Paola Zucchi. Appunti di coniglicoltura

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3 Paola Zucchi Appunti di coniglicoltura

4 Copyright MMV ARACNE editrice S.r.l. editrice.it editrice.it via Raffaele Garofalo, 133 A/B Roma redazione: (06) telefax amministrazione: (06) ISBN I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: aprile 2005

5 Ai miei più cari rigorosamente in ordine di anzianità: Papà, Paolo, Margherita, e alla memoria di Mamma

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7 INDICE Capitolo I Cenni storici Il coniglio selvatico Sistematica Le razze Capitolo II Riproduzione Fisiologia riproduttiva maschile Fisiologia riproduttiva femminile Fecondazione artificiale Capitolo III L apparato digerente Cenni di anatomia e fisiologia del tratto digestivo del coniglio Ciecotrofia Fabbisogni nutritivi Deiezioni cunicole Compostaggio Capitolo IV Accrescimento del coniglio Caratteristiche della carcassa e della carne Capitolo V Ambiente di allevamento

8 8 Indice Capitolo VI Il coniglio biologico Capitolo VII Il coniglio d Angora Capitolo VIII Il benessere animale Capitolo IX Cenni di genetica e selezione Capitolo X Cenni di patologia Capitolo XI Cenni sul coniglio nano Appendice Diffusione della coniglicoltura nel mondo

9 CAPITOLO I CENNI STORICI Il coniglio è uno dei mammiferi più antichi; presente fino dall era preistorica. Non si hanno reperti fossili molto numerosi perché la struttura ossea del coniglio è molto leggera e quindi il processo di fossilizzazione è risultato più difficile. Si colloca comunque la sua apparizione nel periodo Terziario dell Era Cenozoica (Eocene) e in buon numero nel nord della Spagna. Sembra infatti che conigli con conformazione simile a quella attuale vivessero in tutta Europa nel pre Pleistocene e che si estinsero con la glaciazione di Wurm dappertutto tranne che nella penisola iberica.(tabelle 1 2). È improbabile che il coniglio europeo abbia popolato aree in cui oggi non si trova nella sua forma selvatica o silvestre. Secondo Gibb (1990), il coniglio non ha raggiunto il centro dell Europa fino al Medioevo. Oggi si trova in Spagna, Portogallo, Francia, Italia, Belgio, Olanda, Germania, parte meridionale della Svezia, Gran Bretagna, Irlanda, Marocco. Per effetto della colonizzazione indotta da varie cause, principalmente per fornire alimento fresco agli equipaggi delle baleniere, i conigli si ritrovano in Australia e Nuova Zelanda, nonché in circa 600 isole di tutti i mari e gli oceani, sopravvivendo dove non esistevano predatori. È interessante notare come nei paesi del Mediterraneo orientale come la Grecia non insulare, il Medio Oriente e l Africa nord orientale, tranne il Marocco, non esista il coniglio allo stato selvatico; da ciò viene dedotta l ipotesi che la culla del coniglio sia stata la penisola iberica. Dati relativi alla sua esistenza nell antico Egitto non paiono certi, (l animale rappresentato nei geroglifici e protetto da leggi probabil- 9

10 10 Capitolo I Tabella 1. Glaciazioni del Quaternario (o Neozoico) ultimi 2 milioni di anni 4 glaciazioni Anni Periodo Glaciazioni 0 olocene pleistocene recente pleistocene medio pleistocene antico WÜRM RISS MINDEL GUNZ mente è una lepre), così come nella Grecia classica: infatti i Greci non citano mai il coniglio come fonte alimentare, ma solo talvolta la lepre; si presume che quindi non lo conoscessero o non lo considerassero. Altri studiosi invece ipotizzano il luogo di origine di questa specie nell Asia Centrale da cui ci sarebbe stata una migrazione in Europa (bacino del Mediterraneo), indotta probabilmente dalle glaciazioni del periodo Pleistocenico. È possibile che il freddo abbia imposto al coniglio di trovarsi un clima più favorevole e quindi di scendere fino alla penisola Iberica e nel nord Africa. In Spagna si sono trovati graffiti preistorici raffiguranti scene di caccia a conigli e lepri; è certo che il coniglio era conosciuto e cacciato

