ASL RMH: PIANO AZIENDALE DELLA FORMAZIONE AZIENDA USL ROMA H Borgo Garibaldi, n 12 - Albano Laziale (Roma) PIANO AZIENDALE DELLA FORMAZIONE
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1 AZIENDA USL ROMA H Borgo Garibaldi, n 12 - Albano Laziale (Roma) PIANO AZIENDALE DELLA FORMAZIONE 2013 i
2 INDICE Introduzione. Pag. 5 Gestione del Piano Formativo. Pag. 11 I costi della formazione Pag. 13 ASSE I: RIQUALIFICAZIONE DELL ASSISTENZA TERRITORIALE E VALORIZZAZIONE DEL RUOLO DEL DISTRETTO.. Pag. 15 Obiettivo specifico: Sviluppo dell assistenza primaria con particolare riferimento agli strumenti previsti dal Chronic Care Model Pag.15 Centralità del distretto per garantire la continuità delle cure, la presa in carico e la riabilitazione del Pag. 16 paziente affetto da malattia di Parkinson e disturbi del movimento.. Il Chronic Care Model: soluzione operativa di integrazione fra professionisti attraverso un linguaggio condiviso Pag.17 Obiettivo specifico: Sviluppo dell integrazione socio-sanitaria Pag. 18 Il lavoro di rete e le organizzazioni sanitarie.... Pag. 19 Ridurre la vulnerabilità delle malattie sessualmente trasmesse, con particolare riguardo all'infezione Pag. 20 da Hiv, nei gruppi svantaggiati e a rischio della popolazione Il Distretto sanitario: la storia, l organizzazione. Prospettive di sviluppo organizzativo: la Primary Care Pag. 21 come mission. Obiettivo specifico: miglioramento della qualità dell assistenza domiciliare e residenziale alle persone non autosufficienti e sviluppo dell assistenza intermedia (area di confine tra livello ospedaliero e distrettuale caratterizzata da bassa complessità clinica ed alta complessità assistenziale, come ad es. strutture residenziali per non autosufficienti, Hospice, ecc.).. Pag. 22 L'utilizzo del sistema I.C.F. per la valutazione del paziente cronico Pag. 23 Umanizzazione delle cure: la relazione di aiuto con il malato inguaribile Pag. 24 Lo sviluppo delle cure intermedie e la riqualificazione dell'assistenza residenziale per gravi disabili e Pag. 25 soggetti non autosufficienti. Le malattie psichiatriche e le demenze nel distretto H2. Pag. 26 La continuità assistenziale nel paziente anziano fragile. Pag. 27 Le cure intermedie nel distretto sanitario. nuove modalità assistenziali. l'hospice, il PTP. l'rsa, il Centro diurno. Pag. 28 Il PTP progetto di realizzazione strutturale gestionale e funzionale per erogare una assistenza Pag. 29 territoriale Obiettivo specifico: miglioramento dell accesso integrato alle prestazioni sanitarie, sociosanitarie e sociali con particolare riferimento al punto unico di accesso (PUA) Pag. 30 Evoluzione, ottimizzazione e valorizzazione dell'attività ambulatoriale distrettuale.. Pag. 31 Obiettivo specifico: comunicazione efficace con i cittadini finalizzata alla promozione della consapevolezza delle potenzialità e dei limiti sia degli interventi sanitari che dei comportamenti individuali e collettivi che possono favorire la promozione della salute della comunità... Pag. 32 La competenza emotiva nelle professioni sanitarie.... Pag. 33 Impariamo a comunicare efficacemente Pag.34 Obiettivo specifico: sviluppo e promozione della cultura della misurazione degli interventi sanitari e sociali finalizzati alla valutazione della performance dei servizi territoriali Pag. 35 Malattie infettive degli animali domestici con particolare attenzione alle zoonosi e relative implicazioni sugli alimenti di origine animale..... Pag. 36 Le malattie croniche invalidanti del distretto RMH2 al 31 dicembre Pag. 37 Ecotomografia distrettuale: istruzioni per un uso appropriato..... Pag. 28 Obiettivo specifico: promozione della continuità assistenziale e dell integrazione tra ospedale e territorio. Pag. 39 Nuove tecnologie a supporto della dialisi domiciliare. Pag. 40 Gli infermieri non più' dispensatori di farmaci ma nuove figure emergenti nell'assistenza infermieristica Pag. 41 Un nuovo sguardo sulle stomie- Percorso integrato ospedale territorio: la continuità assistenziale del paziente stomizzato.. Pag. 42 Integrazione ospedale-territorio: miglioramento della continuità assistenziale tramite l'implementazione Pag. 43 dell'integrazione socio-sanitaria con percorsi in rete distrettuale.. ASSE II: MIGLIORAMENTO DELL EFFICACIA E DELL EFFICIENZA DELL ASSISTENZA OSPEDALIERA Pag. 44 I
3 Obiettivo specifico: promozione degli strumenti del governo clinico con particolare riferimento a: medicina basata sulle evidenze, comunicazione e gestione della documentazione, linee guida e percorsi assistenziali, audit clinico, valutazione degli esiti, gestione del rischio clinico, gestione dei reclami e del contenzioso, ricerca e sviluppo, gestione del personale, collaborazione multidisciplinare, coinvolgimento del paziente. Pag. 44 Coordinamento e gestione del gruppo di lavoro.. Pag. 45 Problem Solving: costruzione degli obiettivi e agire strategico nei servizi.. Pag. 46 Il rischio nella somministrazione dei farmaci: prevenzione e procedure.... Pag. 47 Risk Management in diagnostica per immagini Pag. 48 Il percorso assistenziale del paziente traumatizzato.. Pag. 49 La gestione dell'evento avverso. La valutazione della responsabilità dell'anestesista rianimatore Pag. 50 Gestione operativa dell assistenza primaria alle vittime di abuso sessuale Pag. 51 Tutela degli utenti e degli operatori nell ambito dei servizi per le tossicodipendenze Pag.52 Obiettivo specifico: miglioramento degli interventi in area critica... Pag. 53 Corso di rianimazione cardio-polmonare per infermieri di area critica. Pag. 54 Audit clinico triage in pronto soccorso... Pag. 55 La presa in carico della persona malata in area critica: condividere i processi per migliorare la qualità delle cure medico-infermieristiche.. Pag. 56 Obiettivo specifico: promozione di modelli organizzativi finalizzati alla realizzazione di percorsi Pag. 57 assistenziali intraospedalieri... Il protocollo di gestione del dolore toracico in emergenza: verifica dei risultati ed identificazione delle Pag. 58 criticità modificabili.... Obiettivo specifico: miglioramento degli interventi diagnostico-terapeutico-assistenziali nelle Pag. 59 diverse patologie presenti in ambito ospedaliero Format integrato di neonatologia e pediatria Pag. 60 Office ecografico in ostetricia e ginecologia..... Pag. 61 Ictus: clinica, diagnostica, assistenza infermieristica, riabilitazione.. Pag. 62 Il tromboembolismo nei pazienti di medicina interna, oncologia, ostetricia, chirurgia, ortopedia e cardiologia. Assistenza