Presentazione dei risultati del progetto

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1 Parte III - Presentazione dei risultati del progetto III.1. Inquadramento del sistema di imprese dell Appennino bolognese Attraverso i dati contenuti nel censimenti dell industria e servizi e dell agricoltura Istat del 2001 è stato possibile inquadrare la composizione delle imprese insediate nella zona del GAL dell Appennino bolognese. Qui di seguito, in tabella è riportato per comune e per settore il numero di imprese insediate nella zona di riferimento nel Agricoltura e pesca 1 Industria estrattiva Industria manifatturiera Energia, gas e acqua BORGO TOSSIGNANO CAMUGNANO CASALFIUMANESE CASTEL D'AIANO CASTEL DEL RIO CASTEL DI CASIO CASTELLO DI SERRAVALLE CASTIGLIONE DEI PEPOLI FONTANELICE GAGGIO MONTANO GRANAGLIONE GRIZZANA LIZZANO IN BELVEDERE LOIANO MARZABOTTO MONGHIDORO MONTE SAN PIETRO MONTERENZIO MONTEVEGLIO MONZUNO PIANORO ,461 PORRETTA TERME SAN BENEDETTO VAL DI SAMBRO SASSO MARCONI ,188 SAVIGNO VERGATO Totale Costruzioni Commercio e riparazioni Alberghi e pubblici esercizi Trasporit e comunicazioni Credito e assicurazioni Altri servizi Totale 1 comprende attività dei servizi connesse all'agricoltura e alla zootecnia non rientranti nel campo di osservazione del Censimento ell'agricoltura 1

2 Tabella 2 Imprese insediate nell area GAL per comune e per settore Nella zona afferente al GAL dell Appennino bolognese secondo il censimento del 2001 risultano quindi insediate 9936 imprese. Nella tabella successiva è riportata l incidenza percentuale per settore delle imprese localizzate in area GAL rispetto al totale delle imprese presenti nella provincia di Bologna. Totale Altri servizi Credito e assicurazioni Trasporti e comunicazioni Alberghi e pubblici esercizi Commercio e riparazioni Costruzioni Energia, gas e acqua Industria manifatturiera Industria estrattiva Agricoltura e pesca Zona GAL Provincia di Bologna Incidenza % 25% 44% 15% 18% 20% 12% 18% 14% 8% 8% 11,8% Tabella 3 Incidenza percentuale delle imprese dell area GAL nella Provincia di Bologna Come si può vedere l impresa manifatturiera insediata nella zona del GAL rappresenta mediamente il 11,8% di quella insediata nella provincia di Bologna. Risulta evidente dalla tabella precedente la maggiore specializzazione del sistema produttiva dell area del GAL nelle attività legate alle costruzioni, all industria estrattiva e all agricoltura, a cui fa da controaltare una presenza inferiore delle attività di servizio. E interessante notare che, poiché la superficie della zona GAL rappresenta il 44% della superficie complessiva della provincia di Bologna e poiché in tale area è concentrato, come si è visto 11,8% delle imprese, la densità territoriale delle attività produttive risulta significativamente inferiore alla media provinciale. Nella tabella 4 è stato riportato il numero di imprese per Km 2. Come si può vedere si passa dal valore del 1,3 di Camugnano al 13,6 di Pianoro. I valori dell area si collocano tutti abbondantemente al di sotto del valore medio della provincia di Bologna che è pari a 22,7 Imprese per Km 2. 2

3 3

4 Comune Superficie (kmq) Densità Imprese BORGO TOSSIGNANO CAMUGNANO CASALFIUMANESE CASTEL D'AIANO CASTEL DEL RIO CASTEL DI CASIO CASTELLO DI SERRAVALLE CASTIGLIONE DEI PEPOLI FONTANELICE GAGGIO MONTANO GRANAGLIONE GRIZZANA LIZZANO IN BELVEDERE LOIANO MARZABOTTO MONGHIDORO MONTE SAN PIETRO MONTERENZIO MONTEVEGLIO MONZUNO PIANORO PORRETTA TERME SAN BENEDETTO SASSO MARCONI SAVIGNO VERGATO Tabella 4 Densità di imprese nella zona GAL 4

5 Numero di imprese Da 1 a 5 da 6 a 9 da 10 a 15 da 16 a 19 da 20 a 49 da 50 in su BORGO TOSSIGNANO CAMUGNANO CASALFIUMANESE CASTEL D'AIANO CASTEL DEL RIO CASTEL DI CASIO CASTELLO DI SERRAVALLE CASTIGLIONE DEI PEPOLI FONTANELICE GAGGIO MONTANO GRANAGLIONE GRIZZANA LIZZANO IN BELVEDERE LOIANO MARZABOTTO MONGHIDORO MONTE SAN PIETRO MONTERENZIO MONTEVEGLIO MONZUNO PIANORO PORRETTA TERME SAN BENEDETTO VAL DI SAMBRO SASSO MARCONI , SAVIGNO VERGATO Totale 90.0% 4.7% 2.5% 0.8% 1.5% 0.5% Tabella 5 Classe dimensionale delle imprese afferenti alla zona GAL Dalla tabella 5 è possibile notare come il 90% delle imprese presenti nella zona afferente al GAL abbia un numero di addetti compreso tra 1 e 5. 5

6 Nella tabella 6 sono riportati i dati di sintesi relativi alla provincia di Bologna, da cui s può evincere una maggiore presenza nell area GAL della classe dimensionale inferiore ed una sotto rappresentazione di tutte le classi successive. Da 1 a 5 da 6 a 9 da 10 a 15 da 16 a 19 da 20 a 49 da 50 in su Imprese della provincia di Bologna Incidenza percentuale 89.1% 5.0% 2.7% 0.9% 1.6% 0.8% Tabella 6 Incidenza percentuale delle classi di addetti nella provincia di Bologna Gli insediamenti produttivi presenti nell Appennino bolognese sono circa una quarantina e raggruppano oltre 800 imprese afferenti a diversi settori di attività. In questa zona, non sono presenti distretti industriali veri e propri. Gli insediamenti industriali sono estremamente differenziati nella loro configurazione e contengono un numero di imprese molto vario. E da sottolineare come allontanandosi dal capoluogo provinciale gli insediamenti industriali assumano in genere dimensioni sempre meno rilevanti. Così come è dato notare una relazione diretta rispetto alla popolazione residente. Questo secondo fattore risulta prevalente nel caso del comune di Vergato ed del comune di Savigno, nei quali la popolazione residente assume una certa rilevanza, e nei quali appunto, le attività economiche insediate sono numericamente significative per la zona analizzata. Qui di seguito è riportato l elenco degli insediamenti censiti durante la fase di mappatura. 6