11 Cenni storici 11 Tabella 2. Comparsa e diffusione temporale del coniglio Ere Periodi Epoche quaternario olocene recente pleistocene medio (uomo) antico diffusione coniglio cenozoica terziario pliocene miocene oligocene eocene paleocene 1 a apparizione coniglio mesozoica cretaceo giurassico triassico comparsa dei mammiferi paleozoica dagli uomini preistorici. In Turchia è stata ritrovata una sfinge risalente a 3500 anni fa che aveva 2 conigli come piedistallo. La prima vera referenza scritta riferita ai conigli la si deve ai Fenici (1100 a.c.), i quali padroni in quell epoca del Mediterraneo, denominarono la penisola iberica terra dei conigli, nome che corrispondeva a i shefan im : shefan in ebraico significa coniglio del deserto a causa dell enorme quantità di questi animali osservati sulle coste orientali. Ed è proprio da questo vocabolo latinizzato che derivò il primitivo nome della Spagna (Hisfania). È tuttavia da rilevare che i Fenici non conoscevano il coni-

12 12 Capitolo I glio e con l espressione citata alludevano in realtà ad un piccolo hiracoide, il damano, che presenta grossolane somiglianze con il coniglio pur non appartenendo né ai Lagomorfi né ai Roditori. In realtà quindi il nome della Spagna deriva da una espressione che la definisce terra dei damani anche se i Fenici senza saperlo si riferivano ai conigli. La maggioranza delle conoscenze storiche relative al coniglio comunque risalgono all epoca greco romana. Polibio, importante storico greco, fu il primo scrittore che ne parlò e lo descrisse come un roditore con un comportamento sociale, diverso dalla lepre che invece è solitaria; estremamente prolifico lo chiamò kyniclos dal quale è poi derivato il vocabolo latino cuniculus indicazione precisa del tipo di tana sotterranea a galleria che l animale si costruisce. Nei reperti romani come anfore, monete, affreschi, ecc. il coniglio è ampiamente rappresentato; infatti era un animale estremamente popolare e lo si considerava una eccellente fonte di carne. Catullo, 50 anni prima di Cristo, denominò la penisola iberica Cunicolosa celtiberia. Varrone nel medesimo periodo descrisse il coniglio e segnalò la necessità di difenderlo dai carnivori predatori, procurando di ripararlo in aree recintate (leporarium); indubbiamente questo fu il primo inizio di domesticazione. Più tardi Plinio segnalò la presenza di una gran quantità di conigli nella penisola iberica che producevano scorrerie e disastri nei campi coltivati; nelle Isole Baleari soprattutto, si moltiplicarono a tal punto da causare una grave carestia per gli uomini causata dalla totale scomparsa, per più stagioni consecutive, dei raccolti. Dopo questo fatto, l Imperatore Augusto mandò una guarnigione delle sue legioni per combattere questo flagello: insieme ai soldati mandò anche alcuni esemplari di furetti: abilissimi e feroci cacciatori, si infilavano nelle tane e facevano strage. Nelle cronache militari degli antichi romani in Spagna, si narra che larga parte di fortificazioni, intorno alle città, fu minata dalle gallerie dei conigli. Furono comunque i Romani che portarono il coniglio fuori dei confini mediterranei. Cesare narra che in Bretagna era allevato anche come animale da compagnia per la sua bellezza, mentre a Roma era allevato per la carne che veniva consigliata alle donne per migliorare la carnagione.

13 Cenni storici 13 Non sappiamo quando cominciò la vera domesticazione del coniglio; la caduta dell Impero Romano, i cambiamenti sociali del Medio Evo condizionarono pesantemente e negativamente questa forma di allevamento. Il passaggio da coniglio selvatico a domestico fu molto lento: coincise con la sua diffusione nell Europa centrale e meridionale; in Inghilterra arrivò nel Fu circa in questo periodo che il coniglio cominciò ad essere considerato anche un animale da pelliccia. Probabilmente, stando alle scarse cronache dell epoca, i primi pionieri della coniglicoltura furono i monaci francesi che, all interno dei loro monasteri, disponevano di una fonte di carne fresca e che poteva essere consumata, al contrario di tutte le altre, anche durante la quaresima. Fu proprio presso i monasteri che cominciò il processo di domesticazione e già nel XVI secolo appaiono i primi rapporti su soggetti con caratteristiche particolari. Nel 1530 si ha la prima testimonianza visiva di un coniglio bianco in una Madonna dipinta da Tiziano e conservata al Louvre. Nel XVII secolo la caccia dei conigli era riservata ai nobili, Casanova scrisse nelle sue memorie, che una dama disertò un suo appuntamento per partecipare ad una caccia al coniglio. La diffusione del coniglio nelle varie parti del mondo dipende dalla presenza o meno di predatori naturali, e dalle condizioni ambientali che possono agevolare od ostacolare l adattamento. È questo il caso della steppa russa, del deserto e della prateria americana dove le condizioni climatiche e la presenza di predatori hanno sempre limitato l adattamento e la diffusione di questo animale. Bisogna essere molto cauti nell introdurre un organismo vivente in un ambiente che non prevede la sua presenza. Infatti l immissione del coniglio in una nicchia ecologica che non prevedeva nessun nemico naturale che potesse limitarne o controllarne lo sviluppo numerico, ha fatto si che si creassero situazioni di vera emergenza o di calamità: è il caso di Porto Santo nel 1418 e più recentememte dell Australia dove, partendo da una coppia di conigli si sono avuti, dal 1859 al 1880, nel giro quindi di soli vent anni, parecchi milioni di individui la cui numerosità è diventata problema nazionale ed ha costretto le autorità a mettere premi per l abbattimento.

