ROTARY CLUB BASSANO DEL GRAPPA DISTRETTO 2060 ITALIA ANNO 2010/ del Club Presidente FRANCESCO SALSA

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1 Bollettino n 16 del 27 novembre 2010 In sede Presentazione del libro di Giampiero Mattarolo La difficile eleganza dell equilibrio L appuntamento è in sede presso Villa Ca Erizzo alle ore 17 di sabato 27 novembre Il Presidente ci dà il benvenuto e introduce i relatori: A nome del Rotary club di Bassano del Grappa vi do il benvenuto. Ai Past Governors ed alle loro gentili consorti, ai Presidenti degli altri Rotary Club. Agli altri rotariani presenti in sala ed ai non rotariani che ci gratificano con la loro presenza. Al Professor Gilberto Muraro, il nostro benvenuto ed il nostro grazie per avere accettato di dare il suo qualificato contributo a questo incontro di riflessione e di presentazione del libro di Giampiero Mattarolo: La difficile eleganza dell equilibrio Incontro di riflessione, perché è questo che Giampiero ci chiede con il suo libro. Leggendolo, si ha netta la sensazione che esso nasca dal bisogno interiore dell Autore di confessare le sue riflessioni. Confessare nel senso etimologico del termine: parlare con e, tra tutti i modi in cui, in latino si può esprimere l atto del parlare, for-faris è quello che, più degli altri, dà l idea del parlare per condividere. Si ha l impressione che Giampiero parli a sé stesso, come riflettesse ad alta voce; ma compiacendosi di sapere che gli altri lo ascoltano. In una solitudine feconda per le sue riflessioni e nello stesso tempo in comunione profonda con gli altri ; espressione di una umanità coinvolgente. Per chi lo conosce, già nella dedica: A tutti coloro che riescono a fare dell amicizia un elegante virtù, con quel riescono che esprime anche la fatica di raggiungere l obiettivo attraverso lo studio, la riflessione, lo sforzo continuo di comprensione dell altro, c è Giampiero Mattarolo. Sono convinto che anche voi avrete, leggendolo, sensazioni ed emozioni analoghe. Cedo ora il microfono al Professor Gilberto Muraro, Ordinario di Scienza delle Finanze della Facoltà di Giurisprudenza dell Università di Padova di cui è stato anche Rettore. Componente di numerose commissioni governative e regionali su temi di economia pubblica; già vice Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, cultore dei temi dell economia pubblica, quali la tassazione e la spesa statale, e dell intervento pubblico a difesa dell ambiente e per la gestione del sistema sanitario.

2 Il suo intervento ha come tema: L equilibrio nella sfera economica dell individuo e della società. Seguirà Giandomenico Cortese con: Eleganza ed equilibrio nel libro di Mattarolo. che sarà piacevolmente interrotto dalla lettura di tre brevi brani del libro da parte della nostra segretaria di club Annabianca Compostella. Ed infine avremo il piacere di ascoltare Giampiero su: Il valore di una opinione Il prof. Gilberto Muraro ci parla dell importanza dell equilibrio in campo economico: esso è condizione necessaria e fondamento della società; le imposte devono essere equilibrate, così come la spesa pubblica e i salari: la scienza economica dovrebbe ricercare una combinazione ottimale, un equilibrio. A seguire Giandomenico Cortese: Sempre in fuga da se stessi, sempre in cerca di se stessi. L affresco dei contrasti. Apocalisse e amore. C è una favoletta, un apologo che raccontava Arthur Schopenhauer ( ), filosofo tedesco. Dice più o meno così: C era una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d inverno. Gli animaletti si strinsero vicini vicini per proteggersi, col calore reciproco, dal restare assiderati Ben presto, però, sentirono le spine del vicino. Il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo, l un l altro. Quando il bisogno di riscaldarsi li portò di nuovo insieme, si ripetè quell altro malanno.venivano così sballottati, avanti e indietro, tra i due mali.alla fine trovarono una moderata distanza reciproca che costituiva per loro la migliore posizione. L equilibrio, la moderata distanza. Equilibrio, un concetto di origine meccanica, poi esteso alla chimica, alla fisica, anche alla filosofia, all economia. Quante curve matematiche sono state spese per delineare la curva dell equilibrio! Giampiero Mattarolo ci aggiunge l eleganza, l estetica, lo stile, il comportamento, alla ricerca della bellezza e dell armonia. Un percorso lungo, potrei dire sofferto Annabianca:

