Riassunto. Sito web: Distribuzione (2-D) delle Galassie. Programma di oggi. Conteggi profondi e conteggi superficiali

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Riassunto. Sito web: Distribuzione (2-D) delle Galassie. Programma di oggi. Conteggi profondi e conteggi superficiali"

Transcript

1 Sito web: Gli appunti di queste lezioni si trovano all indirizzo /2005/lezione*.pdf Dove * e il numero della lezione. Riassunto Nella prima lezione abbiamo visto che: A larga scala, le galassie sono distribuite in modo approssimativamente isotropo sulla sfera celeste la distribuzione a larga scala nel volume tridimensionale si presenta come una spugna, con vuoti ed ammassi, ed anche ammassi di ammassi (superammassi) che formano filamenti grandi decine e anche centinaia di Mpc Le galassie hanno righe spettrali spostate verso il rosso, con spostamento percentuale z= λ/λ proporzionale alla distanza da noi: cz=h o D Distribuzione (2-D) delle Galassie Legge di Hubble ottenuta tramite le Supernovae 1a APM (Automatic Plate Machine) survey di 10 6 galassie Copre circa 1/10 del cielo Riess et al. Programma di oggi Oggi vogliamo tornare con maggiore dettaglio sulla isotropia (indipendenza dalla direzione) dell universo, e studiarne anche l omogeneita (cioe se la densita e costante). Per studiare quantitativamente questi dati, e necessario introdurre strumenti matematico/statistici Vogliamo poi interpretare in modo fisico la legge empirica di Hubble. Conteggi profondi e conteggi superficiali I conteggi manuali di galassie nel visibile di Shane e Wirtanen (Lick observatory, 1967) comprendono galassie fino a magnitudine apparente 18.5, quindi fino ad una distanza di circa 300 Mpc. I conteggi automatizzati della APM survey (Maddox et al 1990) arrivano a magnitudine 20.5, e quindi fino ad una distanza di circa 900 Mpc. Il confronto tra le proprieta statistiche dei due campioni, che interessano profondita diverse, ci dovrebbe dare informazioni sull omogeneita dell Universo, oltre che sulla sua isotropia. 1

2 Approccio classico: la Galassie distribuite in modo completamente casuale: in media ci funzione di correlazione in un sono n galassie per unita di volume e universo omogeneo il numero di galassie presente in un elemento di volume e completamente indipendente dal numero di galassie presente negli altri elementi di volume. dp=n dv. La probabilita congiunta che ci siano n 1 galassie in dv 1 e n 2 galassie in dv 2 e dp=n 2 dv 1 dv 2 Galassie distribuite in modo correlato: il fatto che ci siano n 1 galassie in dv 1 rende piu (o meno) probabile che ci siano n 2 galassie in dv 2 a distanza r. La probabilita congiunta e dp=n 2 [1+x(r)]dV 1 dv 2 La funzione ξ e la funzione di correlazione. Il processo e comunque stazionario. La gravita Le galassie non possono essere distribuite in modo completamente casuale, poissoniano: c e una forza, la gravita, che agisce anche a grandi distanze e che tende ad aggregare le strutture. L effetto di aggregazione dovuto alla gravita deve riflettersi nella distribuzione delle galassie e nella sua evoluzione, e quindi generera una funzione di correlazione x(r) caratteristica e diversa da 0. Come pensiamo che la gravita sia universale, dobbiamo anche pensare che x(r) sia universale. Questo si riflette nella assunzione di stazionarieta del processo stocastico, e nella assunzione di omogeneita almeno statistica dell approccio classico. Funzione di correlazione e conteggi Nel caso di conteggi proiettati sulla sfera celeste, si puo ricavare una funzione di correlazione angolare a partire da quella tridimensionale. Si parte prendendo dv=r 2 drdω, e includendo la probabilita y che una galassia a distanza r sia abbastanza luminosa da essere contata. Usando la definizione dp=n 2 [1+ξ(r)]dV 1 dv 2 si integra sulle due linee di vista nelle due direzioni separate di un angoloθ: dp(q)= n 2 dw 1 dw 2 y 1 r 12 dr 1 y 2 r 22 dr 2 [1+x(r 12 )] dove r 12 e la distanza tra i due elementi di volume: r 12 =(r 12 + r 2 2-2r 1 r 2 cosq) 1/2 dv 1 θ r 1 r 12 r 2 dv 2 Il numero medio di galassie contate per unita di angolo solido perche piu brillanti di f e N(> f)dω= 0 ψ n dv La probabilita di conteggio di una galassia dipende dalla sua luminosita intrinseca L perche f =L/4πr 2. In un catalogo con magnitudine limite f saranno contate tutte le galassie a distanza r se la loro luminosita e maggiore di 4πr 2 f. La funzione di luminosita φ(l) fornisce la probabilita che una galassia abbia luminosita tra L e L+dL, e si pensa che sia una funzione universale. Viene di solito espressa nella forma di Schechter (Press, W.H. and Schechter, P. 1974, Ap.J., 187, 425) φ(l/l * ) d(l/l * ) =n(l/l * ) a exp(-l/l * )d(l/l * ) La probabilita di conteggio sara ψ(4πr 2 f /L * ) = 4πr 2 f /L* φ(l/l * )d(l/l * ) 2dFGRS 2

3 Allora il numero medio di galassie contate per unita di angolo solido perche piu brillanti di f e N(> f)= 0 ψ(4πr 2 f /L * ) n r 2 dr E con la sosituzione di variabili y 2 =4πr 2 f /L * si ha N(> f)= n (L * /4πf ) 3/2 0 ψ(y 2 ) y 2 dy Cioe in un universo a geometria euclidea e con distribuzione omogenea di galassie, i conteggi scalano come f -3/2. Tornando alla nostra probabilita angolare congiunta dp(θ)= n 2 dω 1 dω 2 ψ 1 r 1 2 dr 1 ψ 2 r 2 2 dr 2 [1+ξ(r 12 )], questa puo essere riscritta come dp(θ)= N dω 1 dω 2 [1+ w(θ)], con w(θ) che chiameremo funzione di correlazione angolare, che evidentemente riflettera la forma della funzione di correlazione fisica ξ(r). Il confronto tra le due formule dp(θ)= n 2 dω 1 dω 2 ψ 1 r 1 2 dr 1 ψ 2 r 2 2 dr 2 [1+ξ(r 12 )] e dp(θ)= N 2 dω 1 dω 2 [1+ w(θ)] con l uso delle precedenti permette di ricavare w(θ)= (r 1 r 2 ) 2 dr 1 dr 2 ψ 1 ψ 2 ξ(r 12 ) / [ r 2 dr ψ] 2 dp(θ) puo essere confrontata con le osservazioni (SW o APM), una volta decisa una forma per la funzione ξ(r). Se si assume una forma empirica di legge di potenza: x(r)=(r o /r) g, si ottiene w(θ)=(4πr o 2 f/l * ) γ/2 (y 1 y 2 ) 2 dy 1 dy 2 ψ(y 1 ) 2 ψ(y 2 ) 2 y 12 γ / [ y 2 dy ψ(y 2 )] 2 Dai cataloghi APM e SW, assumendo x(r)=(r o /r) g si ottiene un buon accordo con i dati dei conteggi per r o =(5.4+1)h -1 Mpc e γ=( ). Usando la x(r) si puo calcolare anche la fluttuazione quadratica media dei conteggi di galassie in una sfera di raggio r piazzata a caso. Si ottiene <(δn/n) 2 > = <N> -1 + r dv 1 dv 2 ξ(r 12 )/V 2 Per grandi scale il termine poissoniano <N> -1 e trascurabile, ed utilizzando la forma ξ(r)=(r o /r) γ si ottiene <(δn/n) 2 >=1.35(r o /r) γ/2 <(dn/n) 2 > vale 0.4 per r=20h -1 Mpc. Cioe spostando a caso una sfera di circa 30 Mpc di diametro non e difficile trovare zone molto sottodense δn/n=-1 (grandi vuoti) o molto sovradense δn/n=+1 (ammassi di galassie). Secondo questo modello, a scale molto piu grandi (es. 300 Mpc) l universo dovrebbe essere molto piu omogeneo: si trova infatti <(dn/n) 2 > < = 0.1 per r = 150Mpc. Peacock and Dodds (1994, MNRAS, 267, 1020) Purtroppo le survey di redshift con profondita maggiore non sono ancora disponibili. Pero abbiamo dei conteggi proiettati a diverse profondita. Oltre ad APM e SW ci sono: Distribuzione delle galassie di IRAS: campione selezionato in base al flusso limite. Sono stati misurati tutti i redshift. Contiene galassie fino a 300 Mpc; la maggior parte delle galassie e intorno a 150 Mpc. Se si contano le galassie in scatole cubiche di lato 40 Mpc, si trova che la fluttuazione percentuale dei conteggi e del 50%: δn/<n> = A questa scala quindi le fluttuazioni sono minori di quelle a scale piu piccole, dove avevamo visto fluttuazioni di densita delle galassie in corrispondenza di ammassi e di grandi vuoti dell ordine del 100% Galassie di IRAS www-astro.physics.ox.ac.uk/~wjs/pscz.html Saunders et al. 1991, Strauss et al

