TEMI GRANDI DEL PRESENTE. Vivi la Terra PERCORSI DI GEOGRAFIA PER IL COLLOQUIO D ESAME E PROVE INVALSI ARCHIMEDE EDIZIONI. Pearson Italia spa

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1 TEMI GRANDI Vivi la Terra DEL PRESENTE LA POVERTÀ NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO LE DONNE DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO LE MIGRAZIONI: UN FENOMENO ANTICO E COMPLESSO CAMBIAMENTI CLIMATICI E RISCALDAMENTO GLOBALE L EMERGENZA ACQUA IL LAVORO MINORILE SLUM, FAVELAS E BAMBINI DI STRADA PERCORSI DI GEOGRAFIA PER IL COLLOQUIO D ESAME E PROVE INVALSI ARCHIMEDE EDIZIONI

2 Vivi late rra TEMI GRANDI DEL PRESENTE PERCORSI DI GEOGRAFIA PER IL COLLOQUIO D ESAME E PROVE INVALSI ARCHIMEDE EDIZIONI

3 2 INDICE TEMA 1 LA POVERTÀ NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO 4 Analizziamo il fenomeno 6 SCIENZE L incidenza della malaria e dell Aids nei Paesi poveri 7 Cerchiamo i perché 9 STORIA Il colonialismo: una storia di dominazione e di sfruttamento 9 Esaminiamo un caso Un esempio di lotta alla povertà 12 Farsi un opinione sul tema 13 Prova INVALSI 14 Guida all esame 15 TEMA 2 LE DONNE DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO 16 Analizziamo il fenomeno 18 STORIA Le donne e la nascita dell agricoltura 19 Cerchiamo i perché 21 Esaminiamo un caso La storia di Fatema Mellal 22 Farsi un opinione sul tema 23 Prova INVALSI 24 Guida all esame 25 TEMA 3 LE MIGRAZIONI: UN FENOMENO ANTICO E COMPLESSO 26 Analizziamo il fenomeno 28 STORIA Quando gli europei emigravano negli Usa 28 Cerchiamo i perché 32 STORIA La Convenzione di Ginevra sui rifugiati 32 Esaminiamo un caso In fuga dall Afghanistan all Italia 34 Farsi un opinione sul tema 35 Prova INVALSI 36 Guida all esame 37 TEMA 4 I CAMBIAMENTI CLIMATICI E IL RISCALDAMENTO GLOBALE 38 Analizziamo il fenomeno 40 SCIENZE Le conseguenze dell effetto serra sui ghiacciai e sui mari 4 1 Cerchiamo i perché 43 Esaminiamo un caso Una maggiore responsabilità per il futuro 44 Farsi un opinione sul tema 45 Prova INVALSI 46 Guida all esame 47 TEMA 5 L EMERGENZA ACQUA 48 Analizziamo il fenomeno 50 SCIENZE Che cos è l acqua potabile 52 STORIA Civiltà basate sull acqua 52 Cerchiamo i perché 53 Esaminiamo un caso Trovata in Amazzonia una falda acquifera grande come il Mediterraneo 54 Farsi un opinione sul tema 55 Prova INVALSI 56 Guida all esame 57 TEMA 6 IL LAVORO MINORILE 58 Analizziamo il fenomeno 60 LINGUA INGLESE Defining Child Labour 6 1 Cerchiamo i perché 63 ARTE Infanzia bruciata 63 Esaminiamo un caso Dalle strade all orchestra 64 Farsi un opinione sul tema 65 Prova INVALSI 66 Guida all esame 67 TEMA 7 SLUM, FAVELAS E BAMBINI DI STRADA 68 Analizziamo il fenomeno 70 ARTE Favela Painting a Rio de Janeiro 72 Cerchiamo i perché 73 Esaminiamo un caso In difesa dei bambini di strada 76 Farsi un opinione sul tema 77 Prova INVALSI 78 Guida all esame 79

