Indice. Lettera del Presidente 3. Executive summary 5. Introduzione Policy e piani europei 19

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2 Indice Lettera del Presidente 3 Executive summary 5 Introduzione Policy e piani europei L ICT per la crescita, l innovazione e la competitività L agenda digitale europea Il confronto dei Paesi UE sugli indicatori della digital agenda I finanziamenti per la Società dell informazione nelle politiche di coesione dell Unione Europea La programmazione per la ricerca e lo sviluppo tecnologico Le iniziative Europee per le Smart Cities L innovazione nei Progetti Paese Policy e piano Nazionale L avvio dell agenda digitale italiana Il decreto Crescita Le politiche per la banda larga I Piani nelle Regioni L innovazione nelle Regioni italiane I Piani regionali per la Società dell Informazione I Programmi Europei nelle Regioni Le agende digitali regionali Piani e interventi regionali per lo sviluppo della banda larga Piani e interventi regionali nei diversi settori applicativi I KPI dell Agenda digitale europea nelle Regioni Italiane L Agenda digitale regionale Obiettivi Metodologia 106 Bibliografia 111 Allegato: schede regionali 113

3 4 2 4 Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 2012

4 Lettera del Presidente Lo sviluppo digitale del nostro Paese è una priorità assoluta. Abbiamo infatti accumulato ritardi importanti nei confronti dei grandi Paesi Europei nella diffusione e nell uso di Internet e questo signifi ca minori opportunità per cittadini e imprese, minore effi cienza nei servizi della Pubblica Amministrazione, in sintesi minore competitività dell intero Sistema Paese. L Agenda Digitale Europea ha avuto un ruolo molto rilevante nel fotografare la situazione dei diversi Paesi, tracciare le linee di evoluzione, indicare alcuni macro obiettivi a tutti gli Stati membri. In Italia, dopo una fase in cui l attenzione si è concentrata soprattutto sulla dimensione infrastrutturale, è progressivamente maturata la consapevolezza dei più rilevanti gap in termini di cultura informatica, uso della rete, automazione dei servizi pubblici, investimenti delle imprese in ICT, diffusione del commercio elettronico. Questa più corretta visione dello sviluppo digitale ha portato al Decreto Crescita 2.0 recentemente emanato dal Governo Italiano che defi nisce una serie di pilastri e di regole su cui dovrebbe articolarsi l Agenda Digitale Italiana. Per innescare però i processi radicali di trasformazione digitale indicati a livello comunitario e nazionale, è necessaria una maggiore focalizzazione delle specifi cità territoriali ed un maggior coinvolgimento dei Governi Regionali. La situazione dei territori italiani è infatti molto diversa nel tessuto economico e sociale, nella dotazione infrastrutturale, nel livello di sviluppo digitale per cui non esiste una ricetta unica. Ogni Regione ha priorità diverse e deve defi nire un proprio percorso per cogliere i vantaggi dell economia della rete. Il Gruppo Telecom Italia ha avuto un ruolo centrale nella prima infrastrutturazione del Paese con lo sviluppo delle reti ADSL e 3G e continuerà ad averlo nelle reti di nuova generazione: entro la fi ne del 2014 sei milioni di unità immobiliari potranno accedere a connessioni ad alta velocità di rete fi ssa e oltre il 50% della popolazione sarà raggiunto dalle nuove reti mobili 4G. Resta però un gap che deve essere rapidamente colmato: quello del digital divide di prima generazione. L Agenda Digitale Europea e il Decreto Crescita 2.0 indicano chiaramente per il 2013 l obiettivo Internet for All e cioè la possibilità per tutti di accedere ad una connessione BB ad una velocità di almeno 1 Mbps. Oggi il 10% delle unità immobiliari italiane non è in questa condizione e se si vuole chiudere questo gap entro il 2013 occorre pianifi care ed avviare con urgenza gli interventi necessari. Negli anni scorsi con l annuario del Digital Divide siamo riusciti a fornire un quadro di riferimento sulla disponibilità infrastrutturale, sulla copertura a larga banda nei diversi territori e ad indirizzare le politiche ed i progetti delle Amministrazioni centrali e Regionali per intervenire nelle aree a fallimento di mercato. Grazie anche alla maggior conoscenza del fenomeno fornita da questo strumento, sono stati avviati e realizzati importanti progetti che hanno portato ad azzerare il digital divide in alcune regioni. Questo nuovo strumento, Agende Digitali Regionali vuole fotografare il livello digitale delle diverse regioni in tutte le sue dimensioni e fornire un quadro di riferimento alle Amministrazioni Regionali per defi nire il proprio percorso, le proprie politiche i propri progetti di sviluppo digitale inquadrandoli nel contesto nazionale e comunitario e ricercando le fonti più opportune di fi nanziamento. Franco Bernabè Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre

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6 Executive summary Il Libro Bianco 2012 di Telecom Italia sulle Agende Digitali Regionali si pone l obiettivo di rappresentare, su base regionale, i principali fenomeni dell ICT, con particolare riferimento alle tematiche dell Agenda Digitale Europea, concentrando l attenzione da un lato sui piani e i progetti di rilevanza per l ICT, dall altro sull analisi dei Key Performance Indicator (KPI) regionali più significativi su ICT e Innovazione, a partire da quelli della Digital Agenda. Esso inoltre ha anche l ulteriore obiettivo di rappresentare il punto di partenza per un percorso di costruzione delle Agende Digitali Regionali (o comunque di allineamento della pianificazione regionale alle Agende Digitali Europea e Italiana), partendo proprio dall analisi dei gap rispetto agli obiettivi. Il ruolo delle Regioni è giustificato dal fatto che molti obiettivi declinati dalla Digital Agenda sono raggiungibili solo con il contributo fattivo degli enti territoriali, che sono più vicini ai cittadini e alle imprese, e sono quindi in grado di comprendere più facilmente gli snodi critici, le difficoltà da superare, le opzioni maggiormente praticabili. Le Agende Digitali Regionali non possono essere né la mera declinazione dell Agenda Digitale Europea a livello micro-territoriale, né la disomogenea raccolta di azioni mirate a soddisfare le esigenze dei territori, senza alcuna sistematizzazione e completamente sganciata dal contesto nazionale ed europeo e dalle esperienze degli altri territori. In questo contesto il ruolo delle Regioni appare quindi fondamentale come snodo tra una programmazione che nasce dal basso, sulla base delle esigenze e delle caratteristiche del territorio, e una programmazione calata dall alto, derivata dai macro-obiettivi europei e nazionali. Ogni territorio deve trovare il giusto equilibrio tra queste due esigenze contrapposte. L Agenda Digitale Europea Tra le iniziative chiave per raggiungere gli obiettivi di crescita economica e sociale, la Commissione ha proposto di adottare un Agenda Digitale Europea, con cui accelerare la diffusione di Internet e sfruttare appieno i vantaggi di un mercato unico del digitale per famiglie e imprese. Per verificare i progressi nel raggiungimento degli obiettivi indicati nell Agenda, la Commissione ha definito gli indicatori di performance su cui i Paesi membri saranno chiamati a confrontarsi annualmente. AMBITO Banda larga M e rcato unico digitale OB IETTIVO Copertura con banda larga di base per il100% dei cittadini dell'ue, entro il2013 Copertura con banda larga pari o superiore a 30 Mbit/s per il 100% dei cittadini UE, entro il 2020 Il 50% delle famiglie dovrebbe usare una connessione superiore a 100 Mbit/s, entro il 2020 Il 50% della popolazione dovrebbe fare acquisti online, entro il 2015 Il 20% della popolazione dovrebbe fare acquisti online all'estero, entro il 2015 Il 33% delle piccole e medie imprese dovrebbe effettuare vendite e acquisti online, entro il 2015 La differenza fra tariffe inroaming e tariffe nazionali dovrebbe essere inesistente, entro il2015 Tabella 13 Obiettivi dell Agenda Digitale Europea Fonte: European Commission - A Digital Agenda for Europe, 2010 Inclusione digitale S e rvizi pubblici Portare l'uso regolare di Internet al 75% della popolazione (60% per categorie deboli), entro il 2015 Dimezzare il numero di persone che non hanno mai usato Internet (portandolo al 15%), entro il 2015 Utilizzo dell'egovernment da parte del 50% della popolazione, entro il 2015 Rendere disponibili in rete, tutti i servizi pubblici fondamentali transfrontalieri, entro il 2015 R icerca e innovazione Raddoppiare gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo per l ICT, entro il 2013 E conomia a bass e emissioni di carbonio Ridurre il consumo globale di energia per l illuminazione, entro il Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre

7 Gli obiettivi prioritari toccano tutti gli ambiti dell economia digitale, non soltanto quelli infrastrutturali, con particolare riguardo alle tematiche dell utilizzo dell ICT nella vita quotidiana. La successione temporale degli obiettivi evidenzia due traguardi di breve periodo, da conseguire entro il 2013: garantire l accesso a tutti i cittadini europei ai servizi a banda larga di base e raddoppiare gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo per l ICT. Nel medio periodo, entro il 2015, i Paesi europei sono invece chiamati a realizzare tutti gli obiettivi connessi con la diffusione di Internet e l utilizzo dei servizi in rete. Entro il 2020, e quindi con un ottica di più lungo periodo, l Europa dovrà garantire a tutti la possibilità di accedere a servizi a banda larga più performanti, avviandosi così a completare il nuovo ciclo di investimenti per la realizzazione delle reti NGA. A due anni dall avvio dell Agenda Digitale Europea, attraverso la Digital Agenda Scoreboard 2012, la Commissione Europea fornisce un quadro di valutazione sui progressi compiuti dagli Stati membri verso la realizzazione degli obiettivi fissati nell ambito dell Agenda Digitale. Figura 14 L avanzamento UE27 rispetto agli obiettivi dell Agenda Digitale Europea Fonte: European Commission - Digital Agenda Scoreboard, Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 2012

8 L Agenda Digitale Italiana A seguito della defi nizione dell Agenda Digitale Europea, ogni Stato membro dell Unione Europea è tenuto ad analizzare il contesto nazionale per elaborare una propria strategia di recepimento dell Agenda Digitale Europea, individuando le priorità e le modalità di intervento. A tal fi ne il Governo italiano ha defi nito l Agenda Digitale Italiana, per alimentare l innovazione e stimolare la crescita economica, incentivare la trasparenza, la responsabilità e l effi cienza del settore pubblico, rendendo liberamente disponibili i dati delle pubbliche amministrazioni. Per rispettare gli impegni stabiliti in sede europea e defi nire la strategia italiana sul digitale, nel marzo 2012, con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, è stata istituita una Cabina di Regia, per riunire in un unica sede le diverse competenze di attuazione dell Agenda Digitale Italiana. In tale ambito sono stati creati sei gruppi di lavoro, ognuno dei quali cura alcuni dei target dell Agenda Digitale. La fi gura seguente mostra come si mappano i pilastri fondamentali dell Agenda Digitale Europea con i gruppi di lavoro individuati nell ambito della Cabina di Regia. Figura 23 Agenda Digitale Europea e Gruppi di Lavoro dell Agenda Digitale Italiana Fonte: Between, 2012 Per raggiungere gli obiettivi e attuare gli interventi defi niti dalla Cabina di Regia, nel 2012 è stata istituita l Agenzia per l Italia digitale, che riunisce le competenze fi no ad ora distribuite su tre enti: DigitPA, Agenzia per l Innovazione e Dipartimento per la Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e l Innovazione tecnologica. Essa ha in particolare il compito di elaborare gli indirizzi, le regole tecniche e le linee guida per l attuazione degli interventi previsti dall Agenda Digitale. Si occupa inoltre di coordinamento dei processi di digitalizzazione della P.A., di razionalizzazione della spesa ICT pubblica e di promozione di iniziative di alfabetizzazione informatica. Ad ottobre 2012 il Governo ha successivamente approvato una serie di provvedimenti normativi, il cosiddetto Decreto Crescita 2.0, contenente Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese, convertito poi in Legge nel dicembre 2012, che racchiude una serie di misure di incentivazione dello sviluppo dell economia digitale. 4 Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre

9 Le norme del Decreto Crescita 2.0 puntano a far sì che l innovazione rappresenti un fattore strutturale di crescita sostenibile e di rafforzamento della competitività delle imprese, attraverso lo sviluppo del digitale in alcuni settori prioritari e le disposizioni in tema di start-up innovative, per favorire lo sviluppo di un sistema economico-sociale basato sulla condivisione delle informazioni pubbliche, su standard aperti e interoperabili, sulla possibilità di sviluppare imprenditorialità facendo leva su tecnologia e attività di Ricerca e Sviluppo, e diffondendo le nuove tecnologie digitali presso la popolazione, attraverso la digitalizzazione della P.A. e la spinta al pagamento elettronico. Le misure contenute nel Decreto toccano numerosi temi: dall identità digitale all adozione delle nuove tecnologie nel campo dell istruzione, della salute, della giustizia, dell inclusione sociale, all accelerazione del loro impiego nel settore dei pagamenti. Ogni anno, il Governo dovrà presentare al Parlamento una relazione aggiornata sull attuazione dell Agenda Digitale Italiana. La tabella seguente riporta le principali tematiche trattate dal decreto e i relativi contenuti. Tabella 24 I contenuti del Decreto Crescita Fonte: Governo Italiano, 2012 Aree Identità digitale P.A. digitale e Open Data Istruzione digitale Sanità digitale Divario digitale e pagamenti elettronici Giustizia digitale R&I e Comunità intelligenti Contenuti Documento digitale unico Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) e interoperabilità anagrafi di rilevanza nazionale Censimento continuo della popolazione e delle abitazioni e Archivio nazionale delle strade e dei numeri civici PEC - Domicilio digitale cittadino PEC Indice nazionale degli indirizzi delle imprese e dei professionisti Trasmissione di documenti per via telematica, contratti della pubblica amministrazione e conservazione degli atti notarili Trasmissione telematica delle certificazioni di malattia nel settore pubblico Sistemi di trasporto intelligenti (ITS) e Bigliettazione elettronica Trasporto Pubblico Locale Open data e inclusione digitale Anagrafe nazionale studenti e fascicolo elettronico studente universitario Libri e centri scolastici digitali Fascicolo sanitario elettronico Prescrizione medica digitale e cartella clinica digitale Completamento Piano Nazionale per la Banda Larga Semplificazioni normative (specifiche scavi, accesso edifici per posa fibra) Pagamenti elettronici Comunicazioni e notificazioni per via telematica Notificazioni telematiche per procedure fallimentari Grandi progetti di ricerca e innovazione in sinergia con Horizon 2020 Piano Nazionale Comunità intelligenti Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 2012

10 Complessivamente, ai fini dell attuazione delle norme e dei contenuti previsti dal Decreto Crescita 2.0, relativamente alle tematiche direttamente connesse con l Agenda Digitale Italiana, sono stati assegnati finanziamenti per oltre 900 milioni di Euro per il periodo , con la suddivisione tra le diverse tematiche riportata nella seguente figura Milioni 608 «nell ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente» Identità digitale PA digitale e Open Data Istruzione digitale Sanità digitale Divario digitale e pagamenti elettronici Giustizia digitale R&I e Comunità intelligenti Le politiche per la banda larga e il Piano di Azione Coesione Il Governo italiano si è posto l obiettivo di garantire connettività a banda larga ad almeno 2 Mbps a tutti i cittadini entro il 2013: il piano è in fase di realizzazione grazie a risorse nazionali già assegnate ad Infratel Italia, a fondi comunitari FEASR destinati allo sviluppo broadband nelle aree rurali e a fondi che le Regioni hanno messo a disposizione del Ministero dello Sviluppo Economico, attraverso la stipula di appositi accordi, proseguendo nell azione avviata dal Governo che l aveva preceduto per l attuazione del programma nazionale. Figura 3 5 Le risorse per l Agenda Digitale Italiana previste dal Decreto Crescita 2.0 Fonte: Between, 2012 Al fine di stimolare la realizzazione delle infrastrutture a banda larga e ultra larga, il Ministro per la Coesione Territoriale ha deciso di avviare gli interventi dalle regioni del Mezzogiorno con il Piano di Azione Coesione, predisposto per accelerare l attuazione dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali europei , con lo scopo di colmare i ritardi nell attuazione dei programmi e di rafforzare l efficacia degli interventi. In particolare, per quanto riguarda l Agenda Digitale, il Dipartimento per le Comunicazioni ha destinato una quota di fondi comunitari per realizzare, nelle Regioni del Mezzogiorno, i tre seguenti progetti infrastrutturali, ai fini del raggiungimento degli obiettivi europei: 4 Piano Nazionale per la Banda Larga per l infrastrutturazione delle aree territoriali non coperte da banda larga e l abilitazione di servizi di connettività ad almeno 2 Mbps per tutti entro il 2013; 4 Progetto Strategico Banda Ultra Larga per portare la connettività ad almeno 30 Mbps a tutti gli italiani, anche attraverso tecnologie mobili o tecnologie VDSL, assicurando inoltre che almeno il 50% delle famiglie si abboni a connessioni Internet ad oltre 100 Mbps; 4 Progetto Data Center per la realizzazione di data center per la digitalizzazione dei processi e lo sviluppo del cloud computing per la P.A. e le imprese, oltre che l attrazione di investimenti dell industria ICT nel sud. Per questi interventi il Piano d Azione programma complessivamente interventi per 321 milioni di Euro di risorse FESR sui Programmi operativi regionali, che saranno utilizzate nell ambito dei progetti strategici nazionali in sinergia con gli altri interventi in atto nelle diverse Regioni. Nella seguente tabella sono riportati i dettagli degli investimenti ripartiti per linea progettuale. 1 1 Campania e Puglia aderiscono al Piano di Azione Coesione, con ulteriori risorse da destinare a interventi per la banda larga e ultra larga da determinare. 4 Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre

11 Tabella 34 Risorse del Piano di Azione Coesione per l Agenda Digitale Italiana REGIONI Banda Larga (Mln ) Banda Ultra Larga (Mln ) Data Center (Mln ) TOTALE (Mln ) Fonte: Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica - MISE, 2012 Calabria 5,0 86,9 40,0 131,9 Campania Puglia 18, ,2 Sicilia 7,0 53,0-60,0 Basilicata 4,9 14,8 40,0 59,7 Sardegna 6,5-40,0 46,5 Molise - 4,0 1,0 5,0 Abruzzo TOTALE 41,6 158,7 121,0 321,3 I piani nelle Regioni Le Regioni e le Province Autonome sono ormai ben consapevoli che la rivoluzione digitale è una sfida essenziale per la modernizzazione, la competitività e la crescita del territorio. Il livello regionale rappresenta infatti un ambito fondamentale per la definizione, la concertazione e l attuazione della Società dell Informazione e della Conoscenza in quanto consente di coniugare la progettualità con le azioni programmatico-legislative proprie delle Regioni e con l utilizzo sistemico dei fondi strutturali regionali. Le prime strategie regionali per la Società dell Informazione e dell egovernment furono lanciate all inizio degli anni 2000, e successivamente aggiornate con la programmazione sui fondi strutturali , con la finalità di riportare entro un quadro strategico di obiettivi e di complementarietà di risorse l intera programmazione sulla Società dell Informazione. L attuale momento quindi cade nella parte finale di questo ciclo di programmazione e nelle fasi preliminari del nuovo ciclo , che le Regioni stanno iniziando a mettere in cantiere. Questo processo di pianificazione si sovrappone parzialmente ai piani di legislatura regionale, che per la maggior parte delle Regioni riguarda il periodo Dall incrocio di questi due processi deriva uno sfasamento dei piani regionali, che non sono tutti allineati tra di loro. Gli strumenti della pianificazione regionale della Società dell Informazione appaiono pertanto molto diversificati: spesso le Regioni si sono dotate di piani strategici pluriennali, cui fanno da compendio piani attuativi, protocolli di intesa e accordi di programma quadro a cui è demandata la definizione di obiettivi puntuali ed operativi. Molto diverso è anche il livello della documentazione, che varia da documenti di taglio politico o strategico alto (linee guida, documento di indirizzo politico-strategico, etc.) a piani operativi. Nella tabella seguente sono riportati i piani regionali per la Società dell Informazione rilevati nelle Regioni e Province Autonome, con particolare riguardo agli ultimi piani approvati Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 2012

12 Regioni Abruzzo Nome Piano strategico di Sviluppo Regionale per l Innovazione e la Società dell Informazione Periodo di Riferimento Basilicata Strategia Regionale per la Ricerca, l Innovazione e la Società dell Informazione Calabria Strategia Regionale per lo sviluppo della Società dell Informazione Campania Le linee strategiche per la ricerca, l innovazione e la diffusione della Società dell Informazione Emilia-Romagna PiTER - Piano Telematico dell Emilia-Romagna Friuli Venezia Giulia Piano Triennale dei Sistemi Informativi Lazio Piano Strategico Triennale Liguria PTsil - Programma Triennale di Sviluppo della Società dell Informazione Lombardia Agenda Digitale Lombarda Marche (*) Piano Telematico Regionale Molise Piano STM Sistema Telematico Molise 2004 Piemonte Piano Strategico ICT Prov. Aut. Bolzano Programma egovernment Prov. Aut. Trento Piano di Sviluppo Provinciale Piano degli Investimenti SIEP Puglia Documento Strategico della Regione Puglia Sardegna Documento Strategico Regionale Sicilia Quadro di riferimento strategico regionale per lo sviluppo della Società dell Informazione PITRE - Piano per l Innovazione Tecnologica della Regione Siciliana Toscana Programma regionale per la promozione e lo sviluppo dell amministrazione elettronica e della Società dell Informazione e della conoscenza nel sistema regionale Umbria Piano Strategico per la Società dell Informazione per la Regione Umbria Verso una Agenda Digitale dell Umbria Linee guida per lo sviluppo della Società dell Informazione in Umbria Valle d Aosta Veneto (*) Piano pluriennale per il triennio per lo sviluppo del sistema informativo regionale Linee guida progettuali per lo sviluppo della Società dell Informazione del Veneto (*) Agenda Digitale Regionale in corso di definizione Tabella 45 Piani regionali per la Società dell Informazione Fonte: Between, Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre

13 Alcune Regioni non hanno apparentemente alcuna pianificazione in corso, per ragioni diverse, legate a ritardi amministrativi nell emanazione e approvazione dei relativi provvedimenti. Alcune Regioni hanno peraltro avviato un nuovo ciclo di pianificazione, più esplicitamente riferito al concetto di Agenda Digitale, che si ritrova nella pianificazione della Lombardia e dell Umbria, ed è in corso di definizione, allo stato attuale, in Veneto e nelle Marche. I piani regionali per la banda larga Quasi tutte le Regioni italiane hanno avviato o realizzato piani e progetti per la riduzione del digital divide infrastrutturale. Inizialmente, tali progetti riguardavano soprattutto le sedi della Pubblica Amministrazione e, solo successivamente, gli interventi sono stati estesi anche ai cittadini e alle imprese. Si tratta di piani autonomi regionali, in molti casi integrati da accordi stipulati dalle singole Regioni con il Governo. La maggior parte delle Regioni si è fermata alle politiche per la prima generazione di digital divide (fino a 8 Mbps), anche se alcune hanno già avviato o stanno avviando la progettazione di interventi rivolti alle generazioni successive del broadband: è il caso della Sardegna, della Provincia Autonoma di Trento e delle Marche, con interventi che intendono garantire accessi a 20 Mbps alla popolazione. I primi piani regionali erano genericamente orientati allo sviluppo della banda larga, e solo in alcuni casi si interveniva in maniera specifica sulle aree in digital divide; per questo motivo, Regioni partite in tempi diversi hanno piani impostati secondo logiche diverse; in alcune Regioni, addirittura, coesistono piani differenti elaborati in tempi successivi, non sempre coerentemente collegati tra di loro. I piani per il digital divide, inoltre, sono stati concepiti per il target level (in termini di velocità nominale) caratteristico dell epoca in cui sono stati pensati: i primi piani ( ) si ponevano l obiettivo di una velocità nominale di 640 kbps, mentre i piani più recenti parlano di 7-8 Mbps nominali. Per cercare di tenere il passo con l evoluzione della banda, le Regioni più avanzate, dopo il piano per la prima generazione di banda larga, hanno cominciato a definire ulteriori piani per le generazioni di banda successive, o a considerare nei propri piani obiettivi diversificati per prima e seconda generazione. Recentemente sono apparsi piani per l NGN: tra questi, vanno segnalate le iniziative della Provincia Autonoma di Trento, della Sardegna e dell Emilia-Romagna. In sintesi, la tabella seguente riporta la tipologia di piano per la banda larga definito da ciascuna Regione e il relativo periodo temporale di riferimento: come evidenziato, alcune Regioni si sono limitate a recuperare il gap del digital divide, mentre altre hanno predisposto un piano per la banda ultra larga (NGN) Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 2012