4 Distribuzione delle radio sorgenti piu brillanti a λ=6 cm (Gregory e Condon 1991). Sono in gran parte radiogalassie e quasar a distanze di migliaia di Mpc. (z=1 tipicamente) Sono quindi oggetti peculiari, estremamente piu brillanti delle galassie normali. Il campionamento e quindi molto profondo, ma anche molto sparso, e si perde il dettaglio fine della distribuzione delle galassie. La isotropia della distribuzione a larga scala e evidente. Radiosorgenti Distribuzione in proiezione polare delle posizioni di radio sorgenti intense a 6 cm Il polo nord celeste e al del cerchio. Il cerchio piu esterno corrisponde a una latitudine di X gradi. Distribuzione del fondo di radiazione X tra 2 e 20 kev. E prodotto da miriadi di sorgenti non risolte presenti lungo la linea di vista fino a distanze di migliaia di Mpc. (z=1 tipicamente) La isotropia della distribuzione a larga scala (a parte il piano della nostra Galassia) e evidente. La densita colonnare di materia che emette su box di 3 o x3 o e isotropa entro meglio del 3%. Per il fondo di radiazione a microonde che, vedremo, proviene ancora da piu lontano, l isotropia e migliore dello 0.01%. Fondi di radiazione Dall isotropia all omogeneita La tendenza ad una distribuzione sempre piu isotropa con l aumentare della profondita del campione c e. Questo e un segno di omogeneita. In realta potremmo costruire un modello di universo isotropo ma non omogeneo, a simmetria sferica, in cui c e un gradiente di densita radiale. Questo sarebbe compatibile con le osservazioni, ma richiederebbe che la nostra posizione nell universo fosse vicino al di simmetria. Un altro osservatore lontano dalla nostra posizione osserverebbe un universo molto anisotropo. Dal punto di vista filosofico post-copernicano questo modello e molto insoddisfacente. Dal punto di vista fisico la migliore evidenza contro questo modello e la stabilita di <(dn/n) 2 > per conteggi sempre piu profondi. Un modello alternativo E stato proposto un modello geometrico-frattale della distribuzione delle galassie, che spiega correttamente la distribuzione a scale < 100Mpc. Un insieme frattale e una distribuzione irregolare La geometria elementare descrive entita a dimensioni intere (linee, di dimensione 1, figure su un piano, di dimensione 2, solidi di dimensione 3 etc.) ma non puo descrivere oggetti irregolari, come ad es. i cristalli di neve, o le nuvole. Questi sistemi hanno un numero di componenti presenti entro una certa distanza che non scala come una potenza intera della distanza. Ad esempio il numero di goccioline d acqua in una nuvola non scala come il cubo del volume considerato, cioe come r 3, ma scala piuttosto come r 2.2. Si dice che la dimensione frattale della nuvola e 2.2. Un modello alternativo Il modello alternativo propone che le galassie siano distribuite nello spazio con una dimensione frattale D=1.23. Si puo dimostrare che a piccole scale il modello frattale e perfettamente equivalente ad un modello omogeneo con funzione di correlazione x(r)=(r o /r) g e γ=3-d. La differenza e a grandi scale. In un qualsiasi modello frattale la densita non e una costante valida a qualsiasi scala. La densita definita come numero di particelle in un volume V dipende dal volume, ed in generale diminuisce all aumentare del volume. Questo permette di fare un test. Per il modello omogeneo la densita dovrebbe rimanere costante all aumentare del volume, mentre per il modello frattale dovrebbe diminuire. Un modello alternativo Ci potremmo trovare in una situazione di questo genere, dove il cerchio rosso delimita l universo osservato: Modello frattale Modello omogeneo Per verificare il modello frattale occorre un campione molto piu ampio che non per il modello omogeneo 4

5 Nell ipotesi frattale la distribuzione delle galassie non e una distribuzione analitica. Concetti come la densita media dell universo e la funzione di correlazione perdono senso. L universo e fortemente inomogeneo, ma puo essere isotropo grazie all effetto di proiezione L universo e statisticamente lo stesso per diversi osservatori Per ora, le dimensioni del campione di galassie non sono sufficienti a discriminare tra i due modelli. Tutti i cataloghi profondi non sono angolarmente ampi, e tutti sono limitati in flusso, quindi alle piu grandi distanze selezionano solo le galassie intrinsecamente piu luminose. Il test sulle galassie si fara con i dati SDSS (redshift survey fino a 500 Mpc). Ma i dati della 2dF survey Non solo galassie Vedremo che in realta l universo non e fatto di sole galassie. La galassie visibili sono solo le punte degli Iceberg che formano l universo. La distribuzione della massa potrebbe essere diversa dalla distribuzione della luce, ed essere, in particolare, piu omogenea. Per ora, il modello frattale non e stato esteso in modo da spiegare queste cose, e nemmeno l evidente isotropia dei fondi di radiazione extragalattica (X e radio, che sono prodotti da sorgenti discrete non risolte, e a microonde, prodotto dal plasma primordiale). Sembra piuttosto improbabile che l elevatissima isotropia del fondo a microonde sia compatibile con la forte disomogeneita del modello frattale. Nel seguito assumeremo valido il Principio Cosmologico Principio Cosmologico L Universo e isotropo ed omogeneo a grandi scale (>100 Mpc) E un principio che permette di semplificare enormemente il modello di universo, definendo una densita media uguale ovunque, e funzione solo del tempo cosmico. Il principio e dimostrabile a partire dall isotropia e da considerazioni copernicane. Se, ad esempio, assumiamo che esistano due osservatori nell universo che osservano un universo isotropo, dimostriamo facilmente che l intero universo deve essere omogeneo. L isotropia intorno a B implica che C,D,E hanno la stessa densita. Ma allora tutto il volume tra le due sfere blu deve avere la stessa densita, perche formato da sfere che intersecano la sfera rossa. Aumentando il diametro delle sfere si arriva a dimostrare che tutto l universo e omogeneo. C B Isotropia ed omogenenita D E A Principio Copernicano Gli umani non sono osservatori privilegiati. Vediamo miliardi di galassie nelle quali si potrebbero formare le condizioni favorevoli per la vita e per avere osservatori simili a noi. Assumiamo che anche loro osservino un universo isotropo, e quindi che l Universo sia omogeneo. 5