4 GRANDI TEMI DEL PRESENTE Un libro per approfondire i problemi di oggi La geografia è una disciplina che incrocia diversi saperi tra cui l economia, lo studio della società e delle sue dinamiche, le scienze naturali, la storia ecc. Ed è grazie alla geografia se siamo in grado di comprendere meglio alcuni problemi di forte attualità quali i flussi migratori, il cambiamento climatico e il suo impatto sull ambiente, lo sfruttamento delle risorse idriche, il rispetto dei diritti delle donne e dei bambini, le contraddizioni delle grandi metropoli. Sono questi i problemi che Grandi temi del presente esamina e approfondisce, senza mai perdere di vista le sfide che attendono l uomo. Grazie al suo taglio multidisciplinare, Grandi temi del presente è uno strumento particolarmente utile per affrontare l esame conclusivo della scuola secondaria di primo grado e per realizzare la tesina finale. Come è fatto il libro Ogni tema si apre con una doppia pagina che inquadra l argomento dal punto di vista cartografico e iconografico. La trattazione si articola in sei sezioni, finalizzate all apprendimento di un efficace metodo di studio: Analizziamo il fenomeno aiuta a focalizzare il problema nei suoi aspetti principali. Cerchiamo i perché esamina le cause del problema analizzato. Esaminiamo un caso propone esperienze di vita, eventi e notizie relativi al tema proposto. Farsi un opinione sul tema offre spunti di riflessione, domande, collegamenti interdisciplinari, proposte di lavoro e di discussione sul tema e sul caso. Prova Invalsi propone le esercitazioni per la quarta prova nazionale. Guida all esame conclude il percorso di studio con una serie di proposte finalizzate a sostenere la prova d esame (elaborazione di un testo scritto, ripasso, suggerimenti interdisciplinari). 3

5 TEMA 1 LA POVERTÀ NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO 33,0 0,1 1,3 0,7 0,5 5,5 0,6 17,8 9,9 Europa dell Est 10,3 9,6 8,7 2,6 2,0 1,4 Nord Africa 46,8 45,9 41,1 Stati ex Urss 1,6 2,5 3,8 41,1 33,4 29,5 20,8 Asia orientale America latina e Caraibi Africa sub-sahariana POPOLAZIONE (%) CHE VIVE CON MENO DI UN DOLLARO AL GIORNO Asia occidentale Asia meridionale 8,9 6,8 Asia sud-orientale 4

6 INQUADRIAMO IL TEMA povertà l Africa sub-sahariana, seguita dall Asia meridionale, orientale e sud-orientale, e infine dall America latina. Nel 2007 nell Europa dell Est solo lo 0,7% della popolazione si è trovato nella condizione di vivere con meno di un dollaro al giorno. Nello stesso anno la percentuale dell Africa sub-sahariana ha superato il 41%. Secondo stime Onu, circa 1 miliardo di persone vivono in povertà estrema, cioè con meno di un dollaro al giorno. La carta mostra, per le diverse aree del pianeta, la percentuale di popolazione che si trova in tale condizione e come è variata la percentuale dal 1990 al A un primo sguardo puoi individuare come aree di maggiore 5

7 Un venditore di palloni in una favela di San Paolo del Brasile. Le favelas, grandi quartieri ai margini delle metropoli sudamericane, sono spesso sinonimo di povertà ed emarginazione. Qui la vita quotidiana è spesso dominata dalla precarietà e dall insicurezza. ANALIZZIAMO IL FENOMENO CHE COSA SI INTENDE PER POVERTÀ UNA POVERTÀ CHE SIGNIFICA FAME La povertà, per le popolazioni di molti Paesi del continente africano o del continente asiatico, è ben diversa da quella che è presente anche in Paesi economicamente sviluppati. Prendiamo ad esempio l Italia. Secondo un rapporto Istat del 2009, nel nostro Paese vivono quasi due milioni e mezzo di persone (975 mila famiglie) in condizione di povertà assoluta. Rientra in tale categoria, per esempio, una famiglia formata da una sola persona di età compresa fra i 18 e i 59 anni, che vive in un area metropolitana del nord e che guadagna meno di 724 euro mensili. Ciò significa che se questa persona dispone di 723 euro è ritenuta povera. Tuttavia, con 723 euro mensili, questa persona dispone di più di 24 euro al giorno e ciò significa almeno dollari. Si tratta dunque di una povertà assai diversa da quella in cui si trova il miliardo di persone che vive con meno di un dollaro al giorno. Secondo dati dell Onu del 2010, ben 925 milioni di persone soffrono a causa della SOTTOALIMENTAZIONE o, nei casi peggiori, della fame più disperata ( carta sull apporto calorico alimentare). Il numero di persone che patiscono la fame è aumentato dal 2008, anno in cui una crisi finanziaria globale (causata dalle banche dei Paesi ricchi) si è abbattuta con conseguenze gravissime anche sulle già fragili economie dei Paesi più poveri. Eppure, nel 2000, i Paesi membri dell Onu si erano proposti per il 2015 di dimezzare il numero delle persone in povertà estrema. PAROLE DA IMPARARE SOTTOALIMENTAZIONE si parla di sottoalimentazione quando gli individui non mangiano a sufficienza per ricavare l energia necessaria a condurre una vita attiva. La sottoalimentazione rende difficile lo studio, il lavoro e anche il gioco. I bambini sottoalimentati non crescono come quelli sani, il loro sviluppo mentale è più lento e inoltre sono più soggetti a malattie e infezioni. APPORTO CALORICO ALIMENTARE Dati non disponibili kcal per persona al giorno Apporto calorico alimentare inferiore ai valori energetici minimi calcolati dalla Fao per ogni Paese Fonte: Annuario statistico 2004, Fao La carta mostra come si distribuisce nel mondo l apporto calorico in chilo-calorie (kcal) per persona al giorno. A sinistra, in alcune aree povere, come l Africa, la sopravvivenza della popolazione dipende dagli aiuti umanitari.

