Classificazione del passivo secondo parametri finanziari
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- Leonardo Verde
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1 Classificazione del passivo secondo parametri finanziari
2 Con riferimento ai sistemi aziendali da cui i flussi di ricchezza traggono origine, distinguiamo le FONTI in: Fonti endogene Fonti esogene
3 Nelle fonti endogene rientrano tutti quei mezzi di finanziamento che trovano origine all interno del microsistema considerato. Sono, quindi, fonti autogenerate dall azienda azienda stessa come risultato della gestione reddituale (autofinanziamento propriamente detto), o fonti che provengono da disinvestimenti e cioè frutto della diminuzione del capitale investito sia in immobilizzazioni sia nell attivo circolante (ad es. la cessione di un immobilizzazione o la riscossione di un credito precedentemente concesso).
4 Nelle fonti esogene rientrano tutte le ricchezze prodotte da economie terze. Ci si riferisce in questo caso non solo ai capitali negoziati sul mercato e che generano oneri per l impresa, l ma anche ai capitali che il soggetto aziendale eventualmente decida di apportare. Sono fonti, quindi, provenienti dalla contrazione di debiti a breve o medio/lungo periodo, da aumenti di capitale a pagamento o dall aumento aumento del capitale sociale.
5 Con riferimento alla titolarità giuridica dei mezzi, le fonti si distinguono in: Capitale proprio Capitale di terzi
6 Il capitale proprio è costituito sia dalla ricchezza generata dal microsistema considerato sia da quella apportata dal soggetto aziendale. Il capitale di terzi, o di prestito, è il frutto della negoziazione di linee di credito sia in forma aspecifica, vale a dire generico potere di acquisto (mezzi finanziari) sia come ricchezza già investita in beni economici strumentali per la realizzazione della combinazione produttiva.
7 Anche per le componenti delle fonti si può effettuare una classificazione che prenda in considerazione l attitudine a generare flussi monetari in uscita entro un determinato lasso di tempo. È possibile accorpare l intero passivo in due raggruppamenti a seconda che i singoli cespiti possiedano la capacità di generare flussi monetari in uscita: ENTRO UN ESERCIZIO O PERIODO AMMINISTRATIVO (12 mesi), è la categoria del PASSIVO CORRENTE (o PASSIVITA A BREVE TERMINE), nella quale rientrano tutti quei finanziamenti a breve ciclo di estinzione (debiti di funzionamento) o di utilizzo (debiti di finanziamento a breve, il più delle volte scoperti di conto corrente bancario); OLTRE 12 MESI, è la categoria del CAPITALE PERMANENTE, nella quale rientrano sia i finanziamenti aspecifici negoziati sul mercato di capitali a lungo termine ( DEBITI DI FINANZIAMENTO A MEDIO/LUNGO TERMINE, o PASSIVITA CONSOLIDATE), sia i mezzi propri destinati pertanto ad essere investiti permanentemente nel sistema aziendale.
8 I margini della struttura patrimoniale
9 La rielaborazione dello Stato patrimoniale secondo criteri finanziari consente di effettuare un primo confronto tra gli impieghi e le fonti di finanziamento, in modo da verificare se la struttura patrimoniale è armonica ed equilibrata. Le relazioni che, in generale, devono essere rispettate sono: Attivo corrente > Debiti a breve scadenza Attivo immobilizzato < Capitale permanente (Patrimonio netto + Debiti a media e lunga scadenza)
10 La verifica delle condizioni esposte avviene attraverso il calcolo di tre importanti risultati: L attivo netto disponibile Il margine di tesoreria Il margine di struttura
11 L attivo netto disponibile è dato dalla differenza tra l attivo corrente e i debiti a breve scadenza. Patrimonio circolante netto = Attivo corrente Debiti a breve scadenza Tale risultato esprime il grado di utilizzo degli impieghi di breve periodo nel processo di copertura dei debiti scadenti nel breve periodo. Se l attivo netto disponibile è positivo, significa che l impresa è in grado di far fronte agli impegni finanziari di prossima scadenza utilizzando gli impieghi liquidi o prontamente liquidabili; Se l attivo netto disponibile è negativo, significa che l impresa si trova o si troverà in una posizione di mancanza di liquidità. Nell ipotesi che tutti i debiti siano di prossima scadenza, l azienda si troverà nell impossibilità di effettuare i rimborsi dovuti, a meno che non smobilizzi parte degli impieghi in attività immobilizzate. Questa manovra può però pregiudicare l aspetto economico della gestione.
12 Il margine di tesoreria esprime la capacità dell azienda di far fronte mediante le risorse liquide o prontamente liquidabili alle uscite determinate dai debiti a breve termine. Margine di tesoreria = (Disponibilità liquide + Disponibilità finanziarie) - Debiti a breve scadenza Se il margine di tesoreria è positivo, l azienda si trova in una situazione di equilibrio finanziario perché nell eventualità di una integrale restituzione dei debiti agli aventi diritto, sarebbe in grado di far fronte agli impegni assunti; Se il margine di tesoreria è negativo, l indicazione di massima ricavabile in questa ipotesi è negativa, nel senso che l azienda si trova in una situazione di carenza di liquidità.
13 Il margine di struttura assume carattere di complementarità rispetto all attivo disponibile netto. Esso esprime la capacità dell azienda di far fronte al fabbisogno finanziario derivante dagli investimenti in immobilizzazioni, mediante il ricorso ai mezzi propri, oppure al totale del capitale permanente. Margine di struttura primario = Capitale proprio Attivo immobilizzato Margine di struttura secondario = Capitale permanente Attivo immobilizzato Poiché nella realtà operativa è abbastanza raro che il capitale proprio riesca a coprire l intero fabbisogno finanziario derivante dalla copertura delle attività immobilizzate, nelle indagini conoscitive si fa riferimento quasi sempre al margine secondario di struttura, il quale può risultare: positivo. Ciò significa che il capitale permanente finanzia anche parte dell attivo circolante, con una struttura fonti-impieghi che risulta equilibrata; negativo. In questo caso si evidenzia una sostanziale incapacità del capitale permanente a coprire le attività immobilizzate, che saranno in parte finanziate con passività correnti. Tale situazione è fonte di uno squilibrio finanziario, perché specularmente l attivo netto disponibile è negativo e l impresa si potrà trovare in una situazione di carenza di liquidità.
14 Esercitazione
15 Dati: Fabbricati Debiti vs/fornitori Impianti Debiti tributari Debiti vs/istituti previdenziali Macchine d ufficio Cambiali attive Mutui passivi Crediti vs/clienti Arredamento Cassa Merci Materiale di consumo Banca c/c passivo Cambiali passive C/c postali
16 ATTIVO PASSIVO IMMOBILIZZAZIONI PASSIVITA CORRENTI Impianti Debiti vs/fornitori Fabbricati Debiti tributari Macchine d ufficio Debiti vs/istituti previdenziali Arredamento Cambiali passive TOT. IMMOBILIZZAZIONI Banca c/c passivo TOT. PASS. CORRENTI DISPONIBILITA RIMANENZE PASSIVITA CONSOLIDATE Merci Mutui passivi Materiale di consumo TOT. PASS. CONSOLIDATE TOT. RIMANENZE DISP. NON LIQUIDE CAPITALE PROPRIO Cambiali attive Crediti vs/clienti TOT DISP. LIQUIDE Cassa C/c postali TOT TOTALE DISPONIBILITA
17 MARGINE DI STRUTTURA Capitale permanente ( ) - Attivo immobilizzato ( ) = POSITIVO: Struttura fontiimpieghi EQUILIBRATA MARGINE DI TESORERIA Disp. Liquide+disp. Non liquide ( ) - Passività a breve (92.748) = POSITIVO: EQUILIBRIO FINANZIARIO ATTIVO NETTO DISPONIBILE Tot. Disponibilità ( ) - Passività a breve (92.748) = POSITIVO: Gli impieghi di breve periodo riescono a coprire i debiti scadenti nel breve periodo
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