ACCADEMIA URBANA. Tutti i docenti e i ricercatori dell Università ne sono membri di diritto

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1 è La comunità degli urbanisti che lavorano nell'università. Un luogo di dibattito, confronto, elaborazione teorica e indirizzo. Un soggetto collettivo che svolge un ruolo propositivo nell'università e nella società. Un luogo di formazione, ricerca e progetto nei campi dell urbanistica e del paesaggio. Tutti i docenti e i ricercatori dell Università ne sono membri di diritto PRINCIPI E RUOLO CULTURALE Accademia Urbana vuole riaffermare il carattere di impegno etico e civile, le finalità sociali e di perseguimento dell interesse generale dell urbanistica, la rilevanza del suo ruolo nel governo e nella costruzione della città pubblica, nella promozione della qualità del territorio, della città e del paesaggio attraverso il progetto. Una disciplina non solo tecnica, che condiziona fortemente l economia e la politica, imprimendo, attraverso la costante applicazione di politiche, leggi e piani, segni significativamente positivi sulla città e sui territori amministrati. AMBITI TEMATICI Accademia Urbana, in questa fase di crisi strutturale delle risorse, individua quali campi di lavoro prioritari per ripensare i percorsi della didattica e della ricerca e allinearli al dibattito in atto sull Agenda Urbana europea e italiana, le ricadute urbane delle grandi questioni ecologiche connesse ai cambiamenti climatici, il ruolo delle reti infrastrutturali sul ridisegno delle città e la riorganizzazione della loro base economica, le nuove strategie di inclusione sociale e di costruzione della città pubblica e il rinnovamento delle forme del progetto urbanistico. OFFERTA FORMATIVA E PROFESSIONI Accademia Urbana ritiene che l impulso impresso dal dibattito e dalla sperimentazione all innovazione dei percorsi interpretativi e progettuali della città contemporanea in questo inizio di secolo debba costituire il sostrato culturale necessario per rilanciare la collocazione dell urbanistica nell università, per riorganizzare i percorsi formativi e di ricerca dei corsi di laurea, per affermare il ruolo internazionale dei dottorati e delle partnership universitarie internazionali, e per ripensare i criteri di abilitazione professionale, oggi penalizzanti per il pianificatore e l architetto-urbanista. DIMENSIONE SPERIMENTALE e VALUTAZIONE Accademia Urbana vuole rafforzare la dimensione sperimentale, interpretativa e progettuale della ricerca urbanistica, riformando le regole di compatibilità all esercizio della professione dei docenti universitari e introducendo parametri aggiornati di valutazione dell attività progettuale e delle sue ricadute tangibili sulla città, al fine di innalzare la qualità formativa dei corsi di laurea e, conseguentemente, la preparazione professionale dei futuri laureati da inserire nel mercato del lavoro della pianificazione e progettazione. 0

2 PRINCIPI E RUOLO CULTURALE L Urbanistica esplica il suo ruolo nel più ampio contesto di inderogabile revisione del Sistema Italia da cui dipende il futuro delle nuove generazioni e dell intero Paese, nella consapevolezza di quanti danni abbia prodotto e produca oggi la generalizzata incapacità di comprendere l interazione strutturale tra dinamiche produttive e sociali e trasformazioni territoriali. Nel segno di questa consapevolezza, Accademia Urbana vuole riaffermare il carattere di impegno etico e civile, le finalità sociali e di perseguimento dell interesse generale dell urbanistica, la rilevanza della sua missione nel governo e nella costruzione della città pubblica, nella promozione della qualità del territorio, della città e del paesaggio attraverso il progetto. Una disciplina non solo tecnica, che condiziona fortemente l economia e la politica, imprimendo, attraverso la costante applicazione di politiche, leggi e piani, segni significativamente positivi sulla città e sui territori amministrati. Un urbanistica quale visione ideale e, al tempo stesso, concezione operativa, un quadro strategico di riferimento, ma anche un modo di attuazione graduale, ispirata a una scelta che privilegia un sistema integrato di regole pubbliche ad attuazione privata, come aspetto decisivo della trasformazione urbana, territoriale e ambientale, come elemento di sostegno per la cultura e l economia. Un urbanistica capace di contrastare, nel regime immobiliare vigente, lo sviluppo speculativo, la rendita fondiaria urbana e l ulteriore consumo di suolo, attraverso strategie, politiche e progetti sintonizzati con una nuova governance urbana degli Enti locali. Un urbanistica che, quindi, ponendo il pianificatore di fronte a cogenti e inderogabili responsabilità, richiami con forza l urgenza di una profonda revisione dei temi, degli approcci, delle categorie analitico interpretative, dei paradigmi e degli strumenti, proprio a partire da una lettura strutturale delle dinamiche di trasformazione che interessano le città e i territori contemporanei. Accademia Urbana è infatti consapevole che il recupero di credibilità e autorevolezza dell urbanista e del suo ruolo nella società e nei processi decisionali è necessariamente legata alla capacità di mettere in sintonia i percorsi formativi dell Università con le domande di rinnovamento disciplinare sollecitate dai nuovi temi all ordine del giorno. 1

