Una sintesi del secondo Rapporto della CIPRA sullo Stato delle Alpi

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1 Una sintesi del secondo Rapporto della CIPRA sullo Stato delle Alpi La vita nelle Alpi : non poteva che iniziare con una parte dedicata all uomo e alle prospettive di sviluppo della società alpina il secondo Rapporto sullo stato delle Alpi. Ci sono molti libri sulle Alpi, ricchi di illustrazioni, con maestosi panorami montani e meravigliosi paesaggi. Ma per coloro che vivono, lavorano, sono attivi politicamente nelle Alpi, o più semplicemente vi trascorrono le vacanze, il Rapporto sullo stato delle Alpi rappresenta un indagine più accurata per conoscere e capire più a fondo il variegato contesto alpino. A quattro anni dall uscita del primo Rapporto che si era occupato di natura e paesaggio, di turismo e di trasporti, il secondo Rapporto va a completare l opera facendo il punto sulla popolazione alpina, lo sviluppo regionale e la politica nelle Alpi, i cambiamenti climatici ed i consumi e la produzione di energia, la pianificazione del territorio, l agricoltura di montagna e le foreste. Popolazione e cultura L arco alpino è un area geografica ed antropica su cui convergono tre grandi ceppi linguistici: quello latino, quello germanico e quello slavo. Più del 40% della popolazione alpina è di lingua tedesca, il 35% di lingua italiana, il 20% di lingua francese e il 5% di lingua slovena. Ma nelle Alpi, oltre alle lingue ufficiali, si contano centinaia di lingue minori e di dialetti. Chi vuole capire davvero il territorio alpino non può prescindere dalle lingue e dalle culture che lo popolano. Oltre a uno straordinario patrimonio di biodiversità, le Alpi sono un patrimonio di lingue e di cultura da tutelare. Cambiamenti climatici: l allarme dalle Alpi Gli indizi che dimostrano la presenza di alterazioni climatiche si moltiplicano da anni in tutto il pianeta. Anche se gli scienziati non sono ancora concordi nel quantificarne l incidenza, per molti di loro le cause dell innalzamento medio della temperatura nell emisfero boreale è da attribuirsi alle immissioni di anidride carbonica prodotta dai combustibili fossili. Una catena montuosa come le Alpi si presta molto bene come sistema di preallarme, in queste condizioni orografiche ed ambientali possiamo avere un idea del futuro che ci aspetta, non solo sul piano ecologico ma anche su quello sociale ed economico. Le conseguenze dei cambiamenti climatici hanno ripercussioni sul turismo alpino e sulle stazioni sciistiche a causa dell innalzamento della quota minima di innevamento (col perdurare dell attuale riscaldamento terrestre, in futuro solo il 44% delle stazioni sciistiche svizzere potrà contare su un innevamento sufficiente mentre la maggior parte delle località delle prealpi ma anche importanti stazioni sciistiche interne rischieranno di rimanere chiuse). Per non parlare degli eventi meteorici estremi sempre più frequenti, a partire dello scioglimento dei ghiacciai e delle conseguenti destabilizzazioni dei pendii causate dallo scongelamento del permafrost. Ma ad essere minacciati sono anche molti degli endemismi floristici e anche lo stesso limite superiore delle foreste è destinato a innalzarsi. L agricoltura di montagna: un continuo mutamento strutturale L agricoltura di montagna delle regioni alpine rispecchia in pieno tutta la molteplicità delle caratteristiche naturali, economiche e socioculturali di questo vasto e variegato territorio. Gli autori di questo capitolo hanno rilevato interessanti parametri sull agricoltura validi per tutto l arco alpino. 1