e riabilitazione. Pag. 63 Ecocardiografia mono-bidimensionale e doppler: corso teorico pratico: prima parte Pag.64 Ecocardiografia mono-bidimensionale e doppler: corso teorico pratico: seconda parte... Pag.65 Obiettivo specifico: promozione di modelli organizzativi e comportamenti professionali finalizzati al contenimento della spesa dei beni e servizi... Pag. 66 Dal rischio clinico alla razionalizzazione della spesa: la gestione dei farmaci e dispositivi medici Pag. 67 nell'armadio farmaceutico Il processo di miglioramento attraverso la filosofia Lean Organization Pag. 68 L'operatività dei servizi sanitari territoriali elaborata attraverso lo strumento dell'analisi organizzativa Pag. 69 multidimensionale..... Obiettivo specifico: Promozione di modelli organizzativi per un efficace utilizzo delle risorse umane e Materiali... Pag. 70 Health Tecnology Assessment- procedura applicata nelle fasi di acquisizione delle nuove tecnologie in Pag. 71 ambito sanitario. ASSE III: MIGLIORAMENTO DEGLI INTERVENTI A FAVORE DI PARTICOLARI AREE DI BISOGNO ASSSITENZIALE.. Pag. 72 Obiettivo specifico: Miglioramento degli interventi preventivi, curativi e riabilitativi nell area Pag. 72 della dipendenza. Alcolismo femminile un problema emergente: sindrome fetoalcolica un rischio futuro..... Pag. 73 L'intervento psicoterapeutico in correlazione al trattamento farmacologico: una strategia integrata.. Pag.74 Tossicodipendenza, devianza e crimine: dov'è la fragilità? Pag. 75 Gambling patologico. Pag.76 Obiettivo specifico: Miglioramento degli interventi preventivi, curativi e riabilitativi in area psichiatrica... Pag. 77 Migrare dall'infanzia alla maturità: la visione etnopsichiatrica dell'adolescenza. Pag. 78 Training e supervisione degli strumenti Spi-A e Spi-cy.. Pag. 79 Il lavoro d equipe nel DSM: multidisciplinarietà e trattamento integrato.. Pag. 80 L integrazione tra medico di medicina generale e psichiatria nel territorio.. Pag. 81 Obiettivo specifico: Promozione della salute nell area materno-infantile.. Pag. 82 Promozione e sostegno dell'allattamento al seno secondo il modello standard Unicef.. Pag. 83 Promozione e sostegno dell'allattamento al seno.. Pag. 84 Allattamento al seno: corso teorico pratico di counselling sul modello standard Unicef... Pag. 85 Integrazione territorio-ospedale per la salute della donna e del bambino... Pag. 86 L'ambulatorio ostetrico quale modello di management della gravidanza fisiologica.. Pag. 87 L immagine del corpo come creazione sociale in età evolutiva. Pag.88 II
4 ASSE IV: AREA TRASVERSALE... Pag. 89 Obiettivo specifico: Prevenzione e tutela della salute nei luoghi di vita e di lavoro. Pag. 89 Acque destinate a consumo umano: monitoraggio della qualità e gestione del rischio sanitario alla luce delle normative nazionali ed europee Pag. 90 Prevenzione e protezione dal rischio da sostanze pericolose... Pag. 91 Ambienti confinati ed atmosfere esplosive... Pag. 92 Giornate di sicurezza sul lavoro per l'operatore SPRESAL: livello base Pag. 93 Giornate di sicurezza sul lavoro per l'operatore SPRESAL: livello avanzato... Pag. 94 Ruolo e compiti del pubblico ufficiale e della polizia giudiziaria nel dipartimento di prevenzione Pag. 95 Il testo unico ambientale alla luce dei decreti correttivi.. Pag. 96 "Guadagnare" salute: progressi e nuove prospettive di lotta all'obesità e prevenzione nutrizionale in ristorazione collettiva del SIAN del dipartimento di prevenzione.. Pag. 97 Cause, conseguenze e soluzioni dei conflitti interpersonali sul lavoro.... Pag. 98 Tubercolosi- passato e futuro. Pag. 99 Formazione DLGS 81/2008 Pag.100 Obiettivo specifico: Promozione della sicurezza del paziente nei diversi setting assistenziali... Pag. 101 La gestione del latex safe: prevenzione delle problematiche in sala operatoria Pag. 102 Documentazione clinica integrata.. Pag. 103 Vecchie e nuove emergenze infettivologiche... Pag. 104 Il cancro della prostata nel 2013: quale gestione e assistenza. Pag.105 Obiettivo specifico: miglioramento della gestione del dolore Pag. 106 Non ti sopporto più- comprendere e trattare il dolore..... Pag. 107 Assistenza infermieristica e dolore post-operatorio: fisiopatologia e trattamento... Pag.108 Sistemi infusionali impiantabili in oncologia: gestione del dolore e degli accessi venosi centrali a medio e lungo termine.. Pag. 109 Obiettivo specifico: Miglioramento degli interventi riabilitativi in ambito ospedaliero e territoriale. Pag. 110 Le funzioni esecutive nel neurosviluppo. la presa in carico in età evolutiva... Pag. 111 La prevenzione delle lesioni da pressione in ambito ospedaliero.. Pag. 112 Aspetti riabilitativi nell insufficienza venosa e arteriosa degli arti inferiori e nello scompenso cardiaco Pag.113 L evoluzione delle competenze deontologiche professionali: la responsabilità civile, penale ed etica e Pag.114 le competenze tecnico-specifiche delle figure della riabilitazione Il Progetto educativo individualizzato come occasione per concordare linee educative generali ma Pag.115 anche prassi e modalità di attuazione: da atto burocratico a vero e proprio modello operativo Obiettivo specifico: Promozione e sviluppo di competenze professionali specifiche... Pag. 116 Procurement e prelievo di tessuto muscolo- scheletrico Pag. 117 Idoneità del potenziale donatore di organi e tessuti Pag. 118 Imaging del sistema nervoso centrale... Pag. 119 La risonanza magnetica, protocolli di esame e applicazioni pratiche su apparecchiatura RM.... Pag. 120 La risonanza magnetica, principi fisici di funzionamento e applicazioni diagnostiche, primo modulo Pag. 121 La risonanza magnetica, le apparecchiature, il funzionamento e le applicazioni diagnostiche... Pag. 122 L'imaging del cuore... Pag. 123 L'Imaging del sistema osteo-articolare.. Pag. 124 La valutazione delle competenze genitoriali. Pag. 125 Elementi di valutazione della responsabilità' professionale in ambito sanitario..... Pag. 126 Core competence dell'ostetrica nella moderna medicina perinatale.... Pag. 127 La mappatura dei processi e la codifica del linguaggio infermieristico Pag. 128 L'autonomia dell'infermiere nell'equipe multidisciplinare: un percorso evolutivo tra etica e competenza professionale Pag. 129 Attualità e prospettive nelle vaccinazioni.. Pag. 130 La continuità assistenziale: protocollo aziendale ospedale-territorio per la gestione delle LDD Pag. 131 Le competenze del coordinatore secondo gli indicatori formativi di Dublino per lo sviluppo delle responsabilità nei nuovi scenari sanitari e socio-sanitari: conoscenza e capacità di comprensione, conoscenza e capacità di comprensione applicata, autonomia di giudizio, abilità comunicative e capacità di apprendere. Pag. 132 L'allergia ieri oggi e domani. Pag. 133 Il tabagismo, un problema del nostro tempo. prevenzione, diagnosi, cura assistenza... Pag. 134 La ricetta: dalla prescrizione farmaceutica alla appropriatezza prescrittiva Pag. 135 Aggiornamento sull'uso dei mezzi diagnostici: l'interpretazione delle nuove scale del test MMPI-2 Pag. 136 L'infermiere protagonista dell'emergenza nelle UU.OO. : gestione carrello d'emergenza... Pag. 137 Evoluzione della documentazione sanitaria. la cartella clinica nei processi organizzativi-gestionali. Pag. 138 Diagnosi e cura delle patologie mammarie... Pag. 139 Controllo della tubercolosi: linee guida e gestione delle emergenze Pag. 140 III
