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1 DEL POPOLO IL TEMA DEL MESE Il nuovo mondo Scoprire anche solo una specie sconosciuta, al giorno d oggi, è per molti biologi il coronamento di un intera carriera. Il mondo, infatti, riserva ormai ben poche sorprese per l homo explorator. Ecco perché gli studiosi guidati da George McGavin, capo della BBC Natural History Unit, non potevano credere ai loro occhi quando hanno scollinato le vette del monte Bosavi, cratere di un vulcano ormai spento che si trova nel cuore della Papua Nuova Guinea. Davanti a loro si estendeva un vero e proprio mondo perduto, che in pochi giorni ha rivelato l esistenza di ben 40 specie animali del tutto ignote. Alla fine di ogni giornata di lavoro c era un aria di festa. È stato un viaggio davvero speciale, ha raccontato Gavin. Che a poche ore dall arrivo nel cratere si è imbattuto in uno straordinario esemplare di topo peloso gigante delle dimensioni di un (grosso) gatto. Era incredibilmente docile, ha proseguito Gavin. Si è seduto a fianco a me e giocava con una foglia. Con tutta probabilità era la prima volta che vedeva un essere umano. Il cratere del monte Bosavi è davvero un mondo perduto. Il topone della Nuova Guinea, che aspetta ancora che gli venga trovato un nome scientifico appropriato, si è dunque guadagnato il record di ratto più grande al mondo: dal muso alla coda misura ben 82 centimetri. Le scoperte filmate dall equipe della BBC, che ha raccolto studiosi britannici, americani e hawaiani, verranno ora trasmesse in televisione nell ambito della serie Lost land of the Volcano. Oltre al ratto gigante i biologi hanno trovato 16 nuove specie di rane, una delle quali ha i denti, almeno tre nuovi pesci, e un pipistrello. Più un esemplare sconosciuto di canguro che si è adattato a vivere sugli alberi. Poter andare lì è stato straordinario, dice ancora Gavin. Ora è il momento di lasciare in pace questi habitat naturali che devono essere preservati, ha sottolineato Gavin, aggiungendo che la foresta pluviale della Nuova Guinea viene distrutta al ritmo del 3,5 p.c. all anno. Se non si fa qualcosa, dunque, paradisi come il monte Bosavi potrebbero andar persi per sempre. Al momento, però, quelle zone della Papua Nuova Guinea restano tra le più impervie e inaccessibili di tutto il globo. Tanto che i ricercatori hanno dovuto piantare un campo di patate e di spinaci sei mesi prima della spedizione per garantirsi sufficienti derrate alimentari: organizzare uno stabile ponte aereo con la civiltà sarebbe stato infatti troppo complicato. Ma non bisogna necessariamente esplorare zone remote per trovare nuove specie viventi. Persino in Italia, uno dei Paesi più densamente abitati al mondo è possibile imbattersi in animali mai visti prima. Proprio nei giorni scorsi al largo delle coste calabresi i ricercatori hanno rinvenuto una specie di conchiglia mai catalogata prima. È un assoluta novità scientifica: piccola, bianca, con tanti puntini rossi sulla superficie: è la nuova specie di conchiglia, una Ciprea trovata a 108 metri di profondità nell area antistante il porto di Vibo Valentia Marina, nel Tirreno calabrese. La scoperta definita storica per la biologia marina italiana è stata annunciata nel corso della presentazione dei risultati delle ricerche condotte dall Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) condotte nei fondali calabresi. Ad annunciare la scoperta l assessore all Ambiente della Regione Calabria, Silvestro Greco, che è un biologo marino. Questa nuova specie di conchiglia non era mai stata avvistata prima nei mari del pianeta. Quindi non è neanche catalogata. Quando l abbiamo vista per la prima volta ha affermato Simonepietro Canese, responsabile del programma di ricerca Ispra, ci siamo stupiti, perché non riuscivamo a classificarla in nessuna specie. Così abbiamo mandato le foto all Università di Genova. E lì c è stata la sorpresa: questa specie non era catalogata. E noi la vedevamo per la prima volta. Con la scoperta del corallo nero ha detto l assessore Greco, avevamo avuto la percezione di una ricchezza straordinaria dei nostri fondali. Con i risultati di queste ricerche nei mari calabresi, si dovranno riscrivere i libri di biologia marina. Le cipree (Cypraeidae) sono una famiglia di molluschi gasteropodi marini che conta poco meno di 200 specie viventi. Popolano prevalentemente i mari caldi dei tropici, ma alcune specie hanno colonizzato pure i mari temperati. Vivono prevalentemente adagiati sui fondali rocciosi o sulle barriere coralline, zone ricche di spugne, alghe ed incrostazioni, nonché di molti nascondigli utili a questi animali tipicamente notturni o crepuscolari. È nota qualche specie che usa frequentare, comunque non stabilmente, habitat sabbiosi o fangosi. La maggior parte delle specie vive entro i primi 20 metri dalla superficie, con alcune eccezioni che possono arrivare anche 500 metri di profondità. (kb/a) IL RUGGITO di Krsto Babić animali Anno II n. 28 Mercoledì, 16 settembre 2009 Gli «infoibati» a quattro zampe Dona, Luna, Maza, Bleki, Lord e Floki sono i nomi dei cani salvati dagli uomini del Soccorso alpino dalla Grotta di Živkov, una cavità situata nei pressi di Miljevac nell entroterra di Sebenico. I sei animali, due adulti e quattro cuccioli sono stati salvati l agosto scorso, dopo aver trascorso nella foiba circa un anno. Gettati nella fossa, la cui profondità raggiunge i quindici metri, da un manigoldo senza scrupoli che se ne voleva disfare, i cani sono riusciti a sopravvivere nutrendosi delle carcasse gettate nella grotta dai macellai della zona e bevendo l acqua che filtrava dalle rocce e che si era accumulata in alcune pozzanghere all interno della cavità. I primi ad accorgersi della presenza dei cani sono stati alcuni ragazzi che abitano nelle vicinanze della grotta. I giovani sono stati attirati dai lamenti dei cani. Dopo essersi resi conto della situazione, gli studenti hanno provveduto ad allertare le autorità competenti. Dopo diversi tentativi andati a vuoto, i soccorritori sono riusciti a trarre in salvo gli animali intrappolati anestetizzandoli. I cani, visitati dei veterinari di Knin, sono stati affidati alle cure dei volontari di un canile della capitale, in attesa di essere dati in affidamento. La storia dei sei sfortunati meticci, ha commosso l intero Paese. Sono decine le famiglie di tutta la Croazia che hanno chiesto di poter adottare uno degli animali in questione. La cattiveria è una sofisticata forma d arte, insita in ognuno di noi, molto spesso prende il sopravvento trasformandoci completamente. La cattiveria è intelligenza e furbizia, è frustrazione, insoddisfazione, ma più di ogni altra cosa è infelicità. La cattiveria fa paura, ci isola dal mondo, perché spinge verso un sentimento d odio profondo, capace di farci perdere lucidità. Ci rende ciechi, sordi, stupidi. La cattiveria è pericolosa, a volte si tinge di sfumature forti, come l invidia, capace di manipolare ogni nostro pensiero. Ma la cattiveria più terribile è quella manifestata dai buoni. La bontà a volte è più disarmante della cattiveria. Dalla cattiveria è più facile difendersi, ma la bontà può essere spietata. Come si fa a diventare buoni? E soprattutto, che cosa significa essere buoni veramente? Niente di più semplice, basta vivere rispettando chi ci circonda: sia gli esseri umani sia gli animali. Anzi forse la cosa migliore sarebbe seguire l esempio degli animali, che non sono né buoni né cattivi, ma giusti.

