Il New START 2010: riduzione o modernizzazione degli arsenali nucleari? di Angelo Motola

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1 Il New START 2010: riduzione o modernizzazione degli arsenali nucleari? di Angelo Motola 1. Nuovi impegni e nuove responsabilità Nella primavera del 2010 due grandi accordi orientarono positivamente il cammino internazionale del disarmo nucleare e della nonproliferazione. L 8 aprile 2010, a Praga, il Presidente americano, Barack Obama, e quello russo, Dmitri Medveded, firmarono il trattato sulle misure per un ulteriore riduzione e limitazione delle armi strategiche offensive, il New START 2010 (Treaty on Measures for the Further Reduction and Limitation of Strategic Offensive Arms) 1. Un mese più tardi, dal 3 al 28 maggio, si tenne a New York l ottava conferenza di riesame del Trattato di non-proliferazione Nucleare del 1968, TNP Review Conference 2010 (Review Conference of the Parties to the Treaty on the Non- Proliferation of Nuclear Weapons) 2, nella quale i 189 Stati firmatari approvarono consensualmente un documento finale d intesa al fine di stabilire ulteriori limiti alla diffusione delle armi nucleari e favorire per il futuro un percorso di progressivo disarmo. Il Trattato di non-proliferazione Nucleare, TNP (Nuclear Non- Proliferation Treaty) 3, disposto da Stati Uniti, Regno Unito e Unione 1 Il testo del trattato New START 2010, il protocollo e i tre allegati sono disponibili nella pagina del Dipartimento di Stato USA, htm. 2 Dal 1970, anno in cui entrò in vigore, il Trattato di Non-Proliferazione viene sottoposto a conferenze di riesame con scadenza quinquennale. Il documento finale della TNP Review Conference 2010 è consultabile nella pagina delle Nazioni Unite, 3 Il testo del Trattato TNP del 1968, è visibile nella pagina del Dipartimento di Stato USA, 141

2 Sovietica il 1 luglio 1968, entrato in vigore il 5 marzo 1970, rappresenta a livello mondiale l accordo di riferimento sul disarmo nucleare, la non-proliferazione e l uso pacifico dell energia atomica. Immaginando una scala di rilevanza a livello internazionale, a un gradino più in basso rispetto al trattato di non-proliferazione troviamo una serie di accordi bilaterali siglati, a partire dal 1972, tra le due maggiori potenze nucleari: Stati Uniti e Unione Sovietica (oggi Federazione Russa). 2. Gli accordi sulla riduzione delle armi strategiche Il 26 maggio 1972, per la prima volta in piena Guerra Fredda, USA e URSS negoziarono alcune intese sulla diminuzione dei loro arsenali atomici, ponendo le basi per le prime restrizioni alla folle proliferazione di quegli anni. Convinti della necessità di creare le condizioni favorevoli per un allentamento delle tensioni internazionali, oltre a un rafforzamento della fiducia tra gli Stati, le parti si dichiararono intenzionate ad incoraggiare la cessazione della corsa agli armamenti nucleari. Per questo motivo USA e URSS siglarono il primo grande accordo sulla limitazione dei rispettivi sistemi di difesa anti-missili balistici, meglio noto come Trattato ABM (Treaty on the Limitation of Anti- Ballistic Missile Systems) 4, una prima misura considerata efficace e necessaria per un rallentamento della corsa agli armamenti. Sulla base di questo trattato, lo stesso giorno, un ulteriore accordo venne sottoscritto tra Stati Uniti e Unione Sovietica: il SALT I (Strategic Arms Limitation Talks) 5, la prima intesa tra le parti sulla limitazione delle armi strategiche offensive. Il passo successivo al contenimento degli arsenali nucleari delle due superpotenze fu il SALT II 6, siglato a Vienna il 18 giugno Il trattato, però, non venne mai ratificato a causa dell acuirsi delle tensioni tra Washington e Mosca, in seguito alla decisione sovietica 4 Il testo del Trattato ABM del 1972 è disponibile nella pagina del Dipartimento di Stato USA, 5 Il testo dell accordo SALT I del 1972 è visibile nella pagina del Dipartimento di Stato USA, 6 Il testo del Trattato SALT II del 1979 è consultabile nella pagina del Dipartimento di Stato USA, 142