7 Comune Insediamento Numero di Imprese insediate (Numero Indicativo) BORGO TOSSIGNANO BORGO TOSSIGNANO 40 CAMUGNANO CAPOLUOGO 4 VERZUNO 3 CASALFIUMANESE CASALFIUMANESE 33 CASTEL D'AIANO FRAZ. ROCCA DI ROFFENO 4 LOC. CROCE 8 CASTEL DEL RIO CASTEL DEL RIO 30 CASTEL DI CASIO LOC. PRATI 12 CASTELLO DI SERRAVALLE LOC CASTELLETTO 30 CASTIGLIONE DEI PEPOLI AREA LAGORA 7 AREA CA DI LANDINO 5 AREA LAGARO 3 FONTANELICE FONTANELICE 30 GAGGIO MONTANO FRAZ. SILLA PAMPERSO 6 GRANAGLIONE FRAZ. PONTE VENTURINA 12 FRAZ. BORGO CAPANNE 2 GRIZZANA GRIZZANA - LIZZANO IN BELVEDERE LOCALITA PANIGALE 8 LOIANO LOIANO 11 MARZABOTTO AREA SASSATELLO 50 MONGHIDORO - - MONTE SAN PIETRO MONTE SAN PIETRO 40 MONTERENZIO MONTERENZIO 18 LA ROCCA 10 MONTEVEGLIO - - MONZUNO AREA RIOVEGGIO 9 AREA LE SELVE 4 AREA BRAINE 3 PIANORO PIANORO NUOVA 60 PIAN DI MACINA 90 RASTIGNANO 95 PORRETTA TERME - - SAN BENEDETTO VAL DI SAMBRO AREA CAMPANA 3 BIVIO DI CAMPIANO 8 SASSO MARCONI PONTECCHIO MARCONI 100 CA DE TESTI 30 Via Dell ARTIGIANO EUROPA 30 SAVIGNO SAVIGNO 15 VERGATO FRAZ. RIOLA 8 Tabella 7 Elenco degli insediamenti produttivi appartenenti alla zona GAL 7

8 III.2. I risultati dei questionari L indagine preliminare ha avuto come oggetto un campione di imprese artigiane e PMI localizzate nella zona dell Appennino bolognese e afferenti a vari settori merceologici. Le aziende sono state individuate a partire dell elenco delle imprese iscritte presso la CCIIA di Bologna. La loro identificazione è avvenuta attraverso le segnalazioni effettuate dalle strutture associative e di servizio delle associazioni datoriali presenti nella zona del GAL dell Appennino bolognese, sulla base di criteri di rappresentatività e coerenza rispetto al quadro generale delineato in precedenza. In un primo tempo sono state così identificate 130 aziende che sono state contattate attraverso la spedizione di un questionario postale. Le imprese sono state successivamente contattate telefonicamente a più riprese. Il ritorno finale dei questionari è stato di 27 imprese, pari al 23% degli invii, nonostante le numerose sollecitazioni. Questo fatto di per sé induce a ipotizzare che la sensibilità nei confronti del tema in questione sia ancora marginale nell ambito dell azienda. Qui di seguito sono riportati i sintesi alcuni dati rilevanti ottenuti dall elaborazione dei questionari. La struttura del campione evidenzia, prima di tutto, una predominanza di aziende che si trovano in territori ove sono presenti gli insediamenti industriali più grandi. La dislocazione territoriale del campione analizzato Imprese Marzabotto 3 Vergato 4 Lizzano in Belvedere 1 Sasso Marconi 4 Pianoro 4 Grizzana Moranti 1 Loiano 2 San Benedetto Val di Sembro 1 Monterenzio 1 Monzuno 2 Camugnano 1 Gaggio Montano 1 Castello di Serravalle 1 Fontanelice 1 Totale 27 Tabella 8 Dislocazione imprese del campione 8

9 Il 42% del campione è localizzato nelle zone di Pianoro, di Sasso Marconi e di Vergato. La quasi totalità (90%) del campione svolge attività di tipo manifatturiero (classificazione Istat). Dal punto di vista dimensionale, nel campione sono comprese sia aziende piccole che aziende medie. Frequenza Incidenza % Classe 1 5 addetti % Classe 6 9 addetti % Classe addetti % Classe addetti 2 7.4% Classe addetti % Classe oltre i 50 addetti 1 3.7% TOTALE % Tabella 9 Classe dimensionale delle imprese del campione Nella tabella 9 è riportato il dato relativo alla classe di addetti delle imprese che hanno risposto al questionario inviato. Come si può notare la risposta proveniente dalle imprese afferenti alla prima classe (1 5 addetti) e notevolmente lontana dal dato della incidenza di questa tipologia di classe dimensionale nel territorio. A considerazioni analoghe induce l esame della tabella successiva, che illustra la distribuzione delle imprese del campione per classe di fatturato. Classi di Fatturato Frequenza Incidenza % Da 0 a % Da a % Da a % Da a % oltre % Nessuna risposta % TOTALE % Tabella 10 Classi di fatturato delle imprese del campione 9

