Corso di Laurea in Servizio Sociale Il lavoro sociale - DOCENTE Giacomo Panizza Excursus storico 9

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1 Excursus storico 9 Excursus Storico Giacomo Panizza, Occhi aperti sul lavoro sociale, Rubbettino 2004 pp Siamo gli altri L evolvere e l involvere dei servizi sociali in uno Stato democratico va di pari passo con la consapevolezza dei problemi, dei bisogni, dei diritti, e con una cultura che sa misurarsi nella convivenza sui temi dell accoglienza, della condivisione e della solidarietà. Cfr. Pieroni G., Dal Pra Ponticelli M., Introduzione al servizio sociale. Storia, principi, deontologia, (Capitolo 1, Capitolo 2, Capitolo 3, Capitolo 7), Carocci Faber, Roma, 2005 Sgroi Emanuele, in Rapporto sulla situazione del servizio sociale, EISS, Roma 2001, pp Marcon Giulio, Le utopie del ben fare. Percorsi della solidarietà: dal mutualismo al terzo settore ai movimenti, L Ancora del Mediterraneo, Napoli, 2004 Ellison R., Uomo invisibile, Einaudi, Torino, 2009 L assistente sociale è una figura professionale che nasce storicamente in relazione alle problematiche dettate dalla sicurezza dalle povertà, alle in-capacità al dis-agio dal rischio personale e sociale, in vista di una possibile soluzione dei problemi. Attualmente progetta e realizza anche interventi di prevenzione e di promozione sociale. Ad esempio, il medico e la medicina storicamente nascono in relazione al dolore e alla malattia, in vista di una possibile guarigione. Solo molto più tardi la medicina acquisisce e propone il concetto di salute piuttosto che di malattia, così come più tardi anche l intervento sociale acquisisce l idea promozionale di benessere sociale e di qualità della vita personale e collettiva piuttosto che l idea di intervento sull individuo povero o sul caso singolo o circoscritto.

2 Excursus storico 10 Cenni sulla beneficenza e la solidarietà umana negli Stati precedenti l unità d Italia La numerosa presenza di poveri nella società e la vasta gamma delle povertà diffuse è un fenomeno ritenuto, in prevalenza, normale. A contrasto e a sollievo, si riscontrano opere di beneficenza religiose (da lunghissima data), forme di mutualità tra famiglie, forme di solidarietà tra vicini e mestieri (caseifici sociali, legna, sale, ecc.) forme di risparmio e di prestito, ecc. (in date più recenti). (In Italia abbiamo diversi Stati: Regno di Sardegna, Repubblica di Venezia, Repubblica di Genova, Principato di Trento, Ducato ti Parma, Ducato di Modena, Repubblica di Lucca, Granducato di Toscana, Stato Pontificio, Regno di Sicilia) Dal 1848 = una serie di proteste e pressioni operaie e borghesi sviluppano: cooperative, mutuo soccorso e mutuo aiuto (forni, magazzini rurali, acquisti collettivi, attrezzi gestiti comunitariamente, ecc.), banche popolari e casse di risparmio, camere del lavoro e leghe sindacali, enti filantropici e opere di beneficenza. = Associazioni contro : aggregazioni di resistenza e difesa, lotte sociali, scioperi, ecc. (solidarietà negativa) = Associazioni per : mutualismo e cooperazione, ecc. (solidarietà positiva, che ha in mente cosa realizzare e attua proprie iniziative) Le due forme associative sottendono due differenti filosofie, etiche, politiche, ma frequentemente, nel momento dell inasprimento dei problemi sociali, si uniscono. 1859: il governo sabaudo vara una legge che afferma che i poteri pubblici devono saggiamente distanziarsi dalle opere di beneficenza e di assistenza.

