Geografia urbana e regionale
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- Antonietta Paoli
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1 Anno accademico Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione Geografia urbana e regionale Renato Ferlinghetti Università degli Studi di Bergamo Centro Studi Sul Territorio L. Pagani Bergamo, 14 novembre 2017
2 Il nostro percorso disciplinare La geografia scienza dell umanizzazione della Terra (slides) Il processo di territorializzazione (slides) La varietà della geografia (F. Bartaletti, Geografia teoria e prassi, capp. 1-2) La lettura geo-storica di una città, il caso di Bergamo (L. Pagani, Bergamo Lineamenti e dinamiche della città, cap. 1, osservare con attenzione l iconografia!! E le slides) Il caleidoscopio urbano: tanti modi di essere città (G. Dematteis, C. Lanza, Le città del mondo. Una geografia urbana, cap.1, approfondimento su Dalmine città fabbrica) Dalla campagna alla città: l urbanizzazione del mondo (G. Dematteis, C. Lanza, Le città del mondo. Una geografia urbana, cap.2 )
3 Il nostro percorso disciplinare Dalla città alla campagna: espansione e dispersione urbana (G. Dematteis, C. Lanza, Le città del mondo. Una geografia urbana, cap.3) Funzioni e crescita delle città Ambiente e paesaggio Sistemi territoriali urbani e reti di città (G. Dematteis, C. Lanza, cap. 8 introduzione, 8.1, 8.6, 8.7. Approfondimento la megalopoli padana, caratteri e dinamiche paesaggistiche, sliders) Politiche urbane (G. Dematteis, C. Lanza, cap. 9) Le città del mondo: Singapore la città del futuro? Sydney la città dei primati
4 Dal luogo di formazione alla formazione del luogo
5 Dal luogo di formazione alla formazione del luogo Gli esiti del processo di reificazione Medioevo (VIII XIII) Vigneto Sec. XVI Contrada di 90 abitanti con una tintoria, una fornace e una roggia 1853 Prato con gelsi 1890 Locale pubblico, Trattoria 1893 Locale pubblico, Collegio e scuola elementare 1918 Convitto Caserma e carcere politico Convitto Area dismesse sede Universitaria
6 Dal luogo di formazione alla formazione del luogo Gli esiti del processo di denominazione Medioevo (X XIII sec.) Mugazzone Sec. XVI Contrada dei Toffi 1853 Contrada e Via Nuova * 1890 Trattoria il Giardinetto 1893 Collegio Baroni 1918 Convitto Esperia Caserma e carcere nazi-fascista?????? Convitto Esperia Ex Convitto Esperia Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione
7 La restituzione del processo di territorializzazione di Palazzo Baroni un esempio di ricerca geo-storica
8 3 elaborato: dal luogo di formazione allal formazione del luogo Predisponi un elaborato che descriva il processo di territorializzazione di Palazzo Baroni così strutturato : Copertina Premessa Il processo di territorializzazione Il processo di reificazione e di denominazione di Palazzo Baroni Conclusioni: per una cultura dei luoghi bibliografia
9 3 elaborato: dal luogo di formazione allal formazione del luogo Per la copertina e la premessa segui le indicazioni fornite per i primi due elaborati Per il paragrafo Il processo di territorializzazione sintetizza in massimo una pagina le fasi del processo di territorializzazione Per il paragrafo Il processo di reificazione e di denominazione di Palazzo Baroni descrivi, in modo sintetico, il processo di denominazione e di reificazione dell area di palazzo Baroni, accompagna il testo con le tabelle che sintetizzano le fasi del processo di territorializzazione dell area di Palazzo Baroni.
10 3 elaborato: dal luogo di formazione allal formazione del luogo Per Conclusione: per una cultura dei luoghi Descrivi un giudizio sull attività svolta ed indica qualche attività o processi potrebbero essere utili per contribuire e diffondere le conoscenze geostoriche acquisite sull area agli utenti della struttura, ai cittadini e ai city-users di Bergamo
11 3 elaborato: dal luogo di formazione allal formazione del luogo Per la Bibliografia segui le indicazioni fornite per l elaborato numero due
12 Le Attività sperimentali del nostro percorso disciplinare 1 Attività disciplinare Dal luogo di formazione alla formazione del luogo 2 Attività sperimentale Quando il sotto si fa sopra 3 Attività sperimentale La territorializzazione dell area di Palazzo Baroni, dal luogo di Formazione alla formazione del luogo 4 A. Attività sperimentale La megalopoli intorno a noi Il dove, il come e il perché del proprio luogo di residenza
13 2 Attività sperimentale La megalopoli intorno a noi Stendi una breve relazione che illustri brevemente i principali paesaggi megalopolitani che incontri nel tragitto tra la tua residenza e l Università di Bergamo. Struttura la relazione secondo il seguente indice: Copertina Premessa L itinerario (con indicazione del tragitto effettuato, il tempo impiegato e la distanza percorsa. Allega una carta che illustri il percorso effettuato) Rassegna dei principali paesaggi megapolitani incontrati Inserisci una decina (minimo 8 max 12-14) di immagini che illustrano alcuni scorci del paesaggi megalopolitano che incontri, accompagna ogni immagine con una significativa didascalia come nelle slides presentate a lezione.