10 III.3. Caratteristiche insediative Nella parte che segue sono riportate le principali caratteristiche insediative del campione analizzato. Classe di Superficie Frequenza Incidenza % Classe 0 a 1000 m % Classe 1000 a 3000 m % Classe oltre 3000 m % Nessuna Risposta % Totale % Tabella 11 classe di superficie delle imprese del campione In questo caso due delle mancate risposte si riferiscono ad attività di tipo agricolo e zootecnico. Nella tabella 12 è riportata la data dell insediamento dell impresa nello stabile che attualmente occupa Data di insediamento Frequenza Incidenza % Prima % Dopo % Nessuna risposta % Totale % Tabella 12 Data di insediamento del campione nella sede attuale La suddivisione in due classi è stata effettuata tenendo conto che il 1991 rappresenta una data importante per la tematica oggetto della presente indagine in quanto è stata promulgata la legge 10/91. La legge 10/91 è stato uno dei primi provvedimenti di carattere nazionale ad individuare criteri per l uso razionale dell energia all interno degli edifici. 10

11 III.4. Dotazione impiantistica dell impresa Un importante elemento per comprendere la struttura dei consumi energetici delle imprese in esame è quello relativo alla dotazione impiantistica funzionale all attività della stessa. Il primo quesito era mirato a comprendere se in azienda era presente un impianto di produzione di calore o di freddo e quale fosse la sua funzione ai fini dell attività aziendale. In impresa è presente un impianto di riscaldamento Frequenza Incidenza % Si 24 89% No 3 11% Totale % Tabella 13 Presenza dell impianto di riscaldamento aziendale nel campione analizzato Ove non è presente l impianto di riscaldamento è stato rilevato che gli ambienti di lavoro sono riscaldati attraverso il calore disperso nella produzione, oppure che l attività si svolge prevalentemente all esterno, come nel caso di attività agricolo, zootecnico o vinicole Nella tabella 14 è riportato il tipo di combustibile utilizzato per la produzione del calore. Combustile utilizzato nella produzione del calore Frequenza Incidenza % metano % gpl % olio combustibile 1 3.7% Nessuna Risposta 4 14,8% Totale % Tabella 14 Tipologia di combustibile utilizzato dal campione esaminato Questo dato rappresenta un importante indicatore per comprendere lo stato di diffusione della rete di metanizzazione nella zona considerata. Tre delle quattro mancate risposte sono da correlarsi, come rilevabile dalla tabella precedente, all assenza di un impianto di riscaldamento. 11

12 Nella tabella 15 è riportato il numero di impianti di climatizzazione presenti nelle aziende. In azienda è presente un impianto di climatizzazione Frequenza Incidenza % Si % No % Nessuna Risposta 2 7.4% Totale % Tabella 15 Impianto di climatizzazione nel campione analizzato Nell ambito delle risposte affermative, 4 imprese hanno specificato che tali impianti sono attivati negli uffici. Nella tabella 16 è riportato il numero di imprese che utilizzano il combustibile anche per impianti di riscaldamento/refrigerazione strettamente funzionali al processo produttivo. Tale informazione risulta estremamente importante per comprendere la tipologia di consumo del combustibile. Esistono in impresa impianti di riscaldamento/refrigerazione funzionali al processo produttivo Frequenza Incidenza % Si % No % Totale % Tabella 16 Incidenza % del riscaldamento o refrigerazione di processo Questa tabella fornisce anche informazione sulla tipologia del consumo di combustibile. E indubbio che chi utilizza il combustibile non solo per il riscaldamento ambientale, riesce a spuntare scontistiche superiori nel mercato libero del gas. III.5. Orari di produzione Al campione di imprese intervistate è stata poi posta una domanda sugli orari della produzione. Tale informazione costituisce un elemento essenziale per capire la distribuzione dei carichi elettrici nella giornata e nell anno. C è inoltre da sottolineare che 12

13 con la progressiva sostituzione dei contatori analogici con quelli digitali la tariffa dell energia elettrica sarà differenziata in funzione dell orario di prelievo. Orari della produzione Frequenza Incidenza % Fascia diurna ( ) % Fascia notturna ( ) 2 7.4% Fascia % Nessuna Risposta 1 3.7% Altro 1 3.7% Totale % Tabella 17 Incidenza percentuale delle fasce orarie di utilizzazione La maggior parte del campione (24 imprese su 27) effettua pause prolungate durante il mese di agosto e durante il periodo natalizio. Gli unici casi nei quali non viene effettuata la pausa sono quelli di trasformazione di alimenti a rapido consumo. III.6. Percezione della qualità dei servizi e del prezzo delle fonti energetiche Una sezione del questionario è stata dedicata a verificare lo stato di soddisfazione del campione sulla qualità e sulla percezione dei costi connessi alla fornitura. Come ritiene la qualità del servizio erogato dall azienda di distribuzione dell energia elettrica? 7% 15% BASSA MEDIA 37% ALTA 41% NESSUNA RISPOSTA Nel caso dell energia elettrica c è da rilevare che tutti gli intervistati segnalano brevi interruzioni della fornitura e sbalzi della tensione di linea. In alcuni casi all interno dell azienda è presente un gruppo di continuità. 13

14 Come ritiene i costi per l approvvigionamento dell energia elettrica? 7% 0% 41% BASSO MEDIO ALTO 52% NESSUNA RISPOSTA Tanto nel caso del gas quanto in quello dell energia elettrica, prevale una percezione medio- bassa per quanto attive la qualità del servizi erogati dall azienda di distribuzione, accompagnata da un giudizio di costi troppo elevati per l approvvigionamento. Come ritiene la qualità della fornitura del gas di rete? 11% 11% 37% 41% BASSA MEDIA ALTA NESSUNA RISPOSTA 14

15 Come ritiene il costo della fornitura del gas di rete? 22% 0% 26% BASSO MEDIO ALTO NESSUNA RISPOSTA 52% L ultima parte del questionario è andata ad indagare la percezione che hanno gli imprenditori dell importanza del risparmio energetico e del mercato libero dell energia. Ritiene il risparmio energertico uno strumento per il contenimento dei costi all'interno della sua impresa? 11% 7% 4% SI 19% 59% NO ABBASTANZA POCO NESSUNA RISPOSTA Come si vede da questo grafico una gran parte degli intervistati ritiene il risparmio energetico uno strumento utile per il contenimento dei costi aziendali, tuttavia soltanto pochi sono informati circa le implicazioni derivanti dal processo di liberalizzazione dei mercati dell energia elettrica e del gas. 15

