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2 IL CARRO AUTOMOTORE Oggi nessuno si meraviglia vedendo passare un automobile, si è così inserita nella nostra vita da esserne diventata parte integrante. Scherzando, è entrata persino nel fantastico mondo preistorico dei Flintstones. La realtà è che l automobile (a benzina) è nata poco prima del 1900, affermandosi poi nei primi anni del XX sec. Ho pensato di riassumere in poche righe, le notizie trovate nelle mie letture sulla storia del veicolo auto-mobile e del relativo apparato motore dai primordi al 1900, scoprendo che, spesso, anche i grandi inventori hanno riciclato idee altrui. Naturalmente cito solo i passaggi principali e uso i modellini in mio possesso o da me realizzati per illustrarne le pagine. La ruota, nella sua apparente semplicità, è di certo tra le conquiste più importanti dell umanità, viste le tantissime varianti e applicazioni; una lunghissima storia breve solo nel racconto: dal tronco che rotola, passando per il tornio dei vasai, alla ruota. Le più vecchie immagini di carri con ruote risalgono ad oltre 3000 anni A.C.e le dobbiamo all antico popolo dei Sumeri. >>>> Per millenni, l unico mezzo di trasporto su terra, è stato il carro trainato da animali, di cui è un esempio recente il nostro caratteristico carretto. Nella mente umana, però, hanno sempre viaggiato immaginari veicoli semoventi, ad un certo punto la pura fantasia cede il posto a qualcosa di più concreto. Antichi testi descrivono strane macchine (raramente reali): spinte dal vento, da meccanismi a molla o dalla forza umana, che se realizzate, forse riuscirono a fare qualche metro, ma così complicate nell uso e con un tale spreco d energia da risultare svantaggiose. << Nel 1335 Guido da Vigevano, presenta al Re Filippo VI di Francia, dei disegni di macchine da guerra destinate alle crociate, fra cui un improbabile mulino a vento auto-mobile in cui il movimento, dato dall energia eolica viene trasmesso alle ruote. A bordo dei soldati e all interno altri uomini che, a forza di braccia, avrebbero dovuto supplire ad una eventuale mancanza di vento. Intorno al 1500 troviamo progetti più realistici, ma con incerte fonti di energia. 1

3 Tra le tante invenzioni teoriche di Leonardo >> da Vinci, spicca una macchina semovente, di cui non è ancora chiaro il funzionamento del meccanismo. In apparenza sembra ricavare forza da una molla a balestra. < Simon Stevin nel 1600 fa realizzare, per Maurice di Nassau-Orange, futuro re d Olanda, un veliero terrestre con ruote che spinto dal vento, senza alcun sistema meccanico, percorse 70 Km in 2 ore e con 28 persone a bordo, sulle infinite spiagge olandesi; il ritorno?.. L ENERGIA DEL VAPORE Già nel I sec.d.c. ERONE d Alessandria, era incuriosito dal vapore e osservava che il getto, dovuto alla sua espansione, faceva < girare una sfera cava o che alternando > espansione e condensazione in un recipiente chiuso e con un gioco di contrappesi, si potevano aprire e chiudere le porte di un tempio. Non sappiamo se mise mai in pratica le sue teorie. Solo nella seconda metà del 17 sec si inizia a sfruttare la forza vapore, con i sistemi a depressione realizzati da T. SAVERY per aspirare l acqua >>> infiltratasi nelle gallerie delle miniere inglesi di carbone. < T. NEWCOMEN nel 1705 progetta nuove pompe con parti in movimento. Fa la sua comparsa il pistone. Aumentano il rendimento e l efficacia, ma sono ancora strutture grandi, costose che sono e restano solo delle pompe. 2