2 2 animali Mercoledì, 16 settembre 2009 ORNITOLOGIA L origine della classe Aves L ascesa degli uccelli A cura di Valentino Pizzulin degli uccelli da antenati teropodi celurosauri ha sempre rappresentato uno dei più grandi ed L evoluzione affascinanti misteri dell evoluzione. In pieno dibattito fra sostenitori ed oppositori delle teorie formulate da Charles Darwin, venne trovata nel 1860 in Baviera la prima penna fossile e, poco dopo, lo scheletro dell animale al quale tale penna era verosimilmente appartenuta. Si trattava del celeberrimo archaeopteryx. Un fossile risalente al tardo Giurassico Accostamento tra pterodattili e un uccello primordiale La ricostruzione di un archaeopteryx ( milioni di anni fa), lungamente considerato il rappresentante più arcaico della classe Aves (uccelli). Durante il Cretaceo ( milioni di anni fa), si verificò un aumento graduale del numero di specie avicole a spese degli pterosauri, rispetto ai quali gli uccelli presentavano due vantaggi. Innanzi tutto, quando erano a terra gli uccelli potevano ripiegare le ali e correre come dei piccoli dinosauri, mentre gli pterosauri riuscivano a malapena a camminare barcollando. Inoltre, se il fitto sottobosco strappava una penna a un uccello, questa veniva presto rimpiazzata da una nuova; una lacerazione della membrana alare significava, invece, morte certa per gli pterosauri, ai quali diventava impossibile spiccare il volo. Uno dei primi ambienti colonizzati dagli uccelli fu quello delle spiagge e degli estuari, dove potevano correre sul bordo dell acqua e nutrirsi di insetti, vermi, piante e bacche. Vi erano infatti uccelli simili ai rallidi, come il palaeotrinpr, che andava a caccia nel fango di vermi, crostacei e molluschi. Nei laghi poco profondi si aggirava il gallornis, che col becco filtrava le alghe dall acqua come fanno gli odierni fenicotteri. Il parascaniornis era un volatile simile all ibis, o forse all oca. Era dotato di lunghe zampe grazie alle quali poteva camminare nelle acque basse a caccia di pesci e anfibi. In mare aperto gli uccelli dentati, come l elopteryx, simile a un cormorano, entravano in competizione diretta con gli pterosauri. Gli uccelli avevano però il vantaggio di sapersi tuffare sott acqua. Benché molti di questi pennuti dall aspetto così moderno occupassero nicchie ecologiche a noi ben note, non è certo che fossero direttamente imparentati con le forme attualmente viventi. È più probabile che costituiscano un esempio della cosiddetta evoluzione convergente. La comparsa delle penne Recenti ritrovamenti di fossili in Cina e Mongolia hanno contribuito ad accrescere le nozioni sull evoluzione degli uccelli e, di conseguenza, della penna. In particolare, è decaduta la teoria che la riteneva una scaglia rettiliana modificata. Scaglie e penne si originano dagli stessi tessuti ed hanno composizione largamente simile, ma non sono da considerarsi omologhe in quanto genesi e sviluppo di tali strutture hanno peculiarità del tutto diverse. Non è granché supportabile nemmeno l ipotesi che faceva delle penne strutture primariamente evolutesi per il volo, bensì pare che queste abbiano avuto all origine un ruolo di termoregolazione, al pari della pelliccia dei mammiferi. Successivamente, le penne potrebbero aver svolto ulteriori funzioni, ad esempio nella protezione dei nidi o a scopo intimidatorio o nuziale, analogamente a quanto avviene negli uccelli moderni attraverso la selezione di fogge e colorazioni specie specifiche. Le penne di tipo moderno, presenti in tutti gli uccelli hanno uno stelo centrale, la cui parte superiore (rachide) sorregge un vessillo piatto costituito da barbe parallele. Ulteriori ramificazioni perpendicolari alle barbe (le barbule) si incastrano tra loro tramite piccoli uncini, creando una superficie compatta che permette una notevole resistenza all aria. Dagli studi compiuti sui resti fossili dei primi uccelli, è emerso che le penne consentivano un semplice volo planato, tale da permettere facili spostamenti tra i rami degli alberi ed una maggiore velocità nella caccia. L abilità di spiccare il volo attivo e dunque di coprire distanze notevoli, si è sviluppato solo successivamente. ACQUARIOFILIA «Il mare in una bottiglia» A cura di Giorgio Adria Uno degli hobby più popolari al mondo è l acquariofilia, una vera e propria arte, praticata da milioni di persone. La pratica di allevare pesci in vasche o laghetti artificiali ha tradizioni antichissime. Già i Sumeri erano noti per tenere in laghetti i pesci catturati prima di consumarli come pasto. Alcuni di questi pesci, grazie alla loro colorazione particolarmente vivace o al loro buon carattere a poco a poco iniziarono ad essere considerati più come animali da compagnia che come cibo. Sulla stessa falsariga in Cina e Giappone furono allevati il pesce rosso e la carpa Koi, specie artificiali dall uso esclusivamente decorativo. Si ritiene che l allevamento selettivo dei pesci ornamentali sia iniziato più di anni fa. Esistono dipinti che risalgono all antico Egitto che ritraggono l allevamento dei pesci sacri di Ossirinco in vasche rettangolari all interno dei templi. Anche in molte altre culture si sono allevati pesci sia per ragioni pratiche che per scopi decorativi. All epoca dell Impero romano le famiglie più illustri e facoltose amavano esibire lamprede Alla scoperta del mondo sommerso (prima parte) e altri pesci marini in vasche di acqua salata. Cicerone racconta che l oratore Quinto Ortensio Ortalo pianse quando morì uno dei suoi esemplari preferiti, mentre Tertulliano riporta che un certo Asinio Celere spese sesterzi per un cefalo vivo particolarmente grosso e bello. L acquariofilia moderna deve la propria popolarità a Emil Adolf Rossmaessler, un naturalista tedesco che nel 1856 pubblicò un articolo intitolato Il mare in una bottiglia, suscitando tra i suoi contemporanei un vasto interesse per l argomento. I primi passi Quando si decide di acquistare un acquario è importante fare attenzione che le lastre di cristallo che compongono la vasca non siano scheggiate e che all interno del vetro non siano rimaste intrappolate bollicine d aria. Due difetti che rovinerebbero irrimediabilmente il piacere che si prova nell ammirare la porzione di mondo sommerso che si è deciso di ricreare in casa. Nelle rivendite specializzate oggi è possibile reperire contenitori di qualsiasi forma e dimensione. Tuttavia, gli esperti consigliano di evitare le bocce e Gli acquari sono vere e proprie sculture viventi i contenitori a forma di prisma pentagonale, esagonale e ottagonale ecc. I primi hanno il difetto di deformare l immagine e in quanto tali sono considerati non idonei ad ospitare i pesci, mentre i secondi hanno lo svantaggio di occupare molto spazio, pur avendo un una capacità d invaso relativamente modesta. Un banco di carpe Koi Ogni acquario ben curato costituisce un ornamento per la casa e in quanto tale è opportuno collocarlo in una zona ben visibile. Bisogna però fare attenzione ad assicurarsi che attorno alla vasca ci sia abbastanza spazio per poter eseguire con agilità le consuete operazioni di manutenzione. La base d appoggio deve essere molto stabile e sufficientemente robusta da resistere a pesi considerevoli. Un acquario della capienza di 200 litri può superare i 300 chilogrammi di peso. Contrariamente a quanto si creda l acquario non deve essere posizionato in modo da essere esposto direttamente al sole. I raggi solari, infatti, favoriscono la crescita delle alghe nocive. Uno dei tipici sbagli commessi dai principianti è quello di scegliere acquari di piccole dimensioni. In realtà gestire acquari grandi è più facile, in quanto è più semplice raggiungere il cosiddetto equilibrio biologico.