3 Excursus storico 11 Dall unità d Italia Tra beneficenza privata e beneficenza pubblica 17 marzo 1861 Proclamazione del Regno d Italia ( ), con circa 26 milioni di abitanti, il quale disciplina le attività di beneficenza 1862 = legge di conferma di quella piemontese del L unico diritto disponibile per tutti, sulla carta, è quello civile, di impresa e di proprietà. A chi è povero, viene concesso di ottenere assistenza, elemosine, cura, da istituti di beneficenza. (L. 23.XII-1862: la beneficenza è esclusivamente un fatto privato: non le viene riconosciuto natura di funzione pubblica; vi è sostanziale estraneità dello Stato alle eventuali responsabilità sui sudditi lo Stato ha ruolo di vigilanza sulla opere di beneficenza, non sui bisogni dei sudditi) = presa di Roma. Nel 1880 esistono in Italia opere pie (beneficenza, sussidi dotali, ospedali, convitti per minori, sordomuti, ciechi, asili, Monti di credito, ritiri per donne abbandonate o peccatrici, ecc.). Censimento 1885 = società mutualistiche, comprese le cooperative (che facevano: prestiti sull onore, cassa prestiti o cassa depositi, magazzini cooperativi, scuole serali o festive, distribuzione libri e quaderni, collocamento soci, biblioteche circolanti o fisse, luoghi di ricreazione e circoli, lavori in appalto da passare si soci, compravendita macchine da cucire con sconto, cucine economiche, assicurazione del bestiame da malattie, costruzione case operaie, ecc.). Nel1886 viene varata una legge di sostegno-regolamento delle società di mutuo soccorso, ma che di fatto le controlla. Nel 1894 ancora il 75% delle società non ha ancora accettato il riconoscimento legale né il contributo previsto: l autonomia è prescelta all economia. Nel 1886 si tiene a Milano (fenomeno settentrionale) il Primo congresso dei Cooperatori italiani e nasce la Federazione nazionale delle cooperative (con alla guida i socialisti, fino al primo dopoguerra 15-18) 1890 Francesco Crispi (17.VII.1890, disciplina il profilo amministrativo e contabile delle IPB alias IPAB, Norme sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza. Il 1891 Leone XIII promulga l enciclica Rerum novarum, con cui la chiesa reagisce ai nodi della questione sociale, lanciando il cattolicesimo sociale). L assistenza diviene interesse/problema dello Stato: centralizzazione statale principio di responsabilità pubblica verso i bisogni dei poveri. Vi è la Pubblicizzazione degli Enti di Assistenza e beneficenza. All Ente locale si danno funzioni residue. Logica di difesa sociale e controllo etico.

4 Excursus storico 12 La prestazione principale è la istituzionalizzazione: (brefotrofio = brefo/neonato + trofio/trefein/allevare); (orfanotrofio = orfano + trofio); (manicomio = mani/manìa/pazzia + comio/comein/curare); (mendicicomio = mendici/accattone + comio); ecc.) Ovvero una prima forma di assistenza (non c è ancora l idea di servizi sociali, ma si supera la mera beneficenza privata). Il povero = viene definito in astratto (definizione non definizione, cioè ambiguità) con connotazioni di: pericolosità sociale incapacità/non autosufficienza povero indistinto senza diritti né bisogni (Con l avvento di Giolitti al potere abbiamo un governo liberale più attento alle questioni sociali: dodici provvedimenti dal 1904 al 1911, favorevoli alle cooperative, alle donne lavoratrici e bambini lavoratori, pubblica istruzione, assicurazioni, ecc., seppure non siano provvedimenti di carattere universale e i diritti non vengano ancora riconosciuti). 1912: viene introdotto il suffragio universale maschile, con alcune limitazioni (Prima l elettorato in percentuale risultava: 2% nel 1865; 2,2% nel 1876; 2,2% nel 1880; 8,10 nel 1886; 9% nel 1890) Nota sugli Espatri dall Italia (risulta uno Stato, un Regno che non si cura dei sudditi) Nel 1913 emigrano dall Italia persone. Nel 1914 emigrano quasi 6 milioni di persone, su una popolazione di 35 milioni. anni : ; anni : ; anni : ; anni : (fonte Centro Studi Emigrazione, Roma 1978) Il Regno d Italia in questa fase storica è uno stato liberale. Al loro sorgere, questi Stati hanno puntato alla garanzia delle libertà civili e della proprietà privata. Non era ritenuto compito dello Stato o del Regno occuparsi delle difficoltà sociali, sanitarie, occupazionali, educative e così via, pertanto in questa fase storica sono i privati soprattutto gli ordini religiosi e in Italia l associazionismo di matrice cattolica che si impegnano nei settori dell assistenza sociale e sanitaria e dell educazione delle fasce deboli della popolazione. Tuttavia, da un certo punto in poi, anche le istituzioni pubbliche svolgono attività socio assistenziali e scolastiche, ma non a titolo di garanzia di diritti (termine inusuale per le tematiche sociali). La beneficienza pubblica e privata viene intesa entro i concetti di carità discrezionale, come atto libero fornito da parte dei donatori. Nel liberalismo la filosofia sottesa è che l individuo sia al di sopra della società e dello Stato, e che lo Stato in particolare abbia il compito di garanzia delle libertà di ogni singolo individuo indipendentemente dal suo relazionarsi alla società. Nella triade individuo-stato-società lo Stato ha il compito di garantire la libertà dell individuo singolo, mentre il singolo ha l obbligo di pagare le tasse e di non nuocere agli individui e al resto della società. Bisognerà aspettare il concetto di previdenza per guidare la storia d Italia verso i diritti sociali e superare la beneficienza. La Costituzione di Weimar (1919) mantiene al centro i diritti civili di libertà e proprietà privata, ma le istanze sociali in essa contenute aprono alla dimensione dei diritti sociali, e le Costituzioni europee seguenti, specialmente le democrazie, li assumeranno in esse.

