L INDAGINE TECNOBORSA 2015 LE FAMIGLIE ITALIANE E IL MERCATO IMMOBILIARE NELLE SEI GRANDI CITTA : INTERMEDIAZIONE E VALUTAZIONE
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- Serafino Fusco
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1 N /10/2015 L INDAGINE TECNOBORSA 2015 LE FAMIGLIE ITALIANE E IL MERCATO IMMOBILIARE NELLE SEI GRANDI CITTA : INTERMEDIAZIONE E VALUTAZIONE COMPRAVENDITE E LOCAZIONI Mercato immobiliare: compravendite di Fonte Notarile II trimestre 2015 Istat Andamento piatto dei prezzi delle locazioni in Italia nel III trimestre del 2015 Idealista.it Gli italiani e il risparmio Acri e Ipsos Produzione nelle costruzioni Istat MUTUI Mercato immobiliare: mutui di Fonte Notarile II trimestre 2015 Istat Rapporto Mensile ottobre 2015 Abi Prestiti: calano gli importi medi richiesti Prestiti.it e Facile.it Mutui: fenomeno tasso fisso MutuiOnline.it
2 L INDAGINE TECNOBORSA 2015 LE FAMIGLIE ITALIANE E IL MERCATO IMMOBILIARE NELLE SEI GRANDI CITTA : INTERMEDIAZIONE E VALUTAZIONE Comunicato Stampa: COMPRAVENDITE E LOCAZIONI MERCATO IMMOBILIARE: COMPRAVENDITE DI FONTE NOTARILE II TRIMESTRE 2015 ISTAT Complessivamente nel II trimestre 2015 le convenzioni notarili di compravendita per unità immobiliari ( ), invertono il segno registrato nel I trimestre (-3,6%) e riprendono a crescere (+6,2% rispetto allo stesso periodo dell anno precedente), permettendo il recupero di volumi dei primi due trimestri 2015 (+1,5% rispetto allo stesso periodo del 2014). La ripresa interessa tutti i comparti immobiliari: +6,6% per i trasferimenti di immobili ad uso abitazione e accessori e +1,9% per i trasferimenti di proprietà immobiliari ad uso economico. Il 93,7% delle convenzioni rogate ha riguardato trasferimenti di proprietà di immobili ad uso abitativo e accessori ( ), il 5,8% unità immobiliari ad uso economico (9.299) e lo 0,5% unità immobiliari ad uso speciale e multiproprietà (874). Le variazioni tendenziali per trasferimenti di proprietà immobiliari, sia complessivamente considerate che per il comparto dell abitativo e degli accessori, mostrano segnali di miglioramento in tutte le ripartizioni geografiche. Per il complesso dei trasferimenti di unità immobiliari i recuperi più consistenti rispetto alla media nazionale si registrano nel Nord-Est (+10,8%) e nelle Isole (+8%), mentre variazioni positive più contenute si osservano nel Nord-Ovest (+5,9%), al Centro (+4,1%) e al Sud (+2,9%). Il comparto dell abitativo e accessori segue l andamento generale, con incrementi superiori alla media nazionale nel Nord-Est (+11,8%) e nelle Isole (+10%) e più contenuti nel Nord-Ovest (+6,3%), al Centro (+3,5%) e al Sud (+3,2%). Nel comparto delle unità immobiliari ad uso economico valori superiori al dato medio nazionale si osservano al Centro (+16,4%) e, in maniera più contenuta, al Sud (+2,1%). Al contrario, Nord-Est (-0,9%), Nord-Ovest (-1,3%) e soprattutto Isole (-11,8%), chiudono in negativo il II trimestre Nei primi sei mesi del 2015 sia gli Archivi notarili distrettuali con sede nelle città metropolitane che gli Archivi dei piccoli centri beneficiano della ripresa immobiliare, con valori positivi tanto nel settore abitativo (+8% nei grandi centri e +5,4% nelle piccole città,) quanto in quello economico (+1,9% per entrambe le tipologie di Archivio). Il I semestre 2015 chiude in positivo per il complesso del settore immobiliare (+1,5%, per un totale di convenzioni, trasferimenti in più rispetto al I semestre del 2014), grazie alla performance positiva del settore abitativo (+1,8%; convenzioni, più unità) e nonostante la variazione tendenziale semestrale negativa del comparto ad uso economico (-1,8%; convenzioni, meno 316 unità).