3 Mercoledì, 16 settembre 2009 animali 3 PALEONTOLOGIA Alla scoperta dei dinosauri (prima parte) I colossi che dominarono la Terra I Dinosauri (Dinosauria) sono un gruppo di rettili di varie dimensioni, appartenenti alla sottoclasse degli arcosauri, che dominarono l ecosistema terrestre per oltre 160 milioni di anni e apparvero tra la fine del Triassico medio e l inizio del Triassico superiore (circa 230 milioni di anni fa). Si estinsero completamente circa 65 milioni di anni fa, alla fine del periodo Cretaceo, e ci sono noti solo attraverso resti fossili studiati e scavati dai paleontologi, da collezionisti e amatori del genere. Sin da quando il primo dinosauro fu ricostruito nel XIX secolo, i loro scheletri assemblati divennero una delle maggiori attrazioni dei musei di storia naturale di tutto il mondo. I dinosauri divennero parte della cultura mondiale e rimasero costantemente popolari, specialmente tra il pubblico più giovane. Il termine dinosauro è usato anche estensivamente, ma erroneamente sul corretto piano tassonomico, per indicare ogni grande rettile vissuto nel Paleozoico e nel Mesozoico, come il pelicosauro Dimetrodonte, gli pterosauri alati, e gli acquatici ittiosauri, plesiosauri, mosasauri e i pliosauri. I dinosauri si sono formati quando un animale, l ittiostega, un anfibio vissuto circa 350 milioni di anni fa, ha perduto le branchie e le sue pinne si sono trasformate in zampe. I primi colonizzatori A cura di Ciro Traccia delle attuali lucertole con una delle due ossa inferiori sporgente in avanti e l altra all indietro; e gli Ornitischi dal bacino d uccello che avevano le due ossa pelviche inferiori sporgenti all indietro e verso il basso. I Saurischi si dividevano a loro volta in due sottordini, quello dei Teropodi comprendenti i Carnosauri, Ceratosauri, Ornitomimidi e Maniraptora, bipedi e carnivori, e i Sauropodi, quadrupedi erbivori dalla dimensioni gigantesche. I Teropodi, temibile predatori, fecero la propria comparsa circa 195 milioni di anni fa. Non superavano i 2 metri di altezza e il metro di lunghezza, ma con il passare del tempo si evolsero a tal punto da raggiungere la straordinaria lunghezza di 13 metri. Ma non erano solo le enormi dimensioni a rendere questi ani- L ittiostega Sono circa 800 le specie di dinosauri scoperte fino ad oggi. In tutto il mondo continuano a venire alla luce ossa, denti e scheletri più o meno completi. Nel Mesozoico, infatti, le terre emerse erano talmente vicine tra di loro da permettere agli animali di spostarsi da un continente all altro e di occupare tutti gli ambienti. Lo studioso Harry Seely ha stabilito che i Dinosauri si dividono in due gruppi per forma e posizione delle loro ossa iliache: i Saurischi dal bacino di rettile simile a quello mali dei temutissimi cacciatori. Erano forniti di denti enormi in grado di dilaniare una preda con un sol morso. I Ceratosauri, primi carnivori del Giurassico, si caratterizzavano per la presenza sopra gli occhi o fra le narici di piccole corna che si pensa potessero servire durante le lotte fra maschi o per il riconoscimento fra individui della stessa specie. I piccoli Maniraptora (dei quali fa parte pure il più piccolo dinosauro mai esistito, il Compsognato, lungo appena 60 centimetri), invece, nascondevano un arma micidiale: un artiglio lungo fino a 15 centimetri che serviva per arpionare le prede. Si trattava di animali agili e scattanti, che probabilmente cacciavano in gruppo per sopraffare alcune prede anche più grandi di loro. Vissero nel Giurassico e nel Cretaceo. Ma fra i Teropodi c erano anche animali docili : gli Ornitomimidi, minuscoli carnivori che si cibavano di piccole prede, ma che non disdegnavano una dieta vegetariana. Questi dinosauri avevano un cranio con grandi orbite e un becco corneo e privo di denti. Camminavano su due zampe e correvano velocemente grazie alle lunghe e sottili zampe e allo scheletro leggero. I dinosauri sauropodi popolarono le terre mesozoiche dalla fine del Triassico all inizio del Creataceo. I Prosauropodi furono i primi, con dimensioni ancora ridotte non superavano i 10 metri. Avevano un collo lungo ed una piccola testa e riuscivano, pur essendo dei quadrupedi con una mole notevole, a sollevarsi e diventare bipedi per raggiungere grazie al loro lungo collo i rami più alti e ricchi di germogli più teneri. In seguito apparvero i Sauropodi, veri e propri giganti con dieta esclusivamente vegetariana, con zampe possenti e colli incredibilmente lunghi da raggiungere una lunghezza di 8 metri. Ecco che pompare il sangue al cervello era un impresa da record. Il cuore del sauropode, infatti, avrebbe dovuto pesare ben chilogrammi. Primo fra essi è il Seismosauro, il più lungo e pesante dinosauro mai esistito. Con la sua spettacolare lunghezza di 40 metri, pesava ben 100 tonnellate! Fra il tardo Giurassico e l inizio del Cretaceo (circa 140 milioni di anni fa) comparvero gli Stregosauri e gli Anchilosauri, dinosauri della famiglia degli Ornitischi e appartenenti al gruppo dei Tireofori. Questi dinosauri erbivori erano assolutamente innocui, sebbene il loro aspetto possa far credere il contrario. Infatti erano bene equipaggiati di robustissime spine che spuntavano sulla coda che utilizzavano come una clava per ferire o semplicemente scoraggiare i predatori. Gli stegosauri lunghi fino a 9 metri, con zampe corte ed una piccola testa, erano caratterizzati dalla presenza sul dorso di piastre ossee più o meno rettangolari. Gli «inventori» della clava Del gruppo dei Tireofori facevano parte pure gli Anchilosauri. Erano privi di piastre sul dorso, ma il loro corpo era interamente ricoperto da una pesante corazza ossea, che proteggeva anche il cranio e le mascelle, e dalla quale spuntavano acuminanti borchie. Per difendersi utilizzavano, invece, la coda, che in alcune specie terminava con una specie di randello come se fosse una clava. Altro gruppo di Ornitischi sono i dinosauri Ornitopodi che fecero la loro comparsa all inizio del Giurassico con specie di piccoli dimensioni, non più lunghe di 3 metri, che, alla fine del Cretaceo, raggiunsero i 10 metri con la specie degli Adrosauri.

