RASSEGNA STAMPA INTERNAZIONALE

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1 CGIL Dipartimento Internazionale RASSEGNA STAMPA INTERNAZIONALE gennaio 2008 A cura di Maria Teresa Polico

2 DIPARTIMENTO INTERNAZIONALE CGIL RASSEGNA STAMPA INTERNAZIONALE gennaio 2008 INDICE ARGOMENTO Unione Europea I progetti sul clima dividono l Unione Europea per timore dei posti di lavoro I sindacati della zona euro sollecitano l aumento dei salari nel mezzo di aumenti del prezzo del petrolio e dei prodotti alimentari L Europa si batte per evitare gli effetti della debolezza USA TESTATA BBC AFP International Herald Tribune Francia Un accordo in aiuto del dialogo sociale, di Rémi Barroux Germania I macchinisti tedeschi ottengono l 11% di aumento Italia Prodi sotto pressione Spagna Circa impiegati hanno perso il potere d acquisto nel 2007 America Latina e Caraibi Guatemala, nuove speranze per i lavoratori con Alvaro Colom Africa Nigeria: sindacati sotto attacco Kenya: il sindacato (COTU) mette in guardia i datori di lavoro dal licenziamento dei lavoratori Asia Attivisti: crescono gli scioperi in Cina Le Monde Financial Times The Economist El País Labour Start Labour Start Labour Start AFP Medio e Vicino Oriente Iniziare dalla fine Ha aretz 2

3 BBC 16/01/2008 I progetti sul clima provocano timori per i posti di lavoro in Unione Europea L industria pesante sta già assorbendo gli aumenti dei prezzi dell elettricità. I leaders sindacali delle imprese affermano che i progetti europei per ridurre le emissioni di carbonio potrebbero colpire I posti di lavoro e l industria. La Confederazione Europea dei Sindacati teme che posti di lavoro dei metalmeccanici potrebbero trasferirsi se la loro industria dovesse muoversi verso aree con bassi costi per gli inquinatori. Il gruppo Business Europe afferma che le imprese perderanno competitività se saranno obbligate ad acquistare tutti i loro diritti all emissione di biossido di carbonio. Le proposte della Commissione europea saranno esposte la prossima settimana. Lo scopo delle nuove norme alla lotta del cambiamento climatico è chiaro. Quello che non vogliamo è che le imprese licenzino persone in Europa e si trasferiscono in una sede più economica e più inquinata. John Monks Segretario Generale della Confederazione Europea dei Sindacati Si tratta di ridurre le emissioni di carbonio del 20% entro il 2020, di aumentare l uso di energia rinnovabile e di rinnovare la direttiva europea sull istituzione di uno schema ETS. Lanciata nel 2005, la direttiva è stata criticata per aver consentito crediti ai grandi inquinatori di carbonio. Sono stati fissati i limiti di carbonio per le imprese, e poi allora acquistano o vendono permessi se vengono meno o raggiungono i loro obiettivi. Si è pensato che la commissione non cercasse di ridurre considerevolmente il numero dei crediti, che richiedono che l industria acquisti la maggior parte di loro all asta. 3

4 Allocazione totalmente libera Il segretario generale di BusinessEurope, Philippe de Buck, ha scritto al presidente della commissione Jose Manuel Barroso, avvisando che la competitività delle imprese europee sarà colpita dalla vendita all asta di fondi e aggravata dall aumento dei prezzi dell elettricità. I sindacati sono preoccupati che un nuovo sistema di permessi possa obbligare l industria pesante a trasferire i lavori fuori l Europa, nei paesi vicini come la Turchia, l Ucraina e la Russia. Quello che non vogliamo è che le imprese licenzino persone in Europa e si trasferiscono in una sede più economica e più inquinata, dichiara John Monks, Segretario Generale della Confederazione Europea dei Sindacati. I sindacati temono che tale cambiamento possa condurre alla perdita di posti di lavoro delle industrie metalmeccaniche. La soluzione per Monks è un imposta sul carbonio per le importazioni provenienti da paesi che non stanno cercando di ridurre l emissione di carbonio CO 2. Monks ritiene che una simile imposta livelli i costi di carbonio, sebbene ammetta che potrebbe contrastare le norme dell Organizzazione Mondiale del Commercio. 4

5 AFP 14/01/2008 I sindacati della zona euro sollecitano l aumento dei salari nel mezzo di aumenti del prezzo del petrolio e dei prodotti alimentari 10 ORE FA FRANCOFORTE (AFP) Due anni di solida crescita economica e di aumento dei prezzi del petrolio e dei prodotti alimentari stanno portando a richieste di forti aumenti salariali nella zona dell euro, che la Banca Centrale Europea e le imprese avvisano che potrebbe rivelarsi controproducente. Secondo la Swiss Bank UBS, i salari sono aumentati lievemente dal 2000, ma il prezzo del petrolio e dei prodotti alimentari sono aumentati alla fine dello scorso anno, e i profitti delle imprese nel terzo trimestre hanno registrato il loro più grande aumento trimestrale dall inizio del La Germania, la più grande economia nella zona euro, ha visto una stagnazione virtuale del reddito disponibile reale, mentre altri paesi hanno registrato guadagni e un occupazione che alla fine è decollata, ha affermato Holger Schmieding, economista alla Bank of America. I salari sono aumentati in media del 5% negli ultimi sette anni, e in cima a questo abbiamo avuto la crescita dell occupazione, oggi punto debole delle economie di 15 paesi, ha aggiunto Schmieding. L inflazione si è attestata attorno al 2.1%, ha affermato, prima di balzare al 3.1% a novembre e a dicembre. La riduzione dell occupazione ha rafforzato le mani dei sindacati, ma la Banca Centrale Europea insiste che non tollererà un secondo ciclo dell inflazione dovuto agli aumentio dei prezzi e dei salari. Ciò significa che la Banca Centrale Europea potrebbe aumentare i tassi di interesse, o mantenerli fissi anche se l attività economica subirà una forte pressione. La maggior parte degli osservatori concorda che gli aumenti salariali debbano essere accompagnati da una produttività più alta per evitare di alimentare l inflazione, mentre i gruppi datoriali aggiungono che accordi su salari molto alti scoraggeranno le imprese dall assumere più lavoratori. La ripresa dell occupazione in Europa negli ultimi dieci anni è stato il fattore principale della crescita, e ci sarebbe un gran cambiamento se dovesse fermarsi, ha affermato Marc Stocker, direttore economico a Buisiness Europe, un gruppo di federazioni di datori di lavoro provenienti da 33 paesi. L attività economica ha già iniziato a rallentare, dovuta in parte alla forza dell euro contro le valute estere, all alto prezzo del petrolio e all irrigidimento delle condizioni finanziarie provocate dalla crisi del mercato immobiliare negli Stati Uniti. 5

