Bologna, 5 febbraio 2013 Sala Bianca CCC via Marco Emilio Lepido 182/2
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1 Bologna, 5 febbraio 2013 Sala Bianca CCC via Marco Emilio Lepido 182/2 Workshop del progetto di ricerca e formazione Aspetti Sociali negli Appalti Pubblici nel Settore Edile Roberto Sarmenghi Consulente Area Qualificazione e sviluppo del Costruire di NuovaQuasco Progetto C5
2 R.S.I e S.S.L. una lettura dell approccio locale
3 Perché trattare di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro Gli appalti pubblici socialmente responsabili trattano un ampia gamma di aspetti sociali che possono essere presi in considerazione dalle amministrazioni aggiudicatrici nella fase appropriata della procedura di appalto. Per sostenere le proprie politiche sociali, le amministrazioni aggiudicatrici possono integrare gli aspetti sociali negli appalti pubblici in numerosi modi. Nell ambito della promozione del lavoro dignitoso vi rientra la salute e sicurezza sul luogo di lavoro.
4 La normativa regionale di riferimento L.R.1 agosto 2005 n.17 Norme sulla promozione dell occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro L.R.2 marzo 2009 n.2 Tutela e sicurezza del lavoro nei cantieri edili e di ingegneria civile L.R.26 novembre 2010 n.11 Disposizioni per la promozione della legalità e della semplificazione nel settore edile e delle costruzioni a committenza pubblica e privata. Le tre leggi, seguendo un unico disegno, si integrano condividendo bisogni, obiettivi e mission.
5 L.R.1 agosto 2005 n.17 Già nella relazione al progetto di legge regionale venivano dichiarate le scelte di fondo, tra queste la riproposizione degli obiettivi, dei principi e della terminologia dell Unione Europea rispetto alla responsabilità sociale d impresa (art.45). Questa legge introduce a fianco del tradizionale tema della promozione dell occupazione, già presente in altre norme regionali, il chiaro obbiettivo della qualità del lavoro, distinto anche se giustapposto a quelli della sua sicurezza e regolarità.
6 L.R. 2 marzo 2009 n.2 Per noi non è accettabile che un lavoratore o una lavoratrice escano di casa al mattino e non facciano ritorno a casa perché hanno perso la vita sul posto di lavoro. L unico obiettivo possibile per noi è la mortalità zero (ovviamente lo stesso vale anche per ogni incidente non mortale. Noi vorremmo che i fondi previosti dalla Legge Regionale 6 del 2008, Istituzione del fondo per il sostegno socio educativo, scolastico e formativo dei figli delle vittime di incidenti mortali sul lavoro, approvata dall Assemblea Legislativa Regionale e di cui andiamo orgogliosi, non venissero mai utilizzati. Estratti dalla relazione dell Assessore Gian Carlo Muzzarelli al convegno di presentazione del progetto di Legge Regionale del 16 ottobre 2008
7 L.R. 2 marzo 2009 n.2 L azione regionale di coordinamento è imperniata su una specifica Cabina di regia regionale, sull istituzione di stabili strumenti di dialogo sociale trilaterale con le organizzazioni sindacali e datoriali, sull operatività del Comitato di coordinamento della Pubblica Amministrazione istituito ai sensi dell art. 27 del D.Lgs. 626/94. La cabina di regia regionale in tema di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro ha in tale contesto l incarico di coordinare le specifiche politiche attive di scala regionale, integrando le azioni svolte dagli Assessorati competenti in materia.
8 L.R. 26 novembre 2010 n.10 Art. 9 Tutela dell'ambiente e della sicurezza del lavoro 1. Le stazioni appaltanti di cui al decreto legislativo n. 163 del 2006 che realizzano lavori pubblici nell'ambito del territorio regionale verificano e valutano, nell'elaborazione dei progetti, l'adozione di soluzioni tecniche e di esecuzione che perseguano obiettivi di tutela dell'ambiente, risparmio energetico, riutilizzo delle risorse naturali e minimizzazione dell'uso di risorse non rinnovabili, di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, nonché di riduzione dei rischi e dei disagi alla collettività nell'esecuzione dei lavori.
9 Tratti comuni della norme analizzate. La regione individua strumenti di tutela e promozione del lavoro aggiuntivi e migliorativi dei livelli essenziali delle prestazioni previsti dalla normativa nazionale. La regione promuove livelli ulteriori di intervento e garanzia rispetto a quanto previsto dalla normativa statale di riferimento. La regione promuove l individuazione e la diffusione di linee guida, buone pratiche e modalità finalizzate a semplificare, uniformare e supportare le attività delle stazioni appaltanti e degli operatori del settore (edile e delle costruzioni a committenza pubblica e privata) e a valorizzarne la responsabilità sociale. La regione prevede sistemi premiali ed incentivanti per chi sposa la responsabilità sociale.
10 Uno studio europeo L Agenzia Europea per la sicurezza e salute sul lavoro, nel 2005 ha pubblicato i risultati di una ricerca dal titolo Responsabilità sociale delle imprese e sicurezza e salute sul lavoro
11 Cosa emerge dalla relazione Essere socialmente responsabili significa andare oltre gli obblighi di legge investendo di più nel capitale umano, nell ambiente e nei rapporti con le altre parti interessate. Condizioni di lavoro salubri e sicure nonché buone condizioni di salute dei lavoratori rientrano fra le responsabilità sociali delle imprese e possono essere considerate parte integrante della R.S.I.
