Bollettino Ufficiale Regione Piemonte - Parte I e II Supplemento al numero marzo 2004

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1 3. Gli usi finali 3.1 Indicatori energetici Aspetti metodologici Per una analisi delle caratteristiche del sistema energetico di un determinato territorio che consenta di evidenziare e spiegare, con riferimento ad un certo periodo di tempo, i cambiamenti che si sono manifestati nelle modalità di impiego delle fonti energetiche nei diversi settori d uso (Agricoltura, Industria, Trasporti, Terziario e Residenziale), si possono utilizzare i dati assoluti forniti dai bilanci energetici, ma anche specifici rapporti che siano espressione sintetica dell andamento di serie storiche energetiche rispetto ad altre (economiche, demografiche, fisiche, ecc.). L analisi energetica deve avvalersi dei parametri relativi alle attività economiche (agricoltura, industria e terziario) e civili (residenziale e servizi) poiché l energia è uno dei fattori produttivi utilizzati nelle stesse attività e pertanto è importante analizzare le modalità del suo impiego, ovvero il rendimento o efficienza. I rapporti tra grandezze energetiche e variabili economiche, strutturali, demografiche, ecc., calcolabili, in base ai dati disponibili, per ogni settore di attività economica ai diversi livelli di aggregazione territoriale, vengono definiti Indicatori di efficienza energetica. Il concetto di efficienza energetica è utilizzato per indicare i progressi compiuti negli interventi atti ad assicurare un uso razionale dell energia. Progressi che si identificano in una migliore utilizzazione dell energia sia nella prestazione di un servizio sia nella produzione di un bene e che consentono una riduzione dei consumi energetici a parità di servizio fornito o di produzione realizzata. Lo scopo del calcolo degli indicatori è di poter fare un analisi dettagliata e comparata con altre realtà territoriali della efficienza energetica del territorio di riferimento; analisi che consente di evidenziare situazioni particolari di bassa efficienza per le quali si possano avanzare le prime ipotesi di interventi tesi all ottimizzazione degli impieghi energetici nei diversi settori di consumo e quindi di effettuare ipotesi sull evoluzione futura. Il calcolo degli indicatori di efficienza energetica richiede la disponibilità di serie storiche omogenee ed attendibili relative sia alle variabili energetiche sia a quelle economico, strutturali e demografiche. A questo scopo possono essere utilizzate statistiche ufficiali o, in mancanza, stime ad hoc. Gli indicatori calcolabili a livello nazionale sono di due tipi: descrittivi ed esplicativi; i primi rappresentano la situazione dell efficienza energetica del territorio, gli altri hanno lo scopo di spiegare le ragioni delle variazioni dei consumi energetici e degli indicatori descrittivi e, conseguentemente, del miglioramento o peggioramento dell efficienza energetica. 56

2 A livello regionale la carenza di dati disaggregati non permette di determinare gli stessi indicatori calcolati a livello nazionale ed internazionale (in particolare quelli esplicativi). È comunque possibile effettuare confronti temporali e spaziali tra le varie regioni e tra queste e l Italia. Gli indicatori possono essere calcolati rispetto alle variabili economiche e rispetto a quelle tecnico-economiche. I primi esprimono la cosiddetta intensità energetica, ossia il rapporto tra consumo di energia e un indice di attività economica (PIL, Valore Aggiunto, Consumi Privati, Investimenti, ecc.), generalmente valutato a prezzi costanti per evitare gli effetti dell inflazione. Invece i rapporti tecnico economici sono calcolati rapportando il consumo di energia ad indicatori di attività misurati in termini fisici (tonnellate di acciaio, numero di passeggeri, ecc.), oppure a delle unità di consumo (veicoli, abitazioni, ecc.) e prendono il nome di consumi unitari. Struttura dati per il calcolo degli indicatori regionali SETTORE RESIDENZIALE Dati di base economico-strutturali Le variabili considerate a livello regionale per il settore residenziale sono le seguenti: consumi finali delle famiglie: di fonte ISTAT, Annuario Statistico Italiano, sono espressi in miliardi di lire a prezzi costanti 1990; popolazione residente: di fonte ISTAT, Annuario Statistico Italiano, sono espressi in migliaia di unità; abitazioni occupate: i valori sono ottenuti attraverso elaborazioni ENEA su dati ISTAT di censimento; superficie media per abitazione: i valori sono espressi in metri quadri ed anche in questo caso sono ottenuti attraverso elaborazioni ENEA su dati ISTAT di censimento; Dati di base energetici Tutti i dati relativi ai consumi energetici sono ripresi dai Bilanci Energetici Regionali elaborati dall ENEA. Le variabili considerate sono: consumi finali totali di energia; consumi finali di energia elettrica. SETTORE TERZIARIO Dati di base economico-strutturali Per il settore terziario le variabili sono le seguenti: valore aggiunto al costo dei fattori: i valori sono espressi in miliardi di lire a prezzi costanti 1990 e sono ripresi dalla pubblicazione ISTAT Annuario Statistico Italiano ; 57

3 unità di lavoro: i valori sono espressi in migliaia di unità e sono ripresi dalla pubblicazione ISTAT Annuario Statistico Italiano. Dati di base energetici Le variabili considerate sono: consumi finali totali di energia; consumi finali di energia elettrica. SETTORE TRASPORTI Dati di base economico-strutturali Le variabili considerate a livello regionale per il settore trasporti sono le seguenti: numero di autovetture circolanti: di fonte ACI è disaggregato secondo l alimentazione tra: > auto a benzina; > auto a gasolio; > auto a GPL + metano + energia elettrica. numero di autobus circolanti: di fonte ACI è disaggregato secondo l alimentazione tra: > autobus a benzina; > autobus a gasolio; > autobus a GPL + metano + energia elettrica. numero di autocarri circolanti: di fonte ACI è disaggregato secondo l alimentazione tra: > autocarri a benzina > autocarri a gasolio > autocarri a GPL + metano numero di motoveicoli circolanti: di fonte ACI è disaggregato per tipologia tra: > ciclomotori (fino a 50 CC) > motocicli (oltre 50 CC) > motocarri I dati rilevati dall ACI sono riferiti a tutti quei veicoli che, iscritti nei Pubblici Registri, debbono pagare la tassa a prescindere dalla effettiva circolazione. Dati di base energetici Per il settore trasporti sono state prese in considerazione le seguenti variabili: consumi finali totali di energia; consumi di benzina per trasporto su strada; consumi di gasolio per trasporto su strada. SETTORE INDUSTRIALE Dati di base economico-strutturali Le variabili considerate a livello regionale per il settore industria sono le seguenti: 58

