Fondato nel Il premio A Giorgio Fontana il Campiello Oggi. di Marisa Fumagalli a pagina 33. La casa

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1 DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014 ANNO N In Italia EURO 1,40 Milano, Via Solferino 28 - Tel Roma, Via Campania 59/C - Tel Fondato nel 1876 Servizio Clienti - Tel mail: servizioclienti@corriere.it Anticipi di Serie A Juve e Roma ok Il duello continua Il premio A Giorgio Fontana il Campiello 2014 Oggi Dieci regole Idee e creatività: gli errori da evitare Servizi e pagelle alle pagine 42 e 43 di Marisa Fumagalli a pagina 33 di Beppe Severgnini nel supplemento PERCHÉ GLI ALTRI NON SI FIDANO DI NOI IL SOSPETTO RICORRENTE di SERGIO ROMANO F ra i dati sull Italia, elaborati periodicamente dall Istat e da Eurostat, manca quello sulla fiducia. Se esistesse, scopriremmo che i nostri partner, indipendentemente dalle pubbliche dichiarazioni dei loro governi e dai comunicati ufficiali alla fine di un incontro bilaterale, non credono nel nostro Paese. Alcune ragioni sono storiche: le guerre fatte a metà, i cambiamenti di campo, il continuo divario fra il Nord e il Sud, gli impegni non rispettati, il familismo amorale, la giungla burocratica, la democrazia clientelare, il peso della criminalità organizzata sulla vita politica e sociale. Altre sono più recenti e più importanti. Come tutti i membri dell Unione europea, l Italia è passata attraverso le crisi della modernità, da quella sociale e generazionale del 68 a quella delle nuove tecnologie, dal ritorno ai mercati dopo il declino dello Stato assistenziale negli anni Ottanta alla crisi del credito nel primo decennio del nuovo secolo. Gli italiani, a tutta prima, sembrano consapevoli della necessità di cambiare, ma il loro sistema politico, a differenza di quelli dei partner maggiori, ritarda i mutamenti o finisce per annegarli in un diluvio di norme insufficienti e contraddittorie. Le Commissioni bicamerali per una nuova Costituzione muoiono senza avere prodotto alcun risultato. Berlusconi fa promesse che non verranno mantenute. Ogni riforma, da quella del lavoro a quella della giustizia, trova sulla sua strada un partito della contro-riforma, composto da corporazioni che difendono i loro privilegi chiamandoli ampollosamente «diritti acquisiti». Le leggi, quando vengono approvate, sono redatte in modo da produrre risultati parziali e mediocri. Da Tangentopoli a oggi sono passati ventidue anni: una generazione perduta. Vi sono momenti in cui i nostri partner sarebbero felici di credere nell Italia. Mario Monti è stato accolto entusiasticamente. Enrico Letta, agli inizi del suo governo, godeva di molte simpatie e di grande comprensione. Ma la rapidità con cui entrambi sono stati espulsi dal sistema politico trasforma il credito iniziale in nuovo pessimismo e in più radicale sfiducia. Matteo Renzi ha acceso qualche nuova speranza, ma il modo in cui saltella da un annuncio all altro e sembra essere continuamente alla ricerca di un nuovo obiettivo, a maggiore portata di mano, comincia a creare diffidenza e scetticismo anche negli ambienti che lo avevano salutato come il Tony Blair italiano. Niente è irreparabile. In un libro recente, apparso in Italia presso il Mulino e in Inghilterra presso la Oxford University Press, un economista, Gianni Toniolo, dimostra che l Italia è quasi costantemente cresciuta dagli anni Novanta dell Ottocento agli anni Novanta del Novecento. Ma non si cresce, nel mondo d oggi, senza la fiducia dei mercati internazionali e i capitali degli investitori stranieri. E non si crea fiducia se il governo non riesce a sconfiggere con qualche cambiamento reale e immediatamente visibile, quei partiti della contro-riforma che sono da troppo tempo i veri padroni dell Italia. Giannelli Vertice Ecofin Padoan al commissario Katainen: i controlli europei? Sono utili La Ue incalza: le riforme vanno attuate E Renzi insiste: sbloccate 300 miliardi La casa Tasi, il conto (a ostacoli) per gli inquilini di GINO PAGLIUCA A PAGINA 13 Continua il botta e risposta tra Ue e Italia. Alla riunione Ecofin di Milano, il commissario agli Affari economici Katainen invita Roma a «passare ai fatti» sulle riforme. E se il ministro Padoan definisce «utili» i controlli europei, a Bari Renzi ribadisce: la Ue investa i 300 miliardi promessi. ALLE PAGINE 5 E 6 L Isis minaccia l esecuzione di un quarto prigioniero. Messaggio a Cameron: paghi l appoggio ai curdi «Decapitato un altro ostaggio» Terzo video choc. La vittima è un cooperante britannico Voleva vedere il volley maschile: arrestata La ragazza che sfida Teheran di CECILIA ZECCHINELLI rrestata con un gruppo di ragazze per aver provato ad assistere a un A incontro di pallavolo maschile, sfidando il divieto per le donne. È successo a Teheran, il 20 giugno. Ghoncheh Ghavami, 25 anni (nella foto), è cittadina britannica: ora la sua famiglia ha rotto il silenzio. A PAGINA 15 PHOTOMASI / FACEBOOK L Isis ha annunciato la decapitazione del cooperante britannico David Haines, 44 anni: è il terzo ostaggio occidentale ucciso dai miliziani dello Stato islamico dopo i giornalisti americani James Foley e Steven Sotloff. Nel filmato dell esecuzione l Isis mostra un altro britannico, Alan Henning, e minaccia di giustiziarlo. A PAGINA 3 Farina, Olimpio INVESTIMENTI, LA LINEA TEDESCA I FONDI SOLO A PROGETTI CONCRETI di GIULIANA FERRAINO a Germania sostiene il piano europeo di investimenti da 300 miliardi, ma lo fa «alla tedesca»: L niente finanziamenti a pioggia, solo progetti ben identificati, concreti e di alta qualità. Parola del superministro Wolfgang Schäuble. A PAGINA 5 A Redipuglia tra i caduti del conflitto Il Papa contro la guerra: una follia di affaristi «La guerra è una follia, e anche oggi c è l ombra di Caino». Papa Francesco a Redipuglia, tra le tombe della Grande Guerra, è durissimo con i «pianificatori del terrore, gli organizzatori dello scontro, gli imprenditori delle armi». A PAGINA 2 L. Cremonesi, Vecchi con un commento di Alberto Melloni A PAGINA 34 Migranti Barcone a picco Decine di dispersi di RICCARDO BRUNO A PAGINA 19 Università VOTI E FAVORI IL GRANDE INTRIGO DELLA SAPIENZA di GOFFREDO BUCCINI erché tutto cambi e tutto P resti come prima, l antico patriarca s è speso molto al telefono: «Ricorda, questi sono i miei due candidati». Dicono sia stanco e invecchiato Luigi Frati. Intristito da cattivi auspici. Venerdì è pure bruciata una sala operatoria del reparto Valdoni. Che è il cuore del suo Policlinico. Che a sua volta è il cuore della sua Sapienza. «Colpa della piastra elettrica di un infermiera, qui manca tutto e il caffè lo fanno così», mormora un chirurgo bravo ma rompiscatole, dunque un po ammaccato durante il regno infinito del Magnifico. Il 23 si vota il nuovo rettore di questo corpaccione da 110 mila studenti che Frati ha riportato in attivo: da meno 48 a più 18 milioni, a costo però di un emorragia di uomini e mezzi che intasa perfino le macchinette del caffè. CONTINUA A PAGINA > Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano Padiglione Italia Lo scudo rosa dell ex Cavaliere fonte di invidie e risentimenti Maria Rosaria Rossi è l ombra del Capo ma divide il partito di Aldo Grasso ery per gli intimi, Ros per gli amici, Badante per i nemici, ma so- M prattutto per gli amici-nemici. Da qualche giorno, Maria Rosaria Rossi è al centro delle polemiche. Il collega Raffaele Fitto l ha affrontata a muso duro: «La senatrice Rossi non ha titoli né legittimazione per distribuire patenti o decidere chi resta nel partito... Lascia allibiti il fatto che Berlusconi possa consentire alla senatrice Rossi di distribuire, controllare, rilasciare o ritirare patenti sulla legittimità dello stare nel partito, e sulla correttezza o meno delle opinioni e delle tesi politiche altrui». Ma chi è Mery? Viene da Piedimonte Matese, provincia di Caserta, ha vinto un seggio per Forza Italia in un popoloso quartiere di Roma guadagnandosi Maria Rosaria Rossi l appellativo di «Madonnina di Cinecittà» per via dei poster che la ritraevano in posa mistica. È capo dello staff, amministratore unico del partito, ombra dell'ex Cavaliere. Insieme con Francesca Pascale, Giovanni Toti, Deborah Bergamini, Dudù e pochi altri compone quel «cerchio magico» che fa da scudo al Capo, ma che è anche fonte di invidie, critiche, risentimenti da parte di chi, negli anni, ha servito Berlusconi e ora si trova messo da parte. Il suo compito principale è trovare fondi per le esangui casse di Forza Italia. Giorni fa, a Cernobbio, quei due lumaconi di Toti e Vespa esibivano sul cellulare foto della Ros in bikini. Lei ha finto di provare sconcerto: «No, vabbè, scusate... ma sul telefonino c avete le mie foto in bikini? Ma ve prego! Ero nascosta dietro al castello di Santa Severa! Ma io me ne vado... ma guarda questi... Imbarazzante, cancellate subito quelle foto!». Dopo le ultime uscite, la Badante è vissuta come una «zarina». Anche Berlusconi è amareggiato per le polemiche che stanno travagliando il partito e rimprovera a Mery di non mordersi la lingua prima di lasciarsi andare a commenti che favoriscono le fratture. «Badante» è un banale participio presente che deriva da un verbo e si fa sostantivo, al pari di «governante». Nasce da «badare», che nel tardo latino significava «aprir bocca». Facile assegnare il ruolo a una donna, pur sapendo che non c è badante senza badato (per giunta, sempre più sbadato). Resiste a ogni diserbante, fa scendere il valore degli edifici A Milano la pianta che attacca le case di PAOLA D AMICO un Attila del mondo vegetale e attacca le case: È il Poligono del Giappone, pianta spontanea e perenne, è arrivata anche da noi, a Milano e in Lombardia. A PAGINA 26 A Padova Rinasce l orto botanico più antico del mondo di GIAN ANTONIO STELLA A PAGINA 27 UN INCONTRO ECCEZIONALE TRA DUE GRANDI INTERPRETI DEL NOSTRO TEMPO DAL 10 SETTEMBRE IN LIBRERIA CON BOMPIANI * E IN EDICOLA CON CORRIERE DELLA SERA A 5,90 ** *prezzo libreria 7,00 **in aggiunta al prezzo del quotidiano

2 italia: Domenica 14 Settembre 2014 Corriere della Sera 2 Primo Piano # Il Pontefice I conflitti Il Papa: crimini e distruzioni, ogni guerra è una follia La preghiera di Francesco al sacrario di Redipuglia E ripete: c è un terzo conflitto mondiale, ma a pezzi La mappa Guerra civile Guerra con nemico esterno Ribellione Colombia DAL NOSTRO INVIATO REDIPUGLIA «L umanita ha bisogno di piangere, e questa è l ora del pianto». Francesco, appena arrivato, ha pregato a capo chino sulle tombe del cimitero austroungarico e ora ha l aria assorta e triste mentre parla nel sacrario che custodisce centomila soldati italiani della Grande Guerra, hanno un nome e restano ignoti, sopra tutti la scritta «presente» in rilievo sulla pietra. «Trovandomi qui, in questo luogo, mi viene da dire soltanto: la guerra è una follia». Si rivolge al tempo presente, Francesco, nell omelia più amara e forse più alta del suo pontificato. Durissimo contro i «pianificatori del terrore, gli organizzatori dello scontro, come pure gli imprenditori delle armi» che operano oggi. A cento anni dallo scoppio del primo conflitto planetario, ripete quanto già diceva di ritorno da Seul: «Anche oggi, dopo il secondo fallimento di un altra guerra mondiale, forse si può parlare di una terza guerra combattuta a pezzi, con crimini, massacri, distruzioni...». Perché è dalla Grande Guerra che tutto è cominciato. L orrore del «Secolo breve» che Eric Hobsbawm ha definito «il più sanguinario che la storia ricordi», 187 milioni di morti tra guerre e genocidi, e tutto a cominciare da quella, «una catastrofe storica innescata da errori di valutazione politica», scriveva, che ha come simbolo il milione di morti a Verdun, nel 1916, il non senso di quel «fronte occidentale» che non si mosse per tre anni e mezzo. Così il Papa torna a ripetere l espressione che Benedetto XV usò il 1 agosto 1917 per chiedere ai capi delle nazioni di fermarsi: l «inutile strage». Per questo bisogna piangere, sospira Francesco: «Caino non ha pianto». Perché «la cupidigia, l intolleranza, l ambizione al potere» che motivano le guerre Israele-Gaza Sudan Libia Mauritania Mali Repubblica Centrafricana Sud Sudan Nigeria Ucraina Repubblica Kenya Democratica del Congo Somalia Uganda Yemen Cecenia e Daghestan Iraq Siria L ora del pianto Il Pontefice: «L umanità ha bisogno di piangere, e questa è l ora del pianto» Nagorno-Karabakh Cina (Xinjiang) Thailandia India (confine Birmania Pakistan) Pakistan Afghanistan Filippine La frase Benedetto XV (...) questa lotta tremenda, la quale, ogni giorno più, apparisce inutile strage 1 agosto 1917 sono «spesso giustificati da un ideologia» ma al fondo c è «la risposta di Caino» che scandisce tutta l omelia: «A me che importa? Sono forse io il custode di mio fratello?». L amarezza di Bergoglio sta tutta in una frase: «Sopra l ingresso di questo cimitero, aleggia il motto beffardo della guerra: A me che importa?». Allora l umanità rispose così, dice. Per questo «oggi» bisogna piangere. Guai all indifferenza. L atteggiamento di Caino «è esattamente opposto a quello che ci chiede Gesù». Francesco esorta tutti alla «conversione del cuore», dolore e pentimento sono propri dei «saggi», il suo tono si fa severissimo: «Chi si prende cura del fratello, entra nella gioia del Signore; chi invece non lo fa e con le sue omissioni dice: A me che importa?, rimane fuori». Parla al nostro tempo, «anche oggi le vittime sono tante». Durissimo contro i mercanti di morte: «Anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, e c è l industria delle armi, che sembra essere tanto importante!». Gli «affaristi della guerra», scandisce, «hanno scritto sul cuore» la risposta di Caino: «Forse guadagnano tanto, ma il loro cuore corrotto ha perso la capacità di Raccoglimento Papa Francesco in preghiera tra le lapidi del cimitero austroungarico a Fogliana di Redipuglia. Il Santo Padre si è poi recato nell antistante sacrario militare italiano piangere». Alla fine il ministro della Difesa Roberta Pinotti e il capo di Stato Maggiore Luigi Binelli Mantelli si avvicinano all altare, al Papa viene donato il foglio matricolare del nonno Giovanni Bergoglio, che combattè sul fronte del Medio Isonzo prima di emigrare in Argentina, numero 15543, bersagliere. Si prega per le vittime di tutte le guerre e i militari caduti «nelle operazioni di supporto alla pace». I genitori del maggiore Giuseppe La Rosa, morto in Afghanistan l 8 giugno 2013 salvando i compagni, donano al Papa il cappello da bersagliere del figlio. Ha smesso di piovere, la tromba di un alpino intona il Silenzio, diecimila persone abbassano lo sguardo. Restano le ultime parole di Francesco: «L ombra di Caino ci ricopre oggi qui, in questo cimitero. Si vede qui. Si vede nella storia che va dal 1914 ai nostri giorni. E si vede anche nei nostri giorni». Gian Guido Vecchi La testimonianza DAL NOSTRO INVIATO Il racconto dall Iraq di Naji Haddu da Erbil, nel Kuristan iracheno: mi hanno offerto quattro mogli. L unico modo per tornare ciò che ero è emigrare in Europa «Costretto a convertirmi all Islam per non morire» Il cristiano fuggito: mi hanno rinchiuso in cella, erano pronti a sgozzarmi Perseguitati La fuga L invasione dell Isis nel Nord-Est dell Iraq ha causato l esodo dei cristiani: in migliaia hanno lasciato le loro case e chi è rimasto è stato costretto a convertirsi all Islam o a pagare una tassa Gli attentati I cristiani vivevano nella piana di Ninive a Kirkuk, Erbil e Qaraqosh. Ma anche nella capitale Bagdad ci sono più di sessanta chiese. Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli attentati proprio all interno e davanti ai luoghi di culto. Da 800 mila di pochi anni fa i cristiani in Iraq oggi sono meno di 300 mila Nel rifugio Naji Haddu, il cristiano iracheno costretto a convertirsi all Islam ERBIL (Iraq) Sul documento di conversione all Islam di Naji Haddu, vergato il 28 agosto dal giudice del «Califfato» di Mosul, c è scritto che «Gesù è schiavo di Dio», non figlio di Dio. Naji non lo può mostrare. «Me lo ha preso l arcivescovo cattolico tre giorni fa, quando sono riuscito a raggiungere la mia famiglia tra gli sfollati cristiani di Erbil. Ma i militanti dell Isis mi hanno già telefonato. Sono venuti a sapere che sono rimasto senza il documento, per loro vale come lasciapassare. Dicono che se torno a Mosul ne avrò uno nuovo in cui si attesta tra l altro che ho diritto a una casa gratuita nei confini del Califfato, a cibo gratis e, se voglio, a quattro mogli musulmane. Mi esortano a tornare presto e portare mia moglie e i nostri tre figli, che per loro sono automaticamente musulmani. Aggiungono che devo stare attento. Qui ci sono tanti loro militanti pronti a farsi saltare in aria. Presto sarà il caos nelle zone curde. Meglio vada a Mosul, i musulmani aiutano i musulmani», spiega questo 40enne nato nel villaggio cristiano di Qaraqosh (da agosto occupato dai jihadisti) e incontrato per oltre tre ore due giorni fa nella «Accademia Brasiliana», un centri di raccolta per gli sfollati a Erbil. Naji è confuso, preoccupato. «Non so che fare, diciamo che sono un cristiano-musulmano. L unica modo per tornare ciò che ero è emigrare in Europa», dice. Le autorità cattoliche locali lo rassicurano, spiegano che la sua conversione forzata non vale. Ma gli estremisti islamici decapitano chi abiura la loro fede. E la sua storia è talmente rivelatrice del fanatismo religioso di cui sono vittime i non sunniti nelle regioni controllate dallo Stato Islamico, che è meglio lasciare la racconti lui. Cominciamo dall inizio. Come mai non è scappato subito con la sua famiglia a Erbil? «La sera del 5 agosto non credevo che i jihadisti sarebbero arrivati sin da noi. Ho detto ai miei di partire, sarei rimasto di guardia alla casa. Mi sono svegliato al mattino e davanti alla porta c era una pattuglia di volontari afghani. Nessuno mi ha fatto nulla. Dicevano che dovevo convertirmi, ma intanto portavano cibo e bevande. Li rubavano dai negozi abbandonati, nelle case dei nostri vicini e li condividevano con i civili rimasti. Due giorni dopo hanno condotto da me un tedesco di circa quarant anni con tanti tatuaggi sul corpo. Parlava un arabo stentato. Mi ha spiegato che era stato un celebre cantante pop in Germania, guadagnava sino a 25 mila euro a serata. Poi si era convertito all Islam e adesso era felice di combattere con i suoi compagni. Nella guerra santa aveva scoperto la vera via. Dopo di lui sono arrivati alcuni jihadisti siriani. Mi spiegavano che avrei combattuto con loro e se fossi morto saremmo andati tutti alla Jannah, il paradiso, dove c è la felicità perfetta, scorrono fiumi di vino e ogni musulmano può avere decine di donne tutte per sé. Infine a Qaraqosh si sono insediati una cinquantina di iracheni provenienti dai villaggi sunniti vicini. Sono molto meno fanatici dei siriani. Li comanda un certo Abu Jassem del villaggio di Qarashol, è sulla cinquantina, il corpo atletico, sembra un bravo soldato. Al suo seguito ci sono però anche tanti ladroni locali, sunniti che rubano ai cristiani in nome di quello che chiamano ghanima, il bottino di guerra». Perché si è convertito? «Dopo quattro o cinque giorni, quando hanno visto che non mi convertivo, sono venuti a dirmi che dovevo versare la jeziah, la tassa periodica. Avevano decretato dovesse ammontare a circa 130 dollari. Se i cristiani vogliono restare pagano: lo fanno gli uomini in età compresa tra i 20 e 50 anni. Donne, vecchi e bambini sono esenti. Però ero stato derubato, mi restavano in tasca solo 20 dollari. Stavo cercando di trovare altri soldi, quando verso metà agosto i guerriglieri siriani sono venuti a dirmi che ormai era troppo tardi, non avevo più scelte. Non potevo andare via e neppure pagare. Mi hanno chiuso in una cella presso l ospedale di Qaraqosh. Vi ho incontrato una trentina di cristiani e due sciiti. Siamo stati chiusi per circa una settimana. Ogni tanto arrivavano amici e parenti di qualcuno dei prigionieri. Si erano convertiti e cercavano di convincere i loro cari a fare altrettanto. Sono venute anche la madre e la sorella del mio amico Issam Yalda, del villaggio di Bartallah, che però vive a Qaraqosh. Erano entrambe vestite di nero, totalmente coperte al capo e al viso, da musulmane integraliste. Piangevano, lo imploravano di cambiare religione. Gli dicevano che altrimenti sarebbe stato ucciso. Ho capito che a Bartallah molti cristiani hanno accettato di collaborare, alcuni fanno gli autisti dei guerriglieri. A Mosul quelli convertiti hanno ricevuto le abitazioni di coloro che sono fuggiti. Il 21 agosto infine nella nostra cella hanno fatto irruzione quattro o cinque ragazzini siriani. Avevano il coltello in mano. È stato rapidissimo. Hanno afferrato la testa di uno sciita dicendo che era finita, ci avrebbero sgozzati tutti subito. A quel punto, è intervenuto il capo delle guardie irachene, un certo Abu Jannad, e ha chiesto altre 24 ore: se per allora non fossimo diventati musulmani saremmo morti. Io e altri quindici abbiamo accettato». Come è stata la cerimonia? «Una grande festa. Ci hanno condotto nel nuovo palazzo del governatorato di Mosul, che loro hanno trasformato nel tribunale islamico. Il giudice è un iracheno, ma si veste all afghana, con la barba lunga e la tunica scura sino alle caviglie. La Shahada, la dichiarazione di fede che testimonia la conversione, è durata cinque minuti per ognuno, poi hanno portato cibo, dolci, tè zuccherato, frutta fresca, cantavano, pregavano, ringraziavano Allah, ci abbracciavano come fratelli. Qualcuno piangeva dalla gioia. Oltre all attestazione della nostra nuova identità di musulmani, ci hanno donato circa 130 dollari a testa promettendone altri». Cosa è avvenuto a coloro che non si sono convertiti? «Gli sciiti non so. Forse sono morti. Una settimana fa ho rivisto in libertà alcuni dei cristiani che erano in cella. Wali Abbas, l imam di Qaraqosh, è intervenuto per salvarli, citando il Corano dove afferma che uccidere un cristiano è come uccidere mille musulmani. Pare abbia funzionato. Ma se tornano i fanatici siriani per loro è finita. Io poi sono partito. Sembra che qualcuno da Erbil abbia pagato per garantire che potessi andarmene con un altra dozzina». Lorenzo Cremonesi