12 Conclusioni della ricerca S.S.L. rappresentano in modo rilevante una parte integrante del concetto di RSI
13 Come si diventa socialmente responsabili L agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro descrive la R.S.I. come un principio con il quale le imprese decidono volontariamente di contribuire ad una società migliore e ad un ambiente più pulito. Essere socialmente responsabili significa andare oltre l osservanza delle norme di legge, anche investendo di più nel capitale umano, nell ambiente e nei rapporti con le parti interessate. Molte esperienze dimostrano che andare oltre gli obblighi di legge può sia aumentare la competitività d azienda, sia avere un impatto diretto e positivo sulla produttività
14 La forte attenzione a livello locale verso la R.S.I. La RSI pone l accento sulle relazioni interne ed esterne dell impresa nei confronti dei portatori di interesse e del territorio, dunque, in ragione della conoscenza delle realtà aziendali e del dialogo costante tra istituzioni ed imprese, a livello di amministrazioni regionali e locali possono essere affrontati con efficacia i temi e le problematiche specifiche.
15 Piano d azione nazionale sulla RSI B. OBIETTIVO SOSTENERE LE IMPRESE CHE ADOTTANO LA RSI Linee Prioritarie Azioni Interventi Sostegno dal lato dell offerta pubblica a) Incentivi, sgravi fiscali, premialità e semplificazione Definizione di indicatori, criteri e meccanismi di valutazione per premiare le imprese nell accesso ai finanziamenti pubblici o forme di semplificazione amministrativa in linea con gli strumenti internazionali sottoscritti dal governo. Ricorso a strumenti stabili per il finanziamento delle iniziative (quali ad es. misure inserite nella programmazione dei fondi strutturali europei, fondi regionali per la flessibilità del lavoro ecc.). Incentivi alle PMI per il sostegno agli investimenti in RSI Meccanismi di premialità e semplificazioni per l accesso alle risorse pubbliche ed alle procedure autorizzative. Procedure di monitoraggio e controllo dei progetti.
16 Piano d azione nazionale sulla RSI C. OBIETTIVO CONTRIBUIRE AL RAFFORZAMENTO DEGLI INCENTIVI DI MERCATO PER LA RSI Linee Prioritarie Azioni Interventi Appalti pubblici a) Promozione di appalti pubblici che integrino criteri sociali e ambientali. Integrazione delle iniziative nazionali e regionali per la definizione di criteri socio-ambientali negli appalti pubblici. Promozione dell applicazione dei criteri sociali e ambientali negli appalti pubblici. Definizione di un sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi, con riferimento alla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Linee giuda per l inserimento di clausole sociali riguardanti le persone disabili nelle procedure di appalto della PA nell ambito del progetto europeo CSR+D
17 Settimana di vigilanza intensiva in edilizia N cantieri ispezionati 502 N cantieri sottoposti a coordinamento 429 N imprese 992 N lavoratori dipendenti N lavoratori autonomi 359
18 Settimana di vigilanza intensiva in edilizia N totale violazioni contestate (articoli) 268 N violazioni di aspetti legati a gestione /organizzazione ,4% N violazioni di aspetti legati opere provvisionali ,9% N violazioni legate ad altri aspetti 34 12,7% Totale sanzioni ex 758/94 (1/4 max previsto) ,00 99,1% Totale sanzioni amministrative (min. edittale) 2.500,00 0,9%
19 Settimana di vigilanza intensiva in edilizia cantieri con ponteggi privi di PiMUS 13 su 368 3,5% cantieri con ponteggi irregolari 53 su ,4% cantieri con aperture non protette (scale, solai ) 15 su 206 7,3% cantieri con lavorazioni sulle coperture pericolose 37 su ,8% cantieri con bordo degli scavi/sbancamenti non protetti 6 su 70 8,6% cantieri con pareti scavi instabili prive di armatura 4 su 21 19,0% cantieri con impianti elettrici irregolari 9 su 398 2,3% macchine irregolari (su totale delle macchine) 10 su 514 1,9% assenza comunicazione installazione app.sollevamento 7 su 217 3,2% cantieri contravvenzionati 138 su ,5%
20 Territorio Cantieri ispezionati Attività delle Aziende USL anno 2011 Cantieri con emissione di provv.ti Sopralluoghi Aziende ispezionate Aziende per cantiere PC ,3 PR ,8 RE ,5 MO ,8 BO ,1 IMO ,8 FE ,5 RA ,3 FO ,1 CES ,2 RN ,1 RER ,2
21 Attività delle Aziende USL. Provvedimenti triennio Territorio Var su 2009 PC ,5% PR ,8% RE ,1% MO ,2% BO ,1% IMO ,0% FE ,6% RA ,5% FO ,5% CES ,2% RN ,7% RER ,0%
22 Grazie a tutti i presenti per l attenzione. r.sarmenghi@nuovaquasco.it
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