8 TEMA 1. LA POVERTÀ NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO E MALATTIE SCIENZE Povertà significa anche vivere in ambienti malsani, come le bidonvilles africane, e non disporre di acqua potabile. La sottoalimentazione e le pessime condizioni igieniche favoriscono l esposizione alle malattie; si tratta in alcuni casi di malattie che potrebbero essere sconfitte con semplici cure sanitarie o con vaccini che nei Paesi ricchi sono alla portata di tutti (come per esempio nel caso della tubercolosi), ma che non sono disponibili nei Paesi poveri. C è poi il caso della malaria; è una malattia scomparsa dai Paesi ricchi, che si può combattere con farmaci, disinfettanti e interventi di disinfestazione dell ambiente, ma che nei Paesi dell Africa sub-sahariana continua a essere endemica (cioè costantemente presente) e una delle più importanti cause di mortalità. Per quanto riguarda l Aids, benché la situazione nel complesso stia migliorando, ancora 5 milioni di persone non hanno accesso alle cure a causa dell elevato costo dei farmaci salvavita (dati dell Organizzazione Mondiale della Sanità del 2009) ( carta sui malati di Aids che hanno accesso alle cure). L INCIDENZA DELLA MALARIA E DELL AIDS NEI PAESI POVERI La malaria è una malattia provocata da un parassita che viene trasmesso all uomo attraverso la puntura della zanzara Anopheles. Nei Paesi sviluppati è stata debellata da molti anni, grazie alle bonifiche delle aree paludose (in cui le zanzare prosperano) e alle operazioni di disinfestazione. Al contrario, molti Paesi poveri non sono in grado di far fronte alla diffusione della malattia; il 90% dei morti per malaria avviene nell Africa sub-sahariana. A differenza della malaria, l Aids è una malattia recente, che si è diffusa solo a partire dagli ultimi decenni del Novecento e ha colpito sia i Paesi poveri sia i Paesi ricchi. Oggi però l incidenza dei malati di Aids sulla popolazione è molto più elevata nei Paesi a basso reddito rispetto a quanto si verifica in quelli ricchi. Ancora una volta si tratta di un problema di accesso alle cure. Come puoi notare dalla carta, la percentuale di malati di Aids che hanno accesso alle cure è aumentata negli ultimi anni anche in una delle aree più colpite dalla malattia: l Africa sub-sahariana. MALATI DI AIDS CHE HANNO ACCESSO ALLE CURE IN AFRICA POVERTÀ E CATASTROFI AMBIENTALI Molti Paesi in via di sviluppo si trovano in aree tropicali ed equatoriali caratterizzate o da un elevata piovosità o da un estrema aridità. La siccità, da un lato, e le inondazioni, dall altro, sono catastrofi naturali che provocano la morte di centinaia di migliaia di persone in Africa e in Asia. In tali emergenze la povertà costituisce un ulteriore svantaggio: mancano infrastrutture e mezzi di trasporto per le reti di soccorso, mancano medici e personale sanitario, mancano medicinali, e le pessime condizioni igieniche favoriscono il diffondersi di epidemie di tifo o di colera. Pensiamo, per esempio, al caso recente di Haiti, dove in seguito al terribile terremoto che ha colpito il Paese, si è propagato il colera, colpendo migliaia di persone, nonostante gli interventi umanitari Africa sub-sahariana più del 75% dal 50 al 75% dal 25 al 50% Fine 2006 dal 10 al 25% meno del 10% 7

9 ANALIZZIAMO IL FENOMENO A sinistra, donne africane in attesa che venga praticata una vaccinazione ai loro bambini. A destra, migliaia di persone vittime di una devastante inondazione in Pakistan nel BAMBINI E POVERTÀ La povertà colpisce in modo particolare gli individui più indifesi, cioè i bambini. In Europa un tasso di 10 morti per 1000 nati, nel primo anno di età, è ritenuto alto. Nei Paesi più poveri i valori della mortalità infantile sono molto più alti, in alcuni casi superano il 100. La diminuzione della mortalità nel primo anno di vita è molto più lenta nelle aree in cui la popolazione è più povera ( carta sulla mortalità infantile). Qui, infatti, il ricorso alla prevenzione e alle vaccinazioni è meno diffuso e vi è una maggiore fragilità fisica sia delle madri sia dei bambini a causa della malnutrizione. Malattie guaribili come il morbillo, la rosolia, la pertosse hanno spesso esiti mortali. La mortalità infantile è superiore al 100 in Paesi africani quali la Somalia, la Liberia, il Mali, la Sierra Leone, l Angola e in Paesi asiatici come l Afghanistan. Questi Paesi appartengono tutti al gruppo più basso della graduatoria del reddito e anche di quella relativa all Isu (Indice di Sviluppo Umano). 8 MORTALITÀ NEL PRIMO ANNO DI VITA NEL MONDO I NUMERI DELLA POVERTÀ INFANTILE Un miliardo di bambini (1 su 2) vive in condizioni di povertà. 640 milioni vivono senza casa. 400 milioni non dispongono di acqua potabile. Circa 10 milioni non raggiungono i 5 anni di età.

