Ragioneria Generale e Applicata 1
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- Veronica Guerra
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1 9 L ECONOMICITA Ragioneria Generale e Applicata 1 L ECONOMICITA è un concetto generale che riguarda tutte le aziende (sia aziende di produzione che aziende di erogazione) e che definisce il criterio (regola di condotta) in base al quale prendere le decisioni e che garantisce alle aziende di realizzare i propri fini Ragioneria Generale e Applicata 2 1
2 L economicità Tutte le aziende, per poter conseguire i propri fini, devono essere in grado di operare in condizioni di: - economicità - autonomia (attitudine a vivere senza dover ricorrere a interventi di sostegno e di copertura sistematici da parte di altre economie); - durabilità (attitudine a durare nel tempo anche in ambiente mutevole). DURABILITA AUTONOMIA ECONOMICITA Ragioneria Generale e Applicata 3 I vari giudizi di economicità ECONOMICITA' ECONOMICITA' AZIENDALE ECONOMICITA' SUPERAZIENDALE ECONOMICITA' DI GRUPPO MACROECONOMICITA' O ECONOMICITA' COLLETTIVA AZIENDALE: E FORMULATO CONSIDERANDO L IMPRESA DA SOLA, SENZA TENER CONTO DEI RAPPORTI CHE LA LEGANO CON LE ALTRE ECONOMIE DI GRUPPO, CONSIDERA L IMPRESA COME ELEMENTO DEL GRUPPO DI APPARTENENZA L IMPRESA È CONSIDERATA NELL AMBITO DI UNA VASTA ECONOMIA TERRITORIALE Ragioneria Generale e Applicata 4 2
3 Perché l economicità è importante? Perché tutta l attività dell impresa deve ispirarsi al principio dell ECONOMICITA ; sia il progetto di costituzione dell impresa, così come ogni altra decisione di investimento devono essere economicamente validi. Di conseguenza, l economicità è il criterio che consente di giudicare la convenienza ad avviare e/o continuare una certa attività imprenditoriale Ragioneria Generale e Applicata 5 Condizioni in cui si esplica l economicità Il principio dell economicità si esplica nel rispetto di due equilibri simultanei: 1) realizzare l EQUILIBRIO ECONOMICO (o reddituale) = attitudine dell impresa a remunerare, alle condizioni di mercato, tutti i fattori produttivi, compresi il capitale di credito e il capitale di rischio 2) realizzare un adeguata POTENZA FINANZIARIA = saper far fronte sempre ai propri impegni (uscite finanziarie) con le entrate derivanti dalla gestione d impresa 3
4 Condizioni in cui si esplica l economicità L Equilibrio Economico si realizza quando remunero tutti i fattori produttivi: RICAVI = Remunerazione fattori produttivi in posizione contrattuale (es. fornitori di materie prime, manodopera, fornitori di capitale di credito) + Remunerazione di fattori produttivi in posizione residuale (capitale di rischio) ovvero RICAVI>=COSTI+REDDITO D ESERCIZIO CONGRUO La congruità del reddito LA REMUNERAZIONE E CONGRUA QUANDO, TENUTO CONTO DEL RISCHIO E DELL EVENTUALE LAVORO IMPRENDITORIALE, E IN LINEA CON QUELLA RICAVABILE DAI MIGLIORI INVESTIMENTI ALTERNATIVI Ovvero la remunerazione è congrua se è pari o superiore alla somma dei tre componenti fondamentali: -i1= compenso per puro investimento di capitale; -I2= compenso per il rischio sopportato; -i3=compenso per il lavoro imprenditoriale eventualmente prestato Remunerazione capitale di rischio è espressa come i = reddito dell esercizio capitale di rischio i >= i1 + i2 + i3 Ragioneria Generale e Applicata 8 4
5 La congruità del reddito i >= i1 + i2 + i3 -i1= compenso per puro investimento di capitale RILEVO IL RENDIMENTO OTTENIBILE DA INVESTIMENTO ALTERNATIVO PRIVO DI RISCHIO (es. rendimento di BTP: 4%) -I2= compenso per il rischio sopportato RILEVO IL RISCHIO DI PERDITA come - probabilità di perdita (es. 100 aziende su 1000 : il 10% è in perdita) - entità della perdita media (es. 25% del capitale netto) = 0,10 x 0,25 = 0,025 ovvero 2,5% -i3=compenso per il lavoro imprenditoriale eventualmente prestato RILEVO IL COMPENSO MEDIO DI UN DIRIGENTE e LO RAPPORTO ALL AMMONTARE DI CAPITALE INVESTITO Ragioneria Generale e Applicata 9 L equilibrio economico La condizione di equilibrio la possiamo calcolare in relazione al breve periodo (nel corso del singolo esercizio) o nel lungo periodo. Tuttavia, di norma, essa si realizza nel lungo periodo perché tutti i prodotti delle imprese hanno un ciclo di vita che non genera subito ricavi immediati sufficienti a coprire i costi CICLO DI VITA DI UN PRODOTTO ricavi tempo Ragioneria Generale e Applicata 10 5
6 Il ciclo di vita dei prodotti 1- INTRODUZIONE: il prodotto nuovo è immesso sul mercato 2- SVILUPPO: rapido incremento delle vendite 3- MATURITA : le vendite crescono (meno che nella fase di sviluppo), diventa importante fare politiche di prezzo idonee e sconti 4- SATURAZIONE: le vendite sono stabili, diventa importante fare leva su fattori collegati al prodotto (es. imballaggio, servizi) 5- DECLINO: le vendite sono in calo; è importante fare pubblicità Ragioneria Generale e Applicata 11 Il ciclo di vita dei prodotti Confrontiamo l andamento delle vendite con andamento dei costi: nelle prime fasi è impossibile riuscire a raggiungere l equilibrio economico ricavi costi tempo (n. anni) tempo (n. anni) Ragioneria Generale e Applicata 12 6
7 B.E.P. = Break Even Point o punto di rottura Considerato che Il PUNTO DI EQUILIBRIO ECONOMICO E IL PUNTO IN CUI I RICAVI SONO MAGGIORI DEI COSTI LEGATI A FATTORI IN POSIZIONE CONTRATTUALE SI DA POTER REALIZZARE UNA REMUNERAZIONE CONGRUA DEI FATTORI IN POSIZIONE RESIDUALE R > C allora il BREAK EVEN POINT è esprimibile come IL PUNTO IN CUI I RICAVI DELL ATTIVITA D IMPRESA EGUAGLIANO I COSTI TOTALI R = C Ragioneria Generale e Applicata 13 B.E.P. = Break Even Point o punto di rottura B.E.P. quando Rt =Ct ovvero quando il reddito di esercizio è nullo E.E.E. quando Rt =Ct + Rem. Congrua ovvero quando l azienda è in equilibrio economico Ragioneria Generale e Applicata 14 7
8 Il calcolo del BEP e l analisi dei suoi componenti Il punto di rottura (BEP) indicante il livello di attività di pareggio E Il punto di equilibrio economico (EEE) Indicante il livello di attività che consente di conseguire un dato risultato economico Si calcolano attraverso la RELAZIONE o EQUAZIONE DI BASE: Ricavi Totali Costi Totali = Risultato Economico p x Q [(cv x Q) + CF] = RE Ragioneria Generale e Applicata 15 Il calcolo del BEP e l analisi dei suoi componenti L analisi della relazione RT CT = RE permette di: - determinare a quali volumi di produzione (Q) i ricavi di vendita (p x Q) arrivano a superare i costi di produzione complessivi [(cv x Q) + CF], passando da una situazione di perdita a una di profitto analizzare le relazioni che legano il risultato economico all andamento dei livelli di attività (ovvero all andamento dei ricavi, dei costi e dei volumi di attività), si parla appunto di analisi costi, volumi e risultati Ragioneria Generale e Applicata 16 8
9 Le ipotesi di lavoro dell analisi C-V-R Assunzioni semplificatrici: Linearità delle funzioni di ricavo e di costo Significa che per il periodo temporale preso in considerazione vi è: - costanza dei prezzi e dei costi dei fattori produttivi; - costanza dei livelli di efficienza; - costanza dei prezzi-ricavo dei prodotti; - costanza dell ammontare dei costi fissi Coincidenza dei volumi di produzione e vendita Significa che non c è nessuna variazione nel livello delle scorte dei prodotti finiti Costanza del mix di produzione e vendita (in riferimento alle aziende pluriprodotto) Ragioneria Generale e Applicata 17 La determinazione del punto di pareggio Ponendo nell equazione di base p x Q [(cv x Q) + CF] = RE il reddito di esercizio uguale a zero si ottiene il punto di pareggio: Q * = CF/ (p-cv) Quindi conoscendo di costi fissi totali, il prezzo unitario di vendita ed i costi variabili unitari è possibile determinare la quantità minima da produrre (se produco di meno avrò una perdita) Ragioneria Generale e Applicata 18 9
10 La determinazione del punto di pareggio C,R RT: ricavi totali Area del profitto CT =CFT+CVT Area di perdita B.E.P. Margine di contribuzione totale CVT: costi variabili totali CFT: costi fissi totali Q* Q: quantità di output Si osserva che: Il coefficiente angolare della curva ricavi è = p (prezzo unitario) Il coefficiente angolare della curva dei costi totali e quello della curva dei costi variabili è il medesimo ed è = cv (costo variabile unitario) Ragioneria Generale e Applicata 19 Potenza finanziaria Per operare in condizioni di economicità è necessario anche AVERE ADEGUATA POTENZA FINANZIARIA si ha adeguata potenza finanziaria quando L AZIENDA RIESCE A REPERIRE CAPITALE (DI RISCHIO O DI CREDITO) SUFFICIENTE PER COPRIRE CONTINUAMENTE, PIENAMENTE E CONVENIENTEMENTE IL FABBISOGNO FINANZIARIO Ragioneria Generale e Applicata 20 10
11 Potenza finanziaria IL FABBISOGNO FINANZIARIO DELL AZIENDA DERIVA DALL ECCEDENZA DELLE USCITE SULLE ENTRATE F.F. tx entrate uscite t L alternanza di E e U per operazioni tipiche d esercizio crea un DISEQUILIBRIO MONETARIO che viene coperto ricorrendo al capitale proprio o di credito Ragioneria Generale e Applicata 21 USCITE DERIVANO DA: OPERAZIONI D ESERCIZIO INVESTIMENTI IN CREDITI DI FINANZIAMENTO (concessione di un credito) Ragioneria Generale e Applicata 22 11
12 USCITE PER ESSE, SI DISTINGUONO LE SEGUENTI FASI: 1. LA PREVISIONE 2. LA LIQUIDAZIONE 3. IL PAGAMENTO Ragioneria Generale e Applicata 23 ENTRATE DERIVANO DA: OPERAZIONI D ESERCIZIO DISINVESTIMENTO DI CREDITI DI FINANZIAMENTO (riscossione di un credito) Ragioneria Generale e Applicata 24 12
13 ENTRATE PER ESSE, SI DISTINGUONO LE SEGUENTI FASI: 1. LA PREVISIONE 2. L ACCERTAMENTO 3. LA RISCOSSIONE Ragioneria Generale e Applicata 25 Operazioni che generano Entrate e Uscite E entrate accensione di finanziamenti + capitale proprio + debiti di finanziamento + debiti di funzionamento U uscite rimborso di finanziamenti - capitale proprio - debiti di finanziamento - debiti di funzionamento smobilizzo di un investimento + vendita di prodotti con riscossione simultanea o differita (operazioni di esercizio che generano ricavi) + incasso di crediti di funzionamento o di finanziamento + disinvestimento (vendita) di bene pluriennale effettuazione di un investimento acquisto dei fattori produttivi (es. materie prime) con pagamento simultaneo o differito erogazione di prestiti ad altri soggetti (+crediti) investimento (acquisto) di bene ad utilità pluriennale remunerazione del capitale di rischio Ragioneria Generale e Applicata 26 13
14 Calcolo del Fabbisogno Finanziario SI HA FABBISOGNO FINANZIARIO QUANDO LE USCITE IN FASE DI LIQUIDAZIONE SONO SUPERIORI ALLE ENTRATE IN FASE DI RISCOSSIONE: F.F. (Tx) = U. tot in liquidaz. E. tot. in riscoss. Ragioneria Generale e Applicata 27 Calcolo del Fabbisogno Finanziario POSSO CALCOLARE IL FABBISOGNO FINANZIARIO AD UNA CERTA DATA DALLO STATO PATRIMONIALE F.F. = investimenti in attesa di realizzo fondi di rettifica riserve e utili non distribuiti Ragioneria Generale e Applicata 28 14
15 Calcolo del fabbisogno finanziario ATTIVITA PASSIVITA Investimenti in attesa di realizzo CASSA E BANCA K CREDITI MATERIE PRIME SEMILAVORATI PRODOTTI RATEI ATTIVI IMPIANTI FABBRICATI BREVETTI PARTECIPAZIONI CAPITALE DI CREDITO MUTUI; DEBITI A BREVE; T.F.R.; RATEI PASSIVI FONDO IMPOSTE E TASSE FONDI RETTIFICA R FONDO SVALUTAZIONE CREDITI FONDI AMMORTAMENTO RISCONTI PASSIVI S CAPITALE SOCIALE RISERVE e UTILI Z INVESTIMENTI FONTI FINANZIAM. * I ratei passivi sono debiti in via di formazione, mentre i risconti sono una rettifica indistinta dell attivo, gli utili da distribuire sono debiti Ragioneria Generale e Applicata 29 Le fonti di finanziamento CAPITALE PROPRIO CAPITALE DI CREDITO AUTOFINANZIAMENTO Ragioneria Generale e Applicata 30 15
16 Capitale proprio IL CAPITALE PROPRIO CONSISTE NEI MEZZI CHE IL SINGOLO IMPRENDITORE O I SOCI IMMETTONO E RISCHIANO NELL ATTIVITA D IMPRESA IL CAPITALE PROPRIO E DIVISO IN AZIONI: ORDINARIE (voto + dividendo + rimborso) PRIVILEGIATE (voto ev. limitato ad ass. straord) DI RISPARMIO (no voto) DI GODIMENTO (no voto) A FAVORE DI PRESTATORI DI LAVORO Ragioneria Generale e Applicata 31 Capitale di credito IL CAPITALE DI CREDITO E COSTITUITO DA QUEI MEZZI CHE VENGONO IMMESSI NELL ATTIVITA IMPRENDITORIALE DA SOGGETTI NON SOCI CHE NON SOPPORTANO IL RISCHIO IMPRENDITORIALE LE FORME DI REPERIMENTO DI CAPITALE DI CREDITO PIU COMUNI SONO: PRESTITO OBBLIGAZIONARIO (diveri tipi) CREDITO BANCARIO CREDITO MERCANTILE (dilazione di pagamento) CREDITO DEI DIPENDENTI (credito diretto o indiretto come TFR) Ragioneria Generale e Applicata 32 16
17 Autofinanziamento L AUTOFINANZIAMENTO CONSISTE NEL REINVESTIMENTO DI QUANTO OTTENUTO MEDIANTE L ATTIVITA SVOLTA NEI PRECEDENTI ESERCIZI Quindi COMPORTA LA RINUNCIA TOTALE O PARZIALE ALLA DISTRIBUZIONE DI UTILI/DIVIDENDI N.B. è un concetto riferito ad un lasso di tempo specifico infatti si misura in termini di variazione/incremento. Ragioneria Generale e Applicata 33 Il calcolo dell autofinanziameno SINTETICO: A.F. = INVESTIMENTI- DEBITI-APPORTI+RIMBORSI L autofinanziamento esprime la differenza tra l incremento degli investimenti e l incremento di capitale di credito (debiti) e capitale proprio, evidenziando la quota parte di investimenti che viene finanziata internamente ANALITICO: A.F. = UTILI+ F.DO RISCHI+ F.DO RISERVA+ F.DO AMM.TI L autofinanziamento si calcola sommando l incremento delle singole poste (riserve, utili non da distribuire e rettifiche come fondi rischi e risconti passivi) che non costituiscono capitale di credito, né capitale di rischio Ragioneria Generale e Applicata 34 17
18 La scelta delle fonti di finanziamento Scegliere tra DIVERSE TIPOLOGIE DI FINANZIAMENTO significa scegliere/definire la STRUTTURA FINANZIARIA Tale scelta deve essere oculata, cioè deve considerare: - eventuali vincoli giuridici (es. solo le società per azioni possono ricorrere al prestito obbligazionario) o di mercato (es. non è un periodo buono per andare in borsa) - quale fonte è più conveniente (es. minimizza i costi) in un certo momento per l impresa (valutazione economica) Ragioneria Generale e Applicata 35 La scelta delle fonti di finanziamento 1) BISOGNA TENER PRESENTE CHE LE FONTI FINANZIANO L IMPRESA NEL SUO COMPLESSO E NON IL SINGOLO INVESTIMENTO (anche se poi è possibile chiedere singolo finanziamento sulla base di ipoteca su singolo bene acquistato) 2) LE SCELTE VANNO EFFETTUATE IN CHIAVE DI MARKETING FINANZIARIO, cioè BISOGNA TENER CONTO DELLE ESIGENZE DI COLORO CHE DETENGONO I CAPITALI (tipologia di finanziamento che preferiscono sottoscrivere e tasso di remunerazione atteso) Ragioneria Generale e Applicata 36 18
19 La scelta delle fonti di finanziamento 3) OCCORRE TENER PRESENTE L ESIGENZA DEL SOGGETTO ECONOMICO DI CONSERVARE IL GOVERNO DELL IMPRESA (es. evito l aumento di capitale sociale che comporta ingresso di altri soci o loro aumento di potere) 4) OCCORRE ADATTARE IL FINANZIAMENTO ALLE CARATTERISTICHE DEL FABBISOGNO FINANZIARIO (ci deve essere coerenza di durata tra fonti di finanziamento ed impieghi, per cui il tipo di finanziamento - es. mutuo vs. scoperto in c/c -, deve tener conto della natura durevole degli investimenti) Ragioneria Generale e Applicata 37 La scelta delle fonti di finanziamento Analisi storica del fabbisogno finanziario Fab.fin β2 β1 α tempo Ragioneria Generale e Applicata 38 19
20 La scelta delle fonti di finanziamento DURATA Elementi di analisi COSTO FINANZIAMENTO Capitale di credito (prestito finanziario) Prestito che deve essere restituito a scadenza Debiti a breve, medio, lungo termine Debiti di finanziamento e di funzionamento Interessi passivi da corrispondere a banche e finanziatori Capitale di rischio (capitale sociale) Permanentemente legato alla vita dell impresa (adatto a finanziare investimenti di lungo periodo) Non origina costi espliciti E remunerato dalla realizzazione di (eventuale) reddito positivo Ragioneria Generale e Applicata 39 La scelta delle fonti di finanziamento 5) LA VALUTAZIONE ECONOMICA (convenienza) SI MISURA CONFRONTANDO: IL COSTO DEL FINANZIAMENTO DA TERZI (i) CON LA REDDITIVITA COMPLESSIVA DELL IMPRESA (R.O.I.) E VALUTANDO QUANTO UN AUMENTO DEI FINANZIAMENTI DA TERZI (indebitamento) INFLUISCE SULLA REDDITIVITA -> EFFETTO LEVERAGE Ragioneria Generale e Applicata 40 20
21 La scelta delle fonti di finanziamento L EFFETTO LEVERAGE è l effetto prodotto dall indebitamento sulla redditività aziendale Quindi dobbiamo monitorare: - il costo del capitale di terzi (i) (i) = oneri finanziari / capitale di credito - la redditività dell impresa (R.O.I.), ROI = Reddito operativo/capitale Investito (tot. Fonti) - la redditività dei mezzi propri (R.O.E.). ROE= Reddito netto / capitale proprio - il livello di indebitamento (CC/CP) CC/CP = capitale di credito/ capitale proprio Ragioneria Generale e Applicata 41 La scelta delle fonti di finanziamento RELAZIONE TRA: R.O.E, R.O.I., COSTO DEL FINANZIAMENTO, CAPITALE PROPRIO E CAPITALE DI CREDITO: R.O.E.= R.O.I. + (R.O.I.-i) x CC/CP Se R.O.I> i all aumentare dell indebitamento aumenta la redditività, quindi conviene indebitarsi Se R.O.I< i all aumentare dell indebitamento la redditività diminuisce, quindi non conviene indebitarsi Ragioneria Generale e Applicata 42 21
22 Economicità nel gruppo L IMPRESA CHE SINGOLARMENTE NON E IN EQUILIBRIO ECONOMICO POTREBBE REGISTRARE RISULTATI POSITIVI ALL INTERNO DEL GRUPPO LE CAUSE: Minori costi che l azienda può ottenere per lo svolgimento di servizi o attività fatte in gruppo o dal gruppo (piuttosto che da sola): ORGANIZZAZIONE DI ALCUNI SERVIZI MARKETING PRODUZIONE FINANZA Ragioneria Generale e Applicata 43 Economicità in funzione del gruppo QUANDO L AZIENDA NON RAGGIUNGE L EQUILIBRIO ECONOMICO NEANCHE ALL INTERNO DEL GRUPPO, MA E CONVENIENTE TENERLA IN VITA PERCHE CONTRIBUISCE AL RAGGIUNGIMENTO IN MODO POSITIVO AL RISULTATO GLOBALE cioè contribuisce a rendere economico il gruppo Verifica: confronto due bilanci consolidati (utile di gruppo) relativi a due ipotesi: con e senza il contributo dell azienda in questione Ragioneria Generale e Applicata 44 22
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