16 E' a conoscenza del processo di liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica e del gas? 7% 26% SI NO NESSUNA RISPOSTA 67% III.7. La scelta del campione ristretto Come era stato previsto nella fase di progettaoine, dopo la mappatura iniziale si è proceduto ad individuare un campione di 15 imprese sui quali eseguire il vero e proprio check up energetico e ambientale dell azienda. Gli elementi che sono stati presi in considerazione per la scelta del campione delle 15 imprese sono stati, in ordine di priorità: - La localizzazione territoriale; - La tipologia di attività svolta; - La varietà numerosità di addetti impegnati nella attività di impresa ed i volumi di affari; - La consistenza dei consumi energetici. Qui di seguito si riportano per completezza i dati strutturali delle imprese analizzate. Per rispettare la loro privacy, ognuna delle imprese analizzate verrà identificata soltanto da un numero di riconoscimento progressivo. 16

17 Impresa Attività Numero Addetti Fatturato 2003 Comune di Insediamento 1 Produzione macchine per lavorazione Pianoro legno ferro, plastica 2 Lavorazione lamiera Pianoro 3 Macchine automatiche per l'imballaggio Sasso Marconi 4 Stampaggio materie plastiche Loiano 5 Galvanotecnica, serigrafia San Benedetto Val di Sembro 6 Lavorazione, stoccaggio e confezionamento miele Monterenzio 7 Stampa materie plastiche, litografia, serigrafia Monzuno 8 Forno per panificazione Monterenzio 9 Tornitura di minuteria meccanica Camugnano 10 Officina meccanica, produzione di ingranaggi e coppie coniche per conto Vergato terzi 11 Costruzione di attrezzature meccaniche, prevalenza di ingranaggi Vergato per cambi 12 Lavorazione di polistirolo espanso per produzione di imballaggi Gaggio Montano 13 Lavorazione del legno per arredo ed infissi Vergato 14 Produzione vinicola 1 - Castello di Serravalle 15 Produzione latte 3 100,000 Fontanelice Tabella 18 Campione ristretto III.8. I check up energetici Con il termine check-up si intende una serie di operazioni aventi l obiettivo di individuare le criticità nell utilizzo delle fonti energetiche e le opportunità di risparmio energetico. Attraverso i dati raccolti è stato inoltre realizzato il bilancio energetico dell impresa. Qui di seguito si riporta una descrizione dettagliata delle 3 fasi operative in cui si è articolato lo svolgimento del check-up energetico. 1 a FASE - ATTIVITA PRELIMINARI AL SOPRALLUOGO PRESSO L IMPRESA Si sono raccolti i dati disponibili relativi a: - la conformazione dell edificio, - la produzione - lo schema degli impianti - i turni lavorativi 17

18 - i principali centri di consumo elettrico e di gas naturale. Attraverso le informazioni raccolte, sono stati scelti i centri di consumo rilevanti da analizzare, si sono acquisite le bollette dei consumi elettrici e termici relative ai due anni solari precedenti a quello dell inizio del progetto, sono stati individuati i principali dati relativi alla produzione, si sono identificati gli indicatori di efficienza energetica applicabili e gli strumenti da attivare per valutare lo stato di ottimizzazione energetica dell'attività aziendale. 2 a FASE - MONITORAGGIO DI UNA SETTIMANA INVERNALE ED UNA SETTIMANA ESTIVA CON SOPRALLUOGO PRESSO L IMPRESA Si è proceduto ad intervistare il personale addetto alla manutenzione degli impianti. Durante il sopralluogo si sono raccolti i dati di targa dei principali carichi elettrici presenti. Mediante un analizzatore d energia portatile collegato al quadro generale dell Azienda è stato effettuato il monitoraggio dell impianto elettrico in due diverse settimane, determinando: - L andamento della curva di carico oraria totale del sito - la ripartizione dei consumi elettrici tra i principali centri di consumo 3 a FASE - REPORT FINALE I dati raccolti sono stati elaborati al fine di: - Realizzare il bilancio energetico dell attività aziendale. - Formulare suggerimenti per l impostazione della contabilità energetica aziendale tramite la ripartizione dei consumi per centri di costo. - Individuare gli indicatori di efficienza energetica applicabili nel caso specifico. - Formulare osservazioni e proposte di interventi di tipo organizzativo o strutturale per ottenere un miglioramento dell'efficienza energetica. Una delle criticità che si è presentata durante la fase di analisi delle imprese campione è stata quella di reperire dati specifici e tipici della produzione aziendale. Questa difficoltà è sicuramente imputabile a due elementi caratterizzanti la tipologia di imprese analizzate: - L ampia gamma di tipologia di prodotto che l impresa realizza - La mancata conoscenza della quantità realmente prodotta durante un il periodo di riferimento analizzato. 18

19 Di conseguenza la scelta degli indicatori presentati nella ricerca è ricaduta su quelli strutturali ed economici. Tale scelta ci ha permesso sicuramente di ottenere una visione complessiva delle imprese campione, ma ci ha costretto a trascurare un elemento importante, quello della caratterizzazione degli indicatori per tipologie di produzione. Questa criticità era stata comunque già prevista nella fase iniziale del progetto, in quanto conoscevamo in partenza i limiti delle pmi nello strutturare le proprie procedure informative. Qui di seguito si riportano per completezza gli indicatori scelti. - Consumo elettrico per unità di superficie disperdente - Consumo elettrico per unità di superficie calpestabile - Consumo elettrico per unità di volume - Consumo illuminazione per unità di superficie calpestabile - Consumo condizionamento per unità di superficie calpestabile - Combustibile per unità di superficie disperdente - Combustibile per unità di superficie calpestabile - Combustibile per unità di volume - Incidenza dei costi della fornitura dell energia elettrica sul fatturato aziendale - Incidenza dei costi della fornitura di gas metano/olio combustibile/gpl sul fatturato aziendale Come è possibile notare i primi otto indicatori afferiscono alle caratteristiche strutturali, cioè alle caratteristiche dello stabile, mentre gli ultimi due alle caratteristiche economiche. I primi otto sono maggiormente utili ai fini della realizzazione di un database di carattere generale degli indicatori energetici per le piccole e medie imprese. I secondi, invece, hanno una variabilità legata molto spesso alla congiuntura economica, all andamento del costo del combustibile ecc. ecc., ma sicuramente possono essere uno strumento interno all impresa per comprendere meglio l andamento dei costi energetici sulla produzione aziendale nelle diverse annualità. Il principale risultato dei check up è stato quello di realizzare il bilancio energetico di ciascuna impresa del campione ristretto. Non esistendo un modello standard nella bibliografia esistente, durante la ricerca abbiamo impostato un modello che considerasse tutte le informazioni derivate dai centri di consumo individuati e che desse informazioni 19