4 La svolta epocale arriva nel 1775 con le nuove soluzioni tecnologiche ideate e messe in pratica da James WATT. >>> Tra tutte, quella che cambiò in modo radicale l utilizzo del vapore ed anche la più evidente, fu il gruppo biella/volano (ricompare la ruota). La spinta prodotta dal pistone viene trasferita, tramite bilanciere, al volano che trasforma il moto rettilineo/alternato in rotatorio. Nasce il primo vero motore (a vapore), fonte di movimento continuo che può essere facilmente applicato a qualsiasi macchina operatrice. Stabilì inoltre l unità di misura per il calcolo della potenza, chiamata proprio Watt, usata ancora oggi. Il motore fisso di Watt moltiplicò le applicazioni del vapore, portando ad uno sviluppo esponenziale dell industria nei più svariati settori. Fu l inizio della Rivoluzione industriale inglese. Anche se per collegare il volano alla ruota motrice passarono alcuni decenni, la creatività dell uomo ci mise poco a pensare la forza del vapore in funzione di possibili veicoli auto-mobili: ecco alcuni esempi tra i più noti. Questo carro, attribuito a NEWTON > (1680) mette in pratica la sua terza legge fisica che cita: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria: in questo caso l effetto di reazione dovuto al getto di vapore in pressione, muove il mezzo. << VERBIEST (1680 circa) realizza l Eolipila, che è un giocattolo (non un vero veicolo) realizzato per l imperatore bambino della Cina. Il getto di vapore spinge le pale di una primitiva turbina che, tramite ingranaggi, trasmette il moto alle ruote. 3

5 Il primo veicolo auto-mobile (documentato), che riuscì a percorrere una certa distanza, fu un progetto militare per il trasporto di artiglieria, realizzato dal francese << Nicholas CUGNOT (1769). L autonomia non superava i 10/15 minuti; niente freni, manovrabilità e stabilità praticamente nulli, dato che la meccanica, compresa la caldaia, gravava tutta sopra l unica ruota anteriore motrice e sterzante. Per questo, fu anche il protagonista del primo incidente automobilistico della storia: distrutto contro un muro il primo esemplare, ne fu costruito un secondo che è tuttora conservato al museo delle arti e mestieri di Parigi. Ma è in Inghilterra che il motore a vapore suscita il massimo interesse. <<William SYMINGTON(1786) prova su strada una carrozza con un grande motore a vapore e trasmissione a barra dentata. Però ne la struttura ne la meccanica, reggevano le forti sollecitazioni. Deluso, Symington abbandonò i veicoli terrestri per dedicarsi alla costruzione dei primi battelli fluviali a vapore. Il 1800 I primi anni del 19 secolo, videro la comparsa di veicoli auto-mobili via via più efficienti e la loro lenta, continua, evoluzione. < RichardTrevithick, in contrasto al pensiero corrente che lo riteneva molto pericoloso, aumentò la pressione delle sue vaporiere. In questo modo riuscì ad aumentare la potenza dei motori e, nello stesso tempo, ridurne le dimensioni. Dal 1801 realizzò le prime semplici locomotive, usate vicino alle miniere di carbone ed alcuni veicoli stradali,fra cui una curiosa carrozza a motore dalle < ruote altissime. 4

6 L Oruktor Amphibolis, descritta da Evans> (USA) nel 1805, era una draga a vapore modificata con ruote per potersi muovere sia su terra che in acqua, ma non ho trovato dati sul reale funzionamento. In Inghilterra, cominciano a vedersi sulle strade grandi veicoli che però stentano ad affermarsi per la diffidenza della gente verso questi mostri sbuffanti. Infatti sui veicoli a vapore l ingombrante caldaia era, quasi sempre, a ridosso ed il motore addirittura sotto l abitacolo, per cui i possibili e frequenti guasti tecnici mettevano a rischio l incolumità dei passeggeri. Dal 1820, iniziarono regolari collegamenti tra le maggiori città inglesi. << David Gordon (1824), ipotizzando che le normali ruote motrici potevano non avere una presa sicura, sviluppò uno strano sistema di trazione, che usava delle zampe meccaniche. Questa soluzione fu subito abbandonata perché complicata, lenta, rumorosa e in più distruggeva le strade in terra battuta. Walter Hancock, ^^^ ^^^Sir Gol dsworthy Gurney e William Church furono gli altri artefici del passaggio dalle carrozze a cavalli a quelle a con i cavalli vapore. Nel 1827 circa, l ingegnere francese <O. Pecqueur progetta e realizza il differenziale, elemento fondamentale della trasmissione, che consente la distribuzione del moto, in curva, alle ruote dello stesso asse. 5

