PROGETTO ESECUTIVO 2016

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "PROGETTO ESECUTIVO 2016"

Transcript

1 Città Metropolitana di Napoli Area Pianificazione Territoriale, Urbanistica, Sviluppo-Valorizzazione e Tutela Ambientale Direzione Pianificazione Territoriale Urbanistica Intesa Istituzionale di programma APQ "Infrastrutture per i sistemi urbani" III protocollo aggiuntivo PROGETTO ESECUTIVO 2016 RESTAURO E RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE DELLA RISERVA NATURALE STATALE "CRATERE DEGLI ASTRONI" Ripristino della funzionalità della strada principale di percorrenza della riserva e consolidamento del versante interno del cratere Elaborato R4.1 Integrazione Studio di Compatibilità Geologica e valutazione della pericolosità residua Progettazione: arch. Paolo Antonucci geol. Stefano Giannino dott. Renato Mantovani ing. Antonio Peluso arch. Michele Russo dott. Fortunato Sgariglia Consulenze: aspetti architettonici, storici, ambientali arch. Vincenzo Russo con arch. Giorgio Castiello (indagini storiche) Il Dirigente dott. Giacomo Ariete Il responsabile del procedimento arch. Valeria Vanella aspetti geologici, geotecnici, idrogeologici geol. Paolo Maria Guarino con geol. Antonio D'Errico (aspetti geologici) aspetti botanici, ecologici, forestali e ingegneria naturalistica dott. Riccardo Motti Dipartimento di Arboricoltura, Botanica, Patologia vegetale - Facoltà di Agraria - Università degli Studi di Napoli "Federico II" con ing. Marco Esposito (interventi di ingegneria naturalistica e tecniche a basso impatto)

2 PREMESSA Il progetto Restauro e riqualificazione ambientale della Riserva naturale statale - Cratere degli Astroni, indicato con il codice SU3-NA02 e finanziato nell ambito dell Accordo di Programma Quadro Infrastrutture per i sistemi urbani, 3 Protocollo Aggiuntivo Tabella 1 Infrastrutture sociali, sottoscritto tra il Ministero dell Economia e delle Finanze e la Regione Campania, vede quale ente attuatore la Città Metropolitana di Napoli (ex-provincia di Napoli). Il Progetto ha come obiettivo il Ripristino della funzionalità della strada principale di percorrenza della Riserva naturale statale - Cratere degli Astroni con interventi di consolidamento del versante interno del cratere finalizzato a garantire le attività di sorveglianza, gestione e manutenzione della riserva. Le ipotesi che rispondono agli obiettivi del progetto, in riferimento ai risultati delle analisi che hanno investito diverse componenti (storiche, paesaggistiche, geologiche, ambientali e vegetazionali, normative, gestionali), devono necessariamente coniugare e sintetizzare le diverse problematiche emerse. In tale ottica le scelte progettuali sono state finalizzate alla riconfigurazione storica della sede stradale e alla realizzazione di opere di mitigazione del rischio, laddove attualmente insistono condizioni di pericolosità connesse alla presenza di dissesti sia lungo la strada che lungo le aree di versante. Il progetto, nella redazione esecutiva 2016, rappresenta lo sviluppo di quello approvato con Delibera di Giunta n. 912 del , e sospeso nel 2010 fino al rilascio del nulla osta da parte della Regione Campania. A seguito del suddetto nulla osta si è messo in atto un aggiornamento di quanto predisposto nel 2009, pervenendo nel 2014 ad una riconferma delle scelte progettuali e ad una revisione dei costi delle opere. Prima di procedere all approvazione del progetto 2016 si è ritenuto di dover ulteriormente rivalutare gli elaborati di computo in relazione al tempo intercorso ed all attuale stato dei luoghi, in quanto: - l aggiornamento tariffario al prezzario Campania 2015 porta inevitabilmente ad un ulteriore incremento dei costi del progetto; - la complessa e veloce evoluzione morfodinamica dell area oggetto di intervento, resa ancor più incontrollata dall assenza di manutenzione, rende necessario incrementare le voci relative a: - pulizia della vegetazione infestante dei manufatti e dei versanti, - verifica e abbattimento di ulteriori alberi a rischio schianto, anche in relazione alle già previste opere di disgaggio, - pulizia dall accumulo di detriti derivanti dalle azioni di disfacimento naturale. Ciò premesso si è proceduto alla rideterminazione dei costi del progetto addivenendo alla conclusione che potranno essere confermati gli interventi già previsti nel Progetto Esecutivo 2009 vale a dire:

3 Riconfigurazione architettonica-storica dello stradello e delle relative opere d arte -Riconfigurazione del piazzale, dello stradello e del passeggiatoio -Ripristino della gaveta -Ripristino degli inghiottitoi e dei ponticelli -Recupero delle murature esistenti e realizzazione nuove murature Consolidamento dei versanti a valle della strada -Interventi di ingegneria naturalistica: palificate vive doppie e piantagioni Difesa dei versanti dai fenomeni franosi a monte della strada -Costruzione di un muro di sostegno e recupero parziale del barbacane a ridosso del piazzale -Interventi di ingegneria naturalistica: gradonate e viminate (barriere vegetali) -Operazioni preliminari di disgaggio banchi di tufo -Interventi di consolidamento dei banchi di tufo -Realizzazione delle opere di difesa passiva con barriere paramassi (limitatamente ad alcune aree*) Interventi sulla vegetazione nelle aree interessate dalle opere di progetto -Abbattimento di alberi a rischio di schianto -Operazioni di rimonda del secco e alleggerimento della chioma -Operazioni di eliminazione dell edera -Eliminazione della vegetazione arbustiva e arborea *L importo attuale del progetto, non consente invece la totale realizzazione delle opere di difesa passiva con barriere paramassi come previsto dal Progetto Definitivo ed Esecutivo Queste ultime, nel Progetto Esecutivo 2016, saranno previste solo nel solo tratto iniziale della strada prospiciente al sentiero di accesso pedonale attualmente utilizzato (settori A e B cfr elaborato R3a-b), mentre gli altri tratti, previo idoneo finanziamento, potranno essere oggetto di ulteriore approfondimento, allo scopo di una verifica puntuale dello stato dei luoghi e delle loro attuali condizioni geomorfologiche, vista la complessa e veloce evoluzione morfodinamica dei versanti oggetto di intervento e alla luce delle opere di pulizia e di consolidamento dei versanti previsti tra gli altri interventi di progetto.

4 INTRODUZIONE La presente Relazione di Compatibilità Geologica integra la precedente Relazione di Compatibilità Idrogeologica (elab.r4 del Progetto Definitivo), alla luce delle Normative di riferimento vigenti e del nuovo Piano Stralcio di Bacino per l Assetto Idrogeologico (da ora denominato PSAI) Autorità di Bacino della Campania Centrale, in cui ricade territorialmente l area oggetto di intervento. Nello specifico il nuovo PSAI adottato dal Comitato Istituzionale con Delibera n.1 del 23/02/2015 (B.U.R.C. n.20 del 23/03/2015) sostituisce i previgenti PSAI dei territori delle ex AdB Sarno PSAI 2011 e della ex AdB Nord Occidentale della Campania. Nella Relazione Generale delle Indagini Geologiche (el. R3), cui si rimanda per l approfondimento di taluni aspetti richiamati nei capitoli seguenti, vengono descritti i risultati delle indagini geologiche svolte - comprensive di una dettagliata campagna di indagini geognostiche dirette e indirette - l assetto geomorfologico, litostratigrafico e idrogeologico dell area oggetto di studio. Gli elementi raccolti nel corso delle indagini geologiche sono stati successivamente utilizzati nella scelta e nel dimensionamento degli interventi. Il progetto deve altresì essere accompagnato da uno Studio di Compatibilità Geologica (art. 36 delle Norme di Attuazione del PSAI) contenente valutazioni e verifiche sulla ammissibilità, la natura e l importanza qualitativa e quantitativa degli effetti derivanti dal progetto. Inoltre i progetti delle opere di mitigazioni del rischio, dovranno essere corredati da una valutazione della pericolosità residua a seguito degli interventi proposti e della relativa Carta della Pericolosità Residua, tenendo conto, nel caso, della sismicità dell'area secondo quanto previsto dalle Norme tecniche per le Costruzioni e dell'allegato al PSAI, denominato Carta della Pericolosità Sismica di cui all'ord.p.c.m del 28/04/2006.

5 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO Il quadro normativo di riferimento è ampio e articolato, e comprende una serie di leggi e decreti a carattere nazionale, a partire dalla Legge 18 maggio 1989 n.183 Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo, Atti di indirizzo, Direttive e Circolari e Leggi a carattere regionale. Ma per quanto riguarda la compatibilità idrogeologica delle opere a farsi, l elemento rilevante del quadro normativo è dato dal Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico dell Autorità di Bacino della Campania Centrale (PSAI). Nelle more del riordino normativo del settore della difesa del suolo e della conseguente riorganizzazione in ambito regionale, la Regione Campania, con D.P.G.R.C. n. 143 del 15/05/2012 (B.U.R.C. n. 33 del 21/05/2012), in attuazione dell'art.52, comma 3., lett. e), della L.R. n.1 del 27/01/2012, ha disposto l'incorporazione dell'autorità di Bacino Regionale della Campania Nord-Occidentale nell'autorità di Bacino Regionale del Sarno, denominandola: Autorità di Bacino Regionale della Campania Centrale. Il Piano Stralcio di Bacino per l Assetto Idrogeologico (PSAI) AdB Campania Centrale, adottato dal Comitato Istituzionale con Delibera n.1 del 23/02/2015 (B.U.R.C. n.20 del 23/03/2015) sostituisce i previgenti PSAI dei territori delle ex AdB Sarno PSAI 2011), Autorità di Bacino del Sarno (Delibera C.I. n.4 del Attestato Consiglio Regionale n.199/1 del B.U.R.C. n.74 del ) e ex AdB Nord Occidentale della Campania (Delibera C.I. n.384 del Attestato Consiglio Regionale n.200/2 del B.U.R.C. n.74 del ). Il PSAI AdB Campania Centrale, costituisce Piano Stralcio del Piano di Bacino, ai sensi dell articolo 12 della L. 4/12/1993 n. 493, e possiede, pertanto, (CFR. TITOLO 1, art. 1 delle Norme di Attuazione del PAI) valore di piano territoriale di settore. Il Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni, le norme d uso del suolo e gli interventi riguardanti l assetto idrogeologico del territorio di competenza dell Autorità di Bacino della Campania Centrale. Il PSAI persegue l obiettivo di garantire, nel territorio di competenza, un livello di sicurezza adeguato rispetto ai fenomeni di dissesto idraulico e idrogeologico, attraverso il ripristino degli equilibri idrogeologici e ambientali, il recupero degli ambiti idraulici e del sistema delle acque, la programmazione degli usi del suolo ai fini della difesa, della stabilizzazione e del consolidamento dei terreni. Il PSAI individua, all interno dell ambito territoriale di riferimento, le aree interessate da fenomeni di dissesto idraulico e idrogeologico. Le aree sono distinte in relazione alle seguenti tipologie di fenomeni prevalenti, rispetto ai quali definire i differenti livelli di pericolosità: - pericolosità per frane; - esondazione e allagamenti provocati da esondazioni di alvei naturali e artificiali. L incrocio delle informazioni relative al diverso grado di pericolosità (da frana e da alluvionamento) con quelle relative all urbanizzato determina l individuazione delle diverse classi di rischio idraulico e idrogeologico: -R1 Rischio moderato, per il quale sono possibili danni sociali ed economici marginali; -R2 Rischio medio, per il quale sono possibili danni minori agli edifici e alle infrastrutture che non pregiudicano l incolumità delle persone, l agibilità degli edifici e lo svolgimento

6 delle attività socio- economiche; -R3 Rischio elevato, per il quale sono possibili problemi per l incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi e l interruzione delle attività socio - economiche, danni al patrimonio culturale; - R4 - Rischio molto elevato, per il quale sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici e alle infrastrutture, danni al patrimonio culturale, la distruzione di attività socio - economiche.

