L ECONOMICITÀ AZIENDALE

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1 L ECONOMICITÀ AZIENDALE IMPRESA tende alla sopravvivenza (autonoma) nel tempo 1 a condizione: Equilibrio economico Risorse consumo (utilizzazione) Collocamento l azienda deve conseguire in volume di ricavi tale da reintegrare tutte le risorse e remunerare adeguatamente tutti i fattori, compreso il capitale proprio, in relazione agli andamenti e situazioni similari di mercato. Remunerazione: Preventivamente stabilita per tutti i fattori (rischio limitato) Residuale e successiva per il capitale proprio (pieno rischio)

2 Riformuliamo la prima condizione: Equilibrio economico nell ambito dei tempi d attesa concretamente sopportabili. Definiti da: Disponibilità finanziarie Disponibilità soggettiva Finanziamento esterno: allunga i tempi di attesa Finanziamenti concessi = impiego di risorse = + fabbisogno finanziario = meno tempi di attesa Ricorso al capitale di terzi:: ha riflessi finanziari ma anche economici (interessi espliciti ed impliciti). Il ricorso al finanziamento esterno presuppone la capacità dell azienda di generare risorse tali da restituire le somme ricevute. Influiscono sui tempi di attesa anche: La disponibilità del soggetto economico a tenere i propri capitali vincolati a lungo in azienda La sua valutazione positiva del ritorno economico dell investimento.

3 2 a Condizione: EQUILIBRIO FINANZIARIO Flussi monetari della gestione produttiva Da: ricavi di vendita prodotti incasso crediti di regolamento cessione fattori strumentali Per: costo acquisto fattori d esercizio pagamento debiti di regolamento costo acquisto fattori strumentali ENTRATE Equilibrio dinamico USCITE Flussi monetari della gestione finanziaria Da: apporti di capitale proprio assunzione debiti di finanziamento rimborso crediti di di finanziamento Per: rimborsi di capitale proprio e pagamento di dividendi rimborso debiti di finanziamento concessione crediti di finanziamento

4 In fase d impianto necessità di risorse finanziarie per avviare la produzione In fase di funzionamento necessità di risorse per far fronte ai pagamenti Disponibilità risorse: nei tempi e condizioni più soddisfacenti. Eventuali eccedenze vanno prontamente e convenientemente reinvestite Anticipazione dei costi rispetto ai ricavi: genera fabbisogno finanziario. Sfasamenti tra dinamica economica (ricavi costi) e dinamica finanziaria (entrate uscite) Occorre tendere a realizzare entrambi gli equilibri. Senza l equilibrio finanziario, a medio termine si compromette anche l equilibrio economico: Personale che si licenzia Banche che chiedono solleciti rientri Fornitori che sospendono il servizio.

5 Equilibrata situazione finanziaria = stabilizzata attitudine ad armonizzare i flussi di entrate con quelli in uscita. Può essere analizzata in modo prospettico (budget finanziario, budget di cassa). È un problema molto rilevante nelle piccole imprese, che in genere hanno: - Meno garanzie patrimoniali da offrire - Meno credito di finanziamento - Meno potere contrattuale con le banche - Meno impatto socio/economico sull ambiente. I risultati economici positivi rafforzano invece l AUTOFINANZIAMENTO. AUTOFINANZIAMENTO: capacità dell impresa di fronteggiare fabbisogni finanziari senza ricorrere (o ricorrendo in minor misura) all indebitamento.

6 INVESTIMENTI E FONTI FINANZIARIE NELLA GESTIONE D IMPRESA IMPIEGHI Disponibilità liquide Crediti di regolamento Crediti di finanziamento Giacenze di magazzino Immobilizzazioni tecniche FONTI Debiti di regolamento Debiti di finanziamento Capitale proprio - apportato - generato dalla gestione Tra fonti e impieghi NON ESISTONO correlazioni specifiche, ma solo nell ambito del sistema, ossia: Complesso fonti = Complesso impieghi Tuttavia è bene fronteggiare i vari impieghi con fonti di pari disponibilità, cioè: impieghi a breve fonti a breve impieghi a M.L.T. fonti a M.L.T. FABBISOGNO A BREVE liquidità crediti a breve scorte beni materiali ed immateriali FABBISOGNO DUREVOLE scorte funzionali (crediti debiti) liquidità giornaliera

7 INDEBITAMENTO: sul piano economico comporta oneri costanti variabili REINTEGRAZIONE ECONOMICA = Rigenerazione del capitale investito. Si ha quando i ricavi coprono, oltre ai costi monetari, anche le quote di ammortamento Infatti: Ricavi = + Cassa o crediti Ammortamento = costi senza diminuzione di cassa il costo monetario è già stato pagato. L indebitamento è un fatto negativo? Non sempre: se il tasso di redditività del capitale investito nell attività produttive d impresa (ROI) è > del tasso medio d indebitamento (i), conviene indebitarsi (LEVA FINANZIARIA) entro certi limiti (dipendenza, sincronia con investimenti, andamenti economici stabili ecc.)

8 ESEMPIO Voci Investimenti Capitale proprio Debiti bancari Reddito operativo Oneri finanziari Reddito netto ROI Tasso di profitto netto In % su capitale proprio Soluzione A Soluzione B == == % 10% 10% (10:100) 12% (6:50) Soluzione B: + conveniente

9 INDEBITAMENTO Prevalentemente a medio lungo termine Prevalentemente a breve termine maggiore stabilità delle fonti e respiro più lungo è di norma più costoso + impieghi in fattori + fabbisogno produttivi pluriennali finanziario + impieghi in fattori - fabbisogno produttivi correnti finanziario

10 VALUTAZIONE PROSPETTICA DELL EQUILIBRIO FINANZIARIO CAPITALE CIRCOLANTE NETTO (CCN) = = cassa + crediti a breve meno debiti a breve + scorte CCN da gestione reddituale: produzione realizzata (vendite + incremento rimanenze prodotti e semilavorati) meno costi che comportano variazioni nel CCN - Consumi di materie - Retribuzioni e contributi - Spese per servizi -. = CCN generato nell esercizio

11 CASH FLOW generato dalla gestione reddituale: + entrate monetarie per ricavi d esercizio -uscite monetarie per costi d esercizio + anticipi da clienti -anticipi a fornitori per fattori d esercizio + incasso crediti d esercizio iniziali -pagamento debiti d esercizio iniziali = CASH FLOW generato dalla gestione reddituale CASH FLOW GLOBALE: +/- CASH FLOW generato dalla gestione reddituale +/- CASH FLOW generato dalla gestione extrareddituale: Fabbisogno di capitale: + investimenti in attesa di realizzo + scorte liquide = INVESTIMENTI o IMPIEGHI Fronteggiato da FONTI DI FINANZIAMENTO + mezzi propri + capitale di terzi.

12 3 a condizione: Efficienza In generale: efficienza = produzione ottenuta mezzi utilizzati In particolare, l efficienza può essere riferita a: - Rendimento fisico/tecnico dei fattori - Produzione rispetto a resi, scarti, ecc. - (in valore) ricavo ottenuto/costo impianti. EFFICIENZA EFFICACIA Risultato ottenuto Obiettivo previsto Efficienza perseguibile non sempre coincide con quella massima possibile per un certo fattore. Efficienza interna (PRODUTTIVITÀ) Efficienza esterna (COMPETITIVITÀ) Efficacia ed efficienza sono indispensabili anche nelle imprese che operano in gruppo.

13 Dinamismo concorrenziale tendenza al Continuo miglioramento aggiornamento tecnico-produttivo miglioramento dei rendimenti rafforzamento della capacità produttiva L azienda deve svolgere un ruolo attivo ed innovativo (R&S). Da un lato, realizza modifiche nelle strutture e processi produttivi nell organizzazione del lavoro nei prodotti e nei rapporti di collaborazione con altre unità nella promozione dei prodotti. Dall altro, tende a realizzare diversificazione dei prodotti innovazione tecnologica politiche per incrementare la domanda Sono tutte attività necessarie, ma richiedono crescenti investimenti.

14 Spinta al più frequente rinnovo delle attrezzature = maggiori fabbisogni finanziari E ancora: incremento costi pluriennali irrigidimento condizioni di gestione tendenza all aumento della dimensione minima necessario mantenere: produttività competitività elasticità.

15 ECONOMICITÀ DI GRUPPO 1) Certe aziende raggiungono l autosufficienza economica solo all interno del gruppo (economicità riflessa, non autonoma) 2) Altre aziende non raggiungono l equilibrio economiche neanche all interno del gruppo, ma vengono mantenute in vita per motivi particolari (immagine, pubblicità, sopravvivenza come condizione per ottenere certi benefici a livello di gruppo) PER LE IMPRESE PUBBLICHE: Convenienza macroeconomica. Problemi particolari delle imprese pubbliche: - Poca attenzione all economicità - Elevate pressioni sociali Cioè NO vincolo di mercato=+ Costi per collettività Privatizzazione!

16 OBIETTIVI E MOTIVAZIONI Azienda: fa propri gli obiettivi del soggetto economico Tali obiettivi dipendono da motivazioni Vincoli ambientali Soggetto economico titolare o soci di maggioranza Manager non proprietari Esprimono specifiche motivazioni Per i titolari o soci di maggioranza: - entità e stabilità remunerazione - crescita valore patrimoniale dell impresa - propensione al rischio - creatività imprenditoriale - status sociale e relative gratificazioni - remunerazione attività direzionale Per i soci che non amministrano: - valorizzazione investimento (dividendi e valore della quota di capitale)

17 Per i dirigenti non proprietari: - motivazioni economiche (compenso attività) - prospettive di crescita professionale, di sicurezza e stabilità del lavoro - riconoscimento da parte della collettività della positiva funzione dell impresa - necessità di soddisfare le attese dei soci Altre attese che convergono sull impresa: - Dipendenti retribuzione e aspetti normativi ma anche economicità conservazione del posto di lavoro - Collettività si attende comportamenti socialmente responsabili (utilizzo risorse, rapporto con l ambiente, diffusione ricchezza) - Finanziatori richiedono solvibilità - Clienti e fornitori mirano ad ottenere condizioni favorevoli Quadro attese ed interessi varia a seconda di: - diversa natura soggetto economico - dimensione aziendale - intensità motivazioni dei vari soggetti

18 REDDITO consente: sopravvivenza dell impresa nel tempo (soddisfa gli obiettivi di sicurezza, ecc.) miglioramento del valore patrimoniale dell impresa (riserve) sviluppo dell impresa (maggior ruolo sociale dell impresa e dei manager)

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20 CREAZIONE DEL VALORE Approccio stakeholders value l impresa deve creare valore per tutti i soggetti che vi partecipano, senza privilegiare alcuno di essi ma Soggetto economico decide quali soggetti e attese vadano privilegiate Approccio shareholders value funzione obiettivo dell impresa = + valore economico del capitale proprio ma anche capacità di creare valore anche per gli altri soggetti

21 I RISCHI NELLA GESTIONE D IMPRESA Incertezza condizione operativa tipica per il sistema aziendale Variabile esito operazioni gestionali per effetto delle variabilità: - delle componenti ambientali - dei comportamenti aziendali Incertezza deriva da: - molteplicità variabili e continuo dinamismo - complessità dei loro legami - condizioni di non perfetta conoscenza - comportamenti dei soggetti coinvolti, non sempre controllabili - aspetti tecnico-operativi (rendimenti fattori ) - imprevedibilità quadro ambientale Rischi assumono rilievo sul piano Economico (minori ricavi o > costi) Finanziario

22 Sistema dei rischi: concorre a determinare il Rischio economico generale d impresa Che riassume un insieme di rischi specifici RISCHI SPECIFICI: - di mercato - di inesigibilità dei crediti - di cambio - di fornitura - di garanzia - di magazzino (di giacenza, di disponibilità, d esercizio, di consegna e collaudo) - sulle immobilizzazioni tecniche - su titoli e partecipazioni - d interesse - di reputazione - altri Coscienza del rischio aiuta a fronteggiarlo Programmazione aziendale: svolge un ruolo positivo sul contenimento dei rischi

23 L azienda tende a trasferire ove possibile il rischio in capo ad altri soggetti, con: - contratti di assicurazione - particolari contratti (factoring, contratti di assistenza tecnica, ecc.) Cioè sostenendo oneri certi ma delimitati rispetto al rischio potenziale (trasferimento nello spazio) Trasferimento nel tempo: - politiche di autoassicurazione (accantonamenti specifici in bilancio a fronte dei rischi particolari); - costituzione di riserve (contro il rischio economico generale d impresa) Valutazione economica e scelta fra il trasferimento dei rischi a terzi e l autoassicurazione Rischi statici assicurabili Rischi dinamici non assicurabili (se non a costi proibitivi)

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