6 Isotropia, omogeneita e legge di Hubble Ma le galassie non sembravano recedere tutte da noi? Questo sembrerebbe un esempio di universo con simmetria radiale, isotropo ma disomogeneo. Non e vero. La recessione delle galassie e ben compatibile con l isotropia e con l omogeneita. Consideriamo un osservatore che percepisca un universo isotropo. Non solo la densita deve essere solo funzione di r, ma anche non ci devono essere direzioni privilegiate per altre grandezze fisiche, come ad esempio la velocita. Isotropia e legge di Hubble Il campo della velocita v in generale e funzione della posizione v i =v i (x,y,z). Nell intorno dell osservatore potra essere decomposto in serie del tipo v=c+dr+.. dove C e un vettore costante (C=0 se noi siamo a riposo) e D e un tensore formato dalle derivate parziali dv i /dx j. D puo essere sempre scomposto in una parte antisimmetrica W, corrispondente alle rotazioni, piu una parte simmetrica S, detta tensore di shear: il vettore velocita al primo ordine puo essere scritto v= S r+w r. Isotropia e legge di Hubble v= S r+w r. Ma per rispettare l isotropia, W=0 (senno ci sarebbe una direzione privilegiata, quella attorno a cui si ruota) Inoltre le componenti principali di S devono essere uguali, senno si avrebbero di nuovo direzioni privilegiate, quelle ad esempio di maggiore velocita. Ne segue v= Η r dove H e una costante. Quindi il campo di velocita di Hubble (in espansione o contrazione) e l unico campo di velocita compatibile con l isotropia. Qualunque altro campo la violerebbe. Ad esempio un campo quadratico v=hr 2 non sarebbe compatibile. Omogeneita e legge di Hubble Il campo di Hubble e anche compatibile con l omogeneita, perche non abbiamo fatto nessuna ipotesi sulla posizione dell origine. Se supponiamo che valga per noi dr 1 /dt=hr 1 e anche dr 2 /dt=hr 2, allora anche d(r 1 -r 2 )/dt=h(r 1 -r 2 ), cioe il generico osservatore sulla galassia 2 vede una espansione di Hubble identica a quella che osserviamo noi. noi r 1 r 2 1 r 1 -r 2 2 Interpretazioni Ma perche osserviamo la legge di Hubble? L interpretazione piu banale e che l universo abbia una simmetria radiale, centrata sulla nostra Galassia, e che tutte le altre galassie si stiano davvero alluntanando da noi, e piu sono lontane piu velocemente si allontanano. Sarebbe un universo sistema ultra-tolemaico! E quale forza sarebbe responsabile di un tale comportamento? Noi Interpretazioni L interpretazione piu raffinata e che lo spazio stesso si stia espandendo in ogni punto in maniera uniforme, trascinando con se tutte le galassie. Questa ipotesi ha il vantaggio di non avere nessun dell espansione: tutti i punti sono equivalenti. E inoltre spiegherebbe la legge di Hubble, cioe l allontanamento piu veloce delle galassie piu lontane. Vediamo come. 6

7 Esempio del panettone che lievita. Il panettone prima della lievitazione ha un diametro di 20 cm; dopo 2 ore in forno ha un diametro di 40 cm. Indichiamo con una freccia la nostra uvetta di riferimento. L uvetta che inizialmente era a 5 cm dalla nostra, dopo 2 ore si trova a 10 cm dalla nostra. La sua velocita di allontanamento e di 2.5 cm/ora. L uvetta che inizialmente era a 10 cm dalla nostra, dopo 2 ore si trova a 20 cm dalla nostra. La sua velocita di allontanamento e di 5 cm/ora. Distanza doppia implica velocita doppia di allontanamento: la Legge di Hubble e conseguenza naturale di una espansione isotropa dello spazio. Avrei potuto scegliere un altra uvetta di riferimento! Densita e composizione dell universo Vedremo che il principio cosmologico ci permettera di scrivere le proprieta geometriche dell universo (metrica) in modo estremamente semplice. Avremo bisogno pero anche di una conoscenza piu precisa della composizione dell Universo. Cioe di che cosa contribuisce alla densita, oltre alle galassie di cui abbiamo parlato. In un universo in espansione, la densita e la velocita sono collegate. Utilizzeremo per ora un approccio Newtoniano, sulla cui validita ci sono molti dubbi. 7

Il modello cosmologico standard e l enigma dell espansione

Il modello cosmologico standard e l enigma dell espansione Istituto Nazionale di Astrofisica Osservatorio astronomico di Brera Universo in fiore Il modello cosmologico standard e l enigma dell espansione Luigi Guzzo Luigi.guzzo@brera.inaf.it INAF-Osservatorio

Dettagli

L Effetto Sunyaev-Zel dovich

L Effetto Sunyaev-Zel dovich L Effetto Sunyaev-Zel dovich Raffaele Pontrandolfi Corso di Astrofisica e Particelle Elementari Motivazione Mostrare in modo introduttivo come dall effetto Sunyaev-Zel dovich termico si può ricavare la

Dettagli

Cosmologia AA 2016/2017 Prof. Alessandro Marconi

Cosmologia AA 2016/2017 Prof. Alessandro Marconi Cosmologia AA 2016/2017 Prof. Alessandro Marconi Dipartimento di Fisica e Astronomia Università di Firenze INAF - Osservatorio Astrofisico di Arcetri Contatti, Bibliografia e Lezioni Prof. Alessandro Marconi

Dettagli

Modello Cosmologico Standard Paola M. Battaglia

Modello Cosmologico Standard Paola M. Battaglia Modello Cosmologico Standard Paola M. Battaglia l alba dell universo I primi risultati cosmologici del satellite Planck Università degli Studi di Milano - Dipartimento di Fisica 11 aprile 2013 Cosmologia

Dettagli

Si fuit aliquod tempus antequam faceres caelum et terram

Si fuit aliquod tempus antequam faceres caelum et terram Si fuit aliquod tempus antequam faceres caelum et terram Alessandro De Angelis Dipartimento di Fisica dell Universita di Udine e INFN Trieste Giornate Scientifiche di Udine e Pordenone, Marzo 2002 Time

Dettagli

Trasformazioni di Lorentz, Quadrivettori, Impulso ed Angoli

Trasformazioni di Lorentz, Quadrivettori, Impulso ed Angoli Trasformazioni di Lorentz, Quadrivettori, Impulso ed Angoli Trasformazioni tra Sistemi di Riferimento Quantita di interesse in un esperimento: sezioni d urto, distribuzioni angolari, polarizzazioni. Confrontabili

Dettagli

Teoria dei mezzi continui

Teoria dei mezzi continui Teoria dei mezzi continui Il modello di un sistema continuo è un modello fenomenologico adatto a descrivere sistemi fisici macroscopici nei casi in cui le dimensione dei fenomeni osservati siano sufficientemente

Dettagli

L analisi dei dati. Primi elementi. EEE- Cosmic Box proff.: M.Cottino, P.Porta

L analisi dei dati. Primi elementi. EEE- Cosmic Box proff.: M.Cottino, P.Porta L analisi dei dati Primi elementi Metodo dei minimi quadrati Negli esperimenti spesso si misurano parecchie volte due diverse variabili fisiche per investigare la relazione matematica tra le due variabili.