4 4 Mercoledì, 16 settembre 2008 Mercoledì, 16 settembre CINOFILIA Lo Yorkshire terrier un cacciatore di topi adottato dai «fashion victim» Un manicotto di serico pelo a tinte sfumate d oro A cura di Krsto Babić Nato come cane operaio, lo Yorkshire terrier, in pochi decenni dalla propria apparizione sul palcoscenico dell universo cinofilo, ha cambiato mestiere, trasformandosi da ardito distruttore di topi in cane da compagnia per eccellenza, riuscendo a conquistare l ammirazione, l interesse e il cuore di numerosissimi ammiratori in tutti i continenti, divenendo tra le razze più popolari del mondo. Le sue origini sono abbastanza incerte e la sua formazione, come lo conosciamo noi, è relativamente recente e risale circa alla metà del XIX secolo. Pare che verso il 1870, alcuni operai lanieri della Scozia si trasferirono nei pressi della città di Leeds, situata vicino al fiume Aire nella contea di York. In questa zona aveva già visto i natali l Airedale: un terrier di mole notevole e molto versatile. Alcuni ritengono addirittura che lo Yorkshire e l Airedale siano imparentati, forse per la caratteristica di entrambe le razze di avere il mantello di colore nero alla nascita, per poi cambiare tinta. I già presenti Broken Haired, una varietà di terrier ormai estinta, vennero incrociati con i cani portati dagli operai scozzesi. Fu così ottenuto un cane chiamato Broken Haired Scotch, dal pelo abbastanza lungo, grande cacciatore di topi, che era utilizzato anche nelle gare di ratting, ossia la cattura a tempo del maggior numero di topi possibile, una pratica che venne proibita in Inghilterra nel Di taglia leggermente superiore a quella dello Yorky, il Broken Haired Scotch divenne il compagno fedele di operai lanieri, mugnai e minatori che se ne servivano per cacciare i ratti presenti in gran numero nelle fabbriche, nelle botteghe, nei mulini e nelle miniere. In questo terrier sembra che fu immesso anche sangue di Maltese, di Bichon e, secondo alcuni studiosi, pure di Manchester, Black and tan Toy Terrier e Dandie Dinmont, anche se di questi ultimi incroci non vi è alcuna notizia certa. Capostipite della razza è considerato da molti Huddersfield Ben, un esemplare nato nel 1865 ed in possesso delle caratteristiche fissate poi dagli allevatori lavorando in consanguineità. lo Yorkshire venne riconosciuto dal Kennel Club inglese a cavallo tra il 1886 e il 1887, mentre nel 1898 venne redatto uno standard particolareggiato. La bellezza dello Yorky attirò ben presto l attenzione di numerosi cinofili e lo Yorkshire terrier divenne il compagno di molti personaggi in vista, assurgendo a cane alla moda e molto richiesto, grazie anche alle sue doti morali. Il grande cinologo italiano Fiorenzo Fiorone così descrisse lo Yorkshire Terrier negli anni 40 del XIX secolo: È una vera meraviglia zootecnica: fi guratevi un manicotto di serico pelo, a tinte sfumate d oro, d argento e di piombo moventesi con grande rapidità, come se fosse animato da una sapiente macchina invisibile la quale abbia a prua una piccola punta nera, che è quella del naso ed a poppa una breve prominenza, specie di timone, che è l estre- La razza scoperta in Dalmazia e contesa da italiani e inglesi mità della coda, il tutto agitantesi con una agilità e rapidità meravigliose. L istinto del cacciatore Il Maltese, una nuvola di pelo bianco Il cane Maltese appartiene ad un gruppo di sette razze che la cinofilia ufficiale cataloga con il termine Bichon (Bichon Frisé, Bolognese, Bolonka, Coton de Tulear, Havanese, Löwchen e Maltese). Tale nome deriva dal fatto che, qualche secolo fa, questi piccoli cani venivano chiamati, a causa dell abbondante pelo sul muso, Barbichin, parola derivata dal francese barbiche, che significa pizzo-barbetta. Nonostante il nome che porta, non è certo che la razza sia originaria dell isola di Malta, anzi è più probabile che sia nata nei Paesi centrali del Mediterraneo. Ad ogni modo il Maltese è una razza antichissima, già nel 500 avanti Cristo si hanno tracce della presenza di cani con caratteristiche simili a quelle degli odierni Bichon sull isola di Meleda (Mljet) in Dalmazia. Del Maltese si occupò persino il celebre filosofo greco, Aristotele, Le caratteristiche che li chiamava i Melitensi (forse dalla cittadina portuale di Melita Fisicamente è un cane di 3 4 chilogrammi, alto dai 20 ai 25 di Sicilia). L illustre studioso di razze canine europee di lusso: il barone centimetri, dal folto pelo lungo e bianco che, ovviamente, necessita di cure particolari. Caratterialmente è morbosamente attaccato al Houtart, scrisse che i popoli antichi del basso Mediterraneo hanno padrone, eccellente cane da allarme (avvisa a ogni minimo rumore con una prontezza incredibile), indomito e coraggioso ha bisogno, posseduto una razza nana, chiamata contrariamente a quel che si pensa delle razze di cani piccoli, di lunghe passeggiate e di un padrone che possa dedicargli parecchio teml isola di Malta o Melita presso la Melitoeus. Essa era originaria delpo. Anche se il pelo lungo, folto e setoso nasconde la vera fisionomia di questo cane e lo fa sembrare gonfio, fisicamente si presenta di cani di Melita invece che Mal- Sicilia; ma io li chiamerò col nome snello, tonico e con ossatura forte sugli arti, ha una coda piuttosto tesi, per non confonderli coi Maltesi moderni, che sono assolutamente lunga e larga alla radice, che si arriccia come a formare una curva. In genere questo cane presenta una tipica pigmentazione a chiazze scure sulla pelle e nella maggior parte dei casi, soprattutto in fase Il Maltese è da sempre stato il differenti dagli antichi. di crescita presenta il pelo sotto gli occhi con delle striature rossastre cane dell aristocrazia e dei nobili, dovute alla lacrimazione. prediletto da personaggi storici, della nobiltà rinascimentale, ma anche È agile e molto ubbidiente, con una spiccata dote di apprendimento, cosa che lo rende, oltre che un cane da esposizione, anche il soggetto preferito da artisti e attori. Fu il prediletto delle matrone ro- molto apprezzato nelle gare di Agility. Il suo carattere gioviale e cortese lo rende molto adatto nelle varie applicazioni di una nuova disciplina di ausilio alla medicina ovvero la Pet therapy. Il Maltese è e rinascimentali e poi delle signomane, come delle dame medioevali un cane consigliato a tutti coloro i quali necessitano di compagnia e re ottocentesche. Tra gli estimatori di un