6 In Germania, dove le trattative sui salari nel settore pubblico spianeranno la strada ai sindacati che rappresentano le industrie dell acciaio e dei servizi, sono state espresse richieste di aumento dei salari dell 8% o oltre. Abbiamo bisogno di forti aumenti salariali, ha affermato Ronald Janssen, consigliere economico alla Confederazione Europea dei Sindacati. Il consigliere della Banca Mondiale, Jean-Francois Jamet, ammette che il potere d acquisto della zona euro sia aumentato dell 1.25% annui dal 1998 al 2006, mentre la produttività del lavoro ha indicato un aumento dell 1.7%. L alto livello dell inflazione alta che ha alimentato le richieste di un salario migliore, dovrebbe ridursi quest anno, afferma la BCE, prima di avvisare che i forti aumenti salariali e gli aumenti del consumo e dei prezzi dei prodotti industriali potrebbero creare un problema di lungo termine. Il presidente della BCE, Jean-Claude Trichet ha affermato giovedì che la banca sta seguendo le trattative sui salari con particolare attenzione. Siamo preparati ad agire preventivamente in modo che le conseguenze del secondo ciclo non accadano, ha avvisto Trichet. Le richieste in Germania sono state sostenute da ministri del Partito Social Democratico, mentre il ministro conservatore dell economia, Michael Glos, ha affermato che un aumento dell 8% per i dipendenti pubblici và oltre la punta massima e invia un segnale sbagliato, mentre Berlino si è sforzata a mantenere un bilancio equilibrato. In Francia, il presidente Nicolas Sarkozy ha chiesto che un terzo dei profitti delle imprese sia restituito ai lavoratori, mentre i sindacati si preparano per marce di proteste per sollecitare richieste di aumenti salariali. I leaders in Italia e in Spagna hanno affermato che ridurranno le tasse ed aumenteranno i salari minimi per sostenere la spesa, ma un ulteriore sostegno ai salari in paesi come il Portogallo e l Irlanda, dove un nuovo ciclo di trattative sta per iniziare, potrebbe colpire la capacità concorrenziale delle loro economie, affermano gli analisti e gli imprenditori. In precedenza, gli accordi dell Irlanda hanno unito gli aumenti salariali alla riduzione di tasse e alla distribuzione dei benefits del welfare. Molti economisti puntano ad aumenti del 3.0% come media ragionevole, a seconda della produttività, ed alcuni affermano che le economie necessitano di una spinta da parte dei lavoratori che ricevono un salario migliore. Secondo Roger Botole e Jonathan Loynes di Capital Economics: Con la crescita della spesa del consumatore ancora lenta, l economia tedesca trarrebbe beneficio da un lieve aumento dei salari. Schmieding ha suggerito che dando dei bonus, quei lavoratori potrebbero spendere o risparmiare come desiderano. La migliore cosa sarebbe avere un accordo del 3.0% più pagamenti straordinari, ha affermato, assieme a possibili incentivi fiscali per l investimento. A BusinessEurope, Stocker ha sollecitato il sostegno alla produzione e innovazione delle piccole e medie imprese, la riqualificazione professionale attraverso programmi di formazione migliore e continua e sul lavoro. 6

7 Stocker ha sottolineato che soltanto un attenzione di lungo termine raccoglierà dei risultati durevoli e non esistono soluzioni di breve termine. 7

