Le condotte pedofìle e la Tutela Penale del Minore

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA Le condotte pedofìle e la Tutela Penale del Minore Tesi di Laurea di: Giuseppe Arduino Relatore: Ch.mo Prof. Bartolomeo Romano ANNO ACCADEMICO

2 Premessa Definire in maniera diretta e precisa cosa è la pedofilia è un operazione veramente difficile. Si tratta di un fenomeno infatti che abbraccia diverse discipline, dalla psicologia, alla medicina, al diritto. Da molti la pedofilia è definita una mostruosità della società, un male oscuro, proprio perché è come un canto di sirene, qualcosa di evanescente, qualcosa che permea, si nasconde e si insinua nelle vite dei bambini, molto spesso indifesi e incoscienti, rovinando drammaticamente la loro esistenza. Quotidianamente si sentono notizie di cronaca relative ad abusi e violenze sessuali, molto spesso le vittime di questi crudeli reati sono i minori, e la reazione che la persona comune ha di fronte a queste notizie è la speranza che tutto questo non possa mai succedere ai nostri figli, ai nostri fratelli e tutti quei bambini che fanno parte della nostra vita. Invece, è molto importante conoscere il fenomeno, così da poterlo individuare ed affrontare. La pedofilia ha contorni oscuri, in parte è una deviazione psicosessuale, in parte è una perversione. I pedofili sono spesso soggetti senza scrupoli, altre volte sono soggetti con una personalità deviata dagli abusi a sua volta subiti. Per approfondire il fenomeno della pedofilia è necessario cercare di individuarlo come fenomeno sociale, clinico e criminologico, senza trascurare le diverse espressioni che la pedofilia ha conosciuto, specie negli ultimi decenni, come la pedofilia in rete, il turismo sessuale e la pedofilia 1

3 all interno delle sette sataniche. Questo studio è sicuramente importante per poi affrontare il fenomeno sotto il profilo giuridico, mettendo in luce i vari interventi internazionali nell ambito della tutela dei minori, indagando sui vari reati introdotti dalla riforma della legge n. 66 del 1996 e su quelli introdotti dalla legge contro la pedofilia, la l. 269 del Infine sarà necessario occuparsi delle nuove forme di schiavitù, indirizzate allo sfruttamento sessuale dei minori, e accennare alle strategie di contrasto e agli interventi processual-penalistici in materia di pedofilia in modo da avere un quadro più completo della tutela penale e processuale approntata dal nostro ordinamento. Tali interventi, così come i vari reati, sono studiati come innovati dalla recente riforma introdotta con la l. 38 del

4 CAPITOLO PRIMO IL FENOMENO DELLA PEDOFILIA SOMMARIO: 1. La nozione di pedofilia; 2. Inquadramento della pedofilia tra le perversioni sessuali ed aspetti eziologici; 2.2 Il profilo del pedofilo abusante e la teoria dell abusato-abusatore; 3. La relazione pedofila; 4.L abuso sui minori; 4.2 L abuso intrafamiliare; 5. I minori abusati e le conseguenze dell abuso; 6. L attenzione riservata al fenomeno della pedofilia e alcune manifestazioni della pedofilia organizzata: la pedofilia in rete; 6.2 Il turismo sessuale; 6.3. La pedofilia nelle sette sataniche; 7. Imputabilità del pedofilo. 1. La nozione di pedofilia. Letteralmente il termine «pedofilia» significa amore per i bambini, dal greco pais che significa bambino e filia che significa amore. Si comprende facilmente che alcune norme sul sesso non abbiano carattere universale e come culture diverse, nello spazio e nel tempo, possano adottare comportamenti diversi. Nell antica Grecia il fenomeno della pedofilia si rivolgeva a ragazzi puberi, mentre i rapporti con i bambini erano puniti. Le relazioni con i ragazzini erano accompagnati da una complessa elaborazione culturale, con i suoi usi e le sue proibizioni 1. Per fare un esempio, a Creta la relazione omosessuale tra un ragazzo e un amante più anziano era tappa essenziale per diventare uomini, ma assumeva la forma non del corteggiamento, ma del rapimento rituale. L amante che intendeva effettuare il ratto informava gli amici del ragazzo tre giorni prima. Ancora, l omosessualità aveva un forte peso nella comunità militare, a Creta, Sparta 1 Cfr. P. GERBINO, L abuso sessuale dei minori nella storia, in Rass.it. di criminologia, Giuffrè, Milano, 2004, p.75. 3

