LA SALUTE DELLA POPOLAZIONE IMMIGRATA Corso elettivo Lauree Triennali Professioni sanitarie

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1 LA SALUTE DELLA POPOLAZIONE IMMIGRATA Corso elettivo Lauree Triennali Professioni sanitarie In collaborazione con la Fondazione ISMU Salute e benessere della popolazione immigrata in Lombardia. Crisi economica e stili di vita

2 MIGRANTI IN LOMBARDIA Rapporto Orim-Ismu Blangiardo 2015 Al 1 luglio 2014 Stranieri da PFPM (*) presenti in Lombardia = Popolazione residente in Lombardia = di cui stranieri da PFPM residenti = Italiani e stranieri da PSA (*) residenti = Al censimento 1981 Popolazione residente in Lombardia = di cui stranieri da PFPM residenti = Italiani e stranieri da PSA (*) residenti =

3 Migranti e salute La salute come fattore determinante nella vita delle persone: Campo di analisi Osservazione delle disuguaglianze Relazione tra migrazioni e salute Politiche per la salute: cittadinanza sanitaria

4 Salute migranti e Fattori di rischio il processo migratorio comprende diverse fasi e fattori che influenzano la salute delle persone migranti e che contribuiscono alla loro condizione di benessere. Tra questi possiamo distinguere: i fattori legati alla fase pre-partenza; le condizioni del viaggio; i fattori legati al contesto e alla società di approdo (politiche migratorie, welfare, solidarietà sociale, ecc.) a questi tre gruppi di fattori s intrecciano le variabili sociodemografiche (età, genere, istruzione, capacità e risorse, ecc.).

5 Andamento DO e DH nel periodo DH DO

6 7,9 9,5 9,8 9,4 9, ,3 12,7 12, ,8 19,9 20,4 20,9 21,5 21,8 21,6 21,6 21,7 21,5 36,7 35,5 35,4 35,7 40,5 DO per grandi aree di cittadinanza - PFPM. Lombardia, Europa Est (comunitari e non) Asia Nord Africa Altri Africa America Latina 6

7 6,0 9,7 10,1 9,2 8,5 13,9 16,8 15,5 15,4 15,2 15,4 15,7 18,3 18,9 17,6 18,0 18,3 18,3 17,4 19,9 40,1 38,1 38,2 38,5 47,0 DH per grandi aree di cittadinanza - PFPM. Lombardia, Europa Est (comunitari e non) Asia Nord Africa Altri Africa America Latina 7

8 Ricoveri stranieri PFPM per titolo di studio. Lombardia, ,5% 36,2% 4,1% 1,0% licenza elementare o nessun titolo diploma scuola media inferiore diploma scuola media superiore diploma universitario o laurea breve laurea NC 16,2% 25,0% 8

9 1,6% 1,2%,7%,7%,6%,9% 1,0% 4,7% 3,5% 3,3% 2,2% 3,8% 6,0% 5,8% 12,4% 10,6% 12,1% 17,3% 17,1% 15,5% 17,4% 16,8% 16,4% 18,5% 16,6% 23,1% 23,9% 25,0% 29,3% 27,2% 25,2% 23,8% 23,9% 23,1% 23,3% 22,1% 27,4% 32,9% 36,0% 40,9% 41,3% 44,9% Ricoveri (DO e DH) per titolo di studio e principali aree di provenienza. Lombardia, 2014 licenza elementare o nessun titolo diploma scuola media inferiore diploma scuola media superiore diploma universitario o laurea breve laurea NC 50,0% 45,0% 40,0% 35,0% 30,0% 25,0% 20,0% 15,0% 10,0% 5,0%,0% Est europa comunitaria Est europa non comunitaria Asia Nord Af rica Altri Af rica America latina e Caraibi ITALIA 9

10 2,7 2,6 2,6 2,3 2,3 2,6 2,4 2,6 2,5 2,6 3,9 3,7 3,4 3,2 3,3 4 4,1 4,2 4,3 4,1 4,3 4,4 4,5 4,6 4,3 4,7 4 3,3 3,6 4,2 4,1 3,9 4,2 4,1 4, ,4 5,8 5,7 5,5 6,8 6,7 6,5 7,1 7,5 7,1 7,1 7,1 8,9 11,9 11,6 12,1 12,2 12, ,4 19,1 18,8 17,5 22,1 23,8 24, ,1 DO stranieri PFPM per aziende sanitarie. Lombardia ASL 1 Bergamo ASL 2 Brescia ASL 3 Como ASL 4 Cremona ASL 5 Lecco ASL 6 Lodi- 13 Sondrio-15 Vallecamonic a ASL 7 Mantov a ASL 8 Milano ASL 9 Legnano ASL 10 Monza- Brianza ASL 11 Melegnano ASL 12 Pav ia ASL 14 Varese 10