14 Regioni Piani Broadband/Digital Divide Piani NGN Abruzzo Master Plan Banda Larga ( ) Basilicata NO Digital Divide ( ) Nell ambito del Piano Azione Coesione - Banda ultra larga ( ) Calabria Campania Emilia-Romagna PITER ( ) Allarga la rete: Banda larga e sviluppo digitale in Campania ( ) Nell ambito del Piano Azione Coesione - Banda ultra larga ( ) Nell ambito del Piano Azione Coesione - Banda ultra larga ( ) Friuli Venezia Giulia Ermes ( ) Lazio Liguria Lombardia Marche Programma triennale di sviluppo della Società dell Informazione ( ) Piano Telematico Regionale per lo sviluppo della banda larga ( ) Molise Nell ambito del Piano Azione Coesione - Banda ultra larga ( ) Piemonte Wi-Pie ( ) Prov. Aut. Bolzano Banda Larga in Alto Adige ( ) Prov. Aut. Trento Trentino in rete ( ) Trentino NGN ( ) Puglia Verso la NGAP-NEXT Generation Apulia ( ) Verso la NGAP-NEXT Generation Apulia ( ) Sardegna Sicilia Piano d azione per la riduzione del digital divide ( ) Nell ambito del Piano Azione Coesione - Banda ultra larga ( ) Nell ambito del Piano Azione Coesione - Banda ultra larga ( ) Toscana Banda larga nelle aree rurali della Toscana ( ) Umbria Piano telematico Banda Larga ( ) Valle d Aosta VDA All Digital ( ) VDA Broadbusiness ( ) Veneto Piano operativo banda larga ( ) Tabella 5 5 Piani regionali per la banda larga e ultra larga Fonte: Osservatorio Banda Larga, Obiettivo Ultrabroadband - Between, Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre

15 I piani regionali settoriali L introduzione dell ICT in sanità costituisce un importante elemento, sempre più all attenzione dei governi regionali, perché è uno dei fattori in grado di portare miglioramenti concreti nei servizi ed efficienza. Per questo motivo quasi tutte le Regioni si sono dotate di un Piano di Sanità elettronica, o comunque di una serie di iniziative specifiche di modernizzazione del sistema sanitario a livello non più (o non solo) di singola struttura sanitaria o singola Azienda Sanitaria Locale o Ospedaliera, bensì a livello regionale, in quanto solo un progetto sistemico che coinvolga tutti i soggetti può portare innovazione in un mondo così complesso. I piani e i progetti regionali di Sanità elettronica sono composti da diverse componenti, dall Anagrafe Sanitaria al CUP, dalla messa in rete dei Medici di Medicina Generale e delle Farmacie fino al Fascicolo Sanitario Elettronico, che è ormai riconosciuto come il cuore dei nuovi sistemi informativi sanitari. Lo stato di avanzamento può essere così sintetizzato: 4 Il CUP di livello regionale è stato già realizzato da 12 Regioni, mentre in altre 5 Regioni risulta ancora in realizzazione o sperimentazione; 4 Il Fascicolo Sanitario Elettronico risulta un processo ancora in divenire: tutte le Regioni stanno lavorando per la sua realizzazione, ma solo 4 ne hanno realizzato una prima forma, anche se con un numero di fascicoli attivati ancora molto basso; 4 Per quanto riguarda la telemedicina, risultano attive numerose sperimentazioni a livello locale (singole Aziende Sanitarie e Ospedaliere), ma raramente all interno di un quadro di riferimento regionale, riscontrabile solo in alcune Regioni come Veneto e Lombardia. La scuola rappresenta un altro settore ad elevato impatto per i cittadini, su cui si sviluppano molti piani e progetti territoriali. Le politiche regionali per l innovazione tecnologica nella scuola sono tuttavia spesso disomogenee e discontinue: 4 Le tematiche coperte sono molto diversificate: connettività, dotazione tecnologica delle scuole, formazione docenti, servizi scuola-famiglia, sostegno alla spesa scolastica delle famiglie in nuove tecnologie, messa a disposizione di portali con contenuti didattici o piattaforme di e-learning; 4 Le politiche hanno diverso grado di complementarietà rispetto alle politiche ministeriali (ad es. distribuzione delle LIM presso le scuole di montagna); 4 Gli interventi sono più o meno pervasivi (erogazione di finanziamenti di piccola entità ad un numero ampio di scuole vs. concentrazione delle risorse in pochi poli scolastici di eccellenza, in grado di servire le scuole del territorio); 4 In alcune Regioni infine le politiche di infrastrutturazione tecnologica delle scuole stanno evolvendo da interventi a livello di istituto (es. connessione in banda larga delle sedi) ad interventi a livello di classe (ad es. Wi-Fi e LIM), in linea con l evoluzione della politica ministeriale, che spinge verso un maggior uso delle tecnologie nella didattica in classe. L infomobilità è un tema che riguarda essenzialmente i centri urbani maggiori. Tuttavia vi è da alcuni anni una sensibilità delle Regioni ad affrontare questa tema in modo sistemico, attraverso: 4 Lo stimolo ed il coordinamento dei progetti a livello locale; 4 L avvio di progetti che privilegiano la dimensione sovracomunale (area vasta di mobilità); 4 La promozione dell interoperabilità delle soluzioni tecnologiche nelle diverse città; 4 La messa a disposizione di piattaforme regionali di infomobilità (bigliettazione elettronica, travel planner, centri di gestione/informazione sul traffico, etc.). La pianificazione per l infomobilità, sia per quanto riguarda il trasporto pubblico che quello privato, può avvenire all interno del Piano Regionale Trasporti oppure all interno del Piano Società dell Informazione, o addirittura attraverso uno specifico piano per l Infomobilità, redatto da entrambe le Direzioni Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 2012