10 CERCHIAMO I PERCHÉ TEMA 1. LA POVERTÀ NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO LA POVERTÀ NON È CAUSATA DA MANCANZA DI RISORSE Perché in alcuni Paesi la povertà è così diffusa? Perché ci sono vaste aree del mondo ancora molto arretrate dal punto di vista economico? Si potrebbe pensare che tali aree del pianeta siano del tutto prive di risorse, che manchino cioè di materie prime, di minerali o di fonti energetiche e che dunque povertà e sottosviluppo dipendano da queste carenze. Ma non è così. Per esempio, in Africa, uno dei continenti più martoriati da povertà e sottosviluppo, sono numerosi i Paesi ricchi di risorse minerarie, altri hanno i più grandi giacimenti di diamanti del mondo e notevoli disponibilità di petrolio e gas naturale. Non bisogna inoltre dimenticare la risorsa costituita da una popolazione con un altissima percentuale di giovani e di persone in età da lavoro. STORIA IL COLONIALISMO: UNA STORIA DI DOMINAZIONE E DI SFRUTTAMENTO Fu proprio la disponibilità di risorse naturali a spingere grandi potenze come Spagna, Portogallo, Olanda, Inghilterra e Francia a conquistare intere aree dell Africa, dell Asia e dell America. A partire dal XVI secolo e fino al XX secolo, i Paesi colonialisti hanno depredato le ricchezze di molti dei Paesi oggi sottosviluppati. Gli europei si impadronirono innanzi tutto dei metalli preziosi, poi introdussero l agricoltura di piantagione con la quale imponevano coltivazioni come quelle della canna da zucchero, del tè, del caffè, i cui prodotti erano destinati ai mercati europei e non certo a soddisfare i fabbisogni alimentari delle popolazioni locali. Altre materie prime, come il cotone e le risorse minerarie, servirono in seguito ad alimentare l industria europea. Dall Africa gli europei portarono via anche migliaia e migliaia di uomini e donne ridotti in schiavitù e costretti a lavorare nelle miniere e nelle piantagioni americane. Tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo le grandi potenze coloniali possedevano territori vastissimi, soprattutto in Africa e in Asia. CONQUISTE COLONIALI TRA IL XIX E IL XX SECOLO 9

11 CERCHIAMO I PERCHÉ SONO IMPARI GLI SCAMBI FRA PAESI RICCHI E PAESI POVERI Il colonialismo ha lasciato pesanti eredità e l indipendenza, raggiunta da diversi Paesi solo nella seconda metà del Novecento, non è bastata a far recuperare lo svantaggio economico e sociale. In molti Stati ex colonie è mancata, e in parte ancora non c è, una classe dirigente locale che sapesse prendere in mano le sorti dei Paesi. Molti Stati dell Africa hanno vissuto e vivono tuttora gravi instabilità politiche, che vedono avvicendarsi al potere dittatori e governi corrotti, spesso sostenuti dalle ex potenze coloniali. L instabilità politica e l analfabetismo diffuso hanno costituito seri ostacoli alla crescita. Troppo grande inoltre era il divario tecnologico e produttivo: da un lato Paesi ai quali per lunghi decenni era stata imposta come unica attività l agricoltura e ai quali erano state sottratte risorse minerarie; dall altro Paesi con un industria altamente sviluppata e tecnologicamente avanzata. Oggi quei Paesi dell Africa, dell Asia e dell America latina esportano prevalentemente prodotti agricoli e minerari per ottenere dalle ex potenze coloniali macchinari e tecnologie che essi non sono in grado di produrre. Ma i prezzi imposti dai Paesi economicamente forti sono sempre più elevati; pertanto i Paesi poveri sono costretti ad aumentare la quantità di merci esportate per acquistare ciò che è a loro indispensabile. I PAESI POVERI SONO INDEBITATI CON I PAESI RICCHI E PAGANO ALTI INTERESSI Nei primi anni settanta del secolo scorso, i Paesi ricchi concedettero ingenti prestiti ai PAESI IN VIA DI SVILUPPO. Inizialmente i tassi di interesse erano bassi, ma nel giro di un decennio cominciarono ad aumentare e molti Paesi debitori si trovarono nell impossibilità di pagare. Intervenne allora la Banca Mondiale. Questa banca è un istituzione internazionale che fa capo all Onu e ha il compito di elargire prestiti ai Paesi in via di sviluppo e a quelli con la bilancia commerciale in deficit. I prestiti concessi dalla Banca Mondiale richiedevano però, come contropartita, che i Paesi indebitati contenessero la spesa pubblica, cioè limitassero le loro spese nel campo, per esempio, dell istruzione, della sanità, degli aiuti sociali. Per molti Paesi in via di sviluppo il debito estero in continua ascesa è diventato una vera e propria trappola della povertà, secondo una definizione data da alcuni economisti: poiché sono poveri, tali Paesi sono costretti a indebitarsi, ma per far fronte ai debiti non possono fare gli investimenti finanziari necessari per stimolare la crescita economica che consentirebbe loro di pagare i debiti e di non indebitarsi più. PAROLE DA IMPARARE PAESI IN VIA DI SVILUPPO in via di sviluppo sono considerati quei Paesi che hanno in comune un certo grado di arretratezza economica e sociale e che spesso sono produttori di materie prime. L india, come la Cina, è un Paese dove convivono forti contrasti: da un lato aree con industrie tecnologicamente avanzate, dall altro regioni con attività economiche ancora tecnologicamente arretrate.