3 Corriere della Sera Domenica 14 Settembre 2014 italia: Primo Piano 3 # Medio Oriente Terrorismo islamico La sfida jihadista La terza vittima dopo i giornalisti statunitensi Foley e Sotloff. Forse l assassino è lo stesso che parla in perfetto inglese L Isis e il nuovo orrore: abbiamo ucciso Haines Il video sull esecuzione del cooperante britannico. Il premier Cameron: pura malvagità Accuse a Londra Prima di morire l ostaggio ha dovuto accusare Cameron della sua fine Appello alla jihad Su Internet ieri un appello a lanciare la jihad «contro l Europa» WASHINGTON I terroristi dell Isis hanno ignorato il disperato appello della famiglia ed hanno decapitato l ostaggio britannico, David Haines, 44 anni, in mano agli estremisti dal maggio Il rituale è identico alle esecuzioni dei giornalisti americani James Foley e Steven Sotloff. Probabilmente il medesimo boia, un estremista che si esprimeva in inglese. Il nuovo atto di barbarie era temuto. Gli esperti dell intelligence sostenevano che gli uomini del Califfo avrebbero colpito ancora in un momento chiave. E questo lo è, con gli sforzi americani per mettere insieme una coalizione disposta a combattere i jihadisti in Iraq e in Siria. La famiglia di Haines aveva diffuso, nella giornata di ieri, una lettera scritta ai rapitori sollecitando un contatto. Un tentativo estremo di trovare un canale per fermare gli assassini, ma che non ha avuto alcun effetto. Così è arrivato il video postato su Internet con l omicidio dell operatore umanitario sequestrato 17 mesi fa in Siria.Il filmato si apre con uno spezzone dove compare il premier britannico che parla della situazione nella regione. Cambio di immagine. Ecco Haines, costretto a ripetere un messaggio con alle spalle il boia, un uomo mascherato: «Tu, David Cameron, sei interamente responsabile della mia esecuzione. Tu sei entrato volontariamente nella coalizione con gli Stati Uniti contro lo Stato Islamico», ha affermato l ostaggio. Dopo qualche altra parola è intervenuto il probabile killer. Vestito di nero, con il pugnale nella mano sinistra, si è espresso in inglese. Una voce simile a quella degli altri video: «Quest uomo britannico paga il prezzo della tua promessa, Cameron, di armare i peshmerga curdi...ironia della sorte lui stesso (Haines) ha trascorso un decennio della sua vita nella stessa Royal Air Force responsabile della consegna di queste armi...». Il mujahed, per far capire che il video è recente, ha fatto un riferimento ai recenti raid nella zona di Haditha. Sono stati questi gli ultimi istanti di vita di Haines. Come negli altri filmati, la registrazione si è interrotta nel momento in cui il terrorista inizia a passare la lama sotto la gola del prigioniero. Una sequenza ripresa subito dopo dalla consueta scena: il corpo dell ostaggio a terra e decapitato. Poi la nuova minaccia. Il militante è riapparso alle spalle di un secondo cittadino britannico, Alan Henning, anche lui in ginocchio e con la tunica arancione. La prossima vittima dei tagliatori di teste. Rispetto alle altre «scene», chi ha curato la regia si è preoccupato di cambiarla ancora. C è solo un leggera collina che non permette di vedere l orizzonte. Non appare neppure un albero. Questo per non dare il minimo indizio sul luogo, anche se è probabile che sia sempre vicino a Raqqa, cittadina nel nord est della Siria. Duplice il segnale dello Stato Islamico. Prima si rivolge agli alleati dell America, mettendoli in guardia sulle possibili conseguenze, e lo fa mentre il segretario di Stato statunitense John Kerry è impegnato in una missione nella regione mediorientale. Ieri era al Cairo. Quindi gli estremisti fanno opera di proselitismo mostrando la loro ferocia. L uccisione di David Haines è coincisa con altri messaggi, apparsi sempre sul web, dove alcuni militanti (presunti) promettono «guerra all Europa, alla coalizione anti Isis e ai cristiani in Siria». E poi si rivolgono ai mujahedin: «Individuate i vostri obiettivi, preparate le autobomba, le cariche e le cinture esplosive per colpire duramente e uccidere». Scenari inquietanti che si uniscono alle indiscrezioni su un possibile attacco contro jet passeggeri americani da parte di un gruppo, ribattezzato «Khorasan». Una cellula che si starebbe addestrando in Siria nelle file dei jihadisti rivali della formazione qaedista Al Nusra, con l aiuto di esperti yemeniti capaci di costruire ordigni che sfuggono ai controlli. Il mandante sarebbe Ayman Al Zawahiri, l attuale capo di Al Qaeda oggi oscurato dal Califfo dell Isis, Abu Bakr Al Baghdadi. Una gara a chi uccide di più. Guido Olimpio Le tappe 29 giugno 2014 Proclamazione del «Califfato» di Al Baghdadi Lo Stato islamico in Iraq e in Siria (Isis) annuncia la fondazione del «Califfato» sui territori conquistati nei due Paesi arabi. A guidarlo è Abu Bakr Al Baghdadi, che si proclama califfo con il nome di Ibrahim. Migliaia di jihadisti accorrono da tutto il mondo, anche dall Occidente. Le persecuzioni dei cristiani e delle minoranze si aggravano Chi era Sequestrato in Siria da 17 mesi. Si occupava di sicurezza L ultima missione con un italiano per organizzare un campo profughi Il profilo David Cawthorne Haines aveva 44 anni ed era nato in Scozia. Era un cooperante dell ong umanitaria Acted (Agenzia per la cooperazione tecnica e lo sviluppo) ed era stato rapito in Siria nel marzo Haines era apparso nel video della decapitazione del reporter americano Steven Sotloff, nel quale l Isis minacciava di uccidere anche lui. Nel video della sua esecuzione diffuso ieri, i terroristi mostrano un altro ostaggio britannico, Alan Henning (nella foto), e minacciano di fargli fare la stessa fine DAL NOSTRO INVIATO LONDRA Hai 17 anni, rapiscono tuo padre in Siria e non puoi dirlo a nessuno, nemmeno al fidanzato. Fingere che va tutto bene: questo ha fatto per 17 mesi la diciassettenne Berthany Haines, su indicazione degli investigatori britannici. Ha finto fino a 10 giorni fa, quando suo padre è comparso in ginocchio nel video dei terroristi dell Isis, la tuta arancione e l angoscia sul volto. David Haines aveva 44 anni, inglese dello Yorkshire cresciuto in Scozia, educazione alla Perth Accademy, una breve carriera sotto le armi interrotta nel Da allora aveva sempre campato nel settore della sicurezza privata all estero. Il contractor angelo custode di agenzia umanitarie nelle zone di guerra: prima i Balcani, dove aveva trovato un nuovo amore, e poi la Libia, il Sud Sudan fino alla Siria l anno scorso. L ultima occupazione: un lavoro con Acted, Agenzia per la Cooperazione Tecnica e lo Sviluppo basata a Parigi. Marzo 2013: Haines sta facendo un sopralluogo al confine con la Turchia con il coordinatore di Acted, l italiano Federico Motka, per trovare un posto per allestire un campo profughi. Un gruppo armato blocca la loro auto, buca le gomme di quella dell interprete e prende prigionieri i due europei. In quei giorni è cominciato il calvario silenzioso di una famiglia, anzi di due. La figlia Bethany e la madre Louise, prima moglie di David, nel paesino scozzese di Scone, Perthshire. La seconda moglie Dragana, che vive in Croazia con la figlia di 4 anni, nel piccolo villaggio di Sisak. Lì David e Dragana, interprete croata, si sono sposati nel 2010, dopo che Haines era tornato a lavorare nell area. L amore e la possibilità di una nuova vita, lontano dalle guerre: David e Dragana aprono una piccola società, Astrea, che fa macchine per produrre gelati sfusi. Ma i guadagni non sono sufficienti per mantenere le due famiglie in Croazia e in Scozia. E così Haines lascia i gelati e torna a fare il security manager in terre di conflitto. In Libia gestisce la sicurezza per l ong americana Handicap International che ha lanciato un programma di sminamento. Poi vola in Sud Sudan, dove è impiegato da Nonviolent Peaceforce, un altro gruppo Usa di «operatori di pace non armati». Non sono grandi organizzazioni quelle che impiegano l ex militare che qualcuno aveva ribattezzato benevolmente «lo scozzese matto»: il direttore di Nonviolent Peaceforce l ha descritto come un gran lavoratore, che si adattava alle situazioni più disagevoli, esperto di sicurezza. Una di quelle migliaia di persone oscure che negli ultimi La famiglia Ultimi istanti Un fermo immagine del video girato subito prima della decapitazione di David Haines, vestito con una tuta arancione come i prigionieri di Guantanamo dieci anni hanno girato tra Medio Oriente e Afghanistan per guadagnarsi da vivere o per vedere il mondo o per fare del bene, piccoli contractor descritti talvolta come mercenari. Nel villaggio di Scone, dove tutti si conoscono, il vicino Scot Stevenson diceva pochi giorni fa: «Tutti noi speriamo in un miracolo». Il miracolo di Federico Motka, liberato a maggio, non si è ripetuto. Il Sunday Times scrive che per David Haines in due immagini di vita familiare: con la moglie croata Dragana Prodanovic e con la figlia di 4 anni. Ne aveva anche una di 17 l ostaggio italiano il governo Roma avrebbe pagato un riscatto di quasi 5 milioni di sterline. La linea della fermezza reiterata da Londra non ha lasciato questo spiraglio. La decapitazione prima di James Foley e poi di Steven Sotloff, giornalisti freelance americani, e l apparizione di David nel video con la minaccia»se non fermate i raid la prossima volta tocca a lui» ha ridotto ulteriormente le speranze. Secondo alcuni osservatori anche il referendum in Scozia potrebbe aver giocato un ruolo. L ammiraglio Lord West di Spithhead, ex ministro per la Sicurezza laburista, l 8 settembre aveva detto al Times: «Lo Stato Islamico è molto attento alla nostra politica. Chi gestisce la propaganda online è a conoscenza dell imminente voto scozzese». Secondo West l Isis avrebbe potuto sfruttare l esecuzione dell ostaggio per «aiutare» il partito del sì e danneggiare così David Cameron che ha deciso di fornire armi all esercito iracheno. Cameron ieri notte ha definito l uccisione di David Haines «un atto di pura malvagità. Faremo di tutto per rendergli giustizia». Michele Farina 19 agosto La morte del reporter Usa James Foley Lo Stato Islamico dichiara di aver decapitato il giornalista americano James Foley, rapito nel nord della Siria nel L annuncio avviene tramite un video che suscita l indignazione del mondo intero e in cui si minaccia di uccidere un secondo ostaggio in rappresaglia ai raid americani sull Iraq settentrionale occupato dai jihadisti 2 settembre La seconda esecuzione: Steven Sotloff Lo Stato Islamico rivendica con un video simile al primo una nuova decapitazione «esemplare»: la vittima è un altro giornalista statunitense, Steven Sotloff, scomparso ai primi di agosto vicino ad Aleppo. Parlava l arabo e aveva, ma si è saputo dopo, anche passaporto israeliano. I miliziani minacciano di uccidere l inglese David Haines