3 AMBITI TEMATICI Costituiscono campi di lavoro prioritari per ripensare i percorsi della didattica e della ricerca e allinearli al dibattito internazionale e alla riflessione in atto sull Agenda Urbana europea alcuni ambiti tematici. Le questioni ecologiche connesse ai cambiamenti climatici e alla riappropriazione geostrategica e ambientale delle nostre città e dei nostri territori spingono verso il riciclo delle acque, dei suoli e dei rifiuti, la definizione di cicli energetici alternativi, nuove forme di mobilità e accessibilità urbana, il riciclo del patrimonio edilizio abbandonato o sottoutilizzato. Il ruolo delle nuove reti infrastrutturali deve prestare particolare attenzione al mutamento profondo in atto nell economia urbana e nella riorganizzazione della base produttiva post-industriale, non solo con riferimento ai temi storici dell intermodalità, ma anche alle nuove reti hard, soft e slow in ambito urbano, per promuovere una crescita intelligente e sostenibile. Il progressivo acuirsi delle condizioni di marginalità sociale della città sollecita una spinta ad un accessibilità diffusa per incentivare l inclusione sociale e contrastare la crescente marginalità e povertà di fasce sempre più ampie della popolazione urbana, reinventando i luoghi e le politiche di welfare per la costruzione, nella crisi e oltre la crisi, di una nuova città pubblica fortemente centrata sulla valorizzazione dei beni comuni e sulla loro capacità reticolare di permeare la città contemporanea. Infine, nell attuale fase di crisi strutturale, urge un cambiamento sostanziale della forma del progetto urbanistico che sappia relazionarsi con le politiche europee di coesione territoriale, per qualificare l azione pubblica, per spendere meno e meglio e per costruire politiche di sostegno e di sviluppo orientate e spazialmente definite; che entri in sintonia con le nuove azioni pubbliche all interno di visioni d assieme e di scenari alternativi; che aggiorni gli strumenti e le forme di intervento del progetto, dopo l esaurimento della capacità autopropulsiva del mercato immobiliare; che definisca forme di governance multilivello e un adeguata partecipazione degli enti regionali e locali e della società civile alla definizione di processi, strategie e progetti per realizzare una nuova "alleanza urbana"; che coniughi la progettazione urbanistica con una pianificazione finanziaria e fiscale complessiva a livello locale, a supporto di una programmazione dello sviluppo integrato e di un coordinamento di tutte le risorse pubbliche disponibili (europee, nazionali, regionali, locali, private). 2