20 paragonabili con i report prodotti dalla pianificazione esistente (Piano energetico ambientale della Provincia di Bologna) Con il termine bilancio energetico si intende la definizione, in un anno preso come riferimento, dei consumi da imputare ad ogni centro di consumo individuato nella fase di analisi del caso aziendale. Qui di seguito è riportato un esempio di un bilancio energetico aziendale Centri di consumo kwh/anno Tep/anno % kwh anno vs. totale Illuminazione ,0 2,2% Lavorazioni ,3 33,1% Altri macchinari ,2 2,6% Condizionamento ,9 2,0% Totale energia elettrica ,5 40,0% Riscaldamento ,8 60,0% Totale energia ,3 100% Tabella 19 Esempio di bilancio aziendale Per rendere più evidente la composizione dei percentuale dei consumi è stata poi realizzato uno diagramma esplicativo del bilancio. Nella parte sottostante è riportato un esempio. Diagramma di flusso energetico Gas naturale 60% kwht Riscaldamento 60% Illuminazione 2% Energia elettrica 40% kwhe Lavorazioni 33% Altri macchinari 3% Condizionamento 2% 20

21 Un altro elemento da evidenziare è la presenza della doppia unità di misura, cioè i kwh/anno e i Tep/anno (Tonnellate equivalenti di petrolio). La prima dovrebbe permettere una lettura più agevole da parte dell utilizzatore, mentre la seconda unità di misura dovrebbe permettere al soggetto pianificatore di comprendere meglio l impatto complessivo sul contesto locale in cui sono localizzate le imprese del campione. In allegato alla presente sono è riportato un esempio dettagliato delle analisi realizzate sulle 15 imprese del campione. Nella tabella 20 è riportato in Tep il bilancio energetico complessivo del campione ristretto Imprese Consumo in Tep Tabella 20 Bilancio energetico complessivo del campione Ripartendolo nei centri di consumo individuati si ottiene la seguente tabella: Centri di consumo Consumo in Tep Illuminazione 66,9 Lavorazioni 821,4 Altri macchinari 116,4 Condizionamento 16,4 Riscaldamento 211,7 En. termica di processo 423,5 Tabella 21 Bilancio energetico complessivo del campione suddiviso per centri di consumo 21

22 III.9. I risultati dei check up energetici Nelle tabelle che seguono sono riportati la descrizione dettagliata del campione e di dati riassuntivi ottenuti dai check up. E necessario premettere alcune considerazioni prima di entrare nel merito del paragrafo successivo. Come è mostrato nella tabella riassuntiva per l impresa 15 non è stato possibile calcolare nessun tipo di indicatore di quelli definiti inizialmente, in quanto svolge la sua attività principale all aperto. Conseguentemente, dell affermazione precedente si è andati a verificare la presenza di indicatori specifici della attività aziendale. 22

23 Tabella 22 Dati caratteristici del campione Impresa 1 Attività Produzione macchine per lavorazione legno ferro, plastica Numero Addetti Fatturato 2003 Comune di Insediamento volume superficie potenza contrattuale mercato contratto consumo energia elettrica gas metano olio combustibile Pianoro V b gpl 2 Lavorazione lamiera Pianoro V b Macchine automatiche per l'imballaggio Stampaggio materie plastiche Galvanotecnica, serigrafia Lavorazione, stoccaggio e confezionamento miele Stampa materie plastiche, litografia, serigrafia Sasso Marconi V b Loiano L m San Benedetto Val di Sembro L m Monterenzio V b Monzuno V m Forno per panificazione Monzuno V sb Tornitura di minuteria meccanica Officina meccanica, produzione di ingranaggi e coppie coniche per Costruzione di attrezzature meccaniche, prevalenza di ingranaggi per cambi Lavorazione di polistirolo espanso per produzione di imballaggi. Lavorazione del legno per arredo ed infissi Camugnano V m Vergato V b Vergato V b Produzione vinicola 1 - Gaggio Montano V b Vergato V b Castello di Serravalle V b Produzione latte Fontanelice 16,5 V b