7 PROBLEMATICHE IDROGEOLOGICHE DELL AREA DI INTERVENTO Nel Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico dell Autorità di Bacino della Campania Centrale (PSAI) l area interessata dal progetto ricade nella classe R4 (Rischio Molto Elevato) relativamente al rischio frane mentre, relativamente al rischio idraulico non sussistono condizioni di rischio, ad eccezione di un limitato settore che ricade nella classe R1 (Rischio moderato) per la presenza della falda a profondità prossime al piano campagna. (fig.2 e 3) Ai sensi dell art. 20 Norme di attuazione del Piano di Assetto Idrogeologico, nelle aree a Rischio Molto Elevato R4 sono ammesse la realizzazione di interventi di bonifica, e di sistemazione delle aree di possibile innesco e sviluppo dei fenomeni di dissesto, nonché le opere di difesa attiva e passiva. Emerge pertanto l esistenza di una problematica idrogeologica legata essenzialmente alla franosità. e per tale motivo le indagini e gli studi preliminari alla stesura del Progetto Esecutivo 2016 sono stati indirizzati alla comprensione del ruolo svolto dai diversi fattori ad essa connessi. I risultati dello studio della franosità antica e recente, i cui dettagli sono illustrati nella Relazione Generale delle Indagini Geologiche (el. R3) a cui si rimanda, sono confluiti nell'elaborazione della Carta delle frane, dei dissesti, degli scenari morfoevolutivi e dell'evento atteso (el.r3b e R3c), allegata al Progetto Esecutivo 2016, in cui sono riportati i fenomeni franosi censiti attraverso lo studio della documentazione acquisita e il rilevamento di superficie. In sintesi l'evento franoso atteso può sostanzialmente classificarsi in tre tipologie (fig.1) scivolamento di spessori maggiori di terreno e roccia madre sottostante in corrispondenza di scarpate di rilevante altezza; erosione degli orizzonti superficiali e scivolamento di terreno (subordinatamente anche di roccia madre) e alberi in corrispondenza di irregolarità morfologiche e scarpate di modesta altezza; crollo per scivolamento planare di massi di volume dell'ordine di qualche mc; (fig.1) Eventi franosi e condizioni di dissesto del versante lungo la strada interna

8 (fig.2): Stralcio Carta Rischio Frana elemento cartografico con sovrapposizione della strada interna al cratere degli Astroni oggetto di intervento. (fig.3) :Stralcio Carta Rischio Idraulico elemento cartografico con sovrapposizione della strada interna al cratere degli Astroni oggetto di intervento.

9 GLI SCENARI MORFOEVOLUTIVI e L EVENTO ATTESO Sulla base delle indagini e degli approfondimenti svolti è stato possibile suddividere l area di studio in una serie di settori, caratterizzati da un determinato assetto geomorfologico e dal prevalere di specifici processi morfodinamici. L appartenenza o meno di un area a un determinato settore è legata alla presenza di particolari fenomeni erosivi e/o di dissesto, ed anche alle caratteristiche morfologiche (energia del rilievo, acclività dei versanti) e litologiche. I limiti tra settori contigui non sono da ritenersi, naturalmente, come elementi geometrici lineari, rigidi, ma, piuttosto come delle fasce di transizione. Tali settori sono stati riportati nella Carta delle frane, dei dissesti, degli scenari morfoevolutivi e dell'evento atteso (el.r3b e R3c) SETTORE A Versanti brevi, da molto ripidi a subverticali in piroclastiti incoerenti, soggetti a crolli lungo le scarpate e allo scivolamento degli orizzonti superficiali di suolo con meccanismo di scorrimento colata. I fenomeni coinvolgono uno spessore anche > 1 m lungo i versanti dove la giacitura degli strati risulta a franapoggio (versanti a sudovest della Torre d ingresso), mentre risultano di minore entità lungo i versanti caratterizzati da una giacitura a reggipoggio e/o a traversopoggio (versanti a nordest della Torre d ingresso). Profonde lesioni sono presenti sulla strada, legate al cedimento della sottostante fondazione stradale in materiale di riporto, che raggiunge in questo settore lo spessore di 5 metri. Evento atteso: a) mobilizzazione di volumi di materiale dell ordine di pochi mc fino una decina di mc, con possibilità di invasione del piazzale e/o della strada; b) cedimento improvviso e ampio della sede stradale. Tale contesto viene graficamente esplicitato in fig. 4, nella quale sono evidenti l acclività elevata del versante (valore medio > 50 ) e la presenza di scarpate subverticali suscettibili all innesco di fenomeni franosi. (Fig. 4)

10 SETTORE B Versanti di medio sviluppo, moderatamente acclivi, in piroclastiti incoerenti, soggetti a fenomeni di erosione superficiale e allo scivolamento degli orizzonti superficiali di suolo con meccanismo di scorrimento colata di detrito. Evento atteso: a) mobilizzazione di volumi di terreno dell ordine di pochi mc, con possibilità di invasione della strada. SETTORE C Versanti di medio sviluppo, moderatamente acclivi, con improvvise balze di modesta altezza in piroclastiti incoerenti, suscettibili a crolli lungo le scarpate e allo scivolamento degli orizzonti superficiali di suolo con meccanismo di scorrimento colata di detrito. Profonde lesioni sono presenti sulla strada, legate al cedimento della fondazione stradale in materiale di riporto, che raggiunge lo spessore di 4 metri, all interno del quale sono presenti numerosi vuoti e strati scarsamente addensati. Evento atteso: a) mobilizzazione di volumi max di terreno e piroclastiti dell ordine di pochi mc, fino alla decina di mc, e accumulo generalmente lungo il versante, ma con possibilità di invasione della strada; b) cedimento improvviso e ampio della sede stradale (fig. 5) (Fig. 5) SETTORE D Versanti a sviluppo medio-lungo, da ripidi a moderatamente acclivi, con un primo sottosettore immediatamente a monte della strada, in tufo, e un sottosettore sommitale in piroclastiti incoerenti, suscettibile allo scivolamento degli orizzonti superficiali di suolo con meccanismo di scorrimento colata di detrito nel settore sommitale. Evento atteso: a) distacco di blocchi tufacei con volume dell ordine di qualche dmc e relativo accumulo sulla strada; b) mobilizzazione di volumi di materiale dell ordine di pochi mc fino alla decina di mc, con possibilità di invasione della strada.

11 SETTORE E Versanti molto sviluppati, moderatamente acclivi, con improvvise balze di modesta altezza in piroclastiti incoerenti, suscettibili a crolli lungo le scarpate e allo scivolamento degli orizzonti superficiali di suolo con meccanismo di scorrimento colata di detrito. Sono presenti lesioni sulla strada legate al cedimento della fondazione stradale in materiale di riporto, che raggiunge lo spessore di 1-2 metri. Evento atteso: a) mobilizzazione di volumi max di terreno e piroclastiti dell ordine di pochi mc, fino alla decina di mc, e accumulo generalmente lungo il versante, ma con possibilità di invasione della strada; b) cedimento improvviso della sede stradale. SETTORE F Versanti molto sviluppati, da ripidi a molto ripidi in tufo, soggetto a crolli e, nella parte sommitale, con improvvise balze di modesta altezza in piroclastiti incoerenti, suscettibili allo scivolamento degli orizzonti superficiali di suolo con meccanismo di scorrimento colata. Evento atteso: a) distacco di blocchi del volume dell ordine di qualche dmc e relativo accumulo sulla strada; b) frana da scorrimento colata nella parte sommitale, con mobilizzazione di volumi di materiale anche > 100mc, e invasione della sede stradale. SETTORE G Versanti a profilo fortemente irregolare, con un primo sottosettore, immediatamente a monte della strada, molto ripido, a tratti subverticale, in tufo molto fratturato, soggetto a frane da crollo. A monte di questo primo sottosettore, il versante è ripido, in depositi piroclastici incoerenti, con frequenti balze e scarpate anche di elevata altezza, ed è soggetto allo scivolamento della porzione più superficiale del suolo e a frane da scorrimento-colata. Evento atteso: a) crolli di volume anche > 1 mc con invasione della sede stradale; b) frane da scorrimento-colata con mobilizzazione di volumi di materiale anche > 100 mc e relativo accumulo sulla strada. SETTORE H Versanti lunghi, da moderatamente acclivi a localmente ripidi, a profilo fortemente irregolare, in depositi piroclastici incoerenti, con frequenti balze e scarpate anche di elevata altezza, soggetto a crolli lungo le pareti e allo scivolamento della porzione più superficiale del suolo e frane da scorrimento-colata. Evento atteso: a) frane da crollo-scivolamento con volumi anche di qualche decina di mc e accumulo generalmente lungo il versante; coinvolgimento marginale della sede stradale per effetto del rotolamento di massi con volume di qualche dmc, fino al mc. SETTORE I Versanti lunghi, da moderatamente acclivi a localmente ripidi, a profilo fortemente irregolare, in depositi piroclastici incoerenti con frequenti balze e scarpate anche di elevata altezza, soggetti a crolli lungo le pareti e allo scivolamento della porzione più superficiale del suolo e frane da scorrimento-colata. In prossimità della cresta, sono presenti scarpate in piroclastiti tufacee lungo le quali si attivano frane da crollo-colata e scorrimento-colata di rilevanti dimensioni che raggiungono il settore inferiore del versante.

12 Evento atteso: a) frane complesse (crollo-colata e scorrimento-colata) con mobilizzazione di volumi di terreno e piroclastiti anche > 100mc. e relativo accumulo al piede del versante senza coinvolgimento della sede stradale. SETTORE L Comprende la fascia pedecollinare, da poco a moderatamente acclive, a profilo regolare rettilineo-concavo in piroclastiti rimaneggiate e depositi eluvio-colluviali e parte del settore di piana, a morfologia regolare, subpianeggiante. Prevalgono i fenomeni connessi al ruscellamento delle acque meteoriche; assenza di fenomeni franosi e di dissesto.

13 LA FRANA DI PROGETTO Sulla base delle caratteristiche dei settori di versante individuati e dei fenomeni erosivi analizzati, è possibile ipotizzare vari tipo di intervento, nel complesso schematizzabili in opere attive, che hanno la funzione di prevenire, impedire o limitare i fenomeni erosivi, e opere passive, che hanno la funzione di mitigare gli effetti derivanti dal verificarsi del dissesto, difendendo la strada, altre strutture potenzialmente a rischio e l incolumità delle persone. La scelta del tipo di intervento da realizzare dipende da molteplici fattori, che devono tenere conto, innanzitutto del tipo di dissesto o frana di progetto e, al tempo stesso, degli effetti dell intervento sul territorio, le tecnologie utilizzabili e la necessità di ricorrere a opere a basso (o nullo) impatto ambientale. La frana di progetto comprende tre diverse tipologie di eventi-tipo: 1. scivolamento di spessori maggiori di terreno e roccia madre sottostante in corrispondenza di scarpate di rilevante altezza le scarpate principali rilevate sono state riportate nella Carta delle frane e dei dissesti - con mobilizzazione di volumi di molti mc, che in alcuni (rari) casi sono stati valutati nell ordine del centinaio di mc. 2. erosione degli orizzonti superficiali e scivolamento di terreno (subordinatamente anche di roccia madre) e alberi in corrispondenza di irregolarità morfologiche e scarpate di modesta altezza presenti diffusamente lungo tutti i settori individuati nella Carta delle frane, dei dissesti, degli scenari morfoevolutivi e dell'evento atteso (el.r3b e R3c) - con mobilizzazione di volumi compresi tra pochi dmc e la decina di mc. 3. crollo per scivolamento planare di massi di volume fino al mc o poco più; fenomeni presenti nel settore G e, subordinatamente, nei settori D e F. Fig. 6: sezione rappresentativa dell assetto geomorfologico e geologico del settore G della Carta degli scenari morfoevolutivi e dell evento atteso. A partire dal caposaldo del rilievo topografico n. 111, immediatamente a monte della strada, è presente una ripida scarpata in tufo semicoerente, costituito da alternanze di livelli cineritici e pomicei, generalmente addensati e parzialmente cementati, e subordinatamente sciolti (fig. 6). L altezza della scarpata si riduce progressivamente, procedendo verso il fondo del cratere, da oltre 15 m circa a 6 m circa. Lungo tutto il fronte, che misura circa 150 m di lunghezza,

