EFFETTI DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE SULLA SALUTE

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1 EFFETTI DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE SULLA SALUTE

2 La Commissione Europea in tema di inquinamento ambientale ha avviato nel 2001 il VI programma Aria pulita per l Europa, nel quale si è evidenziato che l inquinamento atmosferico riduce di nove mesi la speranza di vita media e determina un aumento di malattie respiratorie quali bronchite e asma.

3 Le patologie correlate all inquinamento urbano rappresentano un problema di salute pubblica di estrema gravità anche per l insorgenza a distanza di tempo dall esposizione

4 COSA SI INTENDE PER INQUINAMENTO ATMOSFERICO? Secondo il DPR n. 203/88, che recepisce 4 diverse direttive CEE, è definibile come inquinamento atmosferico: Ogni modificazione della normale composizione o stato fisico dell'aria atmosferica, dovuta alla presenza nella stessa di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da alterare le normali condizioni ambientali e di salubrità dell'aria; da costituire pericolo ovvero pregiudizio diretto o indiretto per la salute dell'uomo; da compromettere le attività ricreative e gli altri usi legittimi dell'ambiente; alterare le risorse biologiche e gli ecosistemi ed i beni materiali pubblici e privati.

5 Gli effetti dell'inquinamento atmosferico sono particolarmente sentiti dai gruppi di popolazione considerati a rischio: anziani, persone affette da malattie respiratorie e cardiovascolari, bambini

6 Principali categorie lavorative esposte ad inquinanti urbani Vigili urbani Vigili del fuoco Forze dell ordine (Polizia, Carabinieri) Addetti alla manutenzione stradale Benzinai Postini e corrieri Operatori ecologici Autisti (taxi, ambulanze, mezzi pubblici)

7 I trasporti rappresentano il settore che maggiormente concorre al peggioramento della qualità dell aria nelle città. Infatti, è da essi che proviene la gran parte delle emissioni di ossidi di azoto, monossido di carbonio, composti organici volatili, polveri sottili.

8 Secondo il Dossier Mal aria di città (Legambiente 2008) che riprende i dati APAT (Agenzia per la Protezione dell'ambiente e per i Servizi Tecnici) del 2005, il contributo maggiore è dato dal trasporto stradale che rappresenta: 55% delle emissioni totali di monossido di carbonio 45% circa di quelle di ossidi di azoto 27% delle emissioni delle polveri sottili (PM 2.5) 27% dei composti organici volatili (COV) 1.9% degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) 0.6% degli ossidi di zolfo

9 Principali sorgenti di inquinanti atmosferici Combustione dei motori dei veicoli a gasolio e a benzina Motocicli a due tempi. Principali interventi preventivi Riduzione del volume di traffico nelle aree urbane

10 L inquinamento atmosferico nelle aree urbane è comunemente detto smog, parola derivante dall accoppiamento di smoke (fumo) e fog (nebbia). Si possono distinguere due tipi di smog con caratteristiche differenti: Smog tipo Londra (o classico) Smog tipo Los Angeles (o fotochimico)

11 Smog classico (tipo Londra) E dovuto all azione di particolato e biossido di zolfo e nelle ore prossime all alba in condizioni di bassa insolazione, bassa velocità del vento, temperatura prossima a 0 C (stagione autunnale e invernale).

12 Smog fotochimico (tipo Los Angeles) E dovuto all effetto di ossidi di azoto, ossido di carbonio, ozono ed altri composti organici volatili sotto l azione della radiazione solare, si presenta quindi soprattutto in estate e nelle ore centrali della giornata. Tale tipo di smog porta maggiormente alla produzione di ozono.

13 Smog fotochimico (tipo Los Angeles)

14 Fonti di inquinamento atmosferico Naturali Antropiche Esalazioni naturali Decomposizioni Ceneri vulcaniche Emissioni industriali Centrali termoelettriche Raffinerie di petrolio Cementifici Inceneritori di rifiuti Emissioni civili Impianti di riscaldamento civile Traffico auto e motoveicolare

15 Fonti di inquinamento atmosferico Le emissioni civili assumono particolare rilevanza in riferimento alle emissioni di benzene e PM10

16 Fonti di inquinamento atmosferico Gli inquinanti presenti nell atmosfera derivati dal traffico veicolare derivano: dallo scarico dei fumi di combustione degli autoveicoli dalla evaporazione dei combustibili dall usura della pavimentazione stradale dall usura dei pneumatici

