Europa 2020: i vostri punti di vista

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1 - 1 - CONSULTAZIONE DELLE REGIONI E DELLE CITTÀ EUROPEE Europa 2020: i vostri punti di vista (Seguito della consultazione delle regioni e delle città europee sul tema Una nuova strategia per la crescita sostenibile, realizzata dal CdR nel 2009) Il 3 marzo 2010 la Commissione europea ha presentato la proposta intitolata Europa 2020, una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, destinata a succedere alla strategia di Lisbona (per una descrizione della nuova strategia si veda l'allegato 2). Il Consiglio europeo viene ora invitato a sottoscrivere l'impostazione globale della strategia e gli obiettivi principali dell'ue, nonché ad adottare definitivamente la strategia. Tuttavia, nella strategia non vengono affrontate alcune questioni importanti che interessano da vicino gli enti regionali e locali, vale a dire: la necessità di definire obiettivi differenziati a livello territoriale, la necessità di adottare indicatori che vadano oltre il PIL, il ruolo concreto degli enti regionali e locali nella concezione e nell'applicazione della nuova strategia, l'interazione tra Europa 2020, la politica di coesione e il bilancio dell'ue, e la necessità di comunicare la nuova strategia a tutti i cittadini dell'unione (cfr. a tale proposito la nota informativa presentata all'allegato 1). È essenziale che tali questioni siano affrontate in maniera adeguata prima dell'adozione definitiva di Europa 2020 da parte del Consiglio europeo di giugno. Comunichi il suo punto di vista ai leader europei e nazionali che si riuniranno in occasione del Consiglio europeo di giugno: la Sua partecipazione è importante. Per maggiori informazioni: I contributi, che possono essere presentati in qualsiasi lingua ufficiale dell'ue, saranno pubblicati su questa pagina web, nella lingua originale e in inglese (senza che vengano divulgati i dati personali). Inviare le risposte alla consultazione in formato Word (doc) al seguente indirizzo, utilizzando, se possibile, gli appositi spazi previsti nel presente documento: consultation@cor.europa.eu entro lunedì 12 aprile 2010 Fiche CdR 2273/2010 EN-BER/PET/Lac/cp IT

2 - 2 - Nome e cognome 1 : Recapiti (indirizzo, numero di telefono, posta elettronica): Istituzione di appartenenza: Paese: Regione Umbria Italia 1. Europa Obiettivi La Commissione ha tradotto le 3 priorità della strategia Europa 2020 (crescita intelligente, sostenibile e inclusiva) in 5 obiettivi principali per l'ue a livello europeo: 1. il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro; 2. il 3% del PIL dell'ue deve essere investito in R&S; 3. i traguardi "20/20/20" in materia di clima/energia devono essere raggiunti (compreso un incremento del 30% della riduzione delle emissioni se le condizioni lo permettono); 4. il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve essere laureato; milioni di persone in meno devono essere a rischio di povertà. La Commissione chiede agli Stati membri di tradurre questi obiettivi UE in obiettivi nazionali prima del Consiglio europeo di giugno, per garantire che ciascuno di essi adatti la strategia Europa 2020 alla propria situazione specifica, tenendo conto delle circostanze nazionali e dei diversi punti di partenza. 1.1 A Suo avviso, l'equilibrio tra le tre dimensioni della strategia (economica, sociale e ambientale) è adeguato? In caso di risposta negativa, perché? L equilibrio fra le 3 dimensioni della strategia si ritiene adeguato. L Agenda di Lisbona privilegiava la dimensione economica su quella sociale e ambientale, ma i mutamenti avvenuti negli ultimi anni obbligano gli Stati membri a orientarsi verso un modello di crescita economica sostenibile in termini di uso di risorse e rivolto a settori della green economy come elemento di ripresa della competitività. Inoltre la crisi economica in atto impone un modello di crescita inclusivo volto a mantenere l occupazione e favorire la coesione sociale. Per attuare tali strategie è necessario allargare la politica di coesione anche ad altri strumenti finanziari, per esempio realizzando un maggior raccordo con il Programma quadro per la Ricerca. 1.2 Reputa che il numero degli obiettivi sia adeguato e che tali obiettivi siano 1 Dichiarazione di riservatezza - Per garantire il follow-up della Sua manifestazione d'interesse, si rende necessario il trattamento in un archivio dei Suoi dati personali (nome, indirizzo, ecc.). Qualora desideri ottenere ulteriori informazioni o esercitare i Suoi diritti ai sensi del regolamento (CE) n. 45/2001 (ad esempio, accedere ai propri dati o rettificarli), La preghiamo di contattare per posta elettronica il responsabile del trattamento dei dati (il capo dell'unità Reti e sussidiarietà) all'indirizzo analysis@cor.europa.eu. Se necessario, può contattare anche il funzionario del CdR responsabile della protezione dei dati (data.protection@cor.europa.eu). Lei ha il diritto di presentare in qualsiasi momento un reclamo al garante europeo della protezione dei dati ( La preghiamo di notare che i Suoi dati personali non saranno divulgati on-line. Fiche CdR 2273/2010 EN-BER/PET/Lac/cp

