LABORATORIO DI RESTAURO IV anno

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1 UNIVERSITÀ DELGLI STUDI DI GENOVA -FACOLTÀ DI ARCHITETURA Corso di laurea Magistrale in Architettura LABORATORIO DI RESTAURO IV anno CONSOLIDAMENTO a.a prof. Stefano Francesco Musso

2 CONSOLIDAMENTI definizioni Trattamenti attuati con l immissione in profondità, entro il manufatto degradato, di sostanze in grado di ristabilire la coesione interna del materiale costituente o delle sue parti componenti. Il consolidante deve impregnare il materiale fino a saldare le sue parti degradate con le sue parti ancora sane e salde e non deve ridurre eccessivamente la porosità del materiale stesso. Appartengono tuttavia, in senso più generale, a tale categoria anche i rinforzi localizzati di elementi costruttivi instabili quali solai, coperture, muri purché non determinino interventi globali di carattere strutturale

3 CONSOLIDAMENTI ambiti e scopi Consolidare, nei suoi tanti e diversificati aspetti, risponde quindi all esigenza fondamentale di ri-stabilizzare le condizioni fisico-meccaniche di un manufatto, alterate dai processi di degrado. Nel corso del tempo, una quantità di eventi di natura diversa tendono a provocare alterazioni delle proprietà fisicomeccaniche di un oggetto

4 CONSOLIDAMENTI OBIETTIVI DEL CONSOLIDAMENTO nel consolidamento della materia, si opera così con materiali, procedure e strumenti per migliorare le caratteristiche di coesione e di adesione tra i costituenti di un materiale lapideo, ossia per: l eliminazione di brusche discontinuità nelle caratteristiche fisico- meccaniche tra materiale sano e materiale degradato il ristabilimento della continuità nel profilo del sistema materiale sano + materiale degradato consolidato.

5 CONSOLIDAMENTI LE CAUSE PRINCIPALI DELLA PERDITA DI COESIONE, RESISTENZA E COMPATTEZZA Tra le cause, non si deve pensare solo a fenomeni fisici (apparentemente i più diretti imputati), quali variazioni termiche e igrometriche, traumi meccanici accidentali provocati da urti, cadute, etc., effetti (spesso ben più drammatici) indotti da eventi catastrofici naturali, come terremoti e alluvioni; effetti dovuti ad attività vandaliche oanchefenomeni meteoclimatici (vento e piogge battenti non producono solo erosione ma anche disgregazione).

6 CONSOLIDAMENTI cause di indebolimento I fenomeni chimici e biologici possono provocare danni di tipo fisico, che alterano l assetto meccanico originale e stabile, di un manufatto; danni risolvibili con interventi di consolidamento. I fenomeni di natura chimico-fisica possono giocare un ruolo determinante. Si pensi all azione devastante innescata dai processi di cristallizzazione ciclica dei sali nei sistemi porosi. Vi è comunque una predisposizione naturale dei materiali stessi e delle strutture al degrado fisico e alcuni materiali sono, per loro natura, meno stabili di altri. Si pensi all imbarcamento e la deformazione del Legno, e delle tavole lignee in particolare, sotto l azione degli stress igrometermici.

7 CONSOLIDAMENTI tipologie di danni TIPOLOGIE DEI DANNI La fenomenologia dei danni fisici è complessa e variegata. Si possono distinguere danni in base a: La dimensione, con danni: microscopici, a carico soprattutto della coesione dei materiali, macroscopici che interessano grandi masse, strutture o parti di una struttura, limitati a porzioni sottili, laminari, film, di un oggetto (esfoliazioni, separazioni di strati sovrammessi, etc.)

8 CONSOLIDAMENTI La localizzazione con danni che interessano : solo o prevalentemente la superficie di un oggetto, ossia la sua parte più esposta all ambiente, danni che riguardano l intera massa di una parte di esso (fessurazioni, rotture, frantumazioni). danni localizzati in punti della superficie danni diffusi su larghe aree. La tipologia, con danni che provocano : perdita del materiale originale (mancanze/lacune), deformazioni (formazioni di pustole, scagliette, sollevamenti) contrazioni ed espansioni (crettature, fessurazioni), disgregazione (frantumazione polverizzazione), etc.