Dettagli

Olimpiadi Italiane di Astronomia MAGNITUDINI

Olimpiadi Italiane di Astronomia MAGNITUDINI Olimpiadi Italiane di Astronomia Preparazione alla fase interregionale delle Olimpiadi Italiane di Astronomia MAGNITUDINI By Giuseppe Cutispoto Magnitudine apparente La magnitudine apparente (m) di una

Dettagli

Magnitudini e Diagramma H-R Giuseppe Cutispoto

Magnitudini e Diagramma H-R Giuseppe Cutispoto Magnitudini e Diagramma H-R Giuseppe Cutispoto INAF Osservatorio Astrofisico di Catania gcutispoto@oact.inaf.it Versione: 4 febbraio 018 Magnitudine apparente La magnitudine apparente (m) di una stella

Dettagli

Analisi degli Errori di Misura. 08/04/2009 G.Sirri

Analisi degli Errori di Misura. 08/04/2009 G.Sirri Analisi degli Errori di Misura 08/04/2009 G.Sirri 1 Misure di grandezze fisiche La misura di una grandezza fisica è descrivibile tramite tre elementi: valore più probabile; incertezza (o errore ) ossia

Dettagli

Laurea Specialistica in Astronomia e Astrofisica. corso di Cosmologia Osservativa. P. de Bernardis AA Terzo trimestre

Laurea Specialistica in Astronomia e Astrofisica. corso di Cosmologia Osservativa. P. de Bernardis AA Terzo trimestre Laurea Specialistica in Astronomia e Astrofisica corso di Cosmologia Osservativa P. de Bernardis AA 2006-2007 Terzo trimestre Scopo del corso Fornire la conoscenza dei moderni metodi osservativi in cosmologia

Dettagli

CARATTERISTICHE DELLE STELLE

CARATTERISTICHE DELLE STELLE CARATTERISTICHE DELLE STELLE Lezioni d'autore di Claudio Censori VIDEO Introduzione I parametri stellari più importanti sono: la le la la luminosità, dimensioni, temperatura e massa. Una stella è inoltre

Dettagli

Scopo del corso. Programma del corso. Cosa c e nell Universo. Cos e la Cosmologia. Laurea Specialistica in Astronomia e Astrofisica

Scopo del corso. Programma del corso. Cosa c e nell Universo. Cos e la Cosmologia. Laurea Specialistica in Astronomia e Astrofisica Laurea Specialistica in Astronomia e Astrofisica corso di Cosmologia Osservativa P. de Bernardis AA 2006-2007 Terzo trimestre Scopo del corso Fornire la conoscenza dei moderni metodi osservativi in cosmologia

Dettagli

Nuclei Galattici Attivi e Buchi Neri. Lezione 15

Nuclei Galattici Attivi e Buchi Neri. Lezione 15 Nuclei Galattici Attivi e Buchi Neri Lezione 15 Buchi neri nei nuclei galattici Nell ipotesi che gli AGN siano alimentati da accrescimento di massa su un buco nero l attività AGN deva lasciare un resto

Dettagli

TEORIA DELLA RELATIVITA

TEORIA DELLA RELATIVITA Cenni sulle teorie cosmologiche TEORIA DELLA RELATIVITA Nasce dalla constatazione che il movimento è relativo, e dipende dal sistema di riferimento. La teoria è formulata da Einstein che coniuga la precedente

Dettagli

8 Derivati dell entropia

8 Derivati dell entropia (F1X) Teoria dell Informazione e della Trasmissione 8 Derivati dell entropia Docente: Nicolò Cesa-Bianchi versione 23 marzo 2016 Siano X e Y due variabili casuali con valori in insiemi finiti X e Y. Detta

Dettagli

Unità 2 - L ambiente celeste

Unità 2 - L ambiente celeste Unità 2 - L ambiente celeste 1 1. La Sfera celeste Stelle in rotazione 2 1. La Sfera celeste Punti di riferimento sulla Sfera celeste 3 1. La Sfera celeste Individuare la Stella polare sulla Sfera celeste

Dettagli

L ATOMO SECONDO LA MECCANICA ONDULATORIA IL DUALISMO ONDA-PARTICELLA. (Plank Einstein)

L ATOMO SECONDO LA MECCANICA ONDULATORIA IL DUALISMO ONDA-PARTICELLA. (Plank Einstein) L ATOMO SECONDO LA MECCANICA ONDULATORIA IL DUALISMO ONDA-PARTICELLA POSTULATO DI DE BROGLIÈ Se alla luce, che è un fenomeno ondulatorio, sono associate anche le caratteristiche corpuscolari della materia

Dettagli

viene definito dall equatore della sfera cosmica, possiamo costruire un modello di universo su grande scala.

viene definito dall equatore della sfera cosmica, possiamo costruire un modello di universo su grande scala. Origine teorica della contrazione ed espansione del nostro universo osservabile e valutazione della sua massa inerziale Se utilizziamo lo schema orbitale universale, partendo dallo spazio rotante polare,

Dettagli

Vettori e geometria analitica in R 3 1 / 25

Vettori e geometria analitica in R 3 1 / 25 Vettori e geometria analitica in R 3 1 / 25 Sistemi di riferimento in R 3 e vettori 2 / 25 In fisica, grandezze fondamentali come forze, velocità, campi elettrici e magnetici vengono convenientemente descritte

Dettagli

Istituto Nazionale di Astrofisica Osservatorio Astronomico di Palermo. Seconda lezione. Antonio Maggio. INAF Osservatorio Astronomico di Palermo

Istituto Nazionale di Astrofisica Osservatorio Astronomico di Palermo. Seconda lezione. Antonio Maggio. INAF Osservatorio Astronomico di Palermo Istituto Nazionale di Astrofisica Osservatorio Astronomico di Palermo Seconda lezione Antonio Maggio INAF Osservatorio Astronomico di Palermo Argomenti e concetti già introdotti Astrometria: posizione

Dettagli

ANOMALIA DI BOUGUER (4.1.1) dove G è la costante di gravitazione universale, pari a m3kg-1s-2. (4.1.2)

ANOMALIA DI BOUGUER (4.1.1) dove G è la costante di gravitazione universale, pari a m3kg-1s-2. (4.1.2) ANOMALIA DI BOUGUER La gravità è, tra tutte le forze della natura, quella cui siamo maggiormente soggetti; essa influenza quotidianamente la nostra esistenza. Anche all interno dell universo l'attrazione