5 Nuove norme in materia di semplificazione e liberalizzazione nel dipartimento di prevenzione. Pag. 141 Valutazione strumentale delle linee cellulari e validazione del reperto Pag. 142 Fattori di rischio cardiovascolare e biochimica clinica d'urgenza.. Pag. 143 L'infermiere Bed-Care Manager: come facilitare i percorsi di ricovero in ospedale e la presa in carico con il territorio Pag. 144 Spirali di violenza, reti di sostegno nella SUSL Roma H: percorsi di assistenza e vittime di violenza di genere e stalking Secondo livello Pag. 145 Obiettivo specifico: Diffusione della cultura di donazione e trapianto.. Pag. 146 Dalla donazione degli organi al trapianto di tessuto corneale e tessuto muscolo scheletrico: l'infermiere nella gestione delle complessità etiche, normative e organizzative.. Pag. 147 La relazione d'aiuto nella donazione di organi.. Pag. 148 Formazione esterna ecm e non ecm. Pag.149 Corso di formazione sulle tecniche di estricazione e immobilizzazione nella gestione del paziente traumatizzato Pag.150 Corso guida sicura Aci Vallelunga. Pag.150 IV
6 INTRODUZIONE Con gli accordi di agosto 2007 e novembre 2009 la Commissione nazionale per la formazione continua ha proceduto a riconcettualizzare e ridefinire gli obiettivi di interesse nazionale raccogliendoli in ventinove aree di riferimento a cui, coerentemente con i Piani Sanitari Nazionali e Regionali, si dovranno richiamare i singoli provider nella strutturazione dei propri piani formativi. L attenzione che la Commissione ha inteso rivolgere alla questione degli obiettivi formativi e a quella della loro armonizzazione con il livello regionale e aziendale, rinvia alla consapevolezza che l ECM non può considerarsi come un attività occasionale, fortuita, priva di indirizzo, ma necessita di adeguato orientamento: Perché sia efficace, la formazione continua non deve svilupparsi con modalità occasionali, ma secondo percorsi programmati e finalizzati al raggiungimento di obiettivi formativi coerenti con lo sviluppo professionale individuale e con le priorità, le innovazioni e le strategie del sistema sanitario, a livello locale, regionale e nazionale (C.N.F.C., 2007). Tale funzione di orientamento, dunque, non può che promanare da un sistema di obiettivi formativi, che a loro volta sono collegati a bisogni/obiettivi di salute pubblica. Per questo motivo gli obiettivi formativi di rilievo nazionale e regionale - definiti coerentemente con il Piano sanitario nazionale e con i Piani sanitari regionalidebbono articolarsi con gli obiettivi aziendali e trovare una loro armonizzazione all interno del Piano della Formazione Aziendale. Quest ultimo è definibile come il documento dell Azienda o istituzione sanitaria accreditata, pubblica o privata, elaborato con il supporto delle strutture o degli organismi preposti alla formazione continua [...] che descrive il contesto, le strategie e l insieme delle attività formative previste dall azienda, erogate direttamente o in partenariato attraverso accordi specifici con provider esterni (Accordo Stato-Regioni 2007). Tale documento di programmazione deve essere elaborato coerentemente con il processo di budgeting e deve tener conto di una pluralità di fonti: il piano strategico aziendale; i piani sanitari e gli obiettivi formativi regionali e nazionali; i bisogni formativi dei singoli operatori, delle équipe, e delle diverse aree e macrostrutture aziendali, nonché del profilo di salute della popolazione insistente sul territorio di competenza. Per poter dispiegare al meglio le proprie potenzialità di strumento di governo della formazione continua degli operatori sanitari e di dispositivo per il conseguimento degli obiettivi aziendali, il piano formativo deve essere concepito come parte di un processo che a partire da bisogni formativi (analisi della domanda) conduce alla costruzione di una possibile risposta (progettazione degli apprendimenti) nella prospettiva di un cambiamento o nell attesa di un risultato misurabile nei termini di una nuova o diversa competenza professionale e/o organizzativa (valutazione delle ricadute). 5
7 Dunque Piano Formativo come elemento di una sequenza processuale quella della formazione continua aziendale (cfr. fig. 1) - che si articola in diverse fasi seguendo un andamento circolare che muove dalla rilevazione dei bisogni formativi, passa per la progettazione e realizzazione delle attività formative ed infine arriva alla valutazione delle ricadute, da cui si riparte per la formulazione di nuovi obiettivi formativi e di un nuovo ciclo di progettazione. Fig.1. Il processo della formazione continua aziendale La circolarità e dinamicità del processo è garantita dall attività di monitoraggio e valutazione continua che consente di rilevare eventuali criticità sia del Piano nella sua globalità che delle singole iniziative formative di cui si compone. Il presente Piano della formazione aziendale si configura come il luogo di sintesi e di armonizzazione di obiettivi e bisogni plurimi: obiettivi strategici aziendali; obiettivi formativi indicati dal livello regionale e nazionale; Piani sanitari nazionale e regionale; bisogni formativi degli operatori, rilevati mediante un indagine sul fabbisogno formativo; bisogni formativi delle singole strutture/articolazioni aziendali; esigenze scaturite da sollecitazioni provenienti da fonti diverse (segnalazioni provenienti dall Osservatorio del farmaco, dall URP). Nella fase di istruttoria, è stata inviata a tutti gli attori istituzionali interessati (direttori di macrostruttura sanitaria, direttori di area sanitaria, tecnica e amministrativa, animatori della formazione) una nota, a firma del presidente del Comitato scientifico aziendale, mediante la quale si chiedeva agli interessati di voler produrre proposte formative che tenessero in considerazione gli obiettivi strategici aziendali (di seguito elencati), le eventuali linee di sviluppo delle attività dei servizi afferenti, i processi di riorganizzazione delle 6