9 CONSOLIDAMENTI PROBLEMATICHE DEL CONSOLIDAMENTO Tutto ciò determina una varietà di problemi di restauro affrontabile solo con l adozione di una gamma altrettanto variegata di soluzioni tecnologiche, facendo uso di procedimenti e materiali diversi e specifici. Il restauro si propone, in definitiva, di ritrovare delle condizioni meccaniche sufficientemente stabili, per prolungare l esistenza degli oggetti, senza alterarne l aspetto, senza modificarne, se non in misura moderata e minimale, il comportamento strutturale originario e di realizzazione. Ci occuperemo in primo luogo e soprattutto di ripristino della coesione di un mtaeriale degradato.

10 CONSOLIDAMENTI tipi di consolidamento PRINCIPALI TIPI DI CONSOLIDAMENTO La pratica operativa infatti raggruppa in due o tre principali tipologie gli interventi di consolidamento: 1) il consolidamento strutturale 2) il consolidamento delle superfici 3) gli interventi di riadesione.

11 CONSOLIDAMENTI tipi di consolidamento 1) il consolidamento strutturale Per quanto esso ci si avvale di soluzioni tecnologiche di tipo meccanico, variabili a seconda del contesto e del problema quali: i rinforzi strutturali posti sul retro delle tavole dipinte l introduzione di perni, in parti di statue, l inserimento di barre in vetro-resina o titanio ad ancorare e ricongiungere conci e pietre fratturati o instabili in facciate L installazione di staffe, cerchiature, tiranti Sono interventi che spesso prendono in prestito da altri settori tecnologici alcune soluzioni specifiche di tipo ingegneristico, adattandole alle esigenze della tutela dei manufatti artistici e architettonici

12 CONSOLIDAMENTI tipi di consolidamento strutturale CONSOLIDAMENTO CON PERNI E FORMULATI ADESIVI Negli ancoraggi, i perni svolgono un ruolo di sostegno della parte staccata, collegandola alle parti salde del manufatto. Si possono realizzare imperniature interne sia applicazioni di staffe o grappe esterne. I perni possono essere in acciaio ad aderenza migliorata, in titanio o in vetroresina. Laboratorio d i R e s t a u r o -prof. arch. Stefano F. Musso

13 CONSOLIDAMENTI tipi di consolidamento strutturale CONSOLIDAMENTO CON FIBRA DI CARBONIO Non adatta a materiali degradati Può provocare strappi La tecnica consiste nell incollare al supporto, mediante resine adesive, fasce di fibre di carbonio ad alta resistenza. Le fibre di carbonio possono essere utilizzate per il consolidamento di elementi lapidei, in muratura o lignei. Le caratteristiche principali sono la resistenza meccanica echimica,ilpesoelo spessore limitati, la facilità e la duttilità di applicazione.

14 CONSOLIDAMENTI tipi di consolidamento riadesione 3) gli interventi di riadesione. L intervento, più propriamente, riguarda un problema di adesione. L attenzione si focalizza sull interfaccia tra parti o elementi distaccati di un oggetto (una delle quali, spesso, a struttura laminare), piuttosto che alla massa della materia costitutiva. Più che un consolidante, serve in questi casi un adesivo per assicurare una giunzione stabile tra due elementi originali, senza prevalere meccanicamente su di essi. Si pensi alla foderatura delle tele, alla ri-adesione di affreschi staccati su nuovo supporto, etc.

15 CONSOLIDAMENTI tipi di consolidamento riadesione CONSOLIDAMENTO MEDIANTE INIEZIONI CONSOLIDARE RIDANDO CONTINUITA L intervento consiste nell eseguire una serie di iniezioni a base di miscele leganti, la cui scelta dipende dalle dimensioni della cavità da riempire e dal materiale da trattare. I prodotti devono avere una viscosità adeguata alla porosità del materiale, per consentire una penetrazione profonda della miscela consolidante, fino agli strati ancora sani. Una penetrazione solo superficiale, provocherebbe un appesantimento degli strati esterni e il loro conseguente distacco. Si iniettano ad es. silicato di etile, malte fluide, resine,..

16 CONSOLIDAMENTI tipi di consolidamento superficiale 2) il consolidamento delle superfici In questa sede ci occuperemo del ripristino della coesione dei materiali, laddove questa sia andata perduta o compromessa a seguito del degrado. Questo, probabilmente, è il consolidamento per antonomasia, quello di cui più spesso si parla e che presenta aspetti assai critici, sotto il profilo sia teorico che pratico.

