CORSO DPI PROTEZIONE CIVILE Muro Leccese 23/04/2016
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1 CORSO DPI PROTEZIONE CIVILE Muro Leccese 23/04/ Relatore: Dott.ssa Danila MARTINA
2 Decreto Interm. 13/04/11 IL VOLONTARIO È equiparato al lavoratore SOLAMENTE per: Formazione, Informazione e Addestramento; Dotazione di idonei DPI e attrezzature e formazione, informazione e addestramento al loro uso; Controllo e/o sorveglianza sanitaria con riferimento agli scenari di rischio di protezione civile e sulla base dei compiti svolti;
3 OBBLIGHI DEL LEGALE RAPPRESENTANTE DELL ORGANIZZAZIONE OBBLIGHI DEL LEGALE RAPPRESENTANTE DELL ORGANIZZAZIONE Garantire ai volontari formazione, informazione e addestramento; Dotazione idonei DPI e attrezzature e formazione, informazione e addestramento al loro uso; Controllo e/o sorveglianza sanitaria con riferimento agli scenari di rischio di Protezione Civile e sulla base dei compiti svolti
4 OBBLIGHI del Volontario Prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti nelle sedi delle organizzazioni nonché sui luoghi di intervento, di formazione e di esercitazione, conformemente alla sua formazione, informazione, alle istruzioni operative, alle procedure, alle attrezzature e ai dispositivi di protezione individuale in dotazione.
5 Le sedi delle organizzazioni, salvi i casi in cui nelle medesime si svolga un'attività lavorativa; I luoghi di esercitazione; di Formazione; di intervento dei volontari di protezione civile; non sono luoghi di lavoro!
6 Le domande che dovremmo farci Opero su uno scenario legittimo? Lo stato di salute è certificato? Mezzi e attrezzature sono a norma? Le competenze individuali sono certificate dalla formazione? Le competenze della mia organizzazione sono organizzate e verificabili?
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16 Per Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) ai sensi dell art.76 del D.Lgs 81/08 si intende : qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. Ogni altro normale indumento di lavoro o attrezzatura che non sia specificatamente adibita alla protezione del lavoratore non è un DPI.
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20 I dispositivi di protezione individuale devono: Essere adeguati alle condizioni presenti sul luogo di lavoro Essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare un rischio maggiore per il lavoratore Devono tener conto delle esigenze ergonomiche e della salute del lavoratore Poter essere adattati all utilizzatore secondo le sue necessità In caso di rischi multipli che richiedono l uso simultaneo di più DPI, questi devono essere tra loro compatibili e tali da mantenere, anche nell uso simultaneo, la propria efficacia nei confronti del rischio e dei rischi corrispondenti.
21 ma devono essere adeguati alle reali condizioni di lavoro ed ai rischi da prevenire.
22 I dispositivi di sicurezza individuali devono essere forniti al volontario in funzione dello scenario d intervento e del compito assegnato. I dispositivi di sicurezza devono, per legge, riportare il marchio CE il quale indica la conformità ai requisiti essenziali di salute e sicurezza. l dispositivi di sicurezza devono avere le istruzioni per il corretto uso e per la corretta conservazione e manutenzione. I dispositivi di sicurezza devono avere data di scadenza e limiti d'uso. Oltre all osservanza delle istruzioni e della data di scadenza, è richiesto al volontario un controllo dello stato di usura al fine di sostituirlo nel caso non sia più idoneo.
23 I Volontari hanno i seguenti obblighi: devono utilizzare i DPI messi a loro disposizione, in base alle modalità fornite nel corso di formazione, informazione ed addestramento; devono avere cura dei DPI, senza modificarne le caratteristiche di propria iniziativa; devono segnalare prontamente al Responsabile dell Organizzazione di Volontariato qualunque rottura o difetto dei DPI messi a loro disposizione; devono attenersi alle procedure riguardo al ritiro e la riconsegna dei DPI.
24 Il D.Lgs 475/1992 classifica i DPI nelle tre categorie seguenti: I Categoria Racchiude i DPI che proteggono da rischi fisici di modesta entità e sono di semplice progettazione (contatti, urti con corpi caldi con temperatura non superiore a 50 C,vibrazioni e radiazioni tali da non raggiungere organi vitali e/o da provocare danni permanenti). II Categoria Raggruppa i DPI che non sono contenuti nelle altre due categorie. III Categoria Include i DPI che proteggono da danni gravi e/o permanenti e dalla morte (caschi, visiere, apparecchi respiratori filtranti, DPI per protezione dal rischio elettrico, da cadute dall alto e da temperature non inferiori a 100 C).
