Scuola Nazionale di Alpinismo Emilio Comici Della Società alpina delle Giulie Sezione di Trieste del Club Alpino Italiano PRONTO SOCCORSO IN MONTAGNA

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1 Scuola Nazionale di Alpinismo Emilio Comici Della Società alpina delle Giulie Sezione di Trieste del Club Alpino Italiano PRONTO SOCCORSO IN MONTAGNA

2 PRONTO SOCCORSO IN MONTAGNA. Cause degli incidenti in montagna. Scivolata varia 390 Caduta sci 290 Malore 259 Perdita orientamento 221 Scivolata sentiero 200 Incapacità 82 Cedimento appiglio 56 Maltempo 45 Caduta sassi 37 Scivolata ghiaccio 34 Scivolata neve 25 Caduta crepaccio 18 Valanga 14 Manovra corda 12 Fulmini 3

3 Funzioni vitali e valutazione primaria. Uno stato di imminente pericolo per la sopravvivenza si verifica in caso di compromissione delle funzioni vitali: Alterazione del sistema nervoso centrale che determinano ridotto livello di coscienza. Alterazioni della respirazione. Alterazioni della circolazione.

4 Funzioni vitali e valutazione primaria. Valutazione primaria e RCP.

5 Valutazione stato di coscienza. Shock se presente e non tratto potrebbe compromettere le funzioni vitali. Emorragie Stato di shock. Compromissione funzioni vitali. Lesioni o fratture. Stato di shock,

6 Valutazione della respirazione. 1. Il soccorritore deve stabilire se il paziente ventila, cioè se compie movimenti respiratori adeguati. 2. In caso negativo se deve valutare se: Chiusura funzionale delle vie aeree (es. caduta lingua). Ostruzione meccanica da liquidi o corpi solidi. 3. Verifica l apertura delle vie aeree eventuale ventilazione artificiale.

7 Valutazione della circolazione. Verificare la presenza del battito del cuore ricercando il polso carotideo. Spesso l arresto respiratorio è concomitante all arresto cardiocircolatorio. In caso di arresto cardiocircolatorio compressione toracica. Le manovre A.B.C. Rianimazione cardio-polmonare.

8 Livello di coscienza. 1. Paziente confuso/ agitato: sembra sveglio, ma è agitato e risponde in modo incoerente. 2. Paziente soporoso/risvegliabile: apre gli occhi con stimolazioni tattili, vocali o dolorose. 3. Paziente non risvegliabile, nonostante gli stimoli Tattile.Vocale. Dolorose. quindi stato di coma.

9 Arresto Cardio Circolatorio. 1. Verificare che il paziente sia privo di coscienza. 2. Verificare che il paziente sia in arresto respiratorio anche dopo l apertura delle vie aeree e l effettuazione di 2 insufflazioni. 3. Accertare che vi sia adeguata circolazione ricerca polsi carotidei.

10 Posizione di sicurezza. Con paziente incosciente ma con attività cardiopolmonare OK.

11 Paziente incosciente. Paziente Incosciente Vie aeree aperte? Si No Respirazione sufficiente? Apertura Airway.Breath.Circulation della Rianimazione.Cardio.Polmonare Si Polso Carotideo? No Respirazione bocca a bocca Ventilazione Si No Compressioni toraciche

12 Manovre apertura vie aeree.

13 Manovre apertura vie aeree.

14 Manovre apertura vie aeree.

15 Rianimazione Cardio Polmonare

16 Rianimazione Cardio Polmonare 2 soccorritori

17 Emorragie Esterne: Il sangue fuoriesce da ferita lacero contusa a seguito di traumi (es. frattura esposta con lesione dei vasi sanguigni sottostanti). Interne: Il sangue si raccoglie in cavità chiusa, (es. scatola cranica, addome o torace). Cosa fare: Arrestarla o rallentarla, prevenire le complicanze (shock). 1. Compressione emostatica diretta. 2. Tecnica dei punti di compressione. 3. Applicazione del laccio emostatico.

18 Trauma Cranico. Segni di lesione cerebrale. Confusione mentale perdita di coscienza. Cefalea e malessere indefinito. Disturbi dell udito, della vista e dell equilibrio. Disturbi di motilità e sensibilità. Vomito violento a getto. Differenza dei diametri pupillari.