17 CONSOLIDAMENTI OBBIETTIVI DEL CONSOLIDAMENTO SUPERFICIALE Sono interventi volti a ristabilizzare i materiali costituenti la superficie degradata (discontinua, decoesa, fragile, erosa ) di un manufatto La superficie di un manufatto è la sua interfaccia con l ambiente elasuapartemaggiormente esposta agli agenti aggressivi esterni che provocano degrado : fattori propri dell ambiente naturali o derivanti dell inquinamento; dalla migrazione interna e conseguente ri-cristallizzazione dei sali solubili, Prodotti di scarto ed effetti di precedenti restauri eseguiti in modi impropri.

18 CONSOLIDAMENTI OBBIETTIVI DEL CONSOLIDAMENTO SUPERFICIALE Occorre inoltre ricordare che: Nei materiali porosi (pietre, mattoni, malte di allettamento o da intonaco, etc.), il degrado di tipo fisico segue spesso un gradiente progressivamente crescente, dall interno del manufatto verso l esterno. La perdita di coesione derivante dal degrado non è uniforme, in direzione ortogonale alla superficie: si va dal materiale sano (più all interno) verso il materiale decoeso/disgregato, in prossimità dell esterno. Lo spessore di questa fascia affetta da decoesione, disgregazione, polverizzazione e da molte altre manifestazioni correlate (v. NORMAL 1/88), è assai variabile, a seconda del materiale costitutivo, del contesto, della situazione locale, anche di carattere puntuale.

19 CONSOLIDAMENTI MODI DEL CONSOLIDAMENTO SUPERFICIALE DISTRIBUZIONE DELL EFFETTO CONSOLIDANTE IN FUNZIONE DELLA PROFONDITA Solo questa fascia compromessa deve essere l oggetto del nostro intervento di consolidamento sapendo che: l intervento si rivela insufficiente (quasi sempre lo è) se questa fascia è interessata solo parzialmente dall azione consolidante (ad esempio solo la sua porzione più esterna) al contrario, l intervento risulta invasivo o eccessivo se agiamo con il consolidante anche sulla parte più interna e sana del materiale costitutivo.

20 CONSOLIDAMENTI MODI DEL CONSOLIDAMENTO SUPERFICIALE effetto consolidante insuffic. coesione effetto consolidante invasivo effetto consolidante corretto coesione superf mm superf mm Non è facile controllare i procedimenti d intervento, per agire tra queste situazioni estreme. Un corretto intervento (scelta dei metodi, dei materiali e soprattutto dei modi di realizzazione) è quello che riesce a distribuire il consolidante in modo graduale esterno/interno, comegraduale,nellostessosenso,èla perdita di coesione del materiale su cui si agisce.

21 CONSOLIDAMENTI MODI DEL CONSOLIDAMENTO SUPERFICIALE POTERE COESIVO DEL CONSOLIDANTE negli interventi di consolidamento si è spesso peccato in eccesso: per la quantità del consolidante, per la sua forza coesiva, sproporzionata rispetto al problema da risolvere ; Il rimedio può rivelarsi, nel tempo, peggiore del male: le tensioni anomale che si generano in presenza di stress possono infatti dare origine a nuovi danni.

22 CONSOLIDAMENTI MODI DEL CONSOLIDAMENTO SUPERFICIALE IRREVERSIBILITA DEL CONSOLIDAMENTO il consolidamento è operazione intrinsecamente irreversibile, al di là della reversibilità o meno del consolidante utilizzato. è piuttosto doveroso ricercare altre condizioni quali: la durabilità, la compatibilità il minimo intervento. Il consolidamento delle superfici è un intervento pressoché definitivo che al massimo potrà perdere efficacia, dopo un congruo periodo di tempo, ma che non dovrebbe mai trasformarsi in una causa di danno.

23 CONSOLIDAMENTI REQUISITI DEL CONSOLIDAMENTO Materiali, procedure e strumenti utilizzati in altri termini devono assicurare: la stabilità nel tempo dell intervento, la compatibilità (con altri materiali ed elementi presenti), l inerzia dei materiali e dei sistemi impiegati rispetto al materiale trattato e all ambiente di cui è parte La ritrattabilità della zona interessata dall intervento con il medesimo o con altro metodo e prodotto.