3 <<Raccontano che Buddha, dopo i lunghi anni passati a cercare, tra infinite sofferenze e privazioni, il senso della vita, trovò finalmente l'illuminazione meditando su un'affermazione che aveva sentito: Una corda troppo tesa rischia di rompersi, ma una corda troppo poco tesa non suona. Molta parte della nostra vita si gioca tra estremi. Abbiamo sempre bisogno di certezze e quindi ci risulta più facile e spontaneo affermare piuttosto che dubitare e cercare alternative. Abbiamo anche un po' paura dei ragionamenti degli altri ed è quindi difficile che ci mettiamo in ascolto, con disponibilità e apertura. Se qualcuno, poi, contraddice la nostra opinione, resistiamo sempre, argomentando in difesa e in attacco, perché il rifiuto o il ridimensionamento della stessa opinione lo viviamo come un rifiuto personale, come se noi stessi fossimo rifiutati. Il bisogno di certezze, la paura di essere strumentalizzati e l'identificazione personale con l'opinione espressa, sono solo alcuni dei vincoli che non ci aiutano ad affrontare la realtà con equilibrio. Credo, infatti, che l'equilibrio possa avere, anzi debba avere, una sua gradevole leggerezza, e forse anche una sua eleganza di contenuto e di forma. Gli estremismi, in genere, sono grevi, pesanti, ostentati. Proprio perché reggono solo se sono proposti con forza e con vigore e se resistono ad ogni tentativo di ragionevole verifica. La ricerca dell'equilibrio può essere un lasciarsi prendere docilmente da un ragionamento aperto che sollecita non i nostri muscoli, ma la nostra mente e la nostra sensibilità.>> Cito Rabindranath Tagore (Calcutta ); poeta sognante e squisitamente lirico, ma anche poeta civile. Per lui un elegante equilibrio è anche : L usignolo copre con il suo canto tutte le voci della foresta. Mattarolo affronta temi vitali con la gioia nel cuore, con un affetto generoso, con una amicizia elegante. Un rischio. La manomissione delle parole nel confronto con le idee. Pure le idee anche quelle spesso pericolose, affascinano sempre. Nella sua ricerca dell uomo integrale, l individuo, la persona, l uomo sociale, G.M. mi ha ricordato la poesia di un grande autore d oltre oceano, Walt Whitman (1818/1892), il cantore, con il suo Foglie d erba, della democrazia americana, un poeta per il quale Ezra Pound (poeta statutinense, nato nel 1885, morto a Venezia nel 1972, scrive, Patto in Poesie scelte : Stringo un patto con te, Walt Whitman

4 Ti ho detestato ormai per troppo tempo Vengo a te come un figlio cresciuto Che ha avuto un padre dalla testa dura. Ora sono abbastanza grande per fare amicizia. Fosti tu ad abbattere il nuovo legno, Ora è tempo di intagliarlo. Abbiamo un solo fusto ed una sola radice:ristabiliamo commercio tra noi. Il suo è un ritorno alle virtù, nel confronto con il vizio, con gli abiti del male, come li definiva Aristotele: i vizi capitali: Superbia, Avarizia, Lussuria, Gola, Invidia, Ira. Accidia, quella apatia, quel lasciarsi andare al torpore dell anima, al fastidio, alla noia, alla indifferenza per le cose spirituali. Giampiero Mattarolo insiste e ci offre la riscoperta di uno stile di vita. Tra imperativo e spontaneità, l oscillazione tra due poli. G.M. ha spaziato tra la ammirazione del cielo stellato e la legge morale, quello che Emmanuele Kant aveva inteso come imperativo categorico. C è Kant ma anche Tommaso d Aquino nel pensiero di G.M. c è l analisi del pensiero e la prassi quotidiana ad alimentare la sua elaborazione, c è l esigenza di recuperare i bisogni etici, la riabilitazione delle virtù, c è tanto Mounier e Maritain, ma anche l Humanitas di Albino Lucani, il papa del sorriso. Mi sono chiesto spesso perché Giampiero Mattarolo abbia scritto questi pensieri, abbia raccolto queste sue riflessioni in un difficile elogio all eleganza dell equilibrio, sulla leggerezza dell esistere, sugli ossimori che alimentano la nostra quotidianità, perchè egli continui a giocare con le parole, scandagliando l intimità, scegliendole nel dolce-aspro della vita, fino a condurre il dialogo con l ultima parola (la morte). Mi sono chiesto perché ora, oggi, insista con il contrapporle l un l altra in un gioco di riflessi, di specchi. Non c è (solo) uno sfoggio di intelligenza, di coraggio, di provocazione. E, il suo, un invito amichevole, sincero, profondo per sollecitarci a misurarci, ciascuno per proprio conto, con la sua coscienza. Coscienza è già trascendenza. Annabianca:

5 <<...Poi viene l'amore, che è una sorta di reciprocità illuminata dal cuore. L'amore non richiama solo una relazione di reciprocità per quanto pura e nobilitata dalla sincerità, ma un rapporto nel quale l'uno vive nell'altro e per l'altro con una adesione che richiama tutta la personalità, la sua esperienza, la sua intelligenza e la sua capacità di aderire con emozione all'incontro di due mondi, di due persone. Credo che l'amore vero, nelle varie forme con le quali può manifestarsi, abbia sempre come riferimento e come obiettivo della relazione il bene dell'altro. Il ti voglio bene dovrebbe sempre significare, proprio, che voglio in tuo bene, voglio che tu riesca ad essere quello che puoi essere, voglio che ti realizzi come persona ricca di potenzialità personali, di intelligenza, di capacità e di amore, appunto. E', d'altro canto, un voglio che è donazione non sovrapposizione, perché l'altro è sempre un soggetto per se stesso, che va amato, appunto, ma non forzato o condizionato dalla mia pretesa visione. Credo infine che l'amore sia soprattutto volontà di conoscenza sia come scoperta meravigliata di un altro mondo personale ricco di storia, di sensibilità, di esperienze e di cuore, sia come ricerca di una realtà nella quale riconoscersi e riconoscere il pulsare della vita.>> Egli, magari inconsciamente, si affida alla prudenza saggia e virtuosa, riecheggia l Adelante, Pedro, con juicio del Manzoni, ripreso ne I Promessi Sposi, che contrasta arroganza, superficialità sconsideratezza, imprevidenza, negligenza, avventatezza, immediatezza istintiva. C è la giustizia, virtù complessa, come la teologia della fortezza, una bontà personale e sociale, c è la temperanza, l esigenza di sobrietà, ma c è soprattutto l influsso di quelle che sono possono essere non solo esigenze teologali ma anche aspirazioni razionali e laiche: una fiducia nella grazia e nella ragione, una speranza profonda che non si accontenta di sedurre, una speranza che aiuta i credenti a credere che non ci sarà più morte, affanno, lamento e infine quell inno all amore che deriva dalla carità misericordiosa. Tutto questo sta alla base, è il nutrimento primo del pensiero di Mattarolo. La difficile eleganza dell equilibrio, il saggio (pubblicato da Giorgio Tassotti editore, una novantina di pagine, una dozzina di suggestive immagini scattate con intensità di espressione dallo stesso autore, viene ora offerto alla valutazione dei lettori più curiosi. E il terzo libro dato alle stampe dal bistro Past Governor Distrettuale, dopo Quindici parole e qualche albero del 1998 e L ultima parola, del 2002, acuta riflessione, carica di angoscia e speranza, questa sul delicato momento del trapasso.

6 Molta parte della nostra vita spiega Giampiero Mattarolo in premessa, l avete sentito si gioca tra estremi, tra contrasti, posizioni nette, contrapposizioni di parte, Sono situazioni e scelte che possono condizionare in modo pesante e greve le relazioni e la crescita personale. La ricerca dell equilibrio potrebbe avere una sua gradevole leggerezza e anche una sua eleganza perché è un lasciarsi prendere da ragionamenti che sollecitano non i nostri muscoli ma la nostra mente e la nostra sensibilità. E un equilibrio difficile perché richiede una ricerca attenta, umile, aperta e disponibile a far prevalere buon senso e verità sulle pregiudiziali e sui personalismi. E il difficile equilibrio rappresentato dal fiore, che appare in copertina, a nutrire in fondo l intera vita dei rotariani, leader ed interpreti generosi della nostra società, a cui il libro è indirettamente dedicato, in quanto fruitori di una grazia, quella difficile ma possibile di una elegante e leggera amicizia che riesce a trasformare il mondo e renderlo migliore. Mattarolo ricerca, indaga, riflette, motiva e propone, con coraggio e determinazione, il confronto. I temi che gli sono cari restano quelli vitali, essenziali di libertà e libertarietà, di fede e carità, di determinismo e responsabilità, di individualità e appartenenza, di autorità ed educazione, l ampia curva della verità, l efficacia e l efficienza, la partecipazione e la decisione, la bibbia e il giornale, l egoismo e l altruismo, la generosità nell amore, la consapevolezza e l azione, la diversità e la convivenza, l etica e la politica, le utopie, la felicità. Ogni pagina è un saggio breve, da gustare per la profondità dei riferimenti, dei suggerimenti, delle intuizioni che dona. Un libro da sfogliare, soprattutto da meditare perché ci accompagna, con leggerezza, appunto, con quell eleganza sempre più rara nella vita di ogni giorno, di cui sanno nutrirsi gli uomini, le donne che alla ricerca della saggezza e dell equilibrio dedicano grande parte di sé. Una chiave per una speranza Il Rotary non si ferma, non può fermarsi il nostro è un mondo che cambia, e noi dobbiamo cambiare con lui. Paul Harris ne era fermamente convinto, tanto da lasciarci questo suo pensiero come monito. Giampiero Mattarolo è sempre stato uomo di grandi ideali, innamorato anche delle utopie, gli irraggiungibili ideali dell equilibrio e della perfezione, il meglio di quanto la mente riesca ad elaborare, ed al tempo stesso uomo di rara capacità di concretezze, di straordinaria