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5 Corriere della Sera Domenica 14 Settembre 2014 italia: Primo Piano 5 Il vertice L Ecofin di Milano L Europa: siete ambiziosi, ora passate ai fatti Il commissario Katainen incontra Padoan. Il ministro: meno tasse. Visco: i problemi restano 2,6% il vecchio obiettivo del rapporto tra deficit e Pil che dovrà essere rivisto. Il governo ha manifestato comunque l intenzione di non sforare la soglia del 3% MILANO Un incontro tra il ministro dell Economia Pier Carlo Padoan e l attuale commissario Ue per gli Affari economici, il finlandese Jyrki Katainen, durante l Ecofin a Milano, compone il contrasto scaturito da un attacco del premier Matteo Renzi contro Bruxelles. «È stato un colloquio molto buono», ha affermato Katainen, coordinatore dei principali dossier economici nella prossima Commissione del lussemburghese Jean-Claude Juncker (come futuro vice presidente), aggiungendo il suo apprezzamento per l impegno sulla crescita e per le riforme di Padoan. «Il governo italiano ha un piano molto ambizioso ed è quanto è necessario fare ha dichiarato Katainen. Se tutti i programmi verranno attuati l economia italiana riceverà una spinta importante. Noi appoggiamo il governo italiano». La sua condizione è di passare dalle parole ai fatti. Il commissario finlandese si è detto dispiaciuto e sorpreso dell interpretazione negativa della sua risposta polemica alle critiche del premier italiano. Ma non ha voluto anticipare se l Italia avrà più tempo per raggiungere il pareggio di bilancio. Anche se Padoan ha pubblicamente ricordato che «le riforme hanno tempi lunghi» per «l approvazione» e per ottenere «risultati visibili». Il ministro dell Economia ha detto che ora in Europa «la crescita è la priorità di tutti». E ha annunciato una «legge di stabilità che favorisce la crescita, aggredisce le cause della scarsa competitività e protegge e favorisce le fasce più deboli confermando i tagli delle tasse che abbiamo già intro- Le aspettative dell incontro e la strada ancora da percorrere di STEFANIA TAMBURELLO dotto». Abbattere le tasse sul lavoro resta «una priorità». Ha specificato che in relazione agli investimenti per la crescita in Europa «stiamo lavorando non a idee generiche, ma a misure concrete che devono essere prese nel giro di poche Italia? Esce dall Ecofin «con tutti i suoi problemi», dice L il governatore della Banca d Italia, Ignazio Visco, rispondendo al giornalista del Tg2. Non c è bisogno di spiegazioni, parlano i dati statistici, per capire che occorre ben più di un vertice europeo per arrivare ad un cambiamento. Con l inflazione sotto zero, il Pil pure, la produzione industriale che continua a calare mentre crescono disoccupazione e debito, è difficile dire che l Italia abbia avviato a soluzione qualche problema. E Visco non l ha detto, e nessuno, a dire il vero, conoscendo soprattutto il suo rigore per l analisi economica, se lo sarebbe aspettato. Diversamente, forse, qualche attesa alla vigilia del vertice di Milano c era sul tema principale delle riunioni, il rilancio degli investimenti, condizione essenziale per riprendere a crescere. Quattro proposte di lavoro i documenti francotedesco, della Polonia, dell Italia e dell Europa, a firma di Jean-Claude Juncker e il comune accordo ad agire assieme settimane». Padoan ha definito «utile» il «controllo europeo sulle riforme». Ma è stata smentita dal presidente dell eurogruppo, l olandese Jeroen Dijsselbloem, e da Katainen l ipotesi di controlli aggiuntivi per l Italia, Il ministro dell Economia Pier Carlo Padoan e, sullo sfondo, il commissario Jyrki Katainen e subito, poteva far immaginare la definizione di qualcosa di più di un rinvio, seppure di qualche settimana, a uno schema di suggerimenti più specifici da parte della Commissione e della Bei. Ma è proprio Visco a dare il contesto in cui l Italia e gli altri Paesi europei si stanno muovendo: «La discussione è su cosa fare per accrescere le potenzialità di sviluppo». C è un notevole consenso sul fatto che esiste un problema a livello europeo sugli investimenti e sul da farsi per farli ripartire. La situazione al momento è questa e per andare avanti, secondo il governatore, serve innanzitutto «senso di responsabilità e visione coerente», ma anche gli strumenti finanziari adatti e ovviamente le riforme. Non ne basta una, anche se fatta bene, ma bisogna, dice, considerarle tutte nel loro insieme confrontandosi per capire cosa funziona e cosa no. In conclusione, la strada per cominciare a risolvere i problemi è stata delineata ma è lunga. fatta circolare informalmente da un euroburocrate. «Nessun nuovo impegno scritto è stato chiesto all Italia», ha tagliato corto Dijsselbloem. All Ecofin, presieduto da Padoan, non sono mancate le preoccupazioni per la difficile situazione economica in Italia e in Francia. I dati negativi italiani su disoccupazione, Pil, produzione industriale e debito creano tensioni anche nel governo di Roma. «Sono ben al corrente dei dati macro», ha ammesso Padoan, che non ha voluto commentare l eventualità di una manovra correttiva. Il governatore della Banca d Italia Ignazio Visco, presente all Ecofin, ha dichiarato che l Italia è uscita dalla riunione a Milano «con i suoi problemi». Il prossimo commissario Ue per gli Affari economici, il francese Pierre Moscovici, ha detto che all insediamento in novembre si occuperà del «serio problema» dei conti pubblici di Parigi. Katainen ha parlato di «situazione molto difficile», ma ritiene che la Francia «troverà una via d uscita». Ivo Caizzi Il ministro delle Finanze Schäuble sul piano per la crescita: saranno finanziati soltanto progetti concreti e di alta qualità Berlino mette in guardia sugli investimenti: la Ue li valuterà uno a uno, no ai soldi facili MILANO «Abbiamo bisogno di più investimenti in Europa, anche in Germania. Sopratutto in ricerca, sviluppo e innovazione». Il vero problema, però, non è la scarsità di liquidità: «Non esiste una mancanza di finanziamenti, ma di fiducia», ha spiegato ieri il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble al termine dell Ecofin informale a Milano. Se questi sono i termini della questione vista da Berlino, è facile intuire perché la Germania non solo fa resistenza a ulteriori allenamenti della politica monetaria della Bce, ma respinge qualsiasi ipotesi di scollamento dai vincoli del Patto di stabilità e di crescita, che minerebbe la credibilità nell eurozona. Il messaggio tedesco non cambia: «Le regole di bilancio vanno rispettate. Noi lo facciamo, è un fattore fondamentale per la Gli obiettivi L ex premier finlandese non ha comunque anticipato se l Italia avrà più tempo per il pareggio di bilancio fiducia degli investitori», dice Schäuble dimenticando quando fu proprio la Germania (con la Francia) a sforare il tetto del deficit. E insiste: «Dobbiamo concentrarci sulle riforme strutturali». Anche sugli Abs spazza via ogni dubbio: «La Germania non darà nessuna garanzia statale», come ha suggerito invece il presidente della Bce Mario Draghi per allargare il nuovo programma di acquisto titoli cartolazzati che aprirà a ottobre anche alle tranche più rischiose (mezzanine). Ma poi il ministro tedesco usa, a sorpresa, la parola «solidarietà». È una mano tesa inaspettata da un campione del rigore. «Alle riunione dell Ecofin ci siamo chiesti come facciamo a far crescere di più l Europa. In Germania non siamo ancora nervosi, ma non possiamo ignorare chi è in difficoltà», afferma. Il governo tedesco riconosce che «le piccole e media imprese hanno bisogno di più capitali». Perciò non solo ha sostenuto la proposta del nuovo presdiente della Commissione Ue, Jean-Claude Junker, di lanciare un piano europeo di investimenti da 300 miliardi, ma ha presentato un proprio documento firmato insieme alla Francia. La riforma Sanità, nuovo ticket a novembre Sia ben chiaro, le regole sono alla tedesca: niente finanziamenti a pioggia, ma solo progetti ben identificati. «La lista dei progetti di investimento sarà valutata dalla Commissione entro dicembre». Ma, avverte, «saranno finanziati soltanto progetti concreti e di alta qualità». E anche le grandi reti energetiche europee, ad esempio, dovranno seguire questi La riforma dei ticket sanitari, prevista dal Patto per la Salute, dovrebbe nascere entro il 30 novembre. I tecnici sono al lavoro sui nuovi indicatori per le esenzioni per reddito e patologia. Le Regioni potranno comunque intervenire in autonomia con un aumento. criteri. Il documento è stato messo a punto dalla stesso Schäuble con il ministro francese delle finanze Michel Sapin. «Ci sentiamo al telefono tre volte a settimana, e ci intendiamo benissimo», ammette il tedesco. Prove di un Europa a guida franco-tedesca. Ma la confindenza tra i due ministri non salva la Francia, che ha chiesto più tempo, fino al 2017, per rientrare nei parametri previsti dal Patto di stabilità e di crescita. «Ha promesso di fare i compiti a casa», sentenzia Schäuble. Si vedrà. Per l Italia «vale lo stesso discorso». Come la Francia, è «un Paese membro fondamentale dell Unione europea. E noi abbiamo bisogno di un Italia forte. Il governo Renzi ha annunciato molte riforme strutturali, ora deve implementarle. Realizzare le riforme è meno facile che annunciarle, ma noi sosteniamo il primo ministro italiano nella loro attuazione». Giu. Weidmann (Bundesbank) «Politica Bce, a rischio la stabilità» MILANO «Una politica monetaria troppo espansiva mette a rischio la stabilità finanziaria e può spingere i politici ad allentare gli sforzi a fare le riforme strutturali», afferma Jens Weidmann, 46 anni, presidente della Bundesbank e membro del consiglio direttivo della Bce. Herr Weidmann, è pronta la Germania a creare un po di inflazione per aiutare i Paesi dell eurozona, come l Italia, che con l ultimo dato sui prezzi è già scivolata in deflazione? «Il nostro mandato in seno alla Bce è chiaro: assicurare la stabilità dei prezzi, che definiamo con un tasso di inflazione vicino ma sotto il 2%. Perciò non si tratta di aiutare un Paese a spese di un altro, ma di fare una politica monetaria per l eurozona nel suo complesso». Ma il tasso di inflazione dell eurozona, sceso a +0,3%, è ben al di sotto del target dalla Bce. «È vero, abbiamo una ripresa fragile e disomogenea e questo si riflette sull evoluzione dei prezzi. Allo stesso tempo, con la nostra conoscenza e i nostri poteri possiamo influenzare solo il futuro e perciò definiamo il nostro obiettivo di stabilità dei prezzi nel medio Jens Weidmann, 46 anni, presidente della Bundesbank periodo. La domanda giusta è se siamo soddifatti con l andamento dell inflazione rispetto alle previsioni del nostro orizzonte temporale. Qui osserviamo un graduale recupero, sebbbene il tasso di inflazione sia ancora sotto il nostro target. È uno sviluppo che non ci soddisfa appieno, e per questo abbiamo preso importanti decisioni a giugno e, più di recente, il consiglio dei governatori ha deciso ulteriori misure». Perché nell ultima riunione del consiglio direttivo della Bce lei non era favorevole alla decisione di lanciare, in ottobre, un programma di acquisto di titoli che cartolarizzano prestiti, i cosiddetti Abs? «Non commento mai il mio comportamento quando votiamo, perciò non dirò come ho votato. È naturale però che un tale programma di politica monetaria chiaramente non convezionale trasferisce i rischi dai bilanci delle banche al bilancio della Bce e, in ultima analisi, ai contribuenti». Ha fiducia nelle promesse del premier Matteo Renzi di fare le riforme strutturali, o crede che l Italia dovrebbe essere messa sotto il controllo della Troika? «Guardo con favore all agenda di riforme annunciata dal governo italiano. È nell interesse comune. Ma sono convinto che la spinta debba venire dal Paese, serve un ampio consenso affinché questa agenda di riforme funzioni. Noi, altri Paesi, possiamo assistere e aiutare». Giuliana Ferraino

6 italia: Domenica 14 Settembre 2014 Corriere della Sera 6 Primo Piano # Il governo Le scelte Renzi alza la voce: l Europa dia conto dei 300 miliardi di investimenti Il viaggio in Puglia del premier: Ue senza futuro se è solo spread La provocazione Bonanni e la riforma: «Mi sembra un Jobs ghost» ROMA «Basta con i palloni gonfiati che promettono posti di lavoro attraverso le riforme». Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, scende dal palco della festa dell Udc e spara a zero contro Matteo Renzi e il Jobs Act, la riforma del lavoro all esame del Senato che questa settimana entra nel vivo con il dibattito sui licenziamenti e sull articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. «Sono cinque governi di fila che promettono più occupazione ma poi nessuno ci riesce» aggiunge Bonanni, tornando indietro nel tempo fino all ultimo governo Prodi. Poi il segretario della Cisl cambia nome alla riforma presentata da Renzi: «Non parlerei di Jobs act ma di Jobs ghost (fantasma, ndr). Nessuno ha potuto leggere la proposta dettagliata. Spero si recuperi in trasparenza e Il segretario Cisl «Nessuno ha letto il piano dettagliato, ora più trasparenza» DAL NOSTRO INVIATO BARI Le contestazioni sono marginali, ma lo tallonano. Lui gira in lungo e largo la Puglia, dal Gargano allo Ionio, sino a Bari e poi a Mola di Bari, e una volta sono i medici che non ha potuto incontrare nel corso della visita all Ilva, un altra i precari del capoluogo pugliese, che gli offrono simbolicamente un gelato, oltre ai fischi, al suo ingresso alla Fiera del Levante, e poi ci sono anche una cinquantina di scalmanati che cercano di forzare i cordoni della polizia in prefettura, a Taranto. Lui ignora quasi tutto, si muove in elicottero fra una tappa e l altra, improvvisa riunioni con i sindaci che contestano il progetto del gasdotto Tap, e risponde all Europa: a Milano c è una riunione dell Ecofin e il botta e risposta con la Commissione Ue prosegue. La premessa che porta all inaugurazione della Fiera ha il sapore della rivendicazione, se il Paese si appresta a fare delle riforme che non a tutti piaceranno, c è forse da mettere le mani avanti, «dopo anni di ubriacature per soluzioni tecniche o tecnocratiche è arrivato per la politica il momento di fare la propria parte». La metafora di una convinzione, questa volta, è mutuata dal pallone: Tra gli alluvionati La solidarietà del capo del governo agli agli alluvionati Contestato a Taranto si vede come «un allenatore che ha la testa dura, e va avanti senza mollare di un centimetro, e per la prima volta sugli spalti c è gente che fa il tifo perché la squadra vinca». Che la squadra, la sua, debba giocare e vincere la partita, lui continua a non avere dubbi, «da venti anni in Italia c è una malattia che si chiama riformite, le riforme si annunciano e non si fanno», non sarà così per il suo governo, sembra sottointeso, anche «se non credo che le riforme ci salveranno, almeno da sole, ma sono il minimo per continuare a guardarsi nello specchio». In Europa invece sono quasi più ottimisti, le riforme che ci chiedono e non abbiamo ancora fatto sono decisive, ma «vanno attuate» dice il commissario La carezza Il gesto d affetto di Matteo Renzi verso Nichi Vendola. A destra, il presidente della Fiera del Levante Ugo Patroni Griffi (Fotogramma) La giornata Taranto Ieri Renzi a Taranto ha visto i rappresentanti dei lavoratori e delle istituzioni locali sul caso Ilva. Davanti alla prefettura, uno striscione di protesta (foto sotto, Ansa) Peschici Prima, nella mattina, il premier a Peschici (Foggia) ha incontrato i sindaci del Gargano colpito dall alluvione. Renzi ha effettuato un sopralluogo in elicottero (foto sopra) Bari Il premier è poi intervenuto all inaugurazione della Fiera del Levante. Al termine ha incontrato i 40 sindaci salentini che protestavano contro il gasdotto Tap Jyrki Katainen, intendendo che finora, forse anche il governo Renzi, ne ha parlato troppo. Mentre a Peschici chiedono conto dei soldi per risollevare l agroalimentare («non vi lasceremo soli», promette il capo del governo), mentre la commissione di Bruxelles dice che finora ha visto più parole che fatti, il premier ha anche lui qualcosa da chiedere, «Juncker è stato eletto con un programma che prevede investimenti per 300 miliardi di euro. Non facciamo piagnistei ma chiediamo di rispettare quanto scritto in quel programma, chiediamo conto» di quei soldi, «visto che siamo l Italia, siamo alla guida della Ue e dobbiamo essere capaci di farci sentire, l Europa non può essere solo spread». Uno degli argomenti del giorno è il progetto Tap, gasdotto che parte da Baku, dove Renzi andrà sabato prossimo, e che secondo gli accordi con il governo azero, siglati già da Enrico Letta, dovrebbe portare gas sino alle coste pugliesi. Da queste parti non lo vuole quasi nessuno, almeno fra i sindaci. Renzi sottolinea due cose. Uno: «Chi dice no non può dire stop, non è possibile che si blocchi un opera che parte dall Azerbaijan». Due: «Se volete trovate voi un alternativa, uno sbocco diverso, viceversa si fa dove stabilito». A Taranto invece c è da sfatare qualcosa che sembra ormai assodata per tanti, per troppi secondo il premier: per l Ilva come per altri luoghi industriali «si vuol far credere che diritto a salute e diritto a lavoro non possano convivere, non è vero, Taranto e la siderurgia sono l esempio che crescita, salute e investimenti siderurgici si possono combinare. L Ilva è una questione nazionale e bisogna vincere la scommessa di fare produzione industriale nel rispetto dell ambiente», dice all uscita dalla prefettura. Alla fine della giornata un proverbio africano riassume lo stato del premier, «certo tutto si poteva fare prima, ma se il momento migliore per piantare un albero è venti anni fa è anche adesso, non si molla e si va avanti». La stessa cosa a Peschici, portando conforto a imprenditori e cittadini alluvionati, con la promessa, vaga, di passare le vacanze del prossimo anno proprio in Gargano. Marco Galluzzo che via via sia una discussione alla luce del sole». Bonanni dice che anche la Cisl sarà in piazza. Al momento, però, i sindacati procedono in ordine sparso. La Fim, i metalmeccanici della Cisl, organizzerà un presidio davanti a Palazzo Chigi per il 30 settembre. La Cgil ha annunciato una manifestazione nei primi dieci giorni di ottobre, mentre la Fiom, i metalmeccanici della stessa Cgil, hanno già fissato per il 25 ottobre un corteo a Roma accompagnato da uno sciopero di otto ore. «Con gli altri segretari ci sentiamo con frequenza credo ci saranno molte iniziative unitarie e non», dice il numero uno della Cgil, Susanna Camusso. Che aggiunge: «Il tasso di disoccupazione ha bisogno di risposte, serve una proposta che unisca il mercato del lavoro». L. Sal. Palazzo Chigi Da Palazzo Vecchio anche l uomo che dovrà rispondere alle mail di matteo@governo.it Il leader amplia lo staff. Da Firenze il «tuttofare» La segreteria al completo costerà un milione e 300 mila euro. In squadra pure Nicodemo FIRENZE Dal segretario particolare Franco Bellacci, una specie di «sono Wolf, risolvo problemi» mutuato dal personaggio del film Pulp Fiction, al «risponditore» Pilade Cantini, già dipendente di Palazzo Vecchio, che gestirà la corrispondenza con le migliaia di cittadini che scrivono al premier. Sono due delle ultime sette assunzioni che completano la segreteria di Matteo Renzi, che con quest ultima tranche di fedelissimi conta di far viaggiare a dovere la sua «macchina» sei mesi dopo essere arrivato a Palazzo Chigi. Quasi tutti fiorentini e di fiducia, anche per chiudere gli spifferi nei corridoi, dove le informazioni corrono troppo ogni volta che qualche compito delicato viene delegato a qualcuno fuori dal cerchio più stretto. A regime, la segreteria al completo costerà circa 1,3 milioni l anno, mila euro in meno rispetto a quella di Enrico Letta. Il decreto con le ultime assunzioni a tempo determinato è alla firma del presidente, che ha formalizzato anche la collaborazione con il governo di 15 consiglieri giuridico-economici (tra cui anche l ex assessore alla Cultura di Palazzo Vecchio, Giuliano da Empoli), tutti consulenti, a differenza della segreteria, a titolo gratuito che percepiranno solo rimborsi spese. Da Palazzo Vecchio arriverà nei prossimi giorni Franco Bellacci, detto «Franchino», uno dei pochi abituato all attivismo del premier e pronto a risolvere i suoi piccoli-grandi problemi pratici: La squadra Gli incarichi Da Palazzo Vecchio Dal Comune di Firenze arriverà anche Pilade Cantini: risponderà alle mail che arrivano all indirizzo matteo@governo.it. Giovanni Palumbo, già dirigente a chiamata di Palazzo Vecchio, a Palazzo Chigi sarà a capo della segreteria tecnica Consiglieri Il decreto, che aspetta la firma di Renzi, formalizzerà anche la collaborazione con il governo di 15 consiglieri giuridico-economici (tra cui Giuliano da Empoli): a differenza della segreteria, i consulenti sono a titolo gratuito e percepiranno solo rimborsi spese Factotum Franco Bellacci, 46 anni, già capo della segreteria di Renzi a Palazzo Vecchio, risolverà i problemi pratici del premier Partito Francesco Nicodemo, 36 anni, viene dalla segreteria Pd dal computer che si blocca all alba alle slide da preparare a notte fonda. C è un segreto per riuscire a sopportare i ritmi di Renzi? «Tanta voglia di lavorare e altrettanto sacrificio. Poi è chiaro: bisogna fare rinunce, ma le soddisfazioni non sono mai mancate raccontò Bellacci al Corriere Fiorentino. Semmai il vero segreto è che ci vuole l umiltà di affrontare con la stessa attenzione i problemi semplici e quelli complessi. E poi, per stare dietro a Matteo ci vuole il fisico: io, ad esempio, ho dovuto perdere 20 chili». A Roma si trasferirà anche Pilade Cantini, che prima di arrivare a Palazzo Vecchio era stato assessore in un Comune del Pisano per Rifondazione Comunista. Un curriculum politico opposto a quello del moderato Renzi, che di Cantini apprezza le capacità letterarie, tanto da chiamarlo per rispondere alle migliaia di mail che ogni giorno arrivano a matteo@governo.it. Il decreto prevede anche l assunzione di Elena Ulivieri, moglie di Cantini. A capo della segreteria tecnica arriverà a Palazzo Chigi Giovanni Palumbo, già dirigente a chiamata del Comune di Firenze. Dal Pd si sposterà invece Francesco Nicodemo, che lascerà il suo posto al Nazareno pochi giorni prima che Renzi nomini la nuova segreteria. Nicodemo, napoletano, laureato in Lettere ed esperto di social network e social media, gestirà la comunicazione del governo via Facebook, Twitter e altre piattaforme di dibattito virtuale. Infine, anche se al di fuori dalle nomine di questo decreto, il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi avrà un portavoce ufficiale: Luca Di Bonaventura, ex giornalista dell Ansa, che finora aveva seguito il sottosegretario Luca Lotti, braccio destro del premier. Claudio