2 Sappiamo che nelle Alpi la superficie agricola utilizzata ammonta a circa 4,5 milioni di ettari, che vi sia allevano 6,5 milioni di capi di bestiame (oltre la metà bovini), che nell agricoltura opera circa il 5% della popolazione attiva. Ma chi avrebbe detto che di tutte le aziende agricole sulle Alpi, una su due ha sede in Italia? La tendenza è un po ovunque la stessa: il numero di aziende agricole è destinato a calare così come è destinata a calare la superficie agricola utilizzata e ad aumentare la superficie media delle singole aziende. Tra le forme di sfruttamento del territorio prevarranno, soprattutto alle quote più alte, quelle estensive e da parte degli agricoltori ci sarà una sempre maggiore attenzione per le produzioni di qualità, unica speranza di sopravvivenza in un mercato sempre più concorrenziale. Tra i dati sull agricoltura alpina, va anche rimarcato che solo il 32% delle aziende agricole è gestito come attività principale e che il 68% dei titolari di aziende agricole ha più di 45 anni di età. Un allarme particolare riguarda l allevamento di bestiame: oltre 100 razze domestiche oggi presenti nelle Alpi, peraltro in un numero esiguo di esemplari, rischiano l estinzione a causa della produttività imposta dai mercati che ha privilegiato altre razze dalle rese migliori. In particolare, per quanto concerne il territorio alpino italiano, l agricoltura risente di una serie di fattori come il diritto successorio romano che ha creato nel tempo una frammentazione estrema delle aziende agricole, comportando abbandono di terreni coltivabili nelle zone montane a eccezione delle aree più favorevoli ubicate nei fondovalle. Rispetto alle regioni alpine di lingua tedesca, in Italia è ancora piuttosto raro che le aziende agricole compensino il loro calo di reddito con attività di tipo turistico. Le foreste alpine: una funzione non solo protettiva Le foreste ricoprono più del 40% del territorio alpino e, oltre a essere uno degli elementi più caratterizzanti del paesaggio, svolgono una serie di funzioni essenziali per l uomo, ad esempio quella di protezione dalle calamità naturali. Più di 1/5 dei boschi delle Alpi costituisce barriere naturali indispensabili per salvaguardare i centri abitati e le vie di comunicazione. Andando a monetizzare il valore di questa funzione si è scoperto che per la sola Svizzera i servizi e le funzioni svolte dai boschi nei territori montani equivalgono ad un controvalore di circa 2.6 miliardi di Euro annui, un importo tre volte maggiore di quanto è stato speso dal 1951 a oggi in opere antivalanghe. Ma le foreste montane non svolgono soltanto una funzione protettiva. Basti pensare a quanto influiscono sul paesaggio e sulla cultura alpina e a quanto siano importanti per la conservazione della biodiversità, per non parlare poi del valore economico del legname. Forse non tutti sanno che nelle Alpi ci sono oltre tre miliardi di alberi che corrisponde a circa 270 piante per ciascun abitante, distribuiti su di una superficie di circa 7.5 milioni di ettari (l 80-90% dei quali costituisce la superficie forestale utilizzabile mentre il rimanente 10-20% sono foreste inaccessibili, arbustaie o boschi di scarso valore). Ma la superficie delle residue foreste che possono essere definite vergini all interno delle Alpi è purtroppo limitata a poche centinaia di ettari. Energia: dallo sfruttamento idroelettrico alle altre fonti rinnovabili Per l Europa centrale le Alpi costituiscono una vera e propria fabbrica di corrente elettrica, soprattutto quella necessaria a coprire i picchi di consumo. Ciononostante, benché prive di centrali nucleari, sono il territorio che consuma più corrente nucleare di tutta Europa, avendo bisogno di corrente a buon mercato per azionare le stazioni di pompaggio delle centrali idroelettriche, dove invece la corrente prodotta è di quella pregiata in quanto vendibile nei momenti di massima domanda del mercato. Lo sfruttamento intensivo dell energia idroelettrica è tale che ormai solo il 10% dei corsi d acqua alpini conserva condizioni di naturalità. Buona parte del fabbisogno energetico delle regioni alpine, come del resto di tutti i paesi europei, è ancora coperto dall importazione di fonti energetiche fossili e, benché proprio le Alpi siano predestinate per natura a produrre energia sfruttando fonti più ecologiche come il sole o il legno, questo potenziale continua a essere largamente inutilizzato. Il risparmio energetico e la produzione di energia sfruttando la 2