3 ANDAMENTO PIATTO DEI PREZZI DELLE LOCAZIONI IN ITALIA NEL III TRIMESTRE DEL 2015 IDEALISTA.IT Andamento piatto dei prezzi delle locazioni in Italia nel III trimestre del 2015, dove la richiesta media dei proprietari è stabilmente ferma a 8,5 euro mensili da un anno a questa parte, anche se dopo l estate è stata rilevata una leggera flessione dei canoni nell ordine dello 0,4%. Uno sguardo d insieme sulla dinamica dei prezzi nelle diverse aree del Paese restituisce la mappa di un mercato degli affitti polarizzato, con zone dove i prezzi salgono e zone dove i prezzi continuano a scendere. La domanda si mantiene particolarmente viva in città come Milano, Torino, Firenze e Roma, forti dei primi segnali di ripresa dell occupazione, ma le altre città non dimostrano lo stesso dinamismo. In un quadro prevalentemente ribassista, 7 macro aree su 20 chiudono i mesi estivi con uno scarto positivo: la Liguria (5,9%), segna il rialzo più deciso, seguita da Puglia (3,3%) e Calabria (3,8%). All opposto la performance peggiore spetta alla Campania (-8,3%), che precede Veneto (-7,7%) e Lombardia (-6,2%). Sul fronte dei prezzi regionali il Lazio è stabile al top dei rendimenti da locazione con 11,3 euro/m², seguito da Lombardia (11 euro/m²) e Toscana (9,2 euro/m²). I valori più bassi d Italia si trovano in Molise (4,7 euro/m²), Calabria (4,9 euro/m²) e Basilicata (5,4 euro/m²). La situazione a livello provinciale si presenta in sostanziale equilibrio tra aree che salgono (38) e le aree che scendono (42). Variazioni più ampie caratterizzano questi mercati, come testimoniano gl incrementi a due cifre di Lucca (10,4%) e, all opposto, i tonfi delle Province di Napoli (-15,7%) e Venezia (-10,8%). Nel ranking delle Province più care Milano si conferma in testa (13,5 euro/m²), seguita da Roma (12,3 euro/m²), mentre Venezia (11,4 euro/m²), scende in graduatoria dopo il tonfo registrato nel trimestre appena trascorso. Avellino è il fanalino di coda con 3,9 euro/m² al mese e precede Isernia e Caltanissetta, entrambe con una media di 4 euro/m² al mese. Per quanto concerne le città capoluogo, 39 di loro sulle 66 monitorate segnano un incremento dei rendimenti mensili negli ultimi tre mesi. Tra le città di grandi dimensioni, le performance migliori spettano a Torino (4,4%), Firenze (4,1%) e Milano (1,1%); lieve flessione per Roma (-0,4%); tonfo a Napoli, dove i prezzi sono in caduta libera dopo il calo del 6,3% registrato dopo l estate. Venezia è sempre la città dove affittare costa di più, a una media di 15,6 euro/m² mensili, seguita da Milano (15,2 euro/m²) e Roma (13,8 euro/m²). All opposto si trovano Reggio Calabria e Caltanissetta, le città più economiche, rispettivamente con 4,4 e 3,9 euro/m² al mese. GLI ITALIANI E IL RISPARMIO ACRI E IPSOS Alla fine del 2015 la crisi è ancora parte integrante della vita degli italiani, che tuttora la percepiscono come grave (l 80%) e ritengono che durerà ancora per altri cinque anni. Però, il pensiero quasi nascosto di molti pare essere: La crisi c è, ma non per me. Infatti, migliorano sensibilmente le prospettive personali ma anche quelle nazionali. Più di 1 italiano su 3 è fiducioso sul futuro dell Italia (36%), mentre gli sfiduciati sono il 27%: un saldo positivo di 9 punti percentuali a favore degli ottimisti che, unito al miglioramento del saldo dello scorso anno, evidenzia una