8 attività delle macrostrutture dirette, nonché le aree tematiche e gli obiettivi formativi individuati dai professionisti sanitari. In allegato alla nota di cui sopra è stato inviato il format, di seguito dettagliato, in uso presso l Azienda per la strutturazione delle iniziative formative: - titolo dell evento formativo - razionale del progetto formativo - obiettivi formativi - metodologia didattica - programma (format fornito dall ecm regionale) - destinatari (categoria professionale, n. partecipanti per professione e n. partecipanti totali) - responsabile/i scientifico/i - docenti - tutor - segreteria organizzativa - costi previsti - parere motivato del direttore di macrostruttura e/o dell animatore della formazione di competenza Ulteriori attenzioni, come quella di privilegiare le diverse forme di didattica interattiva, di confezionare proposte formative in cui vi fosse massima coerenza tra figure professionali coinvolte, argomenti trattati e appartenenza professionale dei relatori, fanno già parte del patrimonio culturale degli attori aziendali che producono iniziative formative ecm già dal 2002 essendo stata individuata questa Azienda quale provider nazionale. In ordine all anno formativo 2013, la Direzione Aziendale ha definito quattro assi di articolazione degli obiettivi aziendali nell ambito dei quali sono ricompresi una pluralità di obiettivi specifici come di seguito indicati: ASSE I RIQUALIFICAZIONE DELL ASSISTENZA TERRITORIALE E VALORIZZAZIONE DEL RUOLO DEL DISTRETTO 1. Sviluppo dell assistenza primaria con particolare riferimento agli strumenti previsti dal Chronic Care Model 2. Sviluppo dell integrazione socio-sanitaria 3. miglioramento della qualità dell assistenza domiciliare e residenziale alle persone non autosufficienti e sviluppo dell assistenza intermedia (area di confine tra livello ospedaliero e distrettuale caratterizzata da bassa complessità clinica ed alta complessità assistenziale, come ad es. strutture residenziali per non autosufficienti, Hospice, ecc.) 4. miglioramento dell accesso integrato alle prestazioni sanitarie, sociosanitarie e sociali con particolare riferimento al punto unico di accesso (PUA) 5. comunicazione efficace con i cittadini finalizzata alla promozione della consapevolezza delle potenzialità e dei limiti sia degli interventi sanitari che dei comportamenti individuali e collettivi che possono favorire la promozione della salute della comunità 7
9 6. sviluppo e promozione della cultura della misurazione degli interventi sanitari e sociali finalizzati alla valutazione della performance dei servizi territoriali 7. promozione della continuità assistenziale e dell integrazione tra ospedale e territorio ASSE II MIGLIORAMENTO DELL EFFICACIA E DELL EFFICIENZA DELL ASSISTENZA OSPEDALIERA 8. promozione degli strumenti del governo clinico con particolare riferimento a: medicina basata sulle evidenze, comunicazione e gestione della documentazione, linee guida e percorsi assistenziali, audit clinico, valutazione degli esiti, gestione del rischio clinico, gestione dei reclami e del contenzioso, ricerca e sviluppo, gestione del personale, collaborazione multidisciplinare, coinvolgimento del paziente 9. miglioramento degli interventi in area critica 10. promozione di modelli organizzativi finalizzati alla realizzazione di percorsi assistenziali intraospedalieri 11. miglioramento degli interventi diagnostico-terapeutico-assistenziali nelle diverse patologie presenti in ambito ospedaliero 12. promozione di modelli organizzativi e comportamenti professionali finalizzati al contenimento della spesa dei beni e servizi 13. Promozione di modelli organizzativi per un efficace utilizzo delle risorse umane e Materiali ASSE III MIGLIORAMENTO DEGLI INTERVENTI A FAVORE DI PARTICOLARI AREE DI BISOGNO ASSSITENZIALE 14. Miglioramento degli interventi preventivi, curativi e riabilitativi nell area della dipendenza 15. Miglioramento degli interventi preventivi, curativi e riabilitativi in area psichiatrica 16. Promozione della salute nell area materno-infantile ASSE IV AREA TRASVERSALE 17. Prevenzione e tutela della salute nei luoghi di vita e di lavoro 18. Promozione della sicurezza del paziente nei diversi setting assistenziali 19. miglioramento della gestione del dolore 20. Miglioramento degli interventi riabilitativi in ambito ospedaliero e territoriale 21. Promozione e sviluppo di competenze professionali specifiche 22. Diffusione della cultura di donazione e trapianto 8
10 Si tratta di un totale di 22 obiettivi formativi specifici a cui all interno dei quali debbono essere sussunte tutte le iniziative formative che le diverse articolazioni aziendali e professionali intendono realizzare al fine di aggiornare e migliorare il sistema delle competenze aziendali (SCA). Per l anno 2013 l Azienda intende svolgere 114 iniziative formative per un totale di 311 edizioni sviluppando un volume di ore di formazione pari a 3600 che produrranno verosimilmente circa 3300 crediti ecm destinati alle varie professioni sanitarie. Come osservabile dalla figura 1, l area maggiormente interessata dagli interventi formativi inclusi nel PAF è quella del comparto, seguita dall area medico-veterinaria e dall area della dirigenza sanitaria (SPTA). Figura 1. distribuzione percentuale delle aree contrattuali MEDICI VETERINARI 20% SPTA 4% CONVENZIONATI 1% COMPARTO 75% Nell ambito del comparto, la professione maggiormente coinvolta nei percorsi di aggiornamento, anche in ragione della più spiccata numerosità del cluster, è quella infermieristica a cui è dedicato il 63% degli interventi formativi (cfr. fig.2). Figura 2. distribuzione percentuale degli interventi formativi: infermieri vs altre professioni del comparto ALTRE PROFESSIONI COMPARTO 37% INFERMIERI 63% Sulla base della tripartizione degli obiettivi formativi operata dalla Commissione Nazionale per l Educazione Continua in Medicina è possibile notare come il 51% degli obiettivi formativi inseriti nella proposta di PAF 9