3 - 3 - sufficientemente mirati? Il numero di obiettivi è adeguato ma non sufficientemente mirato. I due obiettivi relativi all acquisizione di competenze dei giovani e alla fuoriuscita dalla povertà di una parte della popolazione dovrebbero essere meglio specificati. Inoltre dovrebbe essere previsto un sottosistema di indicatori per ognuno dei 5 obiettivi misurabili almeno a livello regionale, meglio specificato al successivo punto Quali altri obiettivi dovrebbe proporre il Suo paese a livello nazionale per tenere conto delle circostanze regionali e dei diversi punti di partenza a livello locale e regionale? In Italia esiste una forte divergenza tra regioni riscontrabile più che in tutti gli altri Paesi europei, le aree di Convergenza e quelle di Competitività mostrano differenziali di sviluppo notevoli. Le politiche di intervento devono continuare a tener conto di queste disparità oltre che in termini di risorse anche di priorità da perseguire. Quindi a parità di obiettivi dovrebbero essere fissati target diversi a seconda delle regioni o quantomeno per le due aree di Convergenza e Competitività. Inoltre bisognerebbe elaborare a livello nazionale un meccanismo di compensazione tra i vari obiettivi e le varie regioni, tale da far raggiungere il target finale fissato a livello di Stato membro. 2. Europa Indicatori La Commissione ha affermato che effettuerà annualmente il monitoraggio dei risultati della strategia "sulla base di un gruppo di indicatori relativi ai progressi compiuti verso l'obiettivo di un'economia intelligente, verde e inclusiva che porti ad alti livelli di occupazione, di produttività e di coesione sociale". Tuttavia nella proposta non viene specificato alcun indicatore. Gli orientamenti politici delle strategie economiche vengono formulati in base ai risultati conseguiti. Esiste attualmente una notevole convergenza di vedute sulla necessità di combinare PIL e indicatori in grado di valutare più efficacemente la performance economica nonché il tenore e la qualità della vita dei cittadini. 2.1 Quale tipo di indicatori bisognerebbe utilizzare per valutare i progressi verso il conseguimento degli obiettivi stabiliti a livello europeo? A livello di ogni obiettivo andrebbero individuati 2-3 indicatori che integrano l obiettivo principale. Fiche CdR 2273/2010 EN-BER/PET/Lac/cp

