12 L ECONOMICITA AZIENDALE. 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 1
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1 12 L ECONOMICITA AZIENDALE 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 1
2 L economicità Tutte le aziende, per poter conseguire i propri fini, devono essere in grado di operare in condizioni di: -autonomia (attitudine a vivere senza dover ricorrere a interventi di sostegno e di copertura sistematici da parte di altre economie); -durabilità (attitudine a durare nel tempo anche in ambiente mutevole). Ai principi della durabilità e dell autonomia si aggiunge il principio dell economicità: è la regola di condotta che permette alle imprese di funzionare e di conseguire i propri fini. DURABILITA AUTONOMIA ECONOMICITA 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 2
3 L economicità di gruppo Di conseguenza, l economicità è il criterio che consente di giudicare la convenienza ad avviare e/o continuare una certa attività imprenditoriale. I giudizi sull economicità sono molteplici: economicità aziendale economicità superaziendale Il giudizio è formulato considerando l impresa K da sola, senza tener conto dei rapporti con le altre economie Di gruppo L impresa K è considerata nell ambito del gruppo di appartenenza Macroeconomicità o economicità collettiva L impresa K è considerata nell ambito di una vasta economia territoriale 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 3
4 Condizioni in cui si esplica l economicità Tutta l attività dell impresa deve ispirarsi al principio dell ECONOMICITA, ovvero il progetto di costituzione così come ogni altra decisione di investimento devono essere economicamente validi. In pratica, il principio dell economicità si esplica nel rispetto di due equilibri simultanei: 1) realizzare l EQUILIBRIO ECONOMICO (o reddituale) = attitudine dell impresa a remunerare, alle condizioni di mercato, tutti i fattori produttivi, compresi il capitale di prestito e quello di rischio (ovvero remunerare i prestatori di capitale) L Equilibrio economico si realizza quando: RICAVI>=COSTI+RISULTATO D ESERCIZIO CONGRUO 2) realizzare un adeguata POTENZA FINANZIARIA = saper far fronte sempre ai propri impegni (uscite finanziarie) con le entrate derivanti dalla gestione d impresa
5 L economicità nell azienda di produzione In altri termini, le condizioni da rispettare in modo simultaneo: 1) Equilibrio economico o reddituale Per raggiungere l equilibrio economico è necessario che azienda rispetti le seguenti condizioni: 1.A Livello accettabile di efficienza (min. input a parità di output) e flessibilità (capacità di adeguare le strutture e i mezzi al cambiamento delle strategie e dell ambiente) 2.A Congruità - secondo livelli accettabili - dei prezzi-costi e dei prezzi-ricavo e in particolare delle: Retribuzioni ai prestatori di lavoro Remunerazioni ai conferenti capitale-risparmio 2) Equilibrio monetario E necessario che l azienda realizzi una gestione finanziaria compatibile con l equilibrio reddituale 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 5
6 L equilibrio economico come somma algebrica di costi e ricavi COSTI E RICAVI: sono quantità economiche di azienda (espresse in valori monetari) che sono generai da atti di scambio monetario COSTO: espressione quantitativo-monetaria di un atto di investimento (acquisto di fattori e servizi per la produzione) prezzo per quantità di fattore produttivo RICAVO: espressione quantitativo-monetaria del collocamento dei prodotti/servizi (output dell impresa) sul mercato prezzo di vendita per quantità vendute IN UN DETERMINATO PERIODO t LA DIFFERENZA TRA LA SOMMA DEI RICAVI E LA SOMMA DEI COSTI DEL PERIODO t FORMANO IL RISULTATO ECONOMICO DELLO STESSO PERIODO RE t R t (valore della produzione venduto) -C t (valore dei fattori impiegati per ottenere la produzione) = RE t Re t se positivo: UTILE (profitto) se negativo: PERDITA
7 B.E.P. = Break Even Point o punto di rottura B.E.P. quando R t =C t ovvero quando il reddito di esercizio è nullo E.E.E. quando R t =C t + Rem. Congrua ovvero quando l azienda è in equilibrio economico osti, ricavi ricavi totali E.E.E. area dei profitti costi totali B.E.P. costi variabili area delle perdite costi fissi 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 7 Q
8 L efficienza Quali condizioni aiutano l azienda a raggiungere l equilibrio economico? L Efficienza Un impresa è efficiente quando riesce a massimizzare l utilizzo delle risorse limitate a sua disposizione; efficienza è: = Risultati conseguiti Risorse impiegate Efficienza fisico-tecnica: = Q beni e servizi prodotti Q fattori produttivi impiegati Efficienza in generale: = ricavi da vendita di output costi degli input 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 8
