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1 INTRODUZIONE Questo contributo trae origine da motivazioni molto personali: sono figlia di emigrati italiani, nata e vissuta in Germania fino in età adulta, poi tornata in Italia per frequentare l università. Essendo cresciuta in un contesto bilingue, vorrei portare alla luce la complessità e, allo stesso tempo, la naturalezza con cui due lingue diverse diventano un insieme organico. Al giorno d oggi, i parlanti bilingui non sono una rarità assoluta nella nostra società. Il bilinguismo è anzi un fenomeno molto più comune del monolinguismo, come attestano ormai molte ricerche e statistiche (cfr. p.es. Grosjean, 1982), che a loro volta considerano le lingue e i dialetti sullo stesso piano. Nella trattazione dell elaborato ci siamo soffermati sul legame tra bilinguismo e prosodia del parlato dei bilingui; recentemente quest ultima tematica ha suscitato notevole interesse sia in linguistica che in fonetica. Dei tre capitoli in cui si articola questo lavoro, il primo di carattere propedeutico introduce brevemente il fenomeno del bilinguismo, delineando poi le problematiche connesse ad esso. Scopriamo anche quali sono i vantaggi dell essere bilingue. Il secondo capitolo è dedicato alla descrizione degli aspetti prosodici della lingua. In particolare, l attenzione è rivolta all approfondimento del ritmo e dell intonazione. L ultimo capitolo, quello principale, è basato sul parlato spontaneo di due soggetti bilingui italiano-tedesco, ai quali è stato chiesto di raccontare una breve storia nelle due lingue guardando il libro di sole figure Frog where are you? di Mayer (1980). La Frog Story, usata da numerosi studi sul bilinguismo e sulla neuropsicologia per l elicitazione di produzioni linguistiche semi-spontanee sia di bambini che di adulti, consente di ottenere informazioni in merito allo sviluppo del linguaggio attraverso la narrazione. 5

2 Lo scopo della presente ricerca è di analizzare le misure di frequenza fondamentale dell intonazione ottenute dalle produzioni registrate e poi trascritte nelle due lingue, e valutare se vi siano divergenze tra il tedesco e l italiano. In un secondo momento, sarà verificato se i dati esaminati presentano una distribuzione di tipo gaussiano, come sostengono alcuni studiosi (cfr. Boë et al., 1975) che considerano la distribuzione di Gauss tendenzialmente la normalità. 6

3 CAPITOLO I IL BILINGUISMO

4 CAPITOLO 1 IL BILINGUISMO 1.1 DESCRIZIONE E DEFINIZIONI DEL FENOMENO Per molto tempo il bilinguismo è stato considerato l eccezione piuttosto che la norma. Molte ricerche e statistiche hanno invece dimostrato in seguito che questo fenomeno linguistico è anzi molto più comune del predominante monolinguismo. Nonostante non sia mai stato effettuato un calcolo preciso, lo psicologo svizzero Grosjean (1982) stimava che circa metà della popolazione mondiale fosse bilingue. Oggi, con l incremento dei flussi migratori e l apprendimento precoce di lingue straniere si ha l impressione che la vera eccezione sia costituita piuttosto dai monolingui. Le definizioni del bilinguismo sono state numerose e spesso anche contrastanti. Ciò deriva dal fatto che si tratta di un fenomeno talmente complesso e diffuso che non può essere limitato ad una semplice definizione. Per molti anni il bilinguismo è stato visto come il controllo simultaneo di due sistemi linguistici; e questa è la definizione che si trova tuttora nei glossari di linguistica. Il Garzanti Linguistica definisce, per 8

5 esempio, questo fenomeno come la qualità di un individuo o di una popolazione che parla o usa correntemente due lingue. Bloomfield (1933) vede il fenomeno bilinguistico persino come il controllo nativo di due lingue. 1 Detto in altre parole, secondo il linguista americano il bilinguismo è conoscere due lingue come un madrelingua. Tuttavia, sembra evidente che, come sottolinea Mackey (1962), l impuntarsi sull indistinguibilità dall uso nativo rende impossibile determinare il grado di abilità dei bilingui. Bisogna tener presente che l eguale dominio di due lingue è estremamente raro. Haugen (1953), invece, propone un altra definizione usando il termine per denotare tutte le situazioni in cui una persona usa due lingue, indipendentemente dal livello di padronanza: Il bilinguismo inizia quando il parlante è in grado di produrre enunciati completi e sensati nell altra lingua. 2 Un ulteriore aspetto da menzionare è che non tutti i parlanti nativi padroneggiano la stessa ricchezza di vocabolario o la stessa versatilità nella scelta delle strutture. Mackey (1962), di conseguenza, propone una nuova analisi dei vari aspetti del fenomeno e suggerisce di allontanarsi da un concetto generico che non ha quasi riscontro nella realtà. Prima di presentare il modello da lui proposto bisogna fare però alcune osservazioni generali. Innanzitutto, studi empirici (cfr. Titone, 1972) hanno dimostrato che è necessario tener presente che esistono diversi tipi di soggetti bilingui, che si possono sintetizzare in cinque categorie. Vi sono: a) parlanti che parlano correntemente la seconda lingua (L2) e, tuttavia, tradiscono l influsso di alcuni tratti come suoni, struttura o vocabolario della lingua materna (L1) 1 Bilingualism is the native-like control of two languages. (Bloomfield, 1933: 56) 2 Bilingualism begins when the speaker is able to produce complete meaningful utterances in the other language. (Haugen, 1953: 7) 9

6 b) parlanti che usano entrambe le lingue con variazioni rispetto all uso dei monolingui c) parlanti che dominano la sintassi ed il vocabolario di entrambe le lingue, ma la pronuncia soltanto di una d) parlanti che dominano la pronuncia di entrambe le lingue, ma la sintassi e/o il vocabolario della L2 sono imperfetti e) parlanti che hanno vocabolari quantitativamente equivalenti, ma diversi settorialmente nelle due lingue In secondo luogo, è palese che i soggetti bilingui non sono sempre bilingui allo stesso modo, vale a dire che non tutti gli individui bilingui hanno lo stesso grado di competenza in entrambe le lingue. Di conseguenza, Moretti e Antonini (2000: 51-60) suggeriscono di distinguere quattro tipi di bilinguismo a seconda del grado di competenza nei due codici linguistici. Essi vengono illustrati in modo molto semplice nel seguente grafico adottato dagli stessi autori. X X ambilinguismo bil. equilibrato bil. non equilibrato semilinguismo Come si può evincere dal diagramma, vengono presentati quattro livelli di competenza che vanno dall ambilinguismo al semilinguismo. I due livelli estremi sono di natura ipotetica, in quanto la loro esistenza risulta essere oggetto di molteplici controversie, mentre i livelli centrali rappresentano la maggior parte dei casi di bilinguismo. Il livello più alto di competenza, il bilinguismo in senso stretto o meglio definito come ambilinguismo, caratterizza un soggetto in grado di parlare due lingue perfettamente. Abbiamo già constatato 10

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