4 valore aggiunto al costo dei fattori: i valori sono espressi in miliardi di lire a prezzi costanti 1990 e sono ripresi dalla pubblicazione ISTAT Annuario Statistico Italiano ; unità di lavoro: i valori sono espressi in migliaia di unità e sono ripresi dalla pubblicazione ISTAT Annuario Statistico Italiano. Dati di base energetici Per il settore industria sono state prese in considerazione le variabili: consumi finali totali di energia; consumi finali di energia elettrica. Metodologia per il calcolo degli indicatori regionali MACROECONOMIA Indicatori descrittivi economici Intensità energetica finale del PIL: consumi finali di energia/pil a prezzi costanti 1990 (tep/mld. lire 1990) intensità elettrica del PIL: consumi finali di energia elettrica/pil a prezzi costanti 1990 (tep/mld.lire 1990) Indicatori descrittivi tecnico-economici consumi energetici pro capite: consumi finali totali di energia/popolazione residente (tep/abitante) consumi elettrici pro capite: consumi finali di energia elettrica/popolazione residente (kwh/abitante) consumi energetici per kmq: consumi primari totali di energia/superficie territoriale (tep/kmq) Indicatori di efficienza energetica del Settore Residenziale Come già detto a livello regionale sono stati determinati solo alcuni indicatori di efficienza energetica (tra quelli descrittivi ed esplicativi). Tuttavia attraverso questi è possibile sia monitorare i cambiamenti avvenuti nell efficienza energetica di una regione sia effettuare i confronti tra le varie regioni e l Italia. Indicatori descrittivi economici intensità energetica dei consumi privati delle famiglie: 59

5 consumi finali di energia del settore residenziale/ consumi privati delle famiglie - (tep/mld.lit90) intensità elettrica dei consumi privati delle famiglie: consumi finali di energia elettrica del settore residenziale/consumi privati delle famiglie a prezzi costanti (1990) (tep/mld. Lit 90). Indicatori descrittivi tecnico-economici consumo energetico medio per abitazione occupata: consumi finali di energia del settore residenziale / numero di abitazioni occupate - (tep / abitazione) consumo elettrico medio per abitazione occupata: consumi finali di energia elettrica del settore residenziale / numero di abitazioni occupate - (kwh / abitazione) consumo energetico medio per mq: consumi finali di energia del settore residenziale / (numero di abitazioni occupate x mq per abitazione) - (kep/mq) Indicatori esplicativi tecnico-economici La variazione dei consumi energetici è innanzitutto scomponibile in tre effetti esplicativi: effetto quantità: componente della variazione dei consumi energetici per riscaldamento spiegata dai cambiamenti nel numero totale di abitazioni occupate riscaldate - (Mtep). Effetto quantità =(Abitazioni occupate riscaldate anno i - abitazioni occupate riscaldate anno 1988)*consumo energetico per abitazione per riscaldamento anno effetto clima: componente della variazione dei consumi energetici per riscaldamento spiegata dai cambiamenti nelle condizioni climatiche medie - (Mtep) Effetto clima = (consumo energetico per abitazione per riscaldamento anno i - consumo energetico per abitazione per riscaldamento a clima normalizzato anno i) * numero di abitazioni occupate riscaldate. effetto consumo unitario: componente della variazione dei consumi energetici per riscaldamento spiegata dai cambiamenti nei consumi per abitazione - (Mtep) Effetto consumo unitario = (consumo energetico per abitazione per riscaldamento anno i - consumo energetico per abitazione per riscaldamento anno 1988) * numero di abitazioni occupate riscaldate. A sua volta l effetto consumo unitario è scomponibile in tre effetti esplicativi: 60

6 effetto efficienza: componente della variazione dei consumi energetici per riscaldamento spiegata dal miglioramento dell efficienza energetica degli edifici Effetto efficienza = (consumo energetico medio per mq anno i - consumo energetico medio per mq anno 1988)/ consumo energetico medio per mq anno 1988 * consumo energetico per abitazione per riscaldamento a clima normalizzato anno 1988 * numero di abitazioni occupate riscaldate. effetto sostituzione energetica = componente della variazione dei consumi energetici per riscaldamento spiegata dal cambiamento nel mix dei combustibili impiegati - (Mtep). Effetto sostituzione energetica = ( consumo in energia utile per abitazione per riscaldamento anno 1988 / consumo in energia utile per abitazione per riscaldamento anno i * consumo energetico per abitazione per riscaldamento a clima normalizzato anno i - consumo energetico per abitazione per riscaldamento a clima normalizzato anno 1988) * numero di abitazioni occupate riscaldate. effetto struttura abitazioni = componente della variazione dei consumi energetici per riscaldamento spiegata dal cambiamento nella struttura abitativa - (Mtep) Effetto struttura abitazioni = effetto consumo unitario - effetto efficienza - effetto sostituzione energetica. Indicatori di efficienza energetica del settore terziario Indicatori descrittivi economici intensità energetica del VA del terziario: consumi finali di energia del settore terziario / valore aggiunto del terziario a prezzi costanti (1990)-(tep/mld. Lit 90) intensità elettrica del VA del terziario: consumi di energia elettrica del settore terziario / valore aggiunto del terziario a prezzi costanti (1990)-(tep/mld. Lit 90) Indicatori descrittivi tecnico-economici consumo energetico unitario per addetto nel terziario: consumi finali di energia nel settore terziario / unità di lavoro del settore terziario-(tep / addetto) consumo elettrico unitario per addetto nel terziario: consumi finali di energia elettrica nel settore terziario / unità di lavoro del settore terziario-(kwh / addetto) 61