7 manualità. Dice Rabindranath Tagore, l incredibile poeta indiano: Il mondo è fatto di bellezza e magia: l ispirazione dà il tono, la verità dà il messaggio. Viene nel cuore del mondo a meditare: immagini e canti parlano sempre. E in sintesi, una immagine che si addice a raccontare il nostro G.M. e le sue genuine passioni. Annabianca: << Se dovessimo dar retta a Pascal, il divertimento sarebbe: la peggiore e la più vasta piaga del mondo, in quanto ogni uomo cerca di distrarsi dalla propria condizione debole, mortale e così miserabile, per questo si disperde in infinite attività che lo illudono e, al contempo, si impegna ad illudere gli altri....l'unica cosa che ci consola dalle nostre miserie è il divertimento, e intanto questa è la maggiore delle nostre miserie. Se dovessimo dar retta a Piero Ottone già direttore del Corriere della Sera che in un suo libro (Le regole del gioco) sostiene che, in fondo, non c'è una grande differenza tra un giocatore di golf e un politico, perché entrambi si danno da fare motivati fondamentalmente dall'ansia di sfuggire l'angoscia del vivere, il divertimento sarebbe una sorta di consapevole alienazione. Se dovessimo dar retta ad una certa religiosità che considera la nostra esistenza sulla terra come una pesante prova, un esilio di sofferenza, una valle di lacrime che dobbiamo vivere e vincere per meritarci il Paradiso, il divertimento sarebbe addirittura una ipocrita illusione. Personalmente credo invece che il divertimento possa essere la forma e il contenuto di una visione gioiosa del mondo, del nostro vivere in un mondo, in un universo straordinariamente complicato e meraviglioso, del nostro crescere e svilupparsi come persone così ricche di doti fisiologiche, psicologiche, culturali, intellettuali e affettive, da costituire, ciascuno, uno straordinario miracolo. Il divertimento, perfino il gioco, possono essere del tutto compatibili con la missione di vita di ogni persona, anzi possono aiutarci a vivere con completezza la nostra stessa umanità. Tutto dipende, naturalmente, dalle proporzioni e dall'intensità che il divertimento acquisisce nelle nostre attività. Tuttavia, forse, il divertimento più bello, più esaltante e più arricchente può nascere dalla contemplazione, dal porsi con attenzione e con ammirazione di fronte alle straordinarie bellezze del mondo, per gioirne fino in fondo, per sentire nascere nel cuore un'emozionante riconoscenza.>> Mi piace ricordare in conclusione il fil rouge che lega un po tutta l attività propositiva,

8 logica e razionale, manuale ed intellettuale di G.M. e ricordo il dono che in occasione del suo governatorato del Rotary fece ai suoi presidenti di club: una scatola di legno massiccio contenente una chiave inglese e un foglio piegato dal titolo: Una chiave per una speranza, uno strumento per mettere assieme cose diverse e tenerle assieme, senza pretendere che non siano diverse Una certezza dubbiosa traspare da questa nel susseguirsi di giorni chiari, sereni, di notti d argento che ci fanno credere alla luce, a suoni delle parole, ai sogni proibiti, ai miracoli, all amore, come scrive David M. Turoldo. Vogliamo ancora parlare della difficile eleganza dell equilibrio? Lasciatemi ricordare quanto ebbe a scrivere Hafiz, un grande mistico e poeta persiano (nato a Shiraz, nel centro sud dell Iran, nei primi decenni del 1300; il suo nome pare significhi colui che conosce a memoria il Corano, il cui canzoniere ispirò pure Goethe), per raccontare chi è Il saggio : Ero perso con lo sguardo verso il mare, ero perso con lo sguardo nell orizzonte, tutto e tutto appariva come uguale; poi ho scoperto una rosa in un angolo del mondo, ho scoperto i suoi colori e la sua disperazione di essere imprigionata fra le spine non l ho colta ma l ho protetta con le mie mani, non l ho colta ma con lei ho condiviso e il profumo e le spine tutte quante. Sta in questa delicata e difficile ricerca l equilibrio del saggio. E infine la parola passa all autore del libro, Giampiero Mattarolo: Cari amici, mi permetto di chiamarvi tutti così. Anche se in questa sala ci sono persone che conosco e che mi conoscono e altre che conosco meno. Ma siete tutte persone generose, verso il Rotary e il suo locale presidente Salsa, verso la cultura del Prof. Muraro, la bellezza delle argomentazioni di Cortese e la curiosità di sapere qualcosa del libro che presentiamo. Per me è una grande soddisfazione parlare del mio libro ed essere ascoltato; è una soddisfazione che, appunto, mi fa pensare a tutti voi come a degli amici generosi. Nel titolo: La difficile eleganza dell'equilibrio, ci sono due parole che propongo implicitamente come due belle parole: eleganza e equilibrio. Due parole che vorrei ora invitarvi a guardare, anzi a portarvele vicino, quasi a tenerle in