11 Degenze Ordinarie e Day Hospital per genere provenienze PFPM. Lombardia, Maschi Femmine , , , , DO DH 11

12 Ricoveri DO e DH per genere e aree di cittadinanza. Lombardia, 2014 M F ,9 68,0 36,2 63,8 41,9 58,1 37,9 62,1 26,6 73,4 47,9 52, Est Europa (Comunitari E non) Asia Nord Africa Altri Africa America latina e Caraibi ITALIA 12

13 Ricoveri e dei day hospital in Lombardia per genere, età e livello d istruzione. Cittadinanze PFPM Maschi Femmine 1 0,8 0,6 0,4 0,2 36,8% 63,2% 21,1% 78,9% 0 DO DH Maschi Femmine 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 68,3% 67,7% 31,7% 32,3% 35,9% 64,1% 42,3% 57,7% 36,3% 63,7% 25,6% 74,4% Prevalenza femminile anche Tra le provenienza a connotazione maschile (es. Nordafrica e Africa) 0,1 0 Est europa comunitaria Est europa non comunitaria Asia Nord Africa Altri Africa America latina e Caraibi

14 Aree di attenzione Nel 2013 ci sono stati ricoveri con diagnosi di hiv di cui a carico di italiani, 332 di stranieri e 89 di stranieri irregolari. Per quanto riguarda l epatite i ricoveri sono stati 811, di cui 641 italiani, 151 stranieri e 19 stranieri irregolari. I ricoveri per tubercolosi sono stati 1.015, di cui 427 di italiani, 506 di stranieri e 82 di stranieri irregolari.

15 Aree di attenzione malattie infettive Il tasso di ricovero (ogni ) per hiv è stato di 20,7 per gli italiani, di poco superiore per la popolazione immigrata (26,0), ma decisamente maggiore per la sola popolazione immigrata irregolare (102,4). Analogo andamento si può osservare per l epatite virale (rispettivamente: 7,3; 11,3; 21,9) e per la tubercolosi il tasso di ricovero per gli italiani è molto basso (4,9) e decisamente molto più elevato per gli stranieri (39,6), soprattutto per gli stranieri irregolari (94,3) Relazione tra livello d'istruzione e le 3 malattie

16 Salute Migranti e Malattie non trasmissibili (NCD) E' noto che le malattie non trasmissibili (NCD) sono direttamente connesse agli stili di vita che già Max Weber collegava al concetto di status, stabilendo un'interconnessione dialettica tra chance di vita, determinate dalla struttura sociale, e scelte di vita, frutto della selezione da parte dell'attore sociale tra le chance di vita disponibili. Perciò, lo stile di vita di una persona diviene il risultato dell'interazione dialettica tra libertà soggettiva (scelte di vita) e possibilità determinate dalla struttura sociale (chance di vita)

17 Salute Migranti e Malattie non trasmissibili (NCD) Le malattie non trasmissibili (NCD) sono le principali cause di morte a livello globale, comprendono soprattutto i disturbi cardiovascolari, i tumori, il diabete e le malattie polmonari croniche. Il rapporto OMS del 2010 (Global status report on non-communicable diseases, 2010) evidenzia che la gran parte di questi decessi potrebbero essere evitati attraverso interventi adeguati ed efficaci. Infatti, le NCD sono causate, in larga misura, da quattro fattori di rischio comportamentali (Brown, 2013): uso del tabacco, alimentazione scorretta, insufficiente attività fisica, abuso di alcol. I maggiori effetti di questi fattori di rischio si evidenziano nei paesi a basso e medio reddito e tra persone più povere di ogni paese (Global status report on noncommunicable diseases, 2010).

18 Malattie non trasmissibili Considerato quanto detto e che le condizioni di vita delle persone migranti sono notoriamente più fragili e maggiormente esposte a comportamenti non corretti (abuso di alcol e di tabacco, cattiva alimentazione, scarsa attività fisica) e quindi al rischio di malattie non trasmissibili In linea generale, la popolazione straniera residente in Italia nel 2013 è stimata in residenti, pari all'8,2% della popolazione totale e presenta uno stato di salute mediamente buono, con una percezione del proprio stato migliore rispetto a quella degli italiani (77% vs 68%).

