La favola delle stagioni

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1 Sulla cima dell Olimpo insieme agli altri dei, vivevano la dea Demetra e la sua amatissima figlia, di nome Kore (Primavera) detta Persefone. Una madre e una figlia, appartenenti alla razza degli Dei di Grecia. Ebbene gli Dei della Grecia antica, assomigliavano in tutto e per tutto agli umani: passioni, intrighi, vendette, offese, sentimenti. Unica differenza: l immortalità. Pensate che tristezza non invecchiare mai, la giovinezza eterna, una vera condanna! Ma le relazioni, i legami, quelli sacri, guai! Una madre separata a forza dalla figlia, scatena un putiferio, non si da pace, vero? Figuratevi una madre Dea! Un triplo putiferio, altro che pace, il finimondo! La madre della nostra storia, Demetra, era la Dea dei raccolti, dell agricoltura, la figlia si chiamava koré. Il padre Zeus l aveva promessa in sposa, all insaputa della madre, al dio Ade bruttissimo, e padrone degli Inferi, cioè dell Aldilà, cioè del regno delle ombre, del regno dei morti insomma! Certo, l avesse saputo, Demetra, la madre, non avrebbe mai permesso quelle nozze luttuose! Per questo motivo Ade, con la classe III A plesso Trinità sede di Piazza Armerina 1

2 complicità di Zeus e di un bellissimo fiore di narciso, Un giorno, mentre koré raccoglieva dei fiori sulle rive del lago di Pergusa fu rapita da Ade, dio degli Inferi, da tempo innamorato di lei e se la porta sottoterra. Demetra, saputa la verità, abbandona Zeus, si separa insomma, proprio come succede oggi, e abbandona pure l Olimpo, il divino monte, casa degli Dei immortali, e corre, corre, percorre la terra in lungo e in largo per vivere con gli umani mortali, con la speranza di diventare anche lei mortale e poter, così, dopo la morte, ricongiungersi alla figlia persa nell Aldilà. Ma l immortalità è una vera condanna! Demetra Dea è e Dea resta! E allora a mali estremi, estremi rimedi... «Sono la Dea del raccolto, dell agricoltura? - si dice - Bene, una tremenda carestia, la siccità e quant altro colpirà la terra, gli uomini moriranno di fame, e non avranno più nulla da sacrificare agli Dei, né bestie, né raccolti, che sono il nutrimento degli Dei, e così tutti gli Dei dell Olimpo, patiranno come patisco io! Unica via d uscita che io possa rivedere mia figlia Persefone! Subitooo!!!» tuonò Demetra. Intervenne il Dio del sole...zeus classe III A plesso Trinità sede di Piazza Armerina 2

3 A Zeus non restò alternativa e nemmeno ad Ade, che si convinse a lasciar tornare sulla terra la bella Koré o Persefone solo, però, dopo averle fatto gustare il chicco di melograno... Era furbo Ade, perché quel chicco gustato insieme era una specie di sortilegio, una promessa rubata, affinché lei tornasse periodicamente da lui. Da allora Persefone ogni anno, per due terzi dell anno, torna sulla terra e la terra si riempie di fiori, di frutti, di nuovi semi che, dopo la semina, per l altro terzo dell anno, se ne stanno sottoterra, nel gelo dell inverno, proprio come Persefone che, in quei mesi freddi, se ne torna laggiù dal marito, per riscaldarsi un po tra le sue braccia, nel gelo dell inverno, in attesa di donarci, col suo ritorno in terra, ogni anno, una nuova primavera... Fu così allora che Demetra decise che nei sei mesi che Persefone fosse stata nel regno dei morti, nel mondo sarebbe calato il freddo e la natura si sarebbe addormentata, dando origine all autunno e all inverno, mentre nei restanti sei mesi la terra sarebbe rifiorita, dando origine alla primavera e all estate. classe III A plesso Trinità sede di Piazza Armerina 3

4 APPROFONDIMENTI La favola delle stagioni Le dodici divinità dell Olimpo Le divinità più importanti della mitologia greca erano dodici e venivano detti Olimpi,perchè si pensava che vivessero sul monte Olimpo, uno dei rilievi più elevati della Grecia, all'epoca considerata la vetta più alta del mondo. L'Olimpo, coperto da ghiacciai, era invisibile perchè era sempre avvolto da un mantello di nuvole che lo incappucciavano ben bene e per l'altezza della vetta che superava i 1000 metri. Queste divinità erano Zeus, Era, Ares, Afrodite, Ermes, Estia, Poseidone, Atena, Apollo, Artemide, Efesto e Demetra. classe III A plesso Trinità sede di Piazza Armerina 4

5 Demetra Demetra (in greco Madre terra o Madre dispensatrice ) è sorella di Zeus e nella mitologia greca è la dea del grano e dell agricoltura, artefice del ciclo delle stagioni, della vita e della morte, protettrice del matrimonio e delle leggi sacre. La figura equivalente a Demetra nella mitologia romana era Cerere. Invece la figlia Kore è nota anche come Proserpina e quindi il mito in latino anche come Ratto di Proserpina. Demetra viene solitamente raffigurata mentre si trova su un carro ed è spesso associata ai prodotti della terra, come fiori, frutta e spighe di grano. A volte viene ritratta insieme a Persefone. Secondo il racconto, mentre stava cercando la figlia, Demetra assunse le sembianze di una vecchia e fu accolta dal re di Eleusi Lui le chiese di badare ai suoi due figli, Demofoonte e Trittolemo. Demetra decise di insegnare a Trittolemo l arte dell agricoltura, così, sotto la sua protezione egli volò per tutta la regione su di un carro alato per insegnare a piantare e mietere i raccolti a tutta la Grecia. classe III A plesso Trinità sede di Piazza Armerina 5