3 di invadere l Afghanistan nel dicembre dello stesso anno. Da allora, passarono quasi dieci anni prima che USA e URSS decidessero di incontrarsi nuovamente per discutere di nuovi accordi sulla limitazione degli arsenali strategici. Vi fu un primo riavvicinamento l 8 dicembre 1987, a Washington, in seguito alla firma del Trattato per l eliminazione dei missili a medio e corto raggio, anche noto come Trattato INF (Treaty on the Elimination of Intermediate-Range and Short-Range Missiles) 7. Con questa intesa i presidenti Ronald Regan e Mikhail Gorbaciov ponevano definitivamente fine alla questione degli euromissili nucleari installati da Stati Uniti e Unione Sovietica nella fortezza Europa. Con l inizio degli anni Novanta una serie di nuovi trattati bilaterali sul disarmo nucleare, meglio noti come accordi START (Strategic Arms Reduction Talks) 8, permise un nuovo avvicinamento tra i governi a capo dei due grandi blocchi ideologici. Il Trattato START I (Treaty on the Reduction and Limitation of Strategic Offensive Arms) 9, siglato a Mosca il 31 luglio 1991 dai presidenti George Bush e Mikhail Gorbaciov, fu il primo vero accordo sulla riduzione e la limitazione degli armamenti strategici tra Stati Uniti e URSS. Il documento impegnava le parti, entro sette anni dalla ratifica dall accordo e successivamente, a limitare i rispettivi arsenali nucleari entro un numero aggregato per parte non superiore alle unità, per le sole testate nucleari, e per i vettori di lancio (missili balistici intercontinentali, missili sottomarini e bombardieri pesanti: rispettivamente ICBM, SLBM e heavy bombers) 10, e a condurre uno stretto con- 7 Il testo del Trattato INF del 1987 è disponibile nella pagina del Dipartimento di Stato USA, 8 Gli accordi START sono una serie di trattati bilaterali siglati da USA e URSS (e in seguito Russia) per la riduzione degli armamenti strategici. Si distinguono dagli accordi SALT per una sensibile spinta al decremento del numero delle testate nucleari per entrambi gli arsenali. Le intese precedenti, invece, erano tese alla sola limitazione delle capacità possedute da ogni parte. 9 Il testo del trattato START I del 1991 è disponibile nella pagina del Dipartimento di Stato USA, 10 Sono termini che identificano la tipologia di vettore con capacità nucleare impiegato e sottoposto al conteggio del sopraindicato trattato: ICBM (Intercontinental Ballistic Missile), è un missile balistico intercontinentale basato a terra con una gittata di oltre km; SLBM (Submarine-launched Ballistic Missile), è un missile balistico sottomarino imbarcato o lanciato da un sottomarino con gittata superiore ai 600 km a seconda del tipo; heavy bomber, è un bombardiere pesante con raggio d azione superiore a km ed equipaggiato con missili a lungo raggio con capacità nucleare ALCM (Air-launched Cruise Missile). 143

4 trollo reciproco sui rispettivi arsenali. Cinque mesi più tardi, il 26 dicembre dello stesso anno, in seguito alla dissoluzione dell Unione Sovietica, si rese necessaria la firma di un protocollo aggiuntivo che tenesse conto dell esistenza delle ex repubbliche sovietiche e che facilitasse l attuazione dello START I una volta caduta l URSS. Col Protocollo di Lisbona 11, siglato il 23 maggio 1992 da Stati Uniti, Russia, Ucraina, Bielorussia e Kazakistan, gli ex-stati sovietici si impegnarono ad attuare gli impegni presi in precedenza dall Unione Sovietica, in quanto Stati successori, e al trasferimento di tutte le testate presenti nel loro territorio verso la Federazione Russa, dove successivamente sarebbero state demolite. Sia lo START I, sia il Protocollo di Lisbona entrarono in vigore il 5 dicembre 1994 e rimasero efficaci fino al 5 dicembre 2009, comportando una diminuzione complessiva di circa un terzo delle testate strategiche delle due superpotenze 12. Il 3 gennaio 1993, un anno prima della ratifica del primo START, un altro accordo venne concordato a Mosca dai Presidenti George Bush e Boris Eltsin: lo START II 13. La seconda intesa sulla riduzione delle armi nucleari, oltre a stabilire un ulteriore massiccio taglio agli arsenali delle due superpotenze (non più di armi strategiche per parte entro il 1 gennaio 2003), obbligava USA e Russia all eliminazione delle testate MIRV (Multiple Independently Targetable Reentry Vehicles) 14. Il Senato degli Stati Uniti ratificò il trattato il 26 gennaio 1996, la Duma Russa il 14 aprile Fino all alba del nuovo secolo lo START II rimase in uno stato di congelamento tale da impedirne la regolare attuazione. Il ritiro degli Stati Uniti dal trattato ABM, il 13 giugno 2002, e la conseguente decisione russa di non voler più sottostare allo START II, come reazione al dietrofront americano, sgonfiarono definitivamente l efficacia del secondo accordo sulla ri- 11 Il testo del Protocollo di Lisbona del 1992 è consultabile nella pagina del Dipartimento di Stato USA, 12 Per un approfondimento consultare lo studio Global nuclear weapons inventories, , disponibile nella pagina del «Bulletin of the Atomic Scientists», luglio/agosto 2010, 13 Il testo del Trattato START II del 1993 è disponibile nella pagina del Dipartimento di Stato USA, 14 Dette anche testate multiple indipendenti, le MIRV permettono ad un missile balistico di trasportare più testate nucleari e colpire più bersagli contemporaneamente con l utilizzo di un solo vettore. 144

