RIAPRIRE L ITALIA AI GIOVANI: I DATI

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1 RIAPRIRE L ITALIA AI GIOVANI: I DATI

2 ANCORA TROPPO ALTO (19,3%) E LONTANO DALL OBIETTIVO DI LISBONA IL TASSO DI ABBANDONO SCOLASTICO: 1 studente italiano su 5 tra 18 e 24 anni non termina le scuole superiori Tasso di abbandono scolastico nella scuola secondaria superiore, anni (valori %, quota di popolazione di anni senza diploma) Turchia Malta Romania Cipro Grecia UE27 Lussemburgo Lituania Svizzera Turchia Malta Romania UE27 Lussemburgo Grecia Cipro Lituania Svizzera LISBONA 2010 = 10% Fonte: elaborazioni Confndustria Education su dati Eurostat

3 L ITALIA FANALINO DI CODA PER IL TASSO DI COMPLETAMENTO DEGLI STUDI TERZIARI: meno della metà degli studenti immatricolati all università termina il proprio percorso di studi Il tasso di completamento degli studi terziari, anno 2005 (valori %, n laureati/n immatricolati nell'anno tipico di immatricolazione) Giappone Russia Canada Australia Svizzera Slovacca UE19 OECD R. Ceca Slovenia Polonia Messico N.Zelanda Stati Uniti *Istruzione terziaria di tipo A Fonte: elaborazioni Confndustria Education su dati OECD, Education at a Glance

4 LO SQUILIBRIO GENERAZIONALE: in gli over 65 superano gli under 15 (20% vs. 14%) Al primo gennaio 2008 la popolazione italiana residente è di oltre 59,6 milioni di unità, di cui oltre 3,4 milioni stranieri. La fascia d età anni è la più numerosa dato che qui si addensa il 66% della popolazione totale, seguono gli over 65 con il 20% circa e i giovani con un incidenza del 14%. La popolazione residente per sesso ed età al 1 gennaio 2008 (valori %, popolazione totale, maschile, femminile = 100) Maschi Femmine Totale e oltre Fonte : elaborazioni Confndustria su dati Istat

5 ALL ITALIA MAGLIA NERA PER L OCCUPAZIONE GIOVANILE: ancora troppo ampio il gap degli under 30 nel mercato del lavoro rispetto alla media dei Paesi Europei Il mercato del lavoro italiano non tiene il passo dei cambiamenti demografci: l presenta un basso tasso di occupazione: solo il 58.7% della popolazione in età lavorativa è occupata, mentre il target previsto da Lisbona è del 70%. Invece, servirebbero più persone attive nel nostro mercato del lavoro per sostenere una popolazione anziana sempre più numerosa e longeva. In particolare, per la componente giovanile il tasso di occupazione è di gran lunga più basso della media UE per tutte le fasce di età giovanili. Il tasso di occupazione giovanile per fasce d'età nel 2007: il gap dell' rispetto alla media UE (valori percentuali, popolazione per fasce di età = 100) anni anni anni anni anni EU27 Fonte : elaborazioni Confndustria-Education su dati Eurostat

6 L IMMOBILISMO ECONOMICO TRA GENERAZIONI: in l ascesa del reddito è bloccata! In chi nasce in una famiglia benestante o ricca ha una probabilità molto alta di essere da adulto, a sua volta, benestante o ricco, viceversa chi nasce da una famiglia modesta o povera. Questa persistenza dei redditi tra generazioni è una misura dell immobilismo economico che implicando la mancanza di uguali opportunità di partenza per tutti di fatto predetermina anche l arrivo e, quindi, il riscatto sociale. Combinando i dati sull elasticità intergenerazionale dei redditi con l indice di disuguaglianza dei redditi di Gini si nota come i due fenomeni siano tra loro fortemente correlati: paesi con un elevata persistenza nei redditi tra generazioni sono anche quelli con una distribuzione dei redditi iniqua. La relazione tra i redditi dei padri e i redditi dei fgli (elasticità intergenerazionale dei redditi) La persistenza dei redditi tra generazioni è più elevata nei paesi in cui c'è maggiore disuguaglianza nella distribuzione dei redditi Gran Bretagna Stati Uniti Disuguaglianza del reddito Australia CORR. = 0,68 Canada USA Gran Bretagna Canada Australia Relazione tra i redditi dei padri e dei fgli * L'esercizio di stima dell'elasticità intergenerazionale dei redditi è relativo al 2006 Fonte: elaborazioni Confndustria Education su dati OECD, Growing Unequal?

7 IN ITALIA, ANCORA TROPPO AMPIO IL GAP TRA RICCHI E POVERI In il 20% delle famiglie più ricche detiene 38% del reddito del Paese vs. il 20% delle più povere che detiene solamente l 8% del reddito complessivo Per avere una misura della disuguaglianza più informativa dell indice sintetico di Gini, le famiglie vengono ordinate in ordine crescente dal reddito più basso a quello più alto e poi divise in cinque gruppi (chiamati quinti perché ognuno dei 5 gruppi rappresenta il 20% delle famiglie): il 1 quinto comprende il 20 per cento delle famiglie con i redditi equivalenti più bassi e il 5 quinto risulta composto dal 20 per cento di famiglie con i redditi più alti. La distribuzione del reddito totale nei vari quinti fornisce una prima misura sintetica della disuguaglianza perché in una situazione ipotetica di perfetta eguaglianza, ogni quinto avrebbe una quota di reddito totale pari al 20 per cento. In, invece le famiglie con i redditi equivalenti più bassi (1 quinto) percepiscono, invece, l 8 per cento del reddito totale; mentre la quota del quinto più ricco risulta quasi cinque volte maggiore (38 per cento). Ripartizione del reddito totale tra le famiglie italiane raggruppate in quinti* (valori %, reddito totale = 100; ogni quinto = 20% del totale delle famiglie) 5 quinto ("molto ricche") 38% 1 quinto ("molto povere") 8% 2 quinto ("povere") 13% 4 quinto ("ricche") 23% 3 quinto ("né povere né ricche") 18% * In caso di perfetta uguaglianza (Gini = 0) ciascun quinto (20% delle famiglie) possederebbe il 20 del reddito Fonte: Istat