7 I legislatori inglesi del tempo, notoriamente conservatori, contribuirono in modo pesante a frenare l uso degli autoveicoli, con restrizioni tasse e pedaggi stradali (imposti su pressione delle grandi compagnie di carrozze a cavalli) e lasciando, di fatto, il monopolio alla trazione animale. Il Locomotive act del 1861, ad esempio, fissava in 8 km/h la velocità massima consentita in città e 16 fuori dall abitato e, se non bastasse, alcune amministrazioni locali limitavano anche le ore durante le quali questi veicoli potevano circolare. Il contemporaneo sviluppo della rete ferroviaria, più comoda e sicura, rallentava ulteriormente la diffusione del trasporto meccanico su strada. Nel 1860, la produzione dei motori a vapore era in massima parte, destinata all uso fisso nelle industrie ed ai trasporti pesanti: treni e navi. Il trasporto stradale a motore, trovò terreno fertile nelle regioni inglesi dove non arrivava la ferrovia e strano a dirsi, in ambito urbano poiché, nonostante tutti i limiti, era sempre più rapido dei carri a cavalli. Per cui si realizzarono veicoli più piccoli e leggeri per il trasporto passeggeri e merci a breve raggio. << Thomas Rickett, nel 1858, costruì per il marchese di Stafford, un veicolo a tre ruote che somigliava più ad una locomotiva che alla classica carrozza. Con le dovute differenze, può essere considerato tra i primissimi esempi del concetto moderno di automobile per uso individuale. Nonostante gli ostacoli, il numero dei veicoli a motore continuava ad aumentare, ma i politici non demordevano, anzi nel 1865 le restrizioni furono ulteriormente inasprite con la Red Flag Act, che imponeva un limite di 6,4 km/h fuori città e solo 3.2 km/h nei centri abitati. Ciliegina sulla torta: un uomo con una bandiera rossa doveva precedere a piedi i veicoli a motore. Questa legge, abrogata ufficialmente solo nel 1896, contribuì ad escludere l Inghilterra dal primato, sia tecnologico che numerico per la motorizzazione. In Francia, il primo servizio di trasporto pubblico viene inaugurato solo nel 1835, grazie al treno stradale di Charles DIETZ >>> 6

8 Il governo francese, molto più aperto, nel 1861 autorizzò la libera circolazione dei veicoli a motore, fatto che spinse diversi costruttori a produrre per il trasporto civile, oltre che per il commerciale, già abbastanza affermato. Amedèe BOLLEE, dal 1873, avviò la produzione di una serie di veicoli stradali, che essendo più evoluti e maneggevoli dei precedenti ebbero dei nomi significativi: <La Manchelle (mansueta), la Rapide (rapida), l Obeissante(obbediente) etc. Queste macchine avevano uno schema meccanico molto più simile alle auto moderne: ad esempio il motore (solo i cilindri) anteriore, ma con la grossa caldaia dietro, sospensioni a ruote indipendenti, trasmissione ad albero con differenziale e finale a catena. Leon Serpollet, specialista del vapore (a cui resterà fedele fino al 1907, data della sua scomparsa), oltre a realizzare i propri veicoli fornisce i suoi motori ad altri. Il crescente successo degli autoveicoli attira e conquista anche Armand Peugeot > che nel 1889 entra nel mondo dell auto con dei tricicli con motore Serpollet, ma presto lascia il vapore e passa al motore a ciclo Otto. DeDion - Bouton -Trepardoux, sono tra i maggiori produttori di veicoli a vapore, Trepardoux, scettico, lascerà la società quando i soci si orienteranno verso il motore a scoppio. <<Dog kart Victoria >> La Marquise >> Nei primi anni del 900, il vapore tocca il massimo dell evoluzione nell ambito del trasporto stradale ed avrà ancora il suo ruolo fino al 1920/30, ma resterà competitivo, anche in seguito, nella ferrovia. 7