14 2 Attività sperimentale La megalopoli intorno a noi Struttura la relazione secondo il seguente indice: Copertina (Autore, titolo, immagine evocativa e contesto) Premessa (significato e scopi dell elaborato) L itinerario (tratto residenza Università, o percorso alternativo se il tratto casa Università è poco significativo per il tema proposto) Rassegna dei principali paesaggi megapolitani incontrati lungo l itinerario prescelto Per ogni paesaggi inserisci una o due immagini e una breve didascalia che ne descriva ad esempio la diffusione, il significato, l origine, il ruolo sociale, ecc., non superare la decina (minimo 5 o 6 max 13-15) di paesaggi scelti tra quelli più significativi Conclusioni Bibliografia
15 Norme da seguire Bibliografia Autore (Cognome, nome in maiuscoletto!), titolo (in corsivo), Casa editrice, Luogo e anno di pubblicazione. TURRI EUGENIO, La megalopoli padana, Marsilio, Venezia PAGANI LELIO, Bergamo. Lineamenti e dinamiche della città, Bergamo, Bergamo University Press Sestante, PELANDI LUIGI, Il borgo di Pignolo, Bergamo, Bolis, I testi consultati in rete citali nel seguente modo: SIEVERST T., Al centro del margine: da periferia a paesaggio urbano regionale, passando per la città intermedia. In: Nella città diffusa. Idee, indagini, proposte per la nebulosa insediativa veneta, Fondazione Benetton Studi Ricerche, materiali dal XIV corso sul governo del paesaggio, 2003, visitato il 25 giugno 2015.
16 Un possibile elenco delle categorie di paesaggi megalopolitani Spazi aperti (agricoli recenti e tradizionali, aree agricole dell eccellenza prodotti DOC, biologici, tipici, orticolutura in serra o in tunnel, incolti sociali, ecc.), rete infrastrutturale (autostrade, strade a rapido scorrimento, linee ferroviarie, ecc.), insediamenti lineari lungo le direttrici stradale all esterno dei centri urbani (Centri commerciali, ambiti per la fruizione turistica (stazioni sciistiche, centri termali, balneari, ecc.), aree di naturalità (boschi, parchi regionali e locali), insediamenti produttivi (capannoni, siti di archeologia industriale, poli tecnologici, aree dismesse, ecc.), centri storici o edifici isolati di valore storicoarchitettonico o identitario, i luoghi dell abitare (il Caseggiato prigione, il condominio affacciato sulle strade d alta frequenza, le villettopoli, le gate comunity, ecc.), i nuovi volti spettacolari e televisivi dei contesti urbani, i paesaggi ibridi delle frange metropolitane,
17 Le politiche urbane Sono finalizzate: al governo sulle città e sulle reti urbane per indirizzarne lo sviluppo, modificarne le forma, le funzioni, l ambiente fisico e sociale, la loro articolazione sul territorio. Le politiche possono essere: Territoriali, se riguardano interventi localizzati o localizzabili Generali, se hanno effetti generali sulle città ( politiche fiscali, riforme amministrative, ecc.).
18 Le politiche urbane sono associate ai: I poteri locali L efficacia delle politiche urbane dipende in larga misura dall assetto istituzionale dei poteri locali. In Italia prevale il frazionamento a livello comunale, solo in piccola misura attenuato dalle unioni volontarie dei comuni. Solo da pochi anni sono state avviate politiche di area vasta nelle aree metropolitane. In Lombardia sono stati avviati Piani Territoriali Regionali d area (PTRA). In Francia dove i comuni sono ben le loro unioni (comunità d agglomerazione, comunità urbane, ecc.), sono la regola e ciò permette di gestire efficacemente le varie forme di città estesa. Lo stesso avviene nelle altre nazioni sviluppate: City country negli USA, Local Government Areas in Australia, Gun in Giappone, gli Stadtkreise in Germania
19 Oltre i limiti comunali verso la gestione integrata della città rete, Le novità lombarde
20 Oltre i limiti comunali verso la gestione integrata della città rete zi-e-informazioni/enti-e-operatori/territorio/pianificazione-regionale/piano-territorialeregionale-ptr
21 Le differenti politiche urbane a livello globale Sud del Mondo Caratterizzate da un fortissimo incremento demografico, quindi le politiche urbane perseguono la restrizione e la regolazione dello sviluppo urbano e delle grandi agglomerazioni per mezzo di re-insediamento dell immigrazione urbana in nuovi quartieri e in città satelliti. (India realizzazione di 60 città satelliti, in Cina 20 nuove città all anno) Nord del Mondo Limitato o debole incremento demografico, ma marcata espansione dei contesti periurbani generati dal modello della città estesa.. Contenimento dell espansione areale dello sviluppo urbano. Contrasto al consumo di suolo causa della riduzione dei terreni fertili e dell aumento dei carichi ambientali generati dalle città mediante il riuso dei vuoti urbani.