7 Indicatori di efficienza energetica del settore trasporti Indicatori descrittivi economici intensità energetica rispetto al PIL: consumi finali di energia del settore trasporti / PIL a prezzi costanti (1990)-(tep/mld. Lit 90) Indicatori descrittivi tecnico-economici consumo unitario di benzina per auto equivalente: consumi finali di benzina per trasporto su strada / (numero di auto a benzina + numero di autocarri a benzina espressi in auto equivalenti + numero di motocicli espressi in auto equivalenti + numero di autobus a benzina espressi in auto equivalenti ). (tep/veicolo) Questi coefficienti sono calcolati a livello nazionale e, sulla base dei consumi unitari dei singoli veicoli, è possibile trasformare i veicoli stessi in auto equivalente. consumo unitario di gasolio per auto equivalente: consumi finali di gasolio per trasporto su strada / (numero di auto a gasolio + numero di autocarri a gasolio espressi in auto equivalenti + numero di autobus a gasolio espressi in auto equivalenti). (tep/veicolo) Questi coefficienti sono calcolati a livello nazionale e, sulla base dei consumi unitari dei singoli veicoli, è possibile trasformare i veicoli stessi in auto equivalente. Indicatori di efficienza energetica del settore industriale Indicatori descrittivi economici intensità energetica dell industria: consumi finali di energia del settore industria / valore aggiunto dell'industria a prezzi costanti (1990) - (tep / mld. Lit 90) intensità elettrica dell industria: consumi finali di energia elettrica del settore industria / valore aggiunto dell'industria a prezzi costanti (1990) (tep/mld. Lit 90) Indicatori descrittivi tecnico-economici consumo energetico unitario per addetto nell industria: consumi finali di energia nel settore industria / unità di lavoro del settore industria - (tep/addetto) consumo elettrico unitario per addetto nell industria: consumi finali di energia elettrica nel settore industria / unità di lavoro del settore industria - (kwh / addetto) 62

8 Indicatori di efficienza energetica del settore agricolo intensità energetica del valore aggiunto dell agricoltura: consumi finali di energia del settore Agricoltura/valore aggiunto dell agricoltura a prezzi costanti (1990) (tep/mld. lire 1990) consumo energetico unitario per addetto nell agricoltura: consumi finali di energia nel settore agricoltura / unità di lavoro del settore agricoltura - (tep/addetto). Indicatori di efficienza energetica Indicatori di efficienza energetica macroeconomici Per avere un quadro sintetico del livello di efficienza raggiunto dal sistema energetico della Regione rispetto alla situazione economica e sociale, è utile analizzare l andamento delle intensità energetiche e dei consumi unitari, sia a livello macroeconomico che per i singoli settori di attività. L'intensità energetica, definita come rapporto tra l'energia consumata e PIL da infatti una misura dell'efficienza con cui l'energia viene utilizzata. Può però essere presa come indicatore significativo solo per confrontare aree territoriali con un grado di sviluppo analogo: infatti nella fase di sviluppo industriale, l'intensità energetica tende ad essere molto più elevata che in situazioni pienamente sviluppate poiché, nel primo caso, la produzione si concentra sulle infrastrutture e sui beni strumentali che hanno un elevato contenuto energetico. Nei prossimi paragrafi si procederà, con la valutazione dell'intensità energetica e degli altri principali indicatori di efficienza energetica del Piemonte facendo opportuni confronti con i corrispondenti indicatori calcolati a livello nazionale. Intensità energetica del PIL La situazione economica piemontese relativa agli anni 90, è stata caratterizzata da estrema dinamicità. L economia regionale infatti, a causa della sua elevata esposizione alla competitività internazionale, tende ad amplificare le oscillazioni cicliche, come evidenziabile dall esame del trend relativo al PIL regionale (Tab. 1). A partire dal 1990 i maggiori elementi di dinamicità tra le attività industriali sembrano provenire dai comparti della chimica, dell alimentare, del siderurgico, mentre per il settore dei mezzi di trasporti si evidenziano chiari sintomi di rallentamento. Si è soliti considerare l industria manifatturiera il settore principale dell economia in Piemonte, ma oramai il terziario rappresenta più del 50% dell economia regionale, sia in termini di prodotto lordo che di investimenti. Nel periodo il 74% dell incremento del prodotto lordo piemontese è dovuto proprio all espansione dei servizi. L evoluzione della struttura economica regionale, si riflette sulla struttura del consumo energetico, contribuendo a determinare la variazione del mix di fonti energetiche utilizzate, sia in assoluto che rispetto al PIL. 63

9 Nel periodo il PIL della Regione è aumentato dell 8,2% circa e i consumi energetici dell 11,6%, conseguentemente l intensità energetica è passata da 85,3 a 87,7 tep/mld.di lire con un incremento del 2,9%. L analisi della dinamica dei tre aggregati nel periodo in esame (Fig. 1) consente di individuare sostanziali corrispondenze tra andamento dell intensità energetica e ricchezza regionale. Negli anni di espansione del PIL, infatti, l intensità energetica si è ridotta, nonostante l incremento degli impieghi energetici (come per esempio negli anni ), mentre nei periodi di rallentamento della crescita economica l intensità è aumentata, con l unica eccezione nel 1995/1996 quando è stata la consistente crescita dei consumi energetici a condizionare l andamento dell intensità. In particolare, a seguito della crisi economica del 1993, il PIL regionale ha raggiunto il suo punto di minimo, con una riduzione del 2,5% rispetto all anno precedente, in corrispondenza, l intensità energetica è aumentata del 3,1%. Successivamente, fino al 1995, il PIL regionale ha mostrato una consistente ripresa (+7,1%) e l intensità energetica è diminuita del 3,2%. Proprio nel periodo , si è avuta la massima crescita del PIL regionale (+3,8% - Fig. 2), tale ripresa economica determinata da quasi tutti i comparti dell industria manifatturiera, ha lasciato praticamente invariata la domanda interna, mentre ha determinato un incremento dei consumi energetici (+3,6%); pertanto in quegli anni, si è registrata una modesta riduzione dell intensità energetica (-0,2%). Fig. 1 PIEMONTE - Intensita' energetica del pil (numeri indice - anno base 1990) 115,0 110,0 105,0 100,0 95,0 90,0 85, Consumi energetici PIL Intensità energetica 64