9 mano come se fossero vive vicino a voi e fossero non solo dei concetti, ma anche degli oggetti, gradevoli, dolci, da contemplare e da apprezzare. L'eleganza è per me una bella parola, ha una sua anima e una sua storia. Possiamo intravvedere, oltre il suono delle consonanti e delle vocali che la compongono, il significato ampio del concetto che è passato attraverso tante definizioni, storie, applicazioni, perfino distorsioni o esagerazioni non equilibrate. L'eleganza, infatti, può far pensare anche a manifestazioni ostentate e superbe di un elitarismo spocchioso, ma l'eleganza, quella sana e vera, rimane per me un bel modo di essere e di atteggiarsi: sa di misura, di gradevole compostezza, di attenzione signorile. Richiama l'idea di autocontrollo capace di non consentire volgarità e atteggiamenti sguaiati. E', in qualche modo, sentirsi responsabili verso se stessi e verso gli altri, così da conformare comportamenti e linguaggi, non ad uno spontaneismo di velleitaria libertà, ma alla capacità di sentire viva la dignità, il valore, perfino la bellezza della nostra umanità. L eleganza non è appariscente. Non è un accumulo di orpelli e di esibizionismi. È stile, consapevolezza, misura: un equilibrata mescolanza di istintivo buon gusto e di scelte precise, di cura della sostanza, e attenzione a ogni dettaglio. L eleganza è cortesia. È rispetto per gli altri, attenzione al modo in cui ciò che diciamo, facciamo o mostriamo può essere percepito. Non un formale galateo, non un cerimoniale ipocrita, non un banale e passivo adeguarsi al convenzionale, ma un più profondo sentimento di civiltà. Eleganza è essere civili con sincera cortesia o, quando è necessario, anche con severità e con misurata durezza. C è chi pensa che l eleganza sia un dono, un talento innato. In parte può essere vero. Ci sono persone che sanno muoversi, esprimersi, comunicare meglio di altre. Ma nessuno, nessuno, è condannato a essere volgare, ingombrante e fastidioso. Nessuno, soprattutto, si può fidare solo dell istinto e pretendere di non guidarlo in nome di una presunta spontaneità o libertà. L'eleganza, infatti, è un equilibrio, ricercato, voluto, riconoscibile come un valore. Un valore per il quale, forse, dovremmo sentire un po' di nostalgia. Le due parole, eleganza ed equilibrio, che vi ho invitato a tenere con voi, possiamo pensarle l'una all'altra strettamente legate. Equilibrio è non lasciarsi prendere dalla forza o dall'illusione degli estremi. E' riconoscere e accettare la realtà come un complicato insieme di cause e di effetti, di ragioni che arrivano dal passato e da condizionamenti presenti, da comportamenti ragionevoli e da motivazioni che nascono da esperienze differenti.