8 International Herald Tribune 11/01/2008 Una costruzione vicino Barcellona. Esaurite le vendita di abitazioni in Spagna e in Irlanda e si pensa che presto saranno colpite le vendite in Francia. (Lluis Gene/Agence France-Presse) L Europa si batte per evitare gli effetti della debolezza USA By Mark Landler FRANKFURT. Può restare in pista l economia europea, anche se gli Stati Uniti escono di carreggiata? Questa vecchia questione è stata posta con una nuova urgenza in tutto il continente, dopo una sorprendente divergenza su come la Banca Centrale Europea e la Federal Reserve stanno interpretando l economia delle foglie di te. La risposta, secondo un crescente numero di economisti, è che l Europa non è isolata dalle angosce dell America, come a molti europei piacerebbe credere. Si domandano perché, in un momento così fragile, la Banca Centrale Europea sta avvisando che dovrebbe aumentare i tassi di interesse. La Federal Reserve ha segnalato che dovrebbe ridurre ulteriormente i tassi per cercare di evitare una recessione. La BCE vede il bicchiere pieno; la Fed lo vede metà vuoto, ha affermato Thomas Mayer, il responsabile economico dell Europa alla Deutche Bank. non è una differenza di dati; è una differenza di analisi. La Banca Centrale Europea, afferma Mayer, non crede ancora che la crisi del credito che ha origine nel mercato immobiliare americano abbia creato un grave rischio alle prospettive economiche fondamentali dell Europa. La banca, ha affermato, ha minacciato un aumento del tasso, quando dovrebbe preparare una riduzione del tasso. La semplicissima spiegazione del comportamento aggressivo della Banca Centrale Europea è il suo mandato di lotta all inflazione. Il presidente della banca, Jean-Claude Trichet, ha messo in guardia i sindacati dall utilizzare il tasso di inflazione europeo del 3.1% come pretesto per chiedere forti aumenti di salari. Mentre Trichet si è intromesso nelle trattative di lavoro in Germania, parecchi economisti spiegano che la banca stia sottostimando la conseguenza di una recessione degli Stati Uniti sull Europa. 8

9 La Banca Centrale Europea si sbaglia nelle sue valutazioni secondo le quali i mercati emergenti possono controbilanciare la flessione americana, ha affermato Jacques Cailloux, responsabile della ricerca economica nell area dell euro per la Royal BanK of Scotland. L intera idea di globalizzazione è alle prese con la tesi del decoupling, cioè del disaccoppiamento. Il decoupling si riferisce all argomento che l Europa non sarebbe così dipendente dagli Stati Uniti come lo era una volta. Dato che le esportazioni verso la Cina e verso altre economie emergenti sono cresciute così velocemente rispetto alle esportazioni verso gli Stati Uniti, non si può più contare sugli Stati Uniti e sui suoi forti consumatori. La tesi è diventata alla moda lo scorso anno come un modo per spiegare perché il tasso di crescita negli Stati Uniti stava rallentando, mentre quello delle grandi economie europee stava accelerando. Nelle sue Previsioni sull Economia Mondiale della scorsa primavera, il Fondo Monetario Internazionale suggerì che l incerta economia americana avrebbe avuto un effetto limitato sulla crescita mondiale perché essa è radicata in un mercato immobiliare difficile, un fenomeno nazionale meno soggetto al contagio globale. Sebbene il capitolo sia intitolato Decoupling the Train, gli autori hanno posto una questione importante dopo il titolo, avvertendo che le angosce del mercato immobiliare si potrebbero versare in altre aree dell economia americana, nel tal caso le difficoltà potrebbero diventate il problema del mondo. Questa è stata la dimostrazione del caso, dato che i problemi relativi alle ipoteche si sono trasformati in una crisi creditizia transatlantica. Le banche europee, come le loro controparti negli Stati Uniti, sono state obbligate a svalutare miliardi di dollari nel valore di titoli complessi sostenuti dalle ipoteche subprime. La Banca Centrale Europea ha risposto tanto efficacemente quanto qualsiasi banca centrale alla turbolenza del mercato causata dall improvviso restringimento creditizio. Questa settimana, è stato affermato, si sarebbero iniettati ulteriori 20 miliardi di dollari nel sistema finanziario l ultimissimo di un corso di iniezioni di liquidità. Trichet ha evitato di dire che la crisi finanziaria potrebbe arrestare la crescita europea. In una conferenza stampa qui di giovedì, dopo che la banca ha lasciato lo stesso tasso di rendimento al 4%, ha affermato che i segnali sulla crescita europea sono misti. Il nostro scenario di riferimento rimane quello della crescita, ma i rischi sono chiaramente un aspetto negativo, ha affermato. Per Mayer e per altri economisti, la questione non è se la crisi creditizia intaccherà l economia europea ma quando. Le vendite degli immobili in Spagna e in Irlanda sono esaurite, ha affermato, e la Francia non sarebbe molto lontana. L Europa soffre degli stessi problemi come soffrono gli Stati Uniti, ha affermato Mayer. I collegamenti commerciali tra l Europa e gli Stati Uniti possono essersi ridotti nei recenti anni, ma questo non c entra. Persino il relativo declino nell importanza degli Stati Uniti come partner commerciale, potrebbe non isolare l Europa dalle angosce americane. Cailloux della Royal Bank of Scotland ha studiato le esportazioni della Germania, che hanno cavalcato la marea della crescita globale, specialmente in Cina. Esiste una correlazione, ha affermato, tra le esportazioni della Germania verso la Cina e le sue esportazioni verso gli Stati Uniti. Le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite ad una media annua del 3.6% nei primi 10 mesi del 2007, dopo la crescita del 13.4% dell anno precedente. 9

10 Durante lo stesso periodo, le esportazioni della Germania verso la Cina sono aumentate al 12.4%, meno della metà del tasso di crescita del Mentre le esportazioni della Cina diminuiscono verso gli Stati Uniti, ha affermato Cailloux, è diminuita la domanda di esportazioni della Germania, come le macchine utensili. Le esportazioni dell Europa verso l Asia sono indirettamente connesse alla domanda finale negli Stati Uniti, ha affermato. Cailloux ha affermato che quest accoppiamento diventerà presto evidente alla Banca Centrale Europea. Il prossimo cambiamento di politica monetaria della banca, ha previsto, sarà la riduzione del tasso, non l aumento del tasso. 10