17 Fonti di inquinamento atmosferico Si è passati dalla disponibilità di 1 auto ogni 5,3 abitanti del 1970 (secondo Legambiente, Dossier Inquinamento Atmosferico, 2001) ad 1 auto ogni 1,7 abitanti nei giorni nostri. La situazione è particolarmente critica nelle aree urbane dove si osserva una maggiore densità di automobili (1 ogni 1,4 abitanti) (secondo Legambiente, Dossier Mal Aria di Città)

18 Classificazione degli inquinanti Gli inquinanti atmosferici possono essere suddivisi in base alla loro modalità di generazione in: PRIMARI SECONDARI

19 Inquinanti primari Gli inquinanti che si ritrovano nell atmosfera con la stessa composizione con cui sono stati emessi, originati sia dalle attività antropiche (dell uomo), sia dai processi naturali

20 Inquinanti secondari Gli inquinanti che derivano da reazioni chimiche o fisiche, attivate o meno dall energia Solare, tra due o più contaminanti primari o tra un contaminante primario con normali componenti atmosferiche. Sono cioè quelle sostanze che risultano, in qualche modo, modificate rispetto al loro stato di emissione.

21 Principali inquinanti atmosferici Particolato atmosferico o particolato totale sospeso (PTS) Anidride solforosa e anidride solforica (SO2 e SO3) Ossidi di azoto (NOx) Monossido di carbonio (CO) Composti organici volatili (COV) Idrocarburi (alifatici e aromatici) Piombo (Pb) Cadmio (Cd) Arsenico (As) Nichel (Ni) Platino, rodio, palladio (Pt-Rh-Pd) Ozono (O3)

22 Particolato atmosferico o particolato totale sospeso (PTS) E l insieme delle particele disperse in atmosfera solide e liquide con diametro solitamente inferiore a 100 micron (μm) ( 1 micron = 1 milionesimo di metro)

23 Particolato atmosferico o particolato totale sospeso (PTS) In rapporto alla capacità delle particelle di penetrare nell albero respiratorio distinguiamo: Frazione inalabile (entra nelle vie respiratorie) Frazione toracica (raggiunge i polmoni) Frazione respirabile (raggiunge gli alveoli)

24 Particolato atmosferico o particolato totale sospeso (PTS) In rapporto alle dimensioni delle particelle distinguiamo: Frazione fine (PM 2.5, con diametro inferiore a 2,5 μm, comprese nella frazione respirabile) Frazione grossolana (con diametro compreso tra 2,5 e 100 μm)

25 Particolato atmosferico o particolato totale sospeso (PTS) Sia fonti antropiche che fonti naturali possono dar luogo alla produzione di particolato. I maggiori responsabili delle emissioni di particolato in ambiente urbano sono i motori diesel ed i ciclomotori con motore a due tempi, oltre che i sistemi di riscaldamento. Le particelle veicolano sulla loro superficie diverse sostanze chimiche con proprietà tossiche quali solfati, nitrati e metalli

26 Effetti respiratori acuti Principali effetti sulla salute Effetti respiratori cronici Neoplastici Non Neoplastici Effetti su altri organi ed apparati

27 Principali effetti del particolato sulla salute I risultati di numerosi studi epidemiologici effettuati in centri urbani dei paesi industrializzati evidenziano un aumento del numero dei decessi giornalieri per cause respiratorie e cardiovascolari associati ad incrementi unitari (10 microgrammi/m³) di PM 10 e anche di PM 2,5 (Ministero dell Ambiente, Relazione sullo stato dell ambiente, 2001)

28 Principali effetti del particolato sulla salute Il significato delle associazioni tra malattie ed esposizioni a particolato presenta ancora diversi punti oscuri soprattutto a causa della scarsa conoscenza dei meccanismi biologici implicati. Rimane ancora da chiarire quanto gli incrementi della mortalità giornaliera siano attribuibili a decessi prematuri in soggetti già gravemente malati (Ministero dell Ambiente, Relazione sullo stato dell ambiente, 2001).

29 Principali effetti del particolato sulla salute Si segnala infine la complessa problematica delle nanoparticelle o particelle ultrafini [particelle aventi dimensioni inferiori a 100 nanometri (nm) (1nanometro = 1 miliardesimo di metro)], ancora sottoposta a studi volti a chiarirne il ruolo biologico e gli effetti delle stesse sulla salute. L OMS nel definire le Linee Guida per la qualità dell Aria 2005, ha sospeso il giudizio sulla pericolosità delle particelle ultrafini in attesa di raccogliere ulteriori e più condivise evidenze soprattutto di tipo epidemiologico.