14 è presente un diffuso quadro fessurativo, più evidente nel primo tratto, che costituisce un fattore fortemente predisponente alla individuazione e al distacco di blocchi. Infatti, i piani di fratturazione orientati all incirca parallelamente al fronte e quelli orientati obliquamente allo stesso, concorrono ad individuare blocchi di roccia di forma prismatica, della larghezza e profondità di m e altezza variabile (0.2 - > 1 m). Lo stato di fratturazione della roccia è stato oggetto di specifico studio effettuato tramite l ausilio di personale esperto in rilievi in corda. Sono state individuate quattro principali famiglie di discontinuità: K1, K2, K3, K4. Il sistema K1, con giacitura media del piano rappresentativo , rappresenta il più diffuso lungo il versante considerato; generalmente costituisce frattura di rilascio dei blocchi, ma non di scivolamento. I sistemi di fratturazione K2 e K3, con giacitura media (ben rappresentato anche nel settore orientale del fronte) e quello con giacitura media presentano andamento subparallelo al fronte, svolgendo un ruolo importante come superficie di scivolamento planare. Il sistema K4 (244 /56 ), presente anch esso nel settore orientale del versante, costituisce superficie di rilascio. Sovente le fratture si caratterizzano per l elevata persistenza (oltre 4 m) e l ampia apertura (parecchi cm). Il fenomeno atteso è dato dallo scivolamento di prismi di roccia lungo superfici di frattura subverticali parallele alla scarpata, e costituisce un evento estremamente rapido e improvviso. Non sono stati registrati crolli di dimensioni rilevanti nel corso degli ultimi anni; tuttavia, l elevata suscettibilità all innesco appare in tutta la sua evidenza anche all osservatore inesperto. Accanto a questa tipologia di dissesto, che interessa soltanto il primo tratto della scarpata in esame (crolli di modeste dimensioni risultano piuttosto rari, anche se non totalmente assenti nel tratto successivo), sono presenti altri fenomeni franosi che si attivano lungo il versante che, a partire dal ciglio della scarpata in tufo, si sviluppa verso monte fino al muro di cinta. Da un lato si osservano scivolamenti di terreno con volumi mobilizzati da pochi m 3 alla decina di m 3, che attivandosi in corrispondenza del ciglio della scarpata in tufo investono anch essi con elevata energia la strada sottostante, danneggiando in più parti la struttura realizzata in passato a difesa della strada. Dall altro lato, si osservano frane di scivolamento che si attivano nei settori più elevati del versante, mobilizzando volumi più rilevanti in piroclastiti sciolte attivandosi in corrispondenza di scarpate e irregolarità morfologiche.

15 LE SCELTE PROGETTUALI E GLI INTERVENTI PREVISTI Le scelte progettuali sono scaturite da una attenta analisi delle possibili ipotesi di intervento e sulle tecniche di consolidamento da adottare. Le considerazioni sono state fatte tenendo conto dei molteplici parametri presenti, la differente morfologia dei luoghi, la natura geologica del versante e le preesistenti tipologie di dissesto rilevate nelle varie zone interessate dal progetto e non ultima la vocazione naturalistica del sito. L intervento previsto interessa una serie di pareti a monte e a valle della strada, con inclinazione fino a circa 70, di altezza prossima ai 20 m, lungo un fronte di circa 400 m. Mentre nell area a valle della sede stradale, la presenza di versanti a minor pendenza e la presenza di materiali sciolti consente l utilizzo esclusivo di tecniche di consolidamento tipiche dell ingegneria naturalistica, diverso approccio deve essere posto nell area del versante a monte della sede stradale. L analisi oggettiva di alcuni fattori quali, l andamento sub-verticale delle pareti in alcuni tratti, l esistenza di porzioni di versante costituito da rocce lapidee con diffuse condizioni di instabilità e la preesistente presenza di vecchie strutture murarie di sostegno, renderebbero poco o del tutto inefficaci, esclusivi interventi attivi a basso impatto, propri dell ingegneria naturalistica. Si deve quindi far ricorso a tecniche integrate, ovvero a interventi strutturali di tipo passivo insieme a tecniche tradizionali (barriere paramassi in acciaio, murature di sostegno). L intervento previsto adotta soluzioni già sperimentate in simili contesti dell area flegrea, per il consolidamento di versanti instabili. GLI INTERVENTI In sintesi, gli interventi previsti nel progetto Esecutivo 2016 sono articolati in più fasi e interesseranno il ripristino della sede stradale ed il consolidamento dei versanti a monte e a valle di essa. Preliminarmente alla fase di realizzazione dei seguenti interventi, verrà eseguita una accurata operazione di disgaggio di materiale lapideo, in quei tratti di versante potenzialmente interessati da fenomeni di crollo, con conseguente interessamento della sede stradale. Successivamente, per il controllo di fenomeni locali di instabilità di non rilevante entità, verranno realizzate sigillature dei giunti e lesioni, attraverso l utilizzo di soluzioni cementizie e/o di resine. La strada sarà ricostruita seconda l originaria riconfigurazione in graniglia di roccia calcarea, con ampliamento del passeggiatoio laterale ed il restringimento della carreggiata, con conseguente spostamento dei carichi verso il lato monte a favore della stabilità. Per il miglioramento della regimentazione idraulica delle acque verrà ampliata la larghezza della canaletta stradale di cui verrà ripristinata la funzionalità idraulica. Saranno inoltre previsti interventi di recupero e ripristino delle opere murarie accessorie (inghiottitoi e ponticelli) al fine di garantire il corretto deflusso delle acque a valle della sede stradale. Per le sezioni di versante a valle della strada interessati da fenomeni di dissesto per frana da colata, il progetto prevede la realizzazione di palificate vive doppie di sottoscarpa (palificata doppia viva Vesuvio ), su una o più file di terrazzamento, realizzate con una struttura in legname tondo, costituito da un incastellatura di tronchi a formare camere frontali nelle quali vengono inserite le fascine.

16 Il dimensionamento è in relazione al volume di riporto da contenere, così come rilevato dai sondaggi effettuati sulla strada. La geometria delle palificate, determinata dalla disposizione, dalla lunghezza e dalla inclinazione dei pali, è stata progettata proprio per consentire un idoneo approfondimento dell opera di sostegno nella sezione stabile del versante. Tale opera, addossata alla sponda in scivolamento, ne costituisce un rapido e duraturo consolidamento e realizza una valida alternativa al contenimento realizzato con la muratura. Questo tipo di intervento comporta un minore impatto ambientale delle opere, una riqualificazione paesaggistica ed ambientale delle aree in erosione e l aumento della biodiversità del territorio. A completamento dei suddetti interventi si prevede una diffusa piantagione che costituisce una immediata protezione meccanica dalla corrosione e, in una fase successiva, un efficace consolidamento in profondità. Per le zone a monte della sede stradale è prevista invece l integrazione di tecniche di ingegneria naturalistica con opere di difesa passiva di tipo tradizionale, costituite da barriere paramassi in acciaio (limitatamente ai settori A e B). In virtù della vocazione naturalistica del sito, gli interventi saranno limitati esclusivamente alle sole zone in cui tali tecniche risultano indispensabili e saranno comunque previste opere di riduzione dell impatto visivo, con tecniche naturalistiche (piantagioni e barriere vegetali). In corrispondenza delle aree meno acclivi interessate da erosione di tipo superficiale a opera delle acque meteoriche e da modesti fenomeni di frana da scorrimento, si interverrà attraverso la messa in opera di gradonate, viminate (barriere vegetali). La sintesi degli interventi complessivi del Progetto Esecutivo 2016 viene riportata nella seguente tabella (Tab.1). I dettagli relativi al consolidamento dei versanti e delle opere di ingegneria naturalistica sono invece riportati nell elaborato tecnico T5 del Progetto Esecutivo 2016, a cui si rimanda. Riepilogo degli interventi complessivi del Progetto Esecutivo 2016 Riconfigurazione architettonica-storica dello stradello e delle relative opere d arte -Riconfigurazione del piazzale, dello stradello e del passeggiatoio -Ripristino della gaveta -Ripristino degli inghiottitoi e dei ponticelli -Recupero delle murature esistenti Consolidamento dei versanti a valle della strada -Interventi di ingegneria naturalistica: palificate vive doppie e piantagioni Difesa dei versanti dai fenomeni franosi a monte della strada -Costruzione di un muro di sostegno e recupero parziale del barbacane a ridosso del piazzale -Opere di difesa passiva: barriere paramassi (limitatamente ai settori A e B) -Interventi di ingegneria naturalistica: gradonate e viminate (barriere vegetali) -Interventi di consolidamento dei banchi di tufo (sigillature) Operazioni preliminari di disgaggio banchi di tufo Interventi sulla vegetazione nelle aree interessate dalle opere di progetto -Abbattimento di alberi a rischio di schianto -Operazioni di rimonda del secco e alleggerimento della chioma -Operazioni di eliminazione dell edera -Eliminazione della vegetazione arbustiva e arborea (Tab.1)

17 CRITERI PER IL DIMENSIONAMENTO DELLE OPERE DI DIFESA PASSIVA Il dimensionamento delle opere di difesa passiva si basa sulla definizione della frana di progetto,(fig.8) a sua volta derivante dalla analisi dell assetto morfologico e litostratigrafico delle aree di versante, dei processi erosivi e della franosità antica e recente. In considerazione della complessa interazione dei fattori che influenzano e controllano l attivazione dei fenomeni franosi (variazioni e eterogeneità dei terreni piroclastici coinvolti, profondità e irregolarità della superficie di rottura, variabilità delle dimensioni del volume mobilizzato, dissipazione dell energia cinetica del volume mobilizzato per la resistenza legata alla irregolarità del terreno e alla copertura boschiva ecc.) si è preferito adottare uno schema semplificato di modellizzazione delle frane, sufficiente a fornire una corretta valutazione dell ordine di grandezza del risultato atteso. Come già descritto nei paragrafi precedenti tre tipologie di evento erosivo tipo risultano talvolta presenti contemporaneamente in alcuni settori, e, segnatamente, nel settore G, che costituisce senz altro l area più complessa dal punto di vista della evoluzione morfodinamica. (fig.7) Fig. 7: il settore G da: R3.b -Carta delle frane, dei dissesti, degli scenari morfoevolutivi e dell evento atteso Schematizzazione delle tipologie di evento atteso frana di progetto: a) scivolamento traslativo di volumi di terreno fino a 100 mc. b) scivolamento traslativo di volumi di terreno fino a poche decine di mc. c) crollo di prismi tufacei del volume di pochi mc.

18 fig.8 : tipologie di evento atteso - frana di progetto Il dimensionamento delle barriere è stato effettuato in funzione dell evento atteso precedentemente descritto. (fig.9) Nel dettaglio, la valutazione analitica dell'evento atteso e del dimensionamento delle opere di difesa passiva-barriere Paramassi, sono rimandate all'elaborato Relazione Generale delle Indagini Geologiche (el. R3); Nella tabella (Tab.2) si riportano in sintesi i parametri relativi ai volumi iniziali previsti di distacco e quelli energetici finali di impatto. Frana di progetto volume iniziale di distacco Energia sviluppata dalla massa di frana Frana di progetto a 50 mc 4083 Kj Frana di progetto b 10 mc 1950 Kj Frana di progetto c 1-2 mc << 1950 Kj (Tab.2)

19 fig. 9: schematizzazione ubicazione delle barriere paramassi e dettaglio delle frane di progetto.

20 INDICAZIONI PROGETTUALI SULLE BARRIERE PARAMASSI Il dimensionamento e calcolo delle barriere paramassi in virtù della frana di progetto ipotizzata, ipotizzando nella simulazione dello scenario meno favorevole a vantaggio della sicurezza, ha condotto a una valutazione (teorica) di una energia di impatto connessa a evento franoso di circa 4000kj. Nella fase di progettazione esecutiva si è voluto tenere conto, in particolar modo, dell impatto sull ambiente esercitato dalla realizzazione di barriere che, nel caso di barriere paramassi ad elevata capacità di assorbimento, avrebbe comportato la realizzazione di opere di rilevante altezza, superiore a 4 m. In tale ottica, la realizzazione di più ordini di barriere paramassi lungo il versante può costituire una soluzione corretta e di minore impatto sul territorio, in quanto il frazionamento dell area di versante in due (o più) sottosettori, al piede di ciascuno dei quali viene realizzata una barriera paramassi, riduce la lunghezza del percorso della massa franata e quindi l energia di impatto del corpo di frana e consente la realizzazione di opere di minore impatto. Come indicato in premessa, nel Progetto Esecutivo 2016, si realizzerà quindi, limitatamente ai settori A e B, nel tratto iniziale della strada prospiciente il sentiero di accesso pedonale attualmente utilizzato, un sistema di barriere passive paramassi poste su più livelli, con la funzione di assorbire massi e frane, con capacità di assorbimento sino a 2000 KJ ed altezza di circa 4 metri. Al piede delle barriere paramassi, verranno realizzate ove possibile, delle barriere vegetali al fine di contrastare efficacemente l impatto visivo delle opere. Il particolare esecutivo 2016 relativo alla realizzazione della barriera paramassi è riportato tra gli elaborati tecnici al progetto esecutivo 2016 elaborato T5.c, mentre la loro ubicazione planimetrica* è riportata nell elaborato T5. *Si fa presente che, il posizionamento plano-altimetrico delle barriere paramassi, indicato nelle tavole suddette, potrà essere soggetto a variazione nella fase realizzativa dopo le operazioni di pulizia del versante e di ulteriore verifica puntuale dello stato dei luoghi, in quanto ampiamente soggetti, per la loro morfologia e tipologia, a consistenti modifiche in tempi relativamente brevi. Inoltre, si dovrà verificare se dette modifiche influenzano anche l accessibilità alla zona ove è prevista la loro realizzazione, poiché (l accessibilità) rappresenta un ulteriore fattore che inciderà sul posizionamento di che trattasi.