9 Sempre più spesso si sente il motore a benzina, anche se rumoroso, inaffidabile, sporco e con una manutenzione complicata e continua. IL MOTORE A COMBUSTIONE INTERNA (a scoppio) Nella seconda metà dell 800, come già detto, battè i primi colpi il motore a scoppio che, però, solo all inizio del XX secolo comincerà a affermarsi. Come tutte le invenzioni non fu il lampo di un genio, ma la somma di studi ed esperimenti, sia teorici che pratici, di uomini che riuscirono a realizzare le proprie idee di pari passo con il progresso della tecnologia. L esperimento base si fa risalire al 1780 quando A.VOLTA provoca, con una scintilla elettrica, l accensione e la seguente espansione rapida del gas contenuto in una bottiglia di metallo, facendone saltare il tappo. Questo strumento fu detto (per il botto) Pistola di Volta. >> Fin dai primi anni dell 800, sfruttando questo principio si tentò di sviluppare meccanismi capaci di produrre movimento. << Lo svizzero Isaac DE RIVAZ (1802) costruì un motore con un cilindro lungo quasi quanto un cannone, il cui unico scoppio spingeva la lunga barra dentata in modo così rapido che era impossibile sfruttarla. La fase utile, era il ritorno lento dato dal vuoto (per raffreddamento) nella camera di scoppio e dalla pressione atmosferica. A questo punto si inseriva il verricello che tirando la corda, avvolta in precedenza sull asse, faceva avanzare il veicolo per una distanza equivalente. Provati vari combustibili: polvere da sparo, idrogeno e polvere di carbone. Luigi DE CRISTOFORIS, nel 1841 descrive un motore a miscela di aria e nafta. A Eugenio BARSANTI e Felice MATTEUCCI > (italiani) va il merito di aver realizzato, nel 1854, il primo motore a Combustione Interna (gas) con ciclo a due tempi, che girava regolarmente. Costruirono diversi prototipi, anche a due pistoni. La ricerca fu interrotta per la morte di Barsanti. Nonostante i brevetti fossero stati presentati anche in altri stati europei, tutto cadde nel dimenticatoio. A metà 800, la penisola Italiana era suddivisa in stati più piccoli, ad economia prevalentemente agricola, per cui c erano le idee, ma mancavano sia la mentalità che il potenziale industriale che potesse sostenere tale novità. Il contrario avveniva nei grandi stati europei, dove le nuove tecnologie trovavano 8

10 un maggiore riscontro sia culturale che economico A livello internazionale, è più citato Etienne LENOIR che, alcuni anni dopo, presenta un motore simile a quello italiano e addirittura meno efficiente. Data la scarsissima potenza, risultò insufficiente su un veicolo, ma con il sostegno economico dello stato francese fu prodotto in piccola serie, per uso fisso. Nel 1860 il francese A. BEAU DE ROCHAS descrisse, solo teoricamente, il ciclo a 4 tempi che in seguito fu ripreso e brevettato da August OTTO il quale, insieme a Carl E. LANGEN, nel 1876 iniziò la produzione di motori industriali, che usavano come combustibile il gas per illuminazione. Sembra che l inventore austriaco Sigfried Markus abbia realizzato nel 1870, un primitivo motore a benzina, di cui però si è quasi persa la memoria. A causa delle sue origini ebree, i nazisti distrussero tutto ciò che lo riguardava, sono conosciuti in vari stati 131 suoi brevetti, ma nessuno per un motore. Fortunosamente è giunta a noi la sua seconda macchina datata 1888/89. L italiano Enrico BERNARDI perfeziona il carburatore e nel 1882 realizza un piccolo motore a benzina (forse il primo), provato prima su una macchina per cucire e poi applicato ad un piccolo mezzo, quasi un monopattino, che fu presentato alla esposizione di Torino nel Solo nel 1894, entrò in produzione un vero veicolo Bernardi. Sempre nel 1884, in Francia, Eduard Delamare -Deboutteville mise su strada il suo carro sperimentale con motore a gas, per lo scarso risultato passò all olio combustibile, pare con esiti migliori. <<A Karl BENZ è storicamente riconosciuto il merito di aver costruito la prima automobile a benzina. Infatti dopo aver lavorato sui motori a gas stazionari, nel 1886 costruì il suo triciclo con motore a benzina in cui, per la prima volta, il telaio del veicolo ed il motore erano progettati e costruiti uno in funzione dell altro, non una normale carrozza con applicato un motore. Durante la prima uscita su strada della vettura, che non aveva un vero serbatoio del carburante, il motore si spegneva dopo poche decine di metri, mentre il figlio correva dietro al mezzo per il rabbocco, suscitando ilarità e sfiducia nel pubblico presente ed abbattendo il morale dello stesso Benz. Al contrario, grande risonanza e quindi pubblicità al veicolo venne dal colpo di testa della moglie di Benz : Berta. 9