12 TEMA 1. LA POVERTÀ NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO SPESSO SONO LE MULTINAZIONALI A GESTIRE LE RISORSE Nei Paesi poveri accade che le risorse disponibili siano controllate dalle MULTINAZIONALI europee o americane, alle quali si sono aggiunte, in anni più recenti, anche alcuni colossi industriali cinesi. Consideriamo, per esempio, il caso della Nigeria, un Paese ricco di giacimenti di petrolio. Solo una parte delle risorse petrolifere è in mano allo Stato africano, mentre la maggior parte è gestita dalle multinazionali straniere: esse installano a loro spese gli impianti per l estrazione del greggio, utilizzano la manodopera locale a basso costo e trattengono per sé la maggior parte dei profitti che poi investono altrove, dove è più conveniente per loro. In molti Paesi poveri le coltivazioni di piantagione sono spesso in mano a multinazionali estere; queste sfruttano la produzione agricola fino a quando sul mercato c è una forte richiesta di quel determinato prodotto e fintanto che i prezzi di quel prodotto si mantengono elevati. Non appena la domanda scende e i profitti si riducono, le multinazionali abbandonano la coltivazione per cercarne altre più vantaggiose in altri luoghi, lasciando le popolazioni senza occupazione e con un terreno spesso impoverito. PAROLE DA IMPARARE MULTINAZIONALI sono imprese che operano in più Paesi. Lo sono molte imprese statunitensi e giapponesi (come Ibm, Toyota, Ford). Alcune multinazionali talvolta raggiungono dimensioni economiche mondiali e sono in grado di gestire e spostare ingenti capitali da un area all altra del mondo, influendo così sull economia dei Paesi in cui sono presenti. A destra, il fatturato di alcune multinazionali in certi casi supera il Pil dei Paesi in cui operano. Sotto, una ragazza nigeriana cammina sui tubi di un oleodotto con un ombrello che porta il marchio di una nota società petrolifera occidentale. fatturato (2005) Pil (2004) in miliardi di $ MULTINAZIONALI RICCHE COME STATI Wal-Mart t Turchia British Petroleum Africa sub-sahariana (esclusa Africa meridionale) General Motors Finlandia Ibm Filippine Carrefour Ungheria Peugeot Algeria Sony Perú C È UNA GRANDE DISUGUAGLIANZA NELLA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO Secondo Muhammad Yunus, un economista bengalese premio Nobel per la pace (vedi ESAMINIAMO UN CASO), il 94% del reddito globale appartiene al 40% della popolazione mondiale, mentre il restante 6% deve bastare per il 60% della popolazione: una minoranza detiene cioè la quasi totalità della ricchezza, mentre la maggioranza della popolazione mondiale è costretta a vivere con l esigua parte di reddito che resta, dunque in povertà. Questa disparità nella distribuzione del reddito mondiale si verifica anche all interno dei singoli Stati e spesso nemmeno gli indicatori statistici come il Pil pro capite o l Isu riescono a evidenziarla. Entrambi gli indicatori rappresentano infatti delle medie. Nella realtà accade che anche Paesi con un elevato Pil pro capite (per esempio alcuni Stati esportatori di petrolio), abbiano al loro interno vaste fasce di popolazione in condizioni di povertà. I ricchi proventi delle esportazioni restano nelle mani di élite locali e non si registra nessun miglioramento di vita per la maggior parte della popolazione. 11