21 COMPATIBILITA' DEGLI INTERVENTI COMPATIBILITA' CON IL PIANO DI GESTIONE DELLA RISERVA DEGLI ASTRONI Il Progetto Esecutivo 2016, nella configurazione delle scelte progettuali, adotta soluzioni coerenti e compatibili con le indicazioni del Piano di Gestione 2002 redatto dal WWF e trasmesso al Ministero dell Ambiente. Il Piano di Gestione si pone l obiettivo generale di assicurare la conservazione degli habitat e delle specie presenti, garantendo, con opportuni interventi di gestione, il mantenimento e/o il ripristino dei delicati equilibri ecologici che li caratterizzano e che sottendono alla loro conservazione. L area nella quale sono previsti gli interventi del Progetto Esecutivo 2016 ricade in zona B, dove le previsioni del Piano di Gestione consentono interventi di difesa del suolo, gestione forestale e rinaturalizzazione, necessari a garantire la stabilità e la sicurezza dei versanti. Il piano definisce alcuni interventi prioritari, in particolare: Drenaggio delle acque di ruscellamento con opportuno sistema di canalizzazione e smaltimento delle stesse. Riduzione della pendenza del versante a valle della strada, mediante interventi di ingegneria naturalistica. Abbattimento degli alberi che presentano il rischio di caduta sulla sede stradale Pulizia con eliminazione della vegetazione infestante. Asportazione dei detriti di terra, dalla strada e dai canali di deflusso presenti sui versanti con ripristino della quota e del corso di scorrimento originali e della sezione idraulica originale. Occlusione delle fenditure rilevate sugli affioramenti tufacei per impedire l infiltrazione nel sottosuolo delle acque di ruscellamento e la crescita indesiderata di radici, al fine di ridurre il pericolo di fenomeni di distacco di massi tufacei. Pulizia con eliminazione di vegetazione infestante sui versanti a ridosso della sede stradale COMPATIBILITA' CON IL PIANO STRALCIO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO (PSAI) Ai sensi dell art. 20 delle Norme di attuazione del Piano di Assetto Idrogeologico, nelle aree a Rischio Molto Elevato R4, per frana, è ammessa la realizzazione di interventi di bonifica e di sistemazione delle aree di possibile innesco e sviluppo dei fenomeni di dissesto, nonché le opere di difesa attiva e passiva. Il Progetto Esecutivo 2016, nella configurazione delle scelte progettuali, adotta soluzioni coerenti e compatibili con tale dettato normativo. COMPATIBILITA' SISMICA AI SENSI DELL'ART.36 COMMA 2 DEL PSAI Ai sensi dell'art. 36 comma 2 delle NdA del PSAI, i progetti delle opere di mitigazioni del rischio dovranno essere corredati da una valutazione della pericolosità residua a seguito degli interventi proposti e della relativa Carta della Pericolosità Residua, tenendo conto, nel caso, della sismicità dell'area secondo quanto previsto dalle Norme tecniche per le Costruzioni e dell'allegato al PSAI, denominato Carta della Pericolosità Sismica di cui all' Ord.P.C.M del 28/04/2006. In merito, nella fase di aggiornamento del Progetto Esecutivo 2016, tutte le relazioni di calcolo delle strutture sono state eseguite secondo le NTC2008 e corredate dalla caratterizzazione sismica dell'area.

22 VALUTAZIONE DELLA PERICOLOSITÀ E RISCHIO RESIDUI Le Norme di Attuazione del Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico dell Autorità di Bacino della Campania Centrale (NTA-PSAI) all' art. 18 prevedono che, i progetti delle opere di mitigazioni del rischio dovranno essere corredati da una valutazione della pericolosità e rischio residui a seguito degli interventi proposti..., mentre ai sensi all' art. 36 comma 2, il progetto deve essere corredato dalla Carta della Pericolosità e del Rischio residui.... VALUTAZIONE DELLA PERICOLOSITA RESIDUA Come esposto nei paragrafi precedenti, una parte importante delle opere è costituita da opere di difesa passiva che non esercitano una riduzione della pericolosità, ma un effetto di mitigazione della pericolosità per frana molto elevata in cui è classificata l'area di intervento. Oltre alle operazioni preliminari di disgaggio e di consolidamento dei banchi di tufo (sigillature), unitamente all abbattimento degli alberi e della vegetazione insistente sui banchi di tufo a rischio crollo, l ottica del minor impatto possibile con l ambiente naturale in cui si inserisce l intervento, si traduce nella realizzazione nella parte del versante a monte della strada, (limitatamente al settore A e B come specificato in premessa), di barriere paramassi in acciaio (disposte su più ordini), insieme ad interventi di Ingegneria Naturalistica (gradonate e viminate). Mentre per il consolidamento a valle della strada sono previste interventi specifici con opere di Ingegneria Naturalistica Palificata Doppia Viva tipo Vesuvio. Come indicato in premessa, il progetto nella sua redazione definitiva ed esecutiva, ha come obiettivo il ripristino della funzionalità della strada principale di percorrenza della Riserva naturale statale - Cratere degli Astroni con interventi di consolidamento del versante interno del cratere, finalizzato a garantire le attività di sorveglianza, gestione e manutenzione della riserva. In considerazione della particolare valenza ambientale del sito, gli interventi di progetto non mirano alla stabilizzazione dei corpi in frana, ma realizzano un sistema combinato di opere di difesa passiva che consentono, nel pieno rispetto del contesto di intervento, la fruizione controllata del sito, al quale viene lasciata "ampia facoltà di evolvere e trasformarsi naturalmente". Del resto, se l'obiettivo dell'intervento fosse stata una drastica riduzione della pericolosità a franare dell'area, si sarebbero ipotizzate altre soluzioni di intervento, (risagomature versanti, reti, geotessili, consolidamento costoni di tufo con miscele cementizie, ecc) che comunque sarebbero state poco o nulla compatibili, in considerazione della particolare valenza ambientale del sito. Gli interventi di progetto, comporteranno certamente una mitigazione e una riduzione della pericolosità, ma la valutazione del valore di pericolosità residua risulta allo stato attuale non facilmente quantificabile, in quanto legato alla dinamica ambientale del versante ed alla rapida evoluzione della naturalità del contesto morfologico, in cui esso insiste.

23 In un simile contesto è richiesta la necessità di prevedere una attività continua di monitoraggio e controllo del territorio, allo scopo sia di individuare tempestivamente indizi premonitori di dissesto, quali ad es. la formazione di fratture di trazione dei costoni tufacei, lesioni nelle murature e nella sede stradale, approfondimento di fossi di ruscellamento, inclinazione e ribaltamento di grossi alberi, sia di rendere possibile interventi preventivi sulla base di un dettagliato piano di manutenzione ordinaria e straordinaria. Al fine della fruizione controllata del sito, una fondamentale fase di monitoraggio è senza dubbio il controllo meteo-ambientale costante che, attraverso l individuazione di specifiche soglie pluviometriche critiche, fissa limiti di allarme all innesco di possibili fenomeni franosi. Questa attività di controllo è utile a individuare, quindi, le condizioni di fruizione della riserva in particolari momenti di criticità, determinandone la limitazione o il divieto di accesso, soprattutto per l utilizzo della strada carrabile, anche ai soli fini di sorveglianza, gestione e manutenzione. La corretta gestione del patrimonio vegetazionale, insieme ad una dedicata fase manutentiva delle opere che saranno realizzate, sarà fondamentale per la salvaguardai nel tempo delle loro funzionalità; l assenza di tali attività di gestione e manutenzione vanificherà certamente nel tempo, in tutto o in parte, quanto realizzato attraverso le opere di questo progetto, che hanno come scopo principale la tutela della fruibilità della strada. Per quanto specificato precedentemente si ritiene opportuno quindi non modificare la pericolosità da frana indicata nella cartografia PSAI vigente (Pericolosità da frana molto elevata P4).

24 VALUTAZIONE DEL RISCHIO RESIDUO Per la valutazione del rischio residuo, devono essere sovrapposte le nuove destinazioni d uso del territorio con la cartografia di Pericolosità Frana PSAI vigente, ed attraverso l uso di opportune matrici del rischio, verificare il nuovo valore del Rischio atteso. Si definisce Rischio atteso il nuovo livello di rischio prodotto dalla variazione, in una data area oggetto di intervento, di uno o più fattori (pericolosità P, valore esposto E, vulnerabilità V) che determinano il grado di rischio esistente. Per la definizione degli elementi esposti, della vulnerabilità e del danno atteso in relazione ad un area interessata da pericolosità per fenomeni franosi, si fa riferimento alla Tab.4 dell All.C alle Norme di Attuazione del PSAI. (fig.10)

25 (fig.10) L area oggetto di intervento ricade come macrocategore di elementi esposti sotto la voce Beni culturali di interesse artistico, storico ed archeologico, Beni paesaggistici ed Aree protette. Il riferimento tabellare, evidenzia un valore esposto altissimo (E4), una vulnerabilità (1) ed un valore del danno potenziale atteso di tipo (D4) molto elevato. Il valore del Rischio di frana atteso viene determinato attraverso l utilizzo della Tab.5 dell All.C alle Norme di Attuazione del PSAI. (fig.11) (fig.11) In virtù della non variazione del grado di pericolosità nell'area oggetto di intervento (Pericolosità da frana molto elevata P4), la determinazione del valore del Rischio Atteso per Frana, determinato attraverso l'utilizzo della matrice suindicata, considerando invariato il valore del danno potenziale atteso D4, porta alla determinazione del valore del Rischio Frana atteso pari a R4 (rischio frana molto elevato).

26 CARTA DELLA PERICOLOSITÀ E RISCHIO RESIDUI Come specificato nei paragrafi precedenti, all' art. 36 comma 2 delle NTA-PSAI il progetto deve essere corredato dalla Carta della Pericolosità e del Rischio residui.... Le cartografie di riferimento per a stesura delle elaborazioni suddette, sono quelle allegate al PSAI: -Carta della Pericolosità da Frana in scala 1:5000 -Carta del Rischio da Frana in scala 1:5000 Nello specifico l area di intervento del cratere degli Astroni, ricade nell elemento cartografico n La Carta della Pericolosità e del Rischio residuo, è stata redatta come apposito elaborato tecnico (Elaborato T6) di aggiornamento del Progetto Esecutivo 2016). (fig.12) La Carta al fine di una migliore comprensione e leggibilità dei tematismi rappresentati è stata suddivisa in tre parti sintesi gli interventi di progetto per la riqualificazione della strada e dei versanti interessati redazione della carta della Pericolosità residua con sovrapposizione della strada oggetto di intervento, sulla zonizzazione delle classi di Pericolosità Frana, riportate conformemente alla Cartografia Ufficiale PSAI. redazione della carta del Rischio residuo con sovrapposizione della strada oggetto di intervento, sulla zonizzazione delle classi di Rischio Frana, riportate conformemente alla Cartografia Ufficiale PSAI. La Carta della Pericolosità e del Rischio residuo è stata redatta sulla base cartografica 1:5000 della CTR 2004 (Carta Tecnica Regione Campania anno 2004).