5 Excursus storico 13 Il regime fascista e la previdenza Il fascismo, dal 1922 al 1926, attua e porta a termine il disegno di mettere in catene o spazzar via le realtà sociali autonome. Nel 26 la serrata e lo sciopero è fuori legge. I giornali indipendenti cessano le pubblicazioni o si adeguano al regime. Non cancella le cooperative, il sindacato, gli enti di assistenza, ma li inserisce nelle corporazioni fasciste o ne crea altre: es.: l Opera Nazionale Dopolavoro, con a capo il Duca D Aosta, per promuovere feste; filodrammatiche; corsi di danza; gite turistiche; colonie estive; attività sportive; cinema; ecc.) = strutture pensate come forma di controllo sociale e territoriale. Attorno al 1930 partono le attività assistenziali e previdenziali, casse mutue statalizzate, cui diventa obbligatorio iscriversi: (politica corporativa voluta dal regime) tramite Enti pubblici per categorie: INAM (malattie e maternità) INPS (vecchiaia, assegni familiari, disoccupazione) INAIL (infortuni sul lavoro) ONB (Opera Nazionale Balilla) ONMI (Opera Nazionale Maternità e Infanzia) ECA (Ente Comunale Assistenza) ONIG ONOG ENAL ecc. Novità sono: l assistenza diffusa e la previdenza obbligatoria con una logica di interesse nazionale (nazionalismo): - risarcire le vittime dirette e indirette delle guerre (mantenere l idea di Patria e di espansione bellica) - politiche demografiche del regime, con bisogno di natalità medio alta - politiche di protezione dei lavoratori (per ammortizzare conflitti sociali interni ) La novità positiva della previdenza obbligatoria riguarda la logica di scommessa comune sul rischio. Altra positività è il risparmio sul salario. Resto d Europa: già esistono rapporti sulla sicurezza sociale, rapporti sulla piena occupazione, concezione universalistica del welfare; mentre in Italia il governo si limita a misure corporative e paternalistiche, con privilegi e/o beneficenza. Prima, nei paesi industrializzati, in Stati fondati su economie lavoriste ed eserciti, ai sistemi di potere servivano quantità di persone per le fabbriche e per l esercito (sia attuali che di riserva), le quali andavano utilizzate ma protette, sfruttate ma custodite, usurate ma compensate (medaglie al valore, pensioni, ecc.) In quel contesto di bisogno di manodopera per le industrie e di circoscrizione di massa per l esercito, molteplici fattori favorirono la nascita del welfare, col consenso di destre e sinistre e varie culture. Tre i fattori rilevanti, intesi come concause ideali e pratiche: un welfare promosso per motivi etici, con l educazione morale (chi è il custode di mio fratello?) un welfare strappato dalle lotte operaie e di partiti tutelanti e rappresentanti le masse dei lavoratori un welfare di controllo dei poveri o di chi serve lo Stato (verso l esterno e verso l interno) attraverso monetizzazioni e premialità. NB = Nel ventennio fascista in Italia abbiamo 500 Assistenti Sociali diplomate in 20 anni. (Nello stesso periodo ce ne sono state in Inghilterra; in Belgio; in Francia). Delle 500 italiane molte rimangono nella direzione delle scuole dopo l avvento della Repubblica. Si può ritenere che origini qui, tra le due guerre mondiali del 900, il Servizio sociale professionale. All inizio degli anni 20 infatti a Milano iniziano le scuole per Segretarie sociali presso le aziende, a cura dell Istituto Italiano di Assistenza Sociale. Nel 1928 a San Gregorio al Celio la Scuola Femminile Fascista di Assistenza Sociale avvia la formazione di Assistenti Sociali Fasciste di Fabbrica.