19 Lesioni traumatiche agli arti. 1. Distorsioni = Lesioni dei legamenti dell articolazione (es.caviglia). 2. Lussazione = Dislocamento capi ossei articolari con rottura capsula articolare (es. spalla). 3. Frattura = Rottura di un osso che perde così la sua capacità di sostegno. Frattura composta allineamento dei monconi. Frattura scomposta, monconi non allineati.

20 Lesioni traumatiche agli arti

21 Lesioni al rachide Ricercare e trattare immediatamente eventuali lesioni che compromettano le funzioni vitali. Se cosciente, immobilizzare e tranquillizzare il paziente. Stabilizzare il rachide cervicale. Valutare lesioni rilevanti a tronco, addome e arti. Stabilizzare il rachide in toto. Effettuare rapida valutazione neurologica.

22 Patologia da freddo Ipotermia = Abbassamento della temperatura al di sotto dei 36 dell intero corpo, tale da compromettere le funzioni vitali. Congelamento = Abbassamento al di sotto di 0 di aree limitate, perlopiù periferiche del corpo, con lesioni locali più o meno estese. Fattori predisponenti Disidratazione, sfinimento, attrezzatura inadeguata, immobilizzazione forzata, quota elevata, umidità vento, equipaggiamento stretto zaino, imbragatura, scarponi guanti anelli etc., precedente congelamento, patologie preesistenti, alcool, nicotina, droghe.

23 Segni e sintomi Pallore,cianosi, edema,intorpidimento dolorabilità parestesie Bolle chiare Ipoanestesia Bolle emorragiche Anestesia (ulcere e cicatrici deformanti) Necrosi anestesia totale coinvolgimento muscolare e osseo Recupero Recupero Amputazione Amputazione

24 Terapia preospedaliera Portare il paziente in luogo riparato da freddo. Togliere gli indumenti bagnati o stretti ( attenzione edema). Togliere eventuali anelli. Asciugare la parte colpita con delicatezza. Riscaldamento della parte posizionandola a contatto con il corpo (ascelle-addome) x 10. Somministrare bevande calde non alcoliche. In casi particolari Trasportare il paziente in luogo riscaldato. Immergere la parte in acqua con disinfettante a 37 x 1 ora. Asciugare delicatamente, porre cotone tra le dita. Tenere gamba sollevata. Riposo, evitare la deambulazione.

25 Cosa non fare Frizionare la parte lesa (con mani, neve,alcool, pomata). Immergere in acqua superiore a 40. Bucare le bolle. Somministrare bevande alcoliche. Evoluzione Il recupero della sensibilità dopo 10 min. di riscaldamento è indice di congelamento superficiale se la circolazione non viene ripristinata entro 48 ore si rischia l amputazione. Periodi di progressiva necrosi ore. Periodo di mummificazione giorni. Congelamento a gennaio amputazione a luglio.

26 Incidenti in valanga Entro i primi 15 minuti Fra 15 e 35 minuti Da 35 a 130 minuti Sopravvive 92% Sopravvive 65% Sopravvive 27% Un infortunato sepolto nella neve gli si abbassa la temperatura corporea di 3 gradi ogni ora, in 90 min. quindi arriva a 32 corporei!!!

27 Disturbi causati dal calore Fattori predisponenti: 1. Disidratazione. 2. Sudorazione. 3. Episodi di vomito diarrea. 4. Scarsa ventilazione. 5. Esaurimento fisico. 6. Abbigliamento inadeguato.

28 Disturbi causati dal calore Colpo di calore Temperatura corporea maggiore di 40/41. Il soggetto appare disorientato sino a perdita di coscienza, la pelle è calda ed arrossata. Raffreddare il soggetto, posizione anti shock. Colpo di sole Prolungata esposizione del capo al sole con probabile irritazione meningea, cefalea intensa, vomito. Portare all ombra e raffreddare il soggetto. NO POSIZIONE ANTI SHOCK!!!!!! Crampi Sudorazione eccessiva perdita di Sali minerali dei liquidi con sali. Reintegro

29 Raggi ultravioletti e foto protezione Ogni 1000 mt. di quota i raggi U.V. aumentano del 10% rispetto al livello del mare (es. a 3000 mt è del 30%) in più la neve riflette quasi il 100% di U.V. Tra le 11 e le 15 maggiore quantità di UVB che sono i più dannosi.