4 tendenza di robusta crescita della fiducia nel Paese (da tener presente che l anno scorso il saldo era ancora negativo, -15, ma già in forte miglioramento, poichè due anni fa era -23). Nel 2015, dunque, il saldo tra ottimisti e pessimisti passa da -15 dello scorso anno al +9 attuale: un miglioramento di 24 punti percentuali! Il 34% degli italiani ritiene che la situazione italiana rimarrà inalterata (il 3% non si esprime). Riguardo al risparmio, per la prima volta dopo 4 anni il numero di persone che non vivono tranquille se non mettono da parte dei risparmi è superato da quello di coloro che risparmiano solo se ciò non comporta troppe rinunce: il 48% contro il 42%. Questo non vuol certo dire che gli italiani non siano più un popolo di risparmiatori, anzi, vuol dire che hanno meno ansia riguardo al risparmio per il futuro. Per il terzo anno consecutivo, infatti, la quota di italiani che negli ultimi dodici mesi ha effettivamente risparmiato cresce, di 4 punti percentuali, passando dal 33% del 2014 al 37% attuale, il dato più alto dal Al contempo si riducono per il terzo anno di fila, e in modo consistente, le famiglie in saldo negativo di risparmio, dal 25% del 2014 al 22% attuale (un dato così ridotto non si registrava dal 2005). È interessante notare che la crescita di chi è riuscito a risparmiare è sostanzialmente legata al Nord-Ovest (dove il 48% è riuscito a risparmiare) e ai giovani (il 50% ha risparmiato). Gli anni di crisi hanno comunque ridotto le riserve di denaro di molte famiglie e chi ha risorse disponibili mantiene una forte preferenza per la liquidità: riguarda quasi 2 italiani su 3; inoltre, chi investe lo fa solo con una parte minoritaria dei propri risparmi. È da notare comunque come uno scenario meno negativo incrementi la volontà di investire in tutto o in parte i propri denari: i potenziali investitori salgono, infatti, dal 30% al 34%. Rispetto al 2014 la situazione delle scelte di investimento è sostanzialmente costante: si riduce di un punto la quota di italiani possessori di certificati di deposito e di obbligazioni (9%), di titoli di Stato (7%) e di fondi comuni di investimento (13%); si riducono di 2 punti i possessori di azioni (6%), mentre cresce di 1 punto la quota di coloro che dichiarano di aver sottoscritto assicurazioni sulla vita/fondi pensione (dal 24% al 25%), salgono lievemente i possessori di libretti di risparmio (dal 22% al 23%). Riguardo all investimento ideale si registra una riscossa del mattone: nel 2006 la percentuale di coloro che vedevano nel mattone l investimento ideale era il 70%, scesa progressivamente fino al 24% del 2014; nel 2015 risale di ben 5 punti percentuali, raggiungendo il valore del 29%. L immobiliare torna di nuovo a essere l investimento ideale nel Centro e nel Sud. Rimangono in maggioranza relativa (il 35%), coloro che reputano questo il momento di investire negli strumenti ritenuti più sicuri (risparmio postale, obbligazioni e titoli di Stato) e si trovano prevalentemente nel Nord Italia. Il numero complessivo degli amanti dei prodotti più a rischio cresce anch esso, attestandosi al 9%. Perde ben 5 punti percentuali il gruppo di coloro che ritengono sbagliato investire in una qualsiasi forma (il 32% nel 2013 e nel 2014, il 27% nel 2015). PRODUZIONE NELLE COSTRUZIONI ISTAT Nel mese di agosto 2015 l'indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni ha registrato, rispetto al mese precedente, una riduzione dello 0,3%. Nella media del trimestre giugno-agosto
5 2015 l'indice è diminuito dell'1,2% rispetto ai tre mesi precedenti. L'indice corretto per gli effetti di calendario ad agosto 2015 è diminuito in termini tendenziali del 4,6% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di agosto 2014). Nella media dei primi otto mesi dell'anno l'indice è diminuito del 2,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Ad agosto 2015 l indice grezzo ha segnato una diminuzione tendenziale dell'1,3% rispetto allo stesso mese del Nella media del periodo gennaio-agosto 2015 l'indice è sceso dell'1,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. MUTUI MERCATO IMMOBILIARE: MUTUI DI FONTE NOTARILE II TRIMESTRE 2015 ISTAT