11 Per superare i timori del marito, una mattina, prese a sua insaputa, una delle nuove vetture > e con i figli, fece un viaggio di un centinaio di chilometri fino al paese dei genitori, avvisando Benz a cose fatte. Una curiosità: in quel periodo la Benzina, ottenuta dal petrolio nel 1834, era ancora poco conosciuta ed era venduta nelle farmacie. Contemporaneamente Gottlieb DAIMLER, insieme a Wilhelm MAYBACH, prova il suo motore su un < telaio in legno con due ruote, la prima moto con motore a C.I. Lo stesso motore è poi montato su una carrozza modificata. >>>>>>> Il brevetto per il ciclo a 4 tempi che N. OTTO aveva registrato, di fatto, bloccava le iniziative di Benz e di Daimler, ma dopo un azione legale questo fu revocato poiché era già stato descritto da Alphonse Beau de Rochas. Senza più ostacoli burocratici, inizia la produzione di autoveicoli a benzina. Nonostante la paternità negata, ancora oggi, il motore a 4 tempi continua ad essere definito a ciclo Otto. Mentre Benz costruiva veicoli completi, Daimler vendeva anche i soli motori e nel 1889, dopo la esposizione universale di Parigi, cedette la licenza alla francese PANHARD & LE- VASSOR >>>>> che oltre a fabbricare i propri veicoli, fornì i motori ad altri marchi al loro esordio; da qui comincia la rincorsa e poi il sorpasso della Francia sulla Germania per la produzione di automobili. In questa fase il motore a combustione interna perde nettamente il confronto, per prestazioni e affidabilità con quello elettrico e soprattutto con il vapore, basta dire che a superare per primo il muro dei 100 Km orari fu, nel 1899, Camille Jenatzy con una macchina a motore elettrico << la Jamais Contente e che nel 1902 fu una Serpollet a vapore, detta Uovo di Pasqua per la forma, che superò il limite dei 120 Km orari. 10

12 Ma torniamo alla ruota, parte indispensabile dell automobile. In questo periodo è ancora del tipo carrozza, in legno o ferro e nel migliore dei casi con una spessa fascia esterna di gomma piena e dura. L inglese John B. DUNLOP inventa nel 1888 la ruota pneumatica, ma dopo un paio d anni, la titolarità del brevetto viene revocata, perché già presentato nel 1845 da Robert W. Thomson che però non lo produsse perchè troppo costoso. Il pneumatico di Dunlop, anche se innovativo, aveva un difetto: era incollato al cerchio e per cambiarlo occorrevano oltre tre ore per smontare e incollare la nuova gomma e sei ore per asciugare. A questo problema pose rimedio Eduard MI- CHELIN che nel 1891 inventò il copertone smontabile, prima prodotto per le biciclette, poi per le carrozze a cavalli rendendole molto più silenziose e solo a fine secolo arriva il turno dell automobile. Nel 1895, lo stesso Michelin allestì la prima macchina (telaio Peugeot e motore Daimler) con le nuove gomme, detta l Eclair >> (fulmine) non perché era velocissima, ma per l andatura oscillante data dalle nuove gomme. Iscritta ad una gara, i f.lli Michelin dovettero guidarla di persona perché i meccanici avevano paura a portarla su strada, vista anche la facilità con cui si rompevano i raggi delle ruote. < Benz e Daimler furono i pionieri dell automobile in Germania, seguiti da Wilhelm Maybach e August Horch che, avendo lasciato la sua prima società e non potendo più usare il suo cognome (in tedesco è una voce particolare del tradusse in latino e nel 1910 nacque la AUDI >>> verbo ascoltare), lo 11