30 Effetti della sospensione prolungata nel vuoto Un alpinista sospeso nel vuoto va incontro a ripercussioni respiratorie, cardiocircolatorie e metaboliche. - Insufficienza respiratoria. - Causa di shock, ritorno al cuore viene ostacolato. 1. Motivi idrostatici. 2. Forzata immobilità toracica. 3. Compressione dei cosciali, accumulo a valle di sangue. 4. Alterata circolazione. La posizione in ortostasi (piedi in basso) è sopportabile per alcune ore.

31 Morso di vipera Dolore bruciante pochi minuti dopo il morso. Gonfiore locale poi esteso in presenza di lividi. 1. Febbre. 2. Nausee vomito. 3. Crampi muscolare. 4. Collasso circolatorio. Mettere il paziente a riposo, disinfettare la ferita, immobilizzare l arto come in caso di frattura, bendaggio linfostatico. Scopo : bloccare il decorso linfatico del veleno.

32 Male acuto di montagna La disponibilità di ossigeno a varie quote: Quota mt P. Atm mmhg P. O 2 mmhg O , ,3 129, , ,3 84, ,0 79, ,0 50,0

33 Fattori favorenti il mal acuto di montagna Velocità di ascesa. Intensa attività fisica e assenza di riposo. Infezioni alte /basse vie respiratorie. Alcool, sonniferi - ansiolitici. Fumo di sigaretta. Disidratazione (vomito, diarrea, ridotto introito di liquidi).

34 Male acuto di montagna Sindrome con sintomatologie soggettive La sintomatologia appare dopo 6-10 ore Lieve. Inappetenza nausea Insonnia Stancabilità Edemi Cefalea che regredisce con analgesici Grave Vertigini,stordimento Fotofobia Vomito ripetuto Insonnia, delirio Cefalea che non regredisce con analgesici Acclimatazione Discesa di 500 mt

35 Edema cerebrale Alterazione dello stato mentale/ neurologico. Alterazione dello stato di coscienza. 1. Confusione mentale 2. Sonnolenza, torpore 3. Perdita di coscienza COMA Incoordinazione motoria. Alterazioni mentali. 1. Allucinazioni delirio 2. Irritabilità 3. Alterazione capacità di giudizio

36 Edema polmonare Sintomi: 1. Difficoltà respiratoria a riposo 2. Tosse secca insistente 3. Ridotta attività fisica, spossatezza 4. Sensazione di oppressione toracica Segni: 1. Respiro superficiale e rapido 2. Espettorato schiumoso/ematico 3. Rantoli o sibili polmonari 4. Cianosi 5. Tachicardia, febbre a 38,5

37 Terapia Male.Acuto.Montagna. Riposare e non salire per qualche giorno Ossigeno Scendere di almeno 500mt Pasti piccoli e frequenti abbondanti liquidi Analgesici (cefalee) Antiemetici (nausea-vomito) Diuretico ACETAZOLAMIDE Decadron DESAMETASONE antiedema cerebrale

38 Terapia edema cerebrale Abbassamento quota. Camera iperbarica. Ossigeno. Decadron, DESAMETASONE, anti edema cerebrale.

39 I fulmini in montagna

40 I fulmini in montagna

41 Il Soccorso Alpino Come Chiamarlo Cellulare Raggiungendo il rifugio più vicino Scendendo a valle

42 Il Soccorso Alpino Che indicazioni dare all'operatore? Incidente alpinistico escursionistico terreno con neve o ghiaccio Stato del ferito, tipo di incidente. Luogo dell'incidente. Parete, sentiero, come raggiungerlo, Visibilità, forza e direzione del vento Condizioni meteo per evventuale elicottero. Cosciente, Fratture Ferite lacero contuse

43 Il Soccorso Alpino

44 Scuola Nazionale di Alpinismo Emilio Comici Della Società alpina delle Giulie Sezione di Trieste del Club Alpino Italiano Fine

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