4 - 4 - Proposta: Obiettivi Spesa in R&S Occupazione Clima/energia Istruzione Povertà Indicatori - spesa in R&S privata - imprese che hanno introdotto innovazioni di prodotto/processo* - brevetti registrati all EPO - occupazione femminile - occupazione giovanile - occupazione qualificata - occupazione in settori hi-tech gli indicatori fissati per il sono esaurienti - laureati nelle discipline scientifiche - indice di povertà regionale - reddito pro-capite - * attualmente disponibile solo per l Italia 2.2 Che tipo di problema potrebbe creare l'uso di tali indicatori? Tali indicatori supplementari dovrebbero essere rilevabili dall Eurostat in tutte le regioni europee. Inoltre nell applicare a livello territoriale (NUTS 2) indicatori come il Pil pro-capite andrebbe ove possibile tenuto conto degli effetti di commuting (spostamenti quotidiani per lavoro), che fanno sì che a volte il luogo dove viene rilevata la produzione di reddito non è lo stesso dove quel dato reddito viene effettivamente percepito. 3. Europa 2020: il ruolo degli enti regionali e locali La Commissione suggerisce che: "tutte le autorità nazionali, regionali e locali" collaborino "coinvolgendo strettamente i parlamenti, ma anche le parti sociali e i rappresentanti della società civile tanto nell'elaborazione dei programmi nazionali di riforma quanto nella loro attuazione". Tuttavia, quando si tratta di porre in pratica questo principio - in particolare per quanto riguarda le sette "iniziative faro" che dovrebbero permettere di conseguire gli obiettivi finali di Europa 2020 (cfr. le informazioni riportate in allegato) - la Commissione propone di coordinare i lavori e le iniziative al livello dell'ue e nazionale, senza approfondire il ruolo degli enti regionali e locali. 3.1 Esiste nel Suo paese un meccanismo istituzionale che possa contribuire ad una più efficace partecipazione delle regioni e delle città all'elaborazione della strategia (definizione degli obiettivi e dei programmi di riforma nazionali) e alla sua attuazione? Come possono le regioni e le città assicurarsi che la strategia sia più mirata e tenga adeguatamente conto delle differenze locali e regionali? Fiche CdR 2273/2010 EN-BER/PET/Lac/cp

5 - 5 - In Italia la maggior parte dei Programmi Operativi sono attuati da Autorità di Gestione regionali, anche la Strategia Nazionale, pur essendo elaborata a livello centrale, vede una forte partecipazione delle regioni e città. Al loro interno le regioni già da molto tempo attuano forme di partecipazione sulle strategie locali da attuare. In Umbria legge regionale n.13 del 2000 stabilisce le procedure di concertazione per la elaborazione dei programmi comunitari. A partire dal 2002 la concertazione, attraverso il Patto per lo sviluppo, è stata assunta come forma di governo per gestire tutte le politiche regionali compresi i programmi comunitari. Esiste un protocollo sulla concertazione che individua stabilmente le parti economiche, sociali e istituzionali rappresentative dei soggetti locali che sistematicamente sono interpellate sugli atti di programmazione. 3.2 Come percepisce il Suo ruolo nell'attuazione di Europa 2020 (in generale e, in particolare, nella concezione delle iniziative faro)? Tutte le 7 iniziative faro devono trovare riscontro nell attuale fase di programmazione, anche attraverso le eventuali modifiche di medio termine dei Programmi Tali iniziative dovrebbero poi essere rafforzate all interno dei Programmi della fase Europa Finanziamento dell'ue e politica di coesione Il Comitato delle regioni sottolinea che l'obiettivo della politica di coesione è "ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni" (articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell'unione europea). Per fungere da nesso fondamentale tra gli obiettivi di crescita e di coesione (economica, sociale e territoriale), la priorità "inclusione" della strategia Europa 2020 deve tradursi in obiettivi credibili. Nella proposta Europa 2020, la Commissione europea afferma che: "( ) La politica di coesione e i fondi strutturali, già importanti di per sé, sono meccanismi fondamentali per realizzare le priorità di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva negli Stati membri e nelle regioni". Essa aggiunge inoltre che: "La discussione non dovrebbe riguardare soltanto i livelli di finanziamento, ma anche il modo in cui i vari strumenti di finanziamento come i fondi strutturali, i fondi di sviluppo rurale e agricolo, il programma quadro di ricerca e il programma quadro per la competitività e l'innovazione (CIP) devono essere strutturati per la realizzazione degli obiettivi di Europa 2020 in modo da massimizzare l'impatto e garantire l'efficienza e il valore aggiunto dell'ue", riconoscendo che: Fiche CdR 2273/2010 EN-BER/PET/Lac/cp