fedele compagno di vita. più illustri citeremo il compositore Giuseppe Verdi, che adorava il suo splendido esemplare Loulou, e l attore Gary Cooper, che portava sempre con sé la sua cagnolina. Numerosi sono gli artisti che nelle loro opere ritrassero cani di tipo Bichon, specie nel periodo rinascimentale, quando il Maltese fu in grande voga. Solo per citarne alcuni: Tiziano, Tintoretto, il Veronese, Antonio di Iacopo Benci, detto il Pollaiolo e suo fratello Piero, Rubens, Goya e tanti altri. Tutti i Bichon sono molto apprezzati come cani da compagnia e da guardia. In Belgio, a causa della caratteristica toelettatura di alcuni di loro, sono stati chiamati a lungo cani leone. Il Maltese attuale è stato probabilmente ottenuto immettendo in Bichon bianchi, sangue di Épagneul nani, Barboni nani e forse anche cani di Cayenna. Il trionfo italiano Per un certo periodo l Inghilterra ha rivendicato il diritto di patronato della razza, portando come argomentazione il fatto che la medesima era originaria dell isola di Malta e che questa, fino al 1964, è stata colonia britannica. Come abbiamo visto però, la tesi delle origini maltesi non è provata, anzi. Difatti, nella riunione della Federazione cinofila internazionale (FCI) tenutasi ad Interlaken in Svizzera il 20 e 21 settembre 1954, è stata riconfermata l appartenenza della razza all Italia. Il Maltese è conosciuto e diffuso in tutto il mondo. In America, dove è giunto nel 1888, ha riscosso un successo notevole. In Italia, famoso ed apprezzato per centinaia di anni e fino al XIX secolo, dopo una fase di decadimento durata fino agli anni 80 del XX secolo il Maltese ha iniziato a interessare un sempre maggiore numero di appassionati. Oggi la razza è conosciuta ed allevata ad altissimi livelli in tutto il mondo, in modo particolare, oltre che in Inghilterra, in Francia, Germania, Spagna e Olanda. Lo Yorkshire terrier non ha dimenticato le sue origini di cacciatore e lo dimostra subito se ne ha l occasione, poiché è abilissimo nel catturare i piccoli roditori. È un cane intelligentissimo e molto affezionato al padrone, ma un po dispotico in famiglia dove, se gli viene concesso, tenderà ad imporre la sua personalità. È un buon amico dei bambini, ma non si deve permettere loro di trattarlo come un giocattolino, perché pretende rispetto. Dotato di olfatto ed udito finissimi, è un eccellente guardiano che avvisa con un abbaiare insistente e un po petulante ogni rumore sospetto. Il grande coraggio del quale è dotato lo porta anche ad aggredire un eventuale intruso. Con gli estranei è moderatamente diffidente e solo dopo averli conosciuti bene concede maggiore confidenza. Molto pulito, richiede un poco di attenzione agli occhi che talvolta potrebbero avere una lacrimazione eccessiva che va pulita quotidianamente con prodotti adatti. Lo standard essenziale Aspetto generale: il pelo ricade perfettamente diritto lungo i lati del corpo e in modo uguale da ciascuna parte, diviso da una scriminatura che va dal tartufo alla punta della coda. Molto compatto, dalle linee nette, con un portamento eretto che gli dà un aria importante. Comportamento e temperamento: è un terrier attivo e intelligente. È brioso ed equilibrato. Andatura: sciolta, con buona spinta. In movimento gli arti anteriori e posteriori sono paralleli. Pelo: sul corpo il pelo è di lunghezza moderata, perfettamente diritto, lucente, di tessitura fine e sericea e non lanoso. Sulla testa il pelo è lungo, di un colore fulvo dorato intenso, più sostenuto ai lati della testa, alla base delle orecchie e sul muso, dove il pelo deve essere molto lungo. Il colore fulvo della testa non deve estendersi sul collo. Nessun pelo scuro o carbonato deve mischiarsi al pelo fulvo. Colore: blu acciaio scuro e non blu argentato, che si estende dall occipite all attaccatura della coda, mai mescolato a peli rossicci, scuri o color bronzo. Sul petto il pelo è di un fulvo intenso e brillante. Tutti i peli fulvi sono più scuri alla radice rispetto alla loro metà e diventano ancora più chiari all estremità. Stazza: se ben proporzionato lo Yorkshire terrier supererà raramente i 3,1 chilogrammi di peso.

5 6 animali Mercoledì, 16 settembre 2009 STORIE Il cane simbolo di Edimburgo Greyfriars Bobby Il monumento eretto in perenne memoria di Greyfriars Bobby Se vi ritrovate a passeggiare per le strade dell incantevole città di Edimburgo potreste improvvisamente rimanere stupiti di fronte ad una statua, posta nelle vicinanze della Chiesa di Greyfriars, eretta in memoria di un simpatico cane Terrier, Bobby. Un consiglio: chiedete e informatevi sulle ragioni di questo monumento tanto particolare. Rimarrete così affascinati da un incredibile storia di amore e fedeltà che ha reso Greyfriars Bobby un vero e proprio mito per gli abitanti della capitale scozzese. La vicenda parte da lontano: ai primi dell 800 il giardiniere John Gray giunse ad Edimburgo con la moglie Jesse e il figlio John. Le dure condizioni climatiche resero la terra difficilmente lavorabile e le possibilità d impiego per i giardinieri furono veramente ridotte. John Gray decise così di unirsi alle forze di polizia come agente notturno, ricevendo per le sue mansioni un cane da guardia di razza Sky Terrier, chiamato Bobby. Tra i due nacque da subito una profonda amicizia e un reciproco affetto che li rese veramente inseparabili. Il tenero idillio fu destinato però a rompersi ben presto. Dopo pochi anni di servizio John Gray si ammalò di tubercolosi e morì l otto febbraio Al corteo funebre che si recò presso la Chiesa di Greyfriars, dove Gray fu sepolto, non poteva mancare il grande amico Bobby. La nascita di un mito Ha inizio così il mito di questo piccolo Sky Terrier. Per ben 14 anni, fino al giorno della sua morte, Bobby rimase fedelmente a guardia della tomba del suo amato padrone nel cimitero di Greyfriars, allontanandosi unicamente per mangiare qualcosa nelle vicinanze. Si narra che gente incuriosita e di ogni ceto sociale si recasse all ingresso del cimitero di Greyfriars, verso l una del pomeriggio, per vedere Bobby che, avvertito dal celebre One s o clock gun, ossia il tradizionale colpo di cannone giornaliero sparato dal Castello di Edimburgo, lasciava temporaneamente la tomba per consumare il suo pasto da alcuni ristoratori delle vicinanze, rimasti commossi e impietositi dalla sua storia. I diversi proprietari del celebre Coffe House che si preoccuparono di dar