Dettagli

PROVE SCRITTE DI MATEMATICA APPLICATA, ANNO 2006/07

PROVE SCRITTE DI MATEMATICA APPLICATA, ANNO 2006/07 PROVE SCRITTE DI MATEMATICA APPLICATA, ANNO 006/07 Esercizio 1 Prova scritta del 16/1/006 In un ufficio postale lavorano due impiegati che svolgono lo stesso compito in maniera indipendente, sbrigando

Dettagli

Sull Espansione dell Universo. Silvano Massaglia Dipartimento di Fisica Università di Torino

Sull Espansione dell Universo. Silvano Massaglia Dipartimento di Fisica Università di Torino Sull Espansione dell Universo Silvano Massaglia Dipartimento di Fisica Università di Torino Seminario Didattico 2014 1 Sommario Il quadro osservativo in cosmologia Il Big Bang, l inflazione e L Universo

Dettagli

Verifiche sperimentali legge di Coulomb. c a p i t o l o

Verifiche sperimentali legge di Coulomb. c a p i t o l o Verifiche sperimentali legge di Coulomb c a p i t o l o 3 Fino a che punto si può aver fiducia nella legge di Coulomb? Era noto che: Una buccia sferica omogenea di materia dà, al suo interno, un contributo

Dettagli

Minimi quadrati vincolati e test F

Minimi quadrati vincolati e test F Minimi quadrati vincolati e test F Impostazione del problema Spesso, i modelli econometrici che stimiamo hanno dei parametri che sono passibili di interpretazione diretta nella teoria economica. Consideriamo

Dettagli

L essenziale è invisibile agli occhi: la materia oscura

L essenziale è invisibile agli occhi: la materia oscura L essenziale è invisibile agli occhi: la materia oscura Prof. Armando Pisani, M. Peressi e G. Pastore I.S.I.S. (Lic. Classico) D. Alighieri (GO), A.S. 2013-14 Indice Introduzione Di che cosa è fatto l

Dettagli

Il lato oscuro dell universo

Il lato oscuro dell universo Gran Sasso Science Institute - L'Aquila 25-26 Ottobre 2018 Nuovi orizzonti di una scienza in divenire Il lato oscuro dell universo Marco Bersanelli Dipartimento di Fisica Università degli Studi di Milano

Dettagli

Stefano Borgani Dipartimento di Fisica Universita di Trieste (INAF & INFN - Trieste)

Stefano Borgani Dipartimento di Fisica Universita di Trieste (INAF & INFN - Trieste) Il Lato Oscuro dell Universo Stefano Borgani Dipartimento di Fisica Universita di Trieste (INAF & INFN - Trieste) Episodio 1: L Universo che osserviamo Episodio 2: I fondamenti della Cosmologia moderna

Dettagli

Fondamenti di Astrofisica. Alessandro Marconi

Fondamenti di Astrofisica. Alessandro Marconi Alessandro Marconi Contatti, Bibliografia e Lezioni Prof. Alessandro Marconi Dipartimento di Astronomia e Scienza dello Spazio, Largo E. Fermi 2 email: marconi@arcetri.astro.it, alessandro.marconi@unifi.it

Dettagli

Laurea Specialistica in Astronomia e Astrofisica. corso di Cosmologia Osservativa. P. de Bernardis AA 2005-2006 Terzo trimestre

Laurea Specialistica in Astronomia e Astrofisica. corso di Cosmologia Osservativa. P. de Bernardis AA 2005-2006 Terzo trimestre Laurea Specialistica in Astronomia e Astrofisica corso di Cosmologia Osservativa P. de Bernardis AA 2005-2006 Terzo trimestre Scopo del corso Fornire la conoscenza dei moderni metodi osservativi in cosmologia

Dettagli

Unità Didattica 7 L Universo delle Galassie

Unità Didattica 7 L Universo delle Galassie Unità Didattica 7 L Universo delle Galassie 1 aquila La Via Lattea scudo serpente 2 3 Via Lattea Scheda Luminosità ~ 2 x 10 10 L Massa ~ 2-6 x 10 11 M disco ~ 10 5 al (30 kpc) h disco ~ 10 3 al (300 pc)

Dettagli

5 CORSO DI ASTRONOMIA

5 CORSO DI ASTRONOMIA 5 CORSO DI ASTRONOMIA Evoluzione dell Universo e Pianeti Extrasolari 13 febbraio 2016 spiegazioni di Giuseppe Conzo Parrocchia SS. Filippo e Giacomo Oratorio Salvo D Acquisto SOMMARIO Parte Prima La Teoria

Dettagli

Universo in evoluzione. Universo statico. modifica delle equazioni di campo della R.G. costante cosmologica. Albert Einstein

Universo in evoluzione. Universo statico. modifica delle equazioni di campo della R.G. costante cosmologica. Albert Einstein 1917 G µν = k T µν Universo in evoluzione Universo statico modifica delle equazioni di campo della R.G. Albert Einstein G µν Λ g µν = k T µν costante cosmologica 1922 G µν = k T µν Universo in espansione

Dettagli

Laboratorio di Chimica Fisica. Analisi Statistica

Laboratorio di Chimica Fisica. Analisi Statistica Università degli Studi di Bari Dipartimento di Chimica 9 giugno F.Mavelli- Laboratorio Chimica Fisica - a.a. 3-4 F.Mavelli Laboratorio di Chimica Fisica a.a. 3-4 Analisi Statistica dei Dati Analisi Statistica

Dettagli

Insegnare relatività. nel XXI secolo

Insegnare relatività. nel XXI secolo Insegnare relatività nel XXI secolo E s p a n s i o n e d e l l ' U n i v e r s o e l e g g e d i H u b b l e La legge di Hubble Studiando distanze e moto delle galassie si trova che quelle più vicine

Dettagli

Astronomia Strumenti di analisi

Astronomia Strumenti di analisi Corso facoltativo Astronomia Strumenti di analisi Christian Ferrari & Gianni Boffa Liceo di Locarno Parte E: Strumenti di analisi Radiazione elettromagnetica Interazione radiazione - materia Redshift Misura

Dettagli

Lezione 5. Cenni di cosmologia (parte I il modello cosmologico standard)

Lezione 5. Cenni di cosmologia (parte I il modello cosmologico standard) Lezione 5 Cenni di cosmologia (parte I il modello cosmologico standard) Coordinate fisiche e comoventi Nei modelli cosmologici si utilizzano due tipi di sistemi di coordinate: Coordinate fisiche: il sistema

Dettagli

Lezione 5. Cenni di cosmologia (parte I il modello cosmologico standard)

Lezione 5. Cenni di cosmologia (parte I il modello cosmologico standard) Lezione 5 Cenni di cosmologia (parte I il modello cosmologico standard) La legge di Hubble Le osservazioni Telescopio Hooker (2.5 m) all'osservatorio di Mt Wilson (California) Distanza misurata mediante

Dettagli

E noto che la luce, o radiazione elettromagnetica, si propaga sottoforma di onde. Un onda è caratterizzata da due parametri legati fra loro: la