13 Gli eredi di Adam < OPEL, che costruiva macchine per cucire, nel 1899 producono la prima automobile, frutto di un accordo con Lutzman, in seguito su licenza Darracq. La fabbrica di biciclette ADLER, nel 1899 inizia a produrre motociclette e, dal 1900, automobili. Mentre Leon Serpollet restava fedele al vapore, la Panhard & Levassor iniziò in Francia, la produzione di serie con i motori costruiti su licenza tedesca. Nacquero così le aziende che fecero della Francia il primo produttore di auto: Panhard & Levassor, Darracq, Peugeot, DeDion-Bouton, Decauville, Berliet, Clement & Bayard, <Renault, Delahaye > ed altre che in seguito chiusero, mentre ne nascevano di nuove. In Inghilterra, patria del vapore, Daimler GB e Napier fecero da apripista. Nell Italia di fine 800 pochi nomi (quasi tutti scomparsi) e piccolissimi numeri: <<< Bernardi/Miari & Giusti, E. Bianchi, Prinetti&Stucchi, Marchand, Welleyes, Fiat. Nel nuovo secolo l automobile diventerà più affidabile e semplice da usare grazie alle nuove tecnologie e ai nuovi componenti ed accessori. L impianto d illuminazione che prima era ad acetilene (come le vecchie lampare), diventa elettrico; la manovella lascia il posto al motorino di avviamento (prima ad aria compressa e poi elettrico); i freni, che in principio erano solo sulle ruote posteriori o addirittura sulla trasmissione, vanno sulle 4 ruote che a loro volta passano dalla gomma piena al pneumatico etc. L AUTOMOBILE IN ITALIA Nell 800, nei vari stati indipendenti della penisola qualche industria usava il vapore, ma il veicolo auto mobile era quasi sconosciuto, noti solo singoli casi. Uno di questi piuttosto arcaico, detto la cavalletta, fu provato nel 1830 da Luigi Pagani, che costruiva motori per l industria, ma a paragone dei veicoli inglesi dello stesso periodo era in ritardo di 50 anni.> 12

14 D'altronde, per l epoca, era superata anche la carrozza a motore realizzata da < Virgnio Bordino nel 1850, che ancora è conservata al museo dell auto di Torino. Pietre miliari per la ricerca sul motore a combustione interna furono gli studi di Eugenio Barsanti e Felice Matteucci. Tra il 1851 e il 64, realizzarono i primi motori a scoppio (2t a gas) che giravano con regolarità, studi ed esperimenti purtroppo interrotti per la morte di Barsanti. L ingegnere Enrico Bernardi studia il motore Barsanti-Matteucci, sviluppa il carburatore e perfeziona sia il differenziale che il sistema di sterzo, per compensare la differenza dell angolo di raggio delle ruote direttrici. Nel 1880 realizza il primo motore 4t a benzina (prima di Benz) che prova prima su una macchina per cucire e poi su un piccolo mezzo a tre ruote, presentato nel 1884 alla esposizione internazionale di Torino, ma un vero veicolo viene costruito solo dieci anni dopo. La produzione industriale inizia con ritardo. Nel 1894 solo due fabbriche operavano in Italia, la Costruzioni Meccaniche di Saronno che assemblava in Italia gli autoveicoli Peugeot e la Miari & Giusti di Padova che costruiva il triciclo BERNARDI, prima automobile italiana di serie. >>> Michele Lanza,(fa candele di cera) appassionato di macchine, nel 1895 registrò la sua marca, ma fece solo pochi prototipi; fu tra i fondatori della Fiat, ma dubbioso si ritirò quando G.B.Ceirano, unico tecnico competente, venne tenuto fuori dalla società. Gli subentra Giovanni Agnelli che acquisisce una parte della sua quota, ma poi con giochi poco ortodossi si sbarazza degli altri soci arrivando al controllo della società. Edoardo Bianchi che fabbricava biciclette, nel 1897 mise in cantiere un triciclo con motore De Dion che, montando dei pezzi a richiesta, diventava a quattro ruote; dal 1902 iniziò la produzione di vetture con motori propri. La Marchand, nel 1899 produce macchine su licenza Decauville guadagnandosi fama di qualità; avrà la medaglia d oro come migliore macchina prodotta in Italia. Ma il nome, che tra tutti, ha dato slancio alla produzione di automobili in Italia è quello dei f.lli CEIRANO: Gio- 13