7 Corriere della Sera Domenica 14 Settembre 2014 italia:

8 italia: Domenica 14 Settembre 2014 Corriere della Sera 8 Primo Piano Giustizia Le nomine bloccate Il Pd blinda Violante, FI prende tempo Guerini rilancia il candidato per la Consulta: domani scrutinio decisivo Gli azzurri tentati dalla scheda bianca. Le voci di un sondaggio con Coppi ROMA Lorenzo Guerini, vicesegretario del Partito democratico e plenipotenziario di Matteo Renzi, per ora blinda la candidatura di Luciano Violante alla Consulta. «Ma è in bilico quel nome dopo il ritiro di Antonio Catricalà?», gli è stato chiesto dal Giornale Radio Rai: «Assolutamente no, Violante ha i requisiti di competenza e di autorevolezza per svolgere questo importante incarico», è stata la risposta di Guerini. Ma il vice di Renzi sa bene che se anche lo scrutinio segreto di domani dovesse risolversi in una fumata nera, per l ex presidente della Camera la strada diventerebbe sempre più in salita. Infatti, sul nome di Violante non è poi così scontata la collaborazione di Forza Italia necessaria per raggiungere il quorum di 570 voti, 3/5 degli aventi diritto perché si trova nella condizione di avere consumato un candidato (Antonio Catricalà si è ritirato dopo essersi fermato a 368 voti) senza averlo ancora sostituito con uno nuovo, nella fattispecie il senatore Donato Bruno che pure ha già una base di partenza di 120 voti. Lo scenario che teme di più il Pd è l atteggiamento attendista di FI che domani pomeriggio, in assenza di un accordo interno al partito sul nome di Bruno o di un altro candidato, potrebbe votare scheda bianca facendo così scendere i voti già ottenuti da Violante (468) e allontanandolo quindi dal traguardo fissato a quota 570. E Il ritorno in Aula Le votazioni riprendono domani pomeriggio: difficilmente si potrà contare sulla presenza di un alto numero di parlamentari domani, lunedì, giornata anticipata di rientro a Roma dei parlamentari, il quorum è ad altissimo rischio causa assenze e ritardi di treni ed aerei. Al secondo scrutinio di giovedì scorso ha preso una manciata di voti, undici per l esattezza, anche il costituzionalista Augusto Barbera che viene accreditato come il «candidato ideale» per Matteo Renzi. Però, fanno notare gli strateghi dell aula del Pd, questo nome, come altri alternativi a Violante, andava speso fin dall inizio perché l esperienza insegna che un cambio di cavallo in corso d opera finirebbe in un bagno di sangue in casa dem. Per questo Guerini si è esposto alla radio del servizio pubblico. «Nel Pd su Violante c è stata una forte convergenza, al momento del voto abbiamo dimostrato che i gruppi parlamentari sul nome hanno tenuto in maniera significativa». Guerini non aggiunge altro sui 70 e rotti voti che la maggioranza ha fatto mancare a Violante e poi tende la mano a Forza Italia che ora è impegnata a rimpiazzare Catricalà: «Non accettiamo indicazioni a scatola chiusa però abbiamo la disponibilità e la responsabilità per convergere su nomi condivisi per sostenerli insieme». Ora aspettando la scelta di FI Giovanni Toti ha ricordato le diverse sensibilità espresse La rosa I democratici per ora non vogliono spendere altri nomi, come quello di Barbera, perché ritengono pericoloso un cambio in corsa dal partito «con voti a Catricalà, Bruno e Pecorella», mentre qualcuno parla di inutili tentativi fatti con il professor Franco Coppi tra gli azzurri lavora nell ombra il partito che per tanti motivi non vuole Violante alla Consulta: «Per molti di noi è indigeribile a meno che il suo nome non venga accoppiato a quello di un nostro candidato che ha le caratteristiche dell avvocato Niccolò Ghedini», dice un parlamentare azzurro molto addentro ai temi della Giustizia. Dunque, rivela la stessa fonte azzurra, la nuova intesa tra Renzi e Berlusconi per la Consulta dovrebbe poter prevedere un passo indietro anche da parte del Pd: «Per noi, se loro votano Donato Bruno, andrebbero bene il professor Stefano Ceccanti o la senatrice Anna Finocchiaro...». Il voto segreto, tuttavia, è governato da imprevedibili correnti carsiche che riguardano tutti i partiti. Precisa infatti il socialista Enrico Buemi, senatore eletto nelle liste del Pd: «Il voto segreto non è leziosità politica ma libertà di discernimento per i parlamentari». E visto che domani si rivota anche per i 5 consiglieri laici del Csm ancora non eletti, il vice presidente della Camera Luigi Di Maio (M5S) stuzzica il Pd: «Io credo che nel patto del Nazareno non solo rientrava Catricalà ma anche persone come Luigi Vitali (ex deputato azzurro, ndr) che ora il Pd e Forza Italia stanno votando per il Csm. Ma Vitali è imputato a Napoli per falso...e ora lui rischia di essere eletto nell organo che deve giudicare il magistrato che deve giudicare Vitali». Il centrista Pier Ferdinando Casini ricorda infine che, in caso di impasse prolungato nelle elezioni per completare gli organi costituzionali, ci si trova davanti a «un caso di scuola tipico di motivazione di scioglimento del Parlamento». Dino Martirano A Palermo Carceri piene, Boldrini: riabilitazione ostacolata 120 i voti ottenuti dal candidato per la Consulta Donato Bruno. Il senatore di Forza Italia ha raccolto i consensi dei parlamentari che si opponevano all elezione dell ex presidente dell Antitrust Antonio Catricalà Il retroscena Le divisioni dei democratici La voglia di rivalsa della minoranza E Orfini punta il dito contro il voto segreto: «È un malcostume» ROMA Due giorni di fuoco per il Partito democratico. Domani si ricomincia con il voto per la Consulta e si capirà se Luciano Violante sarà riuscito a spuntarla o ancora no. Se non fosse così, si dovrà decidere se restare fermi su questo nome o trovarne un altro. Il tutto mentre sta per arrivare la Direzione del partito, martedì, che dovrebbe sancire una nuova segreteria «unitaria». Di unità, in realtà, nel Pd per ora ce n è poca. Resta alta la tensione e la vicenda della Corte costituzionale è la cartina di tornasole di un partito nel quale si incrociano i malumori contro il dirigismo di Matteo Renzi, l ostilità al patto del Nazareno e la voglia di rivalsa della minoranza interna. Il partito riproporrà il nome di Violante come suo candidato alla Consulta: «È stata una scelta condivisa, dopo un confronto con i capigruppo Zanda e Speranza spiega la vicesegretaria Debora Serracchiani Su 400 parlamen-

9 Corriere della Sera Domenica 14 Settembre 2014 italia: Primo Piano 9 Visitando il carcere minorile Malaspina, ieri a Palermo, la presidente della Camera Laura Boldrini è intervenuta sul tema del sovraffollamento negli istituti di pena: «È un ostacolo alla riabilitazione dei detenuti. Il parlamento si è occupato di questo, facendo proprio il monito del Capo dello Stato che ha ricordato la sentenza della Corte di Strasburgo». Meglio il fronte della giustizia minorile: «Stiamo dando un esempio di buone pratiche. La questione carceraria comunque rimane all ordine del giorno della politica». In ogni caso, ha precisato, un indulto «non è tra le priorità». Pur senza entrare nel merito Fu tra i fondatori di «Repubblica» della riforma, la presidente della Camera ha parlato anche di giustizia: «Spero si vada nella direzione di rendere la nostra giustizia più efficace e veloce, perché i tempi sono richiamo della giustizia europea». Sono stati i giovani detenuti a fare de guida alla Boldrini, mostrandole alcune delle attività svolte nell istituto: nella cucina le hanno offerto piatti preparati da loro (nella foto, accanto alla presidente, lo chef Angelo Capuana che ha curato il corso di cucina). Qui «i giovani imparano a fare i cuochi, i bagnini o gli istruttori di nuoto ed escono con qualcosa in mano», ha detto. Addio a Melega, giornalista e deputato radicale Il messaggio di cordoglio di Napolitano È morto venerdì notte all ospedale di Venezia dopo una breve malattia lo scrittore, giornalista e politico Gianluigi Melega. Era nato a Milano il 12 gennaio Dopo un inizio a Il Giorno e a L Europeo (che ha anche diretto tra il 76 e il 77), è stato tra i fondatori di Repubblica. Autore di diversi libri, militante radicale, è stato deputato tra il 1979 tari circa ne saranno venuti meno Il problema è stato di Forza Italia. Non vedo motivo per cambiare». Sulla stessa linea c è Stefano Fassina, il quale nega che il nome di Violante, insieme a quello di Legnini, sia un tentativo di coinvolgere la minoranza: «È una candidatura di tutto il partito, non è uno scambio. E non ci sono ripensamenti». Sulla vicenda Violante c è l incubo dei 101 di Prodi. Quando Roberto Speranza annunciò il suo nome, un dirigente della minoranza gli evocò apertamente la possibilità di un «remake di Marini», il primo a essere impallinato dai franchi tiratori del Pd per il Quirinale. Allarga le braccia Matteo Orfini: «Non vedo segni di cedimento, ma si sa che in Italia e il Il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio di cordoglio alla compagna di Melega Irene Bignardi: «Ho appreso con tristezza la notizia scrive il presidente della Repubblica ne ricordo l appassionata attività nel giornalismo e in Parlamento». Il fronte interno Ancora incerta la partita per la segreteria unitaria. E Civati chiude la porta: «Nessuno mi ha chiesto niente» La strategia Il leader di Forza Italia punta a un intesa sulla legge elettorale Berlusconi conferma i patti: ma teniamoci pronti per le urne La bocciatura di Catricalà indebolisce la linea filo governativa Lo scenario Si rafforza l idea che il premier pensi al voto anticipato per evitare gli effetti della mancata ripresa e arginare gli avversari interni ROMA La linea resta la stessa, perché questo vuole Berlusconi: sulle riforme si continua a collaborare, visto che «ci siamo impegnati e il nostro ruolo è trasparente», l opposizione si farà con dichiarazioni anche dure ma atti non feroci, e sulla legge elettorale bisognerà cercare l intesa migliore possibile. Perché è vero che, dipendesse dal Cavaliere, si potrebbe tranquillamente andare avanti ancora un paio d anni così con Renzi che governa nella fatica perdendo consensi e Forza Italia che si riorganizza, ma la realtà è che le cose potrebbero andare in ben altro modo. È da qualche giorno infatti che ad Arcore si respira un aria diversa rispetto agli ultimi tempi. La sensazione è che tenere vivo il patto del Nazareno e magari ampliarlo anche ad altri terreni oltre a quello delle riforme e della legge elettorale stia diventando sempre più difficile. Il malumore che si respira nel partito, la difficoltà di una linea considerata troppo filo-governativa, sono emersi in maniera eclatante nel voto sui giudici della Consulta, con la bocciatura di Catricalà da parte di almeno un terzo degli azzurri. Un messaggio che a Berlusconi e ai suoi è arrivato forte e chiaro: non solo in FI, ma anche nel Pd il Patto del Nazareno è sempre meno sopportato. Non è solo Raffaele Fitto, che ieri ha chiesto ai suoi un deciso cambio di passo verso una «seria» e più dura opposizione, a rappresentare il dissenso, che è ben più esteso anche se silenzioso. Anche ai vertici si ragiona su quello che dovrà essere il «posizionamento» nelle prossime settimane. Perché il quadro potrebbe cambiare rapidamente. Berlusconi e i suoi si stanno infatti convincendo che Renzi voglia andare al voto anticipato per evitare che le difficoltà economiche della ripresa e il possibile ritorno dei suoi avversari interni lo mettano all angolo: «A lui potrebbe convenire è il ragionamento di Berlusconi dobbiamo tenerci pronti. E cercare di ottenere il massimo possibile dalla e anche nel Pd c è questa situazione surreale per cui c è gente che pensa di poter votare quello che vuole a voto segreto, nonostante si sia deciso tutto insieme. È un malcostume che non si riesce a debellare». Il voto sulla Consulta non sarà irrilevante anche per la Direzione, convocata per martedì pomeriggio, e che nelle intenzioni di Renzi dovrebbe varare la nuova segreteria unitaria. Per i bersaniani si fanno i nomi di Enzo Amendola, Andrea Giorgis e Micaela Campana. Per i cuperliani di Andrea De Maria e Francesco Laforgia (ma ne passerà solo uno). Dovrebbero restare fuori i civatiani, come spiega lo stesso Pippo Civati: «Non siamo interessati solo a un giro di nomi. O si cambia davvero e si riapre la A Sutri Matrimonio per il ministro Franceschini Matrimonio per il ministro della Cultura Dario Franceschini. Si è sposato ieri nel municipio di Sutri, piccolo centro in provincia di Viterbo, con Michela Di Biase, consigliere comunale pd nella Capitale (Mistrulli) legge elettorale». E Toti anche in pubblico ci scherza ma non troppo: «Guardate che Renzi ci porta al voto a marzo...». In realtà, gli scenari possibili secondo il vertice azzurro sono tre: il primo, «improbabile», è che Renzi sparigli, sfidi l Europa sul debito e ne esca alla grande. Il secondo è che, anche per «la spinta che viene dai centristi della maggioranza che non vogliono rimanere soffocati», apra a una collaborazione organica con FI, quella che in sostanza continua a proporgli Renato Brunetta quando gli sottopone l alternativa «o un governo di coesione nazionale o si vada al voto». Il terzo, appunto, è che si vada ad elezioni anticipate, con una nuova legge elettorale e mantenendo il Senato, il che garantirebbe tanti uscenti. «Se così fosse dice Berlusconi bisogna farci trovare pronti, non divisi e litigiosi, ma con un centrodestra riorganizzato: le coalizioni non sono così lontane tra loro...». Per questo il Comitato ad hoc formato da Matteoli, Verdini, Toti, Brunetta e Romani sta cercando di stringere i tempi per arrivare a un intesa sulle Regionali con gli alfaniani ma anche con la Lega, che continua con Salvini a dire no al patto con Ncd. Schermaglie, secondo Toti: «Le corse in solitaria sarebbero totalmente irrilevanti e i leghisti, a partire da quelli sul territorio, lo sanno bene...». Ma la strada resta ancora in salita e Berlusconi non ha interesse a far precipitare la situazione: è e resta ancora incandidabile, e un suo successore pronto nonostante nel suo cerchio magico si continui ad evocare la staffetta con i figli Marina o Piersilvio ancora non c è. Da lui, insomma, non arriveranno strappi. Ma una trattativa serrata sull Italicum che Renzi ha chiesto venga votato al più presto quella va fatta. Tenendo conto anche delle richieste dei possibili alleati: dunque sì a un abbassamento delle soglie ma solo per chi si coalizza e sì all innalzamento anche al 40% della percentuale oltre la quale non si ricorre al ballottaggio per ottenere il premio di maggioranza. Potrebbe essere questo il piatto forte del prossimo incontro tra Berlusconi e Renzi, che sembra imminente ma che ancora non è stato fissato. Perché tornare indietro dal patto del Nazareno non si può, ma andare avanti è molto, molto difficile. Paola Di Caro discussione, o altrimenti stiamo bene come stiamo. Ma certo, un primo impedimento c è: nessuno mi ha chiesto niente. Se arrivano telefonate un ora prima della Direzione, diventa un po complicato ragionare di una segreteria unitaria». Civati è la voce più critica del Pd e anche su Violante si allinea alle parole di Franco Monaco: «Aveva chiesto che per la Consulta si puntasse su figure al di sopra della politica e credo sia stata una richiesta giusta». Ma anche le altre minoranze hanno fatto sapere di non essere facilmente allineabili. Lo ha fatto Pier Luigi Bersani, che ha chiesto di «discutere prima su cosa è il Pd». E lo hanno fatto altri, chiedendo un documento che segni la svolta. Documento che Renzi non ha intenzione di firmare, perché, come spiega Serracchiani, «non credo sia il caso di aprire discussioni che potrebbero apparire più congressuali che politiche». La vicesegreteria chiarisce: «I luoghi della discussione non ci sono mai mancati. Abbiamo fatto 11 direzioni nazionali. Non possiamo fare un congresso perenne. Ciò non toglie che si possa e si debba ragionare insieme». Serracchiani sottolinea i buoni rapporti con una parte dell opposizione: «In questi mesi con Speranza, Orfini e molti di loro c è stato un dialogo aperto e costante». Orfini è in linea: «Eviterei un dibattito su come viene ora gestito il partito, perché appassiona solo noi e non gli italiani. Non siamo ai tempi supplementari delle primarie». Fassina si incarica però di spiegare che non basta una girandola di nomi: «Ci sono nodi politici da affrontare. Non ha senso parlare di segreteria unitaria se prima non si parla di legge di stabilità, delega sul lavoro e legge elettorale». Alessandro Trocino Il capogruppo azzurro Romani avverte: il candidato dem? Ora si riparta da zero con un nuovo accordo ROMA «Basta guardare i numeri che hanno ottenuto Catricalà e Violante: Forza Italia, con 120 parlamentari, ha certamente rispettato il patto tra i partiti più di quanto non abbia fatto il Partito democratico, che di parlamentari ne ha ben ». Il presidente dei senatori azzurri, Paolo Romani, parte da questa analisi politicoaritmetica per potere affermare che, «a questo punto, si ridiscute tutto: il nuovo patto per la Consulta è complessivo... Si riparte da zero. Ma sono fiducioso che lunedì pomeriggio troveremo la soluzione». Se l accordo non si trova, lunedì FI voterà scheda bianca? «Mi sembra impossibile che non si trovi un intesa». Dopo la rinuncia di Antonio Catricalà, il candidato di FI è Donato Bruno? Lui ha già ottenuto 120 voti. «Per decidere sulla candidatura abbiamo ancora tempo. In realtà, Bruno è un candidato non candidato. Lui non si è mai candidato, non è Le mosse Il profilo Bruno non è il terminale di una fronda interna, ha tutti i requisiti portato da nessuno e ha ricevuto tutti quei voti, non solo dal suo partito ma anche da altri, come attestato di stima». Bruno viene considerato la bandiera della fronda interna a FI. È così? «Bruno non è il terminale di una fronda interna, ha solo ricevuto un attestato trasversale di stima in Parlamento». A questo punto, se il Pd non ha problemi a votare Bruno, voi potreste votare Violante e così la partita per la Corte si chiude domani. «Teoricamente Violante e Bruno hanno tutti i requisiti per la Corte. Però la discussione va conclusa. È Violante che finora non ha ricevuto il parere favorevole della maggioranza qualificata del Parlamento. Il siluramento di Catricalà e la mancata affermazione di Violante ai primi due scrutinii non suona come una sconfessione del patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi? «Nel segreto dell urna si addensano maldipancia di ogni genere. Che vanno ben oltre il patto del Nazareno e riguardano vecchi rancori interni ai partiti, la riforma costituzionale del Senato, la legge elettorale. I 101 no a Prodi sono un esperienza ancora molto recente». Con l uscita di scena di Catricalà, Forza Italia considera tramontata anche la candidatura di Violante? «Mi auguro che si arrivi a breve a un accordo complessivo. Vorrei ricordare che mancano all appello anche 5 componenti laici del Csm. I nostri candidati (Casellati e Vitali ancora non eletti, ndr) non hanno nulla di meno rispetto a quelli del Pd». D.Mart.