24 CONSOLIDAMENTI PARAMETRI DEL CONSOLIDAMENTO L impregnazione di un materiale si basa sul principio della capillarità, cioè sulla proprietà che hanno i fluidi di penetrare all interno dei corpi porosi, per adesione alle pareti dei pori. I parametri che regolano questo processo sono: La viscosità del fluido Il diametro dei pori o capillari La distribuzione dei pori all interno del materiale La bagnabilità del materiale di cui è costituito il manufatto La penetrazione all interno dei pori avviene per capillarità, mentre la distribuzione all interno avviene per diffusione ed è un fenomeno molto lento. Per tale motivo, occorre che il consolidante non polimerizzi troppo in fretta poiché, in questo caso, non si può distribuire uniformemente.

25 CONSOLIDAMENTI Consolidanti polimerici in soluzione È l approccio più diffuso e tecnicamente più semplice il consolidante è già pronto all uso, poiché la maggioranza delle sostanze macromolecolari, grazie ai numerosi legami che possono formarsi tra le loro molecole, hanno proprietà coesive, adesive e filmogene (queste ultime possono essere assai rischiose). E sufficiente sciogliere il polimero negli opportuni solventi (acqua o solventi organici) e farlo diffondere nella matrice da consolidare. L evaporazione graduale del solvente farà ri-precipitare il consolidante all interno, dove eserciterà l azione coesiva.

26 CONSOLIDAMENTI Consolidanti polimerici in soluzione Principali prodotti consolidanti : Consolidanti inorganici sospensioni stabili di idrossido di Calcio idrossido di Bario Alluminato di potassio Silicati inorganici Fluosilicati Consolidanti organici resine acriliche resine epossidiche resine siliconiche elastomeri fluorurati Ma si può proporre anche una diversa classificazione

27 CONSOLIDAMENTI Consolidanti polimerici in soluzione I polimeri più usati e facili da impiegare sono: Colle animali, caseine, uovo, gomme vegetali, resine naturali, oli essiccativi e polimeri di sintesi (vinilici, acrilici, siliconici, acrilsiliconici, idrocarburi fluorurati, etc.) Limiti e difetti: difficoltà di permeazione, modesta compatibilità con substrati minerali limitata durabilità.

28 CONSOLIDAMENTI Consolidanti polimerici in soluzione Limiti e difetti: La difficoltà di diffondersi all interno di pori e in altri spazi microscopici per consolidare, è una conseguenza della natura polimerica della sostanza. Non è la dimensione delle macromolecole a rendere difficile la migrazione nei micro-spazi; le macromolecole sono sempre enormemente più piccole delle dimensioni medie dei pori; è la struttura micellare del polimero in soluzione (associazione di macromolecole) e la viscosità che ne consegue a rendere difficile il transito in spazi microscopici. Spesso accade che buona parte del consolidante resti in superficie o nelle immediate vicinanze di essa. L azione è allora insufficiente o impropria, perché il consolidante tende a fare pellicola in superficie.

29 CONSOLIDAMENTI Consolidanti polimerici in soluzione Potenzialità/pregi limiti/difetti compatibilità fisica: ottima in alcuni casi (ad es. colla animale su strati pittorici dei dipinti su tavola); assai dubbia in altri (consolidanti idrofobi su substrati lapidei). compatibilità estetica : ottimale in alcuni contesti (cfr. esempio precedente) e modesta in altri; nei materiali minerali, naturali e artificiali, l alterazione cromatica dovuta ai differenti indici di rifrazione può determinare effetti falsificanti. durabilità: dipende dal tipo di consolidante ma, in generale, trattandosi di sostanze organiche (sia pure a struttura polimerica e quindi intrinsecamente dotate di una certa inerzia), si registra tendenza all ingiallimento e, talvolta, predisposizione all ingrigimento dovuta alla facilità di ritenzione del particellato atmosferico.

30 CONSOLIDAMENTI Consolidanti a polimerizzazione in situ Si usano monomeri, e non polimeri e in tal modo si ha : buona diffusione del consolidante nei pori, nelle piccole crettature, nelle discontinuità una volta che il monomero sia ben diffuso negli spazi microscopici, la polimerizzazione che segue, all interno, assicura un buon effetto consolidante. Limiti e problemi Il problema sta nel realizzare, con mezzi congrui ed efficaci, la polimerizzazione all interno dei materiali da consolidare. qualche risultato e stato raggiunto, ma le ricerche sono tuttora in corso.