16 Solamente il Molise, e, per quanto riguarda il mezzo privato, la Basilicata non hanno pianificato alcun intervento in tema di infomobilità, e solamente in Puglia e Sicilia è materia trattata solamente nei Piani per la Società dell Informazione. In generale il tema è ormai entrato a pieno titolo nelle competenze del settore Trasporti, e sono ormai 8 le Regioni che si sono dotate di un piano di infomobilità condiviso tra Trasporti e Società dell Informazione. La costruzione delle Agende Digitali Regionali Telecom Italia ritiene che le Regioni necessitino di una metodologia per arrivare alla costruzione dell Agenda Digitale Regionale o, dove questa già esista, al suo allineamento agli obiettivi dell Agenda Digitale Europea (ADE) e dell Agenda Digitale Italiana (ADI). Si tratta di un percorso che parte dalla misura dello stato di digitalizzazione della regione, e che punta ad indirizzare le capacità e le risorse progettuali esistenti, per meglio finalizzarle al raggiungimento dei target dell Agenda Digitale, nel rispetto delle priorità regionali. Vi è infatti la necessità, per la Regione, di raccordare la propria pianificazione con quella indotta sia dall Agenda Digitale Europea (che fissa obiettivi sfidanti su varie aree) sia dall Agenda Digitale Italiana, che si è concretizzata nell emanazione del Decreto Crescita 2.0 da parte del Governo. Il ruolo delle Regioni diviene pertanto importante proprio come snodo tra la pianificazione topdown indotta dall ADE e dall ADI, e la pianificazione bottom-up che proviene dall analisi e soddisfacimento delle specifiche esigenze del territorio. Il percorso di costruzione/allineamento dell Agenda Digitale Regionale vede un lavoro di analisi congiunto tra Telecom Italia e Regione, articolato su tre fasi: 4 Fase A: Check-Up Digitale vero e proprio; attraverso la misura del livello attuale dei KPI della Digital Agenda e l analisi dei progetti in essere relativi alle diverse aree, tale fase effettua una valutazione prospettica di verifica di raggiungibilità dei target fissati, evidenziando sia i gap da colmare sia il ranking rispetto alle altre Regioni italiane. 4 Fase B: Gap Analysis e Identificazione delle possibili aree di intervento; attraverso un analisi più puntuale dei gap e dei possibili interventi per colmarli, tale fase consente di individuare delle possibili aree di intervento e quindi di focalizzare ed indirizzare le linee di azione. 4 Fase C: Roadmap Digitale ; tale fase identifica indirizzi e proposte di progetti finalizzati a colmare i gap e a raggiungere i target fissati dall Agenda Digitale, nelle aree individuate nella Fase B. La Fase A, quella del Check-up Digitale, presuppone la conoscenza di alcuni elementi chiave, tra i quali l esistenza e l avanzamento del processo di pianificazione dell Agenda Digitale Regionale, l esistenza di progetti già avviati e/o pianificati in ogni area tematica, l entità dei fondi disponibili. Il Check-up Digitale riguarda tutti gli ambiti dell Agenda Digitale, dalle infrastrutture di telecomunicazione (Digital Divide, NGN, LTE, Distretti Industriali), ai servizi digitali (ecommerce, egovernment, alfabetizzazione digitale, servizi digitali nella Sanità, nella Scuola, nelle Smart Cities, ecc.). La Fase B, quella della Gap Analysis e Identificazione delle possibili aree di intervento, prevede l effettuazione di una analisi dei gap rispetto ai target fissati, sia con riferimento alla situazione attuale, sia in prospettiva futura, avendo valutato anche il contributo al miglioramento dei KPI derivante dall implementazione dei progetti in corso. Inoltre l analisi prevede anche una valutazione condivisa delle cause e dei vincoli che possono ostacolare il superamento dei Gap individuati. Da ultimo nella Fase B, è prevista anche una identificazione delle possibili aree di intervento, per meglio focalizzare le risorse e le capacità progettuali disponibili. 4 Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre

17 L ultima fase è la Fase C, quella della Road Map Digitale che finalizza il lavoro attraverso l individuazione di indirizzi e di proposte progettuali utili: 4 Nel breve periodo, per intervenire, ove sia possibile, nella programmazione in corso, oppure in sede di attuazione di provvedimenti legislativi nazionali, come è il caso del Decreto Crescita 2.0; 4 Nel medio periodo per l impostazione del nuovo ciclo di programmazione regionale ( ), in coerenza con i nuovi orientamenti comunitari e le iniziative governative sull Agenda Digitale Italiana. In particolare nella Fase C vengono individuati e messi a punto: 4 Gli obiettivi strategici finalizzati al superamento dei Gap; 4 Le proposte di progetti nelle aree che hanno evidenziato le maggiori criticità nel rispettare i target Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 2012