30 Anidride solforosa e anidride solforica (SO2 e SO3) L anidride solforosa (SO2 o biossido di zolfo) è un gas incolore con odore acre e pungente ed irritante. L emissione di anidride solforosa deriva dal riscaldamento domestico non metanizzato (es. gasolio, cherosene, ecc.) dai motori alimentati a gasolio, dagli impianti per la produzione d energia ed in generale dalla combustione di carbone, gasolio ed oli combustibili contenenti piccole percentuali di zolfo. La SO2 può trasformarsi in atmosfera in anidride solforica (SO3 o triossido di zolfo), di solito in concentrazione inferiore all SO2.

31 Anidride solforosa e anidride solforica (SO2 e SO3) Forti concentrazioni di anidridi nell atmosfera insieme agli ossidi di azoto sono la causa delle deposizioni acide. Uno dei derivati più tossici dell SO2 è l acido solforico. Gli effetti acuti sono prevalentemente a carico dell apparato respiratorio soprattutto in soggetti asmatici. I soggetti più esposti a questi effetti nocivi sono gli anziani e coloro che soffrono già di malattie croniche a carico delle vie respiratorie.

32 OSSIDI DI AZOTO (NOx) Sono la somma del monossido di azoto (inquinante primario) e del biossido di azoto (inquinante secondario). Il monossido di azoto (NO) si forma in qualsiasi combustione ad elevata temperatura, mentre il biossido di azoto (NO2) è prodotto in atmosfera per foto-ossidazione del NO.

33 OSSIDI DI AZOTO (NOx) Gli ossidi di azoto vengono generati maggiormente nei processi di combustione civili e industriali e dai trasporti autoveicolari, anche se un contributo variabile viene fornito dalle fonti naturali (fulmini, eruzioni vulcaniche, ecc.). A temperatura ambiente il monossido di azoto è un gas incolore e inodore mentre il biossido di azoto è rossastro e di odore forte e pungente. L inalazione del biossido di azoto determina una forte irritazione delle vie aeree

34 MONOSSIDO DI CARBONIO (CO) Gas incolore e inodore prodotto dalla combustione di sostanze organiche (contenenti carbonio), quando questa è incompleta per difetto d ossigeno.

35 MONOSSIDO DI CARBONIO (CO) La principale sorgente di CO è rappresentata dalla combustione incompleta dei carburanti usati negli autoveicoli, in particolare a benzina. Le emissioni di CO sono maggiori in un veicolo con motore al minimo o in fase di decelerazione e diminuiscono alla velocità media di km/h per poi aumentare nuovamente ad alte velocità.

36 MONOSSIDO DI CARBONIO (CO) Altre fonti antropiche di emissione: Riscaldamento domestico Industria siderurgica e petrolifera Fumo di tabacco

37 MONOSSIDO DI CARBONIO (CO) Principali effetti sull organismo Il CO riduce la capacità del sangue di trasportare ossigeno ai tessuti. L esposizione cronica può determinare effetti sul S.N.C. quali malessere e stordimento. Determina effetti sul sangue quali anemizzazione e aumentata aggregazione piastrinica. Aggrava malattie cardiovascolari pre-esistenti.

38 COMPOSTI ORGANICI VOLATILI (COV) Rappresentano un insieme di composti di natura organica caratterizzati da basse pressioni di vapore a temperatura ambiente che si trovano quindi in atmosfera principalmente in fase gassosa. Il numero dei COV osservati in atmosfera è estremamente alto e comprende oltre a idrocarburi volatili anche chetoni, aldeidi, alcoli, acidi ed esteri.

39 COMPOSTI ORGANICI VOLATILI (COV) Principali emissioni antropiche dei COV: Combustione incompleta degli idrocarburi Evaporazione di solventi e carburanti

40 COMPOSTI ORGANICI VOLATILI (COV) Principali effetti sull organismo Effetti acuti Effetti cronici Irritazione occhi, naso, gola Mal di testa Nausea Vertigini Reni Fegato SNC Neoplasie (benzene)

41 IDROCARBURI Gli idrocarburi comprendono un vasto numero di molecole organiche a struttura più o meno complessa, quali: Idrocarburi alifatici (metano, eptano, esano, ecc.) Idrocarburi aromatici monociclici (benzene, toluene, ecc.) Idrocarburi aromatici policiclici (IPA) (benzo(a)pirene, benzo(antracene, ecc.).

