Mario Gori Occhi senza tempo

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3 Mario Gori Occhi senza tempo

4 L autore e l editore restano a disposizione di eventuali aventi diritti sulle immagini utilizzate. Copyright MMXV ARACNE editrice int.le S.r.l. info@aracneeditrice.it via Quarto Negroni, Ariccia (RM) (06) isbn I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell editore. I edizione: aprile 2015

5 Alla mia principessa

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7 Prefazione Se non fosse stato per i capelli ormai bianchi e alcuni denti caduti, gli si sarebbero potuti dare dieci e anche vent anni di meno. Le rughe sulla fronte erano quelle che aveva sempre avute. Per il resto dava l impressione che per lui il tempo scorresse più lentamente che per gli altri. Dagli occhi riusciva a capire ogni cosa. Erano gli occhi che lo avevano sempre colpito, allontanato, intrigato, respinto, coinvolto. Negli occhi presenti vedeva il passato e il futuro, certamente non nei particolari, indubbiamente nella sostanza degli eventi accaduti o che sarebbero poi avvenuti. E la vita a cui appartenevano quegli occhi cominciava a proiettarsi nella sua mente come in un video. Si era sbagliato raramente e quelle poche con le quali aveva poi iniziato una relazione, dicevano tutte, dopo qualche incontro, Tu mi conosci, sai tutto di me, anche quello che è solo mio e non ho mai raccontato a nessuno. Ma sapeva che non era vero. Se fosse accaduto, sarebbe rimasto con lei per tutta la vita. 7

8 Gori Sostanzialmente aveva diviso gli occhi e il loro sguardo in tre categorie: quelli assenti, persi in un mondo di specchi che riflettevano se stessi, un mondo di narcisi incapaci di andare al di là della propria immagine, egoisti, passivi; quelli, distratti, presenti per convenzione, convenienza o profitto, in un continuo tentativo di asservimento di qualcuno, vuoti, traditori; quelli spalancati alla meraviglia, ad assorbire il mondo, tristi perché ingannati dall incontro con occhi che non conoscevano, occhi dell anima colmi già di mille esperienze, spesso negative, ma che non erano riuscite a cambiare lo sguardo, a distruggere dentro e nei quali specchiava se stesso ritrovandovi la propria vita e la propria ancora presente speranza. Con i suoi occhi sapeva ben distinguere il vedere, dal guardare, dall osservare; con gli occhi scrutava il mondo, scopriva l accaduto e anticipava il futuro. Non si era mai fermato a vedere un prato nella sua genericità, ma osservava attento i diversi fili d erba piegandosi fino a terra, sfiorandoli senza spezzarli; la stessa cosa faceva in mezzo alla gente, sul treno, a scuola, durante i suoi oltre cinquanta anni di insegnante. E molti lo ricordavano capace di anticipare le richieste, di rispondere prima della domanda, di risol- 8

9 Occhi senza tempo vere con una battuta ironica o con la frase adatta inizi di incomprensione. Ma anche perché rimetteva tutto in discussione, cercando di andare oltre i luoghi comuni, gli stereotipi, il già detto. Ma si trattava solamente dei suoi occhi che non si limitavano a fotografare in maniera sfuocata altri occhi, ma ad usarli come una cinepresa capace di ferma immagine, di accelerazioni e di tornare indietro. Erano occhi senza tempo. Non aveva rimpianti e non odiava nessuno. Un giorno, leggendo Borges, che avrebbe voluto cambiare la sua vita, aveva scritto: Non voglio vivere ancora una volta la mia vita, perché farei le stesse cose di questa, nella sostanza e nelle piccole cose, né un altra vita perché sarei un altro. Non voglio vivere un altra vita diversa da questa, perché sarei ugualmente imperfetto, continuerei a correre per gioia e per bisogno, ma senza poter ingannare il tempo. Sarei ugualmente pazzo e prenderei le cose sul serio, con ironia e superficialità. Rischierei la vita con gli amici al fiume o in auto, percorrerei gli stessi luoghi con identica meraviglia. Non potrei osservare più tramonti o più albe in giorni diversi da quelli che mi appartengono, né arrampicarmi su più montagne, né nuotare su più mari, né visitare più paesi nei quali non sono ancora stato. Mangerei un ugual numero di gelati e la stessa quantità di fagioli. Avrei ugualmente momenti brutti e belli, perché un altra vita avrebbe lo stesso senso e lo stesso cammino di 9

10 Gori questa. Non voglio vivere un altra vita per camminare più di quanto ho camminato in ogni stagione sempre mostrando tutte le mie nudità. Ho viaggiato in carrozze aperte e ai finestrini, ho visto tutte le mie albe e i miei tramonti e gioco da sempre con i bambini e continuo ogni volta che ne incontro qualcuno. E amerei le stesse donne. E proverei gli stessi dolori. Non voglio vivere un altra vita per clonare questa. Accetto quella che mi è capitato di vivere senza volerla cambiare. Fino alla fine. Aveva percorso milioni di chilometri, in treno e con le auto. Era stato un nomade anche quando era stato stanziale. Aveva cercato di imparare e di insegnare la funzione formatrice dello spaesamento, dello sradicamento. Disinteressato al potere del corpo sul corpo, ne aveva cercato con interesse la sostanza. Al di là dei particolari esperienziali che sembravano ogni volta contraddirlo, provava a conservare l intatta fertilità del suo corpo pulito e della sua mente priva di giudizi. Tutto ciò che è, per lui era impellente e inalienabile, gli veniva da dentro e lo esprimeva all esterno attraverso un corpo spesso ferito. Tutto ciò che è, per lui era troppo importante per poter essere taciuto, lo diceva o lo faceva vedere perché era l unico modo per restare fedele a se stesso. Era consapevole della sua umanità più vera che significava costruire ogni volta altre regole, altri valori non condivisi, contemporaneamente eccitato e im- 10