18 Introduzione Perché un focus regionale? L attuale contesto territoriale evidenzia da parte delle Regioni un aumentata capacità progettuale in materia di Information and Communication Technology (ICT) e Ricerca e Innovazione, a cui fa seguito una maggiore capacità propositiva e decisionale insieme anche ad un autonomia finanziaria ed attuativa derivante dallo sviluppo del modello federalista. Sebbene la spinta propulsiva verso il federalismo appaia ad oggi un po rallentata, l autonomia delle Regioni rimane al momento quasi del tutto intatta. Questo giustifica una maggiore attenzione da parte degli operatori economici nei confronti di un approccio local, che peraltro ben si sposa con un modello di innovazione che sempre più sembra funzionare se impostato dal basso, cioè su modelli che partono da casi pilota e che, una volta testati, si possono adottare su base più estesa. La crescente attenzione agli aspetti regionali nasce in primis dalla Commissione Europea (DG Regio), che parla di Regional Dimension of Europe : The Challenge is to ensure that all of Europe s regions benefit. Regions can play a motor role in the overall context of economic growth based on research, technology and innovation, in particular contributing to European research policy for the benefit of citizens - stimulating development and generating wealth and jobs. The regions should have an important role in bringing Europe faster into the knowledge based economy, by providing links between the European institutions and local communities, stimulating research and innovation efforts and mobilizing cooperation of universities and research organizations with regional and local authorities and business communities. Fonte: European Strategy Forum on Research Infrastructures Tale focus va adottato e rafforzato anche a livello italiano, mostrando crescente attenzione alle iniziative dei territori. L attuazione della Digital Agenda a livello locale L Agenda Digitale Europea, approvata dal Consiglio europeo nel giugno 2010, è la prima iniziativa faro della Strategia Europa L Agenda Digitale Europea è mirata da un lato alla creazione di un mercato digitale unico europeo, all armonizzazione della legislazione da parte degli Stati membri su tematiche rilevanti per la Società dell Informazione, come il copyright o la normativa fiscale per l ecommerce, alla realizzazione di sistemi e servizi interoperabili a livello europeo, dall altro ad azioni che richiedono una pianificazione specifica e coordinata a livello di ciascun Paese (e spesso proprio con il coinvolgimento dei territori), come la realizzazione di infrastrutture digitali, la diffusione delle competenze e della cultura digitale, la digitalizzazione di interi settori che impattano direttamente sui cittadini (sanità, scuola, mobilità, etc.) e ne migliorano la qualità di vita. L avvio dell Agenda Digitale per l Europa ha di fatto innescato una revisione dei piani per la Società dell Informazione in tutta Europa, proprio nel tentativo di allineare gli obiettivi di risultato e temporali di ogni Paese ai target ed alla tempistica dettata dalla Commissione Europea. Va detto peraltro che alcuni obiettivi sono stati già raggiunti in alcuni dei Paesi più avanzati (soprattutto per l alfabetizzazione e gli acquisti in rete), mentre altri obiettivi (es. l ecommerce delle PMI e la banda ultra larga) sono per tutti ancora lontani e richiedono uno sforzo maggiore da parte di tutti i Paesi. Molti obiettivi sono però raggiungibili solo con il contributo fattivo degli enti territoriali, più vicini ai cittadini e alle imprese, e quindi in grado di comprendere più facilmente, in base alle loro caratteristiche, quali sono gli snodi critici, le difficoltà da superare, le opzioni maggiormente praticabili. 4 Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre

19 Per questo la Commissione Europea ha lanciato una specifica iniziativa, Digital Agenda going local, con l obiettivo di sensibilizzare i territori al tema del digitale e spronarli a dotarsi di un Agenda simile a livello locale, in linea con gli obiettivi dell Agenda Europea. Tuttavia molto ancora resta da fare a livello locale, a causa della estrema disomogeneità dei punti di partenza, delle differenti curve di esperienza, della diversa capacità di pianificare strategie e di elaborare piani concreti di attuazione. In questo contesto il ruolo delle Regioni appare fondamentale come snodo tra una programmazione che nasce dal basso, sulla base delle esigenze e delle caratteristiche del territorio, ed una programmazione calata dall alto, derivata dai macro-obiettivi europei e nazionali. Le Agende Digitali Regionali non possono essere quindi né la mera declinazione dell Agenda Digitale Europea a livello micro-territoriale, né la disomogenea raccolta di azioni mirate a soddisfare le esigenze dei territori, senza alcuna sistematizzazione e completamente sganciata dal contesto nazionale ed europeo e dalle esperienze degli altri territori. Ogni territorio deve trovare il giusto equilibrio tra queste due esigenze contrapposte. È per questo motivo che lo stato dell arte dell ICT nei diversi territori e lo stato di avanzamento della pianificazione regionale per la Società dell Informazione devono essere attentamente studiati e monitorati. Finalità e contenuti del Libro Bianco Il presente documento è dunque un primo tentativo di fotografare questa situazione e di rappresentare pertanto, su base regionale, i principali fenomeni dell ICT. In particolare l attenzione è stata concentrata sui seguenti aspetti: 4 I piani e i progetti regionali di rilevanza per l ICT con le cornici finanziarie e le priorità di sviluppo; 4 L analisi dei Key Performance Indicator (KPI) più significativi su dati regionali, ICT e Innovazione, compresi quelli della Digital Agenda. Il Libro Bianco Agende Digitali Regionali, partendo dalla descrizione del contesto di riferimento a livello europeo e nazionale, analizza la complessa pianificazione regionale e misura le regioni mediante i KPI più rilevanti nei vari campi, dalle infrastrutture, ai progetti di e-gov, ai progetti di Ricerca. In allegato sono riportate le Schede Regionali con tutti gli indicatori e i dati raccolti a livello regionale Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 2012