22 La riduzione del consumo di suolo uno degli obiettivi primari delle politiche urbane europee In Europa dal 1950 il consumo è aumentato tre volte di più della popolazione! L Unione Europea ha avviato una serie di politiche che dovrebbero per il 2050 fermare del tutto l edificazione di nuove aree. L Italia in Europa è la nazione che più ha consumato il suolo dal 1956 al 2014 le superfici urbanizzate sono cresciuti del 267% mentre la popolazione solo del 17%. Le politiche di contenimento del consumo di suolo devono essere agganciate al riuso dei vuoti urbani o aree dismesse, al ricompattamento dell edificato e a interventi di rigenerazione urbana, mirati soprattutto sulle periferie.
23 La prosperità urbana come obiettivo delle politiche urbane L indice di prosperità urbana (CPI, City Prosperity Index), elaborato dall ONU, utilizzato per definire lo stato di fatto in cui si trova una città
24 La prosperità urbana come obiettivo delle politiche urbane L indice di prosperità urbana (CPI, City Prosperity Index), elaborato dall ONU, utilizzato per definire lo stato di fatto in cui si trova una città si articola in cinque obiettivi: 1. Generare sviluppo economico ed occupazione capace di garantire livelli di benessere a tutta la popolazione 2. Fornire servizi infrastrutturali (strade, acquedotti, fognature, ecc.) che rispondano alle esigenze della popolazione 3. Provvedere i servizi sociali (istruzione, scuola, divertimenti, sicurezza, ecc.) 4. Ridurre le diseguaglianze e la presenza di ghetti di povertà 5. Evitare che lo sviluppo economico avvenga a discapito delle risorse non rinnovabili e dell ambiente (Sviluppo sostenibile)
25 L indice di prosperità nazionale
26 Le politiche urbane, il cammino verso la sostenibilità Il progresso, la sfida di ogni comunità umana e di ogni città Nel Novecento, nel periodo tra i due conflitti mondiali, il progresso si è identificato con la crescita economica espressa dall aumento dell occupazione e della ricchezza, in modo da estendere le basi del benessere delle comunità umane. Dagli anni Settanta (Conferenza delle Nazioni Unite sull ambiente umano; Stoccolma, 1972) il progresso è stato inteso come produzione di ricchezza e occupazione nel rispetto dell ambiente. Dagli anni Novanta (Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo; Rio de Janeiro, 1992). Il progresso è inteso come sviluppo sostenibile cioè il perseguimento d integrità ecologica, efficienza economica ed equità sociale.
27 Il cammino verso la sostenibilità Gli anni Sessanta: pionieri e precursori 60 in ambito scientifico matura la consapevolezza dei rischi tecnologici (esplosioni nucleari, uso del DDT, ecc.) Commoner Nuclear information Scientist and Citzen Environment dal 1969 Carson, Primavera silenziosa, Crisi di senso nei confronti dei modelli di sviluppo basati su una rapida crescita degli indicatori economici (Prodotto Nazionale Lordo, Indice d industrializzazione, ecc.) e contestazione dei capisaldi economici e politici delle società occidentali. Crescita d interesse verso la diversità, per ciò che fino allora era stato trascurato: la natura di fronte alla tecnicità, il Terzo Mondo di fronte ai Paesi sviluppati.