10 L'equilibrio nell'affrontare la realtà nasce soprattutto, appunto, dal riconoscere la complessità, anzi dal ricercare in essa sentieri e congetture di pensiero, senza pretendere di scoprire o di possedere la verità assoluta. E' ricerca umile, spesso faticosa, di ragionevolezza e di buon senso. L'equilibrio diventa impossibile senza umiltà; diventa impossibile se non si riesce a far tacere la pulsione egocentrica, la pretesa di sapere con certezza, di conoscere quanto basta, di definire in modo indiscutibile, sovrapponendo se stessi alla ragionevolezza, alla ricerca del vero e del bene. Non è il vero e non è il bene che devono adattarsi al pensiero e agli atteggiamenti, ma è la mente e il cuore che li dovrebbero cercare ed ascoltare con coraggio e apertura. L'equilibrio poi non è statico, non è pensabile come una bilancia che sta lì immobile perché i due piatti portano pesi identici. Il tempo passa e le persone, le relazioni, i fatti e i percorsi del vivere, sono sempre in movimento, così l'equilibrio oggi eventualmente raggiunto, cessa subito di essere consolidato. Semmai il simbolo pensabile dell'equilibrio è quello di una bicicletta, che rimane dritta e non cade solo se va, solo se si pedala, se si va avanti. L'equilibrio richiede sempre degli aggiustamenti e anche delle reazioni ad andamenti distorti, non è quindi sempre una sorta di bonaria moderazione, ma può portare anche all'indignazione e può richiedere capacità e coraggio di reazione a fatti che assumano caratteristiche estreme, oltre l'accettabile. Ecco cari amici, l'eleganza e l'equilibrio sono due belle parole che ci invitano alla misura e al rispetto, non all'assuefazione, né alla rinuncia, ma al controllo e al movimento. Vorrei che riuscissimo a tenerle un po' con noi questa sera, solo un po', anche se sembrano contraddire le esigenze di attività e di operatività più concrete e realistiche che tutti abbiamo di fronte. E' vero, non ci è dato il tempo per sognare o per volare troppo alti; abbiamo bisogno di vivere prima di filosofare, come diceva Aristotele, ma è anche vero che se vivessimo solo di pane e non anche di responsabilità, di equilibrio, di eleganza, di ricerca del bene, la stessa vita perderebbe dignità e valore. Certo affermava Claudio Magris in un suo recente articolo è meglio vivere senza cultura che senza pane. Ma la vita sarebbe triste senza cultura. Siamo nati non solo per sopravvivere, ma anche per capire qualcosa della vita e, se possibile, pure per goderla. A me pare che ci sia così poca eleganza ed equilibrio attorno a noi, nei giornali, nei rapporti correnti, nelle stesse associazioni, nelle discussioni televisive, che forse non è fuori della realtà dedicare un po' di speranza a queste parole, senza illuderci certo, ma anche senza sentire o pensare che la realtà sia come un treno che passa inesorabile per lasciarci soli con i nostri valori inutili e i capelli scomposti dal vento.

11 Non saremo mai soli, né inutili, né con i capelli scomposti dal vento se riusciremo, singolarmente e assieme, a dar valore anche all'eleganza e all'equilibrio. Ecco amici miei, è con questi pensieri che ho cercato di riflettere scrivendo il libro che oggi presentiamo. Non è un trattato, non è né completo, né definitivo. E' soltanto un'opinione personale e quindi limitata e incerta. E' come un passaggio, un momento, che arriva dal passato per guardare con un po' di speranza al futuro. D'altra parte il suo essere un'opinione, non è del tutto limitante, anzi può avere un qualche valore se potete pensarla e accettarla come quella di un amico che ve la offre con quel po' di umanità che sente viva in sé e, soprattutto, con il cuore ricco di riconoscenza e di cordialità. Prossimi appuntamenti -lunedì 6 dicembre, ore 19,00, caminetto in sede: l'ng. Paolo Vianello, Responsabile qualità stabilimenti gruppo Luxottica di Agordo e Rovereto, nonchè figlio del nostro caro amico Dionisio, ci intratterrà con una relazione dal titolo: "Sistema welfare e qualità del prodotto: il modello Luxottica". -lunedì 13 dicembre, ore 20,00, conviviale al Camin: Assemblea elettiva del club. Allegati -presenze soci 27 novembre -lettera di dicembre del Governatore -comunicazioni dal Distretto 2060