31 CONSOLIDAMENTI Consolidanti a polimerizzazione in situ Rimedi Il ricorso all uso di radiazioni ionizzanti (raggi X raggi γ per provocare la radicalizzazione e conseguente polimerizzazione) è certamente scomodo e molto limitante. Radiazioni più accessibili quali gli U.V. purtroppo non penetrano nella materia. Rimane il ricorso al calore e alla catalisi chimica che sono le strade attualmente più esplorate, con qualche promettente risultato.

32 CONSOLIDAMENTI Consolidanti inorganici per idrolisi Il consolidante inorganico non è pronto all uso, ma viene fatto formare in situ. Si parte da un precursore, per lo più disciolto in soluzione acquosa, che viene fatto permeare all interno del materiale, talvolta a pennello ma più spesso ad impacco. Segue una reazione chimica che determina la formazione del consolidante direttamente nei micro-spazi. Nella categoria che per prima consideriamo la reazione chimica è una idrolisi, ossia una reazione del precursore con l acqua.

33 CONSOLIDAMENTI Consolidanti inorganici per idrolisi Sostanze utilizzabili: silicato di etile. Il precursore in questo esempio è organico (un estere dell acido silicico) il prodotto della reazione, ciò che rimane e che consolida, è inorganico: la silice amorfa idrata. In passato sono stati proposti e impiegati anche altri prodotti inorganici basati sull idrolisi (silicati alcalini, fluosilicati...) che hanno dato esiti assai negativi per i sottoprodotti che si formano e in alcuni casi, per la quantità eccessiva e smodata, del consolidante impiegata (es: i fluosilicati).

34 CONSOLIDAMENTI Consolidanti inorganici per idrolisi Potenzialità/pregi/cautele Elevata durabilità e compatibilità caratterizzano, in generale, questi trattamenti che tuttavia devono essere studiati con molta attenzione prima di essere proposti onde evitare conseguenze negative e imprevedibili. il prodotto consolidante deve precipitare nei pori e legarsi chimicamente alla matrice del materiale da consolidare, in modo da ricostruire una tessitura (è il caso del silicato di etile con i litotipi silicatici ma non con quelli carbonatici).

35 CONSOLIDAMENTI Consolidanti inorganici per carbonatazione Meccanismo d azione Anche in questo caso, naturalmente, si parte da un precursore. Il processo è simile al caso precedente e prevede: permeazione del precursore nel materiale da consolidare successiva reazione al suo interno: in questo caso una carbonatazione (reazione spontanea graduale con la CO 2 atmosferica).

36 CONSOLIDAMENTI Consolidanti inorganici per carbonatazione Sostanze utilizzabili: L esempio più classico e diffuso (anche nella tradizione passata) è quello dell acqua di calce (soluzione acquosa satura dell idrossido di calcio). Purtroppo l azione è modesta perché la concentrazione della soluzione satura è molto bassa e la quantità di consolidante che entra nei pori è, di conseguenza, assai ridotta Più favorevole è la situazione con l idrossido di bario consolidante che presenta una quantità di pregi se applicato ai manufatti lapidei dopo quasi 40 anni di esiti positivi sugli affreschi. Altri sistemi fondati sulla carbonatazione: micro-emulsioni di calce (cosidette nano-calci): attraverso la dispersione in emulsione, si supera il problema della bassa concentrazione della calce in soluzione, fornendo una alternativa agli altri metodi basati su calce.

37 CONSOLIDAMENTI Consolidanti inorganici per carbonatazione Potenzialità/pregi alta durabilità e buona compatibilità (salvo eccezioni) Cautele/limiti richiedono il rigoroso rispetto dei protocolli di applicazione i quali, effettivamente, possono risultare non semplici, se confrontati con quelli dei consolidanti polimerici. Basandosi su reazioni chimiche di precursori, di natura, talvolta, assai alcalini, possono riscontrarsi incompatibilità con particolari materiali, ad esempio nei dipinti murali, con alcuni leganti organici e con alcuni pigmenti.

38 CONSOLIDAMENTI Consolidanti inorganici per interazione con la matrice Meccanismo d azione interazione del consolidante con il substrato il consolidante si forma in seguito a una reazione tra il precursore (precedentemente fatto permeare all interno) e il materiale costitutivo del manufatto. Sostanze utilizzabili: E il caso dell ossalato di ammonio su substrati calcarei, (allo studio alcune interessanti alternative). Lo stesso silicato di etile fonda l effetto consolidante non tanto sulla formazione di silice amorfa per idrolisi, quanto sui legami a ponte d idrogeno che si instaurano tra la silice e gli ossidrili della pietra silicatica. Tanto è vero che sulle pietre carbonatiche l azione risulta assai modesta

39 CONSOLIDAMENTI Consolidanti inorganici per interazione con la matrice Sostanze utilizzabili: Anche nel caso del bario, il carbonato di bario (l agente consolidante) viene a formarsi fondendo il proprio reticolo cristallino con quello della Calcite, quindi attraverso una evidente interazione di tipo cristallografico. Limiti e cautele Basare un intervento di restauro su una trasformazione del materiale originale non sarebbe di per sé operazione a priori accettabile, se non, naturalmente, a fronte di precise garanzie e condizioni.