8 L IMMOBILISMO EDUCATIVO - all aumentare del livello d istruzione dei genitori aumenta la probabilità di laurearsi dei figli: in il 60% dei ragazzi con genitori laureati ottiene la laurea vs. il 10% con genitori con titolo di studio elementare Probabilità di laurearsi dei fgli secondo il titolo di studio dei genitori, 2005 genitori con un titolo di istruzione elementare o secondaria inferiore (ISCED 1-2) % 10% R.Ceca Slovacchia Slovenia Lettonia Polonia Malta genitori con un titolo di istruzione secondaria superiore o post-secondaria (ISCED 3-4) R.Ceca Slovacchia Slovenia Lettonia Slovacchia 32.6% genitori con un titolo di istruzione terziario, laurea o dottorato (ISCED 5-6) Fonte: elaborazioni Confndustria Education su dati Eurostat 28.8% Lettonia Slovenia Polonia Lituania UE % Lussemburgo Lituania Grecia UE % R.Ceca UE25 Grecia Lituania Malta Lussemburgo Grecia Cipro Cipro Irlanda Irlanda Polonia Irlanda Cipro Lussemburgo

9 EPPURE MAGGIORE E IL LIVELLO D ISTRUZIONE, MAGGIORI SONO LE PROBABILITA DI TROVARE UN LAVORO Il tasso di occupazione della popolazione è più alto per i laureati rispetto ai diplomati che, a sua volta, è più alto di quello dei possessori della licenza di scuola media e, ancor di più, di quelli con licenza elementare. Inoltre, Stime del Servizio Studi della Banca d indicano che, a parità di ogni altra circostanza, nel nostro paese la probabilità di partecipare al mercato del lavoro aumenta di 2.4 punti percentuali per ogni anno di scuola frequentato. Nelle regioni meridionali questo valore sale a 3.2, indice di una maggiore scarsità relativa di lavoratori qualifcati A titoli di studio superiori corrispondono tassi di occupazione più elevati, 2008 (valori %, n occupati per titolo di studio/popolazione 15-64) Laurea breve, laurea, dottorato Diploma 2-3 anni Diploma 4-5 anni Licenza media 51.3 Licenza elementare 30.2 Totale 58.7 Lisbona Fonte : elaborazioni Confndustria Education su dati Istat

10 L INVESTIMENTO IN CONOSCENZA E IL MOTORE PRIMO DELLA CRESCITA: PERSONALE, ECONOMICA E SOCIALE: in il rendimento economico privato, se si investe nell istruzione universitaria ( $), supera quasi 4 volte quello nell istruzione secondaria ( $) e quello della media dei Paesi OCSE ( $) Il rendimento economico è netto perché ai benefci vengono sottratti i costi sostenuti. Costi privati Mancati guadagni + spese private dirette + aumento delle imposte future + mancati trasferimenti Il Mancato guadagno rappresenta il valore della retribuzione che l individuo avrebbe ottenuto se avesse lavorato piuttosto che continuare a studiare con un titolo di studio inferiore a quello che invece possiede, avendo investito in istruzione Le Spese private dirette sono tasse scolastiche, materiale per la didattica, ect. Le imposte aggiuntive sono quelle connesse ad un incremento del reddito imponibile associato ad un più altro livello di istruzione. L aumento del reddito implica anche una riduzione dei trasferimenti Benefci privati: Incremento nei guadagni + maggiore probabilità di essere assunti Il rendimento economico netto dell'investimento in istruzione per il singolo individuo, 2005 (valori assoluti in dollari) in istruzione secondaria superiore e post-secondaria in istruzione terziaria Stati Uniti 97, ,832 R. Ceca 59,554 Stati Uniti 122,719 56,364 Polonia (2004) 115,402 55,864 R. Ceca 113,546 48,120 Corea (2003) 107,551 Canada 45,729 (2004) 99,848 (2004) 42,870 Irlanda (2004) 91,284 Australia 37,632 85,561 Media OCSE 34,031 Media OCSE 66,996 33,702 (2004) 64,595 Irlanda (2004) 33,338 62,103 Polonia (2004) 29,535 Canada 57,300 (2004) 25,952 Australia 55,044 25,587 51,717 25,402 (2004) 45,528 N.Zelanda 21,281 Turchia 44,392 Corea (2003) 19,470 N.Zelanda 36,804 17,037 29,237 Turchia 15,717 28,669 13,208 19,176 6,683 11,949 (2004) 4,206 9,662 Fonte : elaborazioni Confndustria Education su dati OECD, 2009

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