9 Come fronteggiare il rischio d impresa: la congruità del reddito I ricavi devono remunerare: - i fattori produttivi in posizione contrattuale (a copertura di tutti i costi di esercizio legati alla gestione); - i fattori in posizione residuale (principalmente: il capitale di rischio) REMUNERAZIONE DEL CAPITALE DI RISCHIO si definisce CONGRUA quando essa, tenuto conto del rischio e dell eventuale lavoro imprenditoriale, è in linea con la remunerazione ricavabile dai migliori investimenti alternativi. Ovvero la remunerazione è congrua se è pari o superiore alla somma dei tre componenti fondamentali: -i 1 = compenso per puro investimento di capitale; -I 2 = compenso per il rischio sopportato; -i 3 =compenso per il lavoro imprenditoriale eventualmente prestato Remunerazione capitale di rischio è espressa come i = reddito dell esercizio capitale di rischio i >= i 1 + i 2 + i 3 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 9
10 La condizione di equilibrio economico in relazione al tempo La condizione di equilibrio si può realizzare: Nel breve periodo (nel corso del singolo esercizio) Nel lungo periodo A causa del progresso tecnologico e del ciclo di vita dei diversi prodotti FASI DEL CICLO DI VITA: 1) Introduzione 2) Sviluppo 3) Maturità 4) Saturazione 5) Declino ricavi costi tempo (n. anni) tempo (n. anni) 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 10
11 La potenza finanziaria Realizzare un adeguata POTENZA FINANZIARIA, significa saper coprire il FABBISOGNO FINANZIARIO derivante dall eccedenza delle uscite per costi rispetto alle entrate finanziarie per ricavi legati alla gestione. $ F.F.= USCITE (in fase di liquidazione) - ENTRATE (in fase di riscossione) entrate F.F. uscite L alternanza di E e U per operazioni tipiche d esercizio crea un DISEQUILIBRIO MONETARIO che viene coperto ricorrendo al capitale proprio o di credito (ASPETTO FINANZIARIO) t x t 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 11
12 Le operazioni che determinano entrate ed uscite di denaro I flussi finanziari sono entrate ed uscite di denaro determinati da: entrate accensione di finanziamenti + capitale proprio + debiti di finanziamento + debiti di funzionamento uscite rimborso di finanziamenti - capitale proprio - debiti di finanziamento - debiti di funzionamento smobilizzo di un investimento + vendita di prodotti con riscossione simultanea o differita (operazioni di esercizio che generano ricavi) + incasso di crediti di funzionamento o di finanziamento + disinvestimento (vendita) di bene pluriennale effettuazione di un investimento acquisto dei fattori produttivi (es. materie prime) con pagamento simultaneo o differito erogazione di prestiti ad altri soggetti (+crediti) investimento (acquisto) di bene ad utilità pluriennale remunerazione del capitale di rischio 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 12
13 Legame tra aspetto economico ed aspetto finanziario 1. Gestione aziendale lternarsi di costi e ricavi, dove i costi sono sostenuti in via anticipata ) 4. Costi (oneri di natura finanziaria) 5. Effetti su equilibrio economico genera comporta 2. Fabbisogno finanziario 3. L ottenimento di mezzi finanziari AZIONI: - Gestire le risorse finanziarie in modo da riequilibrare l assetto monetario: reperire nuove fonti di finanziamento quando la disponibilità di cassa non è sufficiente per far fronte ai pagamenti e investire le eccedenze di cassa in modo che generino redditività per l azienda. -Definire modalità di svolgimento della gestione aziendale ottimali (tempi di dilazioni, ammontare delle scorte, tipologia di indebitamento, ecc.) in modo da riuscire ad anticipare le entrate, dilazionare il più possibile le uscite e controllare la loro incidenza sul fabbisogno finanziario. -Ricercare equilibrio economico ed equilibrio finanziario simultaneamente. 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 13
14 Le sintesi di bilancio come strumento di verifica degli equilibri di azienda Il bilancio di esercizio è composto da: Stato Patrimoniale -come sintesi del capitale di funzionamento- -Conto Economico -come sintesi del reddito prodotto nell esercizio- Lo S.P. è utile per approfondire l equilibrio patrimoniale: - Quale efficienza nell impiego delle risorse investite? (vendite/tot. investimenti) - Quale rischio finanziario? (peso e tipologia dei debiti vs. capitale proprio) - Quale equilibrio tra natura e variabilità di fonti e impieghi? Il C.E. è utile per valutare l equilibrio reddituale: - Su quali basi poggia la redditività? (reddito netto/reddito della gestione caratteristica) Dalla rielaborazione di S.P. e C.E. è possibile redigere un documento dominato Rendiconto delle variazioni dei mezzi monetari, finalizzato a sintetizzare i soli movimenti di cassa, con il quale valutare l equilibrio monetario: - Quale aspetto della gestione assorbe maggiormente risorse monetarie? - Quale attività ha liberato risorse monetarie? 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 14