24 Range standard Valore min valore max Volume m Superficie disperdente m Superficie calpestabile m Consumo elettrico KWh 79,480 34,410 99, , , , , , , ,220 73, , ,058 24,496 20,129-20, ,739 Consumo combustibile riscaldam. Mc 13,181 6,880 31,281-33,023 46,176 14,757 4,906 56,831 14,636 5,970 13,634 16, ,906 56,831 Energia elettrica % 40% 33% 26% 100% 42% 39% 86% 33% 57% 72% 66% 8% 49% 100% 100% - 8% 100% Energia termica % 60% 67% 74% - 13% 61% 14% 6% 43% 28% 34% 3% 51% % 74% Consumo combustibile processo Mc , , , , ,349 En. Termica di processo % % % % % 88% En. Elettrica x Lavorazioni % 82.9% 93.4% 19.8% 97.6% 89.8% 54.6% 81.7% 73.9% 86.1% 94.1% 77.0% 48.2% 81.4% 78.9% 43.6% % 97.6% En. Elettrica x Altro % 6.5% 3.3% 51.3% 1.3% 4.3% 15.7% 13.0% 3.5% 11.1% 1.5% 14.1% 45.9% 7.3% 14.2% 50.6% - 1.3% 51.3% En. Elettrica x Condizionamento % 5.1% 0.4% 11.5% - 1.2% 3.1% 1.2% 1.6% 0.8% 0.9% 6.4% 0.9% 3.0% - 0.0% - 0.0% 11.5% En. Elettrica x Illuminazione % 5.5% 3.0% 17.5% 1.1% 4.6% 26.5% 4.2% 21.0% 2.0% 3.5% 2.5% 4.9% 8.3% 6.9% 5.7% - 1.1% 26.5% Fattore di forma edificio S/V = [0,22-0,52] Cd max Wt/m3 max [14,6-19,2] Cd Wt/m [8-16,5] kwh e per unità volume kwh e / m Mc gas naturale per unità volume mc/m [1,3-2,7] kwh t per unità volume kwh t / m [12,4-25,8] kwh e per unità sup. disperdente kwh / m mc gas naturale per unità sup. disperdente mc/m [3,48-5,71] kwh e per unità sup. calpestabile kwh/m Consumo specifico Energia elettrica GJ/m [0,09-2,41] mc gas naturale riscaldento per unità sup. calpestabile Nmc/m [8-14] 3 32 kwh t per unità di sup. calpestabile kwh t / m [78-135] Anno costruzione edificio Anno Consumo specifico Illuminazione W / m [0,6-9,1] Consumo specifico Condizionamento W t / m [0,1-2,3] Produzione macchine per lavorazione legno ferro, plastica Lavorazione lamiera Macchine automatiche per l'imballaggio delle sigarette Stampaggio materie plastiche Galvanotecnica, serigrafia Lavorazione, stoccaggio e confezionamento miele (Mediterrabio: sottosocietà che commercializza i prodotti) Stampa materie plastiche, litografia, serigrafia Forno per panificazione Tornitura di minuteria meccanica Officina meccanica, produzione di ingranaggi e coppie coniche per conto terzi (10000 pezzi/anno) ecc..) di attrezzature meccaniche, prevalenza di ingranaggi per cambi Lavorazione di polistirolo espanso per produzione di imballaggi. Tabella 23 Tabella complessiva degli indicatori Lavorazione del legno per arredo ed infissi Produzione vinicola Produzione latte 24

25 Qui di seguito sono riportati in forma grafica gli indicatori riportati nella tabella precedente. Incidenza percentuale dei consumi energetici 120% 100% 80% % 60% 40% Energia elettrica Energia termica En. Termica di processo 20% 0% Imprese campione In questo grafico è riportato la ripartizione percentuale dei consumi energetici nel campione di imprese analizzate. Come si può notare le imprese 4, 14 e 15 non sono dotate di riscaldamento ambientale. Mentre le imprese 5, 8 e 12 utilizzato il combustibile anche per il processo produttivo. Nelle imprese 1, 2, 3, 6 e 13 il consumo equivalente in tep di combustibile è superiore a quella di energia elettrica. Incidenza percentuale dei consumi elettrici 120.0% 100.0% % 80.0% 60.0% 40.0% En. Elettrica x Lavorazioni En. Elettrica x Altro En. Elettrica x Condizionamento En. Elettrica x Illuminazione 20.0% 0.0% Imprese campione 25

26 Nel grafico precedente è riportata la suddivisione dei consumi elettrici. Come si può notare la maggior parte dei consumi è imputabile ad energia elettrica utilizzata per le lavorazioni proprie della attività in esame. L unico dato in contro tendenza rispetto alla affermazione precedente è quello dell impresa 3, la quale ha la maggioranza dei consumi elettrici spostata su altre tipologie. Questo è spiegabile con la tipologia particolare di lavorazioni. L impresa 3, infatti, svolge attività di assemblaggio di macchine automatiche per l imballaggio. In questo paragrafo sono riportati in forma grafica i singoli indicatori riportati in nella tabella riassuntiva. Gli indicatori sono stati suddivisi per tipologia: Indicatori dei consumi elettrici: - Consumo elettrico per unità di superficie disperdente - Consumo elettrico per unità di superficie calpestabile - Consumo elettrico per unità di volume kwh elettrici per unità sup. disperdente kwh/m kwh e per unità sup. disperdente Imprese campione 26

27 kwh elettrici per unità sup. calpestabile kwh/m kwh e per unità sup. calpestabile Imprese campione kwh elettrici per unità volume kwh/m kwh e per unità volume Imprese campione Come si può notare da questi grafici spiccano in modo evidente i valori dell imprese 4 e 7. Ciò si spiega in quanto le produzioni effettuate da queste imprese sono altamente energivore; infatti entrambe lavorano nel campo della stampa di materie plastiche. Come si può notare manca il dato dell impresa 15, per la quale non è stato possibile individuare 27

28 nessun tipo di indicatore in quanto la lavorazione si svolge prevalentemente all esterno (azienda per la produzione di latte). In questo caso specifico è stato individuato, in base al dato produttivo comunicatoci (tonnellate di latte) un indicatore specifico legato alla produzione dell impresa. Indicatori dei consumi elettrici suddivisi per centri di prelievo: - Consumo illuminazione per unità di superficie calpestabile - Consumo condizionamento per unità di superficie calpestabile Nei due grafici successivi sono riportati gli andamenti del consumi specifici imputabili alla illuminazione e al condizionamento degli stabili. Consumo specifico Illuminazione W/m Consumo specifico Illuminazione Im prese cam pione Per quanto riguarda i consumi specifici per l illuminazione, (Range di variabilità [0,6-9,1]), in particolare è da notare il valore estremamente elevato imputabile alla impresa 8. Questo fatto è spiegabile osservando l attività e gli orari di lavoro, infatti questa impresa, svolgendo attività di panificazione, lavora di notte. 28