27 MONITORAGGIO DELLE OPERE E PROGRAMMA DI MANUTENZIONE Ai fini delle prescrizioni vigenti nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico (PSAI) dell'autorità di Bacino della Campania Centrale, relativamente al monitoraggio delle opere e del relativo programma di manutenzione delle stesse, si è prodotto uno specifico allegato integrativo del Piano di Manutenzione (all.c7) del Progetto Esecutivo 2016 a cui si rimanda. (C7a) In esso si evidenziano la tipologia delle opere di progetto, il Piano di Manutenzione delle stesse ed i relativi controlli, il Piano di Monitoraggio e manutenzione delle opere nel tempo da parte dell'ente Proprietario e dell Ente Gestore, ed i conseguenti oneri gestionali. GESTORE DELLE OPERE L'Allegato B Compatibilità geologica nelle aree a rischio frana del Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico (PSAI), dell'autorità di Bacino della Campania Centrale, prevede al punto 5 gli Indirizzi per la valutazione della pericolosità e rischio residui a seguito di interventi finalizzati alla mitigazione del rischio. Nello specifico, l'art. 16 delle Norme di Attuazione del PSAI, riguardante Disposizioni generali per le aree a rischio frana e per gli interventi ammissibili, recita Tutti gli interventi e le opere destinate alla prevenzione ed alla protezione del territorio dal rischio frana devono essere sottoposti, dall'ente territorialmente competente, ad un idoneo piano di azioni ordinarie di manutenzione tese a garantire nel tempo la necessaria tutela dell'equilibrio geostatico e geomorfologico dei territori interessati... Dopo interventi di mitigazione della pericolosità, in ossequio al principio di cautela e prevenzione, è necessario che gli Enti, territorialmente competenti alla gestione delle aree o infrastrutture oggetto di intervento, assicurino il monitoraggio delle opere realizzate e predispongano un idoneo piano di azioni ordinarie di manutenzione e la rigorosa attuazione del piano di manutenzione allegato al progetto (Elab. C7 e C7a, a cui si rimanda), per garantire nel tempo la funzionalità e l'efficienza delle opere stesse. Tale attività prevederà verifiche di funzionalità delle opere, sia periodiche che occasionali, in concomitanza ad esempio ad eventi meteorologici di notevole intensità che superino le specifiche soglie pluviometriche di criticità locale nelle 24 ore, fissate dagli Organi competenti. La Regione Campania, in qualità di ente proprietario, è responsabile della gestione delle opere realizzate sulla base di questo progetto, ed in particolare è responsabile della conservazione dei requisiti di efficacia in relazione alle finalità progettuali, del monitoraggio specialistico e delle attività di manutenzione ordinaria e straordinaria e dei relativi oneri. Per l attività di monitoraggio e controllo ordinario la Regione Campania è coadiuvata dall Ente gestore della Riserva WWF Italia. La responsabilità del controllo dell accesso alla Riserva è dell Ente Gestore. In allegato lo schema di monitoraggio e manutenzione con le indicazioni circa la specificità del monitoraggio e della cadenza delle attività di controllo e manutenzione.

Comune di Tavernerio (CO)

Comune di Tavernerio (CO) STUDI O T ECNI CO IG STROPENI LAURELLI STUDIO ASSOCIATO DI INGEGNERIA, GEOTECNICA E GEOLOGIA Comune di Tavernerio (CO) +++++++++++++++++++ PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO +++++++++++++++++++ Studio Geologico

Dettagli

Pericolosità, Vulnerabilità, Rischio

Pericolosità, Vulnerabilità, Rischio Provincia di Latina Settore Polizia Provinciale Servizio Protezione Civile Corso specialistico per Operatori di Protezione Civile Rischio Idrogeologico e Idraulico Pericolosità, Vulnerabilità, Rischio

Dettagli

LA CONOSCENZA DELLA PERICOLOSITA IDRAULICA PER UNA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE COMPATIBILE CON L ASSETTO IDROGEOLOGICO

LA CONOSCENZA DELLA PERICOLOSITA IDRAULICA PER UNA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE COMPATIBILE CON L ASSETTO IDROGEOLOGICO I VINCOLI AMBIENTALI, ARCHITETTONICI PAESAGGISTICI ED ARCHEOLOGICI LA CONOSCENZA DELLA PERICOLOSITA IDRAULICA PER UNA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE COMPATIBILE CON L ASSETTO IDROGEOLOGICO RELATORE: Ing.

Dettagli

In relazione alle condizioni di rischio riscontrate sono state individuate tre sottoclassi. - 3a

In relazione alle condizioni di rischio riscontrate sono state individuate tre sottoclassi. - 3a Qualsiasi modifica alle destinazioni d uso di queste aree è subordinata alla realizzazione di un accertamento geognostico sulla base di quanto contenuto nel D.M. 11 marzo 1988 e nelle N.T.C. del 14 gennaio

Dettagli

Autorità dei bacini regionali del Lazio. Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico (versione 2005 a sx e 2012 a dx)

Autorità dei bacini regionali del Lazio. Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico (versione 2005 a sx e 2012 a dx) Autorità dei bacini regionali del Lazio Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico (versione 2005 a sx e 2012 a dx) Aree a pericolosità e rischio di frana Sulla base delle caratteristiche d intensità dei

Dettagli

Introduzione. L applicazione dei piani delle zone di pericolo. Arch. Frank Weber. Ufficio Pianificazione territoriale

Introduzione. L applicazione dei piani delle zone di pericolo. Arch. Frank Weber. Ufficio Pianificazione territoriale Introduzione Ufficio Pianificazione territoriale Elementi cartografici del piano urbanistico sino ad oggi, esempio Postal Nuovi elementi cartografici del piano urbanistico, esempio Postal Elementi del

Dettagli

SCHEMA DI NORMATIVA TIPO DI UN PIANO DI BACINO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO

SCHEMA DI NORMATIVA TIPO DI UN PIANO DI BACINO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE COMITATO TECNICO REGIONALE CRITERI PER L ELABORAZIONE DEI PIANI DI BACINO SCHEMA DI NORMATIVA TIPO DI UN PIANO DI BACINO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO RACCOMANDAZIONE

Dettagli

PROGETTO STRADALE PROGETTO PRELIMINARE PROGETTO DEFINITIVO PROGETTO ESECUTIVO

PROGETTO STRADALE PROGETTO PRELIMINARE PROGETTO DEFINITIVO PROGETTO ESECUTIVO PROGETTO STRADALE PROGETTO PRELIMINARE PROGETTO DEFINITIVO PROGETTO ESECUTIVO PROGETTO PRELIMINARE Deve consentire l individuazione a scala territoriale della più opportuna soluzione viaria in grado di

Dettagli

VERONA. Roverè Veronese. Frana in più comuni. ex Cod. PAI. Nome. Autorità di bacino nazionale del Fiume Adige -Aree in dissesto da versante- VARIANTE

VERONA. Roverè Veronese. Frana in più comuni. ex Cod. PAI. Nome. Autorità di bacino nazionale del Fiume Adige -Aree in dissesto da versante- VARIANTE - 238 - Nome Cod. IFFI ex Cod. PAI P1 P2 P3 P4 Frana in più comuni VERONA Roverè Veronese Pissarotta 230073500 Nuova La Bettola 230073600 7.620 Autorità di bacino nazionale del Fiume Adige -Aree in dissesto

Dettagli

Capo I Disposizioni generali Art. 1 Oggetto

Capo I Disposizioni generali Art. 1 Oggetto Regolamento recante istruzioni tecniche per la redazione degli strumenti della pianificazione provinciale e comunale in materia di cave e torbiere, di recupero di cave dimesse o in abbandono e di riutilizzo

Dettagli

Piano Stralcio di Bacino per l Assetto Idrogeologico (P.A.I.) (ART.1 D.L. 180/98 CONVERTITO CON MODIFICHE CON LA L.267/98 E SS.MM.II.

Piano Stralcio di Bacino per l Assetto Idrogeologico (P.A.I.) (ART.1 D.L. 180/98 CONVERTITO CON MODIFICHE CON LA L.267/98 E SS.MM.II. REPUBBLICA ITALIANA Regione Siciliana Assessorato Regionale del Territorio e dell Ambiente DIPARTIMENTO REGIONALE DELL AMBIENTE Servizio 3 "ASSETTO DEL TERRITORIO E DIFESA DEL SUOLO (P.A.I.) (ART.1 D.L.

Dettagli

PROGETTAZIONE STRADALE E FERROVIARIA

PROGETTAZIONE STRADALE E FERROVIARIA DTE 01.04 REV.01 DATA 2016.04.29 PAG. 1 DI 5 01 2016.04.29 Modifiche per commenti ACCREDIA 00 2013.02.22 Emissione per UNI CEI EN ISO/IEC 17065 Rev. Data Descrizione Redazione Controllo Approvazione INDICE

Dettagli

7. Il Piano di Assetto idrogeologico Le fasce fluviali

7. Il Piano di Assetto idrogeologico Le fasce fluviali 148 7. Il Piano di Assetto idrogeologico 7.1. Le fasce fluviali Il corso del fiume Lambro nel territorio del Comune di Giussano è interessata dalle fasce fluviali del Piano stralcio per Assetto Idrogeologico

Dettagli

Prima valutazione delle aree di rischio idrogeologico nella Valle del Salto

Prima valutazione delle aree di rischio idrogeologico nella Valle del Salto Prima valutazione delle aree di rischio idrogeologico nella Valle del Salto La VII Comunità Montana a ALTOPIANO DI RASCINO PETRELLA SALTO FIAMIGNANO CONCERVIANO BORGOROSE VARCO SABINO LAGO DEL SALTO MARCETELLI

Dettagli

Gli aspetti di sistemazione idrogeologica e idraulica nel loro rapporto con il PdG Po. Ing. Lorenzo Masoero Geol. Giorgio Gaido

Gli aspetti di sistemazione idrogeologica e idraulica nel loro rapporto con il PdG Po. Ing. Lorenzo Masoero Geol. Giorgio Gaido Gli aspetti di sistemazione idrogeologica e idraulica nel loro rapporto con il PdG Po Ing. Lorenzo Masoero Geol. Giorgio Gaido SCALETTA INTERVENTO principali strumenti di pianificazione ed i loro obiettivi

Dettagli

Problematiche ambientali legate al dissesto idrogeologico

Problematiche ambientali legate al dissesto idrogeologico Problematiche ambientali legate al dissesto idrogeologico - Prevenire i fenomeni di dissesto - Attenzione del PPR al dissesto idrogeologico - Finalità delle Linee Guida - Conoscenza del rischio idrogeologico

Dettagli

DETERMINAZIONE PROT N. 926/REP. N. 57 DEL

DETERMINAZIONE PROT N. 926/REP. N. 57 DEL DETERMINAZIONE PROT N. 926/REP. N. 57 DEL 30.01.2013 Oggetto: Comune di Villaputzu. Studio di compatibilità relativo al progetto di Variazione di un sottotetto in appartamento ai sensi dell art. 15 della

Dettagli

SEDE RESPONSABILE U.T.C. DOTT. ARCH. STEFANO VILLA

SEDE RESPONSABILE U.T.C. DOTT. ARCH. STEFANO VILLA Spett.le COMUNE DI BELLANO SEDE A c.a. ASSESSORE DOTT. ARCH. VALENTINA CARI A c.a. RESPONSABILE U.T.C. DOTT. ARCH. STEFANO VILLA Oggetto: COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL NUOVO PIANO DI

Dettagli

La Previsione delle Frane in Emilia-Romagna a breve e lungo termine

La Previsione delle Frane in Emilia-Romagna a breve e lungo termine La Previsione delle Frane in Emilia-Romagna a breve e lungo termine Marco Pizziolo, Giampiero Gozza Regione Emilia-Romagna - Servizio Geologico, sismico e dei Suoli Alcuni dati riassuntivi: 70.000 frane

Dettagli

AUTORITA' DI BACINO NAZIONALE DEL FIUME ADIGE

AUTORITA' DI BACINO NAZIONALE DEL FIUME ADIGE AUTORITA' DI BACINO NAZIONALE DEL FIUME ADIGE PIANO STRALCIO PER LA TUTELA DAL RISCHIO IDROGEOLOGICO - BACINO DELL' ADIGE- REGIONE DEL VENETO AREE IN DISSESTO DA VERSANTE -VARIANTE- S. MAURO DI SALINE

Dettagli

Proposta su: CONTENUTI MINIMI DELLA RELAZIONE GEOLOGICA, DELLA MODELLAZIONE GEOTECNICA E DELLA RELAZIONE SULLA MODELLAZIONE SISMICA