15 Fabbisogno finanziario F.F.= investimenti in attesa di realizzo - poste di rettifica dell attivo - riserve e utili vestimenti in attesa di realizzo ATTIVITA' cassa banca crediti merci ratei attivi brevetti impianti partecipazioni PASSIVITA' mutui debiti a breve T.F.R. Ratei passivi Fondo imposte e tasse Fondo svalutazione crediti Fondi ammortamento Risconti passivi Capitale sociale Riserve Utili Capitale di credito Rettifiche dell attivo * i ratei passivi sono debiti in via di formazione, mentre i risconti sono una rettifica indistinta dell attivo, gli utili da distribuire sono debiti 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 15
16 La valutazione della copertura finanziaria Percezione dei bisogni Fattibilità tecnica Valutazione economico-finanziaria NO SI Copertura fabbisogno Indebitamento Conferimento soci Autofinanziamento 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 16
17 Le fonti di finanziamento -CAPITALE PROPRIO O CAPITALE NETTO: mezzi finanziari apportati (beni o denaro) dei soci/imprenditore Azioni ordinarie Azioni privilegiate Azioni di risparmio Azioni di godimento -CAPITALE DI CREDITO: finanziamenti di terzi - Prestito obbligazionario - Credito bancario - Credito mercantile - Credito dei dipendenti -AUTOFINANZIAMENTO: capitale proprio generato dall azienda con la sua attività (es. utili reinvestiti) ovvero da operazioni tipiche di gestione 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 17
18 Scegliere tra le diverse fonti di finanziamento Criteri DURATA COSTO FINANZIA MENTO Capitale di credito (prestito finanziario) Prestito che deve essere restituito a data scadenza Debiti a breve, medio, lungo termine Debiti di finanziamento, di funzionamento Interessi passivi da corrispondere a banche e finanziatori Capitale di rischio (capitale sociale) Permanentemente legato alla vita dell'impresa (adatto per finanziare investimenti a lungo periodo) Non origina costi espliciti E' remunerato dalla realizzazione di un (eventuale) reddito positivo Indicazioni: - Coerenza tra durata di fonti ed impieghi - Minimizzazione dei costi - Equilibrio nella struttura finanziaria (minimizzazione dei rischi) Tuttavia la scelta non è prettamente una valutazione economica: - Istanze del soggetto economico (es. conservare il governo dell impresa) - Vincoli legali - Reale possibilità di accesso al mercato finanziario
19 L effetto sulla redditività dei debiti di finanziamento Prima di ricorrere ad un prestito finanziario è opportuno confrontare il costo del capitale di terzi (i) con la redditività dell impresa (R.O.I.), poiché si rischia di ridurre la redditività dei mezzi propri (R.O.E.). Infatti, data la relazione: R.O.E.= R.O.I. + (R.O.I. i ) x CC/CP Se R.O.I > 1 all aumentare dell indebitamento aumenta la redditività, quindi conviene indebitarsi Se R.O.I < 1 all aumentare dell indebitamento la redditività diminuisce, quindi non conviene indebitarsi 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 19
20 Autofinanziamento L AUTOFINANZIAMENTO consiste nel reinvestire nell azienda quanto ottenuto mediante l attività svolta nei precedenti esercizi comporta la rinuncia totale o parziale alla distribuzione dei dividendi; è un concetto riferito ad un lasso di tempo specifico infatti si misura in termini di variazione/incremento; esistono due metodi di calcolo: sintetico ed analitico. METODO SINTETICO A.F. : investimenti - debiti - (apporti-rimborsi) L autofinanziamento esprime la differenza tra l incremento degli investimenti ed l incremento di capitale di credito e capitale proprio, evidenziando la quota parte di investimenti che viene finanziata internamente METODO ANALITICO A. F. : (utili+riserve) + rettifiche dell attivo L autofinanziamento si calcola sommando l incremento delle singole poste (riserve, utili non da distribuire e rettifiche come fondi rischi e risconti passivi) che non costituiscono capitale di credito, né capitale di rischio 14 ottobre 2005 Ragioneria Generale e Applicata 20
Ragioneria Generale e Applicata 1
9 L ECONOMICITA Ragioneria Generale e Applicata 1 L ECONOMICITA è un concetto generale che riguarda tutte le aziende (sia aziende di produzione che aziende di erogazione) e che definisce il criterio (regola
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