19 Stili di vita Emergono disparità rispetto agli stili di vita e ai quattro indicatori principali: abuso di alcol, abuso di tabacco, attività fisica e alimentazione. Il rapporto PASSI del 2015, mette a confronto stili di vita e abitudini di italiani e stranieri residenti in Italia rispetto alla prevenzione e alla cura della salute. Riportiamo alcuni risultati di questo rapporto. TABAGISMO: gli stranieri fumatori sono in maggioranza cittadini europei (40%); in percentuale molto inferiore gli immigrati indiani, filippini, cinesi e marocchini; e il 22% di fumatori che provengono dall Africa Sub-sahariana. PASSI: Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia, ricerca avviata nel 2006 con l obiettivo di effettuare un monitoraggio a 360 gradi sullo stato di salute della popolazione adulta italiana. Realizzato dall'università Ca' Foscari di Venezia in collaborazione con l'oms e coordinato dall'istituto Superiore di Sanità.

20 Stili di vita L alcol viene consumato soprattutto dai giovani maschi di età tra i 18 e i 24 anni. il 44% degli stranieri provenienti da paesi a forte pressione migratoria (PFPM) intervistati consuma alcol, anche solo occasionalmente, mentre il 15% è un consumatore a rischio. Di questi, il 4% è un forte consumatore abituale di alcolici, l 11% beve fuori pasto e il 7% è un bevitore binge, cioè che compie abbuffate alcoliche. il consumo di alcol è più basso tra gli stranieri rispetto agli italiani, ma dipende dalle provenienze: tra le provenienze asiatiche e africane l'abuso di alcol riguarda rispettivamente il 7% e l 11%; nel caso delle provenienze dalle Americhe, il tasso di binge drinking sale al 22%.

21 Stili di vita Il 40% delle persone che provengono da PFPM dichiarano uno stile di vita attivo, sia dovuto a tipo di attività lavorativa (23%) sia alla pratica sportiva nel tempo libero (72%), mentre il 5% le pratica entrambe. Queste percentuali avvicinano alle abitudini del 33% degli italiani che si dichiarano attivi: l 87% fa sport nel tempo libero, il 10% svolge attività lavorative con sforzo fisico e il 3% le pratica entrambe. Gli intervistati che invece si dichiarano parzialmente attivi sono il 27% degli stranieri contro il 36% del campione italiano. La sedentarietà riguarda il 31% degli italiani e il 32% degli stranieri: un dato che aumenta tra le persone con titolo di studio inferiore, con maggiori difficoltà economiche, che sono disoccupate o non hanno un lavoro stabile.

22 Prevenzione Non ci sono grandi differenze tra la percentuale delle persone obese o in sovrappeso straniere provenienti da PFPM (39%) e tra gli italiani e gli stranieri provenienti da Psa (42%). PREVENZIONE Tra le persone immigrate da PFPM si osservano i livelli più bassi di copertura per gli screening dell utero, mammografici e dei tumori del colon-retto: le donne straniere che si sono sottoposte a uno screening mammografico sono state il 58% rispetto al 70%degli italiani; mentre si sono sottoposte allo screening del tumore della cervice uterina il 68% delle donne straniere e il 76% delle italiane.

23 AREE DI ATTENZIONE Regione Lombardia CRISI ECONOMICA E STRATEGIE DI CURA STILI DI VITA (fumo, alimentazione, attività fisica) PREVENZIONE

24 Salute e benessere della popolazione immigrata. Comportamenti e stili di vita. Con riferimento alla rilevazione campionaria Orim (2014), realizzata nel bimestre settembre-ottobre 2014 su un campione di circa 4mila unità a livello regionale (4.000 casi validi) (Blangiardo, 2015) Abbiamo realizzato un'analisi dei dati relativi ad alcuni comportamenti di cura della salute, da parte degli immigrati in Lombardia, rispetto a eventuali cambiamenti avvenuti in seguito alla crisi economica, Con la survey del 2015 (3.500 casi validi) abbiamo analizzato dati relativi agli stili di vita (uso di tabacco, alimentazione, prevenzione, uso dei servizi socio-sanitari).

25 Prendiamo in considerazione alcuni risultati generali relativi a: - cambiamenti delle strategie di cura in seguito alla crisi economica Il 32,2% degli intervistati ha adottato qualche nuova strategia di cura per far fronte alle sopraggiunte difficoltà economiche. 15,9% ricorre a cure tradizionali/domestiche 12,9% rinuncia a cure mediche e specialistiche nessuna delle seguenti modalità adottate 32,2 64,5 ritorno al paese di origine per curarsi 6,4 90,2 ricorso a rimedi tradizionali/domestici 15,9 80,8 ricorso a centri di volontariato 7,6 89 Si No sospensione di cure mediche ordinarie e/o specialistiche in corso 5,6 91,1 ricorso al pronto soccorso invece che a visite specialistiche 11,9 84,7 rinuncia a cure mediche ordinarie e/o specialistiche 12,9 83,