10 italia: Domenica 14 Settembre 2014 Corriere della Sera 10 Primo Piano Giustizia Le polemiche Ferie, rivolta via web dei giudici E Orlando apre a modifiche Le toghe contro lo slogan del governo: basta umiliazioni ROMA La sfida continua, pungente e diretta. Sul sito Internet di Palazzo Chigi, intitolato «Passo dopo passo» per accompagnare il cammino delle riforme nei «mille giorni per cambiare l Italia», campeggia uno slogan perentorio: «Meno ferie ai magistrati, giustizia più veloce». Poi l annuncio sulla riduzione da 45 a 30 giorni l anno, introdotta con l articolo 16 del decreto legge in vigore da ieri. E subito è scattata la reazione delle toghe. Un miscuglio di stupore, indignazione e rabbia affidato ai messaggi di posta elettronica. Un dialogo a distanza sulle mailing list da cui emerge la voglia di rispondere per le rime a quella che viene considerata una provocazione bella e buona. Dalle Marche un pubblico ministero denuncia «l esplicito additarci come fannulloni che lavorano poco e a cui addebitare le disfunzioni della giustizia (che verranno risolte anche e specie grazie alla riduzione ferie magistrati), nell ambito di roboanti riforme di facciata e slogan privi di reale efficacia e serietà». E accusa: «Quale altra categoria è così umiliata e derisa? Cos altro per reagire, ma davvero e senza timidezze e senza calcoli ragioniereschi per la riduzione del danno? Avrà ragione il premier quando ci irride col suo brrr che paura?». Quella battuta di Renzi in risposta alla protesta dell Associazione nazionale magistrati, ha lasciato il segno. Anche in chi replica che, ad esempio, nei 45 giorni era compreso un periodo necessario a smaltire provvedimenti per cui non è prevista la sospensione dei termini di deposito; in pratica, se un giudice Le altre novità della riforma Arbitrati: le liti affidate a un collegio di avvocati 1 Il decreto prevede la possibilità di affidare a un collegio arbitrale formato da avvocati le controversie. Sono escluse dalla possibilità dell arbitrato quelle in materia lavoristica e su diritti indisponibili. Il lodo finale ha valore di sentenza pronuncia una sentenza alla vigilia delle ferie, deve comunque motivarla e consegnarla alla scadenza prevista. «Non vogliamo far paura a chicchessia spiega una magistrata che lavora in Sardegna, ma sarebbe educato l ascolto prima di ogni decisione». Le rivendicazioni dell immediato sono riassunte nella richiesta di un giudice pugliese: «Di fronte alla demagogia dell attuale classe politica, non credo ci sia molto da fare. A questo punto, però, al nostro interno dobbiamo pretendere che, almeno a fini disciplinari, i termini per il deposito dei provvedimenti siano considerati sospesi durante le ferie». Il sottosegretario alla Giustizia Ferri leader della corrente Magistratura indipendente «prestato» al governo annuncia una correzione per sospendere quei termini. Ipotesi confermata dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, ma è probabile che sul punto debba intervenire il nuovo Consiglio superiore della Negoziazione assistita: più spazio agli accordi 2 I legali della parti possono trovare un accordo per una composizione amichevole della controversia. La procedura deve durare almeno un mese. Dovere dell avvocato è informare preventivamente il cliente di questa possibilità alternativa Guazzaloca: l Emilia è nella palude, anche per il vuoto del centrodestra DAL NOSTRO INVIATO BOLOGNA A pensarci bene tutto è cominciato con lui. «La sinistra che perdeva nella sua roccaforte era al tempo stesso conseguenza e segno evidente di un modus governandi e di una egemonia culturale agli sgoccioli. La destrutturazione del partito è cominciata allora. Fu una rottamazione ante-litteram». Lo chiamavano il macellaio. In quel 1999 fatale per l ex Pci-Pds, divenne un fenomeno studiato in Italia e all estero. Il liberale montanelliano che aveva fatto cadere il muro di Bologna. Nonostante gli anni che passano e le prove che la vita gli riserva, Giorgio Guazzaloca possiede sempre quell impasto di intelligenza, bonomia, e amore per la sua terra che furono ingredienti di una vittoria miracolosa. E poi cosa accadde? «Proprio nulla. I successi elettorali sono fondamenta di una casa da costruire. La coalizione che mi aveva sostenuto Le sentenze Proteste per il lavoro durante le vacanze e l ipotesi di una sospensiva dei termini non aprì mai il cantiere. Rinunciò a priori». Una scelta consociativa? «Anche. Resta il fatto che in Emilia-Romagna il centrodestra non ha mai schierato i suoi uomini migliori. Ha sempre mostrato debolezza e subalternità». Effetti collaterali? «Un vuoto pneumatico che crea problemi soprattutto al Pd, come dimostrano le vicende di questi giorni». Ci spiega il paradosso? «Prendiamo Bologna. Per riparare il danno-guazzaloca e mascherare le difficoltà locali, dovettero ricorrere al Papa straniero, Sergio Cofferati, una personalità forte, quindi problematica per gli ex Pci-Pds». Non si lasciarono bene. «Appunto. Dopo arrivò Flavio Delbono, che però non apparteneva a quella stirpe, ed è durato poco per le note ragioni. Adesso il cerchio si chiude con Virginio Merola, che è dei loro». Il prezzo di questo ritorno al via? «Bologna è una città che ha perso rilevanza a livello nazionale e locale. Gli organi intermedi di governo sono esausti in quanto prodotti di una filiera che si riproduce all infinito. La palude». Vale lo stesso per la Regione? «La dinamica è uguale. Dopo l addio di Vasco Errani prevale l istinto di autoconservazione. Dietro al modello sventolato come una bandiera c è solo la lotta per la manutenzione di un sistema di potere logoro. La storia recente, depurata dai passaggi stucchevoli sull Emilia-Romagna bella, buona e rossa, dice che l attuale classe politica era già stanca nel Immagini come si senta oggi, assediata dalla rottamazione». Alle Europee Renzi qui ha fatto il pieno. «La base è la stessa, ricompattata dall assenza di alternative. Votano Renzi come votavano Pajetta». L attuale centrodestra? «Partiti senza forza, nessuna idea di lista civica che dia valore aggiunto. Abbonati alla sconfitta e all elemosina dei vincitori». Nessuna alternativa alla perpetuazione della specie? «Non ora. Ma non durerà in eterno. Il ceto produttivo di questa regione è di gran lunga migliore di quello politico. Prima o poi arriverà qualcuno che farà crollare nuovamente il muro». Marco Imarisio L annuncio Sul sito del governo passodopopasso.italia.it la «slide» su una delle misure più discusse della riforma: «Meno ferie ai magistrati scrive Palazzo Chigi giustizia va più veloce» Pagamenti e processi: una misura contro i ritardi 3 In assenza di un diverso accordo tra le parti, il tasso di interesse nel corso di un procedimento viene equiparato a quello per i ritardi nelle transazioni commerciali. La misura è finalizzata a mettere un freno alle condotte processuali dilatorie Nuovi strumenti per far eseguire le sentenze 4 Viene resa più efficace la fase esecutiva delle sentenze. Possibilità di accesso telematico alle banche dati pubbliche per individuare la situazione patrimoniale del debitore e dei suoi beni che possono essere aggrediti per far eseguire la sentenza magistratura. Ma l organo di autogoverno non riesce a entrare in funzione perché il Parlamento continua a non completare l elezione dei componenti «laici». Perciò il coordinamento di Area, cartello che riunisce le due correnti di sinistra dell Anm, ribadisce che «sarebbero auspicabili una votazione rapida e nomi di alto profilo intellettuale e competenza giuridica»; un modo per dire, senza dirlo, che quelli scelti finora non hanno queste caratteristiche. Al di là dei suoi effetti concreti, il taglio delle ferie abbinato alla velocizzazione dei tempi della giustizia fa nascere il sospetto di altre manovre. «Gli interventi sul nostro status giuridico ed economico servono anche a stroncare in radice le critiche sugli altri aspetti della riforma avverte un giudice lombardo, come peraltro il premier ha già dimostrato asserendo che il duro comunicato dell Anm muove da ragioni di interesse personale; dal punto di vista comunicativo la strategia è geniale». Per trovarne una altrettanto efficace molti invocano «un assemblea generale straordinaria» dell Associazione. E per un pm romano che invita a «tenere i nervi saldi» poiché bisognerà «abituarsi all idea di avere qualche dispiacere al nuovo corso», c è una giudice della Toscana che considera la battaglia ormai persa: «Di che dovremmo parlare, di progetti di riforma che sono già riforma? Un lavoro inutile, vado a scrivere sentenze». Dopo l annuncio governativo, un magistrato veneto ironizza sul «prevedibile passo successivo: giustizia penale più veloce, il governo aumenta le ferie ai pubblici ministeri; oggi 45 giorni, domani minimo 60». E sembra irridere il Guardasigilli: «Chi l avrebbe detto che a risolvere i problemi della giustizia bastasse davvero la maturità scientifica?». Su un piano diverso dallo sberleffo la mette Claudio Castelli, presidente aggiunto dei giudici per le indagini preliminari a Milano, già ai vertici dell Anm ed ex componente del Csm: «Ridurre le ferie, adombrando che sia una soluzione ai problemi della giustizia, significa insinuare una falsità, riproporre una visione del magistrato impiegatizia e burocratica, e porta a ulteriori conseguenze dagli effetti estremamente negativi proprio sul versante del recupero di efficienza. Non basta la volontà di cambiare le cose, occorre anche conoscerle ed approfondirle tecnicamente, altrimenti le conseguenze possono essere disastrose». Giovanni Bianconi Il caos del dopo Errani Il consigliere M5S Defranceschi, indagato come capogruppo, si candida alle primarie del Movimento per la Regione nonostante il divieto di Grillo L uomo del 99 Giorgio Guazzaloca L inchiesta sulle spese dei consiglieri regionali dell Emilia-Romagna, che coinvolge i big pd Matteo Richetti e Stefano Bonaccini, tocca anche il M5S. Ma il consigliere Andrea Defranceschi, indagato, si è candidato alle primarie online per comporre le liste pentastellate alle Regionali. Lo ha fatto contravvenendo al regolamento interno che sbarra la strada anche a chi è solo indagato, aprendo di fatto un caso nel Movimento. La norma, che è una novità, è stata interpretata come una mossa contro Defranceschi, unico nel gruppo M5S (dopo l espulsione di Giovanni Favia) e possibile candidato governatore. Il consigliere, che fa parte dell ala moderata, era già stato sospeso da Grillo, per un indagine della Corte dei conti, e riammesso dopo essere stato scagionato. Delbono: giustizialista con i nemici, ma per il Pd «la ditta» non sbaglia DAL NOSTRO INVIATO BOLOGNA Questi sono giorni di magra gioia per Flavio Delbono. A dispensarla è il suo telefonino, sul quale arrivano messaggi della serie chi semina vento raccoglie tempesta. «Sono davvero molte le persone che mi segnalano il giustizialismo a intermittenza del Pd. Togliatti è ancora vivo e lotta insieme a noi». La riabilitazione del sindaco breve può ancora attendere. Il docente universitario che con la benedizione di Romano Prodi governò Bologna per pochi mesi prima di essere travolto da uno scandalo che mischiava sesso&peculato, il cosidetto Cinziagate, ha pagato per le sue colpe. Quelli che nel 2010 lo avevano messo in croce adesso hanno problemi simili, un inchiesta su spese improprie con soldi dei contribuenti che colpisce il cuore antico del Pd. Nel mondo dove c è sempre qualcuno più puro che ti epura, a volte basta sedersi ad aspettare. Si sta comodi sulla sponda del fiume? «Quel tanto che basta per vedere la doppiezza comunista ancora sulla breccia. Ci faccia caso: il pollice verso, rapido, istantaneo, è rivolto sempre e soltanto a coloro che hanno una storia diversa. Con gli esponenti della ditta, gli ex Pci-Pds-Ds rimasti tali, vengono usati i guanti bianchi del garantismo». Esempi recenti e vicini? «Stefano Bonaccini e Matteo Richetti sono accusati dello stesso reato. A favore del primo c è stata una levata di scudi condita da frasi sulla giustizia a orologeria. Sul secondo invece, solo silenzio. Nessuno disposto a dire che è innocente». Può risolvere l equazione? «Bonaccini è un esponente della ditta. Richetti è un intruso, un cattolico renziano della prima ora». Dove vuole arrivare? «Il Pd emiliano-romagnolo è ancora impastato di tradizione diessina. Si sentono i custodi di una tradizione. Questo li porta a essere giustizialisti con i nemici politici del momento, garantisti con gli amici. Quando la magistratura arriva in casa propria, i compagni non sbagliano». Non vorrà sostenere che le sue peripezie giudiziarie sono dovute a un complotto del Kgb? «Per carità, non voglio fare la vittima. Ma è un dato di fatto: io ero a malapena tollerato. Ero un estraneo utile solo a far dimenticare Sergio Cofferati, che rendeva il suo ex assessore e attuale sindaco Virginio Merola una figura difficile da spendere. In quel 2010 per attaccare Berlusconi si difendevano le Procure a prescindere. L atteggiamento schizofrenico nei confronti della magistratura è nel Dna di questo partito, che potrà dirsi nuovo solo quando potrà permettersi l imparzialità». Se le fosse accaduto oggi? «Non mi avrebbero difeso. Non sono della loro Travolto Flavio Delbono ILLUSTRAZIONI DI ROBERTO PIROLA razza. Neppure Prodi lo è. Stimato, rispettato, riverito, ma vissuto come diverso. E se andiamo oltre Bologna e l Emilia, guarda caso, da Filippo Penati a Vincenzo De Luca, i soci della ditta che hanno usufruito di un garantismo peloso appartengono tutti alla stessa storia». Riflesso condizionato? «Forse. Ma non è un bel segno. Quell atteggiamento è tipico delle specie in via di estinzione». M. Ima.