6 - 6 - "È altrettanto fondamentale che i benefici della crescita economica si estendano a tutte le parti dell'unione, comprese le regioni ultraperiferiche, in modo da rafforzare la coesione territoriale". 4.1 In che modo e a quali condizioni la politica di coesione potrebbe realizzare il suo obiettivo principale (sancito dal Trattato) di "ridurre il divario" e contribuire allo stesso tempo alle priorità di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva stabilite da Europa 2020? La politica di coesione dovrebbe favorire la competitività tra territori; ad esempio: una quota di risorse della prossima fase di programmazione dovrebbe essere destinata ai progetti/programmi migliori, sottraendola ai riparti prestabiliti tra Stati membri sulla base dei parametri normalmente utilizzati. Europa 2020 dice troppo poco su come riformare la politica di coesione per renderla più efficace e quindi più orientata al risultato. Per esempio va sviluppata meglio la dimensione della governance della politica di coesione e di come specificare in termini di contenuti il contratto tra la Commissione, gli Stai membri e i soggetti attuatori dei singoli Programmi. 4.2 In che modo il finanziamento dell'ue dovrebbe contribuire alla coesione territoriale e a una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva? In particolare, quale dovrebbe essere (A) la sua entità complessiva e (B) e la sua ripartizione tra i vari strumenti di finanziamento come i fondi strutturali, i fondi di sviluppo rurale e agricolo, il programma quadro di ricerca e il programma quadro per la competitività e l'innovazione (CIP)? Attualmente le risorse del bilancio comunitario destinate annualmente al Titolo 1 Competitività e Coesione per la crescita e l occupazione rappresentano circa il 45% degli stanziamenti di impegno complessivi, è auspicabile che in attuazione della strategia 2020 si arrivi almeno al 50% delle risorse da destinare a tale finalità. Per allargare la strategia alla coesione territoriale è necessario che anche le risorse del Titolo 2 Conservazione e gestione delle risorse naturali siano a ciò finalizzate. Nel bilancio comunitario 2010 il 42,1% degli stanziamenti di impegno sono assorbiti dal Titolo 2, ma di queste risorse ben il 75% sono destinate ad interventi di mercato e aiuti diretti in agricoltura (1 pilastro PAC); è necessario che si vada verso un riequilibrio tra il 1 e il 2 pilastro della PAC destinando allo Sviluppo rurale tra il 30% e il 40% delle risorse del Titolo Comunicare Europa 2020 Nel 2009 i soggetti consultati in merito al futuro della strategia di Lisbona hanno affermato che quest'ultima non è stata percepita dai cittadini come importante per la loro vita quotidiana. La Commissione europea riconosce che le regioni devono svolgere un ruolo importante sia nel far comprendere la necessità di aderire con impegno alla strategia Europa 2020 sia nell'illustrare il contributo che l'ue e i suoi Stati membri si aspettano "dai cittadini, dalle imprese e dalle loro Fiche CdR 2273/2010 EN-BER/PET/Lac/cp

7 - 7 - organizzazioni rappresentative" per realizzare le riforme necessarie. A questo fine proporrà "un'opportuna serie comune di strumenti di comunicazione" che tengano conto delle "circostanze e delle tradizioni nazionali". 5.1 A suo giudizio, è possibile comunicare più efficacemente ai cittadini europei la proposta Europa 2020 rispetto alla strategia di Lisbona? Alla luce dell'esperienza maturata con la strategia di Lisbona, quali parti della società e del territorio europei dovrebbero beneficiare di un impegno particolare in termini di comunicazione? Le attività di informazione e comunicazione relative alla strategia 2020 dovrebbero essere più mirate a specifici target. Vanno informati i principali beneficiari che sono rappresentati da imprese e cittadini. L informazione dovrebbe arrivare alle comunità locali che rappresentano gli attori principali della coesione territoriale. 5.2 Quali elementi vanno inseriti nella serie di strumenti di comunicazione proposti dalla Commissione? E in che modo questa serie di strumenti dovrebbe tenere conto delle differenze economiche, sociali, territoriali e culturali tra gli Stati membri e le regioni dell'ue? Uno strumento comunicativo che si è rilevato efficace è rappresentato dalla divulgazione di buone pratiche, queste rappresentano un veicolo informativo importante per lo scambio di esperienze tra comunità locali. Anche la divulgazione delle valutazioni dei risultati e degli effetti ottenuti con il finanziamento di investimenti già realizzati rappresenta uno strumento di comunicazione che va rilanciato e potenziato. * * * Fiche CdR 2273/2010 EN-BER/PET/Lac/cp