25 Dobbiamo fare un attenta analisi nella scelta dei DPI
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27 Utilizzo della motosega L'uso di una motosega può risultare assai pericoloso anche se viene utilizzata con tutte le precauzioni. Può accadere che la catena in movimento tocchi un materiale non idoneo o rimanga incastrata nel legno a causa del taglio operato: in questo modo, la catena si blocca e la punta della motosega viene spinta violentemente verso l'alto, con la possibilità che l'operatore prenda il contraccolpo e perda il controllo dell'attrezzo. L'uso delle motoseghe piccole comporta ulteriori rischi, perché c'è la possibilità di impugnarle con una sola mano. La motosega è dotata di dispositivi di sicurezza: freno catena per il contraccolpo, l'impugnatura antivibrante, sicura per l'acceleratore e i dispositivi di sicurezza per rottura catene. Non devono essere usurati. Disturbi derivanti dall'uso della motosega sono l acufene e altre malattie dovute alle vibrazioni e ai rumori emessi dall'attrezzo.
28 DPI per uso motosega Protezione obbligatoria del capo Protezione obbligatoria dell'udito Calzatura di sicurezza obbligatoria Guanti di protezione obbligatoria Protezione obbligatoria degli occhi e del volto Protezione obbligatoria del corpo Imbragatura se lavora in quota
29 Anche l attrezzatura semplice va usata con cura Ecco alcune delle tante indicazioni per l utilizzo della scala doppia: Indossare calzature adeguate, Non indossare abiti ingombranti, Controllare e delimitare la zona in cui si opera per evitare interferenze, Non usare la scale in vicinanza di finestre o balconi, Verificare che la scala sia completamente aperta e stabile Posizionarsi frontalmente alla zona di lavoro Non salire, scendere od operare in posizione Non superare il peso massimo Tenere entrambi i piedi appoggiati, non sporgersi lateralmente, etc.
30 Decespugliatori, tagliasiepi e soffiatori
31 Uso del trinciasarmenti semovente Non lavorare su terreni con pendenza superiore ai 15 Tenere gli astanti a distanza di sicurezza, durante il lavoro Attenzione alle superfici calde vicino al motore. Attenzione ai gas di scarico: sono tossici. Attenzione alla proiezioni di oggetti. Attenzione alle parti in rotazione sotto alle protezioni. Non mettere mani o piedi sotto al carter protezione rotore. Leggere il manuale istruzioni prima di usare la macchina.
32 Generatori e materiale elettrico Effetti della corrente sull uomo: Contrazione dei muscoli fino a non termina il passaggio di corrente. Contrazione non coordinata del muscolo cardiaco (fibrillazione ventricolare). Ustioni con lesione dei tessuti. Folgorazione per attraversamento del corpo umano da parte di corrente elettrica di forte intensità. Intervento in caso di folgorazione Il soccorritore deve fare molta attenzione a non rimanere a sua volta folgorato. Se l'infortunato è rimasto attaccato alla fonte elettrica bisogna immediatamente interrompere la corrente, se non è possibile staccare la vittima dalla corrente con attrezzo isolante.
33 Alcune prescrizioni Opera sulle apparecchiature elettriche solo dopo esserti assicurato che non siano collegate ad alcuna fonte di corrente. Opera sulle apparecchiature elettriche solo se sei qualificato ed addestrato ad operare. Utilizza solo materiale perfettamente idoneo e prima di dare tensione sostituisci qualunque materiale risulti danneggiato od usurato. Tutte le connessioni devono essere fatte a regola d arte. Va sempre verificata la presenza di un collegamento di messa a terra efficace. Prima dell accensione verifica sempre tutti i collegamenti e gli isolamenti. Non usare acqua per nessun motivo su apparecchiature elettriche in tensione.
34 Essere in grado di usare l attrezzatura Solo persone consapevoli, addestrate e capaci (ovvero che conoscono e sono in grado) sono autorizzate ad utilizzare le attrezzature. Questo vale per qualunque attrezzatura e non solo per le motoseghe o per le macchine semoventi. Non usare nessun attrezzo se si è malati, stanchi o sotto effetto di sostanze che possono compromettere vista, destrezza e capacità di decisione. Al momento che una persona utilizza volontariamente un attrezzo, implicitamente dichiara di essere in grado di usarlo pienamente in modo corretto e conforme alle prescrizioni. Per le motoseghe ed altre particolari attrezzature, invece, è richiesto un esplicito incarico che verrà dato dal responsabile del servizio a persone addestrate e ritenute idonee all uso.