29 Consumo specifico Condizionamento 2,5 2,0 W/m3 1,5 1,0 Consumo specifico Condizionamento 0,5 0, Im prese cam pione L impresa 7 ha il valore massimo del consumo specifico di condizionamento (Range [0,1-2,3] di variabilità). Come è stato specificato nella prima sezione questa azienda svolge attività di stampa di materie plastiche; il calore prodotto durante questa tipologia di lavorazione è estremamente elevato, il che fa supporre che per condizionare un ambiente per questa tipologia di attività si richieda una maggiore energia per il condizionamento. Tale ipotesi è confermata dal basso consumo specifico di energia termica che l impresa utilizza. Si noti tuttavia che l impresa 4, che svolge una attività similare, è sprovvista di impianto di condizionamento. Indicatori dei consumi di combustibile: - Combustibile per unità di superficie disperdente - Combustibile per unità di superficie calpestabile - Combustibile per unità di volume 29

30 Metri cubi gas naturale per unità sup. disperdente mc/m mc gas naturale per unità sup. disperdente Imprese campione ll range di variazione dell indicatore è risultato [3,48-5,71] Nmc/m 2. kwh t per unità di sup. calpestabile kwh t/m kwh t per unità di sup. calpestabile Imprese campione ll range di variazione dell indicatore è [78-135] è risultato kwh/m 2. 30

31 metri cubi gas naturale riscaldento per unità sup. calpestabile Nmc/m mc gas naturale riscaldento per unità sup. calpestabile Imprese campione ll range di variazione dell indicatore è [8-14] risultato Nmc/m 2. mc gas naturale per unità volume 7,00 6,00 5,00 mc/m3 4,00 3,00 2,00 mc gas naturale per unità volume 1,00 0, Imprese campione Il range di variazione dell indicatore è risulato [1,3-2,7] mc/m 3. 31

32 kwh termici per unità volume kwh/m kwh t per unità volume Imprese campione Il range di variazione dell indicatore è risultato [12,4-25,8] kwh t/m 3.. Come si può notare in tutti i grafici di questa sezione compare come valore anomalo quello dell impresa 9 che non è spiegabile se non con una eccessiva dispersione termica dell edificio. Prima di terminare questa sezione occorre fare alcune considerazioni in merito alle unità di misura utilizzate. In questa sezione si riportano kwh e Nmc per unità di superficie o per unità di volume. Nel merito occorre precisare che tutte le unità di misura sono state uniformate, indipendentemente dal combustibile utilizzato, per cui i grafici riportati in doppia unità di misura differiscono unicamente per un fattore di proporzionalità. Gli indicatori energetici di carattere economico rappresentano sicuramente un elemento importante per stabilire un legame tra tipologia di attività ed incidenza dei costi energetici e per verificare ad una prima lettura l efficienza macroscopica dell impresa. Non avrebbe senso confrontare questi indicatori tra imprese appartenenti a settori differenti. Ne consegue che l indagine su questi primi casi pilota non può sicuramente considerarsi esaustiva e che sarebbe necessario strutturare ricerche simili rivolte a piccole e medie imprese settorialmente affini. In tabella sono riportati i dati relativi all incidenza percentuale dei costi energetici per le imprese del campione. 32

33 Impresa Incidenza % del costo dell'energia elettrica Incidenza % del costo di Metano/ Gpl / Olio combustibile Incidenza % totale costi forniture energetiche 1 1,00% 0,49% 1,49% 2 0,58% 0,33% 0,91% 3 0,29% 0,26% 0,55% 4 6,30% 6,30% 5 3,65% 0,33% 3,98% 6 0,15% 0,01% 0,16% 7 2,60% 0,15% 2,75% 8 1,48% 1,31% 2,79% 9 2% 0,74% 2,74% 10 1,45% 0,21% 1,66% 11 1% 0,20% 1,20% 12 Dato Fatturato non fornito Dato Fatturato non fornito ,94% 0,50% 2,44% 14 Dato Fatturato non fornito Dato Fatturato non fornito ,41% 2,41% Tabella 24 Incidenza dei costi energetici nel campione ristretto Nei check up del campione tale dato è stato utilizzato per confrontare l influenza dei costi energetici in differenti annualità. Alcune imprese per motivi di riservatezza non ci hanno consegnato i dati relativi al fatturato, per cui questo confronto risulta non essere completo. Nei singoli report aziendali però viene presentata la tabella relativa ai costi afferenti alle differenti annualità; in questo modo le imprese oggetto dell analisi saranno in grado di dare una interpretazione relativa all influenza di questi costi sulla economia aziendale. Come è stato evidenziato nella sezione precedente è indubbia la correlazione tra molti degli indicatori riportati in grafico. Il tema degli indicatori è oggettivamente fondamentale. Gli studi attualmente pubblicati sul tema dell uso razionale dell energia hanno finora analizzato e istruito metodologie di intervento unicamente per aziende di dimensioni rilevanti e afferenti ad un tipico processo produttivo di filiera. Rimane ancore del tutto inesplorato tutto quello che concerne l uso razionale dell energia nella piccola media impresa. Di conseguenza esistono ben pochi riferimenti con i quali confrontare i dati e gli indicatori ottenuti. Per quel che sappiamo, questo progetto è uno dei primi che si focalizza su un sistema delle piccole e medie imprese. Non vogliamo affermare che una piccola o media impresa non abbia mai effettuato diagnosi del sistema energetico, vogliamo solo 33

34 ribadire che non esiste attualmente un database di indicatori applicabili alle pmi e che non esiste una bibliografia sulla standardizzazione di tali indicatori. Questa affermazione è tanto più vera per i consumi di energia elettrica; infatti mentre per i consumi di energia termica esiste una normativa sulla progettazione degli edifici che ne va a verificare tra l altro anche l efficienza energetica, nulla di simile esiste per l energia elettrica. Rimane ancora del tutto inesplorata la definizione di una metodologia semplificata standard non invasiva per la verifica dell efficienza termica degli edifici esistenti. Si auspica che a seguito prossima entrata in vigore della legge sulla certificazione degli edifici si sviluppi una adeguata normativa. Se è vero che un campione ristretto di 15 imprese presenta limiti di significatività, tuttavia rappresenta sicuramente un inizio per lo studio di una metodologia organica di analisi del fattore energia per la piccola e media impresa III.10. I check up ambientali La fase di check-up ambientale ha portato alla produzione di un report per ciascuna azienda in cui sono analizzati in dettaglio gli argomenti che concorrono nel giudizio finale. In allegato viene riportato in dettaglio un esempio di analisi energetico ambientale relativa ad un impresa analizzata. A seguire si riporta una valutazione complessiva che in estrema sintesi ha evidenziato buoni risultati in termini di attenzione all impatto ambientale. Tutte le aziende soggette all indagine conoscitiva sono state analizzate applicando il seguente flusso di lavoro: Ricezione delle materie prime o dei semilavorati Lavorazioni di trasformazione Lavorazioni in subfornitura Consegna del prodotto finito 34