5 duzione degli arsenali nucleari. A causa di questa impasse diplomatica si rese quanto mai necessario il raggiungimento di un nuovo accordo per un ulteriore diminuzione del tetto massimo delle testate nucleari possedibili. Tali presupposti favorirono la firma del Trattato di Mosca del 24 maggio 2002, anche noto come SORT (Treaty on Strategic Offensive Reductions) 15, che obbligava le due superpotenze a ridurre le testate nucleari presenti nei loro arsenali fino a un limite che non superasse le unità per parte, entro il 31 dicembre Un nuovo trattato sulla riduzione delle armi strategiche offensive L ultimo tra i trattati sulla riduzione e la limitazione delle armi nucleari strategiche è il New START. L 8 aprile 2010, a Praga, i capi di Stato di Stati Uniti e Russia siglarono un nuovo accordo decennale sul disarmo, sostitutivo dello START I, scaduto nel 2009, e del SORT. Il trattato, attualmente in vigore, obbliga le parti a ridurre i rispettivi arsenali al di sotto della soglia delle testate operative, entro sette anni dalla ratifica e successivamente, e alla limitazione dei vettori strategici ICBM (missili balistici intercontinentali), SLBM (missili balistici sottomarini) e bombardieri pesanti fino a un tetto massimo di 800 unità, di cui non più di 700 contemporaneamente dispiegabili. In base agli obblighi previsti dall accordo, Stati Uniti e Russia dovranno tenere delle consultazioni per mezzo di una Commissione Consultiva Bilaterale e rendere pubblici i dati e le informazioni relative alle rispettive armi strategiche offensive. I limiti imposti dal New START, recita il trattato, dovranno essere raggiunti entro il 5 febbraio 2018, in conformità con quanto disposto dal piano d attuazione. Entrambe le parti, inoltre, avranno il diritto di condurre attività di controllo e verifica, allo scopo di confermare l esattezza dei dati sui numeri e i tipi di armi strategiche dispiegate e non dispiegate soggette a questo trattato. Il New START proibisce a entrambe le parti il posizionamento delle testate nucleari strategiche al di fuori del rispettivo territorio nazionale. Tuttavia, l accordo non prevede alcun tipo di restrizione 15 Il testo del Trattato SORT del 2002 è disponibile nella pagina del Dipartimento di Stato USA, 145

6 per le armi nucleari tattiche (non strategiche), ovvero per quelle testate gravitazionali di cui ancora oggi dispongono Stati Uniti e Russia. Questi ordigni ormai obsoleti risalgono agli anni della Guerra Fredda, e 200 di queste testate (80 in Italia), di fabbricazione made in USA, sono tuttora collocate in Europa 16. Questa tipologia di ordigno non è stata ancora vincolata a nessun tipo di trattato bilaterale siglato tra Stati Uniti e Russia sulla riduzione degli armamenti. Lo stesso Trattato di non-proliferazione Nucleare è molto generico. L articolo VI del documento 17 impegna gli Stati aderenti nucleari e non nucleari a perseguire negoziati che favoriscano la messa in atto di nuove misure relative alla cessazione della corsa agli armamenti nucleari e al disarmo nucleare, che siano efficaci e condizionate da uno stretto controllo internazionale. Tuttavia, se nel campo della riduzione delle armi nucleari strategiche sono stati condotti importanti passi in avanti, specie negli ultimi vent anni, non è possibile dire lo stesso per le armi nucleari tattiche, tuttora operative ma prive di una normativa specifica che ne regoli lo smantellamento. 4. L arsenale nucleare globale Si calcola che siano più di le testate nucleari fabbricate in tutto il mondo a partire dal Gli Stati Uniti furono i primi a dotarsi della più spaventosa arma di distruzione di massa mai concepita e ne produssero oltre esemplari. Col 1949 anche l Unione Sovietica divenne una potenza nucleare, fabbricando da allora oltre testate. A catena, anche altri importanti protagonisti dello scacchiere internazionale equipaggiarono i propri eserciti con l arma atomica, partecipando alla sfrenata corsa alla proliferazione nucleare degli anni della Guerra Fredda. In ordine temporale, più di ordigni furono fabbricati a par- 16 Per approfondimenti di veda S. Snyder & W. Van Der Zeijden (a cura di), B61: residui di guerra fredda. Le posizioni dei Paesi della Nato sulle armi nucleari tattiche in Europa, Edizione italiana a cura dell Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo, dicembre 2011, 61_RESIDUI_DELLA_GUERRA_FREDDA.pdf. 17 Il testo del Trattato TNP del 1968, cit. 18 Per approfondimenti si veda G. Sturloni (a cura di), Energia nucleare, Alpha Test, Milano,

