Sommario. PROGETTO Relazione tecnicadescrittiva DEFINITIVO- ESECUTIVO

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2 Sommario 1 Premessa e descrizione fotografica Vincoli e interferenze Inquadramento geologico Inquadramento sismologico Zone sismogenetiche dell area Veneto Orientale-Friulana Storia sismica del comune Descrizione generale dell intervento Aspetti idraulici Aspetti strutturali

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4 1 Premessa e descrizione fotografica Con il presente progetto si prevede la demolizione e ricostruzione di un ponte stradale sito lungo la strada comunale che collega le frazioni di Togliano e Montina all interno del Comune di Cividale, sul torrente Chiarò di Prestento. Figura 1- Inquadramento generale del sito su ortofoto. Figura 2 il ponte stradale esistente oggetto di intervento 3

5 Figura 3- Individuazione del sito sull ortofoto. La struttura esistente, che verrà sostituita, consiste in un ponte in calcestruzzo dotato di una pila centrale, larga circa 65 cm (116 cm alla base). Nel tratto considerato le sponde del corso d acqua sono costituite da muri in calcestruzzo in buone condizioni. La pila divide la sezione idraulica in due sottosezioni di forma trapezia (i muri spondali sono, infatti, leggermente inclinati). 4

6 Figura 4 Il ponte esistente oggetto di intervento. Figura 5 Vista verso monte del torrente Chiarò dal ponte oggetto di intervento. 5

7 Figura 6 - Vista verso valle del torrente Chiarò dal ponte oggetto di intervento. L asse stradale ed il corso d acqua, come si vede dall immagine sotto riportata, non si intersecano perpendicolarmente. Figura 7 - Particolare dell'intersezione tra l'asse stradale ed il torrente Chiarò. Si nota che essa non avviene perpendicolarmente. Il presente progetto prevede la demolizione e la ricostruzione del ponte, con eliminazione della pila e conseguente aumento della larghezza della sezione idraulica, in modo da poter garantire maggiore sicurezza ed efficienza. 6

8 2 Vincoli e interferenze Il sito di intervento ricade all interno del Comune, lungo una strada comunale esistente soggetta ad un ridotto traffico. Per questo motivo, in accordo con l Amministrazione Comunale e secondo quanto previsto dall art. 13 comma 2 del DLgs 30 aprile 1992 n.285 e da D.M. n.67/s del 22/04/2004, l opera viene realizzata con riferimento a quanto previsto dal DM 5/11/2001 Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade ed assegnando dimensioni inferiori alle corsie di marcia rispetto a quaanto previsto da detto D.M., rendendole coerenti con quanto già presente lungo la viabilità in oggetto nella quale il manufatto va ad inserirsi, permettendo in questo modo un miglioramento funzionale della circolazione ed un innalzamento dell attuale livello della sicurezza stradale. Il ponte comunque avrà una larghezza complessiva di 7,37m, in modo da risultare già adeguato in caso di futuro allargamento della strada comunale e/o di transito di una futura pista ciclabile. L intervento è situato all interno dell area fluviale del torrente Chiarò, in una zona agricola al di fuori dei centri abitati di Togliano e Montina. Come mostrato nelle immagini riportate di seguito, nell area in questione non sussistono vincoli ambientali o normativi di alcun tipo. Figura 8 - Estratto della mappa della zonizzazione del Comune. 7

9 Figura 9 Estratto di mappa del catalogo IRDAT-FVG, carta delle aree naturali tutelate. Per quanto riguarda le interferenze esistenti, esse sono rappresentate dalla presenza di alcuni collettori e cavidotti che ad oggi attraversano il torrente ai lati dell impalcato esistente. Tali tubazioni verranno sostituite con collettori e cavidotti collocati all interno della soletta del nuovo impalcato. 3 Inquadramento geologico La zona di interesse si trova nella fascia di passaggio tra le Prealpi Giulie e l alta pianura friulana. In particolare, l area delle Prealpi Giulie meridionali è caratterizzata dal Flysch del Grivò, tipica successione clastica sinorogenetica del Sudalpino orientale, costituita da megastrati carbonatici provenienti dalla Piattaforma Friulana e da torbiditi, prevalentemente silicoclastiche provenienti dalle zone settentrionali. Litologicamente la successione è caratterizzata da alternanze pelitico-arenacee in strati sottili e in particolare, nella parte alta della Formazione, da una successione di megabanchi carbonatici corrispondenti a olistostromi franati nel bacino torbiditico, probabilmente a conseguenza di eventi sismici, che testimonierebbero l'instabilità tettonica, durante l'eocene inf. del margine della Piattaforma Friulana prossima alla zona di deposizione delle torbiditi. 8

10 I due megastrati più importanti per continuità e spessore sono quello di Vernasso (potenza massima di 260 m) e quello di Monte Joanaz. Il suolo dell alta pianura, invece, è costituito da sedimenti fluvioglaciali ed alluvionali. Le alluvioni della fascia pedemontana, che costituiscono l'alta pianura, sono grossolane con prevalenza di ghiaie, ghiaie e sabbie e rari conglomerati. In fase di progetto definitivo si procederà ad una più accurata analisi del terreno di fondazione anche al fine di determinarne i parametri geotecnici di progetto. Figura 10 - Estratto della carta Geologica del Friuli Venezia-Giulia. 9