11 Corriere della Sera Domenica 14 Settembre 2014 italia: Primo Piano 11 I partiti Le strategie Salvini evoca i «bastoni» contro il governo Ed è gelo con Maroni Sul Monviso Bossi fa il rito dell ampolla Il leader distante: non voglio usurparlo DAL NOSTRO INVIATO PIAN DELLA REGINA (Cn) Umberto Bossi siede su un masso a fianco della polla da cui sgorga il Po bambino, sul Monviso. È completamente solo. Roberto Calderoli, con busto per i recenti incidenti, e Roberto Cota con maglietta della Scozia, arriveranno soltanto un lungo quarto d ora più tardi. Con loro, non più di una decina di militanti. Il prelievo delle «Sacre acque» del Po, una trovata a suo tempo dal folgorante effetto mediatico, sembra al suo epilogo. Soprattutto, tra i convenuti alle origini del gran fiume, non c è il segretario della Lega, Matteo Salvini. Eppure è a meno di 4 chilometri più in basso, a Pian della Regina. «Ampolla? Non possiedo ampolle» scherza il leader. Che poi, però, torna compìto. E osserva che «i riti non vanno toccati, l ampolla c è e ci sarà, i simboli sono cose che abbiamo nel cuore ma poi bisogna riempirli di contenuti». Nel concreto, un convegno che produrrà un «decalogo sulla montagna che porterò a Sua maestà Matteo» (Renzi) spiega Salvini. Quella che va in scena a metri di quota è la rappresentazione fedele di una transizione non ancora del tutto completata. Punto primo, il vecchio appuntamento identitario. Salvini sceglie di andare sul Monviso e rispetta l antico copione dei messaggi fiammeggianti. «Se Renzi mette mezza tassa in più, andiamo tutti a Roma con i bastoni». Poi, diluisce: «Mi sono rotto le scatole di leggere ogni giorno di imprenditori, artigiani, pensionati che si suicidano perché non ce la fanno più. Abbiamo aspettato anche troppo. Ovviamente saranno bastoni democratici, da passeggio, di gommapiuma». L ostilità all immigrazione fa parte del dna Protagonisti Da sinistra, l ex governatore del Piemonte Roberto Cota con una maglia che inneggia all indipendenza scozzese (LaPresse), e il segretario della Lega Matteo Salvini (Cavicchi) leghista? E allora, pronti via: «I confini vanno difesi, se serve con le armi. È quello che succede in tutto il mondo. Se qualche politico usa le forze armate per fare ribaltare i confini, deve essere processato». Però Salvini non preleva le Sacre acque: «Per non usurpare il ruolo di chi quel gesto se l è inventato». Punto secondo di frizione tra nuovo e antico, le alleanze. Ed è qui che arriva nitido il messaggio politico della giornata. Per Salvini, l alleanza con il vecchio centrodestra «adesso è impensabile». Ma come? Giusto qualche giorno fa Roberto Maroni, ospite a Frascati della Fondazione Magna Carta, aveva riproposto il «modello Lombardia» in cui tutte le componenti della vecchia maggioranza «berlusconiana» sono rappresentate. Salvini, che all ultimo consiglio federale padano aveva detto no alle alleanze con il centrodestra in Emilia («Dove c è Ncd, noi non ci siamo»), è inequivoco: «Semplicemente impensabile». Poi, si accalora: «Ma insomma: il 18 ottobre voglio portare a Milano 100 mila persone per dire no all immigrazione, no a Mare Nostrum e no ad Alfano, che è il ministro più disastroso degli ultimi anni. E poi dovrei trattare con lui le alleanze?. Maddài». Questo, per Ncd. Forza Italia non gode però di maggior popolarità: «Berlusconi amoreggia con Renzi dal lunedì al venerdì, per poi darci un colpo di telefono alla domenica». Salvini diventa serissimo, appoggia entrambe le mani al tavolo massiccio della «Baita della polenta» e scandisce: «Se Forza Italia fa la legge elettorale con il Pd, è una scelta. Se Forza Italia accompagna il Pd in tutte le decisioni di Renzi, è una scelta. Se addirittura in alcune Province nascono alleanze elettorali tra Forza Italia e il Pd, noi che cosa dovremmo fare? Dare una mano quando serve?». Attenzione: non è detto che il no oggi in Emilia varrà anche nella prossima tornata delle Regionali. L attacco all Ncd Il segretario contro qualunque ipotesi di accordo con Alfano: è disastroso In cui in palio c è il Veneto: «Ma questo non è un problema nostro taglia corto il segretario Noi, con Zaia, vinciamo». Infine, la distanza tra Salvini e Maroni, che a suo tempo lo ha voluto come suo successore alla guida del Carroccio, è ormai netta. E non solo sulla politica nazionale. La legge lombarda non precisamente favorevole alla fecondazione eterologa aveva fatto inneggiare i «ciellini» di Ncd: «Maroni uno di noi». Salvini non pare entusiasta, e sposta il tiro: «Sul no all adozione per le coppie gay sono ciellino anch io». Il governatore lombardo sul Monviso ieri non c era. Ma è stato invitato? Salvini non vorrebbe, ma gli sfugge: «Lui è di Lozza, cosa c entra con la montagna...?». Marco Cremonesi La cerimonia La festa Il rito dell ampolla è celebrato dai leghisti dal 1996, quando si tenne la prima edizione della Festa dei popoli padani. Da allora l appuntamento sul Monviso, a Pian della Regina, è diventato annuale (la Festa ha saltato gli anni 2004 e 2013) L ampolla Il rito, tradizionalmente officiato dal fondatore del Carroccio Umberto Bossi (nella foto Cavicchi, con il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli ieri alla festa) prevede che l acqua del Po venga prelevata alla sorgente con un ampolla L impegno Alfano e il caso polizia: sbloccheremo gli stipendi «Noi abbiamo già assunto la decisione. La decisione è presa. Il problema dello sblocco dei tetti stipendiali» delle forze di polizia «sarà risolto». È il sigillo di garanzia che Angelino Alfano appone ieri in calce alla possibile soluzione della vertenza che vede opposti il governo da un lato e le forze di sicurezza e difesa dall altro. Il braccio di ferro dura da una settimana. Da quando, all indomani dell annuncio (da parte del ministro Marianna Madia) del blocco degli aumenti agli statali, i sindacati del comparto sicurezza e difesa avevano annunciato un possibile sciopero. Ed ha avuto un colpo di scena ieri l altro, quando Forza Italia ha dato notizia di un incontro in calendario mercoledì tra i rappresentanti di alcuni sindacati delle forze dell ordine e Silvio Berlusconi. Nonostante i fedelissimi di Renzi ostentino «indifferenza» rispetto all iniziativa berlusconiana, a Palazzo Chigi si starebbe lavorando su due fronti. Il primo è individuare le risorse per aumentare i tetti stipendiali. Servirebbero 830 milioni di cui una parte sarebbe già nelle casse delle amministrazioni. Il secondo è vincere una lotta contro il tempo. E provare a far sì che Renzi o qualcuno dei ministri interessati (Alfano o Pinotti) sigli (martedì?) un armistizio coi sindacati di polizia prima dell incontro di questi ultimi con Berlusconi. Spending review Renzi negli Stati Uniti sarà seguito solo dai corrispondenti a New York. Ridotti anche gli investimenti per la redazione sportiva e i compensi dei divi La Rai taglia: niente inviati per il premier in trasferta Gubitosi vara una dieta da 150 milioni: le auto blu sono già passate da 160 a 16 ROMA Tutto confermato: Matteo Renzi sarà il primo presidente del Consiglio che, in un atteso viaggio negli Stati Uniti come quello di fine settembre, non verrà seguito da tre diverse troupe Rai (Tg1-Tg2-Tg3) con inviati e tecnici. Il direttore generale Luigi Gubitosi lo ha già indicato nel nuovo, e già contestato, piano di ristrutturazione dell informazione: dove lavorano i corrispondenti non c è bisogno di inviati. Vale, dicono al settimo piano di viale Mazzini, anche per il presidente del Consiglio. E così Renzi vedrà solo le due corrispondenti da New York (Giovanna Botteri e Tiziana Ferrario) e i due collaboratori contrattualizzati: Valentina Martelli da Los Angeles e Francesca Leoni da New York. Piena libertà ai Tg di organizzare commenti, analisi. Ma da Saxa Rubra, Roma. Riprende la stagione Rai, anche dal punto di vista economico. Sempre all insegna dei tagli che provocano inevitabili malumori e proteste in azienda. Si colpiscono i simboli, per esempio le auto blu, passate dalle 160 degli anni scorsi alle 16 di oggi. Sparite le Audi 3000 si è passati alle più piccole Lancia 1600 Delta. Qualcuno ha parlato di «effetto Francesco», riferendosi alle auto poco vistose usate da Bergoglio. Ora solo la presidente Anna Maria Tarantola usa un Audi 3000 lasciata da un dirigente licenziato (mistero sul nome) e il direttore generale Luigi Gubitosi gira su una Bmw acquisita in cambio merce da Rai Pubblicità (ex Sipra) e «gentilmente» richiesta da viale Mazzini. Le altre sono usate a rotazione per servizio. I tagli di Gubitosi (i 150 milioni di euro richiesti dalla spending review pesano molto su un bilancio difficile) colpiscono tutto e tutti. «Ma non cancelliamo niente, facciamo in modo che il telespettatore non si accorga di nulla. Ma i risparmi ci sono, e tanti». L anno pubblicitario non annuncia vacche grasse: il primo semestre si è chiuso a +4% rispetto allo stesso periodo 2013 ma luglio, agosto e settembre sono stati avarissimi. Altri esempi. Rai Sport, ancora sotto la direzione di Mauro Mazza, aveva presentato per i Mondiali di calcio un budget di 8,1 milioni. Il piano è stato tagliato a 4,4 milioni: molto lavoro da Roma, riduzione all osso di trasferte. Altri campi soggetti ad ulteriori riduzioni entro il Le scritture artistiche (i divi) costavano 73,8 milioni nel 2011 e sono calate a 68 milioni nel 2013 (-8%) e si attende una ulteriore flessione: la presenza gratuita di Roberto Benigni alla prima puntata di Ballarò, martedì 16, fa parte del clima. La realizzazione dei programmi (i contestati appalti esterni) incideva per 77,2 milioni nel 2011 e il 2013 si è chiuso a 61,1 (-21%). Basta tornare al 2008 per trovare un costo di 101 milioni. Il lavoro autonomo (collaboratori, autori, partite Iva) era a Le cifre di Viale Mazzini COSTI ESTERNI PER BENI E SERVIZI (dati in milioni di euro) 1.313, , , quota 42 milioni nel 2011 e a 38,8 nel 2013 (-7.5%). I servizi telefonici costavano 10,7 milioni nel 2011 e 4,7 nel 2013 (-55.5%), le scenografie 4,8 milioni nel 2011 e 3 nel 2013 (-37%). Il volume delle spese per le trasferte era a 24,4 milioni nel 2011 ed è sceso a 22,7 nel 2013 (-7%) e il comparto trasporti è calato del 12% (erano 21 milioni nel 2011, nel 2013 sono stati 18,5). Gubitosi conta di chiudere il COSTI DEL PERSONALE (dati in milioni di euro) ,2 933, (è imminente l approvazione in Consiglio del primo semestre) a 1 miliardo di euro e 200 milioni per quanto riguarda la voce generale dei costi esterni per beni e servizi (la somma dei comparti di cui abbiamo parlato, a partire dagli appalti esterni per approdare ai minori come cancelleria e vigilanza). Bisogna calcolare circa 100 milioni di euro per i diritti sportivi per i Mondiali di calcio. Nel 2012, altro 16 le auto blu Ridotte rispetto alle 160 degli ultimi anni 150 milioni I tagli richiesti alla Rai dalla spending review CORRIERE DELLA SERA anno gravato dai costi dei diritti sportivi (Olimpiade 2012 e Campionati europei di calcio) si sfiorò 1 miliardo 400 milioni. Il risultato a cui il vertice Rai punta è il risparmio di 200 milioni. In quanto ai profitti in vista per la cessione della minoranza di Rai Way, la società proprietaria degli impianti di trasmissione, lo staff di Gubitosi si rifiuta di fare cifre e previsioni: tutto dipenderà dalla fluttuazione dei mercati. L unica cifra espressa ufficialmente un anno fa era un report di Mediobanca che valutava l intera società sui 600 milioni di euro. In quanto all informazione, la recente protesta del Tg3 contro il piano Gubitosi (la creazione di due uniche strutture: Newsroom 1 che di fatto accorperà Tg1-Tg2-Rai Parlamento e Newsroom 2 che riunirà Tg3-Rai News-Tgr-Cciss-meteo- Web) sembra lasciare indifferente la direzione generale: «Andremo avanti senza indugio, entro diciotto mesi il piano sarà operativo e il risparmio nel comparto informazione sarà del 20%»: Gubitosi rinvia al mittente le accuse dei giornalisti del Tg3 che, in una dura lettera alla commissione parlamentare di Vigilanza, parlano di morte del pluralismo, di consegna dell informazione del servizio pubblico alla maggioranza politica di turno. Nessun margine, avverte Gubitosi, per un ripensamento. Nemmeno di fronte all alzata di scudi dell Usigrai, il sindacato dei giornalisti di viale Mazzini. La stagione Rai 2015 si annuncia complessa. E non solo economicamente. Paolo Conti

12 italia: Domenica 14 Settembre 2014 Corriere della Sera 12

13 Corriere della Sera Domenica 14 Settembre 2014 italia: Primo Piano 13 Immobili Le imposte le Tasse sul Mattone TASI E INQUILINI, IL CONTO (A OSTACOLI) DA PAGARE SULLA CASA I costi per chi abita in affitto La Tasi bussa alla porta anche degli inquilini, anche se non dappertutto. Da una prima analisi condotta sui capoluoghi di provincia si rileva che succederà in un caso su quattro ma si tratta di una novità rilevante e che, senza un intervento normativo nella prossima legge di Stabilità o comunque nei prossimi mesi, rischia di diventare generalizzata nel Prima di vedere perché facciamo un passo indietro. La Tasi formalmente non è un imposta patrimoniale, legata cioè al possesso dell immobile, come l Imu. Che in sostanza sia una riproposizione mascherata dell Imu sulla prima casa è un altro discorso. Non essendo un imposta ma un corrispettivo di prestazioni (nello specifico i servizi indivisibili forniti dal Comune come la sicurezza, l illuminazione pubblica, ecc.) va pagata da chi di quei servizi fruisce e quindi parte dal proprietario e parte da chi occupa l immobile. La legge stabilisce che i Comuni possano far pagare all inquilino una quota tra il 10 e il 30% della Tasi. Il tributo però per quest anno ha un tetto: per gli immobili che pagano già l Imu la somma tra Imu e Tasi non può superare l aliquota massima dell Imu. Il comune può applicare un addizionale di 0,8 millesimi solo se decide detrazioni per la prima casa. Siccome molti grandi Comuni avevano già l Imu ai massimi o non hanno applicato la Tasi sugli immobili diversi dall abitazione principale o lo hanno fatto solo nel limite consentito di 0,8 millesimi. Così ad esempio hanno fatto Milano e Roma. Milano e Roma Non può meravigliare quindi che nell analisi sul costo della Tasi per gli immobili locati a canone libero le due principali città italiane, che hanno anche i valori catastali mediamente più alti del Paese, non figurino ai primi posti. I valori più alti si registrano a Varese, dove la giunta ha deciso per gli immobili diversi dall abitazione principale un aliquota dello 0,25%, che incide su valori catastali piuttosto elevati. Varese ha anche deciso di portare al massimo la quota a carico dell inquilino: dei 388 euro necessari per la casa di maggior valore l occupante ne dovrà pagare quasi 90. Per l analisi ci siamo serviti anche di un interessante studio condotto da Confedilizia sui criteri di ripartizione proprietario/inquilino presenti nei regolamenti Tasi dei capoluoghi (anche da quelli che per quest anno non vogliono o non possono chiedere nulla). Su 90 amministrazioni che hanno deciso in materia, 53 hanno optato per chiedere all inquilino la quota minima del 10%, 26 per quella massima del 30% e 26 si sono posizionati su livelli intermedi. «Sono dati che in parte ci hanno sorpreso dice il presidente di Confedilizia Corrado Sforza Fogliani perché pensavamo che la quasi totalità dei Comuni avrebbe addossato il massimo possibile alla proprietà. Evidentemente è stato capito che il tributo va anche pagato da chi usufruisce dei servizi. Ciò non toglie che la Tasi era nata con tutt altre premesse: quando fu presentata nell estate 2013 dove essere sostitutiva dell Imu e non una sua addizionale». Le quote Le spese dovranno essere divise in un quarto dei capoluoghi di provincia: chi è in affitto dovrà versare una quota fino al 30% I canoni Le tabelle sono elaborate ipotizzando un immobile residenziale locato a canone libero, perché questa è la tipologia contrattuale di gran lunga più diffusa nel nostro Paese. Ma la legge consente anche di stipulare locazioni a canone concordato tra associazioni di proprietari, sindacati inquilini, e i Comuni. I canoni concordati sono stati spesso snobbati ma il loro appeal potrebbe crescere grazie a una disposizione contenuta nell articolo 21 del decreto Sblocca Italia. La norma prevede che chi acquista da un costruttore una casa nuova o ristrutturata fino al 31 dicembre 2017 e la destina per otto anni ad affitto a canone concordato potrà avere un bonus fiscale spalmato su 8 anni pari a una deduzione del 20% sull imponibile calcolato su una spesa fino a 300 mila euro. Se a questo si aggiunge il fatto che i canoni concordati hanno un trattamento Irpef favorevole (si paga una cedolare secca del 10%) e che in molti casi le amministrazioni comunali prevedono aliquote Imu ridotte, si potrebbe dare un po di slancio a un mercato immobiliare oggi ancora asfittico, a condizione che gli accordi tra proprietari e inquilini giungano a canoni non uguali a quelli del mercato libero ma almeno abbastanza vicini. «La norma aggiunge Sforza Fogliani presenta problemi di equità perché gli immobili agevolati sono solo quelli dei costruttori. Se la ratio è che sul mercato arrivino sempre più immobili efficienti dal punto di vista energetico ben venga, ma perché non allargare la possibilità ai proprietari di case libere e che ristrutturano per venderle? Nell esame parlamentare sarebbero auspicabili modifiche in questo senso». Gino Pagliuca La Tasi per le case in affitto IMMOBILE A2 DI 120 METRI (valori in euro) CITTÀ TOTALE TASI INQUILINO PROPRIETARIO Varese Grosseto Brindisi Vibo Valentia Treviso Sassari Agrigento Caserta L Aquila Aosta Roma Milano Cagliari Ascoli Piceno Trento Brescia Cuneo Belluno Savona Sondrio Vicenza Caltanissetta Arezzo Macerata Massa 388,09 322,45 322,37 321,77 282,88 275,46 272,39 271,61 236,55 220,45 204,40 186,66 178,95 161,05 151,67 119,49 116,08 112,80 103,20 102,49 97,96 86,16 78,94 69,24 60,92 89,56 29,31 29,31 74,25 25,72 63,57 24,76 24,69 54,59 50,87 34,07 16,97 23,34 26,84 13,79 19,91 10,55 26,03 17,20 9,32 8,91 19,88 7,18 6,29 5,54 298,53 293,13 293,06 247,51 257,16 211,89 247,63 246,92 181,96 169,58 170,34 169,69 155,61 134,21 137,88 99,57 105,53 86,77 86,00 93,17 89,06 66,28 71,76 62,95 55,38 IMMOBILE A3 DI 70 METRI CITTÀ TOTALE TASI INQUILINO PROPRIETARIO Varese Brindisi Grosseto Treviso Vibo Valentia Agrigento Caserta Roma L`Aquila Sassari Milano Aosta Trento Ascoli Piceno Cagliari Savona Belluno Vicenza Brescia Caltanissetta Arezzo Sondrio Cuneo Macerata Massa 175,56 172,10 161,68 132,39 131,86 116,32 114,47 112,79 101,69 85,68 80,37 75,82 70,04 69,43 57,08 50,49 43,64 43,53 43,23 40,75 37,35 35,42 35,07 32,87 19,69 40,51 15,65 14,70 12,04 30,43 10,57 10,41 18,80 23,47 19,77 7,31 17,50 6,37 11,57 7,45 8,41 10,07 3,96 7,20 9,40 3,40 3,22 3,19 2,99 1,79 135,05 156,46 146,98 120,36 101,43 105,74 104,07 93,99 78,23 65,91 73,06 58,32 63,67 57,86 49,64 42,07 33,57 39,57 36,02 31,35 33,95 32,20 31,88 29,88 17,90 Fonte: elaborazione Corriere della Sera su dati Confedilizia e Agenzia delle entrate Come funziona I casi Roma e Milano con l aliquota allo 0,8 1A Milano e a Roma l aliquota della Tasi per la abitazioni locate è dello 0,8 per mille. In entrambi i casi la ripartizione della spesa è 90% al proprietario e 10% all inquilino. Il costo è quindi abbastanza modesto ma va sommato a un Imu molto pesante per il proprietario. Su un abitazione da 100 euro di rendita catastale il conto Tasi in entrambe le città è di 134 euro, con una spesa per l inquilino di soli 13 euro, mentre 121 sono a carico del proprietario, che però a Milano deve anche pagare euro di Imu, che nella Capitale diventano Conto più leggero per i canoni concordati 2Le abitazioni a canone concordato hanno trattenute fiscali molto ridotte. Da quest anno l aliquota della cedolare secca è stato portata al 10%, mentre per le locazioni libere si paga il 21%. La cedolare consente di evitare l imposta di registrazione, i bolli, l Irpef e le addizionali. I canoni concordati hanno durata standard cinque anni, nel corso dei quali però il proprietario non può adeguare il canone all inflazione. I canoni liberi hanno lo stesso vincolo ma un problema in più: la loro durata standard è di otto anni Manca il decreto per chi compra e affitta 3Non basterà l approvazione della legge ma servirà anche un decreto di attuazione per capire come funzionerà il bonus per chi acquista una casa per locarla a canone concordato. Il testo del decreto in Gazzetta però consente di anticipare qualche calcolo. Ipotizziamo un contribuente con prelievo Irpef più addizionali al 40%. Se acquista una casa da 200 mila euro dovrà pagarne anche per Iva e imposte. La contropartita sarà un vantaggio fiscale di circa euro all anno per otto anni La riforma Le nuove procedure scatteranno da gennaio. Gli enti locali dovranno stornare le somme accertate ma non incassate, se non sono esigibili Comuni, operazione «bilanci puliti». Verso svalutazioni fino a 12 miliardi ROMA Un operazione verità sui conti e i crediti inesigibili degli enti locali. Il prossimo gennaio, secondo il decreto legislativo entrato in vigore venerdì scorso, scatterà la riforma della contabilità di Comuni e Province. Una piccola rivoluzione che introduce nuovi principi e modelli contabili. Tradotto, vuol dire che gli enti locali, in fase di approvazione dei loro bilanci, si troveranno alle prese con regole nuove. Più stringenti rispetto al passato. Un dettaglio non trascurabile, stante lo stato di salute della finanza pubblica e più in generale delle casse delle amministrazioni. «Si tratta di una fondamentale tappa nel percorso di risanamento dei conti pubblici sottolinea il sottosegretario all Economia, Enrico Zanetti la riforma consentirà di fare emergere lo stato reale dei bilanci, favorendo così chi ha avuto comportamenti Il sottosegretario al ministero dell Economia, Enrico Zanetti, al lavoro sulla contabilità degli enti locali virtuosi, fissando una volta per tutte un principio di maggiore trasparenza». Anche per chi non è un provetto contabile è agevole capire che il provvedimento farà pulizia nei conti opachi o non corrispondenti al vero delle amministrazioni locali. Il come è semplice e ha un nome: riaccertamento dei residui attivi: i Comuni dovranno cancellare dai loro bilanci le somme accertate ma non incassate, se quest ultime non sono esigibili. Non basta. Nel caso siano somme di dubbia recuperabilità, i sindaci avranno l obbligo di accantonare una somma di pari entità. Se riguardasse un impresa potrebbe essere definita una gigantesca operazione di write off. Le cifre in ballo, del resto, mettono i brividi. Nell ultima audizione sul federalismo fiscale e i nuovi principi contabili degli enti locali il sottosegretario Zanetti ha ricordato che «il riaccertamento comporta il rischio di fare emergere disavanzi di amministrazione, anche di rilevante dimensione, che il precedente ordinamento contabile non prevedeva». Il calcolo di quanto sia «rilevante» lo ha effettuato l Anci (Associazione dei comuni), indicando la cifra di 12 miliardi di euro. Al ministero dell Economia sono più ottimisti e i tecnici di via XX Settembre reputano che, oltre ai disavanzi, emergeranno delle poste positive. L effetto compensazione ferma così il valore del disavanzo a quota 7-8 miliardi. Numeri che hanno comunque precipitato nel panico sindaci e amministratori locali, i quali avvertono: per compensare i maggiori squilibri non potremmo comunque tagliare ancora la spesa. Va bene privilegiare il principio di pulizia, ma il dubbio si è inevitabilmente soffermato sulla sostenibilità di un operazione del genere. «La riforma non ha alcun intento di mettere in ginocchio gli enti locali e prevede alcune misure di carattere transitorio, affinché il passaggio alla nuova contabilità non produca squilibri. Anche il governo si sta facendo carico di una gestione attenta dei disavanzi destinati ad emergere» spiega Zanetti. A fronte dei timori degli enti locali è stato deciso di rinviare l individuazione delle modalità e dei tempi con cui 7-8 in miliardi di euro è il valore del disavanzo grazie all effetto compensazione legato all emersione anche di poste di bilancio positive ripianare i disavanzi. A stabilire i dettagli del come e quando fronteggiare le perdite ci penserà un decreto del presidente del Consiglio, a cui sta lavorando anche la Ragioneria generale dello Stato. In attesa del provvedimento la riforma ha individuato alcune ciambelle di salvataggio per i conti comunali. Da un lato l eventuale disavanzo potrà essere assorbito nell arco di dieci anni, una spalmatura, insomma, per scongiurare pericolosi scossoni. D altra parte sono in corso di definizione anche alcune modalità straordinarie di ripiano (utilizzo, per esempio, di particolari tipologie di entrate). La nuova contabilità degli enti locali è destinata ad accompagnarsi con l introduzione dei fabbisogni standard nella Pubblica amministrazione. L obiettivo, ribadito da Zanetti alla commissione bicamerale per il federalismo fiscale, è di archiviare il criterio della spesa storica incrementale (più spendi e più soldi ricevi dallo Stato centrale) e approdare a nuovi criteri riconducibili a ragioni di efficienza e equità. Tanto che il governo sta cercando di individuare gli standard per fissare i fabbisogni delle amministrazioni. Sarebbe davvero la svolta. Andrea Ducci