5 e Tebe nel IV secolo a.c. l amante faceva dono dell equipaggiamento di guerra al suo amato, nel momento in cui a questo era conferita l efebia, cioè quando veniva riconosciuto come adolescente, e gli era concesso di arruolarsi. 2. Già da tempo, tuttavia, l amore per i fanciulli ha perso connotazione positiva e culturale ed è stato inteso come una perversione, una deviazione del normale atto sessuale ed è inquadrato tra le parafilie, cioè tra le pratiche sessuali non usuali 3. Fondamentale è stato il contributo dato da Hans Giese nella diagnosi della pedofilia 4, secondo cui - contrariamente al comportamento eterosessuale o omosessuale, ai quali interessa il sesso dell altro - il desiderio del pedofilo si aggira appena secondariamente intorno al sesso del partner, anzi la bisessualità è la regola della pedofilia. Al pedofilo principalmente interessa l età dell altro, che si estende dalla primissima infanzia fino all inizio della pubertà. La pubertà e i primi segni di sviluppo fisico del bambino lo rendono sessualmente non appetibile, non desiderabile. Quindi il desiderio sessuale del pedofilo va scemando parallelamente alla progressiva maturazione fisica del partner 5. La pedofilia è praticata da individui con caratteristiche diverse: anziani, adulti e giovani, incolti, ma anche colti, omosessuali ma anche 2 Cfr. P. MONNI, L arcipelago della vergogna: turismo sessuale e pedofilia, Edizioni Universitarie Romane, Roma, 2001, p Cfr., A. BONIFAZI, La pedofilia, in Proposte di criminologia applicata, a cura di C. Serra, Giuffrè, Milano, 2003, p Cfr., H. GIESE, Psychopathologie der sexualitat, F. Enke Verlag, Stuttgart, 1962 autore citato in A. LANOTTE, La pedofilia: «se questo è amore». Psicologia e psicopatologia dell incontro in La pedofilia. Aspetti sociali, psicogiuridici, normativi e vittimologici, a cura di L. De Cataldo Neuburger, Cedam, Padova, 1999, p Cfr., A. LANOTTE, La pedofilia, cit., p 25. 4

6 eterosessuali, sconosciuti ma anche, nella maggior parte dei casi, familiari o parenti, uomini generalmente, ma qualche volta anche donne. Non esiste una tipologia unitaria di pedofilo: la pedofilia è un tratto multifattoriale in cui entrano in gioco aspetti mentali, istituzionali, di attività, di educazione sessuale, di violenza, di controllo delle pulsioni 6. Se è possibile inquadrare la pedofilia operandone una diagnosi, seppure parziale ed incompleta, non è agevole darne una definizione unitaria. La confusione è dovuta soprattutto alla delicatezza del tema e ad una sovrapposizione tra giudizio morale e opzioni legislative. Sotto il profilo morale per pedofilia si intende quella perversione sessuale caratterizzata da attrazione erotica verso i fanciulli, indipendentemente dal loro sesso 7, mentre l impostazione criminologia definisce condotte pedofile quelle connotate da un qualsivoglia rapporto di natura sessuale tra una persona maggiore di età ed un soggetto minorenne. Sono considerate condotte pedofile la congiunzione carnale e le molestie sessuali nei confronti dei minori, la corruzione di minorenne, la pornografia e la prostituzione minorile, ma anche i sequestri di persona e gli omicidi di minori a sfondo sessuale 8. La medicina legale inquadra la pedofilia secondo i criteri diagnostici del DSM IV-TR, cioè del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, come quella malattia che consiste in una attività che coinvolge un 6 Cfr.,O. FERRARIS, B. GRAZIOSI, Pedofilia. Per saperne di più. Laterza, Bari, 2001, p Definizione tratta dal vocabolario della lingua italiana, edito dall istituto della enciclopedia italiana Treccani, vol.iii, tomo II, Roma, 1991, Cfr. B. ROMANO, Pedofilia, in Digesto pen., aggiornamento, vol. II, Utet, Torino, 2004, p