15 vanni Battista, Giovanni, Matteo, Ernesto e Giovanni detto Ernesto (figlio di Giovanni), personaggi oggi sconosciuti ai più. Per capire il ruolo che ebbero nella diffusione dell' automobile in Italia, basta dire che dalla loro passione e dalle loro iniziative individuali nacquero, direttamente o indirettamente, una decina di marche. La CEIRANO&C di Giovanni Battista, nel 1898, produce biciclette nella rimessa di un palazzo dove abita il giovane Vincenzo LANCIA che conquistato dalla meccanica sarà assunto come contabile poichè il padre, piccolo industriale, non accettava un figlio meccanico; diventerà uno dei migliori costruttori di automobili. Progettata un automobile marca Welleyes, ci si rende subito conto che la piccola officina non può soddisfare le richieste, per cui due dei finanziatori, E. Cacherano di Bricherasio e C. Goria Gatti, cercano altri soci e fondano una nuova società che rileva tutto: progetti, tecnici e attrezzature; nasce, nel 1899 la F. I. A. T. :::: Fabbrica Italiana Automobili Torino. < Del primo modello ne furono prodotti 26 esemplari. G.B.Ceirano, escluso dalla società fin dall inizio, lascia la FIAT nel Le creature dei Ceirano: Welleyes, G.Ceirano & C, F.lli Ceirano, G.G.Ceirano, Junior, S.T.A.R Rapid, Fabbr. Automobili Ceirano, ITALA, S.C.A.T., S.P.A.>> Il marchio ITALA, di M. Ceirano, è rimasto nell epopea eroica dell automobile, con la vittoria di Alessandro Cagno, alla prima < Targa Florio nel 1906, inventata e finanziata da Vincenzo Florio, in una Sicilia totalmente priva di strade degne di questo nome. Ancor di più nel 1907, quando il giornale francese Le Matin, indisse la Pechino-Parigi: km attraverso deserti, montagne e steppe, della quale fu protagonista assoluta la Itala 35/45 con l equipaggio formato dal principe Scipione Borghese, il meccanico Ettore Guizzardi ed il giornalista Luigi Barzini. Il durissimo raid fu portato a termine in 60 giorni, il secondo concorrente arrivò dopo altri 20 gg. Vincenzo LANCIA, tecnico, collaudatore e pilota, nel 1906 lascia la Fiat e nel 14

16 1908 presenta la sua prima automobile: la Alfa (prima lettera dell alfabeto greco per la prima macchina), negli anni 20 inventa la carrozzeria autoportante, utilizzata per la prima volta sul modello Lambda. La francese Darracq assembla, a Milano, le proprie vetture che però non hanno successo, per cui cede l attività ad una nuova società locale la Anonima Lombarda Fabbrica Automobili (A.L.F.A.) che viene rilevata nel 1915 da Nicola ROMEO. Finita la prima guerra mondiale, produrrà dal 1920 le sportive ALFA ROMEO. Queste le imprese, che a cavallo del 1900, popolarono il pianeta automobile in Italia, alcune con un solo prototipo altre con un singolo modello, ma ognuna di loro lasciò il proprio piccolo contributo tecnologico ed estetico :::: Miari&Giusti (Padova); Michele Lanza (Torino); Edoardo Bianchi (Milano); Prinetti&Stucchi (Milano); Ceirano Welleyes (Torino); Marchand (Milano); 1899 F.I.A.T (Torino); Isotta-Fraschini (Milano); Adami (Firenze); Florentia (Firenze); Ausonia -elettrica- (Milano); S.T.A.R. Rapid (Torino); Junior(Torino); Itala (Torino); Otav (Milano); Sal-Esperia (Bergamo); Aquila Italiana (Torino); Zust (Milano); Diatto (Torino); Alba (Trieste); 1906 Lancia (Torino); <<F.I.A.L. (Legnano); S.P.A (Torino); S.C.A.T. (Torino); A.L.F.A. (Milano); Chiribiri (Torino);. L AUTOMOBILE CON MOTORE ELETTRICO Un minimo approfondimento merita anche l automobile elettrica che, al contrario di quanto si pensi, è nata prima di quella con motore a benzina. Anche in questo caso c è il contributo di Alessandro Volta che, nel 1800, aveva inventato l antenata della pila elettrica. In seguito, dalle ricerche sull elettromagnetismo di Faraday ed Ampère, nascono i primi rudimentali motori elettrici. Tra il 1832 ed il 1839 compaiono i primi prototipi elettrici sperimentali, dovuti allo scozzese Robert Anderson ed all olandese Strating che progettò un veicolo, 15

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