26 La crisi economica et le strategie di cura area di provenienza 40% Africa 36,3% Nord-Africa 33,3% Asia 31,5% Europa UE 28,7% Europa Non UE Il cambiamento delle strategie di cura è sicuramente dovuto al deterioramento delle condizioni di vita (p.e. La disoccupazione e la perdita del permesso di soggiorno). Peggiori condizioni quelle degli africani e dei maghrebini (20% e 17% rispettivamente)

27 Stili di vita e benessere tabagismo Tra le persone intervistate ultra-quattordicenni, immigrate in Lombardia, il 28,7% dichiara di fare uso di tabacco: lo stesso dato a livello nazionale risulta essere 22% Figura 4.16 Uso di tabacco tra le persone immigrate, per genere. Lombardia, 2015

28 Stili di vita e benessere tabagismo la prevalenza dei fumatori riguarda la fascia anni (36,1%), non sono però trascurabili le altre: 22,7% i giovani anni, 26,3% il gruppo dei ,5% quello dei anni Rispetto all anno precedente si registra un significativo cambiamento tra alcune classi d età: aumentano i fumatori tra i anni (+7,9%) mentre diminuiscono i più giovani di anni (-2,4%) e gli adulti anni (- 4,8%).

29 Stili di vita e benessere tabagismo La distribuzione per titolo di studio mostra un inferiore uso di tabacco tra le persone con titoli più elevati (21,0% laurea/diploma universitario) e un maggiore uso tra coloro che possiedono titoli di studio più bassi (41,0% relativo a nessun titolo formale ; 32,4% scuola primaria; 29,4% scuola secondaria I grado; 28,8% scuola secondaria II grado). La distribuzione per macro-aree di cittadinanza mostra una significativa prevalenza di fumatori tra gli europei dell est (35,6%) a cui seguono i nordafricani con il 33,7%

30 Stili di vita e benessere Attività fisica pratica attività sportiva e/o fisica solo il 28,8% (+3,4% rispetto al 2013) dichiara di dedicarsi all attività fisica almeno 2 volte a settimana (dato nazionale 70% - Istat, solo il 22,6% delle donne (+2,6 rispetto al 2013) si dedica all esercizio fisico. Il titolo di studio influisce positivamente sull attività fisica che è praticata dal 40,7% degli intervistati con laurea/diploma universitario/master (+6,4 rispetto al 2013) e solo dal 14,3% di coloro che non hanno alcun titolo formale (+6,2% rispetto al 2013). Il dato è decrescente in rapporto all abbassamento del grado d istruzione

31

32 Stili di vita e benessere alimentazione (consumo di frutta e verdura) Il 80,8% degli intervistati dichiara di consumare quotidianamente frutta e verdura (il dato nazionale Istat del 2013 è pari all 83,5%) con una distribuzione di genere che interessa in misura maggiore la componente femminile (86,3%) rispetto al 75,6% degli uomini Si riscontrano differenze molto importanti rispetto alle variabili istruzione e reddito : consumo quotidiano di frutta e verdura in relazione al titolo di studio più elevato (dal 92,6% dei laureati al 66,7% di coloro che non hanno alcun titolo di studio formale), E al reddito

33 Ricorso periodico alle visite di prevenzione per la salute come esami del sangue, pap test, screening dei tumori. Riteniamo questo uno degli indicatori più importanti per ciò che concerne la cura della propria salute e che possiamo considerare anche un indice di "inclusione" della popolazione immigrata, connesso all'acquisizione di pratiche e di modelli di cura del paese d'immigrazione, e di utilizzo dei servizi sanitari a disposizione. il 45,0% degli intervistati dichiara di effettuare periodicamente visite e screening di prevenzione, a fronte di un dato nazionale che si aggira intorno al 70% (Istat, 2010). Rispetto al 2013 si registra però un significativo incremento del 4% La distribuzione per genere mostra un importante superiorità femminile (67,0% vs 33,0% della componente maschile) nell accesso alle visite e ai programmi di prevenzione con buona probabilità dovuta alla cura della sfera riproduttiva (gravidanza, parto, contraccezione) e alla prevenzione dei tumori femminili. il ricorso medio delle donne alla prevenzione nella fascia di età riproduttiva anni è pari al 52,0% a fronte di un ricorso maschile, dello stesso gruppo di età, pari al 23,0%. Nelle fasce più alte d età (50+ anni) s innalza il ricorso medio maschile alle visite di prevenzione (43,0%) pur rimanendo significativamente inferiore a quello femminile (56,0%).