7 minore che abbia meno di tredici anni, che sia prepubere, mentre il soggetto con pedofilia deve avere almeno cinque anni più del bambino. Anche se non sempre associata a violenza vera e propria, la condotta pedofila è comunque censurabile perché si rivolge a soggetti non in grado di prestare un valido consenso e perché, pur iniziando un attività sessuale quando il soggetto non è sufficientemente maturo per comprenderne le implicazioni, può comportare danni psicologici Inquadramento della pedofilia tra le perversioni sessuali ed aspetti eziologici. E bene fin da subito mettere in evidenza che la pedofilia non ha ancora una sua sistematizzazione autonoma scientifica, in quanto i problemi psicopatologici e l inquadramento nosografico della pedofilia sono tuttora pieni di ombre e di aspetti non ancora chiariti 10. Tuttavia la tendenza che si è affermata sia a livello psicologico che psichiatrico è, come già detto, quella di inquadrarla tra le parafilie. «Parafilia» è il termine utilizzato oggi per definire l insieme di quelle condotte sessuali più note come perversioni sessuali. Il tentativo di inquadrare i comportamenti sessuali inusuali è stato particolarmente complesso e i primi risultati scientifici in materia furono raggiunti alla fine dell 800, quando cominciarono a diffondersi osservazioni cliniche su 9 Cfr., A. CERETTI I. MERZAGORA BETSOS, L istinto sessuale e le sue alterazioni, in Trattato di medicina legale e scienze affini, diretto da Giusto Giusti, v. IV, 1999, Cedam, Padova, p Cfr., P. CAPRI, Il profilo del pedofilo: realtà o illusione?, in La pedofilia. Aspetti sociali, cit.,p.83. 6

8 pazienti ricoverati in case di cura, ospedali e carceri. Da quel momento si cominciò a parlare di fenomeni che assumono particolare interesse in rapporto alla morale collettiva 11. Tuttavia, sebbene le dinamiche psichiche relative alle anomalie della vita sessuale erano più o meno uniformemente accettate, non c era la stessa unanimità circa la loro determinazione eziologica. In altri termini vi erano studiosi, come Havelock, che ritenevano che la causa delle cosiddette personalità abnormi degenerative fossero di tipo endocrino o organico 12, altri come Wyrsch secondo cui queste perversioni non sono sempre di natura nevrotico-reattiva, oppure legate ad una anomalia caratteriale psicopatica, ma sono comunque da inquadrare in un atteggiamento contrario alla morale comune 13. Altri autori infine hanno inteso la perversione sessuale come un modo di essere dell uomo fortemente impoverito rispetto alla pienezza dell «essere insieme nell amore» 14. Nel corso degli anni sono state elaborate diverse ipotesi interpretative riguardo all origine del comportamento pedofilo. Le teorie sessuali dei primi anni del 900 consideravano le perversioni sessuali come sindromi psicopatologiche caratterizzate da alterazioni qualitative dell istinto sessuale. Con lo sviluppo della scienza psicologica e psichiatrica sono state 11 Cfr., E. CAMUSSI E. ZUCCHI, Tutela del minore e pedofilia tra psicologia e senso comune, in La tutela del minore tra norme, psicologia ed etica, a cura di Mestitz, Giuffré, Milano, 1997, p Cfr., E. HAVELOCK, Psicologia del sesso, Roma, 2000, autore citato in G. GULOTTA, Aspetti psico-giuridici del comportamento pedofilo, in La pedofilia. Aspetti sociali, cit,p Cfr., J. WYRSCH, Die sexuellen perversionen und die psychiatrisch-forensische bedeutung der sittlichkeitsdelikte, in psichiatrie der gegenwart, Band III, Sprinter Verlag, 1961, autore citato in A. LANOTTE, La pedofilia, cit, p Cfr., A. LANOTTE, La pedofilia, cit. p.22. 7