28 Donne che hanno rivoluzionato il nostro sguardo sul mondo Rachel Louise Carson (27 maggio ), biologa e zoologa statunitense
29 Il cammino verso la sostenibilità La svolta degli anni Settanta Affermazione dell ecologia come movimento collettivo 1 Aprile 1970 Earth Day Visione sistemica dell ambiente, E. Odum, Fondamenti di ecologia, Conferenza di Stoccolma, Habitat organizzata dall ONU 1972 Pubblicazione del Rapporto del MIT (Massachusetts Institute of Technology): I limiti dello sviluppo 1973 Quarta guerra arabo-israeliana e successiva crisi energetica
30 La Terra un sistema complesso fortemente integrato
31 Il futuro della Terra, un domani senza futuro
32 Il cammino verso la sostenibilità Gli anni Ottanta e l invenzione dello sviluppo sostenibile 1987 pubblicazione del rapporto della Commissione Mondiale per l ambiente e lo sviluppo (Rapporto Brundtland): Il futuro di noi tutti Per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri (WCED, 1987)
33 Donne che hanno rivoluzionato il nostro sguardo sul mondo Gro Harlem Brundtland (Oslo, 20 aprile 1939) medico e politico norvegese
34 Le Garanzie della sostenibilità Dal punto di vista ecologico - la conservazione dell habitat, cioè dello spazio in cui si sviluppano le comunità biologiche - la conservazione del numero di specie, cioè della diversità biologica (biodiversità) esistente sul pianeta - la tutela della resilienza, cioè della capacità dell ecosistema di continuare a evolversi nello stesso modo pur in presenza di disturbi provenienti dalle comunità umane;
35 Le Garanzie della sostenibilità Dal punto di vista sociale - equità sociale: a ogni componente della comunità devono essere garantiti i diritti naturali, soprattutto le fondamentali ibertà personali e la possibilità di esprimere le proprie capacità - equità rispetto all ambiente: ogni persona deve poter utilizzare le risorse dell ecosistema e fruire dei suoi valori estetici Equità rispetto alle generazioni future: esse hanno il diritto di fruire dell ecosistema in misura almeno uguale a quella con cui ne fruiscono le attuali generazioni. Dal punto di vista economiche - ottimizzazione cioè il raggiungimento dei fini con il minimo spreco e la massima adeguatezza di strumenti e di risorse utilizzabili - efficienza nel determinare uno sviluppo armonico e solidale fra le diverse regioni del pianeta
36 Il cammino verso la sostenibilità Gli anni Novanta: i tentativi di attuazione dello sviluppo sostenibile 1992 Conferenza di Rio, Ambiente e Sviluppo Dichiarazione sull ambiente e lo sviluppo Convenzioni internazionali (Biodiversità, Foreste, Clima) Agenda Conferenza europea sulla città sostenibile e approvazione della Carta delle città europee verso la sostenibilità o carta di Aalborg 1997 Protocollo di Kyoto relativo alla riduzione dei gas a effetto serra (anidride carbonica, metano, protossido di azoto, fluorocarburi idrati, perfluorocarburi e esafluoro di zolfo) responsabili del riscaldamento globale del pianeta
37 Agenda 21, l agenda mondiale verso lo sviluppo sostenibile. L articolo 28: dalla scala globale a quella locale
38 Agenda 21, dalla scala globale a quella locale
39 Scarica la Carta di Aalborg e inseriscila nel tuo quaderno disciplinare!!
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41 La Carta di Aalborg, un cammino virtuoso per le comunità urbane Parte Prima Centralità della realtà urbane Responsabilità dei centri urbani Insostenibilità degli stili di vita urbani Necessità di un percorso partecipato Scelta della via alla sostenibilità come cammino di riequilibrio,
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43 Il processo verso la sostenibilità urbana un percorso d apprendimento
44 Il piano d azione locale, il percorso specifico verso un modello di sviluppo urbano sostenibile
45 attuazione e monitoraggio AGENDA 21 Il processo metodologico
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48 Dalla teoria alla pratica, dal globale al proprio contesto di vita
49 Agenda 21 locale il caso della provincia di Bergamo. Stralcio del Piano d azione
50 Il piedibus, una risposta sostenibile per una mobilità dolce
51 Per una qualità degli spazi urbani I principali problemi ambientali e paesaggistici della città diffusa: Depauperamento della biodiversità e delle risorse ambientali (Frammentazione degli ecosistemi, estinzione delle specie, insularità delle popolazioni biologiche). Omologazione del paesaggio con conseguenza perdita di identità e di specificità dei luoghi Bassa qualità dell aria, dell acqua del suolo. Eccessivo consumo di suolo. Congestione delle vie di comunicazione e di molti servizi.
52 Per una qualità degli spazi urbani Le possibili soluzioni Necessità di nuove forme di pianificazioni e di governo delle realtà urbane contemporanee (integrazione tra costruito e natura, conservazione dei beni storico-architettonici e paesaggistici, partecipazione dei cittadini alla costruzione dei propri ambienti di vita, ecc.) Nuove forme di pianificazione Aree protette, reti ecologiche, buone pratiche, terzo paesaggio, paesaggi minimi Nuove forme di governo partecipate Agenda 21 locale
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