35 MANSIONE: PROTEZIONE CIVILE - ADDETTO SPEGNIMENTO INCENDI Stivali al ginocchio Conformi UNI EN ISO 20345, cat. 1, Marcatura S5 Requisiti: P A E HI WR HRO Guanti di protezione da calore e fiamme Conformi EN 407, cat. 3 Tuta ignifuga Conforme EN ISO 11612, cat. 3 Cappuccio in tessuto ignifugo Conforme EN ISO 11612, cat. 2 Semimaschera antigas senza valvola di inspirazione Conforme EN 1827, cat. 3 FM A1B1E1K1P3 Elmetto di protezione Conforme UNI EN 397, cat. 3, con elevata resistenza agli urti e alla penetrazione
36 MANSIONE: PROTEZIONE CIVILE - AUTISTA AUTOMEZZO Stivali al ginocchio Conformi UNI EN ISO 20345, cat. 1, Marcatura S5 WR HRO Requisiti: P A E HI Occhiali con Oculare Doppio protez. meccanica e chimica Conforme UNI EN 166, cat. 2 Guanti di protezione da calore e fiamme Conformi EN 407, cat. 3 Tuta ad alta visibilità Conforme EN 471, Classe 3, cat. 1 Semimaschera antigas senza valvola di inspirazione Conforme EN 1827, cat. 3 FM A1B1E1K1P3 Berretto Per la protezione dai raggi solari, cat. 1
37 MANSIONE: PROTEZIONE CIVILE - COORDINATORE VOLONTARI Stivali al ginocchio Conformi UNI EN ISO 20345, cat. 1, Marcatura S5 Requisiti: P A E HI WR HRO Giubbotto ad alta visibilità Conforme EN 471, Classe 2, cat. 1 Berretto Per la protezione dai raggi solari, cat. 1
38 Esempi di scenario operativo ordinario Prevenzione e ripristino ambientale Monitoraggio di situazioni a rischio locali Monitoraggio in caso di allerta metereologico Rimozione piante cadute o pericolanti Ripristino o modifica di sentieri in ambiente boschivo Pulizia di alvei di torrente Educazione nelle scuole Lezioni teoriche in classe Dimostrazioni pratiche uso attrezzatura Esercitazioni pratiche di evacuazione Addestramento teorico-pratico Addestramento logistica e montaggio tende Addestramento motoseghe e strumenti taglio. Addestramento motopompe e costruzioni argini. Addestramento dispositivi elettrici. Addestramento utilizzo barca Manutenzione attrezzatura
39 Compiti del caposquadra Sia in preparazione del servizio che durante il servizio, il caposquadra: Provvede ad una valutazione del rischio. Informa la squadra dello scenario di intervento, dei compiti assegnati e dei rischi individuati. Da disposizioni ai volontari per eseguire al meglio il servizio anche in termini di sicurezza. Vigila e controlla che vengano prese misure idonee a prevenire i rischi individuati. Controlla che il volontario indossi ed usi correttamente dispositivi di protezione individuale idonei al compito che si sta svolgendo. Interviene correggendo comportamenti o procedure che si dimostrassero errate o non efficaci.
40 Scenario operativo ordinario Procedura Decisione ed analisi scenario intervento Formazione squadra e designazione responsabile Assegnazione compiti ai volontari Preparazione attrezzatura e DPI Messa in sicurezza della zona Esecuzione intervento utilizzando DPI necessari Rientro e stoccaggio attrezzature Relazione di servizio Responsabili sicurezza Legale rappresentante organizzazione Caposquadra o responsabile attività (se designati) Volontario
41 Scenario operativo straordinario Carattere di urgenza. Non completamente noto scenario e compiti assegnati. Organizzazione e responsabilità esterna Difficoltà a trovare tra i volontari disponibili al momento, quelli più idonei. Impossibilità di valutare intera-mente a priori i possibili rischi. MD SICUREZZA SNC Impossibilità - Tutti i diritti riservati - di applicare completamente le misure di sicurezza.
42 Esempi di scenari operativo straordinario Intervento operativi emergenza: Eventi atmosferici avversi Emergenza idrica Frana o smottamento Alluvione ed esondazione Incidente grave Terremoto Assimilabili all intervento operativo d emergenza: Ricerca persone disperse Assistenza popolazione per grandi eventi Esercitazioni esterne (provinciali, regionali, etc.)