9 prodotte varie teorie sull origine della pedofilia, alcune in evidente contrapposizione con altre. Secondo la concezione psicoanalitica classica 15, l atto pedofilo è legato a fissazioni e regressioni verso forme di sessualità infantile. Il fattore che determina l atto pedofilo consiste nell arresto dello sviluppo psicosessuale dovuto ad un trauma precoce o all aver vissuto la propria sessualità in un ambiente restrittivo. Ricercatori psicoanalitici più recenti hanno concluso che l essenza della perversione del pedofilo è la «conversione di un trauma infantile in un trionfo adulto» 16 : secondo Stoller i pedofili sono spinti dalle loro fantasie a vendicare umilianti traumi infantili che sono stati a loro inflitti dai genitori 17. Un altra teoria classica vede la pedofilia come una patologia narcisista del carattere e per tale ragione molti individui con questa perversione scelgono delle professioni nelle quali possono interagire con bambini, che spesso vengono idealizzati e che permettono loro di mantenere un immagine positiva di se stessi attraverso il consenso dei bambini alle loro richieste 18. Alcuni psicoterapisti, quali Groth, Garland, Dougher 19, che trattano i colpevoli di abusi sessuali contro i bambini, sembrano aderire alla teoria dell abusato-abusatore, secondo la quale la pedofilia è causata dal fatto che i colpevoli sessuali siano stati loro stessi abusati durante la loro infanzia; 15 Cfr., S. FREUD, Tre saggi sulla teoria sessuale, Boringhieri, Torino, trad. it. 1970, autore citato in P. CAPRI, Il profilo del pedofilo, cit., p Cfr., CIFALDI G. Pedofilia tra devianza e criminalità, Giuffrè, Milano, 2004, p Cfr., R. J. STOLLER, Perversione, Feltrinelli, Milano, 1978, p Tale prospettiva è stata suggerita da Fenichel nella sua opera Trattato di psicoanalisi delle nevrosi e delle psicosi, Astrolabio, Roma, Cfr., GARLAND DOUGHER GROTH, The abused/abuser hypothesis of child sexual abuse, in FEIERMAN, Pedophilia, 1990, autori citati in G. CIFALDI, Pedofilia tra devianza e criminalità, cit., p

10 l atto perverso è odio erotizzato, un atto di vendetta mediante il quale il passato viene cancellato e trasformato in piacere e vittoria. Un altra teoria sulle origini della pedofilia è quella che sostiene che gli aggressori sessuali sono con molta probabilità cresciuti in famiglie devianti e disfunzionali. Questa teoria, conosciuta come teoria dell identificazione parentale, sostiene che la devianza sessuale deriverebbe da un basso grado di identificazione verso i propri genitori, in quanto la mancata identificazione può determinare un disordine psicosessuale 20. Infine altri studiosi, Scott nel 1984 e Flor-Henry nel 1991, sostengono che le cause della pedofilia sono da individuare in una disfunzione celebrale 21. In generale, la pedofilia è spiegata come un arresto dello sviluppo della sessualità a sua volta causato da un trauma precoce, accompagnato da difetto nella capacità di sublimazione, cioè di trasformarsi in un soggetto adulto sotto il profilo psicosessuale; anche qui viene invocata la reazione al timore di castrazione che sorgerebbe dal confronto con un partner psicosessualmente maturo 22. Secondo alcuni la pedofilia troverebbe la sua radice in un meccanismo di identificazione proiettiva: il pedofilo si identifica con il bambino che 20 Cfr. G.CIFALDI, Pedofilia tra devianza e criminalità, Giuffrè, Milano, 2004, p Cfr. G. GIFALDI, Aspetti eziologici della pedofilia: una raccolta essenziale di contributi teorici, in 22 Cfr. M. MARCHETTI, Le ipotesi eziologiche, in Infanzia e abuso sessuale, a cura di T. Bandini U. Gualco, Giuffré, Milano, 2000, p