10 Fig. 2 PIEMONTE - Tassi annui di variazione dell intensità energetica e del PIL Variazioni % ,8 2,5 3,5 3,1 3,2 2,5 1,2 0,4 0,3-0,8-0,4-1,3-0,2-1,2-3,1-2, PIL Intensità energetica La crescita dell economia regionale, nel periodo considerato, è attribuibile soprattutto alla forte espansione dei servizi destinabili alla vendita, che, nel 1996, hanno contribuito per oltre il 47% alla determinazione del PIL facendo registrare, a partire dal 1988, un aumento del Valore Aggiunto - V.A. (+18,7%) superiore a quello di tutti gli altri settori. L espansione dei consumi di energia, invece, è riconducibile principalmente al settore industriale (+13%). Il trend dell intensità energetica totale è dunque il risultato degli effetti combinati delle intensità energetiche dei settori di attività: la crescita rilevata nel periodo in esame, è stata causata principalmente dal forte incremento registrato nell intensità relativa al settore industriale (+14,5%). In questi anni, infatti, il valore aggiunto dell Industria è lievemente diminuito (-0,8%), a causa soprattutto del calo rilevato nel comparto manifatturiero, mentre gli impieghi energetici sono aumentati del 4,4%. Per gli altri settori, invece, si è rilevato un andamento dell indicatore decrescente o stazionario o comunque una crescita di modesta entità. In particolare, come si vedrà meglio in seguito, l intensità energetica del V.A. si è ridotta del 2,3% circa nell'agricoltura, è aumentata del 2,1% nel settore terziario, si è leggermente ridotta nel residenziale, mentre nel settore trasporti ha assunto lo stesso valore agli estremi del periodo di riferimento, mostrando un trend piuttosto irregolare negli anni intermedi (Fig. 3). 65

11 TAB. 1 - PIEMONTE - INTENSITA ENERGETICA FINALE DEL PIL TEP/MLD.LIRE 1990) Intensità energetiche Var % 96/88 Agricoltura 62,7 66,1 59,6 51,6 49,4 51,6 50,9 55,0 61,3-2,2 Industria 79,3 80,1 82,8 84,8 88,6 92,7 93,6 90,0 90,8 +14,5 Residenziale* 42,5 41,2 40,1 41,7 39,6 41,4 37,6 41,6 41,0-3,5 Terziario 13,7 13,6 13,7 14,4 13,5 13,9 13,0 13,3 14,0 +2,2 Trasporti 23,0 22,7 21,6 23,0 22,7 24,2 23,9 22,3 23,0 0 Totale 85,3 84,9 83,8 86,8 85,7 88,4 85,7 85,5 87,7 2,8 * Per il settore residenziale si è calcolata l'intensità energetica dei consumi delle famiglie Per il 1996 l'indicatore è stato calcolato con riferimento ai consumi delle famiglie stimati Fig. 3 PIEMONTE - Andamento delle intensita' energetiche del pil tep/mld lire Agricoltura Industria Residenziale Terziario Trasporti Totale 66

12 A livello di singole fonti, si osserva come il maggior contributo alla crescita dei consumi totali provenga soprattutto dai combustibili gassosi e in particolare dal gas naturale, aumentato dal 1988 del 54% circa. Tale crescita è dovuta in primo luogo al crescente ricorso al gas naturale dell industria piemontese, i consumi di questa fonte nella sola industria, incidono infatti per il 45% sugli impieghi complessivi di combustibili gassosi della Regione, e sono aumentati ben del 63% dal 1988 al 1996, soprattutto in alternativa ai combustibili liquidi. Un trend crescente è stato registrato anche per gli impieghi di energia elettrica (+19%), mentre per i prodotti petroliferi e i combustibili solidi si sono avute riduzioni rispettivamente del 12,4% e del 35,8% (Fig. 4). A seguito dell incremento degli impieghi di gas, l intensità dei combustibili gassosi è aumentata di oltre il 40%, un andamento completamente opposto si è rilevato, invece, per i prodotti petroliferi: per essi l intensità energetica è diminuita del 19% circa, passando da 42,8 a 33,9 tep / mld lire 90. Per l intensità elettrica si è potuto notare un valore sostanzialmente costante fino al 1991, ed una crescita negli anni successivi; in tutto il periodo considerato, il rapporto tra consumi di energia elettrica e PIL regionale è passato da 14,7 a 16,1 tep /mld.lire 90, con un incremento del 10% circa. Pertanto, nel periodo , in corrispondenza della crescita del PIL, l impiego di combustibili solidi e derivati petroliferi è diminuito, mentre è aumentato il ricorso all energia elettrica, ed in misura più rilevante al gas naturale. L andamento delle intensità delle fonti energetiche è sinteticamente illustrato nel grafico che segue, mentre i valori e gli andamenti delle intensità energetiche totali e dei vari settori di utilizzo, sono riportati nella tabella 1 e nel grafico 3. 67

13 Fig.4 - PIEMONTE - Intensità delle fonti energetiche rispetto al PIL 45,0 40,0 35,0 tep/mld lire 90 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0, Combustibili gassosi Prodotti petroliferi Energia elettrica Combustibili solidi In Italia, l intensità energetica del PIL, agli estremi dello stesso periodo di riferimento, è rimasta sostanzialmente stabile intorno a 83 tep/mld.lire, dopo aver alternato fasi di espansione e contrazione negli anni intermedi (Fig. 5). L'andamento rilevato è stato il risultato di un incremento degli impieghi energetici pari all'8% e di una crescita economica del 12% circa. Per quanto riguarda l'intensità elettrica, si è rilevato un trend crescente (7,3%), da 13,7 a 14,7 tep/mld.lire 90. Sia per l intensità energetica che per l intensità elettrica, nel 1996 a livello nazionale sono stati registrati dei valori inferiori ai corrispondenti regionali rispettivamente del 5,2% e del 7,5%. Inoltre confrontando i tassi di variazione dell intensità energetica nelle due aree, (Fig.6) si vede come le variazioni, quasi sempre dello stesso segno, siano state di maggiori entità nella Regione ad eccezione del 1994 quando l intensità energetica in Italia è diminuita ad un ritmo più sostenuto, a causa della consistente variazione dei consumi energetici. Un confronto tra i valori delle intensità energetiche in Piemonte e in Italia è riportato nei grafici 5 e 6. 68

14 Fig. 5 - Intensita energetica del pil (PIEMONTE, ITALIA) tep/mld lire 90 89,0 88,0 87,0 86,0 85,0 84,0 83,0 82,0 81,0 80,0 79,0 78, Piemonte Italia Fig. 6 Variazioni % delle intensità energetiche del PIL in Piemonte e in Italia variazioni % ,5 3,1 2,5 1,8 1,6 1,6 0,7-0,4-0,6-0,2-0,2-1,3-1,2-0,8-3,1-3, Piemonte Italia 69