Le variazioni sono molto positive per le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare stipulati con banche o soggetti diversi dalle banche: nel II trimestre 2015, il 23,1% in più rispetto allo stesso periodo del Gli aumenti riguardano un po tutte le ripartizioni geografiche (+23,1% il Nord-Ovest e +18,9% il Centro), ma sono il Sud (+27,7%), le Isole (+27,4%) e il Nord-Est (+23,3%), a registrare una crescita superiore alla media nazionale. Gli Archivi notarili distrettuali con sede nelle città metropolitane registrano un aumento più marcato (+25,8%), rispetto agli Archivi dei centri minori (+21%). Il I semestre chiude così con una variazione positiva del 16%, per un totale di convenzioni ( unità in più rispetto al I semestre 2014). La variazione positiva delle convenzioni per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni non deve tuttavia essere interpretata solo come recupero del mercato immobiliare: un fattore determinante nella positiva dinamica trimestrale e semestrale del comparto creditizio è la crescita di rinegoziazioni di mutui in corso di ammortamento. Infatti, la diminuzione dei tassi di interesse di riferimento praticati nel sistema creditizio spinge parte di coloro che hanno acceso un mutuo a valutare l opportunità di sostituire il precedente con un finanziamento negoziato a condizioni più vantaggiose e anche la crescita di queste operazioni sostiene, quindi, l impennata di questo tipo di atto notarile. RAPPORTO MENSILE OTTOBRE 2015 ABI A settembre 2015 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, miliardi di euro, è nettamente superiore, di quasi 144 miliardi, all'ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.681,3 miliardi di euro. Segnali positivi emergono per le nuove erogazioni di prestiti bancari: sulla base di un campione rappresentativo di banche (78 banche che rappresentano circa l 80% del mercato) e i finanziamenti alle imprese hanno segnato nei primi 8 mesi del 2015 un incremento di circa il +15,9% sul corrispondente periodo dell anno precedente (gennaio-agosto 2014). Per le nuove erogazioni di mutui per l acquisto di immobili, sempre nello stesso periodo, si è registrato un incremento annuo del +86,1% rispetto al medesimo arco temporale dello scorso anno. L incidenza delle surroghe sul totale dei nuovi finanziamenti è pari,
6 nei primi 8 mesi del 2015, a circa il 29%. A settembre 2015 il totale dei finanziamenti in essere a famiglie e imprese ha presentato una variazione prossima allo zero (-0,2%), nei confronti di settembre 2014, era -0,2% anche il mese precedente e migliore rispetto al -4,5% di novembre 2013, quando aveva raggiunto il picco negativo. Questo di settembre 2015 per i prestiti bancari a famiglie e imprese è il miglior risultato da aprile Positiva a fine settembre la variazione annua del totale prestiti all'economia (che include anche la Pubblica Amministrazione), +0,3%. Dalla fine del 2007, prima dell inizio della crisi, a oggi i prestiti all economia sono passati da a miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da a miliardi di euro. A settembre 2015 i tassi di interesse sui prestiti si sono posizionati in Italia su livelli ancora più bassi: il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,34%, minimo storico (3,37% il mese precedente; 6,18% a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,66% (2,81% il mese precedente; 5,72% a fine 2007). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è collocato al 2,05%, era 1,95% il mese precedente (5,48% a fine 2007). A seguito del perdurare della crisi e dei suoi effetti, la rischiosità dei prestiti in Italia è ulteriormente cresciuta: le sofferenze lorde sono risultate ad agosto 2015 pari a quasi 198,5 mld, dai 197,1 mld di luglio Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è del 10,4% ad agosto 2015 (9,2% un anno prima; 2,8% a fine 2007), valore che raggiunge il 17,3% per i piccoli operatori economici (15,5% ad agosto 2014; 7,1% a fine 2007), il 17,7% per le imprese (15,2% un anno prima; 3,6% a fine 2007) e il 7,2% per le famiglie consumatrici (6,7% ad agosto 2014; 2,9% a fine 2007). Anche le sofferenze nette registrano ad agosto 2015 un aumento, passando da 84,8 mld di luglio a 85,9 mld di agosto. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,78% ad agosto 2015 dal 4,68% di luglio 2015 (4,41% ad agosto 2014; 0,86%, prima dell inizio della crisi). Sulla base dell ultimo dato disponibile, a giugno scorso il numero complessivo degli affidati in sofferenza era pari a (in prevalenza imprese e famiglie). Infine, lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi: a settembre 2015 è risultato pari a 209 punti base (211 punti base il mese precedente), prima dell inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti (329 punti a fine 2007). PRESTITI: CALANO GLI IMPORTI MEDI RICHIESTI PRESTITI.IT E FACILE.IT Prosegue, nonostante la ripresa della domanda di prestiti personali, la contrazione degli importi richiesti dai privati: secondo l Osservatorio sul credito al consumo di Prestiti.it e Facile.it le cifre medie richieste sono calate ancora del 7% in sei mesi e del 21% in un anno. L importo medio ammonta a poco più di euro, contro i di ottobre Dall analisi di circa 40 mila domande di prestito presentate nel periodo compreso tra aprile e settembre 2015 emerge un profilo di richiedente non dissimile da quello della precedente rilevazione: è un uomo lo è il 72% di tutto il campione esaminato di 42 anni (uno in più di un anno fa), che vorrebbe ricevere
7 euro, da restituire contando su uno stipendio di circa euro mensili e in un lasso temporale pari a 64 mesi. Capitolo finalità: è sempre il bisogno di ottenere liquidità da gestire in autonomia la motivazione più ricorrente in fase di preventivo, che raccoglie stabilmente il 28% delle richieste. Seguono, a distanza, le due finalità che, nel corso degli ultimi sei mesi, sono cresciute maggiormente: l acquisto di auto usate (20,4% del totale contro il 18,2% del semestre scorso) e la ristrutturazione di immobili (14,6%, che dopo la leggera flessione del semestre precedente torna ai livelli di un anno fa trainata da incentivi e bonus offerti dallo Stato). In calo tutte le altre motivazioni più ricorrenti: consolidamento debiti (scelto dal 12,7% del totale), arredamento (7,35%) e acquisto di auto nuova (4,4%). Si conferma il divario tra uomini e donne, tanto in termini di importo richiesto quanto per lo stipendio a disposizione per restituirlo: non solo le donne ricorrono in misura minore ai finanziamenti personali, ma puntano a somme più basse (9.500 contro euro), che vogliono rimborsare contando su uno stipendio di euro, contro i euro degli uomini. Il 32% del campione femminile punta a ottenere liquidità ed è poco interessato alle quattro ruote (15,5% vs 22,7% di richieste di prestito per auto usate). Il calo degli importi medi richiesti è abbastanza omogeneo su tutto il territorio nazionale, anche se spiccano alcune Regioni che hanno visto una contrazione più forte rispetto un anno fa: le somme richieste in Sicilia e Calabria sono scese del 28%, in Sardegna del 25%. In termini generali, gli importi più cospicui sono stati richiesti in Abruzzo ( euro) e Trentino Alto Adige ( euro). Assoluta uniformità di comportamento per quel che riguarda la durata (oscilla tra 63 e 67 mesi) e per lo stipendio con cui si intende ripagare il finanziamento: in tutte le Regioni si aggira tra i e i euro. MUTUI: FENOMENO TASSO FISSO MUTUIONLINE.IT Il fenomeno mutui non riguarda solo chi è in cerca di