La filiera italiana dell integratore alimentare Prima indagine di settore condotta sugli Associati FederSalus
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- Oreste Bonetti
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1 La filiera italiana dell integratore alimentare Prima indagine di settore condotta sugli Associati FederSalus Una filiera rappresentata da PMI con fatturato e occupazione in crescita e margini per l internazionalizzazione Premessa e obiettivi Le elaborazioni dei dati derivanti dalla prima indagine di settore condotta da FederSalus nel periodo luglio - ottobre 2015 consentono un analisi più dinamica del comparto e delle evoluzioni che lo caratterizzano, in attesa di una costruzione di serie storiche. Il mercato degli integratori alimentari ha raggiunto in Italia nei canali farmacie e GDO un valore di poco più di 2,559 miliardi di euro corrispondenti a circa 185 milioni di confezioni vendute (dati New Line Ricerche di Mercato e IRi, anno mobile terminante a dicembre 2015). Pur rappresentando in farmacia la seconda categoria per valore generato dopo il farmaco su prescrizione 1 e quindi un peso ed un ruolo effettivo nell ambito della salute e benessere degli italiani, il settore degli integratori alimentari soffre tuttora, in molti contesti, di una conoscenza non approfondita che ne penalizza l immagine. I dati raccolti sul settore di produzione e distribuzione degli integratori alimentari delle imprese associate a FederSalus possono servire dunque a colmare il gap informativo relativo ai principali dati strutturali del settore per meglio comprenderne le caratteristiche e le tendenze con l obiettivo di incrementare progressivamente la sua reputazione e credibilità e facilitare nel tempo relazioni utili allo sviluppo del settore e del mercato. Principali evidenze emerse dall indagine L indagine è stata condotta attraverso lo strumento del questionario online 2 somministrato alle 162 imprese associate a FederSalus nel periodo luglio - ottobre Ha completato l indagine il 67% delle imprese associate, le quali coprono tutta la filiera di produzione degli integratori: materie prime (18%), trasformazione in prodotto finito (20%) e commercializzazione di prodotti a marchio (62%). Le informazioni ottenute sono quindi statisticamente molto significative e rappresentative dell intero comparto della produzione e distribuzione. Dalle elaborazioni dei dati raccolti è stato possibile ricostruire una stima del fatturato complessivo degli integratori alimentari e del numero di addetti, proiettando le informazioni ottenute dalle rispondenti su tutte le 162 imprese associate. Ne sono derivati: un valore di fatturato totale di oltre 1 miliardo di euro e un numero di addetti medi per azienda pari a 47, inclusi gli agenti, per un totale di quasi addetti (per maggiori informazioni si veda la nota metodologica a fine documento). Per la maggior parte degli intervistati, per lo più piccole e medie imprese, il fatturato degli integratori alimentari è aumentato rispetto ad un anno fa. Hanno confermato tale trend circa il 67% delle 108 imprese rispondenti. 1. Fonte: New Line Ricerche di Mercato, canale farmacia AMT Novembre Per l elaborazione e la somministrazione del questionario online è stato utilizzato il software Opinio.
2 Continuando ad esplorare le dinamiche del settore, con riferimento all occupazione, l andamento è significativamente positivo: più del 41% ha dichiarato un livello occupazionale costante, mentre oltre il 50% dei rispondenti ha incrementato la forza-lavoro rispetto ad un anno fa. Dinamiche della filiera In aumento per il 50,9% Costante per il 41,7% In diminuzione per il 7,4% Occupazione Base: 108 Dinamiche delle principali voci di investimento Impianti e nuovi macchinari Base: 47 68,1% 21,3% 10,6% Innovazioni di prodotto Base: 83 72,3% 26,5% Innovazioni di processo Base: 59 64,4% 30,5% 5,1% Marketing e Comunicazione Base: 91 54,9% 42,9% 2,2% Formazione del personale Base: 93 48,4% 50,5% Aumentati Costanti Nulli Per quanto riguarda gli investimenti, la maggior parte delle imprese intervistate (oltre il 60%) ha dichiarato investimenti in aumento in: impianti e nuovi macchinari, innovazioni di prodotto e di processo. Da evidenziare il dato sugli investimenti in innovazioni di prodotto e di processo: senza un adeguata qualificazione del processo produttivo le imprese di settore non avrebbero potuto conquistare le attuali posizioni di mercato. In generale, un ulteriore salto in avanti verso la frontiera dell innovazione potrà venire dall applicazione, in Italia, del c.d. Patent Box, misura di politica industriale ai nastri di partenza che prevede la possibilità di escludere da imposizione IRES ed IRAP una parte del reddito derivante dallo sfruttamento dei beni immateriali (es. brevetti e marchi), siano essi sfruttati direttamente dall impresa o concessi a terzi a fronte di royalties.