13 ESAMINIAMO UN CASO UN ESEMPIO DI LOTTA ALLA POVERTÀ Muhammad Yunus nasce a Chittagong, Bangladesh, nel Si laurea in economia e insegna in diverse università americane. Nei primi anni settanta del secolo scorso, torna in Bangladesh per dirigere il Dipartimento di economia dell università di Chittagong. Nella metà degli anni settanta inventa il microcredito per aiutare le popolazioni povere dei villaggi. Nel 1976 fonda la Grameen Bank, prima banca al mondo a concedere prestiti ai poveri: la Banca ha un enorme successo e il metodo Yunus viene esportato in molti altri Paesi in via di sviluppo. Nel 2006 Yunus riceve il premio Nobel per la pace. Leggiamo un brano tratto dal suo libro Un mondo senza povertà, in cui Yunus racconta i suoi primi contatti con la povertà e come ha preso forma la sua idea e la sua concreta iniziativa per cercare di combatterla. Dovunque andassi nei villaggi vedevo solo gente che si ingegnava per procurarsi qualcosa e offrendosi sempre per qualsiasi lavoro. Eppure, per qualche ragione tutta questa fatica non serviva a far uscire dalla povertà la maggior parte degli abitanti. È stata una donna di un villaggio, Sufi ya Begum, a farmi capire dove stava il problema. Come tante altre donne, Sufi ya viveva con il marito e i bambini ancora piccoli in una fatiscente capanna di fango. Il marito lavorava a giornata per pochi penny. Lei, invece, fabbricava con abilità sgabelli di bambù. Eppure, nemmeno con tutta la sua dura fatica riusciva a tirar fuori la famiglia dalla povertà. Parlandole, fi - nalmente riuscii a capire il perché. Come quasi tutti nel villaggio, Sufi ya si faceva anticipare dagli strozzini locali il denaro che le serviva per pagare il bambù per gli sgabelli e lo strozzino le dava il denaro solo se lei acconsentiva a consegnargli tutta la produzione al prezzo che lui stabiliva. A causa di questo infame accordo e degli alti interessi che doveva pagare sul prestito, tutto quello che le restava erano solo due penny per una giornata di lavoro. Decisi di fare un elenco delle vittime di questo strozzinaggio nel villaggio di Jobra. Alla fi ne mi trovai con i nomi di 42 vittime che avevano preso a prestito un totale di 856 taka, meno di 27 dollari di allora. Che lezione, per un professore di economia come me! Mentre me ne stavo lì a parlare ai miei studenti di investimenti di miliardi di dollari per la lotta alla povertà, nella realtà quelle persone avevano bisogno di 12

14 TEMA 1. LA POVERTÀ NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO una miserevole somma per non morire di fame. Offrii di tasca mia l equivalente di 27 dollari pur di strappare quella gente dalle grinfi e degli strozzini. L entusiasmo che si propagò fra loro per questo piccolo aiuto mi convinse ad andare avanti: se potevo rendere felici tante persone con una somma così irrisoria, perché non fare le cose in grande? Era proprio quello che avevo sempre sognato. La prima mossa fu cercare di persuadere una banca a prestare denaro ai poveri. Ma la risposta fu che i poveri non erano suffi cientemente affi dabili. In sostanza, i banchieri avrebbero prestato soldi solo a chi ne aveva già. Mi offrii come garante dei prestiti fatti ai poveri. In realtà, la banca avrebbe prestato il denaro a me e io lo avrei poi distribuito fra i poveri del villaggio. La banca accettò e, quando cominciai a distribuire i soldi, rimasi sorpreso dai risultati: i poveri restituivano le somme, sempre alle scadenze pattuite! Nonostante questo, non riuscii a convincere i banchieri a espandere il programma. Costoro non volevano perdere tempo ad accordare minuscoli prestiti ai poveri. Di fronte a ciò, nel 1983 decisi di fondare una banca esclusivamente per i clienti poveri, che prestasse soldi in assenza di garanzie, a clienti anche sconosciuti. Decidemmo di chiamarla Grameen Bank, ovvero banca del villaggio. Oggi la Grameen Bank concede prestiti a oltre sette milioni di poveri, il 96% dei quali sono donne, sparsi in villaggi del Bangladesh. Il totale dei prestiti erogati è di sei miliardi di dollari, il tasso di restituzione è oggi attorno al 98,6%. Ma la cosa più importante è che, sulla base delle valutazioni fatte dalla stessa Grameen Bank, il 64% dei clienti che ha avuto rapporti con la banca per cinque anni o più ce l ha fatta a uscire dalla condizione di povertà. FARSI UN OPINIONE SUL TEMA Nel brano si parla di un Paese asiatico: il Bangladesh. Quali informazioni possiedi su questo Paese? Cercale sul tuo libro di geografia. Muhammad Yunus a un certo punto fa un importante constatazione: «Mentre me ne stavo lì a parlare ai miei studenti di investimenti di miliardi di dollari per la lotta alla povertà, nella realtà quelle persone avevano bisogno di una miserevole somma per non morire di fame». Che cosa ha compreso Yunus? Di che cosa ha bisogno un povero per non morire di fame? Secondo te, perché ben il 96% dei 7 milioni di poveri che hanno ricevuto un prestito dalla Grameen Bank è costituito da donne? Sappiamo che la somma totale dei prestiti erogati dalla Grameen Bank è di 6 miliardi di dollari e che il numero dei beneficiari è di 7 milioni. Supponi che ognuno abbia ricevuto in prestito la stessa cifra; quale sarebbe l ammontare del prestito? A quanto ammonta tale cifra in euro? (Tieni presente che 1 euro vale circa 1,4 dollari Usa.) A tuo parere è un prestito elevato o modesto? Osserva il grafico. Qual è la spesa mondiale per i prodotti di cosmesi? Quanto si spende per sostenere l economia africana? Quali riflessioni puoi fare su questi dati? Stati Uniti Altri Stati Sovvenzioni agricole dei Paesi ricchi nel 2003 Fondo degli Stati Uniti per l aiuto allo sviluppo nel 2003 Costo annuale della guerra in Iraq Spesa mondiale in profumi e cosmetici nel 2003 Fondo necessario all Africa per raggiungere gli obiettivi del millennio nel Spese militari dei Paesi ricchi nel 2003 Spese mondiali per la pubblicità nel Miliardi di dollari 13