6 Questo mito spiega l origine delle quattro stagioni e della loro alternanza. Ma è anche un esempio di tenacia femminile. Kore o Persefone Attraverso i miti gli uomini si davano una risposta alle domande sulla vita e sulla natura, da qui nasce il racconto che narra il succedersi delle stagioni attraverso le vicende di Demetra e della figlia Kore. Sulla terra una volta c era solo l estate e Demetra, che aveva insegnato agli uomini il lavoro dei campi, amava teneramente la figlia Korè che imparava dalla madre ad amare i fiori e i frutti della terra. Ragazza di straordinaria bellezza (detta anche primavera) e per paura che gliela portassero via la teneva al sicuro nella sua isola preferita, la Sicilia. Ma le precauzioni non bastarono, perché un giorno l evento tanto temuto da Demetra si avverò. Ade, il dio degli inferi, innamoratosi perdutamente di Korè classe III A plesso Trinità sede di Piazza Armerina 6

7 la rapisce e la porta nel profondo della terra chiamandola Persefone. Figlia mia, mio unico bene, dove sei? Inutile per me è la vita se tu non sei qui con me. Vorrei morire, ma sono una Dea e quindi immortale. Che destino amaro il mio, non poter morire ed essere oppressa da un angoscia mortale! Così indicibile è la mia pena che non potrò più compiere il mio dovere. Notte, avvolgi la terra in un manto buio e freddo! Fiori, fuggite i prati! Frutti, abbandonate gli alberi! Non vi sia più gioia sulla terra senza Persefone e muoiano gli uomini tutti! E così dicendo si allontanò, chiusa nel suo dolore. Zeus (Dio del Sole) Zeus diventò il re di tutti gli dei dopo aver sconfitto il padre Crono che inghiottiva i suoi figli in fasce per evitare che gli sottraessero il trono come lui aveva fatto con il padre Urano. Dopo aver perso cinque figli in questo modo, Rea decise di salvare il sesto offrendo al marito una pietra avvolta nelle fasce. Il piccolo Zeus, classe III A plesso Trinità sede di Piazza Armerina 7

8 partorito sulla cima di un monte, venne affidato a Gea che lo nascose nelle profondità di una grotta. Le ninfe dei frassini badavano a lui dandogli il latte della capra Amaltea che poi venne ricompensata dal dio divenendo non solo la costellazione del Capricorno, ma una delle sue corna si trasformò nella famosa Cornucopia, cioè nel corno dell abbondanza che trabocca di squisitezze. Il Dio dei morti (Ade) Il dio dei morti e l'aldilà degli antichi Greci L'Ade era la sede buia e nebbiosa in cui erano destinati a rimanere per sempre, in forma di semplici ombre, tutti i defunti, senza distinzione alcuna, Ade significa "invisibile". È il nome del Dio, ma anche del regno dei morti. Il Dio era noto anche come Plutone (il nome con cui poi fu venerato a Roma): dal greco plùtos ("ricchezza"), per le ricchezze che la terra serba nelle sue viscere, o forse per l'abbondanza di sudditi su cui egli aveva potere nell'oltretomba. Sua sposa era Persefone (la romana Proserpina), da lui rapita sulla Terra. classe III A plesso Trinità sede di Piazza Armerina 8

9 Si narra che Ade non godesse di un bell aspetto e quindi, molto probabilmente per tale motivo, vi sono poche raffigurazioni e sculture rappresentanti il Dio. Nelle varie epoche viene raffigurato in compagnia di un cane a tre teste (Cerbero, guardiano degli inferi) e una pantera, seduto su un trono con in mano uno scettro. Il capo, risulta sempre essere coperto da un elmo, il quale ne occulta la maggior parte del volto. Pergusa Il ratto di Proserpina ossia Il mito delle stagioni. Il lago di Pergusa rappresenta un ambiente di notevole interesse naturalistico che ha stimolato, fin dalle epoche più remote, la fantasia di scrittori d ogni tempo. Nel mondo classico fu celebrato da alcuni di loro Il ratto di Proserpina, uno degli episodi mitologici più affascinanti, che a Pergusa si sarebbe svolto nella notte dei tempi. Il lago, conosciuto fin dalla remota antichità, è posto tra un gruppo di alture appartenenti ai monti Erei, che cingono quasi interamente la conca di forma sub-ellittica. Il Lago si trova nel territorio del villaggio di Pergusa, frazione di Enna e posto a pochi chilometri dal capoluogo. Il bacino risulta essere di modeste dimensioni ma ha una grande importanza geologica, faunistica e culturale e per questo vi è stata istituita la prima Riserva Naturale Speciale della classe III A plesso Trinità sede di Piazza Armerina 9

10 Regione Siciliana, ed inoltre è stata individuata come Zona di Protezione Speciale (ZPS). Le statue di Kore e Demetra ritrovate a Morgantina e visitabili al museo archeologico di Aidone Alunni che hanno collaborato alla stesura dell ebook: Arena Aurora Giacinto Soraya Iarussi Denise Piazza Dafne Marino Francesca Scroppo Marzia Taglierino Sharon classe III A plesso Trinità sede di Piazza Armerina 10