34 Prevenzione Il ricorso alla prevenzione è chiaramente più elevato tra gli intervistati con titolo di studio e reddito più elevato (rispettivamente 42,0% e 57,0%, 54,0% per titolo di scuola secondaria superiore, titoli universitari e master) mentre la distribuzione per fasce di reddito va dal 36,0% di quella inferiore ai 500 euro mensili al 46,0% della classe tra euro mensili.

35 Prevenzione Quanto alle macroaree di cittadinanza, più virtuosi sembrano essere gli europei dell est (53,0%) e i latinoamericani (50,0%); un minore ricorso alla prevenzione tra le cittadinanze africane (39,0%), nordafricana (45,0%), asiatiche (35,0%). Importante il peso dell anzianità migratoria che mostra un ricorso crescente ai servizi di prevenzione in rapporto al periodo di permanenza in Lombardia: dal 16,0% di coloro che risiedono sul territorio da meno di 2 anni al 52% di coloro che vi risiedono da oltre 10 anni L appartenenza religiosa indica tre macro-comportamenti: un ricorso alla prevenzione che si aggira intorno al 50,0% dei cristiani, al 40,0% dei mussulmani e al 30,0% di altre religioni (buddismo, sikhismo, induismo).

36 Alcuni specifici programmi di prevenzione

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38 Accesso ai consultori familiari a) i dati regionali mostrano una popolazione straniera, soprattutto femminile, molto orientata all utilizzo di questo tipo di servizio; b) si tratta infatti di un servizio gratuito o con un pagamento ticket di entità molto ridotta; c) è un servizio di prevenzione primaria, che accoglie anche l ambito sociale e non solo clinico (consulenza psicologica, legale, mediazione familiare, spazio giovani, ecc.) e che ci permette, quindi, di collegare i risultati agli esisti sulla prevenzione

39 Consultori familiari Tra coloro che dichiarano di essersi rivolti/e al CF (856 unità, di cui 690 donne e 166 uomini), l 81% sono donne e rappresentano il 41% del contingente femminile. Sono maggiormente rappresentate le provenienze dall America latina, dall Europa dell est e dal Nord Africa (circa il 28% per ogni gruppo) mentre si attestano intorno al 19% le presenze asiatiche e di altri paesi africani. Il CF è maggiormente frequentato dalla classe d età anni (33%) che dimostra un utilizzo del CF prevalentemente legato alla salute riproduttiva.

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41 Concludendo Rispetto al 2014, vi è un relativo miglioramento rispetto agli stili di vita e alla propensione a comportamenti ritenuti corretti per la salute (minore utilizzo di tabacco, incremento dell uso di frutta e verdura, maggiore frequenza dell attività fisica, lieve incremento dell accesso ai programmi di prevenzione). Questi cambiamenti possono farci ipotizzare la presenza sul territorio regionale di una popolazione proveniente da PFPM sempre più stabile e propensa all acquisizione di comportamenti e cultura della salute maggiormente conforme agli standard nazionali. Inoltre, come già per il 2014, alcuni indicatori di cura della salute della popolazione immigrata in Lombardia, rimangono costanti come l influenza della variabili strutturali quali il genere, il titolo di studio, il reddito, l anzianità migratoria, mentre appaiono più di tipo culturale le variabili relative all appartenenza religiosa e alla cittadinanza. Anche i dati sul ricorso ai servizi di prevenzione sono importanti poiché ci mostrano una percentuale delle persone immigrate ancora troppo bassa rispetto alla popolazione italiana, così come sono ancora aree di attenzione le differenze di cittadinanza e di provenienza geografica.

42 Riferimenti bibliografici 1. Ventesimo Rapporto sulle Migrazioni 2014, Fondazione ISMU, FrancoAngeli, Milano, Ventunesimo Rapporto sulle Migrazioni 2015, Fondazione ISMU, FrancoAngeli, Milano, Lombardi L. et al., La salute degli immigrati, in Cesareo V. (a cura di), RAPPORTO 2015 GLI IMMIGRATI IN LOMBARDIA, Eupolis, Fondazione ISMU, 2016, 4. Cesareo V. (a cura di), RAPPORTO 2015 GLI IMMIGRATI IN LOMBARDIA, Eupolis, Fondazione ISMU, 2016, 5. Blangiardo G. (a cura di), L IMMIGRAZIONE STRANIERA IN LOMBARDIA LA QUINDICESIMA INDAGINE REGIONALE, RAPPORTO 2015,

43 Grazie per l attenzione. Rosalia.lombardi@unimi.it l.lombardi@ismu.org Fondazione ISMU Via Copernico, Milano ismu@ismu.org

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