7 tire dal 1953 da Inghilterra (1.200), Francia (1.260), Cina (600), Israele (80), India (60-80), Pakistan (70-90) e Corea del Nord, di cui, però, non si hanno ancora dati ufficiali. All alba del 2012, sono circa le armi nucleari operative in tutto il mondo. Quasi di queste sono tenute in stato di massima allerta operativa. Se dovessimo tenere conto di tutte le testate nucleari attive e inattive possedute da Stati Uniti, Federazione Russa, Regno Unito, Francia, Cina, Israele, India e Pakistan il numero totale delle armi nucleari presenti in tutto il mondo sarebbe pari a circa testate 19. Tabella 1. Le armi nucleari nel mondo (gennaio 2012) Paese Anno del primo test nucleare Testate nucleari schierate Testate nucleari non-operative Totale arsenale nucleare USA ~8.000 Russia ~ GB Francia ~300 Cina ~240 India Pakistan Israele.... ~80 ~ 80 Corea del Nord ? Totale ~4.400 ~ ~ Nota: le cifre sono approssimate. Con il termine «Testate nucleari schierate» ci si riferisce a tutte quelle testate installate su vettori o situate in basi militari con forze operative. Al contrario, il termine «Testate nucleari non-operative» include tutte quelle categorie di testate che al momento non sono schierate, ovvero quelle in stato di riserva, in attesa di smantellamento o che, invece, richiedono un certo tipo di preparazione prima di diventare pienamente operative e disponibili. Fonte: Shannon N. Kile, World Nuclear Forces, pp , in SIPRI Yearbook 2012, Oxford University Press, Oxford, Il 95% dell arsenale nucleare mondiale appartiene a Stati Uniti e Russia. Dalla fine della Guerra Fredda, sono state centinaia le testate trasferite da una condizione di operatività a diversi stati di riserva o inattività, soprattutto grazie alla spinta degli accordi in materia di riduzione e limitazione degli arsenali nucleari. Tuttavia, molti di 19 Stockholm International Peace Research Institute, Sipri Yearbook 2012: World Nuclear Forces, Oxford University Press, Oxford,

8 questi ordigni sono ancora adoperabili, in quanto non rientrano nel conteggio di nessun trattato sulla limitazione delle testate contemporaneamente dispiegabili. Questo perché, tradizionalmente, gli accordi bilaterali siglati tra Stati Uniti e Russia hanno sempre ignorato l obbligo di distruzione delle armi dismesse. In egual modo non hanno mai disposto alcun tipo di restrizione per le testate tattiche e per quelle nonoperative, che in ogni caso arricchiscono gli arsenali delle due superpotenze. Anche il New START conferma questa tendenza, nonostante i governi di Stati Uniti e Federazione Russa abbiano già promesso per il futuro un nuovo accordo che includa sia le testate non-strategiche sia quelle non-operative 20. Dopo il picco raggiunto nel , il numero delle armi nucleari presenti in tutto il mondo è andato progressivamente diminuendo. Questa propensione, seppur positiva, andrebbe, però, analizzata tenendo conto di un altro dato altrettanto significativo, ma troppo spesso messo in secondo piano, ovvero che la maggior parte degli Stati nucleari continuano indisturbati nella loro opera di modernizzazione e aggiornamento degli arsenali nucleari, ritenendo che le armi nucleari possano ancora ricoprire un ruolo insostituibile per la sicurezza nazionale. Stati Uniti e Russia sono tra coloro che investono maggiormente nei programmi di ammodernamento dei loro arsenali. Negli USA, ad esempio, la NNSA (National Nuclear Security Administration) prevede di spendere per i prossimi quattro anni circa 9.6 miliardi di dollari per la protezione, il mantenimento e la modernizzazione dell arsenale nucleare americano. Ben 34 miliardi, invece, saranno spesi per i soli programmi di armamento 21. Tra i progetti che la NNSA intende sviluppare è atteso anche un programma di estensione del ciclo di vita delle testate B61 (LEP Life Extension Program). Per questo piano di modernizzazione delle vecchie B61 si calcola che gli Stati Uniti spenderanno circa 4 miliardi di dollari Global nuclear weapons inventories, , cit. 21 Per approfondimenti si veda Kelsey Davenport (a cura di), Fact Sheet: U.S. Nuclear Modernization Programs, in «Arms Control Association», 22 marzo 2012, 22 Per un quadro più completo si veda Markus Becker, Experts Report Massive Cost Increase, in «Spiegel Online», 16 Maggio 2012, 148