35 Nel complesso i casi analizzati variano da una estrema attenzione per la tematica ambientale, che ha portato alla scelta consapevole di investire nella certificazione Emas, fino a situazioni di impatto ambientale controllato in cui le criticità sono circoscritte e strettamente legate ad esigenze produttive. In questi termini la voce più ricorrente è il consumo energetico elevato o l utilizzo di sostanze non facilmente smaltibili In entrambi la causa è da imputare alla tecnologia disponile per il processo stesso, mentre l attenzione per la tematica da parte delle aziende è presente. L analisi dell impatto ambientale del campione ristretto è stata finalizzata all individuazione dei costi energetici necessari per eliminare o, per lo meno, contenere i danni che possono derivare da tale impatto. A questo scopo l indagine si è concentrata nell individuazione dei fattori di impatto ambientale significativo e dei relativi effetti correlabili con le attività svolte dall azienda, individuando le carenze, i problemi e le priorità di intervento. I fattori di impatto ambientali significativo presi in considerazione sono quelli definiti dalla Linea guida dell ANPA 1998, secondo la quale un aspetto ambientale è tanto più significativo quanto meno la componente ambientale che lo subisce è in grado di ripristinare naturalmente le proprie condizioni ambientali. Un secondo metodo di valutazione della significatività dell impatto ambientale è fornito dalla norma ISO 14001, che stabilisce che un aspetto ambientale risulta significativo quando coinvolge uno dei seguenti criteri: politica ambientale, leggi ambientali e infine parti interessate.l Analisi Ambientale è stata suddivisa in due parti: Il primo report mira a fornire un quadro generale della struttura dell azienda interessata dalla valutazione: - descrizione dell attività produttiva - inquadramento generale del sito produttivo dal punto di vista urbanistico e geografico - descrizione dei processi produttivi che si svolgono all interno - esame delle materie prime in ingresso, i prodotti finali ed i prodotti di scarto in uscita - Analisi globale dei fattori impattanti l ambiente. 35

36 Nel secondo report le valutazioni si sono concentrate nell analisi dell impatto e dei relativi consumi energetici riportando: - Consumi energetici intesi come uso di materie prime, ad esempio carburante per trazione o elettricità per il funzionamento degli impianti di lavorazione; - Dell emissioni in atmosfera originate nelle varie fasi di produzione, comprese le emissioni prodotte durante i trasporti dei beni; - Consumi di acqua; - Scarichi idrici delle acque di produzione; - Prodotti chimici utilizzati risultanti pericolosi per la sicurezza e la salute; - Rumore risultante all esterno della struttura produttiva; - Gestione dei rifiuti, considerando anche gli imballaggi non più utilizzabili. III.11. L attività di sensibilizzazione delle imprese del settore dell installazione e della manutenzione degli impianti. Nel percorso seminariale per gli impiantisti termici i temi chiave trattati sono stati la situazione evolutiva del mercato dell energia, con i relativi riflessi nell offerta dei servizi e degli impianti per l utilizzo dell energia. In particolare nel primo ciclo di interventi si sono discussi gli aspetti normativi e economici relativi all uso del gas metano e le tecnologie alternative di efficienza energetica relative all insieme dell edificio. Nel secondo ciclo di interventi si sono analizzate le problematiche imprenditoriali dell offerta dei servizi, della trasformazione del contratto di terzo responsabile in contratto di servizio energia e l azione di vendita di caldaie a condensazione nell ambito delle schede tecniche per l ottenimento dei titoli di efficienza. Allo scopo di individuare le soluzioni per risparmiare energia si sono esaminate le soluzioni di offerta che si stanno imponendo sul mercato: servizio energia, servizio integrato di manutenzione, nonché le opportunità di effettiva applicazione degli interventi per il risparmio energetico previsti dalla delibera sui titoli di efficienza energetica. Nel percorso di sensibilizzazione per gli impiantisti elettrici i temi chiave trattati sono stati il mercato dell energia elettrica libero e vincolato, gli operatori, i criteri, i parametri e le opportunità possibili per la PMI; la strategia di scelta della strumentazione adeguata, 36

37 l approccio con le aziende per offrire il servizio di controllo dell energia e le soluzioni per risparmiare sia nel contratto di fornitura, sia durante l attività di monitoraggio dei consumi. L attività di sensibilizzazione richiede valutazioni a posteriori particolari. Anzitutto si ribadisce la validità della scelta di organizzare seminari separati per impiantisti termici ed elettrici, entrambi suddivisi in due cicli. Per quanto riguarda gli impiantisti termici la formula adottata è risultata valida ed è stata apprezzata. L afflusso è stato buono, salvo un calo fisiologico negli ultimi incontri. La sede, i giorni settimanali e gli orari sono stati mantenuti da un ciclo all altro. Per quanto riguarda gli impiantisti elettrici si è riscontrato una maggior reticenza alla partecipazione ed minor interesse per l aggiornamento professionale, anche per un tema così attuale come la liberalizzazione del mercato energetico e le conseguenze su tutto il sistema elettrico. Anche avendo assicurato una adeguata informazione sulla opportunità offerta dai seminari, la percentuale degli interessati è risultata molto bassa fin dai primi incontri. Nel secondo ciclo di è cercato di venire incontro ad eventuali esigenze insoddisfatte degli utenti, variando sede e giorni settimanali degli incontri. Questo ha dato qualche risultato in termini di affluenza senza però cambiare sostanzialmente le conclusioni tratte nel primo ciclo. 37

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