42 IDROCARBURI Gli idrocarburi sono contaminanti primari che derivano maggiormente da: Operazioni di rifornimento delle pompe di distribuzione dei carburanti Scarichi autoveicolari (soprattutto auto a benzina) Impianti termici

43 IDROCARBURI - Benzene Il benzene (C6H6) è un idrocarburo aromatico volatile, presente nella benzina, di odore caratteristico che viene immesso nell aria principalmente per effetto delle emissioni autoveicolari, per l evaporazione durante le fasi di rifornimento di carburante e per evaporazione dal carburatore, dal serbatoio e da altre parti dei veicoli a motore spento.

44 IDROCARBURI - Benzene Il benzene è classificato come cancerogeno certo per l uomo sulla base di evidenze relative ad eccessi di leucemia Intossicazione acuta: sintomi a carico del SNC Intossicazione cronica: effetto a carico del sistema emopoietico con anemia aplastica e induzione di leucemie.

45 IPA Sono composti organici costituiti da più anelli benzenici che si formano dalla: combustione del carbone, petrolio e derivati del petrolio, legno ed altri materiali organici. La concentrazione di IPA negli scarichi veicolari è influenzata dal regime di funzionamento del motore in modo analogo a quella del monossido di carbonio (CO). Primo fra tutti, per la produzione di queste sostanze, è il processo di combustione del gasolio nei veicoli diesel

46 IPA La IARC (International Agency for Research on Cancer) ha analizzato le evidenze sulla cancerogenicità di 43 specifici IPA ed ha classificato il benzo(a)pirene ed altri 2 IPA come cancerogeni probabili per l uomo (categoria 2A) ed altri 9 IPA come possibili cancerogeni (categoria 2B). Il più importante e riconosciuto effetto a lungo termine dell esposizione ad IPA è un aumentato rischio di tumore al polmone.

47 PIOMBO (Pb) È un metallo la cui emissione in passato derivava principalmente dai veicoli a benzina. Per ridurre tale emissione sono state introdotte nel mercato le benzine senza piombo (le quali hanno però un contenuto maggiore di idrocarburi aromatici).

48 Danni renali PIOMBO (Pb) Principali effetti sull organismo Effetti sulle emazie (inibizione della Na-K ATPasi della membrana eritrocitaria) Anemia emolitica Disturbi del SNC (turbe della memoria e della concentrazione) Disturbi del Sistema Nervoso Periferico. Effetti sul sistema immunitario

49 CADMIO (Cd) Considerato uno dei metalli pesanti più pericolosi per la salute, cancerogeno polmone e prostata, viene largamente impiegato in molteplici lavorazioni, quali: Operazioni di elettrodeposizione galvanica Produzione di pigmenti Fabbricazione di accumulatori e batterie al Ni/Cd Fabbricazione di apparecchiature radio e TV Lavorazioni della ceramica e delle materie plastiche.

50 CADMIO (Cd) Organi critici Reni (Tubulopatia evolutiva) Ipertensione Scheletro (demineralizzazione dello scheletro che può portare fragilità ossea, osteoporosi) Polmoni (polmonite chimica per esposizioni acute) SNC (polineuropatia periferica e lesioni a livello dei gangli basali che esitano inparkinsonismo)

51 ARSENICO (AS) L'arsenico è uno degli elementi più tossici che esistono. Deriva dai gas e fumi di scarico autoveicolari. Viene, inoltre emesso durante i cicli di lavorazione di alcune industrie come ad esempio la metallurgica.

52 ARSENICO (AS) L arsenico inorganico si ritiene possa intensificare le probabilità di sviluppo di neoplasie a carico dei seguenti organi: Pelle Polmone Fegato

53 NICHEL (NI) È presente nel particolato atmosferico. Proviene dagli scarichi autoveicolari, dalla produzione industriale di acciai inossidabili, etc. Alcuni suoi composti sono considerati cancerogeni per l uomo. Una esposizione di lunga durata può apportare danni cardiaci, epatici, irritazioni cutanee.

54 PLATINO RODIO PALLADIO (PT-RH-PD) La diffusione delle marmitte catalitiche rappresenta la fonte d inquinamento maggioritaria per i metalli del gruppo del Platino. Nonostante le quantità di platino, palladio e rodio impiegate in una marmitta catalitica siano minime 3 o 4 grammi in tutto (Rapporto annuale sulla qualità dell ambiente urbano, APAT 2004), e, nonostante questi metalli non siano virtualmente consumati durante il funzionamento, studi europei hanno dimostrato che una minima parte di essi viene rilasciata nell ambiente in seguito a processi di degradazione sia termica che meccanica.