Proposta su: CONTENUTI MINIMI DELLA RELAZIONE GEOLOGICA, DELLA MODELLAZIONE GEOTECNICA E DELLA RELAZIONE SULLA MODELLAZIONE SISMICA Proposta su: CONTENUTI MINIMI DELLA RELAZIONE GEOLOGICA, DELLA MODELLAZIONE GEOTECNICA E DELLA RELAZIONE SULLA MODELLAZIONE SISMICA (NTC D.M. 14.01.2008 e la CIRCOLARE C.S.LL.PP. N 617 del 02.02.2009 Linee

Dettagli

AUTORITA' DI BACINO NAZIONALE DEL FIUME ADIGE

AUTORITA' DI BACINO NAZIONALE DEL FIUME ADIGE AUTORITA' DI BACINO NAZIONALE DEL FIUME ADIGE PIANO STRALCIO PER LA TUTELA DAL RISCHIO IDROGEOLOGICO - BACINO DELL' ADIGE- REGIONE DEL VENETO AREE IN DISSESTO DA VERSANTE -VARIANTE- Ë S: MAURO DI SALINE

Dettagli

Comune di Ferentillo

Comune di Ferentillo Comune di Ferentillo VARIANTE P.R.G. Comune di Ferentillo STUDIO GEOLOGICO RELAZIONE GEOLOGICA Soggetto realizzatore Data Dott. Geol. Luca Latella MARZO 2014 1 PREMESSA Su commissione del Comune di Ferentillo

Dettagli

Mitigazione del rischio relativo ai dissesti dei corsi d acqua e dei versanti

Mitigazione del rischio relativo ai dissesti dei corsi d acqua e dei versanti Mitigazione del rischio relativo ai dissesti dei corsi d acqua e dei versanti Criteri di approccio sistemico Da R. Rosso 2 Misure Strutturali di Manutenzione Straordinaria OBIETTIVI: riparazione, ricostruzione,

Dettagli

L.R. n. 56/77 e successive modificazioni. Comune di VIGUZZOLO (AL). Variante Generale al Piano Regolatore Generale Comunale vigente. Approvazione.

L.R. n. 56/77 e successive modificazioni. Comune di VIGUZZOLO (AL). Variante Generale al Piano Regolatore Generale Comunale vigente. Approvazione. REGIONE PIEMONTE BU20 16/05/2013 Deliberazione della Giunta Regionale 6 maggio 2013, n. 15-5752 L.R. n. 56/77 e successive modificazioni. Comune di VIGUZZOLO (AL). Variante Generale al Piano Regolatore

Dettagli

Comune Castelluccio Valmaggiore Ufficio Tecnico MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO DEL CENTRO ABITATO: VIA SALITA TORRE E VIA PORTA DEL POZZO

Comune Castelluccio Valmaggiore Ufficio Tecnico MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO DEL CENTRO ABITATO: VIA SALITA TORRE E VIA PORTA DEL POZZO COMUNE DI CASTELLUCCIO VALMAGGIORE - FOGGIA MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO DEL CENTRO ABITATO: VIA SALITA TORRE E VIA PORTA DEL POZZO Relazione tecnica illustrativa - Allegato A - Febbraio 2016

Dettagli

S.AMBROGIO DI VALPOLICELLA

S.AMBROGIO DI VALPOLICELLA AUTORITA' DI BACINO NAZIONALE DEL FIUME ADIGE PIANO STRALCIO PER LA TUTELA DAL RISCHIO IDROGEOLOGICO - BACINO DELL' ADIGE- REGIONE DEL VENETO AREE IN DISSESTO DA VERSANTE -VARIANTE- S.AMBROGIO DI VALPOLICELLA

Dettagli

COMUNE DI ROCCA DE GIORGI (PV) Frazione Villa Fornace n. 3

COMUNE DI ROCCA DE GIORGI (PV) Frazione Villa Fornace n. 3 COMUNE DI ROCCA DE GIORGI (PV) Frazione Villa Fornace n. 3 INDIVIDUAZIONE DELLE FASCE DI RISPETTO DEI CORSI D'ACQUA DEL RETICOLO IDRICO PRINCIPALE E MINORE NEL TERRITORIO COMUNALE DI ROCCA DE' GIORGI (PV)

Dettagli

BACINO REGIONALE OMBRONE BACINO INTERREGIONALE FIORA PIANIFICAZIONE DI BACINO E NORME PAI

BACINO REGIONALE OMBRONE BACINO INTERREGIONALE FIORA PIANIFICAZIONE DI BACINO E NORME PAI BACINO INTERREGIONALE FIORA PIANIFICAZIONE DI BACINO E NORME PAI COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI GROSSETO 30 OTTOBRE 2013 1 BACINO INTERREGIONALE FIORA NORME PAI Disposizioni immediatamente vincolanti:

Dettagli

COMUNE DI SANTA SEVERINA PROVINCIA di CROTONE

COMUNE DI SANTA SEVERINA PROVINCIA di CROTONE COMUNE DI SANTA SEVERINA PROVINCIA di CROTONE LAVORI DI CONSOLIDAMENTO E MESSA IN SICUREZZA PARETE SOGGETTA A CROLLO SOTTOSTANTE CORSO ARISTIPPO - VIA GRECIA PROGETTO ESECUTIVO RELAZIONE DESCRITTIVA GENERALE

Dettagli

Quello che l uomo definisce dissesto idrogeologico per la natura è un nuovo assetto che si verifica quando il territorio non è più in equilibrio e,

Quello che l uomo definisce dissesto idrogeologico per la natura è un nuovo assetto che si verifica quando il territorio non è più in equilibrio e, Quello che l uomo definisce dissesto idrogeologico per la natura è un nuovo assetto che si verifica quando il territorio non è più in equilibrio e, attraverso l evento erosivo e deposizionale, si assesta

Dettagli

COMUNE DI POPPI PROGETTO DI BONIFICA E CONSOLIDAMENTO DEL MOVIMENTO FRANOSO IN LOCALITÁ QUOTA Pag. 1 di 5 MONITORAGGIO IN FASE D'OPERA E POST-OPERA

COMUNE DI POPPI PROGETTO DI BONIFICA E CONSOLIDAMENTO DEL MOVIMENTO FRANOSO IN LOCALITÁ QUOTA Pag. 1 di 5 MONITORAGGIO IN FASE D'OPERA E POST-OPERA Pag. 1 di 5 MONITORAGGIO IN FASE D'OPERA E POST-OPERA Pag. 2 di 5 Con la presente si forniscono integrazioni al piano di monitoraggio dell opera in relazione alla perizia di variante tecnica. Con le modifiche

Dettagli

Nuova zonazione sismica e procedure per la valutazione degli effetti sismici di sito nel territorio lombardo

Nuova zonazione sismica e procedure per la valutazione degli effetti sismici di sito nel territorio lombardo Nuova zonazione sismica e procedure per la valutazione degli effetti sismici di sito nel territorio lombardo F. Pergalani, M. Compagnoni, M.P. Boni Politecnico di Milano - Dipartimento di Ingegneria Strutturale,

Dettagli

Relazione di conformità alle previsioni in materia urbanistica, ambientale e paesaggistica

Relazione di conformità alle previsioni in materia urbanistica, ambientale e paesaggistica Relazione di conformità alle previsioni in materia urbanistica, ambientale e paesaggistica Pianificazione territoriale e di area vasta. La Regione Calabria si è dotata di un primo strumento di pianificazione

Dettagli

GUIDA ALLA COMPILAZIONE DELLA SAP 2011

GUIDA ALLA COMPILAZIONE DELLA SAP 2011 GUIDA ALLA COMPILAZIONE DELLA SAP 2011 PREMESSA La Scheda per l Aggiornamento del PAI (SAP) 2011, rappresenta uno strumento finalizzato alla raccolta standardizzata di informazioni di base e dati sul territorio

Dettagli

APPROCCIO ALLA REDAZIONE DEL PROGETTO STRADALE

APPROCCIO ALLA REDAZIONE DEL PROGETTO STRADALE APPROCCIO ALLA REDAZIONE DEL PROGETTO STRADALE Riepilogo Esistono normative alle quali fare riferimento durante lo sviluppo del progetto stradale; La progettazione stradale va considerata come un intervento

Dettagli

il rischio prodotto sulle aree a valle dello sbarramento per effetto della costruzione dell impianto.

il rischio prodotto sulle aree a valle dello sbarramento per effetto della costruzione dell impianto. 1) Definizioni GUIDA ALLA DETERMINAZIONE DELLA CLASSE DELL IMPIANTO E DEL RISCHIO Ai fini della classificazione si definiscono: Altezza dello sbarramento: dislivello tra quota del piano di coronamento

Dettagli

Rivisitazione del Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico del Bacino Idrografico del Fiume Sele

Rivisitazione del Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico del Bacino Idrografico del Fiume Sele AUTORITA DI BACINO REGIONALE CAMPANIA SUD ED INTERREGIONALE PER IL BACINO IDROGRAFICO DEL FIUME SELE Rivisitazione del Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico del Bacino Idrografico del Fiume Sele Elaborato

Dettagli

ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI PISTOIA COMUNE DI PISTOIA

ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI PISTOIA COMUNE DI PISTOIA ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI PISTOIA COMUNE DI PISTOIA LEGGE 18 maggio 1989 n. 183: "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo" (S.O. n. 38 alla G.U. - s.g.

Dettagli

Alcune realtà Regionali: Sicilia. Giovanni Pantaleo (Coordinatore Commissione Urbanistica Ordine Regionale Geologi di Sicilia)

Alcune realtà Regionali: Sicilia. Giovanni Pantaleo (Coordinatore Commissione Urbanistica Ordine Regionale Geologi di Sicilia) Alcune realtà Regionali: Sicilia Giovanni Pantaleo (Coordinatore Commissione Urbanistica Ordine Regionale Geologi di Sicilia) Riferimenti normativi regionali in tema di pianificazione e gestione del territorio

Dettagli

COMUNE DI SCANDICCI Provincia di Firenze

COMUNE DI SCANDICCI Provincia di Firenze COMUNE DI SCANDICCI Provincia di Firenze PIANO URBANISTICO ATTUATIVO PER LA REALIZZAZIONE DI UN NUOVO VILLAGGIO TURISTICO-CAMPEGGIO "LA QUERCE" località La Querce INDAGINI GEOLOGICHE INTEGRAZIONI ai sensi

Dettagli

ALLEGATO C (Classi di Rischio Geologico e indagini di tipo geologico, geofisico e geotecnico minime da eseguire)

ALLEGATO C (Classi di Rischio Geologico e indagini di tipo geologico, geofisico e geotecnico minime da eseguire) ALLEGATO C (Classi di Geologico e indagini di tipo geologico, geofisico e geotecnico minime da eseguire) Il testo del presente allegato è stato redatto in collaborazione tra la Direzione Regionale Infrastrutture

Dettagli

CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3. CLASSE 3d

CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3. CLASSE 3d LIMITI E PRESCRIZIONI LIMITAZIONI a-b-c d Niente limiti edificativi Limiti edificativi imposti da studi Limiti edificativi imposti da studi Sono vietate le seguenti attività: - apertura di nuove cave -

Dettagli

COMUNE DI AGRA. Provincia di Varese

COMUNE DI AGRA. Provincia di Varese COMUNE DI AGRA Provincia di Varese STUDIO GEOLOGICO, IDROGEOLOGICO E SISMICO DEL TERRITORIO COMUNALE, A SUPPORTO DEL NUOVO P.G.T. AI SENSI DELL ART. 57 DELLA L.R. 12/05 REV02 DEL NOVEMBRE 2009 NOTA TECNICA

Dettagli

Piano Stralcio di Bacino per l Assetto Idrogeologico (P.A.I.) (ART.1 D.L. 180/98 CONVERTITO CON MODIFICHE CON LA L.267/98 E SS.MM.II.

Piano Stralcio di Bacino per l Assetto Idrogeologico (P.A.I.) (ART.1 D.L. 180/98 CONVERTITO CON MODIFICHE CON LA L.267/98 E SS.MM.II. REPUBBLICA ITALIANA Regione Siciliana Assessorato Regionale del Territorio e dell Ambiente DIPARTIMENTO REGIONALE DELL AMBIENTE Servizio 3 "ASSETTO DEL TERRITORIO E DIFESA DEL SUOLO (P.A.I.) (ART.1 D.L.