43 Scenario operativo straordinario Procedura Chiamata esterna con indicazione di massima di scenario e compiti Formazione squadra e designazione compiti Preparazione attrezzatura e DPI che si presumono necessari Viaggio secondo indicazioni date Esecuzione intervento secondo direttive date Utilizzo attrezzature e DPI disponibili Rientro e stoccaggio attrezzature Relazione di servizio Responsabili sicurezza Responsabile dell emergenza o dell intervento Caposquadra o responsabile attività (se designati) Volontario Legale rappresentante organizzazione (solo per le parti di competenza)
44 EQUIPAGGIAMENTO PERSONALE L art. n. 74 del D.Lgs. 81/2008 definisce cosa si debba intendere per Dispositivo di Protezione Individuale (D.P.I.): è definito dispositivo di protezione individuale, qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. Pertanto tutti gli operatori debbano essere dotati di specifica preparazione professionale, di certificata idoneità fisica ed equipaggiati con adeguati dispositivi di protezione individuale (D.P.I.) CON OBBLIGO DI USO AI SENSI DELL ART. 75 DEL D.LGS. 81/2008 Il personale che interviene nelle operazioni di estinzione degli incendi boschivi è esposto al rischio di ustioni, traumi, ferite, abrasioni, malori, danni all apparato respiratorio, intossicazione per inalazione di fumi, morsi di animali e punture d insetti.
45 EQUIPAGGIAMENTO INDIVIDUALE OCCHIALI ANTIFUMO FAZZOLETTO PER PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE ELMETTO PROTETTIVO CON VISIERA GUANTI PROTETTIVI CALZATURE ANTINFORTUNISTICHE SPECIFICHE DISPOSITIVO PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE ABBIGLIAMENTO ANTINCENDIO (TUTA O DIVISA)
46 EQUIPAGGIAMENTO PERSONALE Art D.LGS. 81/2008 OBBLIGO DI USO L equipaggiamento individuale deve proteggere il personale che opera in attività di antincendio boschivo da contatti con le fiamme e/o da corpi surriscaldati o in combustione, evitare che il calore radiante o convettivo raggiunga la superficie corporea e consentire nello stesso tempo di smaltire il calore corporeo prodotto a seguito dell attività fisica. I D.P.I. non devono ostacolare i movimenti e la percezione sensoriale e non devono arrecare disagi che possano affaticare l operatore, limitandone il grado di MD SICUREZZA SNC - Tutti i attenzione diritti riservati -
47 copertura di tutte le zone corporee; protezione differenziata funzionale ed estetico, esempio occhi, viso, arti inferiori e superiori; isolamento termico che consenta un trasferimento graduale del calore percepibile dall operatore in quanto, date le elevate temperature di fiamma e le quantità di calore trasmesse per irraggiamento e convenzione in un incendio boschivo; permettere l operatività in ambienti ad orografia accidentata e condizioni climatiche difficili; adeguata resistenza alle sollecitazioni meccaniche per evitare danneggiamenti e lacerazioni che lascerebbero alcune parti prive di adeguata protezione, esempio il capo, gli arti inferiori; consentire una perfetta visibilità all operatore, anche in condizioni di scarsa visibilità, per facilitarne l immediata individuazione anche in caso di emergenza, utilizzando o bande rifrangenti e/o fluorescenti; Effettuare controlli di efficienza, per verificare nel tempo il permanere delle caratteristiche protettive, conformemente alle indicazioni adeguata comodità di impiego classificati TERZA CATEGORIA destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente (contatto con fiamme, materiali fusi, temperature superiori a 50 C, respirazione di aerosol solidi e gas).
