Dove si concentra maggiormente la povertà? Africa Sub-sahariana e in Asia Meridionale.

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1 NORD E SUD DEL MONDO. COLONIALISMO E NEOCOLONIALISMO La povertà Secondo studi recenti, un miliardo di persone vive in povertà estrema. Che cosa si intende per povertà? In Italia si parla di povertà assoluta per chi guadagna, in una area metropolitana del nord, meno di 724 euro al mese, che significano 24 euro al giorno, cioè dollari al giorno. Mentre per l Onu, la povertà è meno di un dollaro al giorno. Dove si concentra maggiormente la povertà? Africa Sub-sahariana e in Asia Meridionale. Nord e Sud del mondo A causa della loro povertà, molti paesi di Africa e Asia sono stati definiti Terzo mondo, per distinguerli da quelli del Primo mondo (con un economia capitalistica) e da quelli del Secondo mondo (legati all Unione sovietica). Dopo il crollo dell Unione Sovietica e quindi della fine della divisione del mondo in due blocchi, si è utilizzato il termine Paesi in via di sviluppo. Oggi si preferisce parlare di Nord e Sud del mondo, visto che la maggior parte dei paesi economicamente poco sviluppati si trova nell emisfero australe, ricordando comunque che Nord e Sud del mondo non fa riferimento solo alla posizione geografia ma ad una condizione di arretratezza economica e sociale. Divisione Nord (in blu) e Sud (in rosso) del mondo

2 La povertà significa fame Secondo dati dell ONU del 2010, quasi un miliardo di persone soffre a causa della sottoalimentazione. Il numero è cresciuto dopo la crisi economica mondiale del 2008 causata dalle banche dei paesi ricchi. Percentuale della popolazione sofferente per la fame E malattie Povertà significa anche vivere in ambienti malsani e non avere acqua potabile. La sottoalimentazione e le pessime condizioni igieniche favoriscono la diffusione delle malattie. Molto spesso si tratta di malattie che potrebbero essere sconfitte con semplici cure sanitarie o con vaccini che nei paesi ricchi sono a disposizione di tutti. Aspettativa di vita

3 Povertà e catastrofi ambientali Molti paesi in via di sviluppo si trovano in aree tropicali ed equatoriali caratterizzate da un elevata piovosità o un estrema aridità. La siccità e le inondazioni sono catastrofi naturali che provocano la morte di centinaia di migliaia di persone in Africa e in Asia. La povertà peggiora ancor di più la situazione mancando medicinali e personale medico, infrastrutture e mezzi di trasporto per il soccorso. Bambini e povertà La povertà colpisce in modo particolare le persone più deboli e cioè i bambini. In Europa il tasso di mortalità entro il primo anno di vita è di 10 ogni Nei paesi più poveri molto più alto, anche fino a 100 ogni mille. Qui il ricorso alle vaccinazioni è meno diffuso e c è anche una maggiore fragilità delle mamme e dei bambini a causa della malnutrizione. Per cui, anche malattie guaribili come il morbillo o la rosolia diventano malattie mortali. La povertà non è causata da mancanze di risorse. Quali sono le cause di questa povertà? Si potrebbe pensare che sia la mancanza di risorse, di materie prime o di fonti di energia, ma non è così. Per esempio in Africa, sono numerosi i paesi ricchi di risorse minerarie, di gas naturale e di petrolio. Sempre in Africa ci sono i più grandi giacimenti di petrolio del mondo. Nella favela di Paraisópolis, San Paolo, in Brasile, l'estrema povertà si confronta quotidianamente con il lusso più sfrenato

4 Il colonialismo Fu proprio la grande disponibilità di risorse naturali a spingere potenze europee come la Spagna, il Portogallo e l Inghilterra a conquistare intere aree dell Africa, dell Asia e dell America. A partire dal XVI secolo e fino al XX secolo, i paesi colonialisti hanno sottratto le ricchezze di molti paesi oggi sottosviluppati. Gli europei si impadronirono innanzitutto dei metalli preziosi (l oro ad esempio) poi introdussero l agricoltura di piantagione con la quale imponevano coltivazioni come quelle della canna da zucchero, del tè, del caffè, i cui prodotti erano destinati al mercato europeo. Dall Africa gli europei portarono via anche migliaia e migliaia di uomini e donne ridotti in schiavitù e costretti a lavorare nelle miniere e nelle piantagioni americane. La decolonizzazione Tra il 1945 e il 1975 quasi tutti i paesi africani e asiatici si sono resi indipendenti e si sono liberati dal dominio delle nazioni coloniali. Parliamo di decolonizzazione. La maggior parte ottiene l indipendenza in modo pacifico, attraverso accordi diplomatici che permettono allo stato colonizzatore di continuare ad avere una forte influenza. In altri casi la lotta è stata molto più dura e sanguinosa.

5 L indipendenza ottenuta, per i paesi in via di sviluppo non ha significato recuperare lo svantaggio economico e sociale. Molto spesso c è stata e c è tuttora una grave instabilità politica, per cui le potenze coloniali sono state sostituite da dittature o da governi corrotti spesso sostenuti dalle ex colonie. A questo si aggiunge analfabetismo, divario tecnologico e produttivo. Nei primi anni 70 del secolo scorso, i paesi ricchi hanno concesso grossi prestiti ai paesi in via di sviluppo a tassi di interesse molto bassi. Ma nel giro di pochi anni questi tassi sono via via aumentati per cui i paesi debitori non hanno potuto pagare i debiti. Allora è intervenuta la Banca Mondiale che ha a sua volta concesso dei prestiti imponendo però ai paesi in debito di ridurre la spesa pubblica, cioè di ridurre la spesa ad esempio per istruzione e sanità. Per molti paesi in via di sviluppo si è così venuta a creare quella che alcuni economisti definiscono la trappola della povertà, per cui i paesi poveri sono costretti ad indebitarsi, ma per ripagare i debiti non possono fare gli investimenti necessari per stimolare la crescita economica che consentirebbe loro di pagare i debiti e non indebitarsi più. Neocolonialismo Questa situazione ha spesso permesso agli ex paesi colonizzatori di riprendere il controllo economico delle antiche colonie. Parliamo di neocolonialismo: molte compagnie agricole, industriali e commerciali inglesi, francesi, tedesche ecc. controllano l economia e impongono scelte anche politiche alle loro ex colonie.

6 In questi paesi inoltre succede spesso che le risorse siano nelle mani delle multinazionali europee, americane e, negli ultimi anni, cinesi. Un esempio importante è quello della Nigeria, paese ricco di petrolio. Infatti, solo una piccola parte dei giacimenti è nelle mani dello stato, mentre la maggior parte è gestita dalle multinazionali straniere, che istallano a loro spese gli impianti per l estrazione del greggio, utilizzano la manodopera locale a basso costo e trattengono per sé la maggior parte dei profitti che vengono poi investiti altrove. In molti paesi poveri le coltivazioni di piantagione sono spesso in mano alle multinazionali estere. Queste impongono la monocoltura (cioè la produzione di un unico prodotto) e sfruttano la produzione agricola fino a quando sul mercato c è richiesta. Non appena la domanda scende, le multinazionali abbandonano la coltivazione per cercarne altre più vantaggiose altrove, lasciando le popolazioni senza occupazione e con un terreno spesso impoverito. Bibliografia La povertà nei paesi in via di sviluppo in Vivi la Terra I grandi temi del presente. Archimede Edizioni