40 Metodo dell idrossido di bario: consolidante e riadesivo sostanze di partenza: calcio solfato ammonio carbonato sostanze intermedie: ammonio solfato calcio carbonato bario idrossido calcio solfato sostanze finali: bario solfato bario carbonato Il consolidamento con il metodo del bario è adatto per superfici solfatate e decoese. Si utilizza per il consolidamento delle pellicole pittoriche di affreschi ed è stato sperimentato anche sul marmo.

41 In realtà: CONSOLIDAMENTI il restauro è per molti un po il luogo di ragionevoli compromessi dove, cercando di modificare il meno possibile in realtà sempre qualcosa viene modificato e rarissime sono le operazioni realmente reversibili si cercano vie accettabili per prolungare l esistenza delle testimonianze culturali materiche del passato. Quali sono le condizioni che consentono di accettare il principio su cui si fonda l ossalato di ammonio (ed altri che potranno venire sviluppati in futuro)?

42 CONSOLIDAMENTI Che le trasformazioni indotte siano minimali e controllabili, e questo in effetti risulta possibile. Che l adozione del metodo sia riservato a situazioni in cui metodi alternativi siano pochi o inesistenti. Questo può essere il caso dei manufatti carbonatici porosi, esposti all aperto e soggetti a flussi di soluzioni saline; una situazione assai complessa sotto il profilo conservativo ma purtroppo assai ricorrente, per la quale l impiego di consolidanti polimerici a solvente ha messo in luce, nel tempo, serie complicazioni, e dunque una situazione in cui, effettivamente, non esistono molte alternative.

43 Metodo Nonfarmale Fasi principali: Pre-consolidamenti mediante velinatura Velinatura applicata con alcol polivinilico in soluzione piuttosto concentrata Asciugatura della superficie dopo la velinatura Stesura della miscela consolidante prima a spruzzo e poi a pennello, in fasi successive (iniezioni se la superficie fosse molto sporca) Dopo un mese, ad evaporazione del solvente avvenuta, rimozione della velinatura Pulitura della superficie Completamento del consolidamento mediante applicazione a spruzzo

44 CONSOLIDAMENTI TECNICHE DI CONSOLIDAMENTO SUPERFICIALE A PENNELLO Sono stati applicati quattro diversi prodotti consolidanti e protettivi: - Silicato di Etile (Esteri etilici dell acido silicico) - Resina acrilica (Paraloid B72) - Elastomero fluorurato (Akeogard LTX) - Miscela di resine acriliche (Safe Stone ) Non filmogeno Permeabile al vapore Non alterare le caratteristiche cromatiche Buona capacità di penetrazione Corso di T e c n i c h e d i R e s t a u r o -prof. arch. Stefano F. Musso

45 CONSOLIDAMENTI TECNICHE DEL CONSOLIDAMENTO I consolidamenti della materia sono in genere attuati mediante impregnazione con sostanze consolidanti, applicate con metodi diversi: Metodi di applicazione per immersione a tasche per colatura sottovuoto a pennello per semplice contatto a spruzzo mediante iniezioni per fleboclisi Sostanze consolidanti prodotti inorganici: idrossido di bario silicato di etile latte o acqua di calce malte di diversa composizione prodotti organici: colle naturali e artificiali resine acriliche resine acrilsiliconiche resine epossidiche

46 CONSOLIDAMENTI TECNICHE DI CONSOLIDAMENTO SUPERFICIALE CONSOLIDAMENTO PER IMPREGNAZIONE A SPRUZZO A TASCHE L impregnazione si basa sul principio fisico della capillarità. I parametri che regolano il processo della penetrazione sono sostanzialmente: a) la viscosità del fluido; b) Il diametro dei pori del materiale; c) la distribuzione dei pori all interno del materiale; d) la bagnabilità del materiale;

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