8 - 8 - Allegato I Europa 2020: Nota informativa a cura della Piattaforma di monitoraggio Europa 2020 del Comitato delle regioni 1. La strategia Europa 2020 proposta dalla Commissione europea soddisfa alcune importanti richieste delle regioni e delle città dell'ue La proposta presentata dalla Commissione europea nella sua comunicazione EUROPA Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva 2 soddisfa ampiamente cinque importanti condizioni poste dal CdR, fornendo una risposta costruttiva al parere di iniziativa del CdR adottato nella sessione plenaria del 3 e 4 dicembre , nonché ad alcune delle Domande sul futuro della strategia di Lisbona formulate in base ai risultati della consultazione delle regioni e delle città europee effettuata dal CdR sul tema Una nuova strategia per la crescita sostenibile all'inizio del Questi temi sono stati sintetizzati in una lettera congiunta che la Presidente del CdR e la presidenza spagnola dell'ue hanno indirizzato al Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy come follow-up del 5 dialogo territoriale tenutosi il 18 gennaio In primo luogo, la proposta riconosce che le autorità regionali e locali dell'ue devono essere considerate partner permanenti nella definizione e nell'attuazione della strategia, come chiede il CdR dal In particolare, nella sezione Ruoli dei vari soggetti interessati della proposta (paragrafo 5.2) si afferma che (nostre sottolineature) "Tutte le autorità nazionali, regionali e locali dovrebbero attuare il partenariato coinvolgendo strettamente i parlamenti, ma anche le parti sociali e i rappresentanti della società civile tanto nell'elaborazione dei programmi nazionali di riforma quanto nella loro attuazione. L'instaurazione di un dialogo permanente tra vari livelli di governo porterebbe le priorità dell'unione più vicino ai cittadini, rafforzando così la titolarità necessaria per il successo della strategia Europa 2020". La proposta riconosce inoltre che "[ ] Lo scambio di buone pratiche, l'analisi comparativa (benchmarking) e la creazione di reti - che diversi Stati membri hanno promosso - si sono rivelati anch'essi utili strumenti per la creazione della titolarità e per stimolare il dinamismo attorno all'esigenza di riforme". Tuttavia, diversamente da quanto affermato dalla Commissione, queste reti sono state create da una varietà di parti interessate, come le regioni e le città o il CdR, piuttosto che dagli Stati membri stessi. Occorrono quindi un maggiore riconoscimento del loro ruolo e una migliore definizione del tipo di contributo che possono fornire. In secondo luogo, come richiesto nel parere del CdR 5, la proposta riconosce che il Comitato delle regioni dovrebbe essere "maggiormente coinvolto" COM(2010) 2020 def. del 3 marzo Il futuro della strategia di Lisbona dopo il 2010 (CdR 25/2009 fin). Il futuro della strategia di Lisbona dopo il 2010 (CdR 25/2009 fin). Fiche CdR 2273/2010 Allegato I EN-BER/PET/Lac/cp