20 1 Policy e piani europei 1.1 L ICT per la crescita, l innovazione e la competitività Le tecnologie dell informazione e della comunicazione (ICT, Information and Communication Technologies) hanno un impatto sempre più rilevante sui differenziali nei tassi di crescita e sull accelerazione della produttività, delle economie più virtuose nell ultimo decennio. L OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) sostiene, ad esempio, che esistono tre canali principali attraverso i quali l ICT influenza la produttività e la crescita di un Paese: 4 Effetto produzione: è un impatto sul settore che produce queste stesse tecnologie e che, con un accelerazione della produttività, diventa più efficiente del resto dell economia e tende ad aumentare la produttività media del sistema; 4 Effetto utilizzo: le imprese degli altri settori, dotandosi di tecnologie digitali, aumentano lo stock di capitale per addetto, facendo crescere, di conseguenza, la produttività del lavoro; 4 Effetto produttività totale: l adozione di nuove tecnologie, migliorando il modo in cui le aziende combinano i fattori produttivi, ha un effetto di ricaduta sulla produttività totale dei fattori, grazie agli effetti di un loro migliore utilizzo. L innovazione tecnologica è un fattore determinante per lo sviluppo economico e sociale: la banda larga in particolare, con la possibilità di fare accedere il maggior numero di persone a un sistema di informazioni evoluto, è diventata essa stessa sinonimo di crescita economica ed inclusione sociale. L analisi del ruolo dell ICT sullo sviluppo economico dimostra infatti che questi investimenti hanno significative ripercussioni sulla crescita di un Paese. Tali effetti tuttavia si manifestano solo quando agli investimenti in infrastrutture si affiancano quelli per lo sviluppo degli assets complementari, come la formazione e la riorganizzazione dei processi che l ICT, come tecnologia abilitante, richiede per dispiegare a pieno i propri effetti. In questo senso, gli interventi per l alfabetizzazione digitale dei cittadini rendono ancor più penetrante ed efficace l impatto economico positivo degli investimenti in nuove tecnologie ICT. Numerosi sono gli indicatori proposti da autorità e istituti di ricerca, al fine di misurare le performance economiche dei vari Paesi ed evidenziare il contributo dell ICT alla crescita economica, all innovazione ed alla competitività. Si propone nel seguito del paragrafo una rassegna dei principali e più recenti indicatori e, alla fine, un analisi comparata delle risultanze. Il Global Competitiveness Index, ad esempio, misura i fattori microeconomici e macroeconomici di 144 Paesi per determinarne il livello competitivo. La competitività è intesa come un sistema di istituzioni, politiche e fattori che determinano la produttività di un Paese. La classifica internazionale è stilata dal World Economic Forum tenendo in considerazione 12 fattori di competitività e un sondaggio d opinione tra gli imprenditori, che determinano la competitività e la produttività di un sistema paese: 1. Il contesto istituzionale, che rappresenta lo scenario legale e amministrativo all interno del quale cittadini, imprese e istituzioni pubbliche interagiscono per creare ricchezza; 2. Le infrastrutture, fondamentali per ridurre i costi e i tempi di spostamento delle merci e delle persone, per integrare i sistemi produttivi, per garantire la circolazione delle informazioni; 3. Il quadro macroeconomico di riferimento, di vitale importanza per le imprese che possono ben operare solo in presenza di tassi di interesse non troppo elevati, debito pubblico e inflazione sotto controllo, politica fiscale equilibrata; 4 Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre

21 4. Il benessere e l educazione di base, in quanto una forza lavoro sana e consapevole è indispensabile per la produttività di un economia; 5. L alta formazione ed il training, fondamentali per trasferire maggior valore aggiunto ai prodotti e ai servizi e per mantenere il vantaggio competitivo nel tempo; 6. L efficienza del mercato dei beni, che consente al Paese di produrre il giusto mix di prodotti e servizi in grado di soddisfare la domanda (la maturità del consumatore è un decisivo fattore di stimolo verso il miglioramento continuo del mercato); 7. Un mercato del lavoro efficiente e flessibile, che favorisce un incontro equilibrato tra domanda e offerta di lavoro e migliora la capacità di un Paese di rispondere ai cambiamenti macroeconomici globali; 8. Il settore finanziario, di fondamentale importanza per dare equilibrio all intero sistema e per garantire agli investitori privati un valido business climate; 9. L ICT, sempre più indispensabile in un mondo globalizzato ed altamente competitivo per garantire il diffondersi del sapere; 10. La dimensione complessiva del mercato (comprendente anche le esportazioni), che determina la possibilità di raggiungere economie di scala; 11. La sofisticazione del business, che si evince dal sistema di relazioni d affari nel suo insieme (presenza di cluster, etc.) e dalle aziende più virtuose che lo compongono; 12. L innovazione tecnologica, intesa come capacità del pubblico di collaborare con il privato nell ambito della ricerca e sviluppo. Figura 44 Global Competitiveness Index: l Italia rispetto ai 144 Paesi censiti Fonte: World Economic Forum, ITALIA Institutions Infrastructure Macroeconomic environmrnt Health and primary education Higher education and training Goods market efficiency Labor market efficiency Financial market development Technological readiness Market size Business sophistication Innovation Rispetto al totale dei Paesi censiti, la posizione occupata dall Italia è la quarantaduesima. I maggiori ostacoli riscontrati per fare business sono attribuiti alle ingenti tasse, alla burocrazia inefficiente e allo scarso accesso ai finanziamenti. Per quanto riguarda invece la classifica dell Italia rispetto ai Paesi Europei, essa si colloca al sedicesimo posto Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 2012

22 I punti di forza del sistema Paese italiano sono rappresentati da: 4 Dimensione del mercato, che consente interessanti economie di scala; 4 Benessere ed educazione di base; 4 Infrastrutture e sofisticazione del business che, grazie alla presenza di numerosi cluster produttivi efficienti, permette la realizzazione di prodotti ad alto valore aggiunto. Strutturali i punti di debolezza: 4 Rigidità del mercato del lavoro; 4 Arretratezza del mercato finanziario; 4 Diffusa corruzione, scarsa fiducia nell indipendenza del sistema giudiziario e contesto istituzionale che fa crescere i costi per le imprese e gli investitori. Il Networked Readiness Index (NRI) è invece un indice composito mediante cui si esaminano i singoli Paesi in rapporto all impatto che l ICT ha sullo sviluppo economico di ogni Paese. Questo indicatore combina dati statistici tratti da fonti pubbliche con i risultati dell Executive Opinion Survey, un indagine valutativa annuale di vasta portata condotta dal World Economic Forum in collaborazione con enti di ricerca leader e organizzazioni di imprese presenti nei 142 Paesi censiti. Il NRI valuta il relativo livello di sviluppo dell ICT attraverso l analisi di 55 indicatori eterogenei, raggruppati in 10 pilastri, a loro volta riuniti in 4 sub-indici: 4 Il contesto generale economico, normativo e infrastrutturale per le ICT; 4 Il grado di preparazione di individui, imprese e pubblica amministrazione a utilizzare le ICT e a trarne vantaggio; 4 L effettivo uso delle tecnologie dell informazione e della comunicazione da parte di questi tre soggetti chiave; 4 L impatto delle ICT sul sistema Paese ITALIA 48 Figura 53 Networked Readiness Index: l Italia rispetto ai 142 Paesi censiti Fonte: World Economic Forum - INSEAD, Political and regulatory environment Business and innovation environment Infrastructure and digital content Affordability Skills Individual usage Business usage Government usage Economic impacts Social impacts 4 Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre

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