11 (cfr. fig.3) sia di natura tecnico-professionale; il 29% di processo mentre il 20% è rappresentato da obiettivi di sistema. Figura 3. distribuzione percentuale degli obiettivi formativi ob. di sistema 20% ob. Tecnicoprofessionali 51% ob. di processo 29% Il dato costituisce un soddisfacente bilanciamento tra esigenze di sistema, di processo e tecnicoprofessionali ossia tra esigenze formative specifiche delle singole professioni ed esigenze rinviabili a specifici settori della filiera produttiva o al più complessivo processo di produzione di servizi e prestazioni da parte dell Azienda. La prevalenza di obiettivi tecnico professionali è ampiamente giustificata dalla natura altamente tecnica delle figure professionali cui si rivolgono i singoli interventi formativi costituenti il Piano Aziendale della Formazione. Inoltre, la circostanza che ciascuna iniziativa proposta afferisca comunque ad un particolare obiettivo formativo identificato dalla direzione strategica aziendale, affranca il Piano nella sua globalità da un eccessiva autoreferenzialità tecnico-professionale consegnandolo alla dimensione processuale e sistemica che gli compete. Come desumibile dall osservazione della figura 4, l impegno di spesa per la realizzazione del PAF è ripartito tra le diverse aree contrattuali in misura del 70% per l area del comparto, del 22% per l area medicoveterinaria e dell 8% per l area SPTA. Figura 4. percentuale di assorbimento delle risorse impegnate per area contrattuale MEDICI VETERINARI 22% SPTA 8% COMPARTO 70% 10
12 Nella fase attuativa del Piano è prevista una valutazione sul grado di avanzamento dello stesso, sull andamento dell utilizzo delle risorse di budget e sulla necessità di eventuali integrazioni. Nella fase conclusiva verrà operata una valutazione pluridimensionale: sull efficienza realizzativa -che costituisce una sintesi delle rilevazioni del sistema di monitoraggio del piano e si sostanzia nel raffronto del realizzato con il programmato; sul consumo di risorse; sulla popolazione di operatori coinvolti nei processi formativi; sul volume di ore di formazione erogato; sulla quantità di crediti formativi acquisiti dagli operatori. La gestione del Piano Aziendale della Formazione avviene secondo le modalità di seguito descritte. GESTIONE DEL PIANO FORMATIVO La gestione del Piano Aziendale della Formazione è disciplinata dal regolamento per la formazione aziendale. Il Piano Aziendale della Formazione (PAF) costituisce il documento annuale di programmazione delle attività di formazione/aggiornamento aziendali e si configura come il risultato di un percorso articolato che vede coinvolti una pluralità di attori istituzionali. Ad inizio dell anno viene richiesta alla Direzione Aziendale la specificazione degli obiettivi relativamente ai quali si intende utilizzare la leva formativa. Nel mese di marzo di ogni anno, l U.O.S. Formazione invia ai direttori di macrostruttura, di dipartimento e di area a valenza aziendale, nonché agli animatori della formazione una nota con cui si invitano gli stessi a voler presentare, sulla base dei fabbisogni formativi rilevati e tenuto conto degli obiettivi strategici aziendali, delle linee di sviluppo delle attività assistenziali delle macro-strutture e degli eventuali processi di riorganizzazione dei servizi, i percorsi formativi che si ritiene di voler realizzare per l anno formativo successivo. Gli attori interessati, raccolta l esigenza formativa e le proposte loro pervenute, formalizzano all U.O.S. le iniziative formative che ritengono debbano essere inserite nel PAF utilizzando la modulistica messa a disposizione da quest ultima. Una volta raccolte tutte le proposte, lo staff della Formazione procede ad inoltrarle al Comitato Tecnico Scientifico per un analisi tecnica multidimensionale volta a valutare: a. la rispondenza delle proposte agli obiettivi generali ed aziendali; b. la correlazione con obiettivi e necessità emergenti a livello di macro-struttura proponente; c. la congruenza del programma formativo e della metodologia didattica proposte rispetto agli obiettivi indicati; d. l adeguatezza delle competenze dei relatori rispetto agli argomenti da trattare; e. la pertinenza degli argomenti da trattare rispetto alle figure professionali dei destinatari; f. l adeguatezza del rapporto costi-benefici per l Azienda dell attività proposta; L attività di valutazione prevede la possibilità, per il Comitato Tecnico, di richiedere direttamente ai proponenti eventuali chiarimenti o ulteriori atti a chiarimento/ integrazione di quanto proposto. A conclusione della fase valutativa la Commissione Tecnica produce una relazione per l U.O.S.F. Formazione. Le iniziative formative che hanno superato il vaglio della Commissione Tecnica vengono 11
13 inserite nella Proposta di Piano che sarà oggetto di una valutazione congiunta con ciascuno dei tre tavoli sindacali del comparto, della dirigenza medico-veterinaria della dirigenza SPTA. L esito positivo degli incontri porta all approvazione del PAF e al conseguente licenziamento del relativo atto deliberativo, che viene messo a disposizione di tutti gli attori aziendali mediante pubblicazione sulla intranet aziendale. Configurandosi il PAF come uno strumento flessibile, sono previste possibili integrazioni e/o rimodulazioni anche sulla scorta dell attività di monitoraggio sull andamento dei costi svolta dall U.O.S. Tali rimodulazioni o integrazioni, dovranno avvenire nel rispetto dei vincoli di budget e delle direttive emanate dagli organi competenti, soprattutto in merito alle iniziative formative di educazione continua in medicina. Una volta deliberato il PAF, i responsabili scientifici delle iniziative proposte sono tenuti a presentare entro il bimestre successivo tutta la documentazione necessaria affinché l U.O.S. Formazione svolga gli adempimenti occorrenti per la realizzazione dei corsi, ivi comprese le procedure per l accreditamento delle iniziative formative ECM. A conclusione dell anno formativo, l U.O.S. formazione procede alla predisposizione del Piano Consuntivo della Formazione: documento che contiene un analisi dei dati relativi alle attività formative realizzate nell anno, con riferimento al numero di corsi realizzati, ai costi sostenuti, ai partecipanti specificati per numero e qualifiche, alle ore di formazione svolte, ai crediti ECM erogati. Per la realizzazione delle iniziative incluse nel PAF, vengono utilizzate di preferenza le sedi aziendali e, in via residuale, le sedi accreditate indicate dall U.O.S. Formazione. L arruolamento del personale (per la partecipazione alle iniziative formative aziendali (art 