3 Sul fronte dell internazionalizzazione, dall indagine emerge un settore con ampi margini d azione. Circa il 36% delle imprese rispondenti ha dichiarato di non avere fatturato estero. Export e altre attività estere per cluster 11.5% 24% Le aziende che appartengono al cluster Ho un fatturato estero derivante da export e altre attività operano sul mercato da oltre 15 anni (nel 68% dei casi) oltre il 27% di tali imprese esporta un quarto del fatturato totale. Il fatturato estero totale risultante dalla somma degli importi dichiarati dalle imprese rispondenti è di circa 190 milioni di euro, pari al 18,5% del fatturato totale stimato (oltre 1 miliardo di euro). 64.5% Non ho un fatturato estero Non ho ancora un fatturato estero ma sto valutando di approcciare i mercati internazionali Ho un fatturato estero derivante da export e altre attività Peso e trend dell export e delle altre attività estere Oggi l internazionalizzazione è una driver fondamentale per crescere. Non a caso, dall indagine è emerso che le imprese FederSalus internazionalizzate sono quelle che hanno incrementato di più il fatturato nell ultimo anno: il 71% delle imprese internazionalizzate verso il 67% del totale delle intervistate. Oltre che dalla capacità di innovare, la competitività deriva anche dalla capacità di esportare e connettersi Fatto 100 il fatturato degli integratori alimentari, la quota % rappresentata dalle attività estere è: Minore del 25% 72,6% Maggiore del 50% 11,3% 16,1% Dal 25% al 50% a grandi reti produttive e commerciali, tutte attività che richiedono soprattutto l utilizzo di conoscenze avanzate e la disponibilità di capitale umano altamente qualificato, oltre che di ingenti risorse finanziarie. Rispetto ad un anno fa, le attività estere sono: Aumentate 58,1% Stabili 37,1% Diminuite 4,8% Infine, esplorando la tematica delle fonti di finanziamento è risultato che tra quelle più utilizzate si collocano le fonti tradizionali, rappresentate da credito bancario (per il 37%), autofinanziamento (per il 50%) e utili non distribuiti (per il 31,5%). Pertanto, sotto questo profilo le caratteristiche delle imprese FederSalus sembrerebbero abbastanza in linea con il sistema Paese, dove il mix funding delle imprese italiane rispetto agli altri principali Paesi europei e agli Usa risulta fortemente sbilanciato verso il credito bancario.
4 Fonti di finanziamento: predilezione per i canali tradizionali Credito bancario e autofinanziamento Credito bancario Finanziamenti a fondo perduto o prestiti agevolati Utili non distribuiti Fondi europei Autofinanziamento Totale campione (base 108) 37,0% 5,6% 31,5% 4,6% 50,0% Prodotti a marchio (base 67) 38,8% 1,5% 28,4% 3,0% 53,7% Materie prime (base 19) 26,3% 5,3% 26,3% 10,5% 42,1% Produzione conto terzi (base 22) 40,9% 18,2% 45,5% 4,5% 45,5% In evidenza le accentuazioni di 5 punti % sui vari cluster rispetto al totale campione La finanza ha un ruolo importante per i piani di crescita ed espansione delle imprese per una maggiore diversificazione delle fonti di finanziamento; non è l ammontare assoluto di risorse disponibili ma la loro composizione a segnare la differenza. Per le PMI è essenziale accedere a fonti, sia di equity che di debito, alternative al credito bancario. Una struttura sbilanciata verso il debito bancario frena la crescita delle imprese perché ne riduce la capacità di finanziare progetti dall esito incerto o con tempi di rientro lunghi, come quelli mirati a innovare e a internazionalizzarsi 3 per portare l eccellenza e il know-how italiani nel mondo. Note metodologiche Il fatturato complessivo è stato calcolato come somma dei fatturati dichiarati dalle 108 imprese rispondenti a cui si aggiunge la stima del fatturato delle non rispondenti. Il fatturato delle 54 non rispondenti è stato definito a partire dai dati dichiarati durante la procedura associativa, considerando il valore medio della fascia di fatturato FederSalus. Sulle 108 aziende rispondenti il numero di addetti è stato stimato assumendo il valore centrale della classe di addetti al quale è stato sommato, laddove dichiarato, il numero di agenti. Per le 54 associate non rispondenti si è proceduto assegnando il numero di addetti (valore centrale della classe) compatibile con la definizione europea di piccola e media impresa 4 a partire dalla fascia di fatturato dichiarata in sede di procedura associativa. Al numero di addetti così ottenuto è stata aggiunta una stima prudenziale di agenti. 3. Cfr. Intervento Sulla crescita delle piccole imprese: il ruolo della finanza presso l Università degli Studi di Trento del Vice Direttore Generale della Banca d Italia Luigi Federico Signorini (4 novembre 2015). 4. Per maggiori informazioni si rimanda al link:
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