11 Le Monde Analisi Un accordo in aiuto del dialogo sociale, di Rémi Barroux Nel concludere un accordo per modernizzare il mercato del lavoro, i sindacati e il padronato hanno dato prova di un relativo savoir faire, più sulla forma che sul contenuto, poiché il testo finale non rappresenta affatto la rivoluzione annunciata del contratto di lavoro o del diritto al licenziamento. Secondo gli stessi difensori dell accordo, si tratta solo di un inizio di riforma. Il cambiamento, dunque, non è da ricercare nelle regole nuove che governeranno le relazioni tra il salariato e il suo datore di lavoro. L accordo testimonia, innanzitutto, un attitudine nuova, una maturità, secondo la formula di Raymond Soubie, consigliere sociale di Nicolas Sarkozy, delle parti sociali. E, in primo luogo, dei sindacati. Firmatari o no, tutti hanno voluto dire al governo e ad un opinione pubblica che non ha mostrato empatia con le loro azioni durante il conflitto sulla riforma dei regimi speciali di pensioni, che possono collegarsi a vasti cantieri di lavoro. Il sindacato e il padronato hanno voluto dimostrare di saper discutere, e di mettersi d accordo su delle riforme giudicate necessarie. Perfino la CGT, che, sebbene avesse già fatto sapere che non avrebbe firmato l accordo, troppo sbilanciato, che aumenta la precarietà per i salariati, ha tenuto a sottolineare l 11 gennaio sera, attraverso Maryse Dumas, i progressi fatti dal padronato durante l ultima tappa. La responsabile della CGT, che ha ammesso che il padronato aveva infine spinto perché le organizzazioni sindacali avessero insieme un peso fino alla fine, ha aperto la strada alla firma delle altre confederazioni, senza condannare un presunto tradimento o un volta faccia dei suoi omologhi. Il fronte sindacale unito, per la prima volta dopo tempo in una trattativa, ha retto e ha saputo restare una forza propositiva che aveva, un tempo, destabilizzato le organizzazioni padronali. A differenza di quanto è accaduto nel 2003 durante la riforma delle pensioni o in altre trattative interprofessionali, la CGT ha presentato fino alla fine delle proposte concrete. Lo testimonia il testo che ha messo sul tavolo dei negoziati il 9 gennaio sullo scioglimento amichevole del contratto. Il suo segretario generale, Bernard Thibault, rimesso al centro della scena durante il conflitto sui regimi speciali, ha incontrato la presidentessa di Medef, Laurence Parisot, due giorni prima dell ultima sessione della trattativa. Raggiungerà il ministro del lavoro, Xavier Bertrand, giovedì 17 gennaio, prova che intende restare un attore di primo piano del dialogo sociale. Tutti i sindacati, a favore o contrari all accordo, hanno svolto il gioco della trattativa. Solo la CGT non ha voluto firmare e non ha voluto isolarsi alla vigilia di nuove importanti trattative, come quella sulla rappresentanza, sulla quale vuole giocare un ruolo con la CFDT. I due principali sindacati vogliono insieme far valere le regole che governano la rappresentanza sulla base di risultati elettorali che li mettono lontani rispetto alle altre centrali sindacali. La CGT non vuole assumersi il rischio di ritrovarsi in un tête-à-tête con Solidaires in un problematico campo «radicale» dove rischierebbe di essere vittima di una ripresa di rivendicazioni dei sindacati SUD. Ad esempio, gli sono serviti da avvertimento gli scioperi contro la riforma dei regimi speciali. I quattro sindacati firmatari, FO e la CFTC hanno dato lunedì il loro assenso, e seguiranno la CFE- CGC e la CFDT, hanno dato prova di un certo pragmatismo. FO, firmando l accordo con il padronato, a differenza di quanto ha fatto per la convenzione per l indennità di disoccupazione alla fine del 2005, mostra il suo ritorno sulla scena del paritarismo. La gestione dell indennità di disoccupazione, la futura riforma delle pensioni e, sicuramente, di quella della rappresentanza, sono altrettanti elementi che pesano sull orientamento di FO. Ogni sindacato ha, dunque, le sue ragioni per firmare e per fare un lavoro costruttivo. Ognuno ha in mente le elezioni del Collegio 11

12 dei Probiviri di dicembre. Secondo una nuova griglia di lettura, la riforma della rappresentanza dovrà definire il posto di ogni confederazione nel paesaggio sindacale. UN «IMPEGNO A DARE RISULTATI» All inizio di quest anno, i dirigenti sindacali hanno conosciuto tutto dell agenda sociale molto piena che è stata loro proposta dal capo dello stato durante la conferenza del 19 dicembre Di fatto, i sindacati e, in misura minore, il padronato hanno negoziato sotto la pressione diretta dell Eliseo. Nicolas Sarkozy, assente dal tavolo dei negoziati, ha influenzato le discussioni. Per necessità di mostrare al capo dello stato la buona salute del dialogo sociale, e per volontà di mantenere il governo a distanza di un soggetto a rischio o ancora per la stanchezza di vedersi convocati senza tregua dall instancabile inquilino dell Eliseo, per qualche ragione, le parti sociali hanno un impegno a dare risultati, secondo le parole del segretario generale della CFDT, François Chérèque, nel luglio del Poco male se i risultati non sono all altezza delle aspettative. L accordo vale più per l esito delle discussioni che per il contenuto. La flessicurezza alla francese non è altro che un mosaico nella misura in cui la flessibilità prevale sulla rassicurazione del percorso professionale. Al posto di un unico contratto, un tempo atteso dal capo dello Stato, le parti sociali hanno creato un ulteriore contratto di lavoro determinato CDD, con oggetto definito. Il padronato ha in un certo senso resuscitato l autorizzazione al licenziamento con preavviso da parte dell amministrazione con la rescissione convenzionale del contratto, una proposta giudicata strampalata dai sindacati. Per quanto riguarda la trasferibilità dei diritti di un salariato da un impresa ad un'altra, è da definire se realmente certi principi sono stati regolamentati. I punti forti sottolineati ancora dai sindacati alla vigilia della fine dei negoziati sono diventati parametri variabili. Hanno trasformato le loro dichiarazioni di principi in «questo avrebbe potuto essere peggiore». Come riassume il segretario generale di FO, Jean-Claude Mailly: il padronato considera che si sia lasciato troppo e i sindacati che avrebbero potuto avere di più, è un compromesso. Alla fine, la sicurezza per i salariati deve ancora essere costruita o, per lo meno, consolidata. Tutti i sindacati vogliono credere nelle nuove capacità del padronato di accettare ad aiutare la futura sicurezza del lavoro. E una scommessa. Nulla dice che quando si tratterà di sostenere dei diritti nuovi dei salariati, i rappresentanti dei dirigenti d impresa troveranno, ad esempio, più pertinenti gli argomenti sindacali che hanno rifiutato fino ad oggi nella trattativa sulla gravosità del lavoro. Al «peggio», il governo e, il primo ministro, Nicolas Sarkozy, che dice di aver fatto suo il concetto di sicurezza sociale del lavoro, dovranno sollecitare le parti sociali perché si mettano attorno ad un tavolo. Rémi Barroux Articolo pubblicato nell edizione del