5 regolamento per la formazione) è demandato ai direttori delle macrostrutture e dei dipartimenti i quali, relativamente al personale di comparto, debbono avvalersi degli uffici infermieristici e degli incaricati di posizione organizzativa. Per quanto attiene i relatori, è previsto che (art. 7.2 regolamento) il responsabile scientifico dell intervento formativo individua i docenti e gli eventuali tutor da inserire nel processo formativo, sulla base del curriculum formativo e dell esperienza acquisita. L obiettivo prioritario dell Azienda, in questo contesto, è rappresentato dalla massima valorizzazione delle professionalità interne, pertanto il responsabile del corso deve, in via prioritaria, rivolgersi a personale aziendale per l assegnazione delle docenze. Ove sussista la necessità di reperire docenti con consolidate competenze in campi specialistici per i quali non esiste una sufficiente esperienza professionale in ambito aziendale, è possibile ricorrere a professionalità esterne. In quest ultimo caso il responsabile scientifico del corso deve esplicitare all U.O.S. Formazione la necessità di ricorrere a docenti esterni. L U.O.S. Formazione predispone gli atti necessari a formalizzare l incarico al docente individuato. L attività di docenza dei dipendenti aziendali è remunerata come da normativa e accordi contrattuali vigenti. Pertanto viene corrisposta una quota oraria pari a: euro 25,82 per docenze svolte al di fuori dell orario di servizio euro 5,16 per docenze svolte all interno dell orario di servizio La scelta di ricorrere al docente esterno avviene per quelle attività didattiche che richiedono professionalità e competenze non presenti in Azienda o per affrontare tematiche che richiedono approfondimento e confronto 12
14 con realtà diverse da quelli aziendali. In virtù di quest ultime considerazioni, il responsabile scientifico del corso dovrà esplicitare le motivazioni che sostengono la scelta. Le tariffe previste per il pagamento dei docenti esterni sono di seguito specificate: docente proveniente dall ambito regionale: euro 100,00 per ogni ora di attività comprensivi degli oneri previsti dalla legge; docente proveniente da un contesto territoriale extra-regionale: euro 120, 00 per ogni ora di attività comprensivi degli oneri previsti per legge e delle spese di viaggio/soggiorno. Non è previsto il pagamento in co-presenza dei docenti. I COSTI DELLA FORMAZIONE 2013 Per il 2013 la spesa impegnata ed ipotizzata per la realizzazione del PAF ammonta ad euro di cui euro per la formazione non obbligatoria ed euro ,00 per la formazione obbligatoria, (ecm e non ecm prevista per legge). Rispetto al 2012 l Azienda ha assunto un impegno suppletivo relativo all implementazione dei percorsi di formazione previsti dal Dlgs 81/2008 per la realizzazione dei quali è stata impegnata una quota pari ad euro I costi relativi alle sedi didattiche sono destinati ad un ridimensionamento, al momento non quantificabile in modo puntuale, per il prioritario ricorso alle sedi aziendali. Anno 2013 impegno di spesa per attuazione PFA ,00 numero eventi programmati (PFA) 311 spese previste importo docenti interni ,00 docenti esterni ,00 contributi ECM 48023,00 locali ,00 attrezzature materiale didattico Costi progettazione corsi ecm Formazione esternalizzata Totale ,00 La voce di costo denominata costi di progettazione dei corsi ecm è relativa ad un soggetto collettivo denominato gruppo proponente che si compone di operatori (responsabile scientifico, segreteria scientifica ed organizzativa) che strutturano i progetti formativi e ne curano la completa implementazione: dalla presentazione all U.O.S. Formazione sino alla fase di reportistica. A tale gruppo, attualmente viene riconosciuta una corresponsione per tutta l attività di predisposizione ed implementazione dell iniziativa formativa (che deve essere svolta al di fuori dell orario di servizio e documentata con apposita timbratura) così articolata: - euro 100 ( per un max. di 2 quote) per iniziative formative cui sono stati assegnati fino a 10 crediti ecm - euro 300 ( per un max. di 2 quote) per iniziative formative cui sono stati assegnati crediti ecm da 11 a 20 13
15 - euro 500 ( per un max. di 2 quote) per iniziative formative cui sono stati assegnati crediti ecm da 21 a 30 - euro 700 ( per un max. di 2 quote) per iniziative formative cui sono stati assegnati crediti oltre 30 crediti La voce formazione esternalizzata ricomprende al proprio interno sia attività formative la cui realizzazione viene affidata a soggetti esterni, pubblici o privati (agenzie formative); sia attività seminariale -o corsi di formazione- partecipati da singoli operatori all esterno dell Azienda. 14
16 ASSE I: RIQUALIFICAZIONE DELL ASSISTENZA TERRITORIALE E VALORIZZAZIONE DEL RUOLO DEL DISTRETTO OBIETTIVO SPECIFICO: SVILUPPO DELL ASSISTENZA PRIMARIA CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AGLI STRUMENTI PREVISTI DAL CHRONIC CARE 15
17 CENTRALITÀ DEL DISTRETTO PER GARANTIRE LA CONTINUITÀ DELLE CURE- LA PRESA IN CARICO E LA RIABILITAZIONE DEL PAZIENTE AFFETTO DA PARKINSON E DISTURBI DEL MOVIMENTO NUMERO DI EDIZIONI: 1 NUMERO DI ORE FORMATIVE PER EDIZIONE: 7 TOTALE ORE FORMATIVE: 7 DI PROCESSO DI SISTEMA - OBIETTIVO SPECIFICO AZIENDALE DI RIFERIMENTO: SVILUPPO DELL ASSISTENZA PRIMARIA CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AGLI STRUMENTI PREVISTI DAL CHRONIC CARE MODEL acquisizione e maturazione delle competenze relativamente alle reti assistenziali, ai percorsi terapeutici, ai servizi territoriali, ai diversi setting clinici e riabilitativi dedicati al paziente affetto da Parkinsn e disturbi del movimento in tutte le sue fasi promozione di un modello basato sul Chronic Care Model per una migliore organizzazione integrata dei servizi la malattia di Parkinson e il Chronic Care Model gestione territoriale delle malattie degenerative del SNC il trattamento riabilitativo nella malattia di Parkinson e nelle sindromi correlate modalità di accesso e gestione organizzativa dei percorsi per la malattia di Parkinson e dei disturbi del movimento fisioterapia e riabilitazione riabilitazione dei disturbi periferici del linguaggio - DESTINATARI: medici. infermieri. Fisioterapisti. logopedisti - DOCENTI: INTERNI - RESPONSABILE SCIENTIFICO: Zarola Flora, medico Molinari M. Rita, fisioterapista 16