9 5. Cinque minuti a mezzanotte Il «Bulletin of the Atomic Scientists» di Chicago, l organizzazione degli scienziati che parteciparono al Progetto Manhattan 23, ha deciso di spostare in avanti le lancette del Doomsday Clock, l orologio della fine del mondo, portandolo a soli 5 minuti dalla mezzanotte, un minuto in avanti rispetto al Le lancette dell orologio vengono spostate avanti o indietro a seconda di quella che è la situazione mondiale, tenendo conto di parametri quali lo stato del disarmo, della non-proliferazione nucleare e delle scelte politiche fissate dai governi 24. Nel 1991, con la fine della Guerra Fredda, i minuti che separavano il mondo dalla mezzanotte nucleare erano diciassette. Da allora è la quinta volta che le lancette vengono portate in avanti, e ogni avanzamento dei minuti corrisponde a un sempre maggiore stato di deterioramento della situazione internazionale 25. Il contesto attuale appare confuso per quanto riguarda il disarmo nucleare e questo spiega la scelta degli scienziati di avanzare di un minuto le lancette dell orologio. La ratifica nel dicembre del 2010 del New START sembrava aver portato con sé un ritrovato spirito di cooperazione tra Stati Uniti e Russia. Due anni più tardi, però, le relazioni tra le due superpotenze sembrano essersi incrinate nuovamente. Il percorso che dovrebbe portare alla creazione di un mondo libero dalle armi nucleari non è ancora chiaro. Il nostro pianeta dispone ancora di circa testate nucleari e l insufficiente trasparenza, pianificazione e cooperazione tra i nove Stati nucleari complica notevolmente ogni sforzo in favore di una continua e continuativa opera di riduzione delle armi atomiche. Dunque, viene a crearsi un effetto diametralmente opposto che coincide con la scelta di quasi tutte le potenze nucleari di procedere nell opera di ammodernamento dei rispettivi arsenali in nome di una non troppo chia- tional/world/upgrading-us-nuclear-weapons-moreexpensive-than-planned-a html. 23 Anche noto come Manhattan Engineering District (Distretto di ingegneria di Manhattan) è il programma scientifico-militare disposto dagli Stati Uniti sul finire della Seconda Guerra Mondiale che ha portato alla creazione della prima bomba atomica. 24 Per approfondimenti si veda M. Simoncelli (a cura di), La minaccia nucleare. L occidente, l oriente e la proliferazione alle soglie del XXI secolo, Ediesse, Roma, La timeline del Doomsday Clock è disponibile nella pagina del «Bulletin of the Atomic Scientists», 149

10 ra politica di sicurezza 26, che ha come unico risultato un nuovo, pericoloso, avvicinamento alla mezzanotte. Bibliografia Sturloni G. (a cura di), Energia nucleare, Alpha Test, Milano, Simoncelli M. (a cura di), La minaccia nucleare. L occidente, l oriente e la proliferazione alle soglie del XXI secolo, Ediesse, Roma, Snyder S. & Van Der Zeijden W. (a cura di), B61: residui di guerra fredda. Le posizioni dei Paesi della Nato sulle armi nucleari tattiche in Europa, ed. ital. a cura dell Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo, dicembre Stockholm International Peace Research Institute, Sipri Yearbook 2012: World Nuclear Forces, Oxford University Press, Oxford, Siti internet consultati _B61_RESIDUI_DELLA_GUERRA_FREDDA.pdf /doomsday-clock-moves-to-five-minutes-to-midnight 26 Per approfondimenti si veda Doomsday Clock moves to five minute sto midnight, in «Bulletin of the Atomic Scientists», 10 gennaio 2012, 150

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