9 - 9 - In terzo luogo, mette il pilastro sociale e quello ambientale sullo stesso piano del pilastro economico, rimediando in tal modo alla disattenzione nei confronti degli aspetti sociali e ambientali considerata dalla maggior parte delle regioni e delle città dell'ue come un'importante debolezza della strategia di Lisbona. La proposta fa giustamente osservare che i traguardi relativi alle priorità su cui si incentra Europa 2020, ovvero crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, sono "connessi tra di loro" e si rafforzano a vicenda. Essa inoltre risponde alla richiesta del CdR di sviluppare la "competitività europea in un'economia rispettosa dell'ambiente" 6. In quarto luogo, riconosce che la strategia dovrebbe adattarsi ai diversi punti di partenza in maniera flessibile. Nel definire gli obiettivi europei relativi alle tre priorità indicate sopra, la Commissione riconosce infatti che "ciascuno Stato membro è diverso e l'ue a 27 è meno omogenea di quanto non fosse dieci anni fa" e che "i settori tradizionali, le zone rurali" e "le economie di servizi altamente specialistici" si trovano in situazioni diverse. Pertanto propone che ogni Stato membro traduca questi traguardi dell'ue in "obiettivi e percorsi nazionali" affinché "gli investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione, istruzione e tecnologie efficienti sotto il profilo delle risorse [ ] rafforzino la coesione economica, sociale e territoriale". In quinto luogo, la proposta riconosce anche che Europa 2020 deve soddisfare l'esigenza di solidarietà tra le zone più ricche e quelle più povere dell'unione e ritiene che i suoi risultati contribuiranno all'attuazione dell'obiettivo di coesione territoriale previsto dal Trattato di Lisbona: "È altrettanto fondamentale che i benefici della crescita economica si estendano a tutte le parti dell'unione, comprese le regioni ultraperiferiche, in modo da rafforzare la coesione territoriale." 2. Vi sono tuttavia altri aspetti rilevanti per le autorità regionali e locali dell'ue che non sono adeguatamente affrontati in Europa 2020 Di seguito sono descritti altri importanti punti sollevati dal CdR ma non sufficientemente sviluppati da Europa In particolare: pur riconoscendo la necessità di una governance economica più forte, Europa 2020 non risponde all'invito del CdR a individuare per i governi nazionali degli Stati membri dell'ue "incentivi più efficaci per indurre tali governi a impegnarsi a realizzare le finalità della nuova strategia" 7. Fa invece affidamento sull'efficacia dei meccanismi basati sulle raccomandazioni specifiche rivolte a ciascun paese dal Consiglio europeo e sui conseguenti avvertimenti strategici che la Commissione potrebbe emettere qualora uno Stato membro non si conformi entro due anni, per quanto riguarda il ruolo delle autorità regionali e locali, in contrasto con le osservazioni positive citate sopra, la proposta non sottolinea la necessità di coinvolgere gli enti territoriali in modo permanente e strutturato nella progettazione e nell'attuazione delle iniziative faro, 6 7 Ibidem. Ibidem. Fiche CdR 2273/2010 Allegato I EN-BER/PET/Lac/cp

10 pur riconoscendo che il Comitato delle regioni "dovrebbe essere maggiormente coinvolto", la proposta non spiega quali potrebbero essere le modalità di tale coinvolgimento nella progettazione, attuazione e supervisione della nuova strategia, la proposta auspica una discussione sul "modo in cui i vari strumenti di finanziamento come i fondi strutturali [ ] devono essere strutturati per la realizzazione degli obiettivi di Europa 2020." È tuttavia necessario andare oltre il semplice riconoscimento che "la politica di coesione e i fondi strutturali" sono "importanti di per sé". Il CdR ha sempre sottolineato il pericolo derivante dalle crescenti disparità economiche tra regioni (mentre diminuiscono le disparità tra Stati) e conseguentemente dalle disuguaglianze nelle condizioni sociali, che compromettono il modello sociale europeo. Pertanto, nell'ambito del dibattito sull'entità e la giustificazione del bilancio dell'ue, dovrebbe essere riconsiderato più accuratamente il collegamento tra politica di coesione ed Europa 2020, tenendo conto del ruolo svolto dalla politica di coesione per quanto riguarda l'inclusione, la proposta non si esprime in merito all'invito del CdR ad andare oltre "l'uso del PIL come principale indicatore per misurare i risultati economici" 8 e alla conseguente necessità di introdurre nuovi indicatori complementari in grado di riflettere più precisamente i diversi fenomeni che influenzano la qualità di vita e i problemi di sostenibilità (a livello economico, sociale e ambientale). In tutto il mondo, indubbiamente, vi è una consapevolezza diffusa e un ampio dibattito in corso in merito alla necessità di combinare il PIL con nuovi indicatori che permettano una misurazione più precisa dei risultati economici, della qualità e del tenore di vita dei cittadini 9. La proposta anticipa addirittura che "la Commissione effettuerà annualmente il monitoraggio della situazione sulla base di un gruppo di indicatori relativi ai progressi compiuti verso l'obiettivo di un'economia intelligente, verde e inclusiva che porti ad alti livelli di occupazione, di produttività e di coesione sociale"; essa però non chiarisce di quali indicatori si tratti, la proposta afferma che gli obiettivi selezionati a livello UE "sono rappresentativi, non limitativi" e che pertanto gli Stati membri che lo desiderino possono stabilire indicatori e obiettivi supplementari. Essa tuttavia si astiene dal sostenere la definizione di indicatori supplementari a livello UE, che è invece essenziale se essi devono essere utilizzati in tutta l'unione per lo svolgimento di attività di governance (confronto e analisi comparativa, controllo e valutazione, gestione delle politiche territoriali), per quanto riguarda la necessità di rendere più efficace la comunicazione con i cittadini e le parti interessate, la proposta fa riferimento a una "serie comune di strumenti di comunicazione", senza tuttavia fornire dettagli in merito. Questo aspetto resta comunque indispensabile per il 8 9 Ibidem. Si possono citare molti studi in materia (ad es. l'iniziativa dell'ocse Measuring the progress of societies ("Misurare il progresso delle società") e la Commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi sulla misurazione dei risultati economici e dei progressi sociali) oltre al lavoro svolto dalla stessa Commissione europea (comunicazione Non solo PIL, COM(2009) 433 def.). Fiche CdR 2273/2010 Allegato I EN-BER/PET/Lac/cp