18 IL CHRONIC CARE MODEL: SOLUZIONE OPERATIVA DI INTEGRAZIONE FRA LE PROFESSIONI ATTRAVERSO UIN LINGUAGGIO CONDIVISO NUMERO DI EDIZIONI: 2 NUMERO DI ORE FORMATIVE PER EDIZIONE: 18 TOTALE ORE FORMATIVE: 36 DI SISTEMA - OBIETTIVO SPECIFICO AZIENDALE DI RIFERIMENTO: SVILUPPO DELL ASSISTENZA PRIMARIA CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AGLI STRUMENTI PREVISTI DAL CHRONIC CARE MODEL potenziare le abilità di lettura dei problemi clinico assistenziali e di risposta integrata di salute migliorare le competenze in tema di modelli di intervento integrato alla patologia cronica migliorare la capacità di attivazione delle risorse del paziente affetto da patologie croniche e dei care giver la medicina di comunità modelli assistenziali di approccio alla cronicità a confronto il Chronic Care Model come modello di intervento integrato per la presa in carico del paziente affetto da patologie croniche - DESTINATARI: Medici. Infermieri. fisioterapisti - DOCENTI: INTERNI -RESPONSABILE SCIENTIFICO: Francescato Angelo, medico Anglani Angelo, coordinatore ufficio infermieristico distretto H1 17
19 ASSE I: RIQUALIFICAZIONE DELL ASSISTENZA TERRITORIALE E VALORIZZAZIONE DEL RUOLO DEL DISTRETTO OBIETTIVO SPECIFICO: SVILUPPO DELL INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA 18
20 IL LAVORO DI RETE E LE ORGANIZZAZIONI SANITARIE NUMERO DI EDIZIONI: 1 NUMERO DI ORE FORMATIVE PER EDIZIONE: 24 TOTALE ORE FORMATIVE: 24 - OBIETTIVO SPECIFICO AZIENDALE DI RIFERIMENTO: PROMOZIONE DEGLI STRUMENTI DEL GOVERNO CLINICO CON PARTICOLARE RIFERIMENTO A: MEDICINA BASATA SULLE EVIDENZE, COMUNICAZIONE E GESTIONE DELLA DOCUMENTAZIONE, LINEE GUIDA E PERCORSI ASSISTENZIALI, AUDIT CLINICO, VALUTAZIONE DEGLI ESITI, GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO, GESTIONE DEI RECLAMI E DEL CONTENZIOSO, RICERCA E SVILUPPO, GESTIONE DEL PERSONALE, COLLABORAZIONE MULTIDISCIPLINARE, COINVOLGIMENTO DEL PAZIENTE sviluppare una maggior consapevolezza sui propri stili e sulle proprie difficoltà nel ruolo di coordinamento sviluppare strumenti e capacità che facilitino una comunicazione efficace e un ascolto attivo del gruppo acquisire competenze e metodologie sul terreno della gestione creativa dei conflitti, del problem solving e del pensiero laterale sviluppare una riflessione sulle culture specifiche dei gruppi di lavoro e sulla dimensione emotiva all interno del lavoro d équipe Mutamenti del territorio e mutamento dei bisogni sociali L articolazione delle reti sanitarie e il P.A.I. La costruzione di un piano di intervento individuale La legge 328, i piani di zona e la sua applicazione sul territorio La scala dei bisogni di Maslow e le teorie sulla costruzione dei bisogni sociali Il mutamento dei bisogni sociali nel tempo e la loro specificità territoriale Le reti informali e gli strumenti di lettura La network analysis - DESTINATARI: infermieri - DOCENTI: ESTERNI - RESPONSABILE SCIENTIFICO: D abbruzzi Candido Coordinatore Ufficio infermieristico Distretto Sanitario H5 Conti Marco CPSE Ufficio infermieristico Distretto Sanitario H5 19
21 RIDURRE LA VULNERABILITÀ DELLE MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE, CON PARTICOLARE RIGUARDO ALL INFEZIONE DA HIV, NEI GRUPPI SVANTAGGIATI E A RISCHIO DELLA POPOLAZIONE NUMERO DI EDIZIONI: 1 NUMERO DI ORE FORMATIVE PER EDIZIONE: 12 TOTALE ORE FORMATIVE: 12 DI SISTEMA - OBIETTIVO SPECIFICO AZIENDALE DI RIFERIMENTO: SVILUPPO DELL INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA L iniziativa formativa si propone di promuovere la prevenzione delle Malattie Sessualmente Trasmesse, con particolare riguardo all infezione da HIV, nei gruppi svantaggiati e a rischio della popolazione; sostenere la qualità delle prestazioni socio-sanitarie erogate ai gruppi della popolazione, svantaggiati ed a rischio. Epidemiologia e descrizione dei quadri clinici delle principali infezioni sessualmente trasmissibili Determinanti della salute e fragilità Aspetti socioculturali e psicologici delle infezioni sessualmente trasmissibili Prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili Multiculturalità Procedure di accesso ai servizi sociosanitari Cultura dell accoglienza nell attività sanitaria: counselling La mediazione e la comunicazione transculturale per la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili - DESTINATARI: Infermieri. Medici. Psicologi. Ostetriche. Assistenti sociali - DOCENTI: INTERNI - RESPONSABILE SCIENTIFICO: Dott. Alberto Vela, medico Dott.ssa Paola Scampati, psicologa 20
22 IL DISTRETTO SANITARIO: LA STORIA, L ORGANIZZAZIONE. PROSPETTIVE DI SVILUPPO ORGANIZZATIVO: LA PRIMARY CARE COME MISSION NUMERO DI EDIZIONI: 1 NUMERO DI ORE FORMATIVE PER EDIZIONE:21 TOTALE ORE FORMATIVE: 21 DI PROCESSO - OBIETTIVO SPECIFICO AZIENDALE DI RIFERIMENTO: MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELL ASSISTENZA DOMICILIARE E RESIDENZIALE ALLE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E SVILUPPO DELL ASSISTENZA INTERMEDIA (AREA DI CONFINE TRA LIVELLO OSPEDALIERO E DISTRETTUALE CARATTERIZZATA DA BASSA COMPLESSITÀ CLINICA ED ALTA COMPLESSITÀ ASSISTENZIALE, COME AD ES. STRUTTURE RESIDENZIALI PER NON AUTOSUFFICIENTI, HOSPICE, ECC.) aggiornamento delle conoscenze in ordine ai percorsi di cura distrettuali rivolti alla persona sana e malata aggiornamento delle conoscenze riguardo la presa in carico globale del paziente e della sua famiglia cure primarie continuità assistenziale cure intermedie e domiciliari cure specialistiche integrate aspetti socio-sanitari - DESTINATARI: Infermieri. Medici. Terapisti della riabilitazione. Ostetriche. Assistenti sociali - DOCENTI: INTERNI -RESPONSABILE SCIENTIFICO: Paradisi Carla, direttore distretto sanitario H1 Anglani Angelo, coordinatore ufficio infermieristico distretto H1 Pizzicannella Cristiana, infermiera CAD 21
23 ASSE I: RIQUALIFICAZIONE DELL ASSISTENZA TERRITORIALE E VALORIZZAZIONE DEL RUOLO DEL DISTRETTO OBIETTIVO SPECIFICO: MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELL ASSISTENZA DOMICILIARE E RESIDENZIALE ALLE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E SVILUPPO DELL ASSISTENZA INTERMEDIA (AREA DI CONFINE TRA LIVELLO OSPEDALIERO E DISTRETTUALE CARATTERIZZATA DA BASSA COMPLESSITÀ CLINICA ED ALTA COMPLESSITÀ ASSISTENZIALE, COME AD ES. STRUTTURE RESIDENZIALI PER NON AUTOSUFFICIENTI, HOSPICE, ECC.) 22