15 Consumi unitari Nel periodo il consumo finale energetico pro capite in Piemonte è passato da 2,16 a 2,45 tep per abitante, con un incremento (+13,4%) di poco superiore a quello registratosi a livello nazionale (+12,2%) (Tab. 2). Nel 1996, anno in cui la domanda di energia della Regione ha raggiunto il suo valore massimo (10,5 Mtep) si è registrato un consumo per abitante pari a 2,45 tep, (il più alto valore dell'intervallo di tempo in esame) superiore di oltre il 21% al corrispondente dato nazionale (2,02). A partire dal 1988 l andamento dei consumi unitari in Piemonte è stato sostanzialmente analogo a quello riscontrato a livello nazionale (Fig. 7), ad eccezione del periodo , quando nella Regione si è verificato un incremento più consistente dell indicatore, causato dal contemporaneo incremento degli impieghi energetici e dal calo della popolazione regionale. Fig.7 Consumi energetici pro capite in Piemonte e in Italia 2,7 (tep/abitanti) 2,4 2,1 1,8 2,16 1,8 2,21 2,21 1,86 1,88 2,3 1,9 2,28 1,97 2,29 1,96 2,3 1,93 2,38 2,01 2,45 2,02 1, Piemonte Italia Anche in Italia nel 1996 i consumi energetici pro capite hanno assunto il valore massimo dopo aver mostrato una significativa riduzione dal 1992 al 1994 (-2%), dovuta all aumento della popolazione (+0,5%) e alla contemporanea riduzione dei consumi (-0,9%), seguita da un consistente incremento (+4,1%) nel 1995, attribuibile all espansione degli impieghi energetici (+4,5%). Proprio il 1995 è l anno del massimo aumento dei consumi unitari nazionali, mentre in Piemonte, l incremento più significativo si è avuto nel 1991, anno in cui si è registrato un incremento dei consumi energetici e una contemporanea contrazione della popolazione. 70

16 Si può notare, inoltre, ponendo a confronto i due indicatori nelle due aree, come i dati regionali siano stati sempre superiori ai corrispondenti nazionali con un divario che tende ad aumentare negli anni (Tab. 2). TAB. 2 CONSUMI ENERGETICI FINALI PRO CAPITE E PER KMQ IN PIEMONTE E IN ITALIA PIEMONTE Consumo energetico pro capite (tep/abitante) Consumo elettrico pro capite (kwh/abitante) Consumo energetico per kmq (tep/kmq) ITALIA Consumo energetico pro capite (tep/abitante) Consumo elettrico pro capite (kwh/abitante) Consumo energetico per kmq (tep/kmq) Var % 96/88 2,16 2,21 2,21 2,3 2,28 2,29 2,3 2,38 2,45 13, , ,4 1,80 1,86 1,88 1,90 1,97 1,96 1,93 2,01 2,02 12, , ,2 Come si rileva dai dati in tabella, nel periodo in esame si è registrato anche un incremento dei consumi elettrici unitari, aumentati sia in Piemonte che in Italia in modo quasi proporzionale. Fig. 8 Consumi elettrici unitari in Piemonte e in Italia kwh/abitanti Piemonte Italia È inoltre evidente come anche i consumi elettrici per abitante siano stati, in tutto il periodo, più elevati nella Regione che in Italia (Fig.8), dove comunque, i valori rilevati sono risultati tra i più bassi a livello mondiale, soprattutto per la limitata diffusione degli usi termici dell'energia elettrica (cucina, riscaldamento, acqua calda), contrariamente a quanto accaduto in vari Paesi dell'europa centro - settentrionale, in Francia e in Germania. In particolare, nel 1996 il consumo elettrico pro capite nella Regione è stato del 25% superiore a quello nazionale. Considerando inoltre l incidenza dei consumi energetici finali sulla superficie regionale (tep/kmq)si può osservare che, nel periodo

17 1996, questa è aumentata dell 11,4%, con punta massima (441 tep/kmq) nel 1996, in corrispondenza dell'incremento dei consumi energetici. Confrontando gli indicatori calcolati a livello regionale con i corrispondenti nazionali, si evidenzia che, al 1996, anche il consumo energetico per kmq in Piemonte è stato di circa il 15% superiore a quello italiano. In Italia, infatti, si è registrato un consumo energetico pari a 1,8 tep per abitante ed un consumo elettrico superiore a 3,4 mila kwh per abitante. Questa situazione si presenta anche se si considerano i consumi primari totali, vale a dire le quantità di fonti energetiche disponibili nella Regione o per essere consumate o per essere trasformate in energia elettrica. Il rapporto con la popolazione residente mostra che, i valori nazionali sono stati, in tutto il periodo in esame, sempre inferiori a quelli regionali; ciò è dovuto soprattutto al maggior consumo interno lordo di gas del Piemonte, aumentato di circa il 59% contro il 36% rilevato in Italia. TAB. 3 - CONSUMI ENERGETICI PRIMARI PRO CAPITE E PER KMQ PIEMONTE Consumo energetico pro capite (tep/abitante) 3,04 3,15 3,10 3,20 3,19 3,20 3,25 3,38 3,45 Consumo energetico per kmq (tep/kmq) 557,2 575,2 565,2 576,0 576,2 577,8 585,4 607,5 621,8 ITALIA Consumo energetico pro capite (tep/abitante) 2,76 2,82 2,83 2,94 2,95 2,92 2,88 3,01 3,01 Consumo energetico per kmq (tep/kmq) 522,6 538,2 542,5 553,5 558,2 552,8 548,1 572,8 573,6 Complessivamente comunque tutto il consumo interno lordo piemontese è aumentato in modo più consistente di quanto verificatosi a livello nazionale; pertanto, si può rilevare, nella Regione un valore di 3,04 tep per abitante nel 1988, ed uno di 3,45 tep nel 1996, con una crescita del 13%, mentre a livello nazionale si è registrato un trend in aumento dell 8,7%. Il consumo interno lordo pro capite della Regione è stato, nel 1996, di circa il 15% superiore al dato nazionale e il divario tra gli indicatori delle due aree è risultato in aumento: nel 1988 la differenza era del 10% circa. Con riferimento invece ai consumi primari per kmq nelle due aree, si è rilevata in Piemonte una crescita del 12%, da 557 tep per kmq nel 1988, a 622 tep per kmq; a livello nazionale si è avuto un incremento quasi della stesa entità (+10% circa). Comunque, al 1996, i consumi energetici per kmq nella Regione sono stati dell 8% circa superiori a quelli nazionali. In sostanza l'analisi degli indicatori in Piemonte e in Italia, ha consentito di rilevare valori più elevati nella Regione, sia per quanto riguarda le intensità energetiche ed elettriche del PIL, sia per quanto riguarda i consumi unitari. In particolare, a livello settoriale, rispetto alla situazione media nazionale, è stata registrata nella Regione, una maggiore intensità nei settori residenziale e terziario, mentre un valore 72