E noto che la luce, o radiazione elettromagnetica, si propaga sottoforma di onde. Un onda è caratterizzata da due parametri legati fra loro: la 1 E noto che la luce, o radiazione elettromagnetica, si propaga sottoforma di onde. Un onda è caratterizzata da due parametri legati fra loro: la lunghezza d onda ( ), definita come la distanza fra due

Dettagli

3. Le coordinate geografiche: latitudine e longitudine

3. Le coordinate geografiche: latitudine e longitudine Introduzione 3. Le coordinate geografiche: latitudine e longitudine Ogni volta che vogliamo individuare un punto sulla superficie terrestre gli associamo due numeri, le coordinate geografiche: la latitudine

Dettagli

Cosmologia. AA 2012/2013 Alessandro Marconi Dipartimento di Fisica e Astronomia

Cosmologia. AA 2012/2013 Alessandro Marconi Dipartimento di Fisica e Astronomia Cosmologia AA 2012/2013 Alessandro Marconi Dipartimento di Fisica e Astronomia Contatti, Bibliografia e Lezioni Prof. Alessandro Marconi Dipartimento di Fisica e Astronomia, stanza 254 (2 o piano) Via

Dettagli

TIPOLOGIE DI LAMPADINE

TIPOLOGIE DI LAMPADINE TIPOLOGIE DI LAMPADINE TEMPERATURA DI COLORE Una lampadina LED con temperatura (Kelvin) tra i 2700 e i 3500 ci avviciniamo alla gradazione colore che corrisponde alle vecchie e tradizionali lampadine

Dettagli

SIMULAZIONE - 29 APRILE QUESITI

SIMULAZIONE - 29 APRILE QUESITI www.matefilia.it SIMULAZIONE - 29 APRILE 206 - QUESITI Q Determinare il volume del solido generato dalla rotazione attorno alla retta di equazione y= della regione di piano delimitata dalla curva di equazione

Dettagli

Esperienza del viscosimetro a caduta

Esperienza del viscosimetro a caduta Esperienza del viscosimetro a caduta Parte del corso di fisica per CTF dr. Gabriele Sirri sirri@bo.infn.it http://ishtar.df.unibo.it/uni/bo/farmacia/all/navarria/stuff/homepage.htm Esperienza del viscosimetro

Dettagli

Unità 2 - L ambiente celeste

Unità 2 - L ambiente celeste Unità 2 - L ambiente celeste 1 1. La Sfera celeste Stelle in rotazione 2 1. La Sfera celeste Punti di riferimento sulla Sfera celeste 3 1. La Sfera celeste Individuare la Stella polare sulla Sfera celeste

Dettagli

L Universo secondo la Fisica moderna

L Universo secondo la Fisica moderna Jesi 16 aprile 2005 L Universo secondo la Fisica moderna Cesare Bini Universita La Sapienza Roma Come la Fisica del XX secolo ha affrontato il problema dell origine dell Universo e quali sono i problemi

Dettagli

Derivata materiale (Lagrangiana) e locale (Euleriana)

Derivata materiale (Lagrangiana) e locale (Euleriana) ispense di Meccanica dei Fluidi 0 0 det 0 = [ (0 ) + ( ( ) ) + (0 0 ) ] = 0. Pertanto, v e µ sono indipendenti tra loro e costituiscono una nuova base. Con essi è possibile descrivere altre grandezze,

Dettagli

Cosmologia. AA 2011/2012 Alessandro Marconi Dipartimento di Fisica e Astronomia

Cosmologia. AA 2011/2012 Alessandro Marconi Dipartimento di Fisica e Astronomia Cosmologia AA 2011/2012 Alessandro Marconi Dipartimento di Fisica e Astronomia Contatti e Materiale Didattico Alessandro Marconi alessandro.marconi@unifi.it tel: 055 2055227 Largo Fermi 2 Porta Osservatorio

Dettagli

1 Processi stocastici e campi random

1 Processi stocastici e campi random Corso di Termodinamica e Meccanica Statistica Anno Accademico 211/212 1 Processi stocastici e campi random Vogliamo estendere le metodologie del calcolo delle probabilità e della statistica, in modo da

Dettagli

Introduzione alla Cosmologia Fisica Lezione 13

Introduzione alla Cosmologia Fisica Lezione 13 Introduzione alla Cosmologia Fisica Lezione 13 Gli ammassi di galassie, le grandi strutture, la tappezzeria dell Universo Giorgio G.C. Palumbo Università degli Studi di Bologna Dipartimento di Astronomia

Dettagli

Meccanica quantistica Mathesis 2016 Prof. S. Savarino

Meccanica quantistica Mathesis 2016 Prof. S. Savarino Meccanica quantistica Mathesis 2016 Prof. S. Savarino Quanti Corpo nero: è un oggetto che assorbe tutta la radiazione senza rifletterla. Come una corda legata agli estremi può produrre onde stazionarie

Dettagli

Prova Scritta di Elettricità e Magnetismo e di Elettromagnetismo A. A Febbraio 2008 (Proff. F.Lacava, C.Mariani, F.Ricci, D.

Prova Scritta di Elettricità e Magnetismo e di Elettromagnetismo A. A Febbraio 2008 (Proff. F.Lacava, C.Mariani, F.Ricci, D. Prova Scritta di Elettricità e Magnetismo e di Elettromagnetismo A. A. 2006-07 - 1 Febbraio 2008 (Proff. F.Lacava, C.Mariani, F.Ricci, D.Trevese) Modalità: - Prova scritta di Elettricità e Magnetismo:

Dettagli

Dinamica del corpo rigido

Dinamica del corpo rigido Dinamica del corpo rigido Antonio Pierro Definizione di corpo rigido Moto di un corpo rigido Densità Momento angolare Momento d'inerzia Per consigli, suggerimenti, eventuali errori o altro potete scrivere

Dettagli

Fondamenti di Astrofisica

Fondamenti di Astrofisica Fondamenti di Astrofisica Lezione 12 AA 2010/2011 Alessandro Marconi Dipartimento di Fisica e Astronomia Hubble Ultra-Deep Field (HUDF) Come visto nella prima lezione l HUDF è l esposizione più profonda

Dettagli

4 CORSO DI ASTRONOMIA

4 CORSO DI ASTRONOMIA 4 CORSO DI ASTRONOMIA Ammassi di stelle, Nebulose e Galassie 16 gennaio 2016 spiegazioni di Giuseppe Conzo Parrocchia SS. Filippo e Giacomo Oratorio Salvo D Acquisto SOMMARIO Dalle stelle agli ammassi

Dettagli

il luogo dei punti in cui un campo scalare assume un valore costante e detto superficie di livello ed e determinato dall equazione u(x,y,z) = c

il luogo dei punti in cui un campo scalare assume un valore costante e detto superficie di livello ed e determinato dall equazione u(x,y,z) = c Campo scalare e una regione di spazio dove punto per punto sia definibile una funzione scalare continua e derivabile ovunque ( una funzione da a ) n trascurando la dipendenza dal tempo e operando in coordinate

Dettagli

Astrofisica e cosmologia

Astrofisica e cosmologia Astrofisica e cosmologia Lezioni d'autore Claudio Cigognetti La radiazione cosmica di fondo (SuperQuark Rai) VIDEO L'energia oscura (parte prima) VIDEO L'energia oscura (parte seconda) VIDEO La misura