15 PROVA INVALSI IL CASO BANGLADESH Fin dalla sua nascita il Bangladesh ha occupato uno degli ultimi posti fra le nazioni povere della Terra. Agli inizi degli anni settanta fu definito un caso disperato internazionale. Nei decenni successivi la storia del mio Paese non è stata che una lotta continua contro condizioni di vita fra le più aspre e difficili del mondo: estrema sovrappopolazione, alluvioni tutti gli anni, deforestazione, erosione e impoverimento del suolo, il tutto se possibile aggravato da imprevedibili calamità naturali come cicloni, tornado, onde anomale di marea. Ma il Bangladesh è proprio un Paese maledetto destinato a vivere sempre sul filo di disastrose distruzioni che, una dietro l altra, si portano via qualsiasi risorsa accumulata nel frattempo dalla popolazione? Non credo che si debba dare la colpa di questo stato di cose al destino, a Dio, alla natura. Il vero problema non sono i disastri naturali, ma la grande diffusione della povertà, che è un semplice prodotto dell azione dell uomo. Anche altri Paesi subiscono cicloni, inondazioni, e ondate di marea, senza che però questo porti con sé un panorama di umana miseria delle dimensioni che vediamo in Bangladesh. Ma questi Paesi sono sufficientemente ricchi da costruire sistemi protettivi e argini robusti: anche i fiumi del Canada, della Francia o dell Inghilterra vanno soggetti alle stesse ondate di marea di quelli del Bangladesh, ma vengono mantenuti sotto controllo e resi inoffensivi dragando regolarmente i fondali e sopraelevando le strade. In Bangladesh, invece, il sovraffollamento e la povertà spingono le immense masse di poveri a stabilirsi in aree sempre meno sicure, sebbene non siano in condizione di organizzare minime misure di sicurezza. Dunque, povertà non significa solo essere condannati a una vita infelice piena di difficoltà; vuol dire anche essere costretti a mettere a repentaglio la propria vita. Nella perdita di controllo sul proprio destino che la povertà infligge alle persone possiamo leggere l oltraggio più profondo ai diritti umani più elementari. Quando in questo o in quel Paese si verifica una violazione della libertà religiosa o di parola, spesso vengono organizzate manifestazioni di protesta nel resto del mondo. Ma se i diritti umani di metà della popolazione vengono violati dalla povertà, tutti girano la testa dall altra parte e tirano via. (adattamento da: Muhammad Yunus, Un mondo senza povertà, Feltrinelli, Milano 2008) Per ogni domanda ci sono quattro risposte, ma una sola è quella giusta. Prima di ogni risposta, c è un quadratino con una lettera dell alfabeto: A, B, C, D. Per rispondere, devi mettere una crocetta nel quadratino accanto alla risposta (una sola) che ritieni giusta. Se ti accorgi di aver sbagliato, puoi correggere: devi scrivere NO vicino alla risposta sbagliata e mettere una crocetta nel quadratino accanto alla risposta che ritieni davvero giusta. 1. Che cosa dice Muhammad Yunus a proposito del Bangladesh e della sua storia? A. Il Bangladesh non ha dovuto lottare contro condizioni di vita difficilissime, ma contro gravi calamità. B. Il Bangladesh ha dovuto lottare contro gravi problemi sociali e ambientali, aggravati da calamità naturali. C. Il Bangladesh non ha potuto difendersi da calamità naturali come cicloni, tornado, onde anomale di marea, perché sono calamità imprevedibili. D. Il Bangladesh è un caso disperato per la serie di disastrose distruzioni che ha subito. 2. La domanda che l autore del brano si pone alle righe 8-11 è: A. Una domanda retorica. B. Una domanda che l autore pone al lettore per interessarlo ancora di più al contenuto del testo. C. Una domanda che l autore rivolge mentalmente agli esperti di questioni relative al Bangladesh. D. Una domanda alla quale l autore non sa dare una risposta. 3. La frase sebbene non siano in condizione di organizzare minime misure di sicurezza dal punto di vista dell analisi del periodo è: A. Una principale. B. Una subordinata concessiva. C. Una subordinata causale. D. Una coordinata avversativa. 4. Che cosa significa dragare (riga 22) riferito ai fondali dei fiumi? A. Scavare e ripulire. B. Riempire di terra. C. Costruire degli argini. D. Rinforzare gli argini esistenti.