da mangiare a Bobby furono rispettivamente: William Ramsey, Mrs Ramsey, William Patison, James Currie ed infine, dal 1862 in poi, John Traill, che donò a Bobby una ciotola per il pasto giornaliero con incisa la scritta Bobby s dinner dish, ancora oggi visibile nel Museo di Edimburgo. Molti furono gli amici di questo dolcissimo cagnolino, tra cui il custode del cimitero di Greyfriars James Brown, che dopo un iniziale diffidenza ed i primi vani tentativi di allontanare Bobby, finì poi per lasciarsi impietosire e appassionarsi alla vicenda, dando non solo da mangiare ma anche ricovero al piccolo Terrier, posizionando tele di sacco in prossimità della tomba di John Gray. Fra gli altri personaggi che si presero cura di Bobby citiamo due abitanti di Candlemaker Row, James Anderson e Robert Ritchie; William Row, ebanista presso il George Herroit s Hospital, che percorreva spesso insieme a Bobby il sentiero posto tra il cimitero e Coffe House; il Sergente Scott, ingegnere reale addetto al One s o clock gun, accompagnatore del nostro cagnolino al Castello ed infine il più importante, Sir William Chambers, Lord Provost e Direttore della Società per la prevenzione delle crudeltà sugli animali. Fu proprio quest ultimo a giocare un ruolo decisivo nella vicenda di Bobby. All epoca vigeva la legge per cui un cane senza padrone doveva essere abbattuto ed il povero Terrier era a tutti gli effetti un semplice randagio. Robert Ritchie e James Anderson portarono quindi il caso della mascotte cittadina alla Camera del Consiglio e il Lord Provost decise di pagare di tasca propria la licenza a vita per la proprietà del piccolo Terrier, salvandolo così da una brutta fine. Intanto il tempo passava, cancellando il ricordo e la memoria del defunto John Gray, la cui tomba divenne sempre meno discernibile poiché nemmeno indicata da una pietra, ma le vicende umane e il correre degli anni non scalfirono minimamente l affetto indistruttibile che legava Bobby al suo unico riconosciuto padrone. Il nostro Terrier rimase sempre al suo posto, forse sognando di poter ritornare a svolgere i suoi compiti a fianco di colui che per pochi anni aveva ricambiato la sua stima e il suo amore. I ceti poveri della città si affezionarono particolarmente al cagnolino, considerandolo un simbolo contro l arroganza e la prevaricazione. Bobby morì all età di 16 anni il 14 gennaio 1872 e fu sepolto sotto il ponte del Greyfiars Kirkyard, non lontano dalla tomba di John Gray. L'omaggio di una città La sua lezione non poteva però essere dimenticata. La baronessa Angelia Georgina Burdett-Coutts, che nel 1871 si era recata più volte ad Edimburgo per far visita al Terrier, chiese al Consiglio cittadino il permesso per l erezione di una fontana in granito con in cima una statua di Bobby, da collocarsi nei pressi della Chiesa e cimitero di Greyfriars a monito perenne della fedeltà dimostrata dal cagnolino ormai simbolo di Edimburgo. Il monumento, scolpito da William Brody, fu inaugurato un anno dopo la morte di Bobby, nel novembre Successivamente gli amanti americani di Bobby decisero di costruire una pietra in granito rosso anche per la tomba di John Gray; l iscrizione recita: John Gray, morto nel 1858, vecchio scozzese, padrone di Greyfriars Bobby, amato anche di più nelle sue ceneri. Nello stesso cimitero non poteva mancare una medesima pietra in granito rosso dedicata alla memoria di Bobby, fatta erigere dalla Società scozzese di assistenza ai cani ed inaugurata dal Duca di Gloucester il 13 maggio Vi si legge: Greyfriars Bobby, morto il 14 gennaio 1872 all età di 16 anni. Che la sua lealtà e devozione ci siano da lezione. Inaugurato da Sua Altezza Reale il Duca di Gloucester il 13 maggio Tracce di Bobby si ritrovano oggi anche al Museo di Edimburgo dove si possono ammirare alcune foto del cagnolino con la famiglia Traill, la ciotola già menzionata, il collare con l iscrizione d ottone Greyfriars Bobby autorizzato dal Lord Provost 1867 ed infine l originale modello in stucco per la statua in bronzo, posta in Candlemaker Row. L incredibile storia di Bobby ha ispirato anche la letteratura ed il cinema. Ricordiamo il film di produzione Disney del 1961 Greyfriars Bobby. La vera storia di un cane, basato sul romanzo di Eleanor Atkinson e diretto da Don Chaffey, seguito da una nuova versione nel 2005, Greyfriars Bobby, per la regia di John Henderson. Bobby trova un fratello A più di un secolo dalla sua morte Bobby ha trovato un degno compagno. Sì, proprio così. Dal 1977 la città di Edimburgo è gemellata con quella di San Diego, che annovera tra i suoi simboli un cane del XIX secolo, Bum, un incrocio tra un San Bernardo ed uno Spaniel, giunto nella città americana come clandestino a bordo della nave a vapore Santa Rosa nel lontano 1886 e ben presto adottato dai residenti della Old Town. Quale occasione migliore per celebrare una fratellanza di cani? Nel 1989 l'allora sindaco di San Diego, Maureen O Connor, ed il Lord Provost di Edimburgo Eleanor McLaughlin designarono ufficialmente Greyfriars Bobby e Bum come cani fratelli. In occasione del trentennale del gemellaggio, nel 2007, una copia della statua in bronzo di Bobby, donata dalla città di Edimburgo nel 1998, è stata posta a fianco di quella di Bum nel giardino di William Heath David House Park a San Diego. Un degno memoriale per due fantastici cani che hanno incarnato i valori d orgoglio, indipendenza, fedeltà e amicizia. I fiori e pupazzetti lasciati sulla lapide di Bobby a Grefriars commuovono ancora oggi. Marco Grilli Il cimitero di Greyfriars Le lapidi di John Gray e Greyfriars Bobby