Dettagli

SISTEMAZIONE DELLA S.P. 31 STRADA DELLA RIPA

SISTEMAZIONE DELLA S.P. 31 STRADA DELLA RIPA SISTEMAZIONE DELLA S.P. 31 STRADA DELLA RIPA La Spezia, 19/05/2016 Con DGR 1086 del 12/10/2015, sono stati impegnati 530.000 per consentire alla Provincia di La Spezia di realizzare un intervento di parziale

Dettagli

A relazione del Vicepresidente Cavallera:

A relazione del Vicepresidente Cavallera: REGIONE PIEMONTE BU11 14/03/2013 Deliberazione della Giunta Regionale 4 marzo 2013, n. 14-5460 L.R. 5.12.1977 n. 56 e successive modificazioni. Comune di VILLAFALLETTO (CN). Variante Generale al Piano

Dettagli

Piano Stralcio di Bacino per l Assetto Idrogeologico (P.A.I.) (ART.1 D.L. 180/98 CONVERTITO CON MODIFICHE CON LA L.267/98 E SS.MM.II.

Piano Stralcio di Bacino per l Assetto Idrogeologico (P.A.I.) (ART.1 D.L. 180/98 CONVERTITO CON MODIFICHE CON LA L.267/98 E SS.MM.II. REPUBBLICA ITALIANA Regione Siciliana Assessorato Regionale del Territorio e dell Ambiente DIPARTIMENTO REGIONALE DELL AMBIENTE Servizio 3 "ASSETTO DEL TERRITORIO E DIFESA DEL SUOLO (P.A.I.) (ART.1 D.L.

Dettagli

LIVELLI ALLERTA IDROGEOLOGICA, IDRAULICA E NIVOLOGICA

LIVELLI ALLERTA IDROGEOLOGICA, IDRAULICA E NIVOLOGICA zona E LIVELLI ALLERTA IDROGEOLOGICA, IDRAULICA E NIVOLOGICA TEMPORALI VERDE Assenza o bassa probabilità a livello locale di fenomeni significativi prevedibili. GIALLA Occasionale pericolo: fenomeni puntuali

Dettagli

NORME GEOLOGICHE DI PIANO

NORME GEOLOGICHE DI PIANO COMUNE DI PLESIO Componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio (ai sensi della D.G.R. n. 8/1566 del 22/12/2005 e s.m.i.) NORME GEOLOGICHE DI PIANO novembre 2011 In considerazione

Dettagli

RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA

RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA PREMESSA La zona oggetto di intervento rappresenta il completamento di un progetto generale di sistemazione dell area che insiste sul fosso Creta, del quale è già stato realizzato

Dettagli

AUTORITA DI BACINO REGIONALE COMITATO ISTITUZIONALE DELIBERAZIONE N. 2 DEL

AUTORITA DI BACINO REGIONALE COMITATO ISTITUZIONALE DELIBERAZIONE N. 2 DEL AUTORITA DI BACINO REGIONALE COMITATO ISTITUZIONALE DELIBERAZIONE N. 2 Oggetto: Comune di Stintino Studio di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica nel territorio comunale di Stintino ai sensi

Dettagli

ESAME DI STATO PER L ABILITAZIONE ALL ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI GEOLOGO SECONDA SESSIONE ANNO 2010

ESAME DI STATO PER L ABILITAZIONE ALL ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI GEOLOGO SECONDA SESSIONE ANNO 2010 ESAME DI STATO PER L ABILITAZIONE ALL ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI GEOLOGO SECONDA SESSIONE ANNO 2010 PRIMA PROVA SCRITTA Tema n. 1 Con riferimento alla normativa vigente, ed in particolare alla circolare

Dettagli

AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE

AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE CRITERI E DIRETTIVE IN MATERIA DI ASPORTAZIONE DI MATERIALI LITOIDI DAI CORSI D ACQUA DEI BACINI IDROGRAFICI REGIONALI Documento approvato con DGR 226 del 6.3.2009

Dettagli

VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO

VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO AREA R6 DI CASANOVA VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO RELAZIONE GEOLOGICA DI FATTIBILITA Dott. geol. Ferruccio Capecchi Pistoia 22 marzo 2011 Largo San Biagio 149 51100 PISTOIA Tel./fax 0573 24355 e-mail:gtigeologi@tin.it

Dettagli

Il rischio idrogeologico nella Pianificazione Comunale d Emergenza

Il rischio idrogeologico nella Pianificazione Comunale d Emergenza Il rischio idrogeologico nella Pianificazione Comunale d Emergenza Geologo Davide Semplici 2013 Strumenti Conoscitivi SCALA DI BACINO PAI Piano Assetto Idrogeologico Adbpo (http://www.adbpo.it) SCALA REGIONALE

Dettagli

VDA BroadBusiness - Ulteriori Lotti Funzionali

VDA BroadBusiness - Ulteriori Lotti Funzionali VDA BroadBusiness - Ulteriori Lotti Funzionali RELAZIONE DI COMPATIBILITÀ DEL PROGETTO CON LE NORME DEL PIANO TERRITORIALE PAESISTICO PROGETTO DEFINITIVO Ed. Rev Data IL TECNICO PROGETTISTA 01 00 22/12/2014

Dettagli

Piano Provinciale di Emergenza di Protezione Civile

Piano Provinciale di Emergenza di Protezione Civile 1.8 SCENARIO DI CORRELATO ALL INTERRUZIONE VIABILISTICA E ALL ISOLAMENTO DI CENTRI ABITATI 1.8.1 IL CASO STUDIO DELLA S.P. 63: BALLABIO MORTERONE (LC) Alla luce della normativa vigente nel settore della

Dettagli

CORSO DI FORMAZIONE INGEGNERIA NATURALISTICA (120 ore)

CORSO DI FORMAZIONE INGEGNERIA NATURALISTICA (120 ore) CORSO DI FORMAZIONE INGEGNERIA NATURALISTICA (120 ore) PROGETTO FORMATIVO MODULO 1 INGEGNERIA NATURALISTICA GENERALITA E DEFINIZIONI (4 ore) Storia dell ingegneria naturalistica Definizioni e generalità

Dettagli

PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA, CAMPIGNA. PIANO del PARCO

PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA, CAMPIGNA. PIANO del PARCO PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA, CAMPIGNA PIANO del PARCO Rapporto Ambientale ai fini della Valutazione Ambientale Strategica (VAS): rinvii ai contenuti di cui all Allegato VI

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 4 DEL

DELIBERAZIONE N. 4 DEL COMITATO ISTITUZIONALE DELIBERAZIONE N. 4 DEL 17. 05.2016 Oggetto: Comune di Cagliari Studio di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica ai sensi dell art. 8 comma 2 delle Norme di Attuazione del

Dettagli

RELAZIONE TECNICA. SALVAGUARDIA del COSTONE ROCCIOSO SOTTOSTANTE IL CASTELLO di FRANCAVILLA di Sicilia. 1. Premessa... 2

RELAZIONE TECNICA. SALVAGUARDIA del COSTONE ROCCIOSO SOTTOSTANTE IL CASTELLO di FRANCAVILLA di Sicilia. 1. Premessa... 2 RELAZIONE TECNICA SALVAGUARDIA del COSTONE ROCCIOSO SOTTOSTANTE IL CASTELLO di FRANCAVILLA di Sicilia Sommario 1. Premessa... 2 2. Interventi di progetto... 2 2.1 Imbracature... 3 2.2 Rafforzamento corticale...

Dettagli

recupero finale del sito

recupero finale del sito recupero finale del sito ALP ETT O inter venti di sistemazione finale del sito Recupero ambientale dell area impianti (settore ovest) Sistemazione finale del piazzale a q. nel settore est 3 Connessione

Dettagli

Piano di Manutenzione dell'opera PROGETTO ESECUTIVO

Piano di Manutenzione dell'opera PROGETTO ESECUTIVO REGIONE AUTONOMA FRIULI - VENEZIA GIULIA COMUNITA' MONTANA DEL GEMONESE, CANAL DEL FERRO E VAL CANALE Area Territorio e Ambiente e dell'ambiente COMUNE DI RESIUTTA LAVORI DI SISTEMAZIONE IDRAULICO _ FORESTALE

Dettagli

Regione Siciliana - Presidenza Dipartimento della Protezione Civile Servizio Sicilia Orientale U.O.B. XIV - RISCHIO IDROGEOLOGICO

Regione Siciliana - Presidenza Dipartimento della Protezione Civile Servizio Sicilia Orientale U.O.B. XIV - RISCHIO IDROGEOLOGICO Regione Siciliana - Presidenza Dipartimento della Protezione Civile Servizio Sicilia Orientale U.O.B. XIV - RISCHIO IDROGEOLOGICO STUDIO DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO, CON FINALITA DI PROTEZIONE CIVILE, NELLA

Dettagli

COMUNE DI SEDICO. VARIANTE N. 64 Art. 50, 3 comma, della L.R n. 61. All. A. Novembre 2012

COMUNE DI SEDICO. VARIANTE N. 64 Art. 50, 3 comma, della L.R n. 61. All. A. Novembre 2012 COMUNE DI SEDICO P.R.G. VARIANTE N. 64 Art. 50, 3 comma, della L.R. 27.06.85 n. 61 Novembre 2012 Realizzo rotatoria in Sedico su incrocio S.S. 50 del Grappa e Passo Rolle con S.R. 203 Agordina All. A Relazione

Dettagli

Ufficio Piani Urbanistici. Arch.Francesca Corbetta, Arch. Angela Cortini, Ing. Chiara Della Rossa,

Ufficio Piani Urbanistici. Arch.Francesca Corbetta, Arch. Angela Cortini, Ing. Chiara Della Rossa, Assessorato al Territorio Settore Programmazione e Pianificazione Territoriale, Urbanistica Operativa, Mobilità e Viabilità Servizio Programmazione e Pianificazione Territoriale Ufficio Piani Urbanistici

Dettagli

Mappe della pericolosità e del rischio di alluvione

Mappe della pericolosità e del rischio di alluvione Regione Toscana Livorno 20 settembre 2013 Mappe della pericolosità e del rischio direttiva 2007/60 CE e del D.Lgs 49/2010 Lorenzo Bottai Stefano Romanelli Consorzio LaMMA Il percorso per la predisposizione

Dettagli

COMUNE DI AREZZO PROVINCIA DI AREZZO

COMUNE DI AREZZO PROVINCIA DI AREZZO COMUNE DI AREZZO PROVINCIA DI AREZZO ELIMINAZIONE DI QUATTRO PASSAGGI A LIVELLO DI TIPO APERTO UBICATI SU STRADE PRIVATE AD USO PUBBLICO IN LOC. SAN GIULIANO - PROGETTO DEFINITIVO - PRIMO STRALCIO - REL

Dettagli

IL RUOLO DEL GEOLOGO NEI PROCESSI DI VALUTAZIONE AMBIENTALE

IL RUOLO DEL GEOLOGO NEI PROCESSI DI VALUTAZIONE AMBIENTALE IL RUOLO DEL GEOLOGO NEI PROCESSI DI VALUTAZIONE AMBIENTALE Corso di Aggiornamento Professionale Viterbo, 24 maggio 2010 - Palazzo della Provincia Prima Sessione Le componenti geologiche nello SIA: ambiente

Dettagli

Studio di Geologia Tecnica e Ambientale

Studio di Geologia Tecnica e Ambientale N Studio di Geologia Tecnica e Ambientale PROVINCIA DI ANCONA COMUNE DI CAMERANO RAPPORTO GEOLOGICO-TECNICO PER IL PROGETTO DI VARIANTE AL P.R.G. CAMBIO DI DESTINAZIONE D USO DEL P.1 DA RESIDENZA A TURISTICO

Dettagli

- ESTE (PD) 14 giugno

- ESTE (PD) 14 giugno Associazione Nazionale Urbanisti e Pianificatori Territoriali e Ambientali con il patrocinio di Comune di Este Consorzio di Bonifica Adige Euganeo PREVENZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO: UN COMPITO PER LA PIANIFICAZIONE

Dettagli

STUDIO DI PREFATTIBILITA AMBIENTALE

STUDIO DI PREFATTIBILITA AMBIENTALE DIREZIONE MUNICIPALITA LIDO PELLESTRINA Via S. Gallo 32/a 30126 Lido di Venezia tel. 041-2720511 fax 041-2720540 CODICE INTERVENTO 13065 C. I. 13065 MANUFATTI ADIBITI A STRUTTURE DI PERTINENZA ATTIVITA