14 italia: Domenica 14 Settembre 2014 Corriere della Sera 14 # Esteri Il caso Ad attendere il fuciliere anche il ministro Pinotti «Finalmente con papà» La gioia dei familiari per il rientro del marò Latorre ieri sera a casa della sorella Sorrisi, abbracci, strette di mano. E la felicità di essere di nuovo a casa. Il fuciliere di Marina Massimiliano Latorre è atterrato ieri pomeriggio nell aeroporto militare di Grottaglie (Taranto) e con il suo arrivo è partito il conto alla rovescia: un giorno è già andato, ne mancano altri 122. Il governo italiano ha 122 giorni per sciogliere i nodi sul caso dei marò. Obiettivo: riportare a casa anche Salvatore Girone e, soprattutto, ottenere il via libera indiano per il ritorno definitivo di tutti e due. Nei quattro mesi italiani che la Corte Suprema di Delhi ha concesso a Latorre perché possa curarsi a casa dopo l attacco ischemico del 31 agosto, si lavorerà sul fronte diplomatico senza i picchi di tensione che hanno segnato più e più volte questa storia. E per i due militari del Battaglione San Marco è di nuovo tempo di speranze, dopo più di due anni e mezzo. Era febbraio del 2012 quando Latorre e Girone La vicenda Il malore ll fuciliere di Marina Massimiliano Latorre, trattenuto in India dal febbraio 2012 insieme al collega Salvatore Girone nei giorni scorsi accusa un malore e viene ricoverato nell ospedale di New Delhi. La diagnosi parla di ischemia. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, vola in India per sincerarsi sulle condizioni del militare I giudici La Corte suprema indiana concede il ritorno in Italia per un periodo di quattro mesi per permettere a Latorre di curarsi. Ma esige una garanzia scritta per il rientro in India In famiglia Il fuciliere di Marina Massimiliano Latorre con alcuni familiari a casa di una sorella, ieri, a Taranto (Ansa) finirono sotto accusa per aver ucciso (loro hanno sempre sostenuto di aver sparato soltanto colpi di avvertimento) due pescatori locali durante un attacco di pirati, al largo della costa del Kerala, nell India sud occidentale. Il sì della Corte Suprema alle cure di Latorre in Italia (con due garanzie scritte di rientro il 13 gennaio prossimo) sembra aver attenuato anche le proteste di chi si è finora detto contrario al rilascio dei militari. Il quotidiano The Hindu ieri scriveva che non ci sono state reazioni contrarie, né delle autorità del Kerala né della comunità dei pescatori di Kollam, alla notizia della partenza del marò. Secondo il giornale è opinione diffusa che «le condizioni di salute del fuciliere meritano solidarietà». Di più. Un leader della comunità dei pescatori di Kollam avrebbe detto che «con il passare del tempo da un sentimento di forte animosità si è passato a uno di simpatia per i fucilieri». «Vi è stata un emergenza legata alla salute e abbiamo trovato una disponibilità da parte del governo indiano, ma non dimentichiamo che dobbiamo risolvere complessivamente la questione» considera il ministro della Difesa Roberta Pinotti che è andata in aeroporto ad accogliere il marò tarantino assieme ai capi di Stato maggiore della Difesa e della Marina, Luigi Binelli Mantelli e Giuseppe De Giorgi. A proposito della strategia del governo sulla vicenda, il ministro ha detto che «è stata quella di Il ministro Pinotti «Non dimentichiamo che dobbiamo risolvere complessivamente la questione» non parlarne molto. Non è utile parlare dei diversi passaggi ma lavorare incessantemente per trovare una soluzione». E mentre il ministro dell Interno Angelino Alfano dice che il ritorno in Italia di Massimiliano Latorre «è un atto umanitario del governo indiano» e che «non possiamo gioire del successo finale finché non saranno tornati tutti e due in maniera definitiva», la presidente della Camera Laura Boldrini chiede «tempi certi per la risoluzione del problema» e spiega: «Ciò che non si concepisce è che le autorità indiane non abbiano ancora una posizione chiara, che questo caso sia stato rimandato così tante volte. Questo per noi è pesante e sta creando un notevole imbarazzo». «Sono felicissima, finalmente staremo con papà tutti insieme» annuncia Giulia, fi- glia del fuciliere rientrato ieri e arrivato in serata a casa di sua sorella, a Taranto. La compagna di Latorre, Paola Moschetti, si dice «sollevata per il rientro» e chiede «assoluta privacy e discrezione. È tempo - dice - che Massimiliano si concentri sui suoi cari e sulla riabilitazione». E ancora: «Ritiene che sulla sua guarigione inciderà anche la rapida e definitiva soluzione della controversia con l India». Solo quello «potrà restituire la serenità a lui e Salvatore». Giusi Fasano Stufa a legna ventilata modello Flò colore bianco MGA GROUP La strana coppia Medici da Cuba, soldi da Microsoft Castro e Gates uniti nella lotta Il nemico comune ora è Ebola DAL NOSTRO INVIATO Conakry Freetown I MORTI GUINEA SIERRA LEONE Monrovia GUINEA SIERRA LEONE LIBERIA CONTAGIATI LONDRA Castro manda i medici, Gates i milioni. La classica strana coppia: la charity di un ricco filantropo e uno squattrinato governo comunista danno l esempio alla (finora) risibile armata degli aiuti internazionali all Africa di Ebola. Accogliendo l appello dell Organizzazione Mondiale della Sanità, Cuba ha predisposto l invio di 165 operatori sanitari nei Paesi colpiti (Liberia, Sierra Leone, Guinea). La «Bill and Melinda Gates Foundation» ha messo sul tavolo 50 milioni di dollari per l acquisto di materiale: dai guanti alle tende di isolamento. Chi li segue? Perché l hashtag «fermiamo Ebola» non è virale (almeno) tra governi e istituzioni? «Il numero dei malati cresce più rapidamente della capacità di assisterli», ha detto Margaret Chan, capo dell Oms (braccio sanitario dell Onu), accogliendo con favore l offerta cubana. «Ci servono ancora dottori dall estero e almeno mille infermieri». Le fa eco Joanne Liu, presidente di Medici Senza Frontiere, ong che in quei Paesi opera di fatto come un ministero della Sanità: «Nuovi centri in Liberia servono nel giro di giorni, non di settimane». La struttura con 25 posti promessa dal governo Usa a Monrovia servirà al personale sanitario infettato, non alla popolazione. Un centro britannico da 62 posti in Sierra Leone sarà operativo tra 8 settimane. Troppo poco, troppo lentamente dice l Oms. L inviato del New York Times a Monrovia racconta di malati abbandonati negli angoli degli ospedali. C è un popolo di almeno 400 mila persone in zone altamente infette. L epidemia si contrasta nelle case, non nei lazzaretti. L Agenzia Usa per lo Sviluppo Internazionale ha fornito 50mila kit in un mese (guanti, stivali, disinfettante). Il virus va più veloce. Ha già ucciso persone su casi confermati. Perché le nuove potenze economiche dell Africa non intervengono? Perché l Italia non guida l Unione Europea in un piano massiccio e immediato? Quante volte abbiamo ironizzato sull interventismo sanitario di un Paese come Cuba, sull invio «forzato» e interessato di medici (con o senza militari appresso), sulla curiosa politica commerciale dei fratelli Castro (per esempio con il Venezuela) «infermieri in cambio di petrolio»? Al momento Ebolaland non ha molto da dare in cambio. Paesi appena usciti da guerre civili, LIBERIA MALI COSTA D AVORIO LEGENDA Casi confermati Casi sospetti AFRICA Tutta l Africa 2.400/4.800 Dati aggiornati all 11 settembre ex Stati falliti tornati alla democrazia che meritano sostegno. L Oms (generale senza esercito) si dà l obiettivo di fermare l epidemia in 6-9 mesi per impedire che si diffonda altrove. Il New York Times ieri ha criticato il governo Usa: può fare di più. Possiamo fare di più anche noi? Facciamolo per calcolo. Gli scienziati avvertono (sotto voce) che Ebola potrebbe diventare un virus che si trasmette nell aria e non solo per contatto con liquidi corporei. Ogni nuovo infetto è una palestra: più mutazioni genetiche, più chances di rafforzarsi e diventare una potenza «aerea». E allora anche le nostre difese sarebbero più vulnerabili. Fermiamolo in Africa, prima che venga a prenderci. Michele

15 Corriere della Sera Domenica 14 Settembre 2014 italia: Esteri 15 Il caso Avevano deciso di sfidare consapevolmente il divieto Ragazze al volley maschile L Iran le spedisce in carcere Fra di loro un inglese. Mobilitazione internazionale Donne e sport Segregazione Il divieto alle donne di assistere a eventi sportivi in un pubblico misto risale alla rivoluzione khomenista del Il motivo è la «protezione» delle donne e della «morale sociale», in linea con altre proibizioni che mirano alla segregazione dei due sessi. Permesse le squadre con atlete e pubblico solo femminili Eccezioni Nella storia della Repubblica islamica ci sono stati alcuni rari momenti in cui il divieto ad assistere match di squadre maschili è stato annullato. Ad esempio, un gruppo di attiviste con hijab bianchi (che divennero un simbolo) potè assistere nel 2005 a Iran-Bahrein per le qualificazione dei Mondiali Proteste La passione sportiva e la battaglia per i diritti delle donne si sovrappongono nelle tante proteste di attiviste iraniane, che in genere sono disperse o arrestate. Il 29 novembre 1997, dopo la qualificazione dell Iran ai Mondiali, 5 mila donne si unirono ai tifosi maschi ed entrarono allo stadio di Teheran. Un evento ricordato come la «Rivoluzione del calcio» Film Alla lotta delle iraniane per il «diritto allo stadio» ha dedicato un film il famoso regista e dissidente Jafar Panahi. Offside racconta di sei donne che riescono a seguire una partita travestendosi da uomini Rivoluzione del calcio Nel 97 migliaia di donne entrarono nello stadio di Teheran: un evento ricordato ancora oggi Questa volta non sono migliaia come il 29 novembre 1997, quando l Iran impazzì di gioia per le qualificazioni ai Mondiali di calcio, e un fiume di donne sfidò i divieti ed entrò nello stadio di Teheran, mischiandosi agli uomini per festeggiare gli atleti. Questa volta sono solo una dozzina, e a loro non è andata bene come alle protagoniste dell ormai mitica (e mai eguagliata) «Rivoluzione del calcio». Il 20 giugno scorso un gruppetto di donne aveva cercato di entrare allo stadio Azadi (che significa libertà), dove la fortissima nazionale maschile di volley giocava contro l Italia una partita della World League (poi vinta dai padroni di casa: 3-0). Qualcuno sostiene che le ragazze stessero partecipando all ennesima protesta organizzata contro la proibizione di entrare negli stadi imposta alle donne dopo la vittoria di Khomeini, nel 1979,un divieto solo occasionalmente annullato dalle autorità. La passione per gli sport nazionali contagia da sempre entrambi in sessi in Iran e a quella femminile, che si unisce ormai alla battaglia per i diritti, il regista «dissidente» Jafar Panahi ha perfino dedicato un film, Offside. Ma non cambia molto come siano andate davvero le cose. Il risultato è che il 20 giugno le ragazze sono state fermate. La notizia è circolata nella Repubblica Islamica, dove arresti come questi sono però frequenti se non quotidiani. Il mondo l ha invece quasi ignorata, per lo stesso motivo e perché la sua attenzione è rivolta ora al conflitto in Siria e Iraq, in cui Teheran ha per altro un suo ruolo. Fino a ieri: una delle ragazze arrestate, Ghoncheh Ghavami, è anche cittadina britannica e la famiglia, dopo aver mantenuto il silenzio sperando in un suo imminente rilascio, ha deciso di uscire allo scoperto, di far scoppiare il caso. «Aiutatemi a riportare a casa mia sorella», è l appello che ha lanciato Amin Ghavami, 28 anni, sui social media e tramite le organizzazioni per i diritti umani, mentre Amnesty International annunciava che Ghoncheh va considerata una prigioniera di coscienza. «Ha 25 anni e studia legge all Università di Londra, si trovava in Iran da due mesi per insegnare a leggere ai bambini di strada. Pensava che le donne potessero entrare allo stadio per le partite di volley, il Paese aderisce alla Federazione internazionale e sui giornali si diceva per volere del presidente le donne erano ammesse, mia madre e mia padre le avevano dato il permesso. Invece l hanno arrestata e tenuta in isolamento per 41 giorni durante i quali il suo avvocato non ha potuto incontrarla nè avere accesso al suo dossier. Siamo disperati, e non solo io e i nostri genitori, ma i Studentessa Ghoncheh Ghavami, 25 anni, doppia cittadinanza iraniana e britannica. Studia legge all Università di Londra. Era a Teheran per aiutare i bambini di strada. In carcere dal 20 giugno per «propaganda contro lo Stato» WELCOME TO OUR WORLD nonni, gli zii, tutti quanti». «Carissima Ghoncheh, i giorni senza di te sono intollerabili e sono già 74 da quando siamo stati privati del tuo viso radioso, per un crimine che non riusciamo a capire ha scritto su Facebook in una lettera aperta la madre Soosan. Tuo padre è invecchiato di colpo. Io, ogni mattina arrivo ai cancelli del carcere di Evin e mi cacciano via, senza darmi risposte. Se ancora resisto è per la speranza di udire presto le tue risate squillanti. Possibile che nessuno debba rendere conto del dolore di una madre?». Ghoncheh, ha raccontato la famiglia, era stata in un primo tempo rilasciata. Ma il 30 giugno agenti in borghese avevano fatto irruzione nel suo appartamento, sequestrato gli abiti e il computer, trascinandola quindi a Evin, il più tristemente noto carcere della capitale dove tantissimi «dissidenti» sono stati detenuti, e tanti giustiziati. Poi il lungo isolamento, i continui interrogatori. Ora la giovane è in cella con altre carcerate e il suo arresto è stato prolungato di 60 giorni. La madre e la zia hanno potuto incontrarla brevemente una volta, ma nessuno ha capito esattamente il reato che le viene imputato. «Propaganda contro lo Stato» è il vago termine usato per giustificare la detenzione. Cecilia Zecchinelli Controlli Blitz contro l Ikea in Russia «Ritorsione per le sanzioni» Blitz delle autorità russe negli uffici dell Ikea. Gli uomini della Russia s Investigative Committee, l equivalente dell Fbi, hanno effettuato controlli negli uffici della multinazionale svedese a Khimki, località a nord-ovest di Mosca. L indagine riguarderebbe un appezzamento di terreno. Un operazione scattata poche ore dopo il via libera dell Unione Europea alle sanzioni che colpiscono Mosca a causa della crisi in Ucraina. E proprio il governo di Stoccolma è stato tra i più critici nei confronti della politica che sta conducendo il presidente Putin nell area. I responsabili dell Ikea hanno fatto sapere che stanno prestando la massima collaborazione alle autorità russe. Timothy Ash, analista economico, è convinto, appunto, che i controlli siano conseguenza dell attrito in atto tra Ue e Russia. «Il governo svedese ha detto è uno dei principali oppositori della politica di Mosca nei confronti dell Ucraina. Mi chiedo se questa operazione non si inserisca nello stesso tipo di azioni di controllo che hanno visto colpite le catene di fast food in Russia». Ikea ha quattordici filiali nel Paese e una clientela che appartiene soprattutto alla crescente classe media. Nel cuore delle imprese più rischiose ci sono piloti eccezionali, per i quali l avventura è un esperienza quotidiana. Uomini che affidano la loro sicurezza unicamente agli strumenti più efficienti. Nel cuore delle imprese più rischiose c è l Avenger di Breitling, sintesi di potenza, precisione e funzionalità. I modelli Avenger possiedono una struttura robustissima e una impermeabilità che va dai 300 ai 3000 metri di profondità. Autentici strumenti per professionisti, ospitano movimenti automatici certificati come cronometri dal COSC, la massima autorità ufficiale in tema di precisione e affidabilità. Benvenuti nell universo delle missioni estreme. Benvenuti nel mondo Breitling. BREITLING.COM AVENGER BLACKBIRD