6 Mercoledì, 16 settembre 2009 animali 7 VETERINARIA Un fastidioso disturbo del quale soffre un cane su sei I rimedi per prevenire il mal d auto Uno dei disturbi più comuni tra i cani è il mal d auto. Stando a una ricerca condotta da Harris Interactive nei paesi dell Unione europea nel febbraio 2008, risulta che circa un sesto dei cani che viaggiano soffrono di cinesia. Circa un terzo dei proprietari viaggerebbe più spesso, se i loro cani non soffrissero di cinetosi, una malattia che comporta spesso delle restrizioni allo stile di vita dei loro padroni. Un disturbo misterioso Normalmente per capire se un cane soffre di mal d auto è sufficiente osservare se l animale durante il viaggio manifesta uno dei seguenti disturbi: ipersalivazione, respiro affannoso, deglutizioni ripetute, inquietudine, ansia, tremiti e vomito. I sintomi del mal d auto variano a seconda dell animale. Ad esempio, alcuni cani possono soltanto vomitare, senza prima manifestare altri sintomi. Se durante il viaggio l animale manifesta uno o più dei sintomi precedentemente elencati, potrebbe soffrire di mal d auto. In casi del genere prima di mettersi in viaggio è opportuno adottare alcuni accorgimenti, per rendere meno traumatico lo spostamento all animale. I precisi meccanismi alla base del mal d auto non sono del tutto chiariti. È risaputo che una combinazione di movimenti incontrollati e di stress o ansia può suscitare un senso molto forte di nausea e causare il vomito. I cani, esattamente come gli esseri umani, mantengono l equilibrio grazie a un organo situato nella parte interna dell orecchio. Il movimento causato dal viaggio a bordo di un auto, di una nave o di un qualsiasi mezzo di trasporto stimola questo meccanismo, che inizia a bombardare di segnali il cervello. Tali segnali vengono aggravati dallo stress (forse a causa di precedenti esperienze negative) e stimolano aree del cervello che suscitano un senso di nausea, seguito dal vomito. La nausea comincia a ridursi lentamente solo con il normalizzarsi dell attività cerebrale, una volta cessato il movimento. Colpa dello stress Come menzionato in precedenza, lo stress può avere molta importanza nell induzione del mal d auto. Ben presto i cani associano i viaggi in auto al disagio e possono cominciare a dare segni di ansia non appena capi- AVVISI Lotta alla rabbia silvestre In Friuli Venezia Giulia vaccinano le volpi TRIESTE La Regione ha avviato, dopo quelli di gennaio e maggio, un terzo intervento di vaccinazione orale delle volpi in Friuli Venezia Giulia. Questo intervento interesserà, ha spiegato la Regione in una nota diffusa alla fine dello scorso mese di agosto, tutti i Comuni delle Province di Trieste e Gorizia, 71 Comuni della provincia di Udine, nonché 6 Comuni della Provincia di Pordenone, con una superficie utile per le operazioni di circa chilometri quadrati. Le operazioni vaccinali sono iniziate lo scorso 5 settembre e si concluderanno il 2 ottobre. Le zone di vaccinazione saranno delimitate da appositi cartelli recanti inequivocabili indicazioni attinenti l azione di profilassi in corso. Le esche, che non devono essere toccate dalle persone, sono simili ad una tavoletta di cioccolato e delle dimensioni di 4,4 per 4,4 per 0,8 centimetri, sono formate da una capsula avvolta da uno strato di grasso animale e farina di pesce il cui odore attira le volpi. (a) CURIOSITÀ scono che si prospetta un tragitto in auto. Per aiutare l animale la cosa migliore da fare è rivolgersi al veterinario. Esiste in commercio una vasta gamma di prodotti in grado di prevenire la cinetosi. Alcuni sono stati formulati dapprima per uso umano e poi adattati al cane, altri hanno azione sedativa che può durare anche dopo il viaggio, altri ancora sono stati formulati appositamente per i cani e sono privi di effetti sedativi. In alternativa il cane potrebbe sentirsi meglio se viaggia a digiuno e se durante gli spostamenti i finestrini dell automobile sono tenuti aperti. Bisogna inoltre evitare il fumo e fare regolari soste, lasciando che il cane scenda dall auto e bere un po d acqua. Tuttavia, questi accorgimenti possono essere insufficienti per prevenire il mal d auto. In alcuni casi i cani possono guarire dal mal d auto abituandoli gradualmente agli spostamenti in macchina. I risultati migliori si ottengono quando gli animali sono ancora cuccioli e accrescendo gradualmente il tempo che i cani trascorrono a bordo delle auto. L officina delle rondini NATURA Dominano i cieli del Trentino Aumenta la presenza delle Aquile reali TRENTO Dieci coppie di Aquila reale, pari al 2 p.c. dell intera popolazione italiana, sono state censite dall inizio dello scorso mese di giugno nel Lagorai, in Trentino, in una delle aree più incontaminate delle Alpi. La ricerca è stata avviata con il coinvolgimento del Museo tridentino di scienze naturali ed è finalizzata alla tutela dell Aquila reale in Italia e agli ambienti ideali che possono ospitare il grande rapace. Avviata nel giugno scorso, la ricerca sul Lagorai durerà un anno e vede impegnati gli esperti del gruppo di ricerca del Dipartimento di zoologia dei vertebrati del Museo tridentino di scienze naturali, in coordinamento con la Lipu e Norda Spa. Già nel monitoraggio estivo di quest anno, che prevede l analisi delle caratteristiche ambientali e dei possibili fattori di minaccia mediante l uso di modalità informatiche di interpretazione dei dati cartografici (Gis) le ricerche di campo hanno permesso di censire dieci territori di coppie di Aquila reale, a conferma di un importante presenza della specie nell area, registrando un lieve aumento (due nuove coppie), rispetto ai dati disponibili dall ultima conta, effettuata 15 anni fa. Tra i fattori che possono spiegare l incremento del rapace, è l accresciuta presenza della marmotta, la preda principale dell Aquila sul Lagorai, nel periodo estivo. La catena alpina del Lagorai è tra le meno antropizzate dell intero arco alpino ed è compresa tra la Val di Fiemme, il Parco naturale di Paneveggio (San Martino di Castrozza) e la Valsugana. (a) CREMONA Le rondini, negli ultimi anni, sono sempre meno numerose, ma ad Agnadello (Cremona) c è addirittura chi, come Pino Bolzoni, durante la bella stagione con questi uccelli ha a che fare quotidianamente, tanto da rinviare lavori urgenti pur di non disturbarle. Bolzoni, 68 anni, ha un autofficina in un capannone e al suo interno da quasi dieci anni almeno una dozzina di rondini, in media, nidificano da primavera fino a fine estate. Me le sono trovate in casa una decina di anni fa ha raccontato l uomo, e non me la sono sentita di allontanarle. Durante il giorno si vedono poco, vanno e vengono, ma nel tardo pomeriggio, dalle 18 in poi, arrivano e si fermano nel capannone posandosi sui neon appesi al soffitto. E comincia il cinguettio, un suono che ormai mi tiene compagnia. A ferragosto Pino avrebbe dovuto cominciare dei lavori di ristrutturazione nel capannone, ma non ha voluto disturbare le sue ospiti. Il risultato ha spiegato Bolzoni, è che faremo i lavori quando se ne saranno andate. Ormai sono troppo abituato a vedermele intorno. La sera lascio le finestre aperte per farle entrare e uscire e a volte, quando sono nel locale che uso come ufficio, entrano anche loro. Quest anno ne ho contate una dozzina, ma a settembre saranno di più perché prima della migrazione c è la massima concentrazione, che dura un paio di giorni. Poi se ne vanno e le aspetto l anno successivo. (a)