11 successo sul campo di Europa Il CdR nel suo parere 10 aveva invitato ad attuare "una forma di comunicazione più efficace [ ] per accrescere la sensibilizzazione e promuovere i messaggi salienti della nuova strategia", mentre i partecipanti alla consultazione del CdR 11 avevano auspicato una strategia "più rilevante per la vita dei cittadini comuni". * * * Il futuro della strategia di Lisbona dopo il 2010 (CdR 25/2009 fin). Consultazione delle regioni e delle città europee sul tema Una nuova strategia per crescita sostenibile, realizzata dal CdR ( Fiche CdR 2273/2010 Allegato I EN-BER/PET/Lac/cp

12 - 12 Allegato II Europa 2020: la Commissione propone una nuova strategia economica per l'europa (Comunicato stampa IP/10/225, 3 marzo 2010) La Commissione europea ha lanciato in data odierna la strategia Europa 2020 al fine di uscire dalla crisi e di preparare l'economia dell'ue per il prossimo decennio. La Commissione individua tre motori di crescita, da mettere in atto mediante azioni concrete a livello europeo e nazionale: crescita intelligente (promuovendo la conoscenza, l'innovazione, l'istruzione e la società digitale), crescita sostenibile (rendendo la nostra produzione più efficiente sotto il profilo delle risorse e rilanciando contemporaneamente la nostra competitività) e crescita inclusiva (incentivando la partecipazione al mercato del lavoro, l'acquisizione di competenze e la lotta alla povertà). Questa battaglia per la crescita e l'occupazione richiede un coinvolgimento al massimo livello politico e la mobilitazione di tutte le parti interessate in Europa. Vengono fissati cinque obiettivi da cui si evince quali sono i traguardi che l'ue dovrebbe raggiungere entro il 2020 e in base ai quali saranno valutati i progressi compiuti. Il presidente Barroso ha dichiarato: "Europa 2020 illustra le misure che dobbiamo adottare ora e in futuro per rilanciare l'economia dell'ue. La crisi ha messo in luce questioni fondamentali e tendenze non sostenibili che non possiamo più ignorare. Il disavanzo di crescita dell'europa sta compromettendo il nostro futuro. Dobbiamo agire con decisione per ovviare alle nostre carenze e sfruttare i nostri numerosi punti di forza. Dobbiamo costruire un nuovo modello economico basato su conoscenza, economia a basse emissioni di carbonio e alti livelli di occupazione. Questa battaglia impone di mobilitare tutte le forze presenti in Europa." Prima di tutto, l'europa deve trarre insegnamenti dalla crisi economica e finanziaria mondiale. Le nostre economie sono strettamente legate fra di esse. Nessuno Stato membro può affrontare efficacemente le sfide mondiali se agisce da solo. Insieme siamo più forti. Ciò significa che per superare con successo la crisi abbiamo bisogno di uno stretto coordinamento delle politiche economiche, altrimenti potremmo andare incontro a un "decennio perso" caratterizzato da un relativo declino, da una crescita definitivamente compromessa e da livelli di disoccupazione strutturalmente elevati. La strategia Europa 2020 delinea pertanto un quadro dell'economia di mercato sociale europea per il prossimo decennio, sulla base di tre settori prioritari strettamente connessi che si rafforzano a vicenda. Crescita intelligente, sviluppando un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione, crescita sostenibile, promuovendo un'economia a basse emissioni di carbonio, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, e crescita inclusiva, promuovendo un'economia con un alto tasso di occupazione, che favorisca la coesione sociale e territoriale.