11 seduce e vuol sedurre al fine di risarcirsi e per risarcire il bambino di angosce sofferte in età precoce 23. Alla luce di quanto detto, gli studi in materia di pedofilia, specie sotto il profilo psicologico e psichiatrico, sono complessi e vari, e spesso risultano contrapposti gli uni agli altri. La realtà è che la pedofilia, come altre perversioni sessuali, attiene non solo ad un aspetto comportamentale e fisico dell individuo, ma coinvolge anche la sfera intima ed emozionale del soggetto, il quale, come sottolineato, trova nell abuso del minore lo strumento per ottenere la propria soddisfazione, oltre che fisica, anche morale e psicologica Il profilo del pedofilo abusante e la teoria dell abusato-abusatore. Capire e inquadrare la personalità di un pedofilo è un compito arduo e veramente difficile. Tale circostanza è dimostrata dal fatto che numerosi sono stati gli studiosi in materia, psicologi, psichiatri, criminologi e che ognuno di essi ha cercato di definire i contorni del fenomeno, anche se difficilmente ne hanno dato un interpretazione univoca. Il pedofilo è nell accezione comune, colui che cerca di avere delle esperienze erotiche con un bambino. Secondo la psichiatria si tratta di una perversione sessuale, secondo le associazioni di pedofili si tratterebbe di una delle forme di sessualità e che quindi deve essere accettata e non condannata. 23 CAMUSSI E. ZUCCHI E., Tutela del minore, cit.,p Cfr. M. MARCHETTI, Le ipotesi, cit., p

12 Una prima possibile distinzione tra pedofili è quella suggerita da Capri 25 tra pedofili psicopatologici e non. In questo secondo gruppo vanno inquadrati i soggetti con tratti di immaturità psicosessuale, passività, impotenza ed inadeguatezza genitale, infantilismo. Nel gruppo psicopatologico invece sono compresi i soggetti affetti da qualsiasi malattia mentale. Secondo Nass 26 nell ambito della pedofilia possono essere distinti gruppi con diverse caratteristiche: sviluppo tardivo, inesperienza sessuale, degenerazione della personalità o disturbi del sistema ormonale. Secondo studi più recenti condotti da Capri e Jaria 27, nonostante la difficoltà di fornire un quadro unitario della personalità del pedofilo, è comunque possibile fornire i tratti caratterizzanti di tale personalità: immaturità affettiva caratterizzata da scarsa efficienza e rapida esauribilità dei freni inibitori di fronte ai propri impulsi sessuali; identificazione deficitaria ovvero mancato riconoscimento delle proprie componenti sessuali; relazioni interpersonali inadeguate, la deficitaria identificazione fa sì che il rapporto con gli altri individui si sviluppi in maniera irregolare e superficiale 28. Non tutti i pedofili tuttavia presentano questi caratteri ed inoltre essi stessi possono ritrovarsi in soggetti che mai hanno praticato la pedofilia. 25 Cfr., P. CAPRI, Il profilo del pedofilo, cit., p Cfr., G. NASS, Unzucht mit Kinder - Das Sexualdelik unserer Zeit, in Mschr. Krim. u Strafr., 37, 1954, autore citato in A. LANOTTE, La pedofilia, cit. p Cfr., A. JARIA P. CAPRI, La pedofilia: aspetti psichiatrico-forensi e criminologici, in F. FERRACUTI, Trattato di criminologia, medicina criminologia e psichiatria forense, VII, Giuffrè, Milano, 1987, p Cfr. N. MALIZIA, Profili atropo-criminologici e medico-legali dei fenomeni di abuso sui minori, Torino, pp