14 14 Capitolo I Riassumendo: abbiamo detto che il primo processo di addomesticamento è iniziato con i leporaria degli antichi Romani, dopo che questi ebbero notato che i conigli a differenza delle lepri si riproducevano facilmente in cattività. Il vero e proprio processo di addomesticamento avvenne però durante il Medioevo nei monasteri nei quali si sottrasse il coniglio all azione della selezione naturale e la si sostituì con quella dell uomo, il quale cominciò a operare una serie di selezioni e incroci che condusse alla comparsa e conservazione di differenze morfologiche, anatomiche e fisiologiche all interno delle popolazioni domestiche. Questo tipo di lavoro ha messo le basi per la creazione delle razze che hanno portato a quella coniglicoltura come oggi noi la intendiamo: cioè lo sfruttamento di un animale per i suoi prodotti: carne, pelliccia o pelo. Ciò cominciò soltanto all inizio del XVIII secolo. Condizioni attraverso le quali è passato il coniglio da selvatico a domestico. 1) stato naturale: epoca di comparsa, emigrazione, conservazione in Spagna, introduzione in Europa: definizione di Coniglio selvatico. 2) stato di cattività: coniglio selvatico racchiuso in recinto dopo la cattura e utilizzato dopo breve permanenza, senza farlo riprodurre. 3) regime di semi libertà: coniglio selvatico allevato in recinti aperti. Addomesticamento rudimentale, riproduzione saltuaria. 4) regime di domesticità: generazioni successive che si riproducono in recinti chiusi. Comparsa di mutazioni, l uomo le incentiva con incroci. Conoscenza e conservazione di razze diverse. 5) regime intensivo: il coniglio è completamente assoggettato alla direzione e al controllo dell uomo. Epoca della creazione delle razze e ibridi.

15 Cenni storici 15 Il coniglio selvatico Il coniglio selvatico, nonostante la sua diffusione originaria strettamente mediterranea, non gode di quelle attenzioni faunistiche che gli sarebbero dovute. I reperti fossili dimostrano che prima dell era glaciale si trovava in vaste zone dell Europa occidentale da cui si estinse nell epoca post glaciale riducendo il suo territorio solo alla penisola iberica e all Africa nord occidentale. L attuale distribuzione geografica di questa specie, è la conseguenza del susseguirsi di molteplici introduzioni da parte degli uomini e iniziò a opera dei Fenici nel 1100 a.c. i quali, come è noto, approdati sulle coste della penisola iberica, videro questi animali talmente numerosi che lo riferirono nelle loro cronache. I Romani amanti della buona cucina apprezzarono subito la delicatezza delle loro carni e cominciarono ad allevarli insieme alle lepri nei leporari e non tardarono a introdurli nel loro vasto impero rendendosi subito conto della spiccata capacità di adattamento e della prolificità. Nonostante i problemi legati a questa caratteristica continuarono la diffusione di questa specie che divenne importante anche per lo sport venatorio. Oggi il coniglio selvatico lo troviamo diffuso in Europa (dal Portogallo al Mar Nero) nelle Isole Britanniche, in Norvegia, nelle isole del Mediterraneo e in Africa nord occidentale. I grossi problemi si ebbero con l introduzione del coniglio in zone come l Australia, la Nuova Zelanda e il Cile dove a causa dell isolamento geografico dal continente euroasiatico, si è avuto un evoluzione della fauna selvatica completamente indipendente che ha fatto sì che non esistessero predatori naturali che ne limitassero lo sviluppo. A causa di ciò, il coniglio selvatico ha trovato le condizioni ottimali per riprodursi e colonizzare vastissime aree divenendo un vero flagello per l agricoltura. Purtroppo quello che si ricorda è solo la sua capacità devastante e la sua adattabilità alle più diverse condizioni ambientali, ed è per questo che non si pensa di tutelarlo dal punto di vista faunistico. Caratteristiche Il coniglio selvatico in natura è un erbivoro, vivace, molto attivo e con abitudini crepuscolari notturne che permettono tra l altro una