitolo o titoletto devono essere numerate in modo gerarchico e sequenziale; ad esempio 1, 1.1, 1.1.1, 1.1.2; 1.2, 1.2.1, 1,2.2; 2, 2.1, ecc. Pag. 6 di 8
7 Riassunto: contiene una breve descrizione (della lunghezza indicativa di 1-2 pagine) degli obiettivi e dei risultati principali della ricerca. Le sole tesi di laurea triennali (relative al Corso di Laurea L-39 / MICSE) devono essere accompagnate da un abstract nella lingua straniera di studio dello studente (inglese oppure spagnolo), separato dal resto dell elaborato, della lunghezza di 8 pagine, impostato secondo le indicazioni fornite dalle docenti delle rispettive lingue straniere (Prof.ssa Serena Stilo per inglese e Prof.ssa Adriana Porta per spagnolo). Testo: cfr. il successivo punto 2 per la specifica articolazione delle tesi di laurea rispettivamente di ricerca sperimentale e di ricerca compilativa. Bibliografia: riporta l elenco delle voci bibliografiche relative a tutte le opere consultate e/o citate nell elaborato finale, presentate in ordine alfabetico secondo i cognomi degli autori. Eventuali appendici (se necessarie): contengono informazioni di dettaglio su vari aspetti e materiali della ricerca (per esempio, copia delle istruzioni e spiegazioni fornite ai soggetti sperimentali, dei materiali e/o protocolli sperimentali, di questionari o scale impiegate, di tabulati con dati grezzi, di trascrizioni di materiale audio e/o video, testi tradotti, interpretati o analizzati, ecc.). 2. ISTRUZIONI SPECIFICHE Di seguito viene indicata una sommaria organizzazione di base delle parti in cui è normalmente strutturata una tesi di laurea, ferma restando la possibilità di un ulteriore o diversa articolazione, in particolare secondo le indicazioni fornite dai docenti che fungono da relatori, sulla base delle convenzioni diffuse nelle rispettive discipline, nonché della specifica tipologia del progetto in questione. Introduzione: questa parte ha l obiettivo principale di dar conto dei motivi che giustificano la scelta del tema, la rilevanza dell oggetto della tesi di laurea con riferimento alla disciplina scientifica del lavoro, gli intenti della ricerca, presentando inoltre per sommi capi il contenuto dell elaborato. Si consiglia di redigere l introduzione una volta terminata la stesura dell intera tesi di laurea, in modo da averne chiari i contenuti definitivi. Pag. 7 di 8
8 Contenuti: è la parte della tesi di laurea suddivisa in capitoli, con riferimenti al materiale consultato, che presenta una panoramica critica dei lavori rilevanti già svolti. La trattazione del materiale consultato è accompagnata da note di analisi e di commento, dalle quali si possa evincere il contributo del laureando alla rivisitazione dei testi o dei documenti studiati. Conclusioni: questa parte è finalizzata a descrivere e sintetizzare in modo chiaro e univoco i risultati del lavoro svolto, mettendo in risalto la tesi sostenuta nell elaborato. Nella stesura delle conclusioni, è necessario porre enfasi sull originalità delle acquisizioni sviluppate nel corso del lavoro, lasciandone intravedere gli sviluppi futuri. Se la tesi di laurea ha caratteristiche più spiccatamente sperimentali, sarà il docente relatore a fornire specifiche indicazioni sull articolazione e strutturazione del lavoro di ricerca con riferimento alle modalità previste nel proprio ambito scientifico-disciplinare. Pag. 8 di 8
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