7 8 animali Mercoledì, 16 settembre 2009 CONCORSO In Più Animali ti premia Scatta una fotografia, scrivi una poesia, fai un disegno (su foglio A4) o dedica un racconto ad un animale, vero o immaginario, al quale sei particolarmente legato e invialo in busta chiusa a La Voce del Popolo In più Animali (Via Re Zvonimir 20a Fiume (Rijeka) Croazia). Nella busta inserisci un biglietto con su scritti il tuo nome, recapito telefonico, indirizzo ed età. Ogni mese saranno pubblicati i lavori più belli. Tra le opere pubblicate ne sarà scelta una, al cui autore andrà in premio un libro della casa editrice EDIT di Fiume. I testi, che non devono superare le battute (spazi compresi), le foto e i disegni, se in formato digitale, possono essere inviati anche all indirizzo di posta elettronica inpiuanimali@edit.hr (le foto scattate con i cellulari la cui fotocamera ha una risoluzione inferiore a 3,2 megapixel non sono idonee alla pubblicazione). I testi, i disegni e le foto non saranno restituiti. Il «lupo» di Dignano Bill è uno stupendo esemplare di Cane da pastore tedesco di 10 anni. Dall aspetto fiero e portentoso Bill rispecchia alla perfezione le doti della propria razza, apprezzata per il coraggio e la fedeltà nei confronti dei propri padroni. Ringraziamo la nostra lettrice Erika Fabro di Dignano per averci inviato il ritratto del proprio amico a quattro zampe. LA FOTO DEL MESE Questa carrozzina serve al mio padroncino per andare a passeggio. Io sto semplicemente facendo da guardia, affinché in questo periodo di crisi a qualche malintenzionato non salti per la mente di sgraffignarla, sembra spiegare il simpatico Maltese ripreso in Corso dal nostro fotoreporter. (kb) AGENDA Associazioni Snoopy - Pola: Gsm: 098/ Web: Canile di Pola Tel: 052/ Gsm: 098/ Società per la potezione degli animali di Fiume Gsm: 098/ Web: Lunjo i Maza - Laurana Gsm: 091/ Associazione per il benessere e la tutela dei gatti Mijau Gsm: 091/ Associazione amici degli animali Capica - Fiume Tel/fax: 051/ e 051/ Gsm: 098/ Gruppi cinofili Società cinofila OPATIJA Casella postale 12, Abbazia Tel: 051/ Società cinofila RIJEKA Via dei combattenti di Valscurigne 2a, Fiume Tel: 051/ Gsm: 091/ marin.paravic@inet.hr Club di cinofilia sportiva RIJEKA Via Kumičić 38, Fiume Tel: 051/ Gsm: 091/ stonedale@set.hr Associazione cinofila BUZET Piazza Fontana 7, Pinguente Tel: 052/ Gsm: 098/ silvija.medica@pu.t-com.hr Associazione cinofila LABIN Vines, Casa di cultura s.n., Albona Gsm: 098/ dalibor.kvaternik@inet.hr Società cinofila POREČ Via Mauro Gioseffi s.n., Parenzo Tel: 052/ Società cinofila PULA Via Marulić 4/I, Pola Tel: 052/ INIZIATIVE Stop alla sperimentazione animale BRUXELLES La Commissione europea e l industria dei cosmetici dell Unione europea sono unite nel sostenere le ricerche volte a ridurre il ricorso alla sperimentazione animale. L impegno, che permetterà di mobilitare globalmente 50 milioni di euro, è stato presentato alla fine di agosto a Roma, durante il settimo Congresso mondiale sulle alternative all impiego degli animali nelle scienze della vita. Ciò significa che Bruxelles metterà a disposizione 25 milioni di euro e altrettanto farà l Associazione europea dei cosmetici (Colipa) per progetti in grado di costruire le basi scientifiche delle prove di innocuità future che saranno più rapide e meno costose dei test sugli animali. Soddisfatti di questo nuovo tipo di cooperazione il commissario europeo per la scienza e la ricerca Janez Potocnik e il vicepresidente della Commissione europea Günter Verheugen, secondo cui questo dimostra la determinazione ad evitare l impiego degli animali nella ricerca rafforzando nel contempo la sicurezza dei prodotti di consumo. La messa in comune di risorse con dei partner privati hanno aggiunto i responsabili europei è indispensabile per finanziare la ricerca di punta a lungo termine che consente di affrontare queste sfide. Bertil Heerink, direttore generale della Colipa, ha tenuto a sottolineare che da oltre 20 anni l industria dei cosmetici è impegnata nella riduzione dell impiego degli animali nelle prove di innocuità. La nostra industria ha proseguito Heerink, accoglie con Società cinofila ROVINJ Via della 43.esima divisione istriana 34, Rovigno Tel: 052/ Gsm: 091/ sandro.rudan@jadran.tdr.hr Club ISTARSKI GONIČ Via Albona s.n., Umago Tel: 052/ , 052/ e 052/ Società cinofila PAZIN Pisino Tel: 052/ Gsm: 091/ Società cinofila ISTARSKI GONIČ Via dell Istria 36, Buie Tel: 052/ Gsm: 091/ Società venatorie Platak Fiume Via Frane Rački, Fiume Gsm: 091/ Lane Abbazia Via M.Lahinja 14, Abbazia Tel: 051/ Fax: 051/ Gsm: 091/ Kobac 1960 Laurana Via Maresciallo Tito 84, Laurana Tel: 051/ , Gsm: 091/ Perun Draga di Moschiena Mošćenice 21, Draga di Moschiena Tel: 051/ Fax: 051/ Gsm: 091/ Kamenjarka Lussinpiccolo Casella postale 96, Lussinpiccolo Gsm: 098/ Orebica Cherso Via 20 travanj 3, Cherso Gsm: 098/ Lisjak Castua Šporova jama 2, Castua Tel: 051/ Gsm. 091/ Programmi televisivi Sabato ore su TVC1: Beniamini domestici Da lunedì al venerdì ore Rai tre: Geo&Geo Progetto sostenuto da Bruxelles favore l opportunità di contribuire al finanziamento di questa iniziativa. Il 30 luglio scorso è scattato l invito, pubblicato dalla Commissione europea, a presentare proposte che si dovranno concentrare sulla tossicità sistemica a dosi ripetute. I progetti selezionati saranno finanziati fino al 100 p.c. dei costi. (a) Anno II/ n. 28 del 16 settembre 2009 LA VOCE DEL POPOLO - Caporedattore responsabile: Errol Superina IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat edizione: ANIMALI / inpiuanimali@edit.hr Redattore esecutivo: Krsto Babić / Impaginazione: Denis Host-Silvani Collaboratori: Giorgio Adria, Marco Grilli, Valentino Pizzulin e Ciro Traccia Foto di Marco Grilli, Zlatko Majnarić e d archivio La pubblicazione del presente supplemento, sostenuta dall Unione Italiana di Fiume / Capodistria e dall Università Popolare di Trieste, viene supportata dal Governo italiano all interno del progetto EDITPIÙ in esecuzione della Convenzione MAE-UPT N 1868 del 22 dicembre 2008, Contratto 248a del 18/10/2006 con Novazione oggettiva del 7 luglio 2009

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