Dettagli

REGIONE UMBRIA PROVINCIA DI PERUGIA COMUNE DI CASCIA

REGIONE UMBRIA PROVINCIA DI PERUGIA COMUNE DI CASCIA REGIONE UMBRIA PROVINCIA DI PERUGIA COMUNE DI CASCIA OGGETTO: EVENTI SISMICI DEL 30/10/2016 MESSA IN SICUREZZA SPERONE MURO DI CINTA CIMITERO DI CASCIA E SOVRASTANTI LOCULI CIMITERIALI - SISMA DEL 30/10/2016

Dettagli

Regione Siciliana - Presidenza Dipartimento della Protezione Civile Servizio Sicilia Orientale U.O.B. XIV - RISCHIO IDROGEOLOGICO

Regione Siciliana - Presidenza Dipartimento della Protezione Civile Servizio Sicilia Orientale U.O.B. XIV - RISCHIO IDROGEOLOGICO Regione Siciliana - Presidenza Dipartimento della Protezione Civile Servizio Sicilia Orientale U.O.B. XIV - RISCHIO IDROGEOLOGICO STUDIO DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO, CON FINALITA DI PROTEZIONE CIVILE, NELLA

Dettagli

DI GEOLOGIA. Via Cesarini Martignano (TRENTO) GEOLOGICHE applicate

DI GEOLOGIA. Via Cesarini Martignano (TRENTO) GEOLOGICHE applicate STUDIo Geologo dott. CRISTIANO BELLONI DI GEOLOGIA PROGETTAZIONI: Via Cesarini 23-38121 Martignano (TRENTO) GEOLOGICHE applicate Email: bellonicristiano@libero.it Geofisiche-GEOTECNICHE tel / fax 0461/821634

Dettagli

CERTIFICATO DI DESTINAZIONE URBANISTICA

CERTIFICATO DI DESTINAZIONE URBANISTICA SERVIZI PER L EDILIZIA E L'URBANISTICA TERRITORIO E AMBIENTE EDILIZIA PRIVATA DOCUMENTAZIONE URBANISTICA ED EDILIZIA CERTIFICATI URBANISTICI ED EDILIZI CERTIFICATO DI DESTINAZIONE URBANISTICA ( art. 30

Dettagli

Studio G E O E C O S Dott. Geol. G. MENZIO. Programmazione Territoriale-Geotecnica-Idrogeologia. Sede : Via Cavour 34 - SAMPEYRE (CN)

Studio G E O E C O S Dott. Geol. G. MENZIO. Programmazione Territoriale-Geotecnica-Idrogeologia. Sede : Via Cavour 34 - SAMPEYRE (CN) Studio Dott. Geol. G. MENZIO Programmazione Territoriale-Geotecnica-Idrogeologia Sede : Via Cavour 34 - SAMPEYRE (CN) Tel0175977186-Fax1782737211-Cel.3402572786-mail:geoecos@libero.it Indirizzo di posta

Dettagli

Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica. Norme di Attuazione: Titolo 4

Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica. Norme di Attuazione: Titolo 4 Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica Norme di Attuazione: Titolo 4 Elaborati grafici di riferimento: Tavola 1 OBIETTIVI DEL PTCP COORDINAMENTO dei diversi STRUMENTI

Dettagli

Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico

Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico AUTORITA' di BACINO del RENO Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico art.1 c. 1 L. 3.08.98 n.267 e s. m. i. I RISCHIO DA FRANA E ASSETTO DEI VERSANTI Zonizzazione Aree a Rischio SCHEDA N. 145 Località:

Dettagli

Comune di Cento FE PROGETTAZIONE PRELIMINARE - NUOVA PALESTRA SCOLASTICA A BEVILACQUA INDICE GENERALE

Comune di Cento FE PROGETTAZIONE PRELIMINARE - NUOVA PALESTRA SCOLASTICA A BEVILACQUA INDICE GENERALE INDICE GENERALE 1. PREMESSA...2 2. INDIVIDUAZIONE E LOCALIZZAZIONE DELL OPERA...2 3. RAGIONI DELLA SCELTA DEL SITO...4 4. VERIFICA COMPATIBILITÀ URBANISTICA E VINCOLI...6 5. NORME DI SETTORE...8 6. CONCLUSIONI...8

Dettagli

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE POLO SCIENTIFICO E TECNOLOGICO DI SESTO FIORENTINO TITOLO DOCUMENTO: VARIANTE AL PIANO PARTICOLAREGGIATO VALUTAZIONE SUGLI ASPETTI IDRAULICI GEOLOGO: Geol. Gianni Focardi

Dettagli

AUTORITÀ DI BACINO REGIONALE COMITATO ISTITUZIONALE DELIBERAZIONE N. 13 DEL 07 MAGGIO 2014

AUTORITÀ DI BACINO REGIONALE COMITATO ISTITUZIONALE DELIBERAZIONE N. 13 DEL 07 MAGGIO 2014 COMITATO ISTITUZIONALE DELIBERAZIONE N. 13 DEL 07 MAGGIO 2014 Oggetto: Comune di Cagliari Studio di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica ai sensi dell art. 8 comma 2 delle Norme di Attuazione

Dettagli

Regione Siciliana - Presidenza Dipartimento della Protezione Civile Servizio Sicilia Orientale U.O.B. XIV - RISCHIO IDROGEOLOGICO

Regione Siciliana - Presidenza Dipartimento della Protezione Civile Servizio Sicilia Orientale U.O.B. XIV - RISCHIO IDROGEOLOGICO Regione Siciliana - Presidenza Dipartimento della Protezione Civile Servizio Sicilia Orientale U.O.B. XIV - RISCHIO IDROGEOLOGICO STUDIO DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO, CON FINALITA DI PROTEZIONE CIVILE, NELLA

Dettagli

CONSIGLIO REGIONALE DELLA LIGURIA

CONSIGLIO REGIONALE DELLA LIGURIA CONSIGLIO REGIONALE DELLA LIGURIA ESTRATTO del Processo verbale dell adunanza del 18 luglio 2006 Seduta pubblica Sessione II ordinaria Intervenuti Consiglieri N. 33 Presidente Giacomo Ronzitti Consiglieri

Dettagli

Dr.Ing. Vincenzo Bolognini : GLI INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL VERSANTE FRANA. Località PEZZEDA MATTINA. Torrente RIO DELLE CROCI

Dr.Ing. Vincenzo Bolognini : GLI INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL VERSANTE FRANA. Località PEZZEDA MATTINA. Torrente RIO DELLE CROCI Torrente RIO DELLE CROCI COMUNITÀ MONTANA DI VALLE TROMPIA Convegno tecnico 27/ott./2011 LA TECNICA DEL LASER SCANNER 3D PER IL MONITORAGGIO DEI FRONTI DI FRANA IL CASO DELLA PEZZEDA DI COLLIO Località

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 6 DEL 29 LUGLIO 2014

DELIBERAZIONE N. 6 DEL 29 LUGLIO 2014 COMITATO ISTITUZIONALE DELIBERAZIONE N. 6 DEL 29 LUGLIO 2014 Oggetto: Comune di Castiadas Studio di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica nel territorio comunale di Castiadas in loc. Borgo San

Dettagli

Autorità di Bacino dei Fiumi Liri - Garigliano e Volturno

Autorità di Bacino dei Fiumi Liri - Garigliano e Volturno DELIBERA N. 4 IL COMITATO ISTITUZIONALE (seduta del 3 luglio 2014) Oggetto: Adozione Progetto di Variante al Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico Rischio di frana comuni di Bagnoli Irpino (AV), Baia

Dettagli

SCHEDA INFORMATIVA DEGLI INTERVENTI CONNESSI AI FENOMENI ALLUVIONALI (DIFESA IDRAULICA)

SCHEDA INFORMATIVA DEGLI INTERVENTI CONNESSI AI FENOMENI ALLUVIONALI (DIFESA IDRAULICA) SCHEDA INFORMATIVA DEGLI INTERVENTI CONNESSI AI FENOMENI ALLUVIONALI (DIFESA IDRAULICA) La presente scheda è redatta in conformità con quanto dettato dal d.p.c.m 23 marzo 1990 ( [.]Elaborazione e adozione

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 5 DEL

DELIBERAZIONE N. 5 DEL COMITATO ISTITUZIONALE DELIBERAZIONE N. 5 DEL 17.05.2016 Oggetto: Comune di Lodè Studi di compatibilità idraulica e geologica e geotecnica, ai sensi dell art. 8 comma 2 delle N.A. del P.A.I., relativi

Dettagli

ATTIVITA RELATIVE ALLE MAPPE PRELIMINARI DI PERICOLOSITA E DI RISCHIO

ATTIVITA RELATIVE ALLE MAPPE PRELIMINARI DI PERICOLOSITA E DI RISCHIO Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (Direttiva 2007/60 CE D.Lgs. 49/ 10 - D.Lgs. 219/ 10) Distretto Idrografico dell Appennino Settentrionale Sub Distretto BACINI MARCHIGIANI SETTENTRIONALI ATTIVITA

Dettagli

Principi progettuali, riferimenti tecnici e normativi. Geol. Massimo Amodio

Principi progettuali, riferimenti tecnici e normativi. Geol. Massimo Amodio Principi progettuali, riferimenti tecnici e normativi Geol. Massimo Amodio Disciplina tecnico-naturalistica che utilizza: tecniche di rinaturazione finalizzate alla realizzazione di ambienti idonei a specie

Dettagli

COMUNE DI CAPRINO VERONESE

COMUNE DI CAPRINO VERONESE AUTORITA' DI BACINO NAZIONALE DEL FIUME ADIGE PIANO STRALCIO PER LA TUTELA DAL RISCHIO IDROGEOLOGICO - BACINO DELL' ADIGE- REGIONE DEL VENETO AREE IN DISSESTO DA VERSANTE -VARIANTE- COMUNE DI CAPRINO VERONESE

Dettagli

Ambito estrattivo 3S - Scalello

Ambito estrattivo 3S - Scalello Ambito estrattivo 3S - Scalello Comune di: Sarsina Località: Scalello Area inserita nel PAE Comunale con sigla: Ii10 Stato di fatto: Area con attività estrattiva in corso L Area è inserita nel PIAE vigente?:

Dettagli

DIREZIONE GENERALE L AMBIENTE Regione Sardegna per l approvazione dei Piani di Gestione dei siti Natura 2000 predisposti a seguito dell invito a prese

DIREZIONE GENERALE L AMBIENTE Regione Sardegna per l approvazione dei Piani di Gestione dei siti Natura 2000 predisposti a seguito dell invito a prese Direzione Generale dell Ambiente Servizio della Sostenibilità Ambientale, Valutazione Impatti e Sistemi Informativi (SAVI) 16709/764 < Oggetto: 23 LUG. 2013 Procedura di Verifica di assoggettabilità a

Dettagli

Gestione sostenibile delle risorse idriche superficiali e sotterranee INQUINAMENTO DELLE ACQUE PROVOCATO DA NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA

Gestione sostenibile delle risorse idriche superficiali e sotterranee INQUINAMENTO DELLE ACQUE PROVOCATO DA NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA INQUINAMENTO DELLE ACQUE PROVOCATO DA NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA Uno dei temi afferenti alla problematica della Gestione sostenibile delle acque sotterranee e di superficie è quello dell Inquinamento

Dettagli

Microzonazione Sismica del versante orientale dell Etna Studi di primo livello

Microzonazione Sismica del versante orientale dell Etna Studi di primo livello Microzonazione Sismica del versante orientale dell Etna Studi di primo livello Antonio Torrisi, Dipartimento della Protezione Civile Eventi sismici vulcanici Etnei del 2002-2003 I terremoti etnei La zona

Dettagli

AUTORITA INTERREGIONALE DI BACINO MARECCHIA - CONCA

AUTORITA INTERREGIONALE DI BACINO MARECCHIA - CONCA AUTORITA INTERREGIONALE DI BACINO MARECCHIA - CONCA VARIANTE 2008 PIANO STRALCIO DI BACINO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.) Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n 152 Legge 18 maggio 1989 n 183, Legge

Dettagli

Tecnica dei lavori stradali. Cenni sulla redazione del progetto stradale

Tecnica dei lavori stradali. Cenni sulla redazione del progetto stradale TLS Ingegneria Edile AA 2012/2013 Tecnica dei lavori stradali Cenni sulla redazione del progetto stradale Prof. Ing. Vittorio Ranieri v.ranieri@poliba.it LA DISCIPLINA ITALIANA SUI LAVORI PUBBLICI LEGGE

Dettagli