13 - 13 I progressi registrati verso la realizzazione di questi obiettivi saranno valutati sulla base di cinque traguardi principali rappresentativi a livello di UE, che gli Stati membri saranno invitati a tradurre in obiettivi nazionali definiti in funzione delle situazioni di partenza: il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro, il 3% del PIL dell'ue deve essere investito in R&S, i traguardi "20/20/20" in materia di clima/energia devono essere raggiunti, il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve avere una laurea o un diploma, 20 milioni di persone in meno devono essere a rischio di povertà. Per raggiungere questi traguardi, la Commissione propone un programma Europa 2020 che consiste in una serie di iniziative faro. Realizzare queste iniziative è una priorità comune, che richiederà interventi a tutti i livelli: organizzazioni dell'ue, Stati membri, autorità locali e regionali. L'Unione dell'innovazione - riorientare la politica in materia di R&S e innovazione in funzione delle sfide principali, colmando al tempo stesso il divario tra scienza e mercato per trasformare le invenzioni in prodotti. Il brevetto comunitario, ad esempio, potrebbe far risparmiare alle imprese 289 milioni di euro all'anno. Youth on the move - migliorare la qualità e l'attrattiva internazionale degli istituti europei di insegnamento superiore promuovendo la mobilità di studenti e giovani professionisti. Per fare un esempio concreto, i posti vacanti in tutti gli Stati membri devono essere più accessibili in tutta Europa e le qualifiche e l'esperienza professionali devono essere debitamente riconosciute. Un'agenda europea del digitale - trarre vantaggi socioeconomici sostenibili da un mercato unico del digitale basato sull'internet superveloce. Nel 2013 tutti gli europei dovrebbero avere accesso all'internet ad alta velocità. Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse - favorire la transizione verso un'economia efficiente sotto il profilo delle risorse e a basse emissioni di carbonio. L'Europa non deve perdere di vista i suoi traguardi per il 2020 in termini di produzione di energia, efficienza energetica e consumo di energia. Questo ridurrebbe di 60 miliardi di euro le importazioni di petrolio e di gas entro il Una politica industriale per la crescita verde - aiutare la base industriale dell'ue ad essere competitiva nel mondo post-crisi, promuovere l'imprenditoria e sviluppare nuove competenze. Questo creerebbe milioni di nuovi posti di lavoro. Un'agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro - porre le basi della modernizzazione dei mercati del lavoro onde aumentare i livelli di occupazione e garantire la sostenibilità dei nostri modelli sociali a mano a mano che i figli del baby boom andranno in pensione, e Piattaforma europea contro la povertà - garantire coesione economica, sociale e territoriale aiutando i poveri e le persone socialmente escluse e consentendo loro di svolgere un ruolo attivo nella società.

14 - 14 La natura ambiziosa di Europa 2020 presuppone un livello più elevato di leadership e di responsabilità. La Commissione invita i capi di Stato e di governo ed assumere la titolarità di questa nuova strategia e ad approvarla in occasione del Consiglio europeo di primavera. Occorre inoltre potenziare il ruolo del Parlamento europeo. I metodi di governance saranno rafforzati affinché gli impegni vengano tradotti in azioni concrete in loco. La Commissione monitorerà i progressi. Le relazioni e le valutazioni nell'ambito di Europa 2020 e del patto di stabilità e crescita saranno elaborate contemporaneamente (pur rimanendo strumenti distinti) per migliorare la coerenza. In tal modo, le due strategie potranno perseguire obiettivi analoghi in materia di riforme pur rimanendo due strumenti separati. * * * Il testo integrale della proposta Europa 2020 si trova, unitamente ad ulteriori informazioni, al seguente indirizzo:

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