55 PLATINO RODIO PALLADIO (PT-RH-PD) Tali metalli vengono ad essere adsorbiti sulle polveri atmosferiche, possono essere solubilizzati e trasportati nelle acque e nel suolo influenzando susseguentemente la catena alimentare.

56 PLATINO RODIO PALLADIO (PT-RH-PD) Effetti Genotossicità e teratogenicità Pt > Rh > Pd Cancerogenità (non dimostrato nell uomo) Sensibilizzazione e allergizzante Asma bronchiale come conseguenza dell esposizione a composti ammoniacali e clorurati di Pt Eczema da contatto per Pd, Pt e Rh crociata con Ni

57 OZONO (O3) L ozono è presente naturalmente negli strati alti dell atmosfera dove contribuisce a formare uno scudo alla penetrazione dei raggi ultravioletti. Negli strati bassi dell'atmosfera, invece, risulta essere una sostanza inquinante, dannosa per la salute.

58 OZONO (O3) E un gas tossico di colore bluastro che produce un tipo di inquinamento fotochimico. L ozono è un inquinante secondario prodotto per effetto delle radiazioni solari in presenza di inquinanti primari. Le più alte concentrazioni di ozono si rilevano nei mesi più caldi dell anno e nelle ore di massimo irraggiamento solare.

59 OZONO (O3) - Effetti Gli effetti più evidenti sono: la forte azione irritante alla mucosa degli occhi infiammazioni ed alterazioni a carico dell apparato respiratorio (soprattutto naso e gola, con tosse, difficoltà respiratorie, sensazioni di affaticamento e perfino edema polmonare)

60 OZONO (O3) - Effetti Concentrazioni particolarmente elevate possono portare anche ad: alterazioni delle funzioni respiratorie, aumento della frequenza degli attacchi asmatici, diminuzione della resistenza alle infezioni batteriche polmonari, insorgenza di malattie dell'apparato respiratorio peggioramento di patologie, già in atto, di tipo respiratorio (polmoniti croniche ostruttive, bronchiti croniche, asma, enfisema polmonare) e cardiaco (ischemia del miocardio).

61 Inquinanti Effetti sulla salute I danni alla salute da parte degli inquinanti atmosferici presenti negli ambienti urbani sono dati dalla interazione di più fattori interazione dei diversi inquinanti tra loro condizioni respiratorie dei soggetti esposti concentrazioni degli inquinanti, del tempo di esposizione agli stessi e della dose inalata dai singoli lavoratori caratteristiche chimico-fisiche degli inquinanti suscettibilità individuale condizioni meteo-climatiche

62 NORMATIVA DI RIFERIMENTO SULLA QUALITA DELL ARIA L OMS ha elaborato delle Linee guida di qualità dell aria aventi finalità di protezione della salute pubblica dagli effetti avversi dell inquinamento atmosferico. A tali linee guida e ad alcune direttive della Comunità Europea (CE) è ispirata la normativa italiana che prevede dei valori di riferimento (standard) di qualità dell aria.

63 NORMATIVA DI RIFERIMENTO SULLA QUALITA DELL ARIA Il D.M. 2 aprile 2002, n. 60 (attuativo delle direttive 1999/30/CE e 2000/69/CE), fissa per una serie di agenti inquinanti i valori limite (biossido di zolfo, biossido di azoto e ossidi di azoto, particolato, piombo, benzene e monossido di carbonio) e le soglie di allarme (biossido di zolfo, biossido di azoto)

64 Valore limite Si intende il livello fissato in base alle conoscenze scientifiche al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti dannosi sulla salute umana o per l ambiente nel suo complesso, tale livello deve essere raggiunto entro un dato termine e in seguito non superato.

65 Soglia di allarme Si intende il livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata e raggiunto il quale si deve immediatamente intervenire

66 NORMATIVA DI RIFERIMENTO SULLA QUALITA DELL ARIA Il D.Lgs. 21 maggio 2004, n. 183 recepisce la direttiva 2002/3/CE relativa alle concentrazioni di ozono nell aria.

67 NORMATIVA DI RIFERIMENTO SULLA QUALITA DELL ARIA Per il parametro ozono si individuano: valori bersaglio obiettivi a lungo termine soglia d allarme soglia di informazione per la protezione della salute umana e della vegetazione.