24 L UTILIZZO DEL SISTEMA I.C.F. PER LA VALUTAZIONE DEL PAZIENTE CRONICO NUMERO DI EDIZIONI: 2 NUMERO DI ORE FORMATIVE PER EDIZIONE: 27 TOTALE ORE FORMATIVE: 54 DI PROCESSO - OBIETTIVO SPECIFICO AZIENDALE DI RIFERIMENTO: MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELL ASSISTENZA DOMICILIARE E RESIDENZIALE ALLE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E SVILUPPO DELL ASSISTENZA INTERMEDIA (AREA DI CONFINE TRA LIVELLO OSPEDALIERO E DISTRETTUALE CARATTERIZZATA DA BASSA COMPLESSITÀ CLINICA ED ALTA COMPLESSITÀ ASSISTENZIALE, COME AD ES. STRUTTURE RESIDENZIALI PER NON AUTOSUFFICIENTI, HOSPICE, ECC.) formare gli operatori all utilizzo dei diversi strumenti di valutazione multidimensionale modalità di applicazione della Vineland valutazione e misurazione della Barthel valutazione e misurazione della S.P.M.S.Q valutazione e misurazione della Svama modificata valutazione e misurazione della Cornel Scale famiglia delle classificazioni internazionali l I.C.F: strutturazione, organizzazione e scopi transcodifiche da I.C.F. a altri strumenti di valutazione intervista WHO.DAS casi clini esercitazioni - DESTINATARI: Fisioterapisti. Logopedisti - DOCENTI: INTERNI - RESPONSABILE SCIENTIFICO: Citarda Giovanna, fisioterapista Casale Carla, educatore professionale 23
25 UMANIZZAZIONE DELLE CURE: LA RELAZIONE DI AIUTO CON IL MALATO INGUARIBILE NUMERO DI EDIZIONI: 2 NUMERO DI ORE FORMATIVE PER EDIZIONE: 14 TOTALE ORE FORMATIVE: 28 - OBIETTIVO SPECIFICO AZIENDALE DI RIFERIMENTO: PROMOZIONE MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELL ASSISTENZA DOMICILIARE E RESIDENZIALE ALLE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E SVILUPPO DELL ASSISTENZA INTERMEDIA (AREA DI CONFINE TRA LIVELLO OSPEDALIERO E DISTRETTUALE CARATTERIZZATA DA BASSA COMPLESSITÀ CLINICA ED ALTA COMPLESSITÀ ASSISTENZIALE, COME AD ES. STRUTTURE RESIDENZIALI PER NON AUTOSUFFICIENTI, HOSPICE, ECC.) acquisire competenze in ordine all umanizzazione delle cure acquisire conoscenze e competenze relative agli aspetti relazionali con il paziente acquisire conoscenze e competenze di comunicazione organizzativa umanizzazione delle cure aspetti relazionali con il paziente comunicazione organizzativa lavoro di équipe comunicazione efficace privacy consenso informato - DESTINATARI: medici. Infermieri. assistenti sociali - DOCENTI: INTERNI - RESPONSABILE SCIENTIFICO: Miconi Angelo, medico Poligioni Mario, assistente sanitario 24
26 LO SVILUPPO DELLE CURE INTERMEDIE E RIQUALIFICAZIONE DELL ASSISTENZA RESIDENZIALE PER GRAVI DISABILI E SOGGETTI NON AUTOSUFFICIENTI NELLA ASL ROMA H NUMERO DI EDIZIONI: 1 NUMERO DI ORE FORMATIVE PER EDIZIONE: 7 TOTALE ORE FORMATIVE: 7 DI PROCESSO DI SISTEMA - OBIETTIVO SPECIFICO AZIENDALE DI RIFERIMENTO: MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELL ASSISTENZA DOMICILIARE E RESIDENZIALE ALLE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E SVILUPPO DELL ASSISTENZA INTERMEDIA (AREA DI CONFINE TRA LIVELLO OSPEDALIERO E DISTRETTUALE CARATTERIZZATA DA BASSA COMPLESSITÀ CLINICA ED ALTA COMPLESSITÀ ASSISTENZIALE, COME AD ES. STRUTTURE RESIDENZIALI PER NON AUTOSUFFICIENTI, HOSPICE, ECC.) ampliare il bagaglio delle conoscenze sull assistenza intermedia nella Asl Roma H aggiornare le conoscenze relativamente alle strutture sociosanitarie aggiornare le conoscenze relativamente alle reti di cure aggiornare le conoscenze relativamente alla definizione di percorsi assistenziali nell ambito dei servizi territoriali distrettuali le strutture residenziali, semiresidenziali e non residenziali differenziate i percorsi assistenziali integrati continuità degli interventi terapeutico-assistenziali e riabilitativi modelli organizzativi dell assistenza territoriale - DESTINATARI: medici. infermieri. Fisioterapisti. Assistenti sociali - DOCENTI: INTERNI - RESPONSABILE SCIENTIFICO: Vassallo Pierluigi, direttore distretto sanitario Molinari M. Rita, fisioterapista 25
27 LE MALATTIE PSICHIATRICHE E LE DEMENZE NEL DISTRETTO RM H2 NUMERO DI EDIZIONI: 2 NUMERO DI ORE FORMATIVE PER EDIZIONE: 16 TOTALE ORE FORMATIVE: 32 DI PROCESSO - OBIETTIVO SPECIFICO AZIENDALE DI RIFERIMENTO: MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELL ASSISTENZA DOMICILIARE E RESIDENZIALE ALLE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E SVILUPPO DELL ASSISTENZA INTERMEDIA (AREA DI CONFINE TRA LIVELLO OSPEDALIERO E DISTRETTUALE CARATTERIZZATA DA BASSA COMPLESSITÀ CLINICA ED ALTA COMPLESSITÀ ASSISTENZIALE, COME AD ES. STRUTTURE RESIDENZIALI PER NON AUTOSUFFICIENTI, HOSPICE, ECC.) far migliorare le conoscenze sull evoluzione normativa e legislativa della malattia psichiatrica epidemiologia delle malattie psichiatriche e delle demenze migliorare la capacità di promozione di interventi integrati sul territorio relativamente a patologie psichiatriche e demenze evoluzione della normativa in ambito psichiatrico malattie psichiatriche e demenze nel distretto sanitario RMH la depressione le schizofrenie le demenze e la malattia di Alzheimer l autismo infantile, la paranoia, casi clinici - DESTINATARI: medici. infermieri. Farmacisti. psicologi. - DOCENTI: INTERNI - RESPONSABILE SCIENTIFICO: Stazi Paolo, medico 26
28 LA CONTINUITÀ ASSISTENZIALE NEL PAZIENTE ANZIANO FRAGILE NUMERO DI EDIZIONI: 2 NUMERO DI ORE FORMATIVE PER EDIZIONE: 8 TOTALE ORE FORMATIVE: 18 DI SISTEMA - OBIETTIVO SPECIFICO AZIENDALE DI RIFERIMENTO: MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELL ASSISTENZA DOMICILIARE E RESIDENZIALE ALLE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E SVILUPPO DELL ASSISTENZA INTERMEDIA (AREA DI CONFINE TRA LIVELLO OSPEDALIERO E DISTRETTUALE CARATTERIZZATA DA BASSA COMPLESSITÀ CLINICA ED ALTA COMPLESSITÀ ASSISTENZIALE, COME AD ES. STRUTTURE RESIDENZIALI PER NON AUTOSUFFICIENTI, HOSPICE, ECC.) migliorare e consolidare le conoscenze e competenze in tema di continuità assistenziale del paziente anziano fragile migliorare e consolidare le conoscenze gerontologico-geriatriche acquisire conoscenze in tema di unità di valutazione geriatrica migliorarla capacità di operare all interno di reti di presa in carico e cura del paziente anziano fragile fragilità: tutela degli aspetti assistenziali e socio assistenziali percorsi clinico assistenziali/diagnostici/riabilitativi, profili di assistenza e profili di cura riabilitazione del paziente cronico le cure a domicilio cure specialistiche integrate continuità assistenziale aspetti socio-sanitari del problema - DESTINATARI: Medici. Infermieri. fisioterapisti - DOCENTI: INTERNI -RESPONSABILE SCIENTIFICO: Falera Alberto, medico CAD Anglani Angelo, coordinatore ufficio infermieristico distretto H1 Pizzicannella Cristiana, infermiera CAD 27
MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.
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