Dettagli

1. Le caratteristiche delle stelle 2. La vita e la morte delle stelle 3. Le galassie 4. L universo e il Big Bang

1. Le caratteristiche delle stelle 2. La vita e la morte delle stelle 3. Le galassie 4. L universo e il Big Bang 1. Le caratteristiche delle stelle 2. La vita e la morte delle stelle 3. Le galassie 4. L universo e il Big Bang Le caratteristiche delle stelle le stelle sono lontanissime dalla Terra; le loro distanze

Dettagli

Misteri nell Universo

Misteri nell Universo Misteri nell Universo Quali sono le forme di materia ed energia nell universo osservabile? Quale e la ricetta (ingredienti e proporzioni) del nostro universo? 1 L eredità di Copernico Quale è la relazione

Dettagli

Jay Phelan, Maria Cristina Pignocchino. Scopriamo le scienze della Terra

Jay Phelan, Maria Cristina Pignocchino. Scopriamo le scienze della Terra Jay Phelan, Maria Cristina Pignocchino Scopriamo le scienze della Terra e Capitolo il cielo 1 Osservare la Terra e il cielo 3 1. La Terra nell Universo Nell Universo i corpi celesti più riconoscibili sono

Dettagli

OLIMPIADI ITALIANE DI ASTRONOMIA 2015 FINALE NAZIONALE 19 Aprile Prova pratica - Categoria Senior

OLIMPIADI ITALIANE DI ASTRONOMIA 2015 FINALE NAZIONALE 19 Aprile Prova pratica - Categoria Senior OLIMPIADI ITALIANE DI ASTRONOMIA 2015 FINALE NAZIONALE 19 Aprile Prova pratica - Categoria Senior Variabili Cefeidi Le Cefeidi sono stelle variabili ( m ~ 1) di massa M > 5 M ed aventi periodo 1 < P

Dettagli

Materia oscura nell Universo

Materia oscura nell Universo Materia oscura nell Universo Biblioteca Civica Archimede Settimo Torinese, aprile 2013 Alessandro Bottino Università di Torino/INFN Un viaggio in tre tappe nell Universo Pi Prima tappa: Le osservazioni

Dettagli

S ν = c 4 u ν. S ν dν = c 8π h ν e hν. k B T. S λ = 2π λ 5 c2 h

S ν = c 4 u ν. S ν dν = c 8π h ν e hν. k B T. S λ = 2π λ 5 c2 h Corso di Introduzione alla Fisica Quantistica (f) Esercizi: Maggio 2006 (con soluzione) i) Un filamento emette radiazione che ha una lunghezza d onda massima λ Max = 15000 10 8 cm. Considerando di approssimare

Dettagli

Olimpiadi Italiane di Astronomia Corso di preparazione per la Gara Interregionale Categoria Senior

Olimpiadi Italiane di Astronomia Corso di preparazione per la Gara Interregionale Categoria Senior Olimpiadi Italiane di Astronomia Corso di preparazione per la Gara Interregionale Categoria Senior Problema 1. Utilizzando i logaritmi in base 10 determinare: log 10 =? log 1000 =? log 1 =? log (a b) =?

Dettagli

VINCI FINE INSTRUMENTS MONTEROTONDO ROMA Tel mail web : https//

VINCI FINE INSTRUMENTS MONTEROTONDO ROMA Tel mail web : https// UnitÄ fotometriche: lumen, candele, lux. Con la comparsa nel mercato di lampade e lampadine a LED sono diventati comuni anche i termini di lumen, candele e lux. UnitÄ di misura fotometriche molto importanti

Dettagli

Astrofisica e particelle elementari

Astrofisica e particelle elementari Astrofisica e particelle elementari aa 2007-08 Lezione 1 Bruno Borgia D.Perkins: Particle Astrophysics; Oxford University Press L Universo Oggetti visibili : Galassie: aggregazione di stelle, 10 11, dalla

Dettagli

SIMULAZIONE - 29 APRILE QUESITI

SIMULAZIONE - 29 APRILE QUESITI www.matefilia.it SIMULAZIONE - 29 APRILE 206 - QUESITI Q Determinare il volume del solido generato dalla rotazione attorno alla retta di equazione y= della regione di piano delimitata dalla curva di equazione

Dettagli

Metodo variazionale e applicazione all atomo di elio

Metodo variazionale e applicazione all atomo di elio Metodo variazionale e applicazione all atomo di elio Descrizione del metodo Il metodo detto variazionale è un metodo approssimato che si usa per ottenere una stima dell energia dello stato fondamentale

Dettagli

01CXGBN Trasmissione numerica. parte 6: calcolo delle probabilità I

01CXGBN Trasmissione numerica. parte 6: calcolo delle probabilità I 01CXGBN Trasmissione numerica parte 6: calcolo delle probabilità I 1 Probabilità di errore BER e SER Per rappresentare la bontà di un sistema di trasmissione numerica in termini di probabilità di errore

Dettagli

OLIMPIADI ITALIANE DI ASTRONOMIA 2015 FINALE NAZIONALE 19 Aprile Prova Teorica - Categoria Senior

OLIMPIADI ITALIANE DI ASTRONOMIA 2015 FINALE NAZIONALE 19 Aprile Prova Teorica - Categoria Senior OLIMPIADI ITALIANE DI ASTRONOMIA 2015 FINALE NAZIONALE 19 Aprile Prova Teorica - Categoria Senior 1. Vero o falso? Quale delle seguenti affermazioni può essere vera? Giustificate in dettaglio la vostra

Dettagli

OLIMPIADI ITALIANE DI ASTRONOMIA 2015 FINALE NAZIONALE 19 Aprile Prova Teorica - Categoria Senior

OLIMPIADI ITALIANE DI ASTRONOMIA 2015 FINALE NAZIONALE 19 Aprile Prova Teorica - Categoria Senior OLIMPIADI ITALIANE DI ASTRONOMIA 2015 FINALE NAZIONALE 19 Aprile Prova Teorica - Categoria Senior 1. Vero o falso? Quale delle seguenti affermazioni può essere vera? Giustificate in dettaglio la vostra

Dettagli

Astrofisica e particelle elementari

Astrofisica e particelle elementari Astrofisica e particelle elementari aa 2008-9 Lezione 1 L universo La Galassia Definizioni Espansione dell universo Cosmologia newtoniana Equazione di Friedmann-Leimatre Età dell universo Densità di energia

Dettagli

Fisica Generale LB. Prof. Mauro Villa. Esercizi di elettrostatica nel vuoto

Fisica Generale LB. Prof. Mauro Villa. Esercizi di elettrostatica nel vuoto Fisica Generale LB Prof. Mauro Villa Esercizi di elettrostatica nel vuoto A - Forza di Coulomb, campi elettrici 1. Calcolare la forza elettrostatica esercitata su di una carica Q 3, posta in mezzo ad altre

Dettagli

CAPITOLO 3 LA LEGGE DI GAUSS

CAPITOLO 3 LA LEGGE DI GAUSS CAPITOLO 3 LA LEGGE DI GAUSS Elisabetta Bissaldi (Politecnico di Bari) - A.A. 2017-2018 2 Premesse TEOREMA DI GAUSS Formulazione equivalente alla legge di Coulomb Trae vantaggio dalle situazioni nelle