13 Uno degli approcci più seguito negli ultimi anni per spiegare la personalità del pedofilo è quello della «trasmissione transgenerazionale del modello abusivo», cioè l abusante sarebbe stato a sua volta vittima di abuso in età infantile. Studi condotti da De Leo e Petruccelli 29 dimostrano come dall intervista di una serie di abusatori pedofili maschi risulta che essi nella loro infanzia abbiano ricevuto abusi da persone adulte, molto spesso parenti, o comunque vicine o conviventi. Secondo De Leo il bisogno di mantenere intatta la figura dell adulto abusante spinge il bambino a giustificare i suoi comportamenti e a mantenere una idealizzazione dell adulto grazie a potenti meccanismi di scissione che consentono di considerare l adulto esterno come buono e di introiettarne la parte esterna negativa su se stessi. Secondo un altra prospettiva, la vittima di allora cerca - identificandosi con l aggressore e agendo da carnefice - di vendicarsi per il dolore e l impotenza subiti 30. Qualunque sia l ipotesi interpretativa avanzata, il pedofilo cerca di sfuggire, attraverso i suoi atti, alla depressione narcisistica e alla esperienza del vuoto, nutrendosi di bambini feticci, essenziali per la sua sopravvivenza. Può però trattarsi di pedofilia benigna oppure maligna. Nella pedofilia benigna si è di fronte a comportamenti sessuali volti ad ottenere una gratificazione che non implichi il ricorso diretto alla violenza. Il pedofilo è attento ai bisogni del bambino e cerca di ottenerne l affetto, l interesse e la fedeltà. Nella pedofilia maligna si assiste ad un espressione diretta di 29 Cfr., G. DE LEO - I. PETRUCCELLI, L'abuso sessuale infantile e la pedofilia, Franco Angeli, Milano, 1999, p Cfr., G. CIFALDI, Pedofilia, cit., pp

14 distruttività attraverso attività erotiche parziali esercitate unitamente ad altre forme di violenza. I comportamenti pedofili in questo caso sono volti ad ottenere la sofferenza del bambino e trarre il proprio soddisfacimento La relazione pedofila. L appagamento dell adulto in una relazione pedofila si muove intenzionalmente verso un soggetto desiderabile perché ancora fisicamente immaturo, e si realizza in momenti e situazioni diverse tra loro, ma con modalità spesso assai simili, caratterizzate dalla ricerca di contatto e dall incontro sessuale. In genere, il pedofilo ha facilità di accesso al mondo infantile; la capacità di comunicare e di incontrarsi con soggetti non adulti può essere data o dalla professione del pedofilo, oppure dal fatto che la vittima è un suo parente, o è comunque conosciuto. Nell incontro pedofilo si attiva una doppia risonanza intima ed emotiva: se da un lato c è una richiesta di amore orientata verso il bambino e spinta dal soddisfacimento sessuale, dall altro c è anche una richiesta di amore che il bambino ha verso l adulto, che è spinta dal bisogno di cure, gratificazione e protezione del bambino 32. La relazione intima del bambino si spiega perché il suo sviluppo psicosessuale conosce diverse fasi: nella prima egli proietta le sue emozioni e il suo amore nei confronti della madre, nella seconda consolida un 31 Cfr., G. GULOTTA, Aspetti psicogiuridici del comportamento pedofilo, in La pedofilia. Aspetti sociali, cit p Cfr., D. HOWITT, Pedofilia e reati sessuali contro i bambini, Giappichelli, Torino, 2000, p

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