11 4 Inquadramento sismologico Il comune è classificato come segue: 4.1 Zone sismogenetiche dell area Veneto Orientale-Friulana Sulla base della zonazione sismogenetica denominata ZS9 realizzata dall INGV nel 2004 contestualmente alla realizzazione della mappa della pericolosità sismica prevista dall'o.p.c.m. n del 20 marzo 2003, l area Veneto Orientale Friulana è interessata dalle aree sismogenetiche identificate dai valori 904, 905 e 906 (Fig.A) e legate all interazione Adria-Europa. In particolare tali zone sono caratterizzate dalla massima convergenza tra le placche adriatica ed europea e sono caratterizzate da strutture a pieghe sud-vergenti del Sudalpino Orientale e faglie inverse associate e nelle aree ad est del confine friulano, da faglie trascorrenti destre con direzione NW-SE (trend dinarico). La tabella seguente riporta le caratteristiche geometriche principali di tali aree sismogenetiche in termini di meccanismo di fagliazione principale e profondità efficace definita come la profondità alla quale avviene il maggior numero di terremoti che determina la pericolosità sismica della zona. Sulla base del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, versione 2011 (CPTI111) realizzato dall INGV, nel quale sono contenuti i terremoti storici avvenuti entro il periodo temporale compreso tra il 1000 ed il 2006 d.c., è stato possibile estrarre i terremoti di magnitudo momento (Mw) superiore a 5 il cui epicentro è localizzato entro l area Veneto Orientale-Friulana. La sovrapposizione di tali terremoti con le aree sismogenetiche prima definite (Fig. A) evidenzia che la sismicità dell area è prevalentemente generata nella zona sismogenetica identificata con il valore 905, sede della forte attività sismica avvenuta nel

12 4.2 Storia sismica del comune Dalla figura che segue è possibile definire che il comune ricade parzialmente nel settore meridionale della zona sismogenetica identificata con il valore 905, sede della genesi, come è già stato definito precedentemente, della maggior parte della sismicità osservata in regione. Sulla base del database denominato DBMI11 realizzato dall INGV nel 2011 e contenente le osservazioni macrosismiche dei terremoti italiani utilizzate per la compilazione del catalogo parametrico CPTI11 utilizzato precedentemente, è stato possibile ricostruire la storia sismica del comune. In particolare in tale catalogo sono presenti 5 sismi che hanno generato degli effetti macrosismici nel comune di interesse. Tali sismi sono riportati nella tabella seguente, dove Is ed Io sono le intensità macrosismiche osservate rispettivamente nel comune in esame e nell epicentro dell evento ed espresse nella scala MCS ed Mw è la magnitudo momento dell evento. In particolare si può notare che le intensità macrosismiche storiche rilevate nel territorio comunale sono in genere di entità con grado massimo compreso tra 7 e 8. Figura 11 - Aree sismogenetiche ricadenti nell'area Veneto-Orientale-Friulana e sismicità storica. 11

13 Si aggiunge inoltre che tutti gli eventi sono associati alla zona sismogenetica identificata con 905 (Fig. 10) e sede della maggior parte dei terremoti che generano sismicità nella regione Friuli Venezia Giulia. Tabella 1 - Sintesi della storia sismica. 5 Descrizione generale dell intervento Come già accennato in precedenza, il progetto prevede la ricostruzione del ponte esistente. Il ponte in progetto sarà largo 7,37 m, in modo da realizzare una carreggiata larga 4,50m (come la sede viaria attuale), una banchina pari a 0,50 m, una eventuale pista ciclabile da 1,50 m e due cordoli con barriera stradale. Una sezione tipo del ponte è illustrata nella figura che segue. Figura 12 - Sezione tipo del ponte in progetto. Il nuovo ponte, oltre a consentire in sicurezza il passaggio pedonale, consentirà un migliore deflusso delle acque del torrente Chiarò. Si prevede, infatti, l eliminazione della pila esistente, con conseguente aumento della sezione idraulica ed eliminazione del rischio che eventuali rami trasportati dalle piene possano ulteriormente ostruire la sezione. 12

14 5.1 Aspetti idraulici Come già accennato, l intervento, oltre a migliorare la fruibilità e la sicurezza, comporta dei miglioramenti anche dal punto di vista del deflusso delle portate. L eliminazione della pila, infatti, aumenta la sezione idraulica disponibile ed elimina la possibilità che, in occasione delle piene, rami e detriti vari trasportati dalla corrente possano bloccarsi presso il ponte e ostruire ulteriormente la sezione, con conseguente pericolo di esondazione. Le spalle di progetto verranno realizzate a tergo dei muri spondali esistenti, i quali, di conseguenza, non saranno demoliti assieme al ponte esistente. In questo modo le nuove spalle della struttura in progetto non comporteranno alcuna variazione dell assetto idraulico delle sezioni in corrispondenza del ponte. Figura 13 - Confronto della sezione dell'opera tra lo stato di fatto e di progetto. Si nota l'aumento della sezione dovuto all'eliminazione della pila e la realizzazione delle spalle a tergo dei muri spondali. 13

15 5.2 Aspetti strutturali La struttura dell impalcato sarà costituita da travi in calcestruzzo precompresso prefabbricate allineate l una parallela all altra. Le travi saranno 10 ed avranno altezza pari a 40 cm, larghezza 70 cm e lunghezza 11,75 m. Poiché, come accennato in precedenza, l intersezione tra il corso d acqua ed il tracciato stradale non avviene perpendicolarmente, le travi saranno disposte in modo sfalsato come mostrato nella figura che segue. Figura 14 - Pianta della disposizione delle travi in c.a.p.. Le travi saranno collegate alle spalle per mezzo di appoggi in neoprene armato. Al di sopra delle travi sarà gettata la soletta. Ogni spalla sarà costituita da un muro in calcestruzzo armato largo 60 cm e alto 300 cm, le cui fondazioni saranno protette dall erosione da una soletta di spessore 20 cm che sarà gettata sul fondo dell alveo e collegherà, così, le due spalle tra loro. 14

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