6 Excursus storico 14 Il Servizio Sociale nella Repubblica L assistenza entra nel diritto Alla fine della seconda guerra mondiale l Italia deve affrontare il generale sfacelo di una guerra perduta I principi costituzionali affermano il ruolo attivo dello Stato nei processi di promozione della persona Nella Costituzione (27 dicembre 1947) si parla di ASSISTENZA in positivo, poiché viene intesa come strumento per ridare alle persone la libertà, l uguaglianza, il pieno sviluppo umano e l effettiva partecipazione all organizzazione politica, economica e sociale del Paese (Cfr. art 3) Dal 1945 al 55 si aprono le prime scuole 1945 si aprono le prime 5 scuole di servizio sociale, promosse da persone motivate e con importanti esperienze sociali, e diventano subito una cinquantina. Sono scuole promotrici dell idea di servizio sociale e orientate a formare professionisti sociali adeguati al compito, per iniziativa di gruppi di persone sensibili, Queste prime scuole esprimono un corpo direttivo e docente con un ottimismo formidabile, e danno un imprinting teorico, valoriale e tecnico, di: rottura col paternalismo relazione professionale lavorare sulle risorse delle persone creare ruoli attivi operare in contesti sociali e istituzionali. Sono ispirate a tre aree ideali: Area cattolica: ONARMO (Opera nazionale per l assistenza religiosa e morale agli operai), per cui alcune Diocesi avviano scuole di servizio sociale, dando sedi, docenti, risorse. Area laica di ispirazione cattolica: ENSIS (Ente nazionale scuole italiane di servizio sociale) Area laica: CEPAS (Centro di educazione professionale per assistenti sociali) e UNSAS (Unione nazionale scuole assistenti sociali), Nascono poi l ASSNAS (Associazione nazionale degli assistenti sociali) e l ASISS (Associazione delle scuole italiane di servizio sociale).

7 Excursus storico 15 Influenze metodologiche, filosofiche e culturali Dagli Stati Uniti = attenzione all individuo, alla responsabilità personale e al farsi da sé Dall Inghilterra = influenza molto sulle teorie e pratiche tecniche di servizio sociale Da Congressi internazionali/conferenze = Dibattiti, su teorie e sulle sperimentazioni per nuove scelte per la linea Da Sperimentazioni = la sperimentazione in fabbrica e sul territorio (Adriano Olivetti, teorizza la educazione professionale degli assistenti sociali non formazione, e sostiene i centri sociali = fornire servizi, aggregazione sociale, luoghi di incontro, di educazione popolare, finalizzati allo sviluppo locale) Da Filosofie, valori e principi = l esistenzialismo, l umanesimo integrale, il personalismo comunitario (Heidegger, Sartre, Camus, Mounier, Maritain, Levinas) mettono l accento sulle persone ( chi assiste o viene assistito, e sul senso o non senso e sul fine ) e sul fatto che metodi, mezzi e strumenti debbono essere adeguati e rispettosi delle persone. Il Servizio Sociale esercitato in Italia è stato aiutato a - rileggere le povertà e il disagio sociale - a capire il tema dello sviluppo, che non è solo economico - a valorizzare il ruolo e i compiti delle Istituzioni - a farsi una professione con metodi e tecniche per lavorare con singoli, gruppi, comunità, fare ricerca sociale applicata all intervento Lavoro Sociale è un corso di introduzione allo studio della professione di Assistente sociale professionale (e delle professioni similari) nel contesto delle politiche e dei servizi sociali. Il corso approfondisce gli aspetti di disciplina e professione, di storia, filosofia e etica, di socialità, esclusione e coesione sociale, di partecipazione e programmazione, di organizzazione e gestione dei servizi e degli interventi sociali.

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