68 Valore bersaglio Rappresenta il livello fissato al fine di evitare a lungo termine effetti nocivi sulla salute umana e sull ambiente nel suo complesso, da conseguirsi per quanto possibile entro un dato periodo di tempo (2010)

69 Obiettivo a lungo termine Rappresenta la concentrazione di ozono nell aria al di sotto della quale si ritengono improbabili, in base alle conoscenze scientifiche attuali, effetti nocivi diretti sulla salute umana e sull ambiente nel suo complesso. Tale obiettivo è conseguito nel lungo periodo, sempre che sia realizzabile secondo misure proporzionate, al fine di fornire un efficace protezione della salute umana e dell ambiente

70 Soglia d allarme Rappresenta il livello oltre il quale vi e' un Rappresenta il livello oltre il quale vi e' un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata e raggiunto il quale devono essere adottate le misure previste dalla normativa vigente.

71 Soglia di informazione Rappresenta il livello oltre il quale vi e' un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione e raggiunto il quale devono essere adottate le misure previste dalla normativa vigente

72 NORMATIVA DI RIFERIMENTO SULLA QUALITA DELL ARIA Il Decreto Legislativo 3 agosto 2007, n. 152 (Attuazione della direttiva 2004/107/CE) ha stabilito i valori obiettivo dell aria ambiente per arsenico, cadmio, nichel e benzo(a)pirene

73 Valore obiettivo Si intende la concentrazione nell'aria Si intende la concentrazione nell'aria ambiente stabilita al fine di evitare, prevenire o ridurre effetti nocivi per la salute umana e per l'ambiente, il cui raggiungimento, entro un dato termine, deve essere perseguito mediante tutte le misure a tale fine necessarie che non comportano costi sproporzionati.

74 INQUINAMENTO ACUSTICO - Definizione Secondo la legge 26 ottobre 1995, n. 447 Legge quadro sull'inquinamento acustico per inquinamento acustico si intende: l'introduzione di rumore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo ed alle attivita' umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell'ambiente abitativo o dell'ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi

75 RUMORE - Definizione Il D.P.C.M. del 1 marzo 1991 (definisce i limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno) definisce il rumore come: qualunque emissione sonora che provochi sull uomo effetti indesiderati, disturbanti o dannosi, o che determini un qualsiasi deterioramento qualitativo dell ambiente.

76 RUMORE Le caratteristiche che più ci interessano in relazione al rumore, sono: la frequenza, cioè il numero di vibrazioni al secondo (cicli/sec = hertz) che viene misurata in hertz ed il livello di intensità, misurabile in decibel (db). Il nostro orecchio è sensibile ai rumori di frequenza compresi tra 20 e Hz. La normale conversazione avviene a frequenze di circa Hz.

77 INQUINAMENTO ACUSTICO Principali sorgenti Traffico auto e moto veicolare Trasporto ferroviario Lavori edili Lavori stradali Industrie ed impianti tecnologici inseriti nel contesto urbano Traffico aereo Attività ludiche o ricreative

78 Effetti sull organismo

79 Principali strategie per ridurre il tasso d inquinamento Politiche anti-inquinamento Comportamento

80 Politiche anti-inquinamento Informare e sensibilizzare la popolazione sulla situazione dell inquinamento e sui possibili effetti sulla salute Organizzare in modo ottimale la rete del trasporto pubblico Incrementare il numero dei parchi e di zone verdi nei grandi centri urbani Pedonalizzare le aree dei grandi centri urbani Estendere le zone a traffico limitato Realizzare piste ciclabili Incentivare se tecnicamente possibile l utilizzo dei carburanti alternativi (biodiesel, veicoli elettrici, veicoli a celle a combustibile o ad idrogeno, ecc.)

81 Comportamento Utilizzare il mezzo di trasporto privato solo se necessario Utilizzare in più persone la stessa auto Utilizzare i trasporti pubblici

82 Comportamento alla guida Evitare accelerazioni e frenate brusche Rispettare i limiti di velocità Mantenere l efficienza dell auto anche sottoponendola alle revisioni periodiche Mantenere i pneumatici alla giusta pressione Spegnere il motore quando fermi in coda per lunghi percorsi Scegliere modelli di automobili meno inquinanti (GPL o a metano) Smontare portapacchi o porta-sci quando inutilizzati Non lasciare in auto oggetti di peso rilevante

83 Comportamento in casa Risparmiare enegia e curare la manutenzione della caldaia Moderare il riscaldamento domestico

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