12 Data Rotary Club di Bassano del Grappa Ca' Erizzo - Presentazione del libro "La difficile 27/11/2010 Luogo eleganza dell'equilibrio" di G. Mattarolo Costo Conviviale SOCIO totale 19 presenze CONIUGE OSPITI DEI SOCI Nomi N. 1 P ARDUINO A. Emanuela 2 ARDUINO E BALDIN G. Giovanna 4 G BALESTRA N. Mina 5 BARUCHELLO M. Maria Cristina 6 BERNARDI B. Luisa 7 BERNARDI D. Anna 8 BIZZOTTO A. Arianna 9 BONSI A. Michela 10 P BRAGAGNOLO M. Francesca 11 CALMONTE G. Luisa 12 G CALSAMIGLIA A. Mariarosa 13 G CALSAMIGLIA T. Katia 14 CARON Linda 15 CASTELLANI A CECCHETTO G. Giovanna 17 P CIMATTI S. Seven 18 P COMPOSTELLA A CORRADIN V. Antonella 20 P CORTESE G. Nadia 21 P CUCCHINI F. Marisa 22 DE FRAJA M. Fernanda 23 G FAGGION G. Anna Rosa 24 D FINCATO R. Aldina 25 FONTANA P. Rina 26 FURLANI R. Mariella 27 GALEAZZI E. Tullia 28 P GASPAROTTO G. Giovanna 29 GEROLIMETTO G. Alessandra 30 P GIORDANO C. Mario 31 GIUNTA S. Germana 32 GUAZZO A GUAZZO M. Claudia 34 GUCCIONE C. Raffaella 35 P LANARO R. Angelina 36 G LIECIANI A. Gabriella 37 P LUCA A. Alessandra 38 G LUCA R P MARCATO G. Valentina 40 P MATTAROLO G. Laura 41 MATURO ALESS. Teresa 42 MATURO ANT. Mimma 43 P MENON C. Elisabetta 44 MINCHIO A. Elena 45 P MOCCHI E. Wilma 46 MORSELLI S. Vincenzo 47 NARDINI ANG. Marianna 48 NARDINI G. Marisa 49 P PERIN F. Francesca 50 P SALSA F. Sara 51 SAMMARTINI M. Barbara 52 SARTORI P. Maria 53 SANDONA' G.B SCHIAVON O SIGNOR G. Paola 56 P SOSTERO U. Geneviève 57 STRAGLIOTTO G TASSELLO M. Daniela 59 TASSELLO O. Angelina 60 P TASSOTTI G. Anna Maria 61 TODESCAN A. Annachiara 62 G TRETTI G. Silvana 63 VIANELLO D. Maria Fausta 64 G VINCO G. Livia 65 G VISCIDI M. Elena 66 P VISENTIN A. Maria 67 ZANON C. Mario 68 ZILIOTTO C Percentuale delle presenze 28% 19 su OSPITI DEL CLUB Nomi e cariche Altre informazioni

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14 CENTRO UNIVERSITARIO ETICA E SCIENZA VITTORIO LONGO con il patrocinio di UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE Piazzale Europa Trieste DIPARTIMENTO DI SCIENZE CLINICHE, MORFOLOGICHE E TECNOLOGICHE Clinica Medica Generale e Terapia Medica Scuole di Specializzazione in Medicina Interna e Cardiologia DIPARTIMENTO DI SCIENZE GIURIDICHE ROTARY INTERNATIONAL DISTRETTO 2060 ITALIA FRIULI VENEZIA GIULIA TRENTINO ALTO ADIGE/SÜDTIROL VENETO SEZIONE MEDICINA Onlus per la tutela dei soggetti deboli CONVEGNO STAMINALI ETICHE: QUALE FUTURO? 1 dicembre 2010, ore 17 AULA MAGNA DELLA SCUOLA SUPERIORE DI LINGUE MODERNE PER INTERPRETI E TRADUTTORI Via Filzi 14, Trieste Descrizione degli obbiettivi del convegno: MAURIZIO FANNI, Presidente del CUES indirizzi di saluto Vladimir KOSIC, Assessore Regionale alla Salute, Integrazione Socio Sanitaria e Politiche Sociali Renato DUCA, Rotary International Distretto 2060 Italia Gianfranco GUARNIERI, Università degli Studi Di Trieste Paolo PITTARO, Università degli Studi Di Trieste Tiziano AGOSTINI, Università degli Studi Di Trieste, Auxilia onlus lavori Pierandrea VINCI: Membro del Comitato CUES, Introduzione Luciano EUSEBI: Ordinario di diritto penale nell Università cattolica di Piacenza, Problematiche di carattere biogiuridico delle cellule staminali adulte Roberto SIMEONE: Coordinatore raccolta sangue cordonale del FVG, IRCCS Burlo Garofolo "Biologia e applicazioni terapeutiche delle cellule staminali cordonali: un esempio di staminali etiche" Michela ZANETTI: Ricercatrice nell Università degli Studi di Trieste, L utilizzo dei precursori delle cellule endoteliali a fini diagnostici e terapeutici: risultati e prospettive Alberto TOMMASINI: Dirigente medico presso il Laboratorio Immunopatologia, IRCCS Burlo Garofolo Cellule staminali mesenchimali: dal laboratorio al paziente Fabio SEVERO SEVERI: Ordinario di diritto pubblico nell Università degli Studi di Trieste, Staminali, Legittimità costituzionale e confronto politico Tiziano AGOSTINI: Direttore del Dipartimento di Psicologia dell Università degli Studi di Trieste, Comitato ONLUS, Conclusioni dibattito SEGRETERIA CUES, via Fabio Severo, Trieste - Fax con la collaborazione di