16 TEMA 1. LA POVERTÀ NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO GUIDA ALL ESAME UTILE PER LA PROVA SCRITTA Organizza le informazioni che hai ricavato dalla lettura del Tema e del caso proposto in un testo di circa 20 righe in cui dai il tuo commento. 5. Quale dei seguenti termini non può essere considerato sinonimo di oltraggio (riga 30)? A. Ingiuria. B. Affronto. C. Insolenza. D. Maleducazione. DA RIPASSARE SE NON LO SAI Nel testo di questo Tema si citano dati e informazioni di tipo geografico e non, sui quali devi essere in grado di rispondere in un colloquio d esame. Te li indichiamo qui di seguito. 6. Secondo l autore, quale relazione esiste fra povertà e catastrofi naturali? A. La povertà causa quasi sempre catastrofi naturali. B. La povertà è la conseguenza delle catastrofi naturali. C. Le catastrofi naturali si verificano solo nei Paesi poveri. D. La povertà fa aumentare il rischio di essere esposti alle catastrofi naturali e lascia gli uomini più indifesi. 7. Nelle righe conclusive quale dei seguenti concetti, tra gli altri, viene espresso dall autore? A. La povertà è da considerarsi una gravissima violazione dei diritti umani. B. Metà della popolazione del mondo non gode dei diritti umani. C. A molte persone non interessa il rispetto dei diritti umani. D. Solo i ricchi possono godere dei diritti umani. Sai indicare i Paesi che fanno parte dell Africa sub-sahariana, dell Asia meridionale, orientale e sud-orientale e infine dell America latina? Quali sono le caratteristiche ambientali delle fasce tropicali ed equatoriali? Quali sono attualmente le maggiori produzioni agricole di Asia e Africa? Oltre alla Banca Mondiale, sai citare altri organismi facenti capo all Onu? Che cos è l Istat? Che cosa sono le multinazionali? Sai indicarne qualcuna? Sai definire con precisione che cosa sono il Pil pro capite e l Isu? Dove si trovano precisamente la Nigeria e il Bangladesh? 8. L espressione tutti girano la testa dall altra parte (riga 35) è: A. Una similitudine. B. Una metafora. C. Un esagerazione. D. Un modo di dire. 9. Quale fra questi titoli meglio riassume il contenuto del brano? A. La povertà nel mondo. B. Le violazioni dei diritti umani. C. Povertà e mortalità. D. Povertà: una responsabilità dell uomo. ESERCITAZIONI PER LA QUARTA PROVA NAZIONALE SUGGERIMENTI INTERDISCIPLINARI PER LA RICERCA STORIA Che cos è e come nasce il colonialismo, qual è la fase della sua massima espansione. Che cos è il processo di decolonizzazione, quando e perché incomincia. Che cos è la Società delle nazioni, quando viene creata e con quali scopi. Quando inizia e quando finisce la Prima guerra mondiale: quali sono i principali schieramenti. SCIENZE Che cosa prevede un adeguata alimentazione. Che cosa sono le calorie e il fabbisogno calorico. Qual è il fabbisogno calorico medio di un ragazzo della tua età. Quali sono i principali nutrienti. Che cosa accade se le calorie assunte provengono solo da cereali e mancano di proteine e vitamine. Che cosa sono le malattie endemiche. MATEMATICA Che cos è la percentuale e come si calcola. Che differenza c è fra un valore espresso in percentuale (valore relativo) e un valore assoluto. Che cos è la media e come si calcola. NARRATIVA, CINEMA C è qualche libro fra quelli che hai letto sino a ora che possa essere riconducibile al tema della povertà? Hai avuto occasione di vedere un film che tocca questo problema? 15

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