INTRODUZIONE. Questo lavoro non ha la pretesa di descrivere il fenomeno del bilinguismo
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- Aureliano Federigo Costa
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1 INTRODUZIONE Questo lavoro non ha la pretesa di descrivere il fenomeno del bilinguismo in maniera esaustiva, ma si pone il fine di dare un inquadratura di tale fenomeno linguistico per soffermarsi su uno specifico meccanismo tipico dell espressione verbale degli individui bilingui: il code switching. Il bilinguismo è stato considerato a lungo un fenomeno raro all interno delle comunità che popolano il nostro pianeta. Solo recentemente linguisti e ricercatori si sono soffermati sulla distinzione tra le lingue ufficialmente riconosciute come tali ed i molteplici dialetti che ricoprono un ruolo marginale nella classificazione degli svariati idiomi, contraddistinti ed ufficializzati da precisi confini geografici. Dopo aver brevemente trattato la questione della dicotomia lingua-dialetto, il primo capitolo, propone alcune delle classificazioni più note della definizione di bilinguismo ed, in particolar modo, del soggetto bilingue. Il soggetto bilingue, non più esemplare raro della popolazione mondiale, ma parte integrante di un fenomeno multiculturale in espansione nelle moderne società, viene descritto secondo i parametri di età di acquisizione delle due lingue, di padronanza linguistica, di ambienti in cui è avvenuta l acquisizione dei due codici linguistici e della frequenza con la quale le due lingue conosciute vengono abitualmente utilizzate. 1
2 In tal modo il lavoro presenta diverse tipologie di bilinguismo, tardivo o precoce, a basso o ad alto livello di padronanza, bilinguismo composito o bilinguismo coordinato ed infine le tre tipologie di bilinguismo bilanciato, subordinato e dominante. La seconda parte del primo capitolo definisce il particolare approccio di questo lavoro; il fenomeno del bilinguismo viene cioè inserito nell ambito di una disciplina di recente formazione, la neurolinguistica. Inizialmente vengono riportati gli studi condotti in passato sui soggetti monolingui affetti da sindrome afasica in seguito a danni cerebrali. Tali studi hanno arricchito le conoscenze in merito all organizzazione cerebrale delle complesse funzioni umane e hanno permesso di scoprire l organizzazione del linguaggio umano nel cervello. In un secondo paragrafo vengono invece descritte le ricerche effettuate sui pazienti bilingui afasici, gli esiti di queste ricerche hanno reso possibile in passato formulare molteplici ipotesi sulla lateralizzazione cerebrale di più lingue nel cervello del bilingue. Il capitolo si sofferma infine sulle nuove metodologie di indagine del cervello degli individui poliglotti, sulle afasie nei bambini bilingui e sulle diverse reazioni in seguito ad insulti cerebrali evidenziate nei giovani bilingui rispetto ai soggetti adulti. Il secondo capitolo si concentra su un argomento più specifico nell ambito degli studi sul bilinguismo, quello dei fenomeni di commutazione di codice 2
3 linguistico e riporta le due definizioni di code switching e di code mixing. I due meccanismi spesso vengono confusi da coloro che non distinguono tra le caratteristiche di intersentenzialità ed intrasentenzialità peculiari rispettivamente del code switching e del code mixing. Tali caratteristiche definiscono la particolare collocazione dei due fenomeni all interno degli enunciati. La distinzione tra la lingua matrice, o lingua base, e la lingua ospite è di cruciale importanza per la comprensione del meccanismo di commutazione di codice; dopo aver brevemente mostrato alcune teorie che hanno tentato di stabilire con esattezza quale fosse la matrice della conversazione e quale la lingua del materiale importato, il capitolo propone la descrizione di un modello recente per l individuazione delle due lingue nel corso della conversazione: il Matrix Language Frame Model. I due meccanismi di code switching e code mixing sono stati frequentemente associati ad altri fenomeni simili, come l interferenza linguistica, il prestito o i processi di pidginizzazione e creolizzazione. Tali fenomeni vengono descritti per evidenziare le caratteristiche che li distinguono dal code switching e dal code mixing, i quali costituiscono una peculiare abilità dell espressione verbale negli individui poliglotti. Il bambino bilingue, così come il soggetto adulto, è in grado di commutare codice qualora lo ritenga opportuno. E necessario comprendere a partire da quale età il giovane soggetto impara a distinguere e a riconoscere i due 3