18 più ridotto si è rilevato nel settore industriale, nonostante i consumi energetici dell industria piemontese siano aumentati del 13% contro il 4% rilevato in Italia. Un valore più basso dell intensità energetica è stato rilevato in Piemonte anche per il settore Trasporti, che comunque ha un peso sulla struttura energetica regionale sicuramente più ridotto di quello che ha il corrispondente comparto nazionale sui consumi energetici complessivi. Questa caratteristiche è confermata anche dall intensità dei combustibili liquidi che infatti è decisamente più elevata in Italia, mentre nella Regione hanno un valore più elevato l intensità elettrica e soprattutto l intensità dei combustibili gassosi. Un confronto tra le intensità energetiche per settore e per fonte nelle due aree è riportato nei grafici 9 e 10. FIg. 9 intensità energetiche del pil nei settori di attività in piemonte e in italia al tep/mld.lire Agricoltura Industria Residenziale Terziario Trasporti Totale Piemonte Italia 73

19 FIg.10 intensità delle fonti energetiche rispetto al PIL in piemonte e in italia al ,0 80,0 70,0 tep/mld.lire 90 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Combustibili gassosi Prodotti petroliferi Energia elettrica Combustibili solidi Totale Piemonte Italia Indicatori di efficienza energetica del settore industriale Intensità energetica del V.A. industriale Il Piemonte è una regione caratterizzata da una elevata concentrazione industriale: a livello territoriale infatti, nella sola provincia di Torino si concentra il 50% dell intera occupazione manifatturiera; a livello di dimensione di impresa la grande impresa ha un peso nettamente superiore a quello medio nazionale, e infine, a livello di settore, la Regione è caratterizzata dalla più importante specializzazione nel comparto degli autoveicoli. Complessivamente quattro settori (chimica, alimentare, carta ed editoria, gomma e plastica) sono cresciti più della media regionale negli ultimi anni, proseguendo un trend già iniziato a partire dagli anni 80; mentre sei settori (energia, meccanica, altri mezzi di trasporto, tessile, pelli e cuoio, mobili e legno) che negli anni 80 avevano fatto registrare una crescita superiore alla media, ora manifestano un rallentamento; un trend invertito si è rilevato invece per i settori metallurgia, abbigliamento ed estrattivo. Le caratteristiche strutturali del settore industriale, la evoluzione del mix produttivo e dell incidenza dei vari comparti di attività hanno determinato significative modifiche della composizione dei consumi energetici settoriali e della loro incidenza sul V.A. industriale. La forte crescita del comparto chimico, per esempio, ha influito sul consistente incremento degli impieghi energetici settoriali e in particolare su quelli di gas in alternativa ai prodotti petroliferi. Complessivamente, praticamente in ogni settore si è avuto un maggior ricorso a gas ed energia elettrica ed un minor impiego di combustibili solidi e prodotti petroliferi. L analisi del trend dei consumi energetici complessivi in relazione al V.A. settoriale, consente inoltre di rilevare un trend sostanzialmente analogo delle due variabili, soprattutto a partire dal 1993, anche se per il V.A. le variazioni sono state più accentuate. 74

20 Nel periodo , l intensità energetica del VA nel settore industriale regionale è aumentata del 14,5% passando da 79,3 a 90,8 tep/mld di lire con un incremento particolarmente consistente fino al 1994 (+18%), dovuto soprattutto alla diminuzione del V.A. settoriale, e una riduzione nei due anni successivi (-3%) favorita dalla ripresa produttiva industriale e quindi del V.A.. Nel triennio , infatti l apparato produttivo dell industria piemontese si è ridotto del 20%, ma questa contrazione è stata ampiamente recuperata nel biennio successivo (Fig.11). Il settore che più di ogni altro ha consentito la ripresa è stato quello manifatturiero, grazie soprattutto alla crescita del comparto veicolistico favorito dagli incentivi alla rottamazione. Il settore automobilistico infatti, ha fatto registrare valori degli indicatori economico finanziari particolarmente positivi, soprattutto nel periodo : la produzione è aumentata del 27% e le esportazioni del 58,7%. Complessivamente la capacità produttiva nella Regione si è collocata negli anni 1994/95 su livelli storicamente elevati, raggiungendo il punto massimo a giugno Per quanto riguarda il rapporto tra consumo delle singole fonti energetiche e V.A. si è assistito ad una diminuzione particolarmente accentuata per i combustibili solidi, la cui intensità è passata da 5 a 2,1 tep/mld lire, e per i prodotti petroliferi (da 21,7 a 14 tep/mld lire), mentre si è rilevato un incremento molto consistente per l'intensità del gas (+64,5%) e, in misura minore, per l'energia elettrica (+15,6%). Più in dettaglio, l aumento dell'intensità energetica complessiva, è stata determinata dall incremento dell'indicatore nei settori ad alta intensità energetica 1 e in particolare in quello della Carta (+98%) e della Chimica (+66%) (Fig.14), ma anche per i comparti meno energivori, si è rilevato un trend in aumento (+18,6%) da 79,7 a 94,5 tep/mld.lire. Complessivamente, l intensità dei settori energy intensive è passata da 204 tep/mld. lire del 1988 a 252 tep/mld.lire nel 1996, con un aumento del 23%. 1 Settori ad alta intensità energetica: Metallurgia, Minerali non metalliferi, Chimica, Carta 75