13 Financial Times 15/01/2008 I macchinisti tedeschi ottengono l 11% di aumento L accordo della Deutsche Bahn prevede la fine degli scioperi L ECB teme l impatto sull inflazione Di Hugh Williamson da Berlino I macchinisti tedeschi riceveranno un 11% di aumento secondo un accordo con la società delle ferrovie di proprietà statale, la Deutsche Bahn, una decisione che potrà aggiungersi alla pressione sindacale di quest anno in favore di vasti aumenti salariali. La proposta di accordo tra la società delle ferrovie e il sindacato dei macchinisti, GDL, firmata domenica, è stata una notizia attesa per milioni di pendolari tedeschi, che sono stati colpiti ripetutamente dagli scioperi delle ferrovie durante una controversia durata 10 mesi. Manfred Schell, presidente del sindacato GDL, ha affermato di essere al 99% sicuro che non ci saranno ulteriori scioperi. Il cancelliere Angela Merkel ha apprezzato i progressi realizzati e ha chiesto una soluzione rapida alle questioni che attendono risposte. L accordo rappresenta una vittoria per il sindacato GDL, un sindacato che lo scorso anno chiese un accordo separato con la Deutsche Bahn, dopo che i due principali sindacati delle ferrovie accettarono un aumento del 4,5%. Il sindacato ha ottenuto un altra delle sue richieste fondamentali, il diritto a negoziare un accordo separato sui salari e sulle ore di lavoro per i macchinisti. Margret Suckale, responsabile del personale della Bahn, ha affermato che l accordo, mentre era necessario, è stato costoso e ha superato quanto era economicamente ragionevole per la società. Altri sindacati tedeschi lo hanno accolto come un segnale che aumenti simili saranno probabilmente in altri settori. I lavoratori del settore pubblico hanno chiesto la scorsa settimana un aumento dell 8% e i medici degli ospedali hanno lanciato ieri trattative che chiedono un aumento del 10%. Il governo ha segnalato che gli aumenti relativamente alti possono essere appropriati quest anno, data la ripresa economica della Germania, gli aumenti dei prezzi, e l assenza di aumenti del salario reale nei recenti anni. I ripetuti avvisi da parte degli economisti e della Banca Centrale Europea, che gli aumenti salariali potessero alimentare l inflazione, sono stati allontanati dal congresso sindacale della DGB. Dierk Hierschel, capo economico della DGB, ha affermato che l ECB era ideologicamente prevenuta e che dovrebbe tenersi fuori dalle questioni che riguardano la contrattazione collettiva. Il successo del sindacato GDL per aver ottenuto il diritto a trattare separatamente probabilmente segnerà un ulteriore divisione della contrattazione collettiva del lavoro, tradizionalmente basata su accordi derivanti da una contrattazione a livello di tutti i settori di un industria, o nel caso della Deutsche Bahn, per l intera società di proprietà statale, che ha un organico di persone. I piloti, i medici i controllori di volo hanno già contratti separati, basati sull argomento che i sindacati più grandi non rappresentano da tempo i loro interessi. 13

14 Sia la Deutsche Bahn e sia i sindacati della società, incluso il GDL, sembrano inclini a limitare l impatto di questa frammentazione. La Deutsche Bahn e i funzionari del sindacato hanno affermato ieri che all interno di una nuova struttura contrattuale, circa l 80% delle questioni negoziali saranno ancora coperte da un accordo quadro firmato da tutti i sindacati. 14