15 Rotary International Distretto 2060 COMMISSIONE PROGRAMMI, PROGETTI ed AZIONI Osservatorio nuove frontiere della Medicina Le cellule staminali ORGANIZZAZIONE DEL CONVEGNO SULLE CELLULE STAMINALI Il Rotary International Distretto 2060 ha attivato l Osservatorio nuove frontiere della medicina su un tema di vasta portata quale quello delle cellule staminali. Invero la moltiplicazione di centri di eccellenza aventi per oggetto la terapia genica e cellulare nei vari stadi della ricerca di base e clinica; lo sviluppo di protocolli di terapia genica come quelli fondati sull'utilizzo di cellule staminali; il peso dell informazione genetica e della sua forza predittiva, impongono di accrescere la riflessione etica che si accompagna ai processi scientifici concernenti la genetica, la biologia molecolare e la tecnologia informatica. Si tratta di un segmento di vita scientifica e operativa diretto ad assicurare il bene comune alla luce delle ripercussioni della tecnologia genetica sul singolo individuo e sugli individui considerati come parte di un intreccio di relazioni. Si mira a favorire l equilibrio tra le responsabilità individuali e quelle di gruppo e sociali dando vita ad un dialogo in cui il bene del singolo è parte del bene comune. E la direzione presa dalla ricerca sulle staminali costituisce un fortunato esempio di possibile coincidenza tra interessi scientifici, salvaguardia della salute e perseguimento del bene comune. La prospettiva indicata interessa le prospettive culturali del Rotary e si sviluppa parallelamente al processo evolutivo della bioetica la quale da tempo con diversi messaggi ci informa che nei prossimi anni sempre più dovremo fare i conti con la crescita di informazione genetica riguardante ogni persona; con le possibilità diagnostiche offerte dai test genetici; con l'indicazione che i nostri geni ci danno circa la possibilità di ammalarci di una o più malattie, qualora si viva in ambienti sociali o con stili di vita che ne favoriscano la manifestazione; con la frustrazione di attendere a lungo le terapie adatte a curare queste malattie; ma anche superando la tentazione di usare le informazioni sul genoma e la diffusione delle biotecnologie al fine di perseguire fini politici, strategici ed economici che mettano a rischio la persona umana. Su queste linee si orienta anche il Centro Universitario Etica e Scienza Vittorio Longo CUES operante presso l Università degli Studi di Trieste dal oggi presieduto dal rotariano prof. Maurizio Fanni (Rotary Club

16 Trieste) - orientato sull approfondimento delle implicazioni etiche degli sviluppi scientifici, e sull affermazione del primato della persona di fronte ad ogni pericolo di manipolazione da parte dei sistemi sociali e produttivi. Il convegno rappresenta una combinazione di intenti e di obiettivi del tutto coerente e funzionale con gli obiettivi del Rotary. Grazie alla descritta visione i lavori del convegno tratteranno importanti elementi per la costruzione di un osservatorio sulle nuove frontiere della medicina e ciò anche grazie alla presenza di specialisti provenienti dal mondo universitario e sanitario. Il convegno sulle Cellule staminali al di là della ricognizione scientifica e dell obbiettivo di contribuire all edificazione dei princìpi etici ed alla costruzione delle prassi operative del sistema nazionale sanitario, si caratterizza per l idea di segnalare la portata di un importante scoperta che - per quanto nota - richiede ancora di essere appropriatamente divulgata e comunicata in modo efficace al vasto pubblico. Si è infatti trovato che le cellule staminali sono presenti non solo nell'embrione precoce, ma anche negli organi del nostro corpo. Dette cellule hanno caratteristiche di trasformazione e differenziazione inferiori a quelle embrionali, e possono specializzarsi in un numero limitato di tessuti, spesso simili a quelli da cui sono state prelevate. Gli scienziati hanno quindi pensato di farvi ricorso aumentandone la capacità trasformante grazie all'ingegneria genetica. A parte ciò sussiste oggi una prospettiva non trascurabile per la salvaguardia della salute: le cellule staminali non devono essere necessariamente prelevate dal midollo osseo ma, possono essere prelevate dal cordone ombelicale durante un normale parto. In futuro è auspicabile che la terapia cellulare e soprattutto quella con le staminali cordonali accresca il suo rilievo negli studi, nelle ricerche e nelle sperimentazioni e che il legislatore e le normative italiane ed europee ne prevedano il ruolo e l utilizzo. Il convegno prevede, tra gli altri, la partecipazione del prof. Luciano Eusebi, ordinario di diritto penale all Università cattolica di Piacenza, del dott. Roberto Simeone (direttore al Burlo della raccolta sangue cordonale), dei dottori PierAndrea Vinci (membro del Comitato CUES), della dott.ssa Michela Zanetti, del dott. Alberto Tommasini, pediatra ricercatore che si occupa delle cellule staminali per impieghi di terapia sperimentale. Anche prevede la presenza di professori giuristi e medici dell Università di Trieste.

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