21 Fig Intensita' energetica del v.a. industriale in Piemonte (numeri indice - anno base 1990) 115,00 110,00 105,00 100,00 95,00 90,00 85,00 80, Intensità energetica V.A. Consumi energetici In Italia, nello stesso periodo di tempo, l intensità energetica del VA industriale ha fatto registrare un andamento opposto (Fig. 12) a quello regionale ad eccezione di una analogia riscontrata negli anni , quando la ripresa economica (non energy intensive) si è manifestata sia a livello nazionale che regionale contribuendo a determinare una riduzione dell intensità energetica in entrambe le aree. Complessivamente si è rilevata una diminuzione del 4,5% a seguito di un incremento del valore aggiunto (+10,6%) più consistente di quello dei consumi energetici (+0,5%). Inoltre, come si può verificare dalla figura 13, in Piemonte sono stati sempre riscontrati incrementi di intensità (anche particolarmente consistenti, come nel 1992 e nel 1993) ad eccezione del 1995; al contrario, in Italia, il trend rilevato è stato quasi sempre in diminuzione. Le differenze rilevate sono da attribuire principalmente all opposto andamento della crescita economica nelle due aree: infatti mentre il consumo energetico ha assunto sostanzialmente lo stesso trend in crescita, il V.A. settoriale ha mostrato una tendenza alla diminuzione in Piemonte e alla crescita in Italia. La crescita del V.A. nazionale era dovuta a comparti industriali a minore assorbimento energetico. 76

22 Fig..12 Intensità energetica del settore industriale in piemonte e in italia 105,0 100,0 95,0 90,0 85,0 80,0 75,0 70, Piemonte Italia Fig. 13 Intensità energetica dell industria in Piemonte e in Italia (Var.%) variazione % Piemonte Italia Una maggiore analogia tra le due aree è stata riscontrata nell andamento delle intensità delle singole fonti energetiche; queste infatti hanno presentato lo stesso trend, anche se, le variazioni regionali sono risultate più accentuate. In particolare in Italia sono state rilevate diminuzioni di intensità per i combustibili solidi (-15%) e liquidi (-38%) e incrementi per il gas (+21%) e l energia elettrica (+4%). 77

23 Confrontando gli indicatori calcolati a livello regionale con i corrispondenti nazionali (Tab.4), si può osservare che in Piemonte, al 1996, l intensità energetica del VA dell industria, nonostante il significativo incremento degli ultimi anni, è del 5,2% inferiore al corrispondente valore nazionale; per l intensità elettrica, si è registrato, un valore superiore al nazionale del 3,7%. In particolare si può rilevare che al 1996, l intensità del gas rispetto al V.A. è ben del 18% superiore al valore nazionale, questa situazione è completamente opposta a quella registrata nel 1988, quando il rapporto tra consumi di gas e V.A. in Italia eccedeva quello regionale del 16%. Per le altre fonti la Regione presenta una intensità energetica inferiore ai dati nazionali. TAB.4 - INTENSITA' ENERGETICA DEL V.A. INDUSTRIALE (PIEMONTE, ITALIA) VAR % PIEMONTE /88 Intensità energetica del V.A (tep/mld.di lire) 79,3 80,1 82,8 84,8 88,6 92,7 93,5 90,0 90,8 14,4 Intensità elettrica del V.A (tep/mld.di lire) 24,3 24,4 24,9 25,8 26,5 28,5 28,6 28,1 28,1 15,6 ITALIA Intensità energetica del V.A (tep/mld.di lire) 100,2 99,8 99,6 97,4 96,1 98,2 98,1 96,9 95,8-4,5 Intensità elettrica del V.A (tep/mld.di lire) 26,0 26,2 26,1 26,1 26,2 26,9 27,1 27,0 27,1 4,3 Le ragioni di queste differenze, vanno ricercate soprattutto nella relazione tra valore aggiunto e consumi energetici nei vari comparti industriali delle due aree in esame. In particolare in Italia sono state rilevate intensità più elevate sia nei comparti a maggiore assorbimento energetico (305 tep/mld.lire in Italia e 243 tep/mld.lire in Piemonte), mentre in Piemonte sono state registrate intensità più elevare nei comparti a minore assorbimento energetico. La differenza più consistente si è rilevata per il settore metallurgico, la cui intensità energetica è stata di 520 tep/mld lire in Italia, contro i 162 regionali. Nei prossimi paragrafi verranno analizzate in dettaglio le intensità energetiche del V.A. nei singoli comparti industriali della Regione. Nel grafico 14 sono rappresentate le variazione delle intensità energetiche nei comparti del settore industriale regionale e nazionale relativamente al periodo Come si può rilevare, il Piemonte si caratterizza per un incremento particolarmente consistente dell indicatore nel settore della Carta, delle Costruzioni e della Chimica, comunque tutti i comparti di attività hanno fatto registrare aumenti dell intensità ad eccezione della Metallurgia e delle Altre industrie manifatturiere. Completamente opposta è stata la situazione registrata in Italia, dove si sono avute soltanto riduzioni, fatta eccezione per il settore della carta. 78

24 Fig.14 Variazioni % delle intensità energetiche nei comparti industriali in Piemonte e in Italia Agroalimentare Carta e grafica Minerali non metalliferi Piemonte ( ) Meccanica Italia Costruzioni Agroalimentare Il comparto Agroalimentare piemontese nel periodo , è stato caratterizzato da un significativo sviluppo, come mostrato dall incremento del V.A. settoriale (+21%) e dalla consistente crescita degli impieghi energetici (+81%). L andamento di queste due variabili, ha causato un forte aumento dell intensità energetica (+49,5%), particolarmente accentuato fino al 1994 (+64%), e più rallentato nei due anni successivi (-9%). Anche a livello nazionale, negli anni , l industria agroalimentare ha conosciuto un periodo di sviluppo: il V.A. settoriale è infatti aumentato del 25%; mentre meno consistente, rispetto al caso piemontese, è stata la crescita degli impieghi energetici (+35%). Pertanto l intensità energetica del comparto nazionale è diminuita del 5,7%, presentando, nel 1996 un valore inferiore al regionale del 27%. 79

25 TAB. 9 - SETTORE AGROALIMENARE (PIEMONTE, ITALIA) PIEMONTE Var.% 96/88 Intensità energetica del V.A. (tep/mld.di lire) 74,5 80,3 97,4 115,1 108,6 110,0 122,4 110,4 111,4 49,5 Intensità elettrica del V.A.(tep/mld.di lire) 24,5 28,3 30,2 31,9 30,7 32,6 35,5 32,0 32,9 29,0 ITALIA Intensità energetica del V.A.(tep/mld.di lire) 86,1 89,2 63,7 75,7 83,9 76,3 80, ,2-5,7 Intensità elettrica del V.A.(tep/mld.di lire) 24,1 25,1 24,7 24,2 24,9 24, ,5 27,8 15,3 Fig.15 intensità energetica nel settore Agroindustriale in Piemonte e in Italia. Italia 140 tep/mld.lire Piemonte Piemonte Italia 1996 Questa situazione è completamente opposta a quella presentatasi nel 1988 (Fig.15) quando l intensità energetica nazionale eccedeva quella regionale del 15,6%; l inversione di tendenza si è presentata nel 1990, anno in cui l indicatore in Italia ha avuto un crollo del 29% circa, mentre in Piemonte si è registrato un incremento del 21%. Il consistente incremento dell intensità energetica settoriale nella Regione, è stato determinato principalmente dal forte aumento dei consumi di gas (+97,5%) che ha provocato un incremento dell incidenza di questa fonte sul V.A. del 211% (Fig. 16). 80