un abitazione da acquistare. Proprio in quanto collegato a variabili finanziarie, economiche e del mercato del credito, l andamento dei mutui riflette un momento anche sociale. Accade così che in una fase di tassi sotto lo zero e spread negativi i consumatori decidano che sia il tasso fisso la scelta migliore per il proprio finanziamento. Un vero e proprio boom negli ultimi mesi, che hanno visto i tre quarti dei mutui erogati a tasso fisso, l unico che consente a fronte di un lieve incremento del costo di mettersi in sicurezza per il futuro. A dimostrarlo i dati di MutuiOnline che, monitorando l andamento dei mutui richiesti ed erogati negli ultimi dieci anni, costituisce un riferimento importante per capire il trend del mercato. Il 62,4% delle richieste riguarda un finanziamento a tasso fisso: era il 23,8% nello stesso periodo di due anni fa e l 80,8% nel II semestre del 2008, quando gli italiani cercavano in tutti i modi di mettersi al riparo dallo straordinario rialzo dei tassi di interesse, mentre il mercato immobiliare godeva di uno stato di salute che non avrà repliche negli anni a venire. Solo il 34,4 richiede un tasso variabile, era il 64,9% nel I semestre dello scorso anno e il 18,1% nel II semestre del Attualmente, l 1,3% richiede un tasso misto e l 1,9% un tasso variabile con Cap. Dal lato delle erogazioni, i mutui a tasso fisso raggiungono il 74,5%, mentre erano solo il 30,9% nello stesso
8 periodo dello scorso anno. Il 23,1% dei finanziamenti è erogato a tasso variabile e solo l 1,4% di fatto viene concesso a tasso misto. Una percentuale quasi irrilevante di mutui è erogata a tasso variabile con Cap, lo 0,9%, segno che la formula ha perso appeal rispetto al suo periodo di maggiore auge, il II semestre del 2009, quando il 31,1% dei mutui erano stati erogati con l opzione Cap. Cambia anche la durata dei finanziamenti richiesti, a discapito del lungo periodo che vede una contrazione importante: solo il 23,3% si spinge oltre i 30 anni; era il 41,1% nel I semestre del 2007 e il 43,1% nel I semestre del Anche il periodo dei 25 anni è in calo, segnando il 18,7% contro il 22,1% dello scorso semestre. La maggior parte delle richieste copre invece i 20 anni, con il 26,6% delle richieste, mentre il 19,5% si ferma ai 15 anni e solo l 11,9% richiede un mutuo della durata inferiore o uguale ai 10 anni. Se si guarda poi ai mutui effettivamente erogati, le percentuali non si discostano: il 17,3% dei mutui supera i 30 anni, il 20,8% dura 25 anni, il 27,9% 20 anni e il 22,7% 15 anni. Rimane un esiguo 11,3% dei mutui erogati per un periodo uguale o inferiore ai dieci anni. Infine, l importo medio richiesto è di euro in questo II semestre, lontano dalla punta massima registrata nel I semestre del 2010 di euro. Facendo una comparazione con l erogato, le cifre cambiano leggermente e diventano euro in questa seconda parte dell anno, trovando una punta nel II semestre del 2011 con euro. Il minimo effettivamente erogato si ritrova nel I semestre del 2005, quando si è registrata la media di soli euro. MutuiOnline.it consente di trovare le migliori offerte di mutui sul mercato, le più convenienti per le attese di ognuno, simulando la richiesta di mutuo casa di un impiegato di 35 anni residente a Milano per un importo di euro (valore dell immobile ) e durata mutuo a 25 anni. Rassegna Stampa Perizie immobiliari più trasparenti con le nuove Linee Guida Abi La reale indipendenza del valutatore Data: 29/10/2015 Il Sole 24 Ore/Casa24Plus Torna la fiducia dei risparmiatori. Riscossa del mattone Indagine Ipsos-Acri Data: 28/10/2015 Il Sole 24 Ore Confedilizia, bene la manovra ma rivedere case di lusso e super-tasi Fisco e immobili Data: 27/10/2015 Il Sole 24 Ore
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