Dettagli

Analisi del moto dei proietti

Analisi del moto dei proietti Moto dei proietti E il moto di particelle che vengono lanciate con velocità iniziale v 0 e sono soggette alla sola accelerazione di gravità g supposta costante. La pallina rossa viene lasciata cadere da

Dettagli

Programma della I parte

Programma della I parte Programma della I parte Cenni alla meccanica quantistica: il modello dell atomo Dall atomo ai cristalli: statistica di Fermi-Dirac il modello a bande di energia popolazione delle bande livello di Fermi

Dettagli

LE DISTANZE ASTRONOMICHE

LE DISTANZE ASTRONOMICHE LE DISTANZE ASTRONOMICHE Lezioni d'autore di Claudio Censori VIDEO Introduzione La misurazione delle distanze dei corpi celesti, dalla scala galattica a quella cosmologica, è molto importante in astronomia

Dettagli

L equazione di Schrödinger

L equazione di Schrödinger 1 Forma dell equazione L equazione di Schrödinger Postulato - ψ r, t 0 ) definisce completamente lo stato dinamico del sistema al tempo t 0. L equazione che regola l evoluzione di ψ r, t) deve essere:

Dettagli

ORDINAMENTO 2011 QUESITO 1

ORDINAMENTO 2011 QUESITO 1 www.matefilia.it ORDINAMENTO 0 QUESITO Consideriamo la sezione della sfera e del cilindro con un piano passante per l asse del cilindro: Indicando con x il diametro di base del cilindro, con y la sua altezza

Dettagli

Astronomia Lezione 17/10/2011

Astronomia Lezione 17/10/2011 Astronomia Lezione 17/10/2011 Docente: Alessandro Melchiorri e.mail:alessandro.melchiorri@roma1.infn.it Libri di testo: - An introduction to modern astrophysics B. W. Carroll, D. A. Ostlie, Addison Wesley

Dettagli

Potenziale elettrostatico

Potenziale elettrostatico Doppio strato piano Potenziale elettrostatico Consideriamo il lavoro compiuto dalla forza elettrica quando una particella di prova di carica q viene spostata in un campo elettrico E. Possiamo definire

Dettagli

Determinazione della curva di luce e della massa di NGC 2748

Determinazione della curva di luce e della massa di NGC 2748 Determinazione della curva di luce e della massa di NGC 2748 Marco Berton, Liceo Scientifico U. Morin - Mestre Alessio Dalla Valle, Liceo Scientifico G. Bruno Mestre Luca Marafatto, Liceo Classico M. Foscarini

Dettagli

Le Galassie. Lezione 8

Le Galassie. Lezione 8 Le Galassie Lezione 8 Proprietà di una galassia E possibile ottenere spettri ed immagini di una galassia a tutte le lunghezze d onda (dal radio ai raggi X). Si possono quindi avere due tipi di osservazioni

Dettagli

Olimpiadi Italiane di Astronomia 2011 Finale Nazionale. Prova Teorica - Categoria Junior

Olimpiadi Italiane di Astronomia 2011 Finale Nazionale. Prova Teorica - Categoria Junior Olimpiadi Italiane di Astronomia 2011 Finale Nazionale Reggio Calabria 17 Aprile 2011 Prova Teorica - Categoria Junior Problema 1. La Luna piena, nelle migliori condizioni osservative, ha una magnitudine

Dettagli

Fondamenti di Astrofisica

Fondamenti di Astrofisica Fondamenti di Astrofisica Lezione 2 AA 2010/2011 Alessandro Marconi Dipartimento di Fisica e Astronomia Dimensioni tipiche 1.5 m 1.5 10 2 cm Dimensione tipica dell uomo 6.4 10 3 km 6.4 10 8 cm Diametro

Dettagli

Corso di Laurea in Ingegneria Informatica e Automatica (M-Z) Università di Roma La Sapienza CALCOLO DELLE PROBABILITÀ E STATISTICA ESAME DEL 6/02/2017

Corso di Laurea in Ingegneria Informatica e Automatica (M-Z) Università di Roma La Sapienza CALCOLO DELLE PROBABILITÀ E STATISTICA ESAME DEL 6/02/2017 Corso di Laurea in Ingegneria Informatica e Automatica (M-Z Università di Roma La Sapienza CALCOLO DELLE PROBABILITÀ E STATISTICA ESAME DEL 6/02/2017 NOME: COGNOME: MATRICOLA: Esercizio 1 Nel gioco del

Dettagli

OLIMPIADI ITALIANE DI ASTRONOMIA 2018 Gara Interregionale 19 febbraio Categoria Senior

OLIMPIADI ITALIANE DI ASTRONOMIA 2018 Gara Interregionale 19 febbraio Categoria Senior OLIMPIADI IALIANE DI ASRONOMIA 018 Gara Interregionale 19 febbraio Categoria Senior 1. Pippo va su Marte Pippo è stato selezionato per il programma spaziale Mandiamoli su Marte della ASA (opolinia Space

Dettagli

OLIMPIADI ITALIANE DI ASTRONOMIA 2015 FINALE NAZIONALE 19 Aprile Prova Teorica - Categoria Junior

OLIMPIADI ITALIANE DI ASTRONOMIA 2015 FINALE NAZIONALE 19 Aprile Prova Teorica - Categoria Junior OLIMPIADI ITALIANE DI ASTRONOMIA 2015 FINALE NAZIONALE 19 Aprile Prova Teorica - Categoria Junior 1. Vero o falso? Quale delle seguenti affermazioni può essere vera? Giustificate in dettaglio la vostra

Dettagli

Scheda n.3: densità gaussiana e Beta

Scheda n.3: densità gaussiana e Beta Scheda n.3: densità gaussiana e Beta October 10, 2008 1 Definizioni generali Chiamiamo densità di probabilità (pdf ) ogni funzione integrabile f (x) definita per x R tale che i) f (x) 0 per ogni x R ii)

Dettagli

Figura 1: Esercizio 1

Figura 1: Esercizio 1 y α φ P O x Figura : Esercizio entro di massa Esercizio. alcolare il centro di massa di un arco di circonferenza di raggio R, sotteso da un angolo di ampiezza α e densità lineare costante µ. Soluzione.

Dettagli

Numeri Complessi. NB per semplicità, nel seguito considero solo il caso

Numeri Complessi. NB per semplicità, nel seguito considero solo il caso Numeri Complessi NB per semplicità, nel seguito considero solo il caso 1 Giusto chiamarli numeri? Sì perché formano un campo: insieme di oggetti per cui sono definite due operazioni + e x che soddisfano

Dettagli

σ int =. σ est = Invece, se il guscio è collegato a massa, la superficie esterna si scarica e la densità di carica σ est è nulla. E =.

σ int =. σ est = Invece, se il guscio è collegato a massa, la superficie esterna si scarica e la densità di carica σ est è nulla. E =. Esercizio 1 a) Poiché la carica è interamente contenuta all interno di una cavità circondata da materiale conduttore, si ha il fenomeno dell induzione totale. Quindi sulla superficie interna della sfera

Dettagli

Astrofisica Generale Mod.B

Astrofisica Generale Mod.B Astrofisica Generale Mod.B parte II Survey da terra e spazio Laurea Specialistica in Astronomia AA 2007/08 Alessandro Pizzella Survey da terra e spazio sommario della lezione 1) Esempi di survey da terra

Dettagli