4 sistemi linguistici, perciò il lavoro presenta una panoramica dell evoluzione linguistica nel fanciullo, partendo dal lessico, analizzando la sintassi per giungere infine alla fonologia. E si focalizza in seguito sulla particolare abilità di commutazione nel bambino e sulle cause che, talvolta, la provocano in contesti poco o del tutto inappropriati. Viene descritto in seguito il modello presentato nel 1978 da Volterra e Taeschner per far luce sulla differenziazione precoce del linguaggio nei soggetti bilingui. L ultimo paragrafo del capitolo è dedicato ai due fenomeni di code switching e code mixing nel contesto patologico. Può accadere talvolta che, in seguito ad una lesione riportata nelle aree cerebrali che controllano il linguaggio, questi meccanismi divengano disturbi patologici dell espressione verbale e che si manifestino in modo incontrollabile ed inconsapevole negli individui poliglotti. Per questa ragione la ricerca linguistica ha tentato di individuare con esattezza dove si trovasse il sistema di controllo del meccanismo di switch. A tal fine il terzo ed ultimo capitolo descrive un caso clinico di un bambino bilingue belga dell età di dieci anni; in seguito a due insulti cerebrali il soggetto presenta un afasia transcorticale caratterizzata dallo switching e dal mixing patologico del linguaggio. I risultati delle indagini condotte su questo giovanissimo soggetto grazie alle nuove tecnologie di neuroimaging funzionale, hanno permesso 4
5 di localizzare per la prima volta l effettiva collocazione del sistema di controllo della commutazione linguistica nel cervello dei poliglotti. Il lavoro presenta dunque inizialmente i concetti generali che stanno alla base del bilinguismo, i quali permettono una visione d insieme di questo fenomeno linguistico. Si concentra in seguito sull approccio neurolinguistico ed in particolare modo sui meccanismi di code switching e di code mixing, rivelando infine quali specifiche strutture cerebrali controllano la peculiare abilità del soggetto bilingue: la commutazione di codice. 5
6 CAPITOLO 1 Il bilinguismo 1.1 Descrizione del fenomeno linguistico Lingue e dialetti Nella filogenesi dei vertebrati la comparsa del linguaggio umano rappresenta un salto evolutivo di cruciale rilevanza; la capacità di acquisire ed utilizzare diverse lingue è una delle più esclusive abilità umane. Allo stato attuale più della metà della popolazione parla e spesso scrive più di una lingua, è in altre parole bilingue (Abutalebi, 2001: 20). In passato i soggetti bilingui furono guardati con diffidenza; nell antichità i greci disprezzavano tutte le altre lingue ritenendo che la loro lingua madre fosse l unico vero idioma. Gli altri popoli furono definiti barbari poiché incapaci di parlare il greco, da barbaros che significava incapace di farsi intendere perché balbuziente. Persino i filosofi Parmenide e Zenone furono considerati meno intelligenti dei monolingui greci proprio perché bilingui. Ancora agli inizi del secolo scorso era diffuso il pensiero che il bilinguismo potesse essere responsabile di una minore capacità intellettiva, soprattutto in alcuni ambienti accademici tedeschi. Studi empirici hanno invece dimostrato in seguito che non ci sono significative differenze 6
7 d intelligenza tra i soggetti monolingui e i soggetti bilingui, anzi talvolta si è rilevato che alcuni bilingui fossero più intelligenti rispetto ai monolingui (Bialystok, 2001). Il bilinguismo è stato considerato per molto tempo l eccezione piuttosto che la norma; parlanti che oltre alla lingua nazionale conoscevano anche uno o più dialetti erano considerati monolingui. Ragioni socio-politiche hanno imposto una visione errata della realtà e del problema della definizione delle lingue, sono così sorte distinzioni che opponevano lingua a dialetto, indicando con il secondo termine una sorta di lingua primitiva, selvaggia, che non poteva essere considerata una lingua a tutti gli effetti. Non venivano in tal modo riconosciute le reali complessità e lo spettro di variazione di tutte le lingue nel mondo (Weinreich, 1953). Risolvendo la questione della dicotomia lingua-dialetto, il filosofo e linguista Noam Chomsky affermò che un linguista che non sa nulla dei confini e delle istituzioni politiche non distinguerebbe le lingue dai dialetti come si fa nell uso ordinario (Chomsky, 1981). La lingua standard, qualunque essa sia, altro non è che un dialetto politicamente e socialmente riconosciuto come idioma ufficiale. 7
Lo scopo della presente ricerca è di analizzare le misure di frequenza fondamentale dell intonazione ottenute dalle produzioni registrate e poi
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