4 OFFERTA FORMATIVA E PROFESSIONE Il nuovo secolo ha affermato una visione multiscalare e multidimensionale della città e ha riproposto, in termini aggiornati, sia la necessità di una visione d assieme capace di interpretare gli esiti e le potenzialità di rigenerazione dopo la fase dell esplosione urbana, sia quella di un rinnovato rapporto con i processi progettuali puntuali e diffusi. In questo profondo rinnovamento disciplinare in atto, l urbanistica ha intercettato le domande dello spazio e della società privilegiando il rapporto con le discipline dell architettura e dell ingegneria e avviando un dialogo fertile con discipline appartenenti ad altri ambiti. Questo ha contribuito ad arricchire e ricomporre il processo progettuale e la crescente centralità della sua dimensione paesaggistica e ambientale. In un quadro aggiornato di relazioni multidisciplinari, la formazione dell urbanista italiano può rivendicare, rispetto ad altri Paesi, le ragioni storiche di una formazione di spessore che trova nella conoscenza dell impalcatura teorica di discipline complementari gli strumenti per conoscere il perché dei contesti e non solo per coltivare il saper fare, capace quindi di riorientare l approccio e le soluzioni di fronte al loro cambiamento. Nonostante la ricchezza degli stimoli e delle innovazioni disciplinari in atto, la disciplina urbanistica attraversa, tuttavia, una fase critica rispetto alla sua collocazione nell università, sia per la spesso difficile presenza nei corsi di laurea in architettura sia per la progressiva riduzione dell offerta di quelli in pianificazione. In tal senso occorre sicuramente incidere sull arretratezza dei programmi formativi e di ricerca, dei corsi di laurea e dei dottorati, che non hanno ancora saputo adeguatamente recepire i nuovi ambiti tematici all ordine del giorno a livello internazionale. E necessario e urgente, quindi, un ripensamento sui corsi di laurea a ciclo unico e su quelli triennali e magistrali, nella direzione di un rafforzamento della formazione politecnica di base e di una chiara differenziazione delle specializzazioni disciplinari orientate su temi urbani e territoriali di grande centralità e attrattività. Ma è altrettanto chiaro che a questa riorganizzazione va collegata la radicale revisione del meccanismo di inserimento dei laureati nella professione che, nell attuale organizzazione degli Ordini e delle abilitazioni, finisce per penalizzare la figura del pianificatore e dell architetto-urbanista a favore del percorso tradizionale e anacronisticamente privilegiato del progettista architettonico tuttofare. 3

5 DIMENSIONE SPERIMENTALE e VALUTAZIONE Il carattere di impegno etico e civile e il ruolo sociale dell urbanistica declinati all interno dei nuovi ambiti tematici richiamano la necessità di rafforzare la dimensione sperimentale della disciplina nell università e, conseguentemente, di aggiornare i criteri di valutazione della produzione scientifica. La pianificazione è infatti attività progettuale, sperimentale e incrementale, che si misura di volta in volta con i limiti e i condizionamenti della realtà. E il frutto di un sapere complesso, eterogeneo e continuamente aggiornato che non evolve solo attraverso la speculazione teorica, ma anche e soprattutto attraverso un costante confronto esperienziale con la realtà spaziale, sociale, economica e istituzionale delle città e dei territori. Questa peculiare dimensione della disciplina impone una modifica dei limiti posti all esercizio dell attività libero-professionale dalla legge 240/2010, riconsiderando i criteri di generalizzata incompatibilità per allineare le regole dell università italiana con quelle previste in altri contesti internazionali. Tale incompatibilità si rivela infatti estremamente dannosa, tanto ai fini scientifici che ai fini didattici, per i professori delle facoltà che formano progettisti, contribuendo ad impoverire la qualità formativa dei corsi di laurea e, conseguentemente, quella dei futuri laureati da inserire nel mercato del lavoro della pianificazione e progettazione. E quindi fondamentale ripensare conseguentemente i criteri di valutazione della produzione scientifica, inserendo parametri idonei a valutare anche gli effetti dell analisi, della diagnosi e dell azione urbanistica, non solo in termini qualitativi, rispetto all efficacia delle singole azioni e progetti, ma anche per quanto attiene gli effetti concreti dell attività sperimentale sulla qualità delle trasformazioni urbane e territoriali. Ai parametri endogeni relativi alla qualità scientifica della produzione dovranno quindi essere affiancati parametri esogeni in grado di valutare le potenzialità di trasferimento scientifico e tecnico della produzione disciplinare, misurando in questo modo la capacità di produrre risultati tangibili e misurabili nella città e nel territorio da parte di una disciplina che voglia e possa tornare ad assumere un ruolo di indirizzo progettuale nella rigenerazione insediativa e ambientale, di propulsione e convergenza delle risorse e di generazione di qualità diffusa e non solo di meccanica regolazione e di controllo di conformità. 4

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