3 biomassa legnosa costituiscono dei grandi potenziali finora poco sfruttati per il territorio alpino. Le Alpi sono poi interessate da una vasta rete di elettrodotti e metanodotti per il trasporto di elettricità e prodotti petroliferi. Per gli elettrodotti, considerando solo quelli ad alta tensione (220 kv e 380 kv) esiste una rete di circa 2700 chilometri che attraversa in lungo e in largo l arco alpino. I prodotti petroliferi, consumati e trasformati in Europa e provenienti da altri continenti o dai porti dove vengono scaricate le petroliere, attraversano l arco alpino tramite 1500 chilometri di oleodotti e metanodotti. I presupposti per un futuro energetico sostenibile, non solo nelle Alpi, vanno creati (anche se ciascun consumatore può e deve fare la sua parte) a livello nazionale e mondiale, attraverso una riforma del sistema fiscale in chiave ecologica perché sui prezzi di vendita dell energia ricadano tutti costi reali per la produzione e perché i cosiddetti costi esterni (danni all ambiente, alla salute ecc.) vengano addebitati a chi li produce. Uso del territorio: l importanza della pianificazione territoriale La Convenzione delle Alpi configura la pianificazione territoriale come uno dei 12 campi d azione nel quale occorre garantire l utilizzazione contenuta e razionale e lo sviluppo sano e armonioso dell intero territorio. Obiettivo, questo, che richiede a tutti i paesi e alle regioni alpine un impegno comune. Negli ultimi decenni le amministrazioni pubbliche e le popolazioni vedono nella pianificazione un importante strumento di governo del territorio, soprattutto in un sistema a rischio come quello alpino. I clamorosi insuccessi delle politiche settoriali e d emergenza di fronte alla diffusione dei rischi ambientali e al ripetersi di drammatiche calamità naturali, spesso aggravate o provocate dalle più dissennate azioni dell uomo in ambienti per loro natura fragili e vulnerabili, hanno posto in rilievo la necessità di dare priorità a politiche di prevenzione basate su piani e programmi sufficientemente ampi e lungimiranti. La pianificazione territoriale nelle regioni alpine è ancora largamente insoddisfacente: si osserva innanzitutto un estrema differenza tra le diverse regioni, un eterogeneità nelle leggi, nelle tradizioni e nei metodi di pianificazione che rendono difficile l armonizzazione di misure di tutela e gestione del territorio. In tutto l arco alpino, il suolo in generale e le superfici utilizzabili in particolare costituiscono una delle risorse più limitate e preziose. Lo spazio disponibile per le attività antropiche e gli insediamenti è condizionato da fattori topografici e spesso non supera il 10-20% della superficie totale del territorio. Già oggi in molte valli alpine lo spazio utilizzabile è già sfruttato integralmente per gli insediamenti e le vie di comunicazione. Nonostante manchino dati statistici omogenei per tutte le Alpi, per quanto riguarda la copertura del territorio abbiamo oltre il 40% di superficie ricoperta da boschi, mentre la superficie utilizzabile per coltivazioni, insediamenti, vie di comunicazione è soltanto il 22% e su questa ricade una forte pressione antropica. Il Rapporto sullo stato delle Alpi dà la parola a numerose personalità che si sono distinte in questi campi tematici illustrando aspetti, problemi e possibili soluzioni in più di 90 brevi relazioni. Assieme al primo Rapporto sullo stato delle Alpi, questa nuova antologia della CIPRA rappresenta una ricca e completa fonte di informazioni sulle Alpi utile per chi si occupa di protezione dell ambiente, per studenti e ricercatori ma anche per chi è semplicemente interessato a questi temi.. L edizione italiana del 2 Rapporto sullo stato delle Alpi, da poco in libreria, edito da CDA (Centro Documentazione Alpina), 454 pagine, a due colori, prezzo di copertina 25.31, può essere 3

4 anche ordinato direttamente alla CIPRA Italia, Via Pastrengo 20, Torino. Tel , fax , 4

5 Il 2 Rapporto sullo stato delle Alpi in pillole Agricoltura Aziende agricole operanti nel territorio alpino: , di cui in Italia Superficie agricola utilizzata: Alpi circa 4,5 milioni di ettari; Italia ettari Percentuale delle aziende agricole con meno di 10 ettari di superfici agricola utilizzata in Italia: 90%. Distribuzione della superficie agricola utilizzata per tipo di coltura: prativa e foraggera 83,3% (Italia 85,6%), seminativi 12,6% (6,3), colture permanenti 3,2% (6,4) Patrimonio zootecnico: bovini (Italia ), ovini (Italia ) Percentuale dei titolari di aziende agricole di età superiore ai 45 anni: Alpi 68,3; Italia 75,8 Occupati in agricoltura sul totale della popolazione attiva: Alpi 5,1%; Italia 5,4%, Svizzera 6,9% Foreste Superficie forestale delle Alpi: 7,5 milioni di ettari Superficie forestale utilizzabile: 6,2 milioni di ettari Quantità di legname disponibile in seno alle superficie forestali utilizzabili: 1,5 miliardi di metri cubi Alberi presenti nei boschi alpini: oltre 3 miliardi Ettari di bosco al di sopra dei 1800 metri: oltre mezzo milione Copertura e uso del territorio alpino Alpi: Aree umide e corsi d acqua 1,3%; insediamenti e vie di comunicazione 2,1%; colture prative e foraggere 9,1%; terreni coltivati 2,4; colture permanenti 0,9%; superfici agricole eterogenee 6,5%; vegetazione arbustiva ed erbacea 18,8%; boschi di latifoglie 10.0%; boschi misti 11,7%; boschi di conifere 21,2%: aree prive di vegetazione 15,9%. Alpi italiane: Aree umide e corsi d acqua 1,5%; insediamenti e vie di comunicazione 2,3%; colture prative e foraggere 3,5%; terreni coltivati 1,5; colture permanenti 1,4%; superfici agricole eterogenee 8,0%; vegetazione arbustiva ed erbacea 21,0%; boschi di latifoglie 17,50%; boschi misti 9,9%; boschi di conifere 16,9%: aree prive di vegetazione 16,5%. 5

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