16 italia: Domenica 14 Settembre 2014 Corriere della Sera 16

17 Corriere della Sera Domenica 14 Settembre 2014 italia: Esteri 17 Oggi le elezioni La delusione per i modesti risultati del governo uscente di centrodestra Il voto Parlamento La Svezia rinnova il Parlamento unicamerale, il Riksdag, 349 membri eletti con il sistema proporzionale e sbarramento al 4% DAL NOSTRO INVIATO Svezia, il ritorno della sinistra con lo spettro degli immigrati I socialdemocratici si avviano a vincere dopo 8 anni STOCCOLMA I conti a posto, il culto della disciplina finanziaria non sempre bastano per vincere le elezioni. Il candidato favorito non è colui che promette di tagliare le imposte, ma chi assicura che è necessario aumentarle. Considerando quello che accade nel resto d Europa, la Svezia spiazza e stupisce. Oggi, così dicono i sondaggi, i sette milioni di elettori, o forse quattro, considerando l affluenza reale, dovrebbero congedare il premier moderato Fredrik Reinfeldt, 49 anni, in carica da otto, e riconsegnare il Paese ai socialdemocratici che prima di lui lo hanno guidato ininterrottamente per 65 anni. La figura nuova si chiama Stefan Lofven, 57 anni. Si presenta come un erede della vecchia aristocrazia operaia, specialità saldatura. Un uomo pragmatico, concreto. Lofven fu abbandonato dalla madre in un orfanotrofio, quando non aveva ancora dieci mesi. Venne adottato da uno spaccalegna e da un infermiera. Ha frequentato le superiori e qualche anno di università. Poi ha lasciato per entrare nella Hagglunds, una fabbrica di veicoli militari controllata dalla multinazionale britannica Bae. La sua vera scuola è stato il sindacato: un ascesa cominciata nel 1981 come delegato di base e culminata nel 2005, quando diventò presidente dei metalmeccanici di If Metall. Infine, nel 2012, il passaggio alla leadership dei socialdemocratici. Nel giorno delle elezioni parte accreditato di un consenso intorno al 35-36%. Insieme con gli ex comunisti e i Verdi, potrebbe mettere insieme il 46,4% dei seggi nel Parlamento. Sull altro versante il partito moderato di Reinfeldt dovrebbe fermarsi intorno al 30% e, in coalizione con altri quattro formazioni del centro-destra, si attesterebbe intorno al 40%. Due minoranze, dunque. Con due outsider nel mezzo, pronti a far pesare i loro risultati che si annunciano promettenti. Sul lato dei conservatori, il movimento xenofobo del trentacinquenne Jimmie Akesson, i Democratici svedesi, potrebbe toccare addirittura il 10%. Dall altra parte «Iniziativa femminista», guidata dall ex comunista Gudrun Schyman, 66 anni, dovrebbe riuscire a superare la soglia minima del 4% e quindi proporsi come alleato decisivo di Lofven. «Per la prima volta la politica svedese rischia di trovarsi nel caos, voi in Italia ci siete abituati, per noi sarebbe uno shock», osserva Goran Eriksson, editorialista di Svenska Dagbladet, quotidiano liberal conservatore. Due gli esiti più probabili. O Lofven (se davvero vince) forma un esecutivo di alternativa, ma con numeri molto stretti. Oppure, al termine di un lungo negoziato, accetterà di guidare una grande coalizione. I socialdemocratici hanno condotto una campagna di attacco puntando su temi di intramontabile richiamo per gli elettori. Innanzitutto la «decadenza» del welfare, il sistema di protezione sociale più imitato e più invidiato in Europa. Il governo moderato ha spinto per la privatizzazione delle scuole, applicando quasi alla lettera la proposta di Milton Friedman, l economista padre del monetarismo: consentire alle famiglie, attraverso un sistema di voucher prepagati, di scegliere liberamente tra scuola pubblica e privata. Senonché la preparazione degli studenti è in caduta libera, almeno stando agli ultimi test Pisa (le verifiche a cura dell Ocse). Anche le prestazioni degli ospedali sono scadenti, naturalmente rispetto agli standard elevati cui sono abituati i cittadini. Infine la disoccupazione: il tasso attuale è al 7,9%, un miraggio per mezza Europa rassegnata a percentuali a doppia cifra, ma del tutto deludente, specie quella giovanile all 11%, per gran parte dell opinione pubblica. Per «riparare i guasti dei moderati» Lofven propone di aumentare le tasse, riportando la pressione fiscale sul prodotto interno lordo dal 53% attuale al 60%, cioè più o meno ai livelli degli anni Scozia Il corteo orangista per il «no» Marcia degli orangisti, gli unionisti più radicali, contrari al referendum sull indipendenza scozzese a Edimburgo: per gli organizzatori erano 10 mila manifestanti, compreso un gruppo di orangisti provenienti dall Irlanda del Nord. Un nuovo sondaggio dà il «no» al 54%. Il personaggio Fedelissima del primo ministro Donald Tusk, che lascia Varsavia per Bruxelles dove da dicembre presiederà il Consiglio Ue Il giorno di Ewa: una donna alla guida della Polonia Figlia di una sarta e di un fabbro, è la perfetta espressione della classe media «Troppo grigia» o «troppo irascibile», di lei non si può ancora dir molto e così si dice un po di tutto. Ewa Kopacz esce dall ombra lunga di Donald Tusk e si avvia a diventare la nuova premier della Polonia, seconda donna dopo Hanna Suchocka nel Nomina attesa e già contestata, quella che sarà ufficializzata domani dal capo dello Stato Bronislaw Komorowski. Fedelissima del primo ministro Tusk, che dopo un settennato di stabilità politica ed economica lascia Varsavia per Bruxelles dove da dicembre presiederà il Consiglio Ue, la 57enne Kopacz è riconosciuta come persona determinata e grande lavoratrice, non come leader. Se la stampa tedesca azzarda paralleli con gli oscuri inizi di Angela Merkel, i critici in casa le rimproverano In Parlamento Ewa Kopacz, 57 anni, attuale presidente della Camera bassa polacca, è stata scelta come nuovo primo ministro e sostituirà Donald Tusk (Epa) Nuovo partito Arriva l esordio delle femministe DAL NOSTRO INVIATO STOCCOLMA «Lofven chiama la bomba Gudrun». Il tabloid Expressen annuncia che il probabile futuro premier di Svezia, il socialdemocratico Stefan Lofven, è pronto ad allearsi con la mina vagante delle elezioni di oggi: Gudrun Schyman, 66 anni. Militante della Lega marxista-leninista negli anni Settanta, poi dirigente politico del Partito della sinistra post-comunista negli Ottanta e Novanta. Fino a che, nel 2004, Schyman non decide di trasformare il femminismo in un vero partito, «Iniziativa femminista». Dopo dieci anni di delusioni, stasera Gudrun potrebbe diventare una figura decisiva. La sua formazione ha già sfondato alle europee di maggio raccogliendo il 5,3% dei voti. I sondaggi ora concordano che possa superare la soglia del 4% ed entrare nel Parlamento. La sua agenda: cancellare ogni differenza tra uomini e donne in termini di reddito e di opportunità di carriera. G. Sar. mancanza di visione e d indipendenza: per il capo dell opposizione Jaroslaw Kaczynski il mandato sarà uno strascico dell era Tusk che continuerà a dare ordini a distanza; all interno della stessa Piattaforma civica (Po, il partito di governo) tornano a farsi sentire aspiranti alla leadership come Grzegorz Schetyna che minacciano la coesione della maggioranza. Il tutto in un passaggio delicato per il Paese locomotiva del Centro- Est, in prima linea nella crisi ucraina e prossimo alle elezioni (amministrative a novembre, politiche nel 2015). Ewa Kopacz è la continuità. Pediatra, ex ministra della Sanità e presidente della Camera bassa, non è una professionista della politica, alla quale si è avvicinata solo nel 2001, anno di fondazione di Po. A differenza della maggior parte dei protagonisti della scena post-comunista, non ha un passato di militante di Solidarnosc e non ha legami da rivendicare con il mito fondativo della nuova Polonia. Figlia di una sarta e di un fabbro, è la perfetta espressione della classe media emersa dalle macerie del regime e motore della ricostruzione. Non sempre in sintonia con le pulsioni profonde di un Paese conservatore, che ha una certa consuetudine con le donne ai vertici lascito dell eguaglianza tra i sessi perseguita dal comunismo tramite l inserimento delle «compagne» nel processo di produzione ma mal sopporta le deviazioni dall ortodossia cattolica. Nel 2008, da responsabile della Sanità, Kopacz sfidò attivisti e istituzioni ecclesiastiche consentendo a una quattordicenne di abortire dopo uno stupro: vescovi e associazioni pro-vita invocarono la scomunica quando la ministra obbligò un ospedale di Danzica a eseguire l intervento dopo che diverse cliniche si erano rifiutate, violando la legge. L anno successivo nel pieno dell allarme internazionale per la «suina», l influenza da virus H1N1, fu lei a opporsi all acquisto del vaccino ordinato in dosi massicce dagli altri Paesi europei, considerandolo inutile. Il tempo le avrebbe dato ragione. E nel 2010, dopo il disastro aereo di Smolensk nel quale persero la vita 96 persone tra le quali il presidente Lech Kaczynski, volle seguire personalmente le operazioni per il riconoscimento delle vittime. Divorziata, nonna di un bimbo di due anni, è una militante del tacco a spillo ma non ha problemi a indossare in Parlamento sollevando polemiche T-shirt da teenager con romantici versi ricamati in rosa sotto giacche color salmone. Un romanticismo che pur si coniuga con sfuriate improvvise regolarmente documentate Attesa e contestata Nomina attesa e già contestata, sarà ufficializzata domani dal capo dello Stato Elettori Sette milioni gli aventi diritto, due i partiti maggiori (Conservatori e social democratici), due i minori: Democratici svedesi e femministe Novanta. Reinfeldt resiste e promette altri 350 mila posti di lavoro entro il Ma attenzione: se costretti dai risultati elettorali, i due grandi rivali potrebbero ritrovarsi più vicini di ciò che appare. Moderati e socialdemocratici, se si va un po in profondità, da almeno vent anni rappresentano due versioni dello stesso paradigma riformista. La vecchia contrapposizione tra sostenitori dell intervento pubblico e fautori del liberismo è terminata nel 1991, quando il Paese subì una crisi economico-finanziaria paragonabile a quella del Da allora le scelte fondamentali sono state condivise: rigore nelle finanze pubbliche, sostegno e incentivi alle imprese private, oculata gestione del cambio (la corona svedese è la dodicesima moneta più trattata al mondo). Su questo terreno bi-partisan è fiorita la nuova Svezia, da Ikea a Spotify, subentrata all oligarchia delle grandi dinastie industriali (i Wallenberg). Persino sull immigrazione, argomento divisivo per eccellenza in tutta Europa, le posizioni dei due antagonisti quasi si toccano. Negli ultimi 12 mesi il Paese (9,5 milioni di abitanti) ha ricevuto 54 mila richieste di asilo e nel 2014 saranno circa 80 mila: più dell Italia, più della Gran Bretagna. Le periferie di Stoccolma, i vecchi quartieri operai di Malmö si sono gonfiati con i nuovi arrivi. All ondata proveniente dai Balcani di venti-trent anni fa si è aggiunta quella partita dalla Siria e dall Iraq. Inevitabilmente una parte dei cittadini si sente minacciata e spesso la domanda di protezione si trasforma in chiusura e alimenta la protesta xenofoba dei Democratici svedesi. Il premier Reinfeldt e il ministro degli Esteri Carl Bildt, invece, hanno iniziato questa campagna elettorale sostenendo che la Svezia non può rinnegare se stessa e deve «mantenere le porte e i cuori aperti». Un uscita rischiosa che ha alimentato la propaganda degli outsider populisti. Ma anche una mossa indovinata, perché ha soffocato sul nascere una possibile offensiva dei socialdemocratici. I conti finali si faranno stasera. Giuseppe Sarcina dai collaboratori e ben note allo stesso Tusk, che ha sempre amato circondarsi di donne volitive: Ewa fa parte delle magnifiche tre», con il sindaco di Varsavia Hanna Gronkiewicz-Waltz e la nuova commissaria Ue al Mercato interno Elzbieta Bienkowska. Meticolosa organizzatrice, annota tutto in un diario segreto che non esclude di pubblicare in futuro. «Un documento sul prezzo che paga chi sceglie la politica». Prossimo capitolo, vita da premier. La nuova squadra di governo sarà resa nota e presterà giuramento il 22 settembre. Tra le incognite, il ruolo di pesi massimi come il ministro degli Esteri Radek Sikorski che potrebbe assumere la carica di speaker del Parlamento in staffetta con Ewa: poco potere ma grande prestigio in attesa della grande sfida elettorale con l opposizione, in crescita, di Kaczynski che d ora in avanti dovrà affrontare una signora, di ferro. Maria Serena Natale

18 italia: Domenica 14 Settembre 2014 Corriere della Sera 18

19 Corriere della Sera Domenica 14 Settembre 2014 italia: Cronache L emergenza Recuperati due corpi, molti altri avvistati. Secondo le autorità della Valletta a bordo c erano solo 30 persone Barcone a fondo, morti e decine di dispersi Naufragio al largo delle coste maltesi. Un sopravvissuto: eravamo in cinquecento La chiamata da un barcone in difficoltà con un telefono satellitare, un mercantile che accorre e raccoglie 384 migranti, poi la rotta verso Pozzallo, sud della Sicilia. Scena quotidiana nel Canale di Sicilia. Ma questa volta la navigazione è interrotta, quando la nave è a sud di Malta il comandante nota due uomini in mare. Sono vivi, vengono portati a bordo, sono giovani palestinesi, raccontano di essersi salvati dal naufragio della loro imbarcazione. «Eravamo 400 o 500, palestinesi e siriani, molte famiglie e tanti bambini» sono le poche parole che riescono a sussurrare. L ennesima tragedia, dalle I salvati Una dozzina i salvati, tra cui una bimba di due anni e un altro minore dimensioni ancora difficili da definire. Ci sarebbero centinaia di dispersi, ma da Malta arriva subito dopo la correzione che altri superstiti avrebbero detto che a bordo c erano solo una trentina di persone. Finora sono stati recuperati due cadaveri, ma molti altri sono stati visti affiorare tra le onde. Una dozzina invece i migranti salvati, tra cui una bambina di due anni e un altro minorenne. L indagine per capire cos è accaduto esattamente è complessa, coinvolge autorità italiane, maltesi e greche le cui unità sono state impegnate nei soccorsi e stanno tutt ora perlustrando quel tratto di mare, a 300 miglia a sud-est della Valletta. Il primo allarme è stato lanciato venerdì mattina, quando la Pegasus, nave mercantile con bandiera panamense, ha avvistato i primi due uomini in mare. Sul posto, oltre ai Nel Mediterraneo Le vittime circa mezzi di salvataggio maltesi e greci, sono stati inviati anche un aereo Atlantic dell Aeronautica italiana e un Atr della Guardia costiera. Quest ultimo ha individuato alcune persone in mare e lanciato una zattera di salvataggio, che ha permesso a un piccolo gruppo di naufraghi di raggiungere un altro mercantile. Sette i migranti salvati nelle prime ore, tra cui la più piccola che, in condizioni di grave ipotermia per la lunga permanenza in acque fredde, è stata trasportata in elicottero all ospedale 400 I migranti che sono arrivati a Pozzallo negli ultimi due giorni. A Crotone la nave «Euro» ne ha sbarcati 956, tutti eritrei circa 500 circa 600 circa Gli arrivi stimati circa * * Fonte: Unhcr Pozzallo Il primo cittadino Luigi Ammatuna «Io, sindaco di frontiera ho in affido 80 minorenni» La parte Siamo stanchi, sfiniti, ma non in difficoltà Cerchiamo di fare la nostra parte Luigi Ammatuna l altra notte era sulla banchina del porto. «Ho visto quei due ragazzi scampati al naufragio. Erano provati, ma per fortuna a loro è andata bene». Ammatuna, 65 anni, è il sindaco di centrosinistra di Pozzallo, sulla costa ragusana. Da un anno passa più tempo al molo e al centro di prima accoglienza che in Municipio. «Dalla tragedia di Lampedusa dello scorso ottobre i migranti vengono portati direttamente in Sicilia. Siamo diventati noi la porta d Europa». Quanti ne avete accolti? «Ventimila nei primi otto mesi del L anno scorso in dodici mesi erano stati ». Fino a quando potrete reggere? «Siamo stanchi, sfiniti, ma non in difficoltà. Mare Nostrum ha permesso di salvare tantissime vite e noi cerchiamo di fare la nostra parte». Nessun tentennamento? «Qualche momento di sconforto, quando gli arrivi si susseguono e non riusciamo a tirare il fiato. Ma poi con dedizione e impegno i momenti di difficoltà si superano». E i suoi concittadini? «Siamo persone accoglienti, in passato anche noi siamo stati emigranti. E poi il porto è a un chilometro dal centro, spesso si accorgono degli sbarchi dalla tv». Davvero nessuna problema? «Per il turismo, sì. C è stato un calo consistente che non è solo colpa della crisi. Qualcuno pensa di trovare i migranti per strada oppure il mare pieno di cadaveri. C è molta disinformazione». Come fate fronte all emergenza? «La struttura di prima accoglienza è collaudata per 180 posti, ma non basta. Meno male che possiamo utilizzare anche un edificio a Comiso. Un problema semmai è quello dei minori che per legge vengono affidati al sindaco. Ne ho avuti 900 quest anno, adesso sono un ottantina. I centri in Italia sono pieni e faccio fatica a trovare una sistemazione definitiva». Dove alloggiano? «Nel palazzetto dello Sport e in canonica. Ma adesso le squadre ci chiedono di giocare e il parroco deve iniziare il catechismo...». R. Bru. circa di Chania nell isola greca di Creta. Poi nella serata di venerdì altri tre migranti trovati in vita. Dalle prime testimonianze sembra che la tragedia sia stata causata dalla collisione tra due imbarcazioni e questo potrebbe forse spiegare la discordanza tra il numero di persone coinvolte, trattandosi di due barconi affondati. Immancabile la scontro politico innescato dalla tragedia. Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord, come sempre non fa sconti: «I confini ci sono e in quanto tali vanno difesi anche con le armi, perché così succede in tutto il mondo». E aggiunge dal ritrovo del Carroccio alle pendici del Monviso: «Sono morti che pesano sulla coscienza dei soliti noti. Sono morti di Mare Nostrum». Contro l operazione militare e umanitaria anche Maurizio Gasparri, Forza Italia: «È un disastro senza fine, la Caporetto a carico nostro con spese gigantesche e il fallimento del patetico tentativo di coinvolgere l Ue». Tocca al premier Matteo Renzi difendere l impegno comunitario nel Mediterraneo: «Non è un impuntatura dell Italia, ma l idea che l Europa abbia un cuore e un anima, circa che l Europa si preoccupi della vita delle persone, che non lasci morire una giovane mamma». Anche il presidente della Camera, Laura Boldrini, definisce l operazione «importantissima»: «Salvare vite in mare è un imperativo etico, anche circa D ARCO se poi servono anche altre azioni. Serve una sinergia perché tutti facciano la propria parte». E il ministro dell Interno, Angelino Alfano, usa la metafora del muro di Berlino e parla di un «Checkpoint Charlie, che divide il Sud dal Nord del mondo. C è un passaggio a livello che li separa, un pezzo che agogna e desidera il benessere, la libertà e la democrazia e un pezzo del mondo che lo deve difendere». Una frontiera che non lascia momenti di tregua. Negli ultimi due giorni non sono arrivati solo i quasi 400 migranti di Pozzallo. Nel porto di Crotone la nave della Marina militare Euro ha sbarcato 956 eritrei, soccorsi nei giorni scorsi a sud di Lampedusa mentre cercavano di raggiungere la terraferma a bordo di due barconi. Tra di loro anche 122 bambini e 224 donne, alcune incinte. A Porto Empedocle il pattugliatore Orione ne ha trasportati 500, tra cui 49 donne e 59 minorenni. La nave Borsini ha invece salvato nel Canale di Sicilia 104 migranti, altrettanti ne ha recuperati la nave Sirio. Quattro presunti scafisti, due nigeriani, uno del Gambia, e un ghanese, sono stati invece fermati dalla squadra mobile della Questura di Catania. Sono accusati di aver portato gli 82 migranti soccorsi dal mercantile greco «Agrari» e arrivato venerdì pomeriggio nel capoluogo etneo. Riccardo Bruno

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