48 La tuta AIB Certificazione in classe III in Nomex, Kratos, etc. A protezione differenziata (semplice con l utilizzo del sottotuta) Intera Ben allacciata e chiusa in tutte le sue parti Portata sopra lo scarponcino e non infilata nello scarponcino Infilata dentro il guanto protettivo Trattenuta in vita dal cinturone Con parti riflettenti e di colore diverso rispetto allo scenario operativo Priva di manomissioni arbitrarie e personali Indossata direttamente sulla pelle o sopra una maglietta di cotone
49 La tuta AIB L attività di lotta agli incendi di vegetazione comporta necessariamente l adozione di D.P.I. in possesso di marcatura CE appropriata, in relazione ai rischi dai quali devono essere protetti gli operatori. La marcatura di tipo CE con specifico riferimento alla norma per la lotta agli incendi boschivi se esistente, è indispensabile ma non sufficiente per determinare l idoneità del D.P.I., che deve essere accertata dal datore di lavoro in relazione alle specifiche condizioni d impiego e quindi riferita all analisi dei rischi
50 L equipaggiamento per AIB si compone di: Casco. Protegge il capo dai danni provocati da materiale caduto dall alto. Deve essere di materiale resistente alle alte temperature. Per proteggere il viso è necessario fare uso di passamontagna sottocasco in tessuto ignifugo. In assenza di vegetazione arborea o di rischio di caduta di materiale dall alto il casco può essere tolto. Occhiali Proteggono gli occhi dal fumo. Devono essere facilmente regolabili per aderire perfettamente al viso
51 Maschera o semimaschera con filtri idonei AIB Questo dispositivo di emergenza deve essere messo a disposizione dell operatore che lo deve indossare in caso di necessità e quando la presenza di fumo può determinare una situazione di grave rischio. Deve permettere una buona tenuta sul viso, deve essere facilmente e velocemente indossabile con qualsiasi tipo di casco, deve essere leggera, consentire una ampia visibilità ed avere un sistema antiappannante nel caso sia a pieno facciale Il filtro deve essere adeguatamente scelto per proteggere dalle sostanze volatili presenti in un incendio boschivo, a questo proposito il filtro P3 ha efficienza filtrante a fumi e polveri > 99,95%. Ricordare che questo filtro non offre protezione termica né protezione contro eventuali gas tossici sprigionati da combustione di particolari sostanze, per questa ragione è importante tenersi lontano dalla combustione di sostanze diverse da quelle vegetali. Dopo ogni utilizzo è necessario sostituire il filtro. Verificare sempre la scadenza
52 La semimaschera antifumo E importante ricordare che i filtri da utilizzare durante un incendio boschivo non sono assolutamente idonei a difendere l operatore da sostanze combuste diverse da quelle di origine vegetale. Per questo diventa ancor più indispensabile allontanarsi subito nel caso stia bruciando plastica, gomma, rifiuti
53 Stivali Proteggono il piede e la caviglia. Devono quindi essere alti, resistenti al calore, dotati di suola antiscivolo e punta antischiacciamento
54 I guanti AIB Solitamente in pelle con parti di tessuto ignifugo. Devono proteggere da lesioni o abrasioni e devono impedire il contatto di materiale incandescente con la cute. Devono avere polsini lunghi per ricoprire parte della manica della tuta
55 SISTEMI IDENTIFICATIVI DEL PERSONALE Durante la gestione degli eventi il personale che fa parte dell Organizzazione Regionale Antincendi Boschivi deve essere sempre identificabile, al fine del corretto svolgimento delle operazioni. Per esempio questo è il sistema identificativo della Regione Puglia che ha predisposto uno specifico logo AIB che deve essere apposto sulla manica sinistra della tuta di tutti gli operatori AIB e ha previsto che gli specifici DPI, già illustrati precedentemente, si differenzino in base al ruolo che ogni operatore riveste nella struttura operativa.
56 LA VESTIZIONE Anche se le condizioni dell intervento sono controllate è bene non sottovalutare mai l imprevedibilità del fuoco.
57 Direttore delle Operazioni Antincendi Boschivi Gilet: colore giallo con scritta posteriore su fondo arancione, carattere nero: DO AIB - DIRETTORE OPERAZIONI ANTINCENDI BOSCHIVI ; Tuta: colore arancione con terzo superiore giallo Casco: colore bianco Cinturone: colore come disponibile in commercio Stivali: colore come disponibile in commercio Guanti: colore come disponibile in commercio Occhiali: colore come disponibile in commercio Maschera o semimaschera con filtri idonei AIB: colore come disponibile in commercio
58 Direttore delle Operazioni Antincendi Boschivi
59 CONCLUSIONI ART. 20 D.LGS. 81/ Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro. Con il D.Lgs. 106/2009, ha apportato un importante modifica: Il volontario del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile continua ad essere equiparato al lavoratore in senso infortunistico e ad esso si applica la disciplina del ART. 2 D.LGS n. 81/2008
60 La sicurezza per i Volontari di Protezione Civile è una cosa seria Facciamo di tutto perché si diffonda la cultura della sicurezza sia nel volontariato che nel mondo del lavoro in modo che ogni attività operativa diventi sicura per chi opera e per chi gli sta accanto.
61 CORSO DPI PROTEZIONE CIVILE Muro Leccese 23/04/2016 GRAZIE PER L ATTENZIONE Relatore: Dott.ssa Danila MARTINA
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