15 The Economist 17/01/2007 Prodi sotto pressione Le elezioni generali anticipate in Italia sono assai probabibili. Il fragile governo di coalizione di centro sinistra di Romano Prodi ha subito l ennesima battuta di arresto. Il 16 gennaio, il ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha rassegnato le dimissioni dal governo dopo che un giudice ha posto sua moglie, Sandra Lonardo, agli arresti domiciliari, in relazione ad un inchiesta per corruzione nel sevizio sanitario della Regione Campania, dove la signora Mastella è presidente del Consiglio regionale. Mentre è probabile che il presidente Prodi sopravviva alla caduta immediata del ministro, le dimissioni servono a sottolineare le profonde divisioni all interno della coalizione di governo. Un cambiamento di governo o elezioni generali anticipate entro il 2009 sono tuttora assai probabili. Sta andando, sta andando, andato Le dimissioni del ministro della giustizia, Clermente Mastella, che guida il piccolo partito cattolico di centro l Unione Democratici per l Europa (Udeur), non sono giunte come una grande sorpresa. Mastella, il cui partito è stato ripetutamente corteggiato dall alleanza di centro destra della Casa delle Libertà di Silvio Berlusconi all opposizione, aveva minacciato in precedenza di dimettersi in diverse occasioni, e più recentemente nell ottobre del 2007, quando era stato indagato (insieme al presidente Prodi) per un presunto abuso di fondi europei e del governo in Campania. Entrambi negarono qualsiasi illecito, ma il ministero delle infrastrutture, Antonio di Pietro, che è anche un ex magistrato che ha lottato contro la corruzione nel mondo politico, ha accusato Mastella di interferire nell inchiesta cercando di trasferire il pubblico ministero che indagava sulla presunta appropriazione indebita di fondi pubblici. Mastella ha ritirato la sua minaccia di dimissioni l anno scorso dopo che Prodi lo ha rassicurato del pieno appoggio del governo. Questa volta, le espressioni di solidarietà dei due schieramenti politici opposti e gli inviti a rimanere al suo posto sembrano essere stati insufficienti a convincere l onorevole Mastella a non gettare la spugna. Il ministro della giustizia ha annunciato le sue dimissioni in un discorso al parlamento, sostenendo che le accuse contro la moglie, che nega qualsiasi illecito, e l ordine di arresti domiciliari erano intese come un attacco a lui da frange estremiste della magistratura. Subito dopo il discorso, il presidente Prodi ha dichiarato che aveva respinto le dimissioni di Mastella, un fatto abbastanza comune della politica italiana. Tuttavia, l onorevole Mastella ha indicato poi di essere ancora intenzionato a dare le dimissioni. Se deciderà di rimanere, sono probabili altri scontri con l onorevole di Pietro. In seguito al discorso di rassegnazione delle dimissioni del ministro della giustizia, Di Pietro ha lanciato un altro attacco verbale a Mastella, condannando le critiche di quest ultimo in parlamento, rivolte ai pubblici ministeri sul caso. Mancanza di fiducia Non c è dubbio che la posizione del ministro della giustizia è attualmente una delle più difficili per il governo. I tentativi di riformare il sistema giudiziario italiano che è stato spesso criticato dagli osservatori italiani e internazionali a causa della lunghezza del procedimento giudiziario e della politicizzazione della magistratura, sono stati molto problematici. Le riforme introdotte sotto il precedente governo guidato dal presidente Berlusconi avevano trovato l opposizione dei pubblici ministeri e dei giudici e anche dei politici di sinistra e di centro sinistra, i quali hanno suggerito che erano destinate a proteggere l onorevole Berlusconi e i suoi stretti associati dal procedimento giudiziario. 15

16 Tuttavia, le dimissioni dell onorevole Mastella, e la sua tempestività, che sono viste in un più ampio contesto politico, sembrano superare la sola gestione del ministero della giustizia o delle attività politiche della moglie in Campania. Prodi, che ha lottato per tenere insieme il suo fragile governo di coalizione dopo l alleanza di centro-sinistra tra il centro e l Unione, che comprende dieci partiti che vanno dai centristi cristiano democratici alla sinistra intransigente, ha vinto le elezioni nel mese di aprile Le dimissioni di Mastella si aggiungono ai suoi problemi, tra cui la mancanza di una chiara maggioranza del governo al Senato, sotto il sistema bicamerale italiano, tutte le leggi devono essere approvate nell identica forma dal Senato ( la camera alta) e dalla Camera dei Deputati (la camera bassa), profonde divisioni all interno dell Unione sugli aspetti di politica estera, la politica fiscale e la riforma elettorale, e la quasi ininterrotta scivolata del primo ministro e del suo governo nei sondaggi di opinione. In soli 20 mesi di incarico, il presidente Prodi è dovuto ricorrere alla fiducia del parlamento in 31 occasioni per obbligare i suoi alleati ribelli ad attenersi alla linea e ad approvare le proposte legislative del governo. La riforma elettorale Sembra anche che non sia una coincidenza il fatto che le dimissioni di Mastella giungano nel momento in cui la pressione per la riforma del sistema elettorale ha raggiunto il picco. Lo stesso giorno dell annuncio del ministro della giustizia, la corte costituzionale ha dichiarato validi le proposte di tre referendum intese a sopprimere gli aspetti delle attuali leggi elettorali. Se verrà approvato dagli elettori, il referendum potrebbe portare dei cambiamenti del sistema elettorale basato sulla rappresentanza proporzionale, che favorirebbe i partiti politici più grandi e ridurrebbe l influenza di numerosi partiti piccoli italiani al governo. Dal novembre 2007, i due principali partiti in parlamento, il centro sinistra,il Partito Democratico (PD), guidato dal popolare sindacato di Roma, Walter Veltroni, e Forza Italia di centro destra guidato da Berlusconi, si sono impegnati in colloqui nel tentativo di raggiungere un accordo su una riforma elettorale che renderebbe inutile il referendum che crea possibili divisioni. Tuttavia, i numerosi piccoli partiti un parlamento, tra cui l Udeur dell onorevole Mastella, sospettano che Veltroni e Berlusconi si accordano per introdurre un sistema che favorirà i partiti più grandi a scapito di quei partiti di minori dimensioni. Dall inizio di quest anno, Mastella ha ripetutamente dichiarato che, se sarà il caso, prenderà in considerazione la fine della coalizione di governo. Il tempo sta per scadere A complicare ulteriormente la situazione è che, una volta che la riforma elettorale è stata introdotta, sia da parte del parlamento o in un referendum, Prodi avrà i giorni contati. Veltroni ha insistito pubblicamente sul fatto che egli continuerà a sostenere il governo di Romano Prodi, fino alla fine della legislatura nel Privatamente, tuttavia, egli sa che ha una maggiore possibilità di diventare il prossimo primo ministro italiano, se la prima elezione generale si svolgerà sotto nuove regole elettorali entro il 2009 (al più tardi), piuttosto che continuare a legarsi ad un esecutivo inefficace ed affievolito. Così, anche se il presidente Prodi e il suo governo saranno in grado di superare la battuta di arresto a breve termine delle dimissioni di Mastella, sembra probabile che non ci vorrà molto tempo prima che il presidente Prodi inizi il viaggio verso il palazzo presidenziale per presentare le sue dimissioni di primo ministro. 16

17 El País Unos empleados perdieron poder adquisitivo en 2007 A. MARS - Barcelona - 16/01/2008 Si los precios suben más que los sueldos, se pierde poder adquisitivo. Es lo que les ocurrió el año pasado al menos a trabajadores catalanes cuyos convenios colectivos no incluyen una cláusula de revisión salarial, que es la que garantiza que si los precios suben por encima de lo que estaba previsto al acordar el incremento salarial en las empresas, el sueldo aumentará para cubrir esa diferencia. El sindicato UGT de Cataluña criticó ayer que, de los convenios registrados y firmados entre enero y noviembre de 2007, el 20,8% de los trabajadores afectados ( ) carecía de esta cláusula y un 25,5% la tiene pero no es retroactiva (no compensa los ejercicios pasados). En concreto, los precios escalaron el año pasado en Cataluña un 4,3%, mientras que el incremento salarial sin cláusula de revisión se situó en el 3,05%, con lo que los trabajadores afectados perderán un 1,25 de su salario. Y eso equivale a 295 euros contantes y sonantes al año, sobre la base de un sueldo medio de 1.683,7 euros mensuales multiplicado por 14 pagas. Pero, en estos promedios, los mileuristas salen peor parados. Según UGT, en las familias de rentas más bajas, alimentación, vivienda, transporte y enseñanza suponen el 70% de sus gastos: si estos precios suben, les perjudica más. Así, el sindicato calcula un "IPC mileurista" del 4,6%, tres décimas superiores al global. En este contexto, UGT reclamó incorporar la cláusula de revisión salarial a todos los convenios. Por otra parte, el sindicato CC OO de Cataluña denunció que algunas empresas barcelonesas del sector metalúrgico, como Ficocable o Remco, están instalando delegaciones en Lleida "porque los sueldos son más bajos", informa Europa Press. 17

18 Labour Start 16/01/2008 Nigeria: i sindacati sotto attacco Mentre il sindacato internazionale condanna l assassinio di Alhaji Saula Saka, presidente del Sindacato nazionale dei lavoratori del trasporto nello Stato del Lagos, i sindacalisti in questi giorni stanno discutendo delle leggi del governo nigeriano finalizzate ad indebolire il movimento sindacale. Collins Olayinka, giornalista del quotidiano Guardian, informa da Abuja. Peter Adeyemi, segretario generale del Sindacato dei Lavoratori delle Istituzioni Scolastiche e Associate, ha accusato che la decentralizzazione dei sindacati da parte del governo federale, è stata fatta in cattiva fede e preparata in un agenda per indebolire la capacità del sindacato di rispondere alla politica del governo che si è reso profondamente nemico del benessere dei lavoratori nigeriani. Adeyemi, che è anche un vice presidente nazionale del Consiglio del Lavoro Nigeriano, ha dichiarato questo ad Abuja alla 4 Conferenza dei delegati del NASU appena conclusa. Le sue parole: La decentralizzazione dei sindacati e l approvazione della Legge sui sindacati sono state pensate per indebolire la solidarietà dei sindacati. Il sistema di relazioni industriali in Nigeria ha testimoniato un forte abuso nell atteggiamento antisindacale del regime da poco passato. Ha elencato gli abusi nel settore del servizio federale civile, e l aumento dei prezzi dei prodotti essenziali, del petrolio e del cherosene. Adeyemi ha espresso amarezza che la classe politica, la cui ideologia è diretta verso un capitalismo totale e sfrenato, governi il paese. Questa situazione fa pensare che la preoccupazione del governo non riguardasse la responsabilità sociale e il welfare, quanto le strutture economiche che promuovono gli interessi di pochi, ha affermato. Il leader sindacale ha osservato che mentre il contesto tende alla democrazia, ancora non esiste il processo di democratizzazione e delle sue strutture. Adeyemi, che ha attribuito questo preoccupante sviluppo ad una forte corruzione da parte dei funzionari di governo, ha aggiunto che il sistema di relazioni industriali ha affrontato il mancato rispetto della legalità e forti violazioni. Il Presidente Provinciale del Sindacato Sudafricano dei lavoratori dell Istruzione, della Sanità (NEHAWU), Joseph Mpisi ha opinato che per il continente africano avere un movimento sindacale forte, ci sia bisogno di stabilire una forte solidarietà tra i lavoratori non soltanto sul continente ma in tutto il mondo. I nostri iscritti, la nostra forza organizzativa è la nostra sola arma per combattere contro l agenda del neoliberalsimo che sta minacciando il sindacalismo nel mondo e per sconfiggere le varie ingiustizie fatte ai nostri iscritti, dobbiamo unirci non solo tra noi sul continente ma nel mondo. Mpisi ha osservato che mentre la classe politica dichiara di voler realizzare soluzioni ai numerosi problemi socioeconomici rispetto ai quali si confrontano le popolazione dell Africa, la realtà è che tali soluzioni sono contro gli interessi dei lavoratori. Ha affermato: Stanno indebolendo i sindacati invece di rafforzarli, attaccano i lavoratori invece di operare nel loro intero beneficio, ed ancora molto è dichiarato riguardo la percorribilità di tali programmi neo liberali, ha sostenuto. Ha sollecitato i sindacati in tutto il mondo a ritornare al tavolo da disegno e di rivedere i loro mandati per adeguarli all attuale scenario globale. Abbiamo bisogno di membri a tutti i livelli in grado di articolare l agenda globale neoliberista in modo da essere attrezzati a far fronte le sfide. Mpisi ha sottolineato che questa forza è spesso indebolita dalla privatizzazione, dall outsourcing e dalle riduzioni di posti di lavoro. 18

19 Labour Start 12/01/2008 Kenya: il sindacato (COTU) mette in guardia i datori di lavoro dal licenziamento dei lavoratori The East African Standard (Nairobi) Inviato al web all 11 gennaio 2008 Lucianne Limo Nairobi L organismo che raggruppa i lavoratori, ha messo in guardia i datori di lavoro dal licenziare i lavoratori che non si sono presentati al lavoro per via del caos seguito al dopo elezioni. Il vice segretario generale del COTU, George Muchai, ha affermato venerdì di aver ricevuto lamentele da parte dei lavoratori licenziati per non essere andati a lavoro. Sollecitiamo i datori di lavoro a non penalizzare i lavoratori che non potrebbero non andare a lavoro a causa della situazione politica, ha affermato Muchai in una conferenza stampa con la Federazione dei datori di lavoro kenioti (FKE). I datori di lavoro dovrebbero riconoscere che non è stato il desiderio dei lavoratori sottrarsi dal proprio dovere. Muchai ha avvisato i lavoratori di non approfittarsi della crisi politica per sottrarsi al dovere. Sono stati fatti sforzi da parte del FKE e dal COTU per facilitare il ritorno dei lavoratori nelle aree colpite, ha affermato Muchai. Il presidente nazionale della Federazione dei datori di lavoro, Patrick Obath, ha chiesto ai datori di lavoro e ai lavoratori di mantenere la pace nei luoghi di lavoro. La violenza seguita alla elezioni richiede a tutti noi di riconoscere l importanza della diversità e di non indurre alle divisioni di classe, etniche di linee politiche, ha affermato. Ha chiesto ai leaders politici di trovare una soluzione alla fase di stallo attraverso l impiego di mezzi ragionevoli per salvaguardare gli interessi nazionali. Dopo la violenza seguita alla dichiarazione di discredito di Mwai Kibaki come vincitore delle elezioni presidenziali, sono state uccise circa 400 persone e dispersi circa profughi. 19

20 Labour Start 15/01/2008 Guatemala, nuove speranze per i lavoratori con Alvaro Colom Lunedì 14 gennaio, Alvaro Colom ha iniziato il suo incarico come presidente del Guatemala. In una lettera inviata al nuovo presidente, la CIS ha sottolineato il bisogno di una dirigenza forte se vuole vincere la lotta per l inclusione sociale e contro a corruzione, il narcotraffico e la discriminazione. Il Guatemala è un paese afflitto dalla violenza e dall impunità, dove la legislazione del lavoro esiste soltanto in teoria, il movimento sindacale è sottoposto ad una repressione costante e i sindacalisti rimangono sotto la minaccia. La CIS sta organizzando una conferenza internazionale, che si terrà dal 29 al 31 gennaio 2008 a Giatemala City, sul ruolo delle organizzazioni sindacali nella lotta contro l impunità, ed ha invitato il presidente Colom a celebrare l inizio. La conferenza metterà assieme personalità importanti del mondo della politica, del sindacato e della società del Guatemala e dell America centrale, e rappresentanti del movimento sindacale regionale ed internazionale. Lo scopo è sviluppare una strategia politica e sindacale per promuovere gli standards fondamentali del lavoro, per rafforzare la capacità dei sindacati alla lotta contro l impunità, e a garantire che gli assassini dei sindacalisti siano esaurientemente indagati e che i responsabili siano portati in tribunale. L elezione di Alvaro Colom come presidente del Guatemala ha creato una nuova speranza. Il movimento sindacale internazionale, guidato dalla CIS, seguirà con attenzione la situazione del lavoratori del paese. I lavoratori del Guatemala hanno il diritto ad esercitare I loro diritti sindacali, ha affermato il segretario generale della CIS, Guy Ryder, nel rispetto delle otto Convenzioni fondamentali dell OIL firmate ma non osservate pienamente dal Guatemala, come mostrato dagli attacchi ostinati ai sindacalisti, della violazione dei loro diritti, del loro rapimento e assassinio. Solo il 2007 ha visto l assassinio a gennaio di Pedro Zamora, segretario generale del STEPQ, due sindacalisti di FESTRI a febbraio, e Marco Tulio Ramirez di SITRABI a settembre, Quest anno si è chiuso con un forte attacco armato alla vigilia del nuovo anno contro l abitazione del leader sindacale Carlos Enrique Mancilla Garcia, segretario del lavoro e delle controversie del CUSG (Confederazione dell Unità Sindacale del Guatemala), affiliato alla CIS. 20

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