26 Un andamento opposto è stato rilevato invece per i prodotti petroliferi, la cui intensità è diminuita complessivamente del 46%, con una forte accelerazione del trend negli anni (-55%). Per l intensità elettrica è stato rilevato un trend crescente, anche in questo caso secondo tassi più accentuati nella regione che in Italia, dove, nel 1996, il valore dell indicatore è del 15% inferiore al regionale. fig. 16 PIEMONTE - Intensità delle fonti energetiche rispetto al V.A. del comparto Agroalimentare 70,00 60,00 tep/mld.lire 90 50,00 40,00 30,00 20,00 10,00 0, Prodotti petroliferi Energia elettrica Gas naturale Tessile Si tratta di un settore di specializzazione dell industria regionale, in quanto la sua quota di produzione e di occupazione è superiore alla media delle altre regioni. Le caratteristiche del comparto riflettono solo in parte quelle dell intero sistema industriale: come quest ultimo è composto da imprese con una dimensione media più elevata del resto della nazione, ma a differenza di esso non è concentrato nella provincia di Torino, dal momento che la quota più rilevante di produzione proviene dal distretto di Biella. L intensità energetica del comparto tessile è aumentata del 5,1% a seguito di un incremento dei consumi energetici (9,2%) più consistente di quello del V.A. Il comparto tessile regionale ha presentato, in tutto il periodo , una intensità energetica decisamente superiore alla nazionale, in particolare nell ultimo anno in esame la differenza è stata pari al 71%. Tale differenza può essere attribuita alla elevata intensità di capitale del settore regionale, dove l automatizzazione degli impianti copre buona parte del ciclo produttivo. 81

27 Anche nel comparto tessile è stato registrato un forte aumento del rapporto tra consumi di gas e V.A.; questo è infatti passato da 17 tep/mld.lire a 32 tep/mld.lire con una variazione del 90%. Un andamento opposto, infine si è rilevato per l intensità dei prodotti petroliferi (Fig. 17), che, al pari di quanto accaduto nell industria agroalimentare, è diminuita di oltre il 55%. Per quanto riguarda, invece l energia elettrica, si è rilevato, in Italia, un andamento sostanzialmente stabile intorno ai 20,5 tep / mld lire, mentre nel corrispondente comparto regionale si è avuto un incremento del 15%. Nel corso dell intero periodo, l intensità elettrica piemontese è sempre stata superiore alla nazionale, in particolare nel 1996, la differenza riscontrata è stata pari al 43%.Questo è indice di una maggiore automatizzazione degli impianti. TAB.10 - SETTORE TESSILE (PIEMONTE - ITALIA) PIEMONTE Intensità energetica del V.A. (tep/mld.di lire) Intensità elettrica del V.A.(tep/mld.di lire) ITALIA Intensità energetica del V.A.(tep/mld.di lire) Intensità elettrica del V.A.(tep/mld.di lire) Var.% 96/88 70,3 69,7 75,4 68,5 78,0 81,6 75,9 71,8 73,9 5,1 25,4 26,4 28,8 28,9 30,6 31,7 29,4 28,3 29,3 15,3 46,0 45,8 32,4 39,5 41,2 42,0 41,0 41,3 43,3-5,9 20,0 20,8 21,0 20,4 20,5 20,7 20,2 19,6 20,5 2,5 Fig.17 - PIEMONTE intensità delle fonti energetiche rispetto al pil nel comparto tessile tep/mld.lire 90 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0, Prodotti petroliferi Gas naturale Energia elettrica 82

28 Carta e Grafica La variazione più consistente dell intensità energetica rispetto al V.A. in Piemonte, è stata rilevata nell industria cartaria, dove l indicatore, con un andamento caratterizzato da fasi alterne di espansione e contrazione, è complessivamente aumentato del 97,8%. Il forte incremento è stato determinato dal significativo aumento dei consumi energetici (+34,4%) e dalla contemporanea riduzione del V.A. settoriale (-32%). Si tratta di un fenomeno preoccupante poiché in controtendenza, che potrebbe essere dovuto all attivazione di processi a maggiore assorbimento energetico e minore intensità di lavoro, potrebbe cioè essere intervenuta una sostituzione tra fattore energia e fattore lavoro. Anche per il settore della carta, ad incidere maggiormente sul trend dell intensità totale e stata l intensità del gas, aumentata negli stessi anni del 148% a causa della forte espansione degli impieghi settoriali di questa fonte (+68,6%). Incrementi significativi comunque sono stati rilevati anche per l intensità elettrica, aumentata quasi dell 82%, mentre una flessione del 16% si è registrata per i prodotti petroliferi. Confrontando i valori delle intensità energetiche ed elettriche in Piemonte e in Italia, si evidenziano valori molto più elevati nella Regione, rispettivamente pari al 124% e all 80% (Fig. 18, Fig. 19). Anche nell industria cartaria nazionale sono stati osservati trend in aumento per entrambi gli indicatori, ma secondo variazioni molto più contenute (Tab. 11). TAB SETTORE CARTA E GRAFICA (PIEMONTE, ITALIA) PIEMONTE Intensità energetica del V.A. (tep/mld.di lire) Intensità elettrica del V.A.(tep/mld.di lire) ITALIA Var % 96/88 128,6 110,8 173,1 199,6 230,6 218,6 220,5 245,9 254,4 97,8 38,7 41,6 49,3 59,5 66,5 66,8 66,6 67,5 70,4 81,9 Intensità energetica del V.A.(tep/mld.di lire) Intensità elettrica del V.A.(tep/mld.di lire) 99,6 100,5 81,8 98,5 101,1 102,9 108,2 111,8 113,4 